martedì 30 agosto 2016

Il regime dittatoriale che filtra le notizie

E questa carnevalata sarebbe una liturgia «approvata»?
Le notizie nel Cammino Neocatecumenale sono filtrate dai catechisti. Come nei regimi dittatoriali.

Ricordo benissimo l'annuncio in cui ci parlarono della lettera di Arinze, e si parlava di concessioni per altri due anni. Non di divieti o di correzioni.

E ricordo quando ci dissero che lo Statuto annullava la lettera.

E poi che la liturgia sarebbe stata approvata, quando ad essere approvato furono i riti dei passaggi. Ma nessun Kiko chiese scusa per il "malinteso".

E quanti sono andati ad indagare? Quanti non si sono bevuti tutte le storie di Kiko?

Provate a dire a un Coreano del Nord che Kim Jong Un non è un campione di sport.

(da: Sebastian)

domenica 28 agosto 2016

Santa Messa in memoria o in suffragio?

Il santino di san Carmen, con le
mani aggiunte in Photoshop
Alla luce del fatto che mons. Hon, amministratore apostolico di Guam, ha celebrato per i kikos nientemeno che una Messa «in onore di Carmen Hernàndez», riprendiamo dalla rubrica "Un sacerdote risponde" una risposta di don A. Bellon a cui aggiungiamo alcune nostre considerazioni finali.

Don Angelo risponde ad un lettore che, fra le altre cose, gli ha chiesto informazioni sulla recita del Rosario in onore dei defunti.
Carissimo,
1. colgo l’occasione della tua mail per fare qualche precisazione sul pregare in onore dei defunti.
Sebbene molto spesso venga detto che si celebra una Messa o si recita un Rosario in “ricordo” di un defunto, in realtà non si ricorda semplicemente.
Ricordare è un tornare indietro, un far rivivere cose o persone.
È senza dubbio una bella cosa che dà conforto a chi ricorda.
Ma quando noi preghiamo per un defunto intendiamo compiere un atto di carità, e cioè intendiamo fare un beneficio a favore del defunto. Vogliamo aiutarlo, giovargli.
Per questo secondo il linguaggio ecclesiastico si dice correttamente che si celebra la Messa o si recita il Rosario in “suffragio” di un defunto.
2. Il Catechismo della Chiesa Cattolica a proposito della comunione con i defunti cita il noto passo del secondo libro dei Maccabei: "Santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti perché siano assolti dai peccati" (2 Mac 12,45).
Si tratta dunque di questo: del perdono dei loro peccati