mercoledì 31 gennaio 2018

Sul Battesimo: un'altra eresia di Kiko Argüello

SUL BATTESIMO:
UN'ALTRA ERESIA DI KIKO ARGÜELLO
FALCIDIATA DALLA CDF

(di Lino Lista)

Già conosciamo gli interventi della Congregazione per la Dottrina della Fede sulle eterodossie del Cammino neocatecumenale denunciate da padre Zoffoli e tanti altri: mi riferisco allo svilimento del Sacrificio nell'Eucarestia, al Tabernacolo inutile, alla Riconciliazione con i confessionali ridicolizzati mediante il vocabolo "casette" e con il Sacramento definito "confessione privata, medicinale e di devozione portata dai monaci".

Questa sul Battesimo dal punto di vista informativo sembra batterle tutte giacché – non meno del fango sul cieco nato secondo Kiko –, pur sempre mischiando mezze verità e menzogne, fornisce una fotografia della natura del Cammino.

Negli "Orientamenti alle equipe di catechisti per lo Shemà", versione non corretta 1972-1999, a p. 42, si legge:
"Noi dobbiamo scoprire attraverso questo cammino, e per questo noi stiamo rivivendo il nostro Battesimo, che il peccato originale non è una macchietta giuridica con la quale noi nascevamo e che va via con il Battesimo e siamo puri e immacolati per sempre. Il peccato originale è qualche cosa di molto diverso e questo concetto un pò strano nasce con Sant'Agostino ed è un modo di vedere il problema in una forma molto povera.

Il peccato originale è una realtà che ci circonda, che è quella che ha condizionato i nostri genitori, che ci ha gestato veramente in questa realtà. Se non fosse così allora il battesimo sarebbe magico, cioè senza aver capito nulla ci viene data di punto in bianco una nuova realtà che ci dà una nuova natura. Non è vero questo... Il Battesimo è dato a noi dalla Chiesa prendendo in prestito la fede dai genitori o dai padrini, ma affinché il Battesimo possa realmente spogliarci dello uomo vecchio e darci gratuitamente l'uomo nuovo, secondo quello che dice la Scrittura, occorre che noi riceviamo continuamente la Catechesi, cioè la Fede della Chiesa, e occorre la nostra libertà per accettare questa catechesi".
Il testo è intelligibile: secondo Kiko, il Battesimo non fa del battezzato una nuova creatura, questo concetto strano di sant'Agostino sarebbe un modo di vedere in una forma molto povera [sic! Argüello dà lezioni a sant'Agostino!]. Il Battesimo non basta per spogliarsi dell'uomo vecchio e rinascere a nuova creatura; per ricevere una nuova natura bisogna "capire", occorre ricevere "continuamente la Catechesi" [che sarebbe la "Fede della Chiesa!].

Con l'affermazione "Il peccato originale è una realtà che ci circonda", il pittore spagnolo corregge la dottrina del Battesimo [il peccato originale è un Dogma!]. La "realtà che ci circonda" (intesa come il male) è in conseguenza del peccato originale, il quale è la causa originante: non può esserci identificazione tra causa ed effetto. Ed è la Grazia di Cristo che nel Battesimo trionfa sulla causa originante, non la cooperazione dell'uomo (infatti il battesimo è amministrato anche ai bambini nonostante non siano in grado di capire e cooperare).

Nel mamotreto, la negazione della natura nuova donata dal Battesimo, in ogni caso, avversa il Catechismo della Chiesa Cattolica in numerosi punti, in particolare nel 1214 e 1265:
1214. Lo si chiama Battesimo dal rito centrale con il quale è compiuto: battezzare significa «tuffare», «immergere»; l'«immersione» nell'acqua è simbolo del seppellimento del catecumeno nella morte di Cristo, dalla quale risorge con lui, quale «nuova creatura» (2 Cor 5,17; Gal 6,15).

1265. Il Battesimo non soltanto purifica da tutti i peccati, ma fa pure del neofita una «nuova creatura» (2Cor 5,17), un figlio adottivo di Dio che è divenuto «partecipe della natura divina» (2 Pt 1,4), membro di Cristo e coerede con lui, tempio dello Spirito Santo
Poteva mai la Congregazione per la Dottrina della Fede accettare quella bizzarra "catechesi" di Kiko? Riportiamo qui di seguito le correzioni che la Congregazione ha apportato, correzioni che non si limitano a rettificare bazzecole (come l'Argüello e i suoi sodali altolocati millantano).
Nel mamotreto emendato è stato cassato il riferimento a sant'Agostino.

Le correzioni della CDF stravolgono Kiko

Mamotreto corretto (1992)
È stata cancellata l'eresia secondo la quale il Battesimo non farebbe nascere la creatura nuova, è introdotto il concetto di inclinazione al male. L'efficacia del Battesimo viene indicata nella generazione della creatura nuova; purtroppo tale generazione è condizionata alla cooperazione del battezzato. Occorrerebbe chiedere a Kiko e ai suoi correttori se, un istante dopo essersi battezzato, un catecumeno rinasca a nuova vita oppure se occorra seguirlo per decenni al fine di verificarne, con opportuni scrutini, la cooperazione e quindi la rigenerazione.

La definizione della catechesi perenne, chiamata nel vecchio mamotreto "Fede della Chiesa", è mutata in "predicazione della Chiesa". Persistono elementi di confusione e ambiguità, ma il grosso dell'eterodossia manifesta appare rimossa. Quale elemento di confusione restante, si ribadisce il concetto che il peccato originale, oltre la concupiscenza e l'inclinazione al male che permangono nell'uomo, consisterebbe pure nella "realtà che ci circonda". Tale realtà nella catechesi originale era l'essenza del peccato originale, nella catechesi corretta essa è fatta perdurare mediante l'aggiunta del termine "anche": ancora si ingarbuglia il peccato originale con il peccato attuale, vale a dire con qualsiasi peccato commesso dall’uomo nella vita terrena.

Ben oltre le correzioni apportate dalla CdF, però, è la concezione del Battesimo espressa nel mamotreto dei primi tre decenni che fa comprendere, assieme con il fango/sporcizia secondo Kiko, la dottrina del Cammino, una dottrina confermata a tutt'oggi dalle pratiche. È possibile intendere un disegno di Argüello che è un vero e proprio marchio del CNC, innanzitutto.


La catechesi originale fa capire perché nella figura (riportata nel mamotreto della fase di Conversione) "l'uomo nuovo" viene fatto rinascere nella miqwa'ot/fonte battesimale sottostante i gradini simboleggianti i peccati: l'uomo nuovo rinasce non dal Battesimo (già ricevuto dalla stragrande maggioranza dei neocatecumenali pescati nelle parrocchie), bensì dalla perenne catechesi di Kiko tutta impostata sul fango/peccato; l'uomo nuovo rinasce grazie alla kenosis/discesa fondata sugli scrutini mediante i quali l'adepto conosce, per mezzo della sperimentazione del peccato, se stesso e la propria incorreggibile natura viziosa: a questo punto il battesimo secondo Kiko potrà generare la creatura nuova.

La concezione fa intendere la durata del Cammino, in secondo luogo: solo una catechesi ininterrotta può generare l'uomo nuovo. Occorre che il Cammino non termini mai.

La catechesi fa cogliere il motivo per il quale i neocatecumenali non possono recitare consapevolmente il "Padre nostro" prima di una tappa molto avanzata: non è il Battesimo, già ricevuto dalla stragrande maggioranza dei neocatecumenali, che rigenera come figli di Dio e libera dal peccato originale (cfr. CCC 1213), bensì l'incessante predicazione di Kiko.

La catechesi fa infine capire il rituale neocatecumenale sul Giordano in una delle ultime "tappe" del Cammino: solo dopo aver ricevuto per una vita intera i sermoni del fondatore Kiko ed essersi sottoposto ai suoi scrutini, il tipico neocatecumenale potrà rinascere come uomo nuovo in un battesimo che, per la dottrina iniziatica espressa da Kiko, non è più "magico" perché, finalmente, l'Eletto ha capito e può ricevere una nuova natura.

