giovedì 1 settembre 2016

In morte di Carmen Hernàndez: c'è di che pregare

Santino di SanCarmen
che spopola su Facebook:
notare le mani giunte
photoshoppate
Il 19 luglio scorso, all’età di 85 anni, è morta Maria del Carmen Hernàndez Barrera, cofondatrice, insieme a Francisco (Kiko) José Gomez Argüello e a don Mario Pezzi, del Cammino Neocatecumenale. Sul web e sulle testate giornalistiche vicine alla Chiesa il suo operato è stato immediatamente canonizzato e la sua persona già ascritta, in certo senso, al catalogo dei santi. Basti pensare che sul sito “santi e beati” troviamo, già il giorno seguente alla sua morte, il nome e la “agiografia” di Carmen Hernandez. Ma possiamo essere certi che la sua vita, il suo esempio e la sua dottrina possano essere posti a fianco alle virtù eroiche dei santi, o anche solo ambire alla gloria e alla venerazione che è riservata loro?

Scopo di questo intervento non è tracciare la lista degli errori dottrinali di cui il Cammino dagli anni del Concilio è stato, ed è tutt’ora, potente veicolo, quanto tentare di comprendere il retroterra religioso di questa povera anima per poter dare una «risposta cattolica» all’evento della sua morte.

Seguendo l’indirizzo della teologia neo-modernista già in fermento negli anni precedenti al Concilio Kiko e Carmen, coadiuvati da don Mario Pezzi, sono stati come il catalizzatore e lo strumento diffusore dell’archeologismo liturgico basato su presupposti teologici di tipo evoluzionistico e storico-critico. Mons. Annibale Bugnini, mens insana ed autentico architetto della “Riforma liturgica” di Paolo VI, era amico personale di Kiko Argüello e fu proprio lui ad introdurlo, per così dire, “a corte” permettendogli di superare indenne le numerose critiche dottrinali, teologiche e liturgiche che si levarono da parte di Vescovi e Sacerdoti di ogni parte del mondo quando il Cammino cominciò a diffondersi nelle realtà parrocchiali.

Il postulato filosofico su cui è basato tutto l’impianto teologico del Cammino Neocatecumenale è infatti la dottrina, del tutto antistorica perché figlia dell’irrazionalismo post-moderno, secondo cui esisterebbe un nocciolo di verità di fede pure e originarie, potremmo dire “primordiali” o, meglio ancora, “gnostiche”, le quali, mano a mano che la Chiesa si è allontanata dall’epoca apostolica (presunta età aurea), sono andate via via perdendosi, soffocate dai sistemi teologici secondo loro “razionalisti” del tomismo e, più in generale, della scolastica medievale.

Il percorso storico-teologico della Chiesa, secondo Kiko, si riassume in tre fasi fondamentali: 1) Dalla Resurrezione all’editto di Costantino: epoca d’oro in cui il «Carisma dello Spirito» era libero di esprimersi grazie alla predicazione delle prime comunità cristiane, organizzate fraternamente senza alcun vincolo legale e/o normativo; 2) Dall’era costantiniana al Concilio Vaticano II: l’epoca della Chiesa gerarchica e “istituzionale” (accezione negativa nel Cammino) in cui i sistemi teologici della scolastica (S. Anselmo, Sant’Alberto Magno, San Bonaventura, San Tommaso, Duns Scoto) hanno rappresentato una corruzione della purezza e “semplicità” originaria del messaggio evangelico. Culmine negativo di questo periodo di oscurantismo (in questo il Cammino non differisce in nulla dalla storiografia anticattolica) fu proprio il Concilio di Trento con i suoi dogmi e i suoi anatemi. 3) Il Concilio Vaticano II, alle porte del Terzo Millennio: inizio di una nuova era di riscoperta delle origini (presunte) e di ritorno ad una Chiesa carismatica e missionaria, sovra-sacerdotale, o meglio «pansacerdotale», il cui cuore propulsore sarebbe l’evangelizzazione ad opera dei laici. Una tale idea di Chiesa ovviamente si sarebbe realizzata compiutamente nel Cammino Neocatecumenale, i cui membri sono stati convinti di vivere esattamente come le primitive comunità cristiane, in special modo nella celebrazione eucaristica comunitaria, di spiccato sapore luterano-conviviale.

Non credo sia necessario soffermarsi sulla patente eterodossia di tali dottrine. Per chi desidera approfondire la questione consiglio gli ottimi studi di padre Enrico Zoffoli, del Servo di Dio mons. Pier Carlo Landucci e gli scritti e testimonianze attuali di mons. Athanasius Schneider.

Quello che invece mi preme oggi, alla luce della morte di Carmen, è tentare di far comprendere ai miei correligionari quale sia, a mio avviso, il giusto rapporto che un cattolico che ha avuto la grazia di incontrare la Tradizione e, quindi, la vera fede, debba avere nei confronti di coloro che sono ancora nell’errore del Cammino Neocatecumenale.

Santino ufficiale scritto da Kiko
e col marchio aziendale di Kiko
Essendo anch’io stato per tanti anni in una setta protestante, prima che il Signore mi chiamasse “dalla tenebre alla sua ammirabile luce” (1Pt 2,9), credo di riuscire a comprendere quanto grande sia la differenza che corre tra il Cammino Neocatecumenale e una visione pienamente cattolica della storia, della Chiesa, della Fede, della vita, di Dio. E questo mi dà una consapevolezza ancora più forte del grave stato in cui versano quelle anime che per inavvertenza e, dobbiamo presumerlo, in buona fede appartengono a questo «movimento ecclesiale».

Ma soprattutto vorrei spendere due parole sulla figura di Carmen e, soprattutto, sulla urgente necessità di pregare in suffragio per la sua anima.

