giovedì 15 marzo 2018

Ricordiamo a Kiko e ai suoi che Dio è luce: Se diciamo che siamo in comunione con Lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo!

Dal Vangelo di Giovanni, capitolo 3:
[19] E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. [20] Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. [21] Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.
"DIO E' LUCE
E IN LUI NON SONO TENEBRE"
(1 Gv, 5)
L'opera per eccellenza è credere in Colui che Dio ha mandato. Ma è evidente che chi commette il male predilige le tenebre. Chi compie il bene "viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio" e a Lui si dia gloria. Tante cose devono restare nascoste nel cammino, si moltiplicano i divieti, di fronte alle ingiustizie subite e provocate, il più delle volte, da un abuso di potere, figlio della insindacabile gestione delle comunità e della vita dei camminanti, saldamente nelle mani dei catechisti, inviati da Kiko.

Questa parola non mi ha lasciato dubbi quando, con lo scorrere degli anni, nel cammino si disvelavano pian piano ai miei occhi i veri intenti celati. Di luce si parla molto nella predicazione, l'apice alla tappa della Traditio. Dopo lo scavo del Secondo Scrutinio, la tappa dell'Iniziazione alla Preghiera, si dice, la comunità si apre al mondo con l'invio a due a due per le case. I cristiani sono portatori di luce (photozomenoi): di quella luce che hanno scoperto, poiché tutto quanto viene alla luce è luce. Cosa viene alla luce? I peccati. Ecco la scoperta che attende i camminanti, dopo anni e anni di cammino - almeno 7 - quanti dovevano bastare per completare l'intero percorso, come diedero ad intendere a Giovanni Paolo II. Questa la luce che devono portare al mondo, dalla Traditio in poi. Spogliati delle sicurezze e degli idoli, messi di fronte alla propria croce (Secondo Scrutinio), dopo la Consegna della Preghiera, resta una sola coscienza: che siamo peccatori. Gli illuminati nel cammino sono coloro che si riconoscono peccatori. "Gesù mi ha messo fango sugli occhi, e io ho visto". Cosa ho visto? Tutti i miei peccati. Questo il succo della predicazione dei kikatechisti, riservata ai camminanti che hanno superato la prima fase del cammino, questo il tesoro, tenuto gelosamente nascosto fino a quel momento. Il senso di tutti gli scrutini precedenti e ancor più di quelli che seguono la convivenza della Traditio è questo: tirare fuori ciascuno i propri peccati, il che sarà poi il fulcro dell'annuncio nelle case e della solenne Professione di fede alla successiva tappa della Redditio. 
Ma la scoperta di essere dei peccatori non inaugura un cammino di rinascita... di crescita spirituale di luce in luce... piuttosto è una scoperta che si trasforma in condanna: scopri di essere un "peccatore che non può non peccare", che non può compiere opere di bene e se le persegue è per alienarsi da quanto ha scoperto, perché non sopporta di essere un peccatore, e vorrebbe sentirsi buono attraverso le opere di bene, sentirsi migliore degli altri. Ciò asseconda e favorisce un altro peccato, il peccato dei peccati: la sua superbia.
Giunti alla Traditio il cammino si avvolge su se stesso, qualunque spinta in avanti è solo fittizia: agganciati saldamente al fango del cieco nato - paradigma di tutto il cammino neocatecumenale - si viene risucchiati ogni volta e si torna indietro. Luce, nel Cammino, è essere peccatori, è l'unica verità, tutto il resto è tenebra, inganno del demonio che ci fa presumere di noi stessi di poter essere qualcosa, o diventare ciò che non siamo.

Cristo e Nicodemo
in un dipinto di Crijn Volmarijn
L'intervento dei catechisti, in ogni tappa e scrutinio successivo, andrà in quest'unica direzione. Per cui Redditio, Padre Nostro e la stessa Elezione saranno uno stanco ripetere, nei questionari: Chi eri tu (chi credevi di essere) prima del cammino? Cosa ha significato per te il cammino (cosa hai scoperto di te)? Chi sei oggi, alla luce della predicazione?