Morale della lezione di Kiko: il Cammino neocatecumenale non è un cammino di riscoperta del Battesimo. Il Cammino neocatecumenale è un percorso iniziatico gnostico che conduce alla "creatura nuova" generata dal battesimo secondo Argüello.

lunedì 29 gennaio 2018

Un nuovo arrivo nel Paradiso degli Orchi

Una ragazzina di 14 anni, in un tema fatto a scuola, confessa le violenze subite dal padre.
“La prima volta fu in un giorno in cui non mi sentivo molto bene e non sono andata a scuola”, ha scritto la ragazza nel compito. Gli abusi da parte del padre si sarebbero ripetuti in almeno 6 o 7 occasioni. A confermare questa ipotesi, sempre negata dall’indagato, è stata la sorella della 14enne, anche lei possibile vittima del padre secondo quanto scritto nell’ordinanza del Gip, che ha rivelato alcune di quelle “confidenze indicibili“: il genitore si sarebbe introdotto nella stanza con “la scusa di abbassare il volume della tv”. Poi la violenza. In un confronto con gli agenti di polizia, le due sorelle hanno confermato tutto.(...)
“Non stare da sola con papà” – Dal colloquio con la dirigente scolastica e la professoressa della ragazza, che per prima, leggendo il tema, ha lanciato l’allarme, è emerso che la donna avrebbe avvertito la figlia minore di “non rimanere in casa da sola con papà”. Un avvertimento, come emerge nell’ordinanza del gip, nato da unepisodio simile accaduto alla prima figlia, oggi 28enne, mai denunciato. In quell’occasione, l’uomo aveva promesso alla moglie “che non si sarebbero più verificati fatti analoghi”.
Abbiamo riportato i particolari di questa vicenda perché il padre della ragazzina, che, secondo il suo avvocato, non intendeva ammettere o confessare alcun reato, si è suicidato, impiccandosi alla grata di una cancellata di una chiesa in abbandono. In occasione dei suoi funerali il parroco, che ci risulta appartenere al Cammino Neocatecumenale, ha fatto una omelia a dir poco sconvolgente, di cui riportiamo la seconda parte (qui si può leggere per intero).
«E noi oggi, con il Vangelo che è stato proposto, diciamo: “Signore, se tu fossi stato qui, questo fratello non sarebbe morto” (cfr. Giovanni 11,32). Dov’eri, lassù, sul monte, nella luce soffusa di quella chiesa che ci è cara come le nostre case? Ma Dio c’è sempre, soprattutto dove la gente soffre, dove un uomo muore. C’è sempre! In questi giorni non ho smesso di pensare che questo fratello sia salito lassù non per segnare la fine di una storia, ma per trovare un sollievo, per incontrare lo sguardo di quel grande Crocifisso che custodisce l’antico eremo di San Tommaso d’Aquino. Credo che gli abbia parlato, che gli abbia detto, come l’altro crocifisso dei Vangeli sulla sommità del Golgota: “Gesù, ricordati di me, non negarmi la tua misericordia!”.Non posso pensare che in un luogo come quello non ci sia stato un incontro e un dialogo tra due crocifissi! Ed è per questo che oggi, insieme a tutti voi, con la mia e con le vostre preghiere accompagno questo fratello sulla soglia del Cielo, per consegnarlo per sempre al Dio della Vita. Signore, grande nell’amore, prendilo con te. È stato solo un uomo fragile! E poi il Signore posi il suo sguardo su voi familiari… Il Dio della consolazione, nel quale noi crediamo, investa un supplemento di provvidenza perché diventi più lieve il peso del vostro dolore. In questa “notte” che attraversate, Dio accenda quelle piccole stelle che in genere hanno i nomi di coloro che ci vogliono bene. Così porteranno anche i nomi di quanti tra noi non vi lasceranno soli. Al resto del mondo, a tutti gli altri che in questi giorni ci girano attorno, vorrei chiedere soltanto il dono di un po’ di silenzio. E magari di riflettere su un’unica realtà: nessuno va lasciato solo, nemmeno un uomo che può aver fatto degli errori, perché un uomo, se resta solo, muore!».
Quest'omelia ha suscitato grave scandalo ed è stata riportata da più testate giornalistiche.

Ciò che ha sconvolto l'opinione pubblica è che quest'uomo, morto suicida, che, a quanto è a conoscenza di tutti e soprattutto degli organi inquirenti, ha distrutto la vita di una ragazzina, la propria figlia, con violenza inaudita e reiterata, sarebbe degno, a detta del parroco neocatecumenale, d'essere paragonato a Lazzaro, l'amico di Gesù e d'essere accompagnato alla soglia del Cielo e consegnato direttamente nelle braccia del Signore senza nessun bisogno di purificazione e di scontare il male commesso, addirittura sarebbe ritenuto crocifisso come nostro Signore Gesù!

Noi, invece, siamo un po' meno sconvolti, perché conosciamo bene la pelosa "bontà" e il "perdono neocatecumenale" nei confronti dei peggiori abusatori e, di converso, la loro ferocia inflessibile contro le vittime.

Questa ragazza di 14 anni non è che l'ultima di un lungo elenco di vittime innocenti che il cammino ha ignorato e silenziato, aggiungendo alle loro ferite, che mai si rimargineranno, altro dolore ed incomprensione.
Ecco il "duro esilio" riservato dai vertici nc
ai "fratelli che sbagliano"

Il nostro blog ormai ne ha raccontate diverse, di queste storie amare ed assurde avvenute in ambiente neocatecumenale, tutte accomunate:
  • dall'inusitato perdonismo nei confronti del responsabile degli abusi, della sua difesa contro ogni evidenza, persino in tribunale, dalle pressioni nei confronti delle vittime e dei loro familiari per ottenerne il silenzio,
  • dall'omertà dei testimoni,
  • dal silenzio inammissibile dei pastori, dei tentativi di insabbiare ogni vicenda da parte dei vertici del Cammino.
Ma l'aspetto peggiore è dato dal tentativo di ribaltare la dinamica della colpa e dell'innocenza utilizzando delle motivazioni pseudo-religiose: il dio in cui essi credono (la lettera minuscola è d'obbligo) avrebbe voluto e permesso l'abuso in vista di "un bene più grande", che non si sarebbe potuto realizzare rivolgendosi alla giustizia terrena.
Anzi, il cercare giustizia, da parte della vittima e dei suoi familiari, sarebbe la dimostrazione di una grave mancanza di fede nei confronti di questo dio feroce che si bea dei sacrifici innocenti e i cui ministri sarebbero gli orchi più ributtanti.

Alla fine di questo processo di inversione dei ruoli, è l'abusatore a venir considerato vittima poiché non reggendo al confronto con le proprie responsabilità si suicida, come in questo caso, o perché perde il proprio incarico, magari anche alla guida di una diocesi, come a Guam, o perché deve venire allontanato per un periodo in quanto presbitero o catechista.

Nel Cammino, l'inversione di ruoli e responsabilità si attua sempre anche con il consiglio più o meno stringente dato a chi ha subito violenza: quello di dover chiedere perdono al proprio stupratore.

Naturalmente, dopo un periodo in contumacia, la prassi neocatecumenale prevede che il violentatore venga riabilitato con tutti gli onori, soprattutto se si è riusciti nell'intento di evitare lo scandalo pubblico e le conseguenze penali, mentre la vittima rimane con i cocci in mano della propria vita distrutta e la disapprovazione di tutti appuntata su di sé per non aver accettato il "piano di salvezza" di questo "dio" neocatecumenale subdolo e malvagio.

Infatti, come dice Kiko:
“se Dio permette che un fratello della comunità si ubriachi o uccida qualcuno…forse è perché Dio sta insegnando a tutta la comunità la misericordia che egli ha con tutti… e costui sarà il testimonio, perché gli altri apprezzino l’amore di Dio".
Non è per nulla strano quindi che chi delinque, e non chiede neppure il perdono a chi ha straziato nè cerchi di rimediare al male fatto, come anche chi lo ha attivamente appoggiato (peggio ancora se prete o parroco) venga considerato "santo".

Guardatevi bene quindi da quelli che i neocatecumenali vogliono canonizzare e chiedetevi quali e quanti scheletri abbiano nell'armadio per poter aspirare all'aureola di Kiko.



ULTIME NOTIZIE! (da Rebel)

Riguardo il desiderio di santità per i delinquenti, che oramai pare essere divenuta prassi per i neocatecumenali: a questo link trovate la vicenda di una ragazzina che, minorenne, fu violentata dal suo catechista.

Se potete, rileggete il punto in cui ella racconta che il parroco neocatecumenale al quale si rivolse le ingiunse di non presentare denuncia, dimostrando d'essere un altro tra tanti presbiteri nc che ritiene corretto CROCEFIGGERE la vittima pur di difendere il cammino con annesso violentatore.