La pover’anima di Carmen Hernandez, fu sedotta, come molti altri cattolici di quegli anni, dal vento di novità e rinnovamento ecclesiale che spirava già verso la fine degli anni '50 e che attendeva la morte di Papa Pio XII per poter uscire allo scoperto con tutta la sua virulenza. E fu solo con la scomparsa dell’ultima generazione di prelati teologicamente ortodossi che quel vento di nuova dottrina, fino ad allora condannato come nouvelle theologie, fu entusiasticamente ribattezzato “nuova pentecoste”.

Kiko e Carmen, pur venendo da esperienze umane e religiose diverse, si incontrarono sul cammino della “riforma ecclesiale”. Ma per comprendere, anche solo in parte, la psicologia di questi “riformatori” e il significato degli eventi storici di cui forno protagonisti dobbiamo tentare di metterci nei panni di un uomo, o una donna, mediamente istruito degli anni '60 del secolo novecento.

L’aria che si respirava nella società era un’esplosione di benessere, di ottimismo, di leggerezza (la brezza prima della tempesta). Il pacifismo era l’ideologia del momento, il movimento new-age sfociato poi nell’evento rock di Woodstock proiettava un avvenire radioso (l’era dell’Acquario) per le nuove generazioni. I costumi cambiavano, i cosiddetti “capelloni” cominciavano a diffondersi in Europa, la beat generation come fenomeno culturale di massa stabilì lo stile, il pensiero e la musica dei figli dei reduci della Guerra. Sono gli anni della «Guerra Fredda» e del conflitto in Vietnam e l’America, uscita vincitrice dal conflitto mondiale ‘39-‘45, incarnava l’ideale di libertà, giustizia e democrazia in opposizione al blocco sovietico. Nonostante l’omicidio Kennedy nel 1963 rivelasse l’instabilità politica degli Stati Uniti e svelasse la presenza di forze occulte ostili alla libertà delle nazioni, gli States rappresentavano comunque, almeno nell’immaginario collettivo, il punto di riferimento culturale, economico, politico e sociale per l’Europa, o di ciò che ne restava. In Spagna vigeva ancora il governo cattolico di Francisco Franco, e la Religione Cattolica era ancora la «religione di stato», prima che arrivasse dalla Santa Sede nel 1976 la richiesta della revisione del concordato del 1953, esigendo dal governo ispanico un adeguamento alle nuove dottrine del Concilio Vaticano II in materia di libertà religiosa, libertà di coscienza e separazione Stato-Chiesa: fu l’inizio della secolarizzazione laicista della Spagna, un tempo cattolica. Riguardo alla guerra di liberazione franchista Pio XII si era congratulato con i coraggiosi cattolici che si opposero al regime comunista del presidente massone Manuel Azaña dimostrando «nobilissimi sentimenti cristiani», esprimendo inoltre la sua «doverosa gratitudine verso quanti hanno saputo sacrificarsi fino all’eroismo in difesa dei diritti inalienabili di Dio e della religione, sia nei campi di battaglia, sia ancora, consacrati alle opere sublimi di carità cristiana, nelle carceri e negli ospedali». Tutto questo videro Kiko e Carmen, ma il nuovo corso che attendeva alle soglie della morte del Pontefice avrebbe spazzato via la testimonianza e la memoria dei martiri spagnoli. Nel frattempo il lievito di corruzione destinato a cambiare il volto della Chiesa fermentava…

Con la morte di Papa Pacelli tutti i professori e i sacerdoti sospetti di modernismo, e che erano stati sospesi o allontanati dall’insegnamento con sanzioni o ammonimenti da parte del Sant’Uffizio, furono riabilitati nel pontificato di Papa Roncalli e convocati al Concilio Vaticano II, molti come consultori e periti. Tutti erano consapevoli che quel Concilio avrebbe rappresentato un evento epocale di novità, tanto che nel discorso di apertura Giovanni XXIII esplicitò l’intento pastorale (inedito) del ventunesimo sinodo ecumenico.

Questo il contesto storico, culturale ed ecclesiale di fermento rivoluzionario in cui si formarono le idee d’impronta gioachimita-pneumatica e pauperista, soltanto apparentemente “innovative”, di Kiko e Carmen. Ma veniamo ora al nodo centrale che mi interessa trattare.

Carmen Hernandez, durante i suoi anni di “apostolato” neocatecumenale ha predicato, unitamente a Kiko, l’assoluta non appartenenza al genuino messaggio evangelico dell’idea di una Messa-Sacrificio. La dottrina cattolica della Santa Messa quale sacrificio espiatorio e soddisfattorio, che il Figlio offre al Padre come prezzo del riscatto dell’umanità, viene completamente rigettato nella teologia neocatecumenale di Kiko e Carmen. D’altra parte Kiko non ha mai nascosto la sua avversione profonda e radicale, che ricorda quella di Martin Lutero, al Concilio di Trento e alle sue definizioni dogmatiche, specialmente quelle intorno al dogma della «transustanziazione» e alla Messa quale Sacrificio espiatorio.