Trionfano quelli che elencano tutto quanto hanno scoperto di marcio nel fondo della loro anima e lo hanno portato alla luce, di cui mai avrebbero creduto di essere capaci e di cui oggi sono consapevoli di essere schiavi. Conclusione: tutti devono tutto al cammino, e del cammino non possono fare a meno. Senza i catechisti a guidarli, la loro vita "sprofonderebbe nell'inferno". A corredo hanno il cervello circonciso, poiché nel cammino l'impedire a se stessi di avere qualunque idea, significa preservarsi dal male. Unica attività: guardare sempre e soltanto i propri peccati, come si diceva, questa è la Luce, tutto il resto è tenebra. E se tu guardi costantemente i tuoi peccati, non sei nessuno per giudicare il tuo fratello che cade in errore, o meglio tutto è indirizzato in un'unica direzione: vedi i peccati del tuo fratello? Sappi che sono specchio dei tuoi peccati. Così non c'è spazio per la correzione fraterna, tutto si risolve ne "Il Signore lo ha permesso perché tu ti conosca e il tuo fratello impari a non giudicare" perché luce è convincerti che anche tu sei come lui, ossia capace delle peggiori cose.

Dunque.
Compio una buona opera? vedo la mia superbia.
Assisto ad un'ingiustizia? Io sono il peggiore di tutti e non devo giudicare il peccatore, poiché l'altro è specchio dei miei peccati, tutti possiamo commettere cose orribili. Resta un'unica conclusione possibile: la vittima (che non ha commesso alcun male, ma lo ha subito) puntualmente deve perdonare il carnefice.

Ma torniamo alla parola.
Chiunque fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere.
E qui mettiamo in fila tutte le cose che nel cammino vengono fatte nelle tenebre e custodite dalle tenebre da questi "portatori di luce" e illuminati che procedono per "arcani".

Nessun cenno alla pianificata formazione
di nuove comunità neocatecumenali
All'annuncio delle catechesi, come testimoniano i cartelloni, non si fa cenno alla nascita di alcuna comunità, si parla solo di un ciclo di catechesi per adulti di due mesi. Una volta iniziato il cammino, nessuno esterno è ammesso a partecipare. Ogni comunità deve custodire gelosamente le consegne ricevute: poiché "non si può capire se non si vive in prima persona". Le comunità più avanti nel cammino non devono dire a chi viene dietro cosa si vivrà dopo. Si rovina la sorpresa, non capirebbero, potrebbero scandalizzarsi e andare via, perché ancora non hanno "ricevuto lo spirito". Non bisogna parlare a nessuno, che sia fuori dal cammino, mai, della decima, non possono capire, nè mai dire che alla Traditio, chi non ha il coniuge in cammino, invece di andare per le case, sarà mandato in missione familiare e per due anni non potrà frequentare la sua comunità, salvo all'Eucarestia, se accompagnato dal coniuge che non si vuole convertire. Notare tutte le sfumature dell'isolamento, che marcia contestualmente agli infiniti divieti, di cui questi sono solo un assaggio, indirizzati all'esterno e all'interno dell'esperienza. Ogni comunità è chiusa in se stessa, rispetto alle altre a diverse tappe di cammino, chiusa rispetto alla Parrocchia di cui fa parte, [nel cui ambito parteciperà solo nella misura in cui non potrà farne a meno, comprese le Liturgie Festive e le Solennità: si contano sulle dita di una mano sola quelle, nell'anno, in cui è fatto obbligo assoluto di partecipare in Parrocchia], chiusa, a maggior ragione al mondo esterno, direi blindata, quel mondo definito di tenebra, per antonomasia, dove tutto è oscuro, morte, angoscia. Ma le tenebre e tutti i suoi effetti sono saldamente con loro!
Si assume, col tempo, una mentalità, frutto di queste rigide consegne, per cui si diffida di tutti, si evita di esporsi con i Pastori perché, si sa, non possono capire. Ogni indicazione diversa, proveniente da loro, viene attribuita al fatto che non hanno fatto esperienza per la loro vita. Paradossalmente, in cammino, obbedire a Dio (che "parla" loro nel segreto delle salette e per bocca dei catechisti), equivale a disobbedire proprio ai Pastori stessi, senza alcun problema di coscienza. Questa la prassi: far finta di ascoltare i Pastori della Chiesa, poi andare avanti il più possibile come sempre, poichè è una vera e propria missione affidata loro e questo andazzo non scandalizza nessuno, perché significa fedeltà alla rivelazione ricevuta, che va custodita intatta, in attesa che si imponga a tutti, Parroci e Vescovi compresi; fino a quel giorno la si difenda, anche e soprattutto da loro.
Ricordo vivido nella memoria la disinvoltura con cui si trattava con chi, tra i pastori, docilmente si sottoponeva, come tutti gli altri camminanti, al discernimento e alla conduzione dei catechisti. Col tempo forse si è attenuato questo atteggiamento, non ne dubito e, forse, non poteva essere altrimenti. Ma riporto quanto ho conosciuto nel primo decennio di cammino in Italia. Si diceva ai catechisti, che andavano ad aprire il cammino in nuove Parrocchie, che il cammino non poteva funzionare in quella Parrocchia dove il Parroco non facesse il cammino, prima degli altri, per la sua vita. Lo stesso valeva per i Vescovi, era scontato, anche se inconfessabile.
Scultura che rappresenta
Lucifero, nella
Cattedrale di san Paolo
a Liegi (in Belgio),
di Luc Viatour
Questa riflessione non vuole essere esaustiva, ma solo dare squarci di luce che tagliano le tenebre come lame, nulla di più. Intanto i ricordi si moltiplicano e si riallacciano i fili; tanto si è detto, tanto ancora si dirà, su questo blog e altrove, le solite conferme a cui siamo abituati.