Ebbene: ci giunge notizia certa che questo parroco, deceduto nel 2015, è il soggetto di richieste e sollecitazioni preliminari che una vasta flotta di neocatecumeni sta rivolgendo agli organi preposti, poiché il bisogno del titolo di Santo pare essere impellente!

Certi che i miracoli appariranno come i funghi a settembre, proponiamo nel frattempo per lui il titolo di "san Kiko santo protettore degli stupratori". Vi terremo informati dei futuri sviluppi.

sabato 27 gennaio 2018

Norme anti-Cammino del cardinal Cañizares

Il cardinal Cañizares, che a suo tempo era soprannominato "il piccolo Ratzinger" per i suoi interventi, si era in seguito distinto negativamente per essere stato amicone del Cammino e della sua devastazione liturgica (ad esempio, a settembre 2011 Kiko vantava di avergli detto testualmente: «guardi come alla Comunione stiamo tutti seduti e riceviamo il Corpo del Signore», col sottinteso che Cañizares non aveva avuto nulla da ridire).

Abbiamo perciò appreso con gioia da Crux Sancta che lo scorso 3 gennaio 2018 il cardinale ha inviato una lettera a tutti i sacerdoti dell'arcidiocesi (Valencia, tre milioni di battezzati) con alcune norme per celebrare degnamente la liturgia. Queste norme, in linea con i documenti liturgici validi per tutta la Chiesa, sembrano colpire in modo particolare le carnevalate liturgiche neocatecumenali, nemiche del silenzio, del raccoglimento, del rispetto, dei luoghi sacri, e soprattutto della necessaria devozione al Santissimo Sacramento.

Traduciamo qui sotto alcuni brani della lettera di Cañizares intitolata «La mia casa è casa di preghiera» (che riprende Mt 21,13: «...La mia casa sarà chiamata casa di preghiera ma voi ne fate una spelonca di ladri»).


La mia casa è casa di preghiera

Cari fratelli sacerdoti e cari fedeli, vi scrivo questa lettera con tutto l'affetto a la naturale preoccupazione nel massimo interesse che le chiese - cattedrali, basiliche, parrocchie, cappelle, eremi con culto regolare... - siano case di preghiera e non vengano trasformate o convertite in luoghi profani.

[...] ...oltre alla cura materiale dei templi (pulizia, bellezza, ordine, dovuto decoro, illuminazione adeguata, buona acustica), bisogna fare moltissima attenzione al silenzio. [...] Il silenzio viene rotto troppo frequentemente e indebitamente nello scambio della pace, anche alla fine della celebrazione, e talvolta anche quando si entra in chiesa.

In attesa che scatti il
segnale manducatorio
Da bambino, i miei genitori e maestri mi hanno insegnato a stare in silenzio quando si è in chiesa. Quando stavamo per giungere alla chiesa parrocchiale, i miei genitori ci facevano abbassare le voci e nel passare davanti all'ingresso della chiesa ci imponevano il silenzio; già dentro, ci inginocchiavamo e facevamo una preghiera, poi, durante la Messa, tenevamo la postura corrispondente con ogni devozione e rispetto. I miei genitori hanno esagerato? Al contrario. Mi hanno insegnato a stare davanti al Mistero con stupore e ammirazione, nel silenzio e nel raccoglimento, proprio come dovrebbe essere: non li ringrazierò mai abbastanza per avermi educato in quel modo. Oggi, purtroppo, alcuni entrano in chiesa come in qualsiasi altra casa, senza nemmeno salutare il "proprietario" della casa, o come in qualsiasi stanza a fare spettacolo, e si parla come in strada, ci si siede subito appena entrati, senza entrare in un clima di silenzio, e tanto altro. Al segno della pace si scatena un gran chiasso, spesso irriverente, e alla fine della celebrazione è una vera caciara. Chiedo ai sacerdoti e a tutti i fedeli di procedere diversamente e di rispettare la chiesa, la celebrazione, il mistero che lì si celebra, che richiede una preparazione adeguata e il giusto contegno.

Mi permetto di richiamare l'attenzione anche su come si è vestiti quando si entra in chiesa. Troppe volte si entra con abiti inadeguati o indecorosi, senza il dovuto rispetto alla casa di Dio. [...] Si potrebbero esporre cartelli per richiamare l'attenzione su come entrare in chiesa, come si fa ad esempio nella basilica di San Pietro a Roma: se qualcuno entra in modo inadeguato o inappropriato, va invitato gentilmente a uscire, cambiare o vestire diversamente...

Mi permetto anche di richiamare l'attenzione sui servizi fotografici, specialmente alla fine della celebrazione, di prime comunioni, battesimi, cresime o matrimoni. Il putiferio che si verifica, la mancanza di rispetto e quant'altro, si scontra con tutte le norme su come comportarsi in chiesa... [...] Ma naturalmente la chiesa non è un set fotografico, né il luogo per flirt e frivolezze.

Mi permetto poi di richiamare la vostra attenzione a come comportarsi nel passare di fronte al Tabernacolo. A volte si passa davanti al Tabernacolo come se fosse una cosa qualsiasi, senza alcuna riverenza né genuflessione (che invece è dovuta). I ragazzi passano davanti al Tabernacolo senza notare che Gesù è presente nel Santissimo Sacramento. Vanno educati, così come vanno educati anche gli adulti e anziani.

Tipica caciara "liturgica" neocatecumenale
Nella celebrazione dell'Eucaristia tutta l'assemblea, tranne le persone disabili e validamente impedite, deve avere la postura indicata volta per volta dai libri liturgici e che ho già ricordato nella mia lettera pastorale sull'Eucaristia intitolata "Fate questo in memoria di me".

Nella stessa lettera ho ricordato come dovrebbe essere il segno della pace e come ricevere la Comunione. Confesso che ci sono momenti in cui è molto brutto vedere come alcuni si avvicinano, senza alcun raccoglimento, senza alcuna devozione, senza alcun gesto di adorazione, come se stessero andando a prendere un biscotto o uno snack. Insisto qui a ripetere ciò che scrissi in quella lettera: ci si può comunicare alla bocca o alle mani, ma devo ribadire che il modo coerente col mistero del Corpo di Cristo è il ricevere la Comunione inginocchiati e alla bocca. Non sono retrogrado nel dirvelo: vi indico solo ciò che è più in sintonia con la Comunione.

Infine, le chiese devono essere rispettate per ciò che sono e utilizzate solo per ciò che sono. Abbiamo purtroppo tutti visto come in Catalogna sono state usate come seggi elettorali e luoghi di conteggio dei voti... [...]

giovedì 25 gennaio 2018

Chiudete la bocca, deponete la bibbia, voi - deformati alla scuola di Kiko Argüello - che usate le sacre scritture per fare danni.

San Giovanni Crisostomo
“Ascoltate anche voi, fratelli, chiudete la bocca di chi interpreta temerariamente le parole e le dottrine degli apostoli, correggete quelli che usano le scritture in proprio e altrui danno”
(dall'Omelia su 1Cor 11,19 di San Giovanni Crisostomo vescovo; martedì VII settimana Anno I).

Chiudere la bocca di chi, come Kiko, cammina con la Bibbia sempre sotto il braccio [vedi nota 1], ostenta una continua ispirazione divina, una totale assimilazione tra lui e il Messia "abitante in noi" (plurale maiestatis), che interpreta la parola che viene aperta a caso per discernere situazioni concrete, per scrutare la vita delle persone, con il suo modo di intendere, formato non si sa dove. (vedi ultima foto di questa pagina)

Non c’è cosa più brutta che usare la Parola di Dio per costringere gli altri a fare la propria volontà, spacciandola per volontà di Dio. Questo è ciò che fanno, puntualmente, dietro a Kiko e agli itineranti, imitandoli, i catechisti del cammino neocatecumenale, anche quelli in buona fede.

Tutti, dentro questa esperienza, hanno creduto all'annuncio tipico del cammino -come altre volte abbiamo spiegato - ammantato dell’amore di Dio, che ha fatto presa ancora di più perché fanno credere che mai, prima dell'avvento di Kiko, la Chiesa, sempre a corto di idee, aveva saputo strutturare un itinerario di riscoperta della fede autentica, quella che loro definiscono “Adulta” - cavallo di battaglia di tutte le catechesi e dei molteplici scrutini -, a cui pretendono di condurti, ma a cui non si arriva mai. Promesse che mai si compiono e alla fine se ne rendono conto anche i più fiduciosi.
Kiko (notate la Bibbia sottobraccio)
legato a Carmen come non mai.
Conseguenza è la percentuale, sempre più alta, di fratelli delusi che non frequentano più il cammino (e nemmeno -purtroppo- la Chiesa) una volta completato il percorso iniziatico kikiano/carmeniano o giunti alle tappe finali... che non li hanno portati da nessuna parte.