“Le idee sacrificali e sacerdotali – secondo Kiko – apparterrebbero al paganesimo e non all’autentico cristianesimo”. Sulla medesima linea si attestò, trovandosi in piena sintonia teologica (ma non caratteriale), Maria del Carmen Hernandez, giovane ex-suora già laureata in chimica. Carmen ebbe a dire e a insegnare in molte occasioni che “le idee sacrificali, che Israele aveva avuto ed aveva sublimato, si introdussero di nuovo nell’Eucaristia cristiana”. Essa, insieme a Kiko, ha sempre respinto l’intrinseco valore sacrificale della Santa Messa, deridendolo come una reliquia di superstizione pagana o, come si dice comunemente nel Cammino, di “religiosità naturale”. Con tale termine, nel linguaggio neocatecumenale, non si intende ovviamente alla maniera cattolica, quell’innata ricerca del divino da parte dell’uomo (del tutto positiva), bensì il complesso dei riti cattolici tradizionali riassunti e raccolti nel Rituale Romanum promulgato nel 1614 da Papa Paolo V in applicazione del Concilio di Trento. Ovvero tutti quei riti, sacramentali, benedizioni, esorcismi e aspersioni che hanno costituito, fin dall’epoca apostolica, il nerbo della fede cattolica contro gli influssi reali del demonio. La pietà fervorosa dei fedeli e quella fede semplice nei mezzi efficaci della grazia che il Signore ha trasmesso alla sua Chiesa, hanno sempre costituito un bersaglio del biasimo derisorio di Kiko e Carmen.

Ma ciò che dovrebbe destare la grave preoccupazione di quanti hanno un potere decisionale all’interno del movimento neocatecumenale, è che il rifiuto della dottrina cattolica sulla Santa Messa, dichiarato esplicitamente da Kiko e dalla fu Carmen Hernandez, ci fa lecitamente e seriamente dubitare della validità delle celebrazioni eucaristiche così come avvengono nelle comunità neocatecumenali. A questo punto emerge con gravità, e non senza un certo orrore, la preoccupazione per l’anima di Carmen Hernandez passata all’eternità. Infatti, avendo lei attaccato frontalmente, fintanto ch’era in vita, il fine espiatorio e propiziatorio del Sacrificio eucaristico c’è da chiedersi chi, tra i suoi fratelli/sorelle di comunità, sostenitori o ammiratori offrirà delle Sante Messe di Suffragio per la sua anima? Chi chiederà perdono per le sue colpe e i suoi peccati dal momento che nel sentimento collettivo generale è già considerata una “santa”?

“Vi do una grande notizia: – ha scritto Kiko nella lettera di comunicazione della morte di Carmen – oggi, alle 16,45, la nostra sorella Carmen è partita per il Cielo. È certo che Nostro Signore Gesù è venuto a prendere la sua anima per portarla con sé”. Un tale ottimismo enfatico non appartiene davvero al sentimento cattolico dinanzi alla morte, quantunque di un buon uomo. Ma, soprattutto, chi può dire con questa sicurezza, che non cerca nemmeno di nascondere una certa presunzione, chi si è salvato effettivamente ed ora è in Cielo? La Chiesa Cattolica ha sempre insegnato che di nessun’anima possiamo affermare con certezza che si sia salvata o dannata ad eccezione dei Santi che essa canonizza infallibilmente, e dei bambini battezzati morti prima dell’età della ragione che essa celebra come santi in Paradiso. Per tutti gli altri essa fa offrire Messe di suffragio, preghiere, indulgenze, elemosine e tutto quanto può giovare alla liberazione di quelle anime dalle pene terribili del Purgatorio, ammesso e non concesso che si trovino in Purgatorio e non altrove. San Pio X, nel noto Catechismo che porta il suo nome, ha insegnato: “Noi possiamo soccorrere e anche liberare le anime dalle pene del Purgatorio con i suffragi, ossia con preghiere, indulgenze, elemosine e altre opere buone, e soprattutto con la Santa Messa (n.102).

Dio solo sa di quanti suffragi ha bisogno un’anima che per gran parte della sua vita non solo ha rifiutato, ma ha anche insegnato agli altri a rifiutare di offrire suffragi ed indulgenze per i defunti. Contrariamente ai protestanti, il Magistero della Chiesa ha infallibilmente definito semel pro semper che la Messa non giova soltanto ai viventi, ma anche ai defunti secondo la tradizione apostolica: «…sed et pro defunctis in Christo, nondum ad plenum purgatis, rite iuxta Apostolorum traditionem offertur» (D-S 1743. Cf. iv., 1753,1820). Ma credere che la Messa giovi anche alle anime di coloro che sono morti è possibile solo se la si concepisce come Sacrificio, giacché quell’Unico Sacrificio di Cristo rinnovato sugli altari applica i meriti del Sangue Preziosissimo sparso sul Calvario ai vivi e ai defunti. Ma se, al contrario, l’idea di Messa che si possiede e si propaga è quella di “azione comunitaria”, “celebrazione di lode”, “mistero pasquale”, “memoriale dell’Ultima Cena”, “banchetto pasquale” e così via, non avrà alcun senso pregare per i defunti e quella Messa sarà vissuta esclusivamente come un’azione immanente alla vita presente, prodotta dai vivi per i vivi e, quindi, completamente slegata dall’Aldilà e, di conseguenza, priva di ogni legame con Dio, Essere Perfettissimo, trascendente il mondo, Santissima Trinità e indivisa Unità.

Concludo con un semplice invito alla preghiera per l’anima di questa povera donna, la quale ha avuto certamente la sua parte di responsabilità nella diffusione dell’errore, ma che, bisogna dirlo, è stata essa stessa vittima dell’errore perché sedotta e ingannata dai nuovi venti di dottrina di cui parla San Paolo. Un attenuante che mi par giusto applicare nei suoi confronti così, a carattere puramente ideale, al fine di attribuire il giusto grado di responsabilità a coloro che più hanno potere, è il pensiero secondo cui se essa avesse incontrato dei prelati e dei Papi che invece di alimentarne le deviazioni l’avessero benevolmente e paternamente corretta ricordandole la retta dottrina cattolica essa, forse, non sarebbe andata dietro ai pruriti e alle novità dei liturgisti come Pedro Farnés Scherer, Dom Botte, L. Bouyer ecc.