Si vantano di essere gli "illuminati", si dichiarano "portatori di luce", loro che si considerano "il più bel frutto" del Concilio Vaticano II, il frutto per eccellenza.

Anche Lucifero era il più bello di tutti gli Angeli, guarda un po' che coincidenza strana!
Anche lui "portatore di luce".

Ricordiamo:

Dio è luce e in lui non ci sono tenebre.
Se diciamo che siamo in comunione con Lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità. (1Gv 5-6)

La caduta di Lucifero,
di Gustave Doré

32 commenti:

  1. Se due indizi fanno una prova, c'è da riflettere sul fatto che io e Pax, senza consultarci, abbiamo scritto due post collegati fra loro che cominciano con lo stesso Vangelo. Segno che il cammino ispira le stesse sensazioni a chi ne è uscito dopo anni di dubbi.

    C'è da riflettere sulla contraddizione insanabile che passa fra il maledetto arcano e il continuo ripetere da parte dei cosiddetti catechisti che il neocatecumenale non deve nascondersi (a tal proposito si cita il Vangelo della lucerna) nella società.
    Una delle schizofrenie di Kiko, l'eretico.

    Il cammino fugge dalla luce perché tutto è tenebra e le opere che vi si compiono sono malvage. Si dice per anni che la comunità è un utero che deve gestare il neocat, e che esiste un cordone ombelicale con il catechista. Dunque seguendo questa metafora chi è la mamma? Il catechista? Kiko? La comunità è sigillata in se stessa, apparentemente aperta al mondo in realtà ne ha paura e perciò ci si guarda solo l'un l'altro. Anche la messa è pensata perché tutti si guardino negli occhi. Il centro non è Gesù, ma la comunità, e in definitiva Kiko.
    Quando Kiko morirà, le comunità saranno già pronte per l'adorazione, con le foto del santone che saranno piazzate in tutte le sale. I kikos si inchineranno a lui, il novello anticristo.