Altro segnale incontestabile del fallimento del cammino neocatecumenale - che mai si fa da parte anche se dovunque oramai, dopo varie decine di anni, ha esaurito la sua missione (ora può essere attentamente vagliato!) - è il rapporto che si viene a creare tra le varie comunità, alle diverse tappe di cammino, che si trovano in una stessa parrocchia.
L’insopportazione e il giudizio delle comunità più giovani rispetto alle anziane si respira nell’aria, così come l’atteggiamento di superbia delle comunità più anziane rispetto a quelle giovani. Quando, poi, in una parrocchia neocatecumenizzata, c’è anche solo il sentore di una possibile fusione tra comunità (fusione necessaria per non tenere in piedi comunità piccole e instabili) sono diverse le persone che abbandonano tutto, perché non hanno più la forza di ricominciare a lavorare per quell'equilibrio di "perfetta ipocrisia" che si era creato nella propria comunità, opera per la quale davvero c’è voluto tanto tempo! Questo ad onta della natura nuova "Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati" e della perfetta comunione che, sicuramente, la kikopredicazione avrebbe istaurato tra i fratelli e, di conseguenza, tra le varie comunità della Parrocchia. Amore che doveva risplendere perchè gli altri potessero dire: "Vedete come si amano", per riconoscere e incontrare così Gesù Cristo nella loro vita e desiderare di vivere, anche loro, un Amore tanto perfetto, che nel mondo non esiste.

L’annuncio principale, che si ripete all'infinito, dalle catechesi iniziali fino all’ultima tappa aggiuntiva del "Matrimonio spirituale" (ideata anche perché si vedeva che i fratelli non possedevano ancora questa “Fede Adulta”), è “Dio ti ama per quello che sei e non pretende che tu cambi per continuare ad amarti, cosa profondamente suggestiva e che fa presa ancor più su chi mai ha trovato amore negli altri e in se stesso. Ma questa espressione, detta così, non ti spinge a cambiare vita, non ti spinge veramente a resistere alle tentazioni, ed è anzi deleteria  se non è unita al“Santo Timor di Dio”, principio e fine della Sapienza (Pr 1,7; Sir 1,16).

Kiko con la inseparabile Bibbia e la
sciarpa usata come "stola sacerdotale".
Per il cattivo uso che se ne fa, come di tutta la Parola di Dio, i fratelli del cammino, con il passare del tempo, diventano sempre più indulgenti con se stessi e non provano vergogna per nessun peccato commesso giacchè “Dio li ama così come sono”. Commettere dei grossi peccati, ricadere più volte nelle stesse debolezze, fa sperimentare ogni volta di più questo meraviglioso "amore gratuito", sicchè, pensano che tutto vada bene, che va bene così. Il problema è per chi pecca poco, in giusta misura, per chi fugge i peccati. È risaputo che sforzarsi nel fare il bene è bandito dalla mentalità neocatecumenale, al suo posto l'obiettivo che si persegue è scoprire sempre più la "verità" su se stessi, intesa però come conoscenza di essere degli inguaribili peccatori, che non possono non peccare, che non possono assolutamente fare il bene senza essere degli ipocriti moralisti, che avrebbero bisogno di sentirsi sempre migliori degli altri. [vedi nota 2]

Questi per il cammino sono i farisei ipocriti. Logica conseguenza è che non bisogna darsi alcun freno, ma tirar fuori, in ogni occasione, il peggio di sè: chi tiene per sé le cose che pensa, chi si autodisciplina, lo farebbe per essere amato, lo farebbe - secondo la mentalità neocatecumenale - perché non sarebbe libero. La concretizzazione di tale mentalità ha trovato la massima espressione in Carmen Hernandez. Carmen si vantava di essere una persona libera, di non temere nè avere riguardo per nessuno, perchè lei non cercava l'amore di nessuno, non ne aveva bisogno, con la scusa che per lei Cristo era tutto! (Capite? l'arroganza coperta da una squallida foglia di fico: "Cristo per me è tutto", perciò posso essere arrogante). Da ciò la sua indifferenza per il prossimo, il suo disprezzo per l'altro, neanche malcelato, che Carmen ostentava con un fare di arrogante superiorità, proponendo se stessa quale esempio preclaro da seguire e sul quale si fonda la prepotenza di tanti itineranti, la violenza nel porsi nei confronti dei fratelli.
"Il Signore chiama te! Escúchame bien!"
Conseguenza logica: nelle comunità, illuminate da simili modelli e smaniose di assomigliare ai loro idoli, ogni fratello "deve" dire, senza ritegno, tutto ciò che pensa su un altro fratello, senza alcuna remora, anzi più "si dice la verità" più ci si sente in sintonia con il cammino che si sta percorrendo e con lo spirito degli iniziatori; mai però la più piccola parola contro i cosiddetti "catechisti", perché essi sarebbero gli inviati da Dio e quindi si "giudicherebbe” Dio stesso. Così la “Sapienza” del cristiano è smarrita, sostituita da una scienza malsana e dai frutti marci e velenosi!

La cosa che fa cambiare vita alle persone, che fa diventare cristiani (seguendo Cristo e non Kiko!) non è soltanto sapere che Dio ci ama; dopotutto, chi è che Dio non ama? Cristo ci annuncia che Suo Padre non fa preferenza di persona (Sir 35,12; Sal 44,8; Ef 6,9; Mt 5,45, At 10,34). La vita del fedele cambia solamente se ci si innamora di Dio e si cerca di conoscerLo il più possibile (Ger 9,23), soltanto colui che adempie i suoi comandamenti può dire di conoscerlo (1 Gv 2,3-6) e i suoi comandi sono scritti nel “discorso della montagna” (Mt 5,1-7;28). Il Vangelo ci interpella ogni volta che lo ascoltiamo, in quello stesso momento, già quando si ascolta per la prima volta; non è un rimandare a forse mai.

Un comando preciso dà il Signore a Caino, fin dal libro della Genesi (Gn 4,7b), per aiutarlo in concreto, in quel preciso momento: “Il peccato è accovacciato alla tua porta, verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo” (chiaro? devi dominarlo, anzi, devi "elevarti", come alcuni rabbini traducono). Quest’ultima è una parola che nel vocabolario neocatecumenale non esiste, elevare se stessi, migliorarsi, acquistare una dignità sempre più grande, allontanandosi, con un fermo proposito, dai propri peccati. No, tutto questo non esiste nel cammino, poiché viene interpretato come un elevarsi sugli altri.
Una volta di più vogliamo dimostrare che la Parola di Dio viene completamente distorta, Lino ci ha svelato l'arcano del cammino, la esperienza concreta del proprio peccato come principio di conoscenza, da cui tante aberranti conseguenze.

Come Gesù, nel Vangelo del cieco nato secondo la catechesi di Kiko, con il fango costringe l'uomo alla conosceza del suo peccato, base di una fede gnostica, così - nella stessa predicazione kikiana, in tutti gli scrutini che scandiscono il cammino e si imprimono nelle coscienze - Dio viene abusivamente posto all'origine di ogni azione malvagia... con la scusa che trova la spiegazione finale in un provvidenziale disegno d'amore (è Dio che permette...).
La libertà umana di scegliere il bene e il male viene confusa con un disegno divino imposto all'uomo con un "permesso" che suona invece come un obbligo.

Alcuni chiari esempi:
  • Dio ha permesso che io conoscessi che sono un porco (recenti esperienze di casi di pedofilia, ma ve ne sono di datate nel cammino, fino ad ora tenute sepolte e nascoste, perché il mondo non comprende e non giustifica, nel suo moralismo, "ma tra noi neocatecumenali è diverso" perché sappiamo che noi, che giudichiamo ancoradomani potremmo anche fare peggio).[vedi nota 3]
E la scusa è sempre la stessa: «Dio ha permesso... perché...»

L'esperienza interna alla praxis del cammino è improntata tutta su questo e sfida chiunque a contraddirla. Questo nel cammino è considerato praticamente un dogma di fede, un essere finalmente illuminati.
Nessuno può discostarsi da tale dottrina, non è ammessa insubordinazione, a fondamento un ennesimo abuso-scempio della Parola.