Da parte mia continuerò a pregare per l’anima di Carmen Hernandez implorando per lei la misericordia del Figlio Unigenito, il cui Sangue ci ha riscattati e le cui piaghe ci hanno guariti. Quel Preziosissimo Sangue al quale è dedicato il mese in cui il Signore si è degnato di chiamarla dinanzi a sé per il giudizio. Quello stesso Sangue che Carmen, disprezzando il Sacrificio dell’altare, ha mostrato così spesse volte non voler riconoscere, adorare, implorare e, in certo qual modo, ricevere. Ma si dirà: “ma lei ha amato il Signore con tutto il cuore, e ha dato la sua vita per l’evangelizzazione”, eppure Nostro Signore ha dichiarato: “Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti” (Mt 7,22-23). Persino Pietro Valdo, Giovanni Calvino, Jan Hus, John Wycliff o Martin Lutero avranno fermamente creduto di servire il Signore con il loro operato, non saranno stati di certo tutti dei satanassi ma, ahimé, non è sufficiente l’intensità e la sincerità del sentimento e la buona intenzione per rendere oggettivamente retto un uomo, o buone le sue azioni.

Per questi motivi inviterei a ricordare questa povera anima nella preghiera tutti coloro i quali, quando il Signore si degnerà richiamare a sé, vorrebbero fosse fatto loro lo stesso. Nessuno di noi, infatti, è confermato in grazia e se qualcuno si trova in piedi guardi di non cadere, giacché la perdizione delle anime non è evento di cui gioire ma sul quale piangere e… pregare: “Molte anime vanno all’inferno perché non c’è chi preghi e si sacrifichi per loro” (la Madonna a Fatima).

(articolo di G.Z. originariamente

37 commenti:

  1. La giornalista Miriano nei giorni scorsi ha lanciato la sua stranissima campagna "adotta un defunto" per invitare alla preghiera per le anime dei morti nel terremoto di Amatrice.
    Alla luce di questo thread mi viene da domandarmi come mai a questi super cattolici non è venuto in mente di offrire Sante Messe in suffragio di quelle stesse anime. Nemmeno nei commenti mi risulta un solo suggerimento di questo tipo.

    L'atteggiamento nei confronti di Carmen è solo La naturale dissoluzione dei dogmi riguardanti La fine della vita

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  2. Ho appena letto su Tempi l'articolo "L’Italia del Family Day. Gandolfini si racconta in un libro".
    Un aggancio in Vaticano per il riconoscimento dei "miracoli" della "santa" questi ce l'hanno eccome...
    Spero che per decenza eventualmente venga nominato un altro medico, perlomeno per evitare "conflitti di interesse", ma non si sa mai, ormai non c'è da stupirsi più di niente.

    Scusate non metto il link diretto per non aver pingback o come si chiama al mio messaggio.

    Simonetta

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  3. L'articolo è notevolissimo, definisce perfettamente le differenze (chiamiamo!e pure eterodossie) tra la sana dottrina cattolica in materia di Eucarestia e le tesi di Carmen, quali si possono dedurre facilmente già dalle catechesi nel primo mamotreto.
    Un solo passaggio mi ha infastidito, per la verità, e sarebbe stato bene evitarlo in un articolo di ottimo spessore: la santificazione di Franco e la lode del franchismo (vale a dire del fascismo di un macellaio spagnolo). Sarebbe bene non mischiare il diavolo e l'acqua santa quando si affrontano argomenti simili, fosse solo per non causare reazioni negative in lettori che, rifiutando la tesi politica, per il fastidio non inquadrano il testo nella sua idonea dimensione dottrinaria.

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    1. @ a Lino,

      Difatti sul dittatore Franco sembra esserci una sorta di parziale riabilitazione.
      Chissà, visti i tempi di crisi cronica, forse qualcuno crede di sfogare l'insoddisfazione con una "guida" forte al comando.
      Tornando all'articolo, mi viene in mente la lettera di s. Paolo (1 Cor 3, 1-9) presente ieri come prima lettura durante la celebrazione della messa.
      É a mio avviso calzante con la figura degli auto proclamati fondatori Kiko Carmen e don Pezzi, che hanno attaccato a colpi di ariete
      la Santa Messa, rifiutando di fatto la Dottrina Cattolica.
      Paolo rimane apertamente amareggiato per quella comunità: qualcuno rivendica una certa supremazia.
      Anche ai nostri giorni stiamo assistendo all'attaccamento di alcuni cristiani a personaggi come Kiko Carmen e don Pezzi che, in nome di un proprio presunto carisma, stravolgono gli insegnamenti del Vangelo in netto contrasto con il magistero della Chiesa.

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  4. @Sandavi

    OT Ho inviato la traduzione dell'articolo in russo di cui abbiamo parlato qualche tempo fa all'indirizzo nel tuo profilo blogger.

    Simonetta

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  5. La Paz su Jungle W. scrive he Kiko ha dato notizia che Carmen da Lassù ha operato già il terzo miracolo e vede Apuron come prossimo a chiederne probabilmente un altro nell'immediato :-).


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  6. Kiko all'incontro vocazionale tenuto a San Pedro del Pinatar, Murcia (in Spagna) il 29 Agosto ha chiesto un applauso per Carmen ed ha detto (lo riporto in inglese prendendolo direttamente dal sito "Jungle Watch"):
    "She is in Heaven, we hope... we hope she is in Heaven and now she is watching us, she has already done three miracles, so... she will continue doing more. A young girl from Caravaca was in coma, her father was watching Carmen's Funeral on 13TV and after listening to Padre Mario, he thought "I am going to ask Carmen to help my daughter". Doctors gave her only two hours of life. That father prayed Carmen to heal his daughter and suddenly she started to improve and now she is perfectly alive. Doctors do not have any explanation for it. And I could tell you more facts..."
    Kiko è il solito racconta balle! Io scommetto che non esistono prove di questo presunto "miracolo". E' il solito bugiardo! ...peccato che così tante persone credano ancora alle sue menzogne. Se fosse vero i giornali ed i telegiornali ne avrebbero parlato subito, ed invece... è il solito Kiko bugiardo.