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  2. poveretti... sono convinti di essere luce.. vivono nel terrore..sono in mano a dei terroristi dell'anima sono schiavi e si credono liberi..non fanno nulla per amore ma solo perchè sono costretti.. se solo potessero ascoltare delle belle omelie fuori dalla setta subito sentirebbero l'anima respirare poveretti...

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  3. "non si può capire se non si vive in prima persona".

    Un articolo notevolissimo questo, che fotografa il CNC. E trovo estremamante interessante che una camminante di lungo corso come Pax sia giunta alle medesime conclusioni che ho teorizzato io cinque anni fa dallo studio dei primi mamotreti e partecipando alle sole catechesi iniziali. Segno, questo, che anche l'asserto pasqualonesco che ho virgolettato in apertura è una balordaggine. Movimenti esoterici e autoritari come il Cammino, nei quali non c'è spirito critico e ogni dialettica è soffocata, si sviluppano intorno alla dottrina dei fondatori e non derogano da questa.

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  4. Le comunità più avanti nel cammino non devono dire a chi viene dietro cosa si vivrà dopo. Si rovina la sorpresa, non capirebbero, potrebbero scandalizzarsi e andare via, perché ancora non hanno "ricevuto lo spirito".

    Cosa cosa cosa???' Il cammino darebbe lo Spirito??? Ma non erano i sacramenti ad aprire le sorgenti della grazia? Ci hanno sempre detto che "lo spirito soffia dove vuole", e poi si scopre invece che lo spirito (MINUSCOLO) soffia dove dicono "loro" attraverso le loro carnevalate pseudoreligiose....anvedi, hanno addomesticato lo spirito , che bravi. Bisogna chiedere loro la ricetta di questo spirito

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  5. Paradossalmente, ciò che si dice in cammino non è sbagliato: è vero che siamo peccatori, è vero che non dobbiamo mai cedere alla vanità di aver fatto il bene con le nostre sole forze, pur anche dopo aver ricevuto i Sacramenti, pur possedendo una fede adulta, integra, provata con il fuoco.
    In cosa il cammino sbaglia pesantemente?
    Sbaglia pesantemente nel credere di poter fare di questa kenosi nel peccato e della salita alla luce un brevetto neocatecumenale. Sbaglia nel pensare di poter entrare nella coscienza di ciascuno per farlo aderire agli step previsti dal ruolino di marcia. Sbaglia nel pensare di poter essere il padrone, delle coscienze, ruolo che neppure il confessore può arrogarsi nei confronti dei penitenti, dice papa Francesco. Sbaglia perché si sostituisce al Padre Onnipotente che manda la sua Parola perché irrighi ciascun terreno che lo accoglie secondo i propri tempi e le proprie capacità.
    Il peccato del Cammino è la simonia, è il sostituirsi a Dio nel distribuire le Sue grazie, nel temporizzarle, e nel far pagare a caro prezzo ciò che il Signore ha disposto di donare con gratuità (vedasi, sull'argomento, un altro articolo assai interessante di Pax).

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    1. Non so, Valentina. In primo luogo, già il vocabolo kenosis in questa accezione, per le teologie cristiane, va preso come una mistificazione. "Catabasi", per il senso che dà Kiko, è il vocabolo più idoneo e il concetto espresso è pagano, ripreso in termini spirituale/morale dagli gnostici.
      I massoni dicono V.I.T.R.I.O.L (Visita Interiorae Terrae Rectificando Inveniens Occultam Lapidem), vale a dire un viaggio di meditazione sulla propria vita passata da profano cultore dei "metalli "(che sono le passioni, corrispondenti agli idoli del Cammino), un viaggio idoneo a consentire il passaggio dalla morte spirituale alla vita.
      Anche le domandine "Chi eri tu... Chi sei oggi) vanno lette in questi termini.
      In secondo luogo, è in discussione il concetto di Luce. La Luce è Cristo, la grazia/unzione del cieco nato è finalizzata a mostrare Cristo-Luce, non i peccati. Ancora oggi un neocat, a proposito del seguente post che ho linkato in FB, ha scritto:
      https://i.imgur.com/bgiBQhH.jpg
      Nemmeno si rende conto di aver condiviso le affermazioni di Pax!