Arcano svelato: un esempio
di "spirito" nascosto
che Kiko mai abbandona.
Fin dalle "catechesi iniziali" si parla molto di Abramo. Egli ci aiuta a comprendere l'agire di Dio perché Abramo è definito Suo amico (Is 41, 8; Dn 3, 35; Gc 2, 23), ma nel cammino anche il Patriarca Abramo viene mistificato in ogni tappa e, soprattutto, in ogni colloquio privato con i catechisti. La mistificazione avviene sempre in un’unica direzione: Abramo è il padre della fede (ma qui si intende la fede secondo Kiko), quindi se credi di avere fede tu ti devi confrontare con Abramo (l'Abramo di Kiko) e mostrare la sua stessa fede.

Quale fu la fede di Abramo? Qui avviene la distorsione neocatecumenaleAbramo ha avuto fede, in quanto ha crocifisso la sua ragione e ha ubbidito, sacrificando Isacco (perché Isacco simboleggia per noi la nostra ragione: la testa), quindi per avere la stessa fede di Abramo, occorre fare ciò che ha fatto Abramo. Secondo Kiko, se non capiamo qualcosa dobbiamo ubbidire ciecamente ai "catechisti", anche senza capire, dobbiamo sacrificare il figlio della nostra ragione per fare la volontà di Dio (che nel cammino è solo quella che ti propinano i catechisti) che a loro volta lo hanno ascoltato e provato sulla loro pelle da parte di Kiko. [vedi nota 4]

Da questo meccanismo viene fuori l’ubbidienza cieca e assoluta che negli ultimi anni del cammino si predica senza più alcun ritegno - in questa che senza ombra di dubbio è una setta. Sull'ubbidienza nel cammino non si transige: indicano la porta di uscita per chi non accetta completamente: dunque prendere o lasciare. Abramo per il cammino è ridotto ad un perfetto imbecille, per il neocatecumenato “Fides et Ratio” semplicemente non esiste. Dove va a finire la coscienza delle persone a cui la Parola di Dio è rivolta? Le Sacre Scritture parlano al cuore dell'uomo, sono rivolte ad un “Tu” (personale) che viene interpellato anche quando si rivolgono ad un “voi” (comunità dei credenti), proprio per educare il singolo ad avere una vita spirituale propria e una propria coscienza formata per crescere con gli altri ed arricchire la spiritualità comune e indispensabile fondamento della vita morale. Nella Chiesa, nessuno può credere di creare una verità assoluta, tanto meno pretendere di imporla agli altri secondo degli schemi prestabiliti: questo delirio da mente narcisista è proprio quello di Kiko che pretende di pensare solo lui per tutti. Questo viene comunemente detto “lavaggio del cervello”, ma solo coloro che lo subiscono avranno un futuro nel cammino, solo se ben allineati e devoti avranno anche una grande "carriera" nella comunità neocatecumenale.

In conclusione nel cammino, dopo tanto parlare di peccati -e più ne hai più ne vuoiè considerato perfetto avere tutte le esperienze peccaminose possibili per considerarti finalmente il più schifoso di tutti, che non puoi giudicare nessuno, mentre a chi è rimasto vittima innocente dei tuoi peccati, ci pensa Dio "che sta facendo una storia con lui/lei", ma... su una cosa sola non si transige, un solo peccato non sarà mai perdonato e non troverà mai nessuna misericordia: il peccato contro il cammino, la disobbedienza a Kiko, definita da Kiko peccato di "apostasia".

Ripetiamo quanto detto da uno dei più noti dottori della chiesa:
“Ascoltate anche voi, fratelli, chiudete la bocca di chi interpreta temerariamente le parole e le dottrine degli apostoli, correggete quelli che usano le scritture in proprio e altrui danno
(Omelia su 1Cor 11,19 di San Giovanni Crisostomo vescovo; martedì VII settimana Anno I).
Danni psicologici, spirituali e specialmente “morali”, la setta Neocatecumenale né ha fatti parecchi! Quelli che ormai sono arcinoti da tempo. Ma quanta sofferenza è rimasta nascosta! Alcune cose noi stessi non possiamo raccontarle per non rischiare di coinvolgere chi ancora non si sente di uscire alla luce, mentre per altri sarà impossibile portare le cose fuori un giorno, anche per le inevitabili ricadute sulla loro vita indifesa e quella dei loro cari.
Costoro vanno fermati! A qualsiasi costo va chiusa loro la bocca, perché la Chiesa possa rifiorire come è stata pensata da Cristo; a dirlo è S. Giovanni Crisostomo.
(Da: Veterano)

Quando veniva a visitare la comunità portava sempre una grossa Bibbia sotto il braccio, ma non l'apriva mai.
Una volta, credendo di non essere visto, aprì quella Bibbia: era scavata all'interno e conteneva un registratore col quale lui registrava le conversazioni.
[(ndr.) Stupefacente testimonianza dei frutti a cui porta la scuola di Kiko: utilizzo della Parola per tenere SEGRETAMENTE le persone in pugno. (È proprio il caso di dire che qui la predicazione kikiana si è incarnata)].
(nota 2)
Sei un peccatore? Io personalmente non mi scandalizzo. Ti amo, ti comprendo. Io non sono migliore di te. Tu sei quello che ti scandalizzi di te stesso; non ti comprendi, e questo ti succede perchè credi di essere migliore degli altri.
- Povero me, sono il più miserabile degli uomini! Faccio correre gli altri, mentre io sono sul punto di essere squalificato. Non tratto duramente il mio corpo. Gola, impurità, avarizia e tanta mancanza di umiltà riempiono la mia borsa di catechista itinerante. Dico e non faccio; predico e mi scopro mancante. Chi mi potrà salvare? Dopo tutti i miracoli e le innumerevoli meraviglie in nostro favore... Sono un ingrato. Signore, abbi pietà di me! Tu permetti ciò per abbattere il mio orgoglio, perchè io tocchi, sperimenti, veda quello che sono: peggio degli altri! Accettarmi così e soffrire l'umiliazione e il terrore di condannarmi... Predicare sentendomi indegno... e confidare in te che mi ami, che mi vuoi bene, che mi sopporti e mi perdoni una e mille volte al giorno... Sei meraviglioso, ed io... Che importa il mio io? Tu sei l'importante, il tuo amore, il tuo immenso amore, Tu, l'«amico degli uomini».
(nota 4)
Celebrazione eucaristica all'Esplanade des Invalides, Omelia del Santo Padre Benedetto XVI. Parigi, sabato 13 settembre 2008:
"San Paolo si appella in questo alla ragione dei suoi lettori: "Parlo come a persone intelligenti; giudicate voi stessi quello che dico" (1Cor.10,15). Mai Dio domanda all'uomo di fare sacrificio della sua ragione! Mai la ragione entra in contraddizione reale con la fede! L'unico Dio - Padre, Figlio e Spirito Santo - ha creato la nostra ragione e ci dona la fede, proponendo alla nostra libertà di riceverla come un dono prezioso. È il culto degli idoli che distoglie l'uomo da questa prospettiva, e la ragione stessa può forgiarsi degli idoli."

martedì 23 gennaio 2018

E ora chi lo dice ai neocatecumenali?

"E ORA CHI LO DICE AI NEOCATECUMENALI?"
di Lino Lista

(Dedicato a P.T, a Pietro del Cammino, a Sadi, a Disa, ad Accanto, eccetera eccetera: a decine. E anche a qualche noto NC di alto Voltaggio, che mi diede del troll).

Il rapporto fra Kiko e l'ispirazione del Cielo
E ora chi lo dice ai neocatecumenali i quali - sin dal 2012, quando, nell'Osservatorio, confutai la catechesi eretica di Kiko, anche citando il verbo originale epichriô che in greco rinvia all'unzione - mi riempiono di improperi in Rete tacciandomi di ignoranza, alcuni pubblicando stupidissime pagine nei loro blog e inviando ridicoli commenti sul mio saggio in Amazon?

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 "[...] Che cosa è il catecumenato? Un tempo in cui ti si metterà fango sugli occhi. Questa è l'azione di Gesù Cristo. Perché non sai che sei cieco. Non sai che sei sporco e perciò non ti vuoi lavare. Gesù ti metterà fango sugli occhi perché ti senta scomodo e debba andare a lavarti alle acque del tuo Battesimo, per lavarti realmente dei tuoi peccati. (Cfr. Orientamenti alle equipe dei catechisti per la fase di conversione p. 16).