    Qui di seguito è il link del video dell'incontro (in spagnolo):
    https://www.youtube.com/watch?v=C-Euik9N0vI

    Annalisa

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  7. Ho dimenticato di dire che l'annuncio del miracolo di Carmen è stato fatto da Kiko al minuto 3:47" del linhk che ho riportato prima, ossia:
    https://www.youtube.com/watch?v=C-Euik9N0vI
    Neanche i siti ufficiali del Cammino hanno il coraggio di riportare questa BUGIA... ma si sa, la lingua di Kiko è più lunga.

    Annalisa

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  8. ....da GUAM.... i giornali ora HANNO PAURA di nominare l'AVVOCATESSA NEOCATECUMENA.... la mafia dei kikos arriva a far tremare i giornalisti...... btw il nuovo caporedattore è arrivato solo 2 mesi fa.....vuoi vedè che è un kikos ????

    http://www.junglewatch.info/2016/09/dear-pdn-youre-welcome.html

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  9. Ho intravisto il video dell'incontro vocazionale in Spagna la famosa `alzata` e composta al 90% di ragazzini, roba da pazzi,almeno io quando ero nel CNC dal 1980 in poi assistevo ad `alzate` di gente più' matura', ricordo di un giovane avvocato un giovane falegname,un ragioniere di banca, kiko diceva che questi giovani dovevano entrare nei seminari delle congregazioni che reggevano le parrocchie d'appartenenza, cioè, dove vi erano i francescani si entrava nei francescani nei domenicani nei passionisti cosi' dicendo,poi sono arrivati R.Mater creando secondo me un vero scisma,

    OT

    Ho intravisto ieri mattina che nella mia città' sono tornati i frati dell'Immacolata, stavano riaprendo la chiesa da dove circa tre anni fa furono allontanati o si allontanarono,ci sono novità' al riguardo?


    Vi immaginate se un giovane`alzato` chiederebbe di entrare nei frati dell'Immacolata?

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  10. Kiko alla fine del video (1:56:55 https://www.youtube.com/watch?v=C-Euik9N0vI) chiede preghiere per sé, per Padre Mario e per Carmen perché il Signore la porti in Cielo.
    Quindi chiede preghiere per la sua anima...

    Girolamo

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  11. Kiko also says he is going to open 10 Redemptoris Mater Seminaries this year...

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  12. "...per Carmen perché il Signore la porti in Cielo..."
    Come si concilia con Padre Mario che annuncia i miracoli di Carmen già in vita e chiede di pregare la sua intercessione per ottenere altri miracoli e farla diventare santa?

    Può una singola affermazione cancellare chilometri di inchiostro e decenni di atti contrari?

    Vivi nell'irrealtà

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  13. Riepiloghiamo:

    1. Carmen ha fatto tre miracoli (lo dice Kiko), dunque sarebbe già santa;

    2. Carmen ha bisogno di preghiere affinché il Signore la porti in Cielo (lo dice Kiko), dunque non sarebbe santa.

    Le due affermazioni si contraddicono completamente.

    Dunque l'infallibile Kiko, esperto scrutinatore delle coscienze altrui, ha mentito nel punto 1 oppure ha mentito nel punto 2?

    In entrambi i casi pregherei il fratello Giacomo di illuminarci: come mai Kiko ha mentito? (avrà mentito anche a proposito delle millantate apparizioni? delle millantate ispirazioni? dei millantati esorcismi? dei millantati frutti spirituali? delle vocazioni? della storia della Chiesa? della liturgia? ecc.)

    Ed ha mentito anche don Pezzi: incredibile, è uscito dal suo tipico letargo per... mentire!?!? Ma è proprio un frutto del Cammino!

    p.s.: come già ricordato spesso, la parrocchia di qui pullula di ciellini. Ebbene, da quando è morto il loro fondatore don Giussani (cioè da più di dieci anni), nessuno di loro si è mai permesso di dire che avrebbe "fatto miracoli". Eppure sono tutti convinti che è santo. Se qualcuno ciancia di miracoli, lo prendono in giro. Se invece la faccenda è seria, allora anziché parlarne mandano con discrezione tutta la documentazione alle autorità ecclesiali. Evidentemente dei semplici ciellini sono molto più seri di Kiko.

    La cosa non mi meraviglia, perché è la normale prassi cattolica. I cattolici sono fatti così. Non trasformano la fede in uno spettacolino. Non vanno vantando i miracoli come situazioni magiche che onorano il personaggio illustre (il "santo") anziché Nostro Signore (vero autore dei miracoli - infatti i santi intercedono, non "fanno" miracoli). E fra parentesi, la guarigione spirituale vale molto più della guarigione fisica (lo dice Nostro Signore, prendendo in giro i farisei: è più facile "ti sono rimessi i tuoi peccati" o "alzati e cammina"?).

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  14. Per favore, non correggete Kiko per la storia delle contraddizioni. Si rischia di stimolare l'elaborazione di un luogo oltremondano nel quale i santi neocatecumenali si soffermano prima di salire al Cielo. Avremo così il Paradiso, l'Inferno vuoto e il Miracolario inaugurato da Carmen, un luogo creato ad hoc per miracolare tempestivamente e in gran numero. Kiko non ci mette niente a motivare le proprie fandonie.