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    2. Dal punto di vista di VITRIOL; quindi, non è un brevetto NC :-)

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  6. E inoltre, aggiungo, il cammino è fatto a immagine e somiglianza di Kiko e Carmen, che dichiarano di aver fatto lo stesso percorso nella loro esistenza (loro, però, autonomamente).
    È logico perciò che, in cammino, si lavori attivamente per far aderire ognuno alla personalità ed alla "spiritualità" dei fondatori e, altrettanto alacremente, per impedire a chiunque di essere migliori di loro.
    Ciò spiega anche il motivo per il quale si stanno muovendo tanto per la santità di Carmen, in modo da stabilirne, una volta per tutte, l'esemplarità.

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  7. Piccola segnalazione libraria: ho conosciuto don Federico anni fa, e mi fu presentato come "quello lì che nega la Comunione sulla mano" per cui le suore (sic!) gli fecero guerra. Recentemente ha pubblicato un libro [qui] per documentare come tale prassi postconciliare non solo è stata imposta alle diocesi con metodi poco puliti, ma ne ha anche drammaticamente provocato l'affievolimento della fede nell'Eucarestia.

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    1. Per la cronaca, occorre ricordare che sebbene le disposizioni della Conferenza Episcopale impongano al sacerdote di dare la Comunione indipendentemente dal fatto che il fedele intenda riceverla alla bocca o sulla mano, il sacerdote può comunque negarla "sulla mano" qualora abbia ragionevole sospetto che il fedele possa compiere qualche sacrilegio (ricordo ad esempio di aver visto gente - anche giovane - che ricevuta la Particola non la consumava subito ma la portava comodamente al proprio posto per manducare lì: ennesimo esempio di fede affievolita che riduce l'Eucarestia a una specie di "sacro snack").

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    2. L'idea che delle suore facessero guerra ad un sacerdote mi è rimasta impressa perché in qualità di fedele cattolico istintivamente parto sempre dal presupposto che per quanto peccatrici, le anime consacrate non abbiano mai voglia di mettersi in mostra come "privilegiate" (quantomeno per evitare che i laici prosciughino il fiume di offerte e donazioni).

      La diabolica rivoluzione della Comunione "sulla mano" fu invece imposta anzitutto nei seminari e negli istituti religiosi proprio spacciandolo per un privilegio riservato a loro, come a dir loro "siete più speciali", "solo voi potete godervi questo onore", ecc.

      Questo avveniva già dagli anni '60. Il neocatecumenalismo delle origini non ha inventato niente di nuovo: ha solo seguito la scia delle mode più becere, e l'ha seguita con diabolica ostinazione, laddove altri "rivoluzionari" sessantottini ecclesiastici, passata l'euforia, o rientravano nei ranghi o abbandonavano l'abito e la fede. Ci vorranno interi decenni prima che la "Comunione sulla mano" trovasse un misero spiraglio per imporsi alla CEI.

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    3. Ricordo una messa alla Verna. Il celebrante era un anziano fraticello ma ai lati dei comunicandi in fila vi erano due aitanti giovani frati (immaginatevi due giocatori di rugby o giù di lì) posti l'uno di fronte all'altro che controllavano che la particola venisse ingerita immediatamente.
      Non ricordo ora dopo tanti anni se la comunione venisse data sulle mani o in bocca, ma l'ingestione doveva in ogni caso essere subitanea - nei limiti del normale, ovviamente - in modo da lasciare dubbi.
      Non ho potuto verificare cosa succedesse in caso contrario... un bel placcaggio sicuramente!
      Mi aveva fatto tenerezza che il Signore avesse bisogno di questo aiuto da parte degli uomini.
      Credo che questo accadesse perchè vi erano stati sospetti di furti a scopo di satanismo.
      Insomma ci sono anche questi rischi.
      Per gli impediti nell'interpretazione del testo: non sto accusando nessun neocat. di rubare particole a scopo di messe sataniche, voglio solo dire che se la Chiesa fa le cose in un certo modo c'è sempre un buon motivo!