"Immaginate la scena. Quel cieco sta lì, tranquillamente, chiedendo l'elemosina e all' improvviso uno gli mette fango sugli occhi . Quel povero cieco poteva pensare che si trattava di un teppista, alzare il bastone e cominciare ad urlare: 'Sporcaccioni! Disgraziati! Non rispettate neanche un povero cieco!'" (Cfr. Orientamenti alle equipe dei catechisti - Traditio Symboli p. 15).

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Ora chi glielo dice che don Fabio Rosini (ex del Cammino, biblista, direttore del Servizio per le Vocazioni della Diocesi di Roma, titolare di una rubrica di commento al Vangelo su Radio Vaticana, noto soprattutto per le catechesi dei Dieci Comandamenti e dei Sette Segni) sulla guarigione del cieco nato la pensa come me? 

Dal minuto 1' e 17" ascoltiamo il video segnalato da Ex-NC???: "La luce che quest'uomo riceverà con un rituale interessantissimo, vedrà ungere, interessante, "UNGERE", "NON SPORCARE", da questo impasto antico": 





"UNGERE, NON SPORCARE"
. Finalmente l'ha detto un ex del Cammino importante, uno ai quali i neocatecumenali della base portano rispetto (perlomeno fino a oggi).

E don Rosini anche ha spiegato che la vista, "il visus" fisico, non basta. Infatti, come ho riferito innumerevoli volte: il cieco nato la vera Luce la vedrà solo in Gv 9, 38-39, non la vedrà dopo essersi lavato (dai supposti peccati di Kiko) nella piscina: nella guarigione del cieco nato c'e la terna in sequenza Grazia-Ratio-Fides. È evidentissimo: il cieco nato si mette a ragionare e comprende il segno/miracolo.

Spero che questa catechesi di don Fabio possa rieducare i neocat, i soli che confondono "ungere" con "sporcare". Spero che don Fabio Rosini possa conseguire più adesioni di quante ne ho ottenuto io tra gli adoratori di Kiko. E meno improperi e accuse di ignoranza, naturalmente :-)

domenica 21 gennaio 2018

Il Sacro Dogma del Cammino Neocatecumenale

UFO di Kiko a Porto San Giorgio (Italia):
notare l'illuminazione multi-color kitsch
Fermiamoci un secondo a riflettere brevemente su questo commento di un neocatecumenale americano a un articolo del blog Jungle Watch:
«Actually, when you place a moratorium on evangelization and missionary work, that is proof enough that you are outside the Catholic church. When you choose to shut down a seminary, that is proof that you are outside the Catholic church. When you don't support what the Popes have said, to be valid for our society and for our times, then you are outside the Catholic church. When you don't believe the Pope who acknowledged that THE Way is one of the first fruits of Vat II, you are outside of the Catholic church.
So you go ahead and list all your accusations of The Way with all your supporting documents but just know that this blog and its content is enough proof that you are outside of the Catholic church.»
 Traduzione:
«In verità, quando decidi di mettere una moratoria all'evangelizzazione e al lavoro missionario, è prova sufficiente che sei fuori dalla Chiesa Cattolica. Quando scegli di chiudere un seminario, è prova che sei fuori dalla Chiesa Cattolica. Quando non supporti ciò che i Papi hanno detto essere valido per la nostra società e per i tempi odierni, allora sei fuori dalla Chiesa Cattolica. Quando non credi che nel Papa che ha riconosciuto che IL Cammino è uno dei primi frutti del Vaticano II, sei fuori dalla Chiesa Cattolica. 
Perciò, andate pure avanti a elencare tutte le vostre accuse al Cammino con tutti i vostri documenti  ma sappiate che questo blog e il suo contenuto provano a sufficienza che siete fuori dalla Chiesa Cattolica.
Quante volte abbiamo sentito anche noi rivolgerci queste accuse dai ben noti pasqualoni nostrani? È la loro mentalità, secondo cui chi critica il Cammino sarebbe automaticamente fuori dalla Chiesa. Il Cammino agli occhi dei neocatecumenali zombificati è un dogma, anzi è Il Dogma che supera tutti gli altri, è il discrimine fra chi è fuori e chi è dentro la Chiesa Cattolica.

Il fatto più comico è che il neocatezombi, nella sua ridicola invettiva, si rivolge al Vescovo, al Vescovo di Guam! Il Pasqualone di Guam ha messo fuori della Chiesa nientemeno che un Vescovo: Michael Jude Byrnes è colpevole di "lesa maestà" kikia, per aver osato contrastare il santissimo cammino, per aver fatto quello che ogni Vescovo dovrebbe fare cioè guidare, insegnare e santificare. Nello Statuto del Cammino, all'articolo 1, c'è scritto che il Cammino è al servizio del Vescovo: ma questo ai pasqualoni zombificati non importa, perché secondo loro l'articolo 1 vale solo finché il vescovo è complice dei kikos... Vantano di essere cattolici ma sono ribelli, insensati, nemici del buon senso, nemici della carità, nemici di Dio! Bell'esempio, non c'è che dire.

giovedì 18 gennaio 2018

Kiko vuole convertirvi al giudaismo, non al cristianesimo

E Kiko disse:
«Avete visto il video che ci è piaciuto tantissimo. Ma il demonio prenderà questo video e ci distruggerà, perché la prima cosa che faranno sarà metterlo su YouTube e sarà un macello... perciò, se volete fare danno al cammino, mettetelo su YouTube e pubblicatelo. Noi l'abbiamo fatto per voi... è già tanto se lo mostreremo al papa e basta. Per piacere, siate obbedienti, se no non daremo a nessuno questo video; per averlo dovrete avere la mia approvazione. Invito gli itineranti a dire ai fratelli che hanno messo in rete questo e altre cose del cammino, di ritirarlo. Obbeditemi!» 
E bravo lo spagnolo, che mette le mani avanti...  È davvero un profeta, non c'è che dire. Il "demonio" - ossia l'incarnazione delle circostanze sfortunate per il cammino - in effetti ha preso "questo video" e lo ha messo su YouTube e Facebook, dopo ben due anni e mezzo dalla sua realizzazione.
Al tempo, sul noto portale di condivisione trapelò solo una piccolissima parte del filmato nonostante i ben chiari divieti degli iniziatori in proposito (solo quel piccolo spezzone fu sufficiente a scatenare la severa reprimenda del lider maximo Kiko)che mostrava i neocatecumenali ballare su litanie liturgiche ebraiche intorno al fuoco per celebrare il Lag B'Omer, la festa che coincide con il ricordo della morte di Simon bar Yochai padre della mistica talmudica e autore del Sefer ha-Zohar testo "profetico" cabalistico (ne avevamo parlato estesamente qui)

Già quei pochi minuti erano, per molti versi, drammatici e rivelatori, tuttavia sono nulla al confronto dell'intero filmato della convivenza dei rabbini tenutasi dal 4 al 7 maggio 2015 in Israele, dove è visibile il contesto integrale nel quale quella danza si è svolta. Quarantadue minuti che rappresentano una vera bomba e che speriamo vivamente siano replicati in tutto l'internet e giungano ai palazzi vaticani per mostrare cosa intende davvero Kiko per "dialogo" con l'ebraismo(1).
Chiediamo ai lettori di avere un po' di pazienza, dato che mancano i sottotitoli (in molte parti i rabbini parlano in inglese), ma vi assicuriamo che ne vale la pena.


Il primo fatto che si nota in modo chiaro è che il Cammino, ben lungi dall'essere "movimento ispirato dallo Spirito Santo", è un'organizzazione di livello mondiale, efficiente quanto una "corporation" multinazionale, che si è dotata degli strumenti più sofisticati per produrre i propri film di propaganda. Dietro alla realizzazione del video c'è una mano esperta, c'è corretta scelta delle inquadrature, del montaggio, della musica, delle luci. C'è senso del ritmo, della successione degli eventi, si evidenziano passaggi, associando parole ad immagini, con grande forza espressiva. Dopo i primi minuti, mi è saltato subito alla mente un film molto sottovalutato che si chiama "Rebirth" e del quale consiglio la visione: il video pubblicitario della setta protagonista del film presenta una somiglianza pazzesca con il video dei rabbini; verificate voi stessi.