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  15. Grazie Tripudio! Mi pare che qualcuno abbia sussurrato all'orecchio di Kiko che forse era il caso di abbassare le aspettative sul 'Santa subito' che finora ha prevalso per Carmen, suggerendo d'avere un atteggiamento più cattolico e di chiedere preghiere per la fondatrice, come se, per anni, non avesse insegnato che il cristiano chiude gli occhi morendo per poi risvegliarsi in cielo, senza soluzione di continuità. Nel contempo, però, Kiko non riesce a trattenere l'antica abitudine 'miracolistica' e quindi Carmen avrebbe già fatto due, tre, dieci...chissà quanti prodigi!
    Ecco il perché di questa contraddizione. Solo apparente, visto che i miracoli i fondatori già se li attribuivano in terra, perché in cielo dovrebbe cambiare qualcosa?

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  16. @ Tripudio

    "1. Carmen ha fatto tre miracoli (lo dice Kiko), dunque sarebbe già santa;

    2. Carmen ha bisogno di preghiere affinché il Signore la porti in Cielo (lo dice Kiko), dunque non sarebbe santa.

    Le due affermazioni si contraddicono completamente."


    Non è esatto, manca il punto successivo che dirime la contraddizione, ovvero:

    3. E' santa ma non è in Cielo, fa miracoli ma ha bisogno di preghiere, comunque siamo approvati!

    Sankiko ha sempre ragione.

    p.s. I tre miracoli della Cara Estinta saranno testimoniati dai 50.000 presbiteri per la Cina...

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  17. Ah, beh, avevo scritto così solo per far fuggire il tenero Giacomo a pagina 46.

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  18. Ma i 60.000 presbiteri neocatecumenali per la Cina non erano i 75.000 seminaristi di Guam?

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  19. Ricordo che, secondo Kiko, quando Carmen fu cacciata dal convento, lo Spirito Santo se ne andò dalla congregazione...Lo dice qui'

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  20. Ragazzi sereni. Il mio commento voleva appunto evidenziare la contraddizione.
    Però devo dire che ormai in molti funerali (neocat o non neocat) non si parla più di pregare per l'anima del defunto, offrire Messe etc. Sembra che tutti i defunti vadano in cielo senza bisogno di purificazione, tutti in Paradiso dritti.
    Eppure i santi ci insegnano che bisognerebbe pregare tanto per le anime del Purgatorio perché lì le anime stanno malissimo, soffrono pene infernali e l'unica cosa che le aiuta è sapere che un giorno andranno in Paradiso.

    Girolamo

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  21. @ Girolamo
    Io non so, Girolamo, se secondo Kiko tutti indistintamente vadano in Cielo, perlomeno ancora non l'ho capito. Se così fosse, Kiko svuoterebbe il fine salvifico del Cammino, la salvezza gnostica di conoscenza intuitiva di cui si fa portavoce e profeta.
    A mio parere, in Kiko la salvezza è collegata a un Cammino iniziatico che ritorna ai (supposti) postulati del cristianesimo primitivo, alla conoscenza di sè e dei propri peccati. Sulla fine degli altri non so dire, magari li manda in un paradiso di serie B oppure li destina a una morte definitiva, da cui un inferno vuoto.
    Mi è stato ieri segnalate un articolo sulla catechesi di Kiko a Pompei, invito a leggerla: chiarisce molte cose, in primo luogo lo gnosticismo di Kiko. Purtroppo con il tablet non riesco a dare il link.
    Il mio parere, in sintesi? Per Kiko in Cielo ci va chi ha "conosciuto" Cristo secondo una lettura gnostica e artefatta del Vangelo giovanneo, una "visione" senza opere, che passa per un cammino iniziatico falsamente ascritto al cristianesimo delle origini.

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  22. P.S.
    Sintetizzo un'affermazione epocale di Kiko.
    Egli riferisce di aver meditato la tesi di Bergson secondo la quale l'intuizione è un mezzo di conoscenza superiore alla ragione. È la circoncisione neocatecumenale del cervello, negazione di Fides et Ratio, gnosticismo puro. Immediatamente dopo riferisce di aver ricevuto lo Spirito Santo: evidentemente attribuisce a Dio le proprie intuizioni. Anche questo è proprio degli illuminati gnostici. Nel paradiso gnostico ci vanno gli iniziati, non altri.

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  23. Si in effetti l'affermazione sull'intuizione è molto interessante ed apre diversi scenari.
    Lino secondo te si può sostenere che l'intuizione è comunque importante? Cioè non metterla sopra alla ragione, ma dire che può essere un modo in cui Dio arriva al nostro cuore, se poi tale intuizione trova conferma alla luce della ragione e della fede?
    Forse la mia domanda è un po' contorta, ma spero si capisca. Puoi darmi una risposta?
    Ti ringrazio

    Girolamo

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  24. Pietro (NON del Cammino)2 settembre 2016 alle ore 17:20

    Sono d'accordo con la sostanza dell'articolo di Radio Spada, che è il motivo per cui è stato postato, ma ritengo dover fare delle precisazioni dato mi sembra, in certe singole affermazioni, che possa ravvisarsi un certo fondamentalismo che ne diminuisce l'efficacia.

    L'articolo, ad esempio, sembra voler condannare gli anni senttanta in blocco, come allora fosse TUTTO sbagliato e senza vedervi semi di verità.

    In più di un'occasione, leggendo il sito di Radio Spada, che considero comunque di notevole interesse, ho potuto notare come in certi articoli si tende a isolare certe affermazioni dal contesto di una vita, per delegittimarle. Ad esempio si accusa Madre Teresa di aver detto di essere contenta se la sua opera rende un musulmano migliore. Basterebbe INTEGRARE queste sue parole con tutte quelle che manifestano una fede indiscussa solo in Cristom per comprendere come ella volesse semplicemente dire che, fare del bene in NOME DI CRISTO è evangelizzare. Per cui rendere un musulmano migliore in nome di Cristo, anche se non si converte, è prepararlo al Vangelo.