      Simonetta

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  8. Notiziona. Finalmente il Vaticano ha emesso la sentenza su Apuron.
    https://ilsismografo.blogspot.it/2018/03/vaticano-comunicato-stampa-del.html?m=1

    Frilù

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  9. Ringrazio Pax per questo suo post così chiaro e lucido dove mi sono ritrovato totalmente. Purtroppo è tutto vero e noi abbiamo ricevuto la Grazia di poter uscire alla Luce e riconoscerla nella Chiesa, Una, Santa, Cattolica e Apostolica

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  10. Qui la versione di Salvatore Cernuzio.
    http://www.lastampa.it/2018/03/16/vaticaninsider/ita/vaticano/guam-il-vaticano-condanna-larcivescovo-apuron-per-abusi-petJICMvIw2nvKW3BeiCcO/pagina.html

    Frilù

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    1. La cartella "spam" di oggi si era già riempita come al solito di furiosi insulti volgari e di imprecazioni varie, quando la notizia della condanna del vescovo pedofilo neocatecumenale ha improvvisamente scatenato un altro tsunami di anonime illazioni, imprecazioni e furie varie.

      Praticamente i fratelli del Cammino si stanno preparando alla cosiddetta "eucarestia" carnevalesca di domani sera nel loro solito tipico modo.

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  11. http://www.lastampa.it/2018/03/16/vaticaninsider/ita/vaticano/guam-il-vaticano-condanna-larcivescovo-apuron-per-abusi-petJICMvIw2nvKW3BeiCcO/pagina.html

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    1. Ahi ahi, cari fratelli del Cammino: se al neocatecumenale Cernuzio è stato detto di applicare la strategia del contenere i danni, significa che i guai sono proprio grossi.

      Il fatto che solo «alcune» delle accuse siano state considerate credibili non significa che il soggetto sia innocente. I neocatecumenali vogliono fare come quel medico che dice alla paziente, per non allarmarla: "signora, lei è incinta, ma solo un pochino".

      L'appellarsi alla sentenza era ovvio: la tattica era sempre stata quella di rinviare tutto alle calende greche e far "pensionare" il soggetto scomodo prima della condanna definitiva (potete star certi che se il pedofilo morisse adesso, i neocatecumenali diranno che non era stato condannato in via definitiva, credendo così di abbindolare noi e ancor più di abbindolare il Signore). Ma il presentare appello non toglie nulla al valore della sentenza di primo grado: evidentemente, nel produrla, non c'era stato neppure un singolo dubbio sufficiente ad applicare il principio giuridico dell'in dubio pro reo ("in caso di dubbi, sia a favore dell'imputato").

      I neocatecumenali hanno anche dimenticato che appellarsi a una sentenza significa promettere di produrre prove tali da renderla invalida. Ora, il tempo per presentarle c'era stato con fin troppa abbondanza (la sentenza a quanto pare era pronta ai primi di ottobre scorso, quasi sei mesi fa). A meno che al condannato pedofilo vescovo neocatecumenale Apuron non sia improvvisamente e magicamente tornata la memoria (finora si era difeso che era passato troppo tempo per ricordare: già, gli stupri di chierichetti sono una cosa facilmente dimenticabile), c'è da aspettarsi che i kikos tenteranno in ogni modo di mettere in cattiva luce il cardinal Burke e il resto del collegio giudicante, in modo da giocare la carta della persecuzione e quella del menare tutto in caciara, sempre nella speranza che papa Bergoglio, avendo poca simpatia per Burke, ed essendo sicuramente preoccupato dalla creazione del precedente giuridico (a causa di certi altri vescovi con "scheletri nell'armadio" che già adesso sentiranno il terreno friggere sotto i piedi), cada nel tranello.

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  12. Chi era che diceva "Preghiamo per il Vescovo Apuron e per tutte le persecuzioni"? Ah sì, il falso profeta per eccellenza!