Nel primo minuto, i "titoli di testa": una dolce voce ebraica su una musica soave e alcune immagini della Domus Galileae, la "cattedrale basilica" del kikianesimo. In queste prime immagini, nessun segno cristiano in vista (nonostante nella Domus siano presenti, pur se minoritari rispetto all'architettura palesemente filo-ebraica di tutto il complesso), viceversa al minuto 0:30 appare una suggestiva immagine della Torah conservata alla Domus.
Al minuto 1:39, il giovane rampollo di casa Voltaggio, Francesco Giosuè - a malapena quarantenne già rettore di un seminario?! - sostiene, parole sue testuali:
"...non ci aspettavamo, quando abbiamo aperto questa casa, tutta questa quantità di ebrei che stanno visitando la casa, e vediamo che quando accogliamo gli Ebrei con amore, loro si sentono amati...".
Eh certo! Ma come si fa ad avere la faccia tosta di dire "non ce lo aspettavamo" quando sono stati gli stessi neocatecumenali ad invitare i rabbini spesandogli tutto il viaggio? Lo rivela il rabbino Kligler sul suo blog (che invitiamo a leggere, perché presenta un importante, e imparziale, punto di vista) benché non fosse una novità per chi conosce il Cammino: i neocatecumenali pagano viaggio e soggiorno a tutte le personalità che invitano.(2)
Canto di benvenuto con seminaristi curiosamente abbigliati come studenti di una scuola rabbinica, aperitivo, sistemazione, cena nel lussuoso ristorante della Domus, in pompa magna, fine del primo giorno.
Il giorno successivo comincia il meeting (minuto 3:00), Kiko prende la parola e inizia con una preghiera (nonostante numerosi prelati presenti), preghiera nella quale, benché sia egli cattolico e lo sia (almeno di nome) la struttura che ospita i rabbini, riesce a non nominare mai il nome di Cristo. Al minuto 3:38 comincia con la solita pletora di scemenze cui siamo abituati: "è stato Dio che vi ha portato qua": non arrossisce per un secondo a nominare invano il nome di Dio. Caro Kiko sono stati i soldi a portare i rabbini in convivenza! Che c'entra Dio?

Al minuto 8:30 parte (per la trecentesima volta) la cosiddetta sinfonia, nella parte della "sofferenza degli innocenti". Testuali parole di introduzione di Kiko:
"...in questa piccola opera si presenta la Vergine Maria sottomessa allo scandalo della sofferenza degli innocenti nella sua propria carne, nella carne di suo figlio".
 Anche qui ZERO accenni al tre volte Santo Nome di Nostro Signore Gesù, neppure parlando della Crocefissione del Signore Kiko riesce a dire il nome del Salvatore, né a parlare della vera essenza della sofferenza di Maria Vergine, che non era semplicemente un generico dolore "per gli innocenti", ma per il dolore, i patimenti del Cristo, figlio di Dio. E poi che diavolo significa "sottomessa alla sofferenza"?

Al minuto 9:26 si dà spazio alla predica del rabbino David Rosen, una personalità di spicco nel mondo giudaico, incaricato del dialogo interreligioso, il quale nel passaggio riportato nel filmato dice, testualmente,
"la relazione che esiste fra il popolo ebraico e la religione cattolica non ha paragoni con nessun altra religione, perché questa relazione è intrinseca nella natura del cattolicesimo e il popolo ebraico è alla radice dell'identità cattolica" e aggiunge "il Cammino Neocatecumenale è una benedizione per il popolo ebraico, perché ai membri del Cammino Neocatecumenale viene insegnato ad amare il popolo ebraico, ad amare le radici ebraiche della loro identità cattolica e ad esprimere questo amore... e ci sono centinaia di seminari in tutto il mondo che insegnano lo stesso approccio, e che stanno crescendo una nuova generazione di preti e un nuovo clero in questo modo".
Come potrebbero non essere felici i rabbini? Un popolo di persone presunte cattoliche, che conoscono usi, costumi, religione e pratiche degli ebrei meglio di quanto conoscano il cattolicesimo, la cui dottrina è più vicina all'ebraismo che al cattolicesimo (ricordate il Vescovo Schneider? "una comunità giudeo-protestante che di cattolico ha solo la decorazione!), persone che trovano normale ballare per festeggiare la Cabala intorno a un fuoco.... Ma quale dialogo interreligioso?

Una conferenza nella quale si permette a un rabbino di sostenere che il popolo ebraico è ciò che dà radice e identità alla Chiesa Cattolica, al cattolicesimo stesso e che la nostra natura di cristiani cattolici viene dagli ebrei, è, di fatto, a nostro modo di vedere, una strada spianata per condurre le persone all'ebraismo! La nostra radice è Gesù Cristo, Lui è la Vera Vite sulla quale tutti gli uomini devono essere innestati, Lui è la radice, e la nostra identità sono la Sua Passione e Morte e la Sua gloriosa Resurrezione. Noi adoriamo il Cristo Redentore, re dell'universo, Figlio del Padre, e non abbiamo più niente da ereditare dagli ebrei, certamente non da quelli attuali. Ben venga il dialogo e quanto necessario per vivere nel mondo in pace, ma nulla può cancellare il fatto che sono i cristiani ad essere coeredi di Gesù, ed eredi di Dio (Rm 8,16-17) e che i cristiani sono l'olivo selvatico innestato sulla radice nobile al posto dei rami originali (il vecchio Israele) e che quei rami potranno essere di nuovo fertili solo se si convertiranno a Lui, per essere nuovamente innestati sul vero olivo (Rm 11,24). E invece il Cammino sta formando nuovi preti e un nuovo clero che considera se stesso inferiore agli ebrei attuali: popolo ebreo che, con tutto il rispetto che si può provare per loro, è ancora da convertire e ancora deve scoprire il Messia Gesù Cristo... Ringraziamo il Gennarini Giuseppe e il suo "popolo ebraico padre nella fede".

Al minuto 17:20, possiamo ammirare Don Mario Pezzi con la testa china a una preghiera rabbinica e Kiko con gli occhi chiusi... non recitano un Rosario in pubblico nemmeno pagati, non si inchinano al Santissimo Sacramento, ma la preghiera rabbinica.... deh! che emozione!

Al minuto 18:23 arriva la lettura della decantata "lettera del Santo Padre" (in verità un breve messaggio) che due anni fa i neocatecumenali infoiati ci sbattevano in faccia come "approvazione delle approvazioni supreme". Di seguito trascriviamo il testo:
«Porgo i miei saluti a tutti voi che partecipate a questo incontro e vi assicuro della mia vicinanza spirituale. Spero che il vostro incontro sia un'occasione per rafforzare i vincoli di fraternità che condividete e per approfondire il vostro impegno a far conoscere il grido degli innocenti, attraverso il linguaggio della musica. Uniti a voi prego il Signore che ascolti questo grido e che guarisca le afflizioni di tutti quelli che soffrono, così anch'io prego che i cuori siano aperti all'evangelizzazione in tutto il mondo. Con questi sentimenti, invoco abbondanti benedizioni divine su tutti voi, come pegno di pace e forza.»
Insomma un messaggio telegrafico, diremmo di circostanza, che sottolinea aspetti assolutamente minoritari: ma il Santo Padre sapeva esattamente perché rabbini e neocatecumenali si incontravano? Perché evidenzia solo l'aspetto musicale? Viene il sospetto che abbiano raccontato a Francesco la solita frottola...
Al minuto 20:00 di nuovo Kiko, che ci rassicura sul fatto che il cammino non ha nessun desiderio di proselitismo, ovvero non vuole convertire nessun ebreo, e, senza paura di cadere nel ridicolo, ci rivela il suo vero timore: se si viene a sapere che gli ebrei si convertono ci cacciano da Israele! Per carità! Quello che interessa a Kiko non è la salvezza delle anime, macché! è la sua indistruttibile Domus:
«a quelli che lavorano con noi, ebrei, dico "Per favore, non vi convertite!", perché se si accorge lo Stato di Israele che convertiamo qualcuno ci caccia via... anche perché noi consideriamo che la vostra missione come popolo ebreo è molto importante: voi siete il vero olivo che sostenete noi. L'elezione su di voi, per noi, è irrevocabile, siete voi il popolo eletto e noi insegniamo ai fratelli in tutte le comunità del mondo, migliaia e migliaia, l'amore a voi»
Chiaro no? Pura dichiarazione d'amore per i giudei, vero olivo: osserviamo questo sedicente cattolico in ginocchio davanti al popolo ebreo... Ma che cosa abbiamo da invidiare all'attuale ebraismo, noi che abbiamo la fortuna immensa di essere stati battezzati? Kiko non vi fa riscoprire le radici del cristianesimo, vi invita a ripudiarlo spiritualmente per abbracciare il giudaismo!