    Un'altra cosa da precisare di questo articolo è che le INTENZIONI contano e molto.
    San Paolo dice che se l'opera di qualcuno, come un edificio di paglia, non dovesse superare la prova del fuoco, tanto da non rimanere più nulla di essa, se costui ha costruito su Cristo, si salva.

    Con ciò non voglio affatto sminuire l'importanza della dottrina e dell'ubbidienza nella Chiesa, perché chi è davvero in buona fede deve fare di tutto per conformarvisi.
    E', anzi, questo ciò che devono capire i camminanti: obbedienza e retta dottrina.
    Due cose le cui carenze sono ravvisabili soprattutto nella LITURGIA non approvata, e negli eventi di GUAM.

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  25. @ Girolamo
    Bella domanda. Tento di ardire una risposta, da poeta più che da credente. Ho composto liriche per oltre un decennio e tra i poeti ispirazione, visione, intuizione e (nei nostri tempi materialistici) "urgenza" sono questioni ampiamente dibattute. Sin dai tempi del Parnaso e delle Muse, le prime.
    Sì, l'intuizione può essere tale, la si può accreditare a una fonte divina che muove il pensiero umano, ma noi non sapremo mai se di intuizione semplicemente "animale" si tratta, oppure di ispirazione. Ecco perché va verificata alla luce della ragione, rigettandola se contraria alla fede e alla dottrina. Duplice può essere, poi, la fonte dall'intuizione se dall'altrove giunge: non è soltanto lo Spirito Santo a muovere il pensiero umano, Giuda fu mosso da una empatia con Satana.
    Io sospetto che Kiko un po' sia imbroglione, un po' sia un auto-imbrogliato, un po' sia stato "pompato" dal suo cerchio magico. Certamente le sue intuizioni non reggono il confronto con dottrina e intelletto. Non reggono, quindi, il confronto con secoli di Tradizione e con un dono dello Spirito. Se Kiko intuisse correttamente, altro che Giovanni il battista in mezzo a noi sarebbe: prima di lui nessuno avrebbe intuito niente, sarebbe il novello Messia in mezzo a noi.

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    1. Il quadro che ne fai del "povero Kiko" è, secondo me, impietoso ma veritiero. Anche io immagino che alla fine, partito con "intuizioni" commendabili e da slanci sinceri anche se un po' naif, si sia trovato a gestire qualcosa di molto più grande di lui e delle sue stesse intenzioni. A questo punto deve essere stato di supporto e anche di pungolo - e che pungolo dolente - la pseudo-preparazione teologica e la pseudo-intuizione di Carmen supportata dalla presenza e, forse, preponderanza di quello staff di barbuti o pizzuti "burocrati" sempre più panzuti, arroganti, supponenti, preponderanti e insopportabili capocosca di nostra conoscenza. Forse, e dico forse, il "povero Kiko" e con lui tutti noi che siamo stati affascinati dalla sua verve e dalla novità e dal suo itagnolo, ci siamo trovati imprigionati nel cerchio stretto del Sistema. Certo a noi kikateisti di terza generazione, bastava partecipare, a nostre spese, della gioia della presunta evangelizzazione- finalmente eravamo qualcuno nell'ambito della Chiesa. Ai catechisti di livello più elevato arrivavano macchine e supporto logistico e soldi... mi ricordo, tanti soldi. Al Kiko "povero" non so se arrivassero soldini, non sono mai stato a lui vicino, ma onori, gloria, pranzi con le aragoste (a noi toccarono quelle che lui non assaggiò perché non venne nemmeno al pranzo che per lui e i suoi sodali era stato eretto) e persino lauree, tre, io ho guadagnato sul campo la mia cum laude.
      Come ne poté uscire il "povero Kiko" da un siffatto meccanismo??? Soltanto non ne poté! Ma non disperi il "povero Kiko" adesso ha una Santa che perora per lui. Amen!
      M.i.B.

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  26. @ Lino

    Un apprezzamento e una tirata di orecchi.


    Molto bello quello che hai scritto su intuizione, ragione e fede.

    Quello che mi piace è la semplicità con cui hai saputo porgere la descrizione.

    Penso ai contorti kikatekisti, prolissi, contraddittori, arroganti unici depositari della verità.

    La verità è semplice. La menzogna no, è come una serpe che si arrotola su se stessa per non farti capire quale è la testa e quale la coda.


    Adesso la tirata d'orecchi.

    Come hai potuto, sacrilego faraone, scrivere: "...Se Kiko intuisse correttamente ... sarebbe il novello Messia in mezzo a noi".

    Sarebbe? SAREBBE???

    Eppure sei colto. Come puoi dubitare del carattere di-vino di Sankiko barista?

    Ha dato testimonianza di se stesso al mondo scrivendo nel suo santino "... il Messia presente in noi...".

    "PRESENTE" in noi, non "forse qui vicino"!

    Non sai che il signor trettre dottor (h.c.) Manitù Arguello è il creatore della sacra Quattrinità neocatecumenale?

    LUI è la prima persona, insieme alla Cara Estinta che incarna(va) lo spirito (della disobbedienza) e al verbo sordomuto don Mario.


    Faraone d'un fangologo ;-)

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  27. Kiko dice che il terremoto di Amatrice e dintorni è stato un un "castigo di Dio:

    https://www.youtube.com/watch?v=C-Euik9N0vI

    dal minuto 51:16
    ---

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  28. Oggi è il primo venerdì del mese - un giorno speciale, per tanti cattolici "poco adulti", incluso il sottoscritto.