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    1. Oh, ma guarda. Il vescovo pedofilo neocatecumenale non è un "anonimo signore" a diciottomila chilometri di distanza, ma è un soggetto per il quale Kiko lamenta "persecuzioni" e chiede ai neocatecumenali addirittura "preghiera"...

      Riuscite a notare la scaletta?

      - le vittime accusano il vescovo pedofilo neocatecumenale: i kikos rispondono che sono solo accuse e non c'è niente di concreto

      - finalmente il Vaticano si sveglia e attiva un processo canonico a carico del vescovo pedofilo neocatecumenale: i kikos dicono che il pedofilo sarebbe innocente e presto verrà "provato"

      - arriva la notizia che il processo in questione ha dato una sentenza: dato che la sentenza non è stata pubblicata, i kikos fanno i pesci in barile e continuano a protestare che il pedofilo sarebbe innocente;

      - viene pubblicata la sentenza di colpevolezza, relativa a un certo numero di accuse, e i kikos dicono che essendo la sentenza di primo grado allora non significa niente... Ma scusate, allora se non significa niente, in base a che cosa è stato ritenuto colpevole?

      Ogni volta si arrampicano sempre di più sugli specchi pur di difendere il loro pedofilo. Ma sì, continuate così a farvi del male, continuate pure a prepararvi per il giorno in cui il mondo capirà che il Cammino promuove i pedofili e calpesta le vittime, continuate pure a illudervi di poter abbindolare noialtri e pure il Signore.

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  13. Sul tema pedofilo-omosesualistico meglio, molto meglio tacere se non altro per carità di patria (Vaticano)

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    1. Che la lobby gay e pedofila si sia infiltrata in Vaticano, è purtroppo un dato che torna alla luce troppo spesso da mezzo secolo a questa parte, e troppo spesso viene comodamente sepolto dalle notizie di cronaca del giorno successivo.

      Ma necesse est enim ut veniant scandala (Mt 18,7): come abbiamo già discusso in altre pagine precedenti, l'autorità della Chiesa ha tutto l'interesse a punire i propri membri malvagi in modo esemplare (piuttosto che nascondere la polvere sotto il tappeto lasciando che il problema diventi mille volte più grande). Questo vale sia dal punto di vista della giustizia di Dio - coloro che amministrano i sacramenti non dovrebbero sporcarsi l'anima con peccati così gravi -, sia dal punto di vista del rapporto con il mondo (solo per il demonio è vantaggioso che la Chiesa dia anche soltanto l'impressione di voler "coprire" i pedofili).

      Il vescovo pedofilo neocatecumenale, profondamente indegno del sacerdozio, era pedofilo fin da quando era seminarista diciannovenne. È riuscito a farla franca fino al sacerdozio, quindi fino all'episcopato, quindi per trent'anni di episcopato, e il marciume è venuto a galla solo perché dopo un'interminabile catena di ingiustizie commesse in qualità di vescovo, qualcuno (Tim) si è attivato per permettere alle vittime di farsi avanti.

      Probabilmente in Vaticano avranno anche considerato che la sua appartenenza al Cammino Neocatecumenale lo avrà portato in almeno qualche occasione a confessare pubblicamente la sua pedofilia (in comunità o ai suoi cosiddetti "catechisti" laici), per cui prima o poi qualche kikos potrebbe vuotare il sacco. Certo che i fratelli del Cammino che hanno ascoltato qualcosa di losco dalla sua bocca, sono diventati suoi complici nel momento in cui hanno deciso di non denunciare la cosa alle autorità civili ed ecclesiastiche, preparandosi così un grosso posto all'inferno accanto a quello dei pedofili neocatecumenali.

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    2. "dichiarando l’imputato colpevole di alcune delle accuse"
      Questo è un aspetto al momento non chiaro. Accuse concernenti atti di pedofilia con persone distinte oppure capi di accusa? Non bisogna dimenticare gli scandali finanziari e l'imbroglio che hanno portato alla chiusura del seminario neocatecumenale.