Subito dopo Don Rino Rossi, il rettore della Domus, ci spiega il vero senso della convivenza, ed è forse uno dei passaggi più importanti:
«Kiko, nel fondo, nella convivenza, ha voluto fare questo: dire chi siamo noi, che cosa facciamo, perché il Signore ci ha chiamato»
Quindi lo scopo della convivenza non è intavolare un dialogo interreligioso, come credono i presuli allocchi, ma mostrare ai rabbini la forza del Cammino Neocatecumenale, pagando loro un viaggio di lusso tutto spesato in Israele! "Chi siamo e che cosa facciamo", ecco qual è l'idea di evangelizzazione del Cammino. Il Cammino porta se stesso e porta un modello di "cristianesimo" di natura protestante e di ispirazione giudaica. Kiko ha voluto far vedere ai rabbini di tutto il mondo, i suoi veri potenti alleati, quanto il Cammino è vicino a loro, e lo proclama urlando, come suo solito: "Noi siamo i figli di Israele!".
Non sappiamo davvero che altro dire, fratelli neocatecumenali, davanti a questo . Ci addolora veramente vedere Vescovi e Cardinali non dire niente davanti a queste affermazioni, non fermare quest'uomo e restare affascinati dall'imbonitore spagnolo. Non lo capiamo, anche se possiamo intuire da dove venga tutto questo potere di fascino...

Dal minuto 22:00 finalmente si sente nominare Gesù Cristo, ma alla maniera solita dei neocatecumenali: urlando. In realtà, Kiko sta usando, al suo modo classico, il nome di Dio per fare propaganda del suo cammino neocatecumenale infallibile: il suo discorso è infarcito di "noi diciamo...", "noi facciamo...", "noi chiediamo...", "noi mettiamo i fratelli davanti alla loro storia...". Il Santo Nome di Dio serve a Kiko solo per dare gloria a se stesso. Ringraziamo il Signore che Kiko si mostra, attraverso le immagini, per quello che è: pieno di sé, violento e arrogante, persino quando pronuncia il nome di Dio.
Come non bastasse, al minuto 23:35 affila la sempiterna scarica di eresie sulla conversione e sulla fede, affermando che Dio non vuole che l'uomo si converta dal male per amarlo e che lo "visita" con le sofferenze e gli invia i "catechisti" (neocatecumenali) per farli entrare in una comunità (neocatecumenale) per portarlo alla "libertà".
Poi al minuto 24:30 SanKiko illustra la pratica delle lodi mattutine, ben sapendo che, per come è strutturata, si tratta di una replica del sistema di trasmettere la fede in uso presso gli ebrei - non sia mai che le famiglie neocatecumenali vadano a Messa la Domenica mattina - e, per rendere più chiaro il concetto, mostra un celebre video di alcuni anni fa, un altro celebre video di propaganda neocatecumenale, che riguardava una famiglia spagnola con 22 figli.

Kiko, durante la convivenza di inizio corso nella quale il video dei rabbini fu proiettato, disse, audacemente: «Molti ebrei possono inquietarsi a vedere che Kiko parla di Cristo...»; ebbene gli ebrei possono stare più che tranquilli: Kiko, come chiunque può vedere, almeno nei 42 minuti scelti come "pubblicità" dell'iniziativa, come abbiamo visto, nomina una sola volta - dico UNA volta - il nome di Cristo, e solo per darsi gloria, mai la Vergine Maria per celebrarla, o altro che possa ricondurre alla religione cattolica. Non sono presenti crocefissi, nessuno porta croci al collo, persino i Vescovi e Cardinali presenti hanno riposto il simbolo della loro fede in un taschino.
Questo è un atto di sottomissione al giudaismo, non un dialogo interreligioso!

Non finiremo mai di dire che, per la dottrina cattolica, l'ebraismo da cui il cristianesimo discende è quello precedente alla venuta di Cristo: Gesù è venuto per compiere l'antica alleanza e chiamare Israele alla conversione. Israele non ha riconosciuto il Messia (per lo meno non tutti) e perciò ha perso il proprio primato.
Non è vero che Israele è tutt'ora "popolo eletto": questa definizione, per come la intendono gli ebrei moderni, è nel Talmud e nella cabala, ed è da rigettare totalmente. Il popolo eletto, spiritualmente, da Dio, sono tutti coloro che diventano figli di Dio mediante il Battesimo ossia i cristiani, la "nazione santa" della lettera di Pietro. Gli ebrei fanno parte di questo popolo solo nella misura in cui si convertono a Gesù Cristo.
Uno dei rabbini, forse il più realista, molto chiaramente dice che, sebbene questa occasione di incontro sia un momento di comunione, esistono ancora molte differenze teologiche, dottrinarie su temi fondamentali fra ebrei e cristiani e non potrebbe essere diversamente. Ma non si preoccupino gli ebrei i più ortodossi, Kiko Argüello Gomez y Wirtz non ha intenzione di fare proselitismo e ci penserà lui a spazzare via 2000 anni di cristianesimo!
In cauda venenum, al minuto 30:03 osserviamo con rammarico Vescovi, Cardinali, Kiko e Mario, gli itineranti, e tutti i sacerdoti presenti partecipare a una preghiera rabbinica nella stessa sala nella quale si celebra spesso e volentieri la Santissima Eucarestia. Complimenti, Kiko, per questo orripilante sacrilegio. Per la verità si vede qualche presule guardarsi intorno inebetito e un po' smarrito, ma pare che nessuno abbia anche solo cinguettato "pio" per non offendere i "padre nella fede".
Si prosegue poi nella sera per la famosa danza del Lag Ba'Omer: girotondo, balletti e canti: in questo i neocat sono espertissimi e perfettamente al loro agio. Di questo abbiamo già ampiamente parlato anche nel blog.

Gli interventi dei rabbini riempiono gli ultimi 12 minuti. Da che cosa sono impressionati? Per caso dalla lucida testimonianza cristiana? Dalla saldezza della fede dei neocatecumenali? Noooo! E quando mai?! Lo studio delle Scritture in famiglia, il rispetto (il servilismo diciamo noi) per il popolo ebraico, e soprattutto il canto dello Shemà Israel, il quale, secondo il rabbino Soetendorp, ha avuto il potere di avvicinare il tempo messianico, dell'arrivo del Messia sulla terra. Poveri noi, poveri noi! Ma lo sa Kiko che il Messia è già arrivato?

Su neocatecumenali ammettetelo: Kiko non è cattolico e molto poco cristiano. Lui è un giudeo, è innamorato del giudaismo e ha trovato il modo di fondare una nuova religione sincretica. Vi sta consegnando in massa a questa religione di cui lui è il nuovo profeta (si è anche fatto benedire dal rabbino Greenberg... minuto 42:28), il cammino porta al giudaismo, a un nuovo battesimo, per una nuova religione. Ecco a che gli serve il secondo "battesimo" nel Giordano, ecco a che gli serve la sua cattedrale in Israele, ecco la sua nuova "messa" sincretica, il nuovo "clero" formato alle sue catechesi sballate, infarcite di protestantesimo e concetti ebrei.

Sì, spiace dirlo, spiace da morire e ci viene da tremare, ma Kiko si configura come un vero e proprio anti-Cristo, e voi lo seguite, ciechi discepoli di una guida cieca peggiore di voi....
Note: 
(1) Alla convivenza erano presenti 120 rabbini di tutto il mondo e solo 7 cardinali e 10 Vescovi, tutti presuli "cammino-friendly" (non conteggiamo i 50 sacerdoti del cammino, sono più che superflui). Come si fa a parlare di "dialogo" se i rappresentanti di una parte (quella cattolica) rappresentano a malapena il 15% dei partecipanti? Quale dialogo? Kiko ha ospitato di fatto una conferenza del rabbinato mondiale.
(2) Il rabbino riferisce che il collega che lo chiamò per invitarlo disse "hanno finanziamenti per 100 rabbini in grado di dare una risposta con un preavviso molto breve, ed erano ancora a corto di 40 rabbini". In pratica stavano disperatamente rastrellando rabbini da esibire. Palesemente una trovata pubblicitaria.