    Una delle peggiori vergogne del Cammino è quella di precludere ai suoi adepti i tesori della fede cattolica. Cioè il Cammino fa esattamente il contrario di quel che a qualsiasi movimento o associazione conviene fare.

    Che ti chiamino "religioso naturale" o che ti lascino apparente "libertà" (salvo poi sottilmente «aiutarti a capire» che stai "sbagliando"), i cosiddetti "catechisti" del Cammino lavorano contro la Chiesa, e cioè a favore del demonio (quello vero, non il nome della mascotte porta-sfortuna del Cammino).

    Ai nostri nonni poteva talvolta (raramente) mancare l'Eucarestia domenicale, ma non il primo venerdì del mese, perfino quando non conoscevano la storia di santa Margherita Maria Alacoque.

    Apro dunque una parentesi: è una santa vissuta nel Seicento - cioè, secondo Kiko, nel periodo buio della Chiesa che va dal Costantino al Vaticano II.

    È stata beatificata nel 1864 e canonizzata nel 1920, cioè secoli dopo aver "contribuito" notevolmente alla diffusione della devozione al Sacro Cuore e alle promesse di Gesù che avrebbe ricevuto in 17 anni di rivelazioni. Altro che santosubito-santosubito. Altro che i miracolismi certificati dai diretti interessati.

    Era particolarmente reticente a parlare delle rivelazioni ricevute da Nostro Signore e si arrese a farlo (non senza ritrosia) solo quando il suo direttore spirituale (un eccellente sacerdote gesuita) glielo comandò. Altro che le spacconate da bar fra Kiko e Carmen.

    Alcuni anni fa sono stato in pellegrinaggio a Paray-Le-Monial. Era uno stranamente freddo pomeriggio estivo. Le suore di lì mi parvero preoccupate solo dal gestire il flusso (decisamente scarso, in quel giorno) di turisti. Un edificio asettico, in un paesetto dall'aria insignificante, che ospitava il corpo della santa. (ora interviene l'esperta simulatrice di cretinismo a dire: "ooh, chebbello chebbello, anch'io ho fatto un pellegrinaggio presso qualche santo, chebbello chebbello": e così pensa di aver assolto il Cammino e di avergli assegnato il certificato di santità passata, presente e futura, in carta da bollo e con timbro pontificio).

    È stato come andare a vedere coi miei occhi ciò che è maggiormente legato a una delle devozioni che fanno parte della mia vita spirituale da tanti anni. (ora qualche autocertificato "cristiano adulto" farà la sua omelia kikologica-carmeneutica contro il "devozionismo": infatti tutti i nemici giurati della fede cattolica non riescono mai a distinguere "devozione" da "devozionismo").

    Molti anni fa una mia vecchia zia mi confidava che il primo venerdì del mese tentava di seguire quante più Messe possibili per suffragare (nelle proprie pie intenzioni, sicuramente apprezzate dal Signore) una per una le anime dei suoi più cari (la Comunione però la faceva una sola volta al giorno: non era una teologa, ma sapeva bene che la Comunione non è uno "snack"; mica come nel neocatecumenalismo, dove l'unica liturgia "buona" è quella contraffatta da Kiko e Carmen, e nella quale è obbligatorio mangiare la propria porzione - anche se sei ateo - e rigorosamente seduti e tutti insieme contemporaneamente).

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  29. Basterebbe approfondire la tradizione Cristiana, le vite dei Santi, in particolare dei mistici, la sopra citata margherita Maria alacoque, suor Faustina kowalska, lo stesso Padre Pio, per riconoscere nel loro rapporto intimo col Signore i Veri tratti del nostro Gesù.
    Tratti che risvegliano in ciascuno di noi un forte sentimento di autentica sequela nell'amore a Dio, al prossimo e alla Verità.
    In automatico il cammino apparirà in tutta la sua mendacia e profonda distanza dalla Verità.
    Per non dire autentica e pericolosa pagliacciata.

    Grazie Tripudio per il tuo post

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  30. Pietro (NON del Cammino)2 settembre 2016 alle ore 22:34

    E' vero: il Cammino non ha simpatia per la devozione al Sacro Cuore.
    Mi ricordo quando qualcuno mi fece leggere una Catechesi di Kiko in cui si metteva il ridicolo tale devozione.
    Ci rimasi male, perché ho sempre pensato che, se ho riscoperto l'amore di Dio, è grazie ai primi 9 venerdì del mese fatti quando ero adolescente.

    Anche per me il pellegrinaggio a Paray Le Monial (a due passi da Cluny e da Taizè) ha rappresentato il coronamento di un desiderio e un'esperienza forte anche a livello emotivo.

    Una volta ai ragazzi del dopo cresima si facevano fare i Primi 9 Venerdì del mese, oggi nessuno ne parla più. Come se la salvezza eterna non fosse il bene più importante.
    Ma è la prima cosa che ho fatto fare alle mie figlie subito dopo la Prima Comunione.

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  31. @ l'apostata
    Faccio ammenda. Avevo dimenticato la rivelazione messianica che di proprio
    pugno diffuse sul suo santino :-)

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  32. He tells KUAM News his next move is to head to Europe to speak with his religious superiors
    "Ha dichiarato a Kuam News che il suo prossimo passo sarà andare in Europa per parlare con i propri superiori religiosi" ...ma soprattutto con il proprio superiore laico, Kiko.

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  33. https://www.facebook.com/JMJCNC/photos/a.366134446822413.1073741829.365192590249932/828547087247811/?type=3

    alcune foto della sepoltura di Carmen ... a fianco andra, credo, kiko e don Pezzi?

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  34. Resta solo da capire come mai i neocatekikos vanno cremati e invece per gli autonominati iniziatori c'è solo la "tumulazione".

    Magari è perché questi ultimi credono davvero di poter farsi canonizzare...

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