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    3. Casomai era meglio parlarne molto prima, perché chi copre il criminale è complice, altro che amor di Patria.

      Ed ora la notizia è su RaiNews, Repubblica, le gazzette di varie città italiane, su giornali francofoni, anglofoni (tra cui il New York Times), su Die Tagespost, ....

      lo sapranno in tutto il mondo e sapranno anche che chi doveva intervenire non è intervenuto e chi doveva parlare è stato omertoso. E tutto questo a danno di piccoli indifesi, prima, e della Chiesa tutta, poi.

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  14. A questo punto secondo me il papa x rispetto delle vittime il 5 maggio non va dai NC

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    1. Ci andrà, ci andrà. Altrimenti verrebbe accusato di colpire ingiustamente i fratelli del Cammino che desiderano incontrarlo. Certo che è una brutta tegola per i camminanti vedere questo scandalo sollevato appena due mesi prima di quell'incontro. Specialmente per il club dei pasqualoni che starà digrignando i denti con estrema furia.

      In qualità di cattolici noi speriamo sempre che la parte sana della Chiesa prevalga sulla parte gravemente malata - e non mi riferisco solo ai pedofili, ma anche ai devastatori della liturgia, ai diffusori di ambiguità ed eresie, ecc. La Chiesa è stata istituita da Nostro Signore, e perciò è santa; i peccatori, specialmente nella gerarchia, non fanno altro che danneggiarla.

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  15. Tutto molto interessante. Qualche considerazione su quanto ho letto.

    Il Cammino mosso dallo Spirito? Se così fosse si sarebbe dato una regola normale, e invece il Cammino pare ridursi a una serie interminabile di leggi e norme che schiavizzano, molto simili a quelle che si erano date i farisei.
    Nel Cammino ogni passo sembra umano.

    Come evidenziato da Lino i camminati dicono sempre che il Cammino "non si può capire se non si vive in prima persona".
    Ma se questa scusa poteva avere un senso 20 anni fa, oggi che i fuoriusciti sono tre volte tanto dei camminanti in servizio, fa solo ridere.
    La maggior parte dei camminanti ha vissuto in prima persona, ha finalmente capito e... se ne è andata sbattendo la porta!

    A proposito del pedofilo del Cammino (e di tutti i complici moralmente pedofili quanto lui che l'hanno difeso a prescindere).
    Se Kiko considerava Guam come una profezia del Cammino, probabilmente aveva ragione.
    Ma ha male interpretato la profezia: Guam non anticipa una Chiesa neocatecumenalizzata, ma la FINE DEL CAMMINO.
    Almeno del Cammino che disubbidisce alla Chiesa.

    Ripeto il mio appello ai camminanti: forse è bene fare come i topi: lasciare la nave prima che affondi.
    O, in alternativa, sbarazzarsi (in modo incruento!) di Kiko, fare atto di sottomissione alla Chiesa, chiedere perdono alle vittime, emendarsi e, finalmente, UBBIDIRE alla Chiesa!

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  16. https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/condanna-arcivescovo-guam

    Nell'articolo si parla anche di questioni economiche:

    "....Accuse sempre negate dall’arcivescovo, a cui se ne sono aggiunte altre di malversazioni nella gestione economica della diocesi..."

    EX-NC-???

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  17. "for all the persecution"

    Le ultime parole famose.

    "... Diranno ai monti cadete su di noi!, e si colli "copriteci!"..

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  18. "Sentinella12 marzo 2018 08:47
    Secondo tè e negativo uscire fuori dalla schiavitù del demonio?...essere nella verità rende liberi,questa è una preparazione a quello che sarà il giudizio particolare nel nostro ultimo giorno ,mio caro a postata."

    Dire "zombificati" a questo punto è un complimento

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    1. Sentinella ha deteo: "Secondo tè"

      Ma no, Bps. Semplicemente non era un secondo tè, bensì un secondo Ayahuasca, il beverone allucinante dei culti sciamanici :-)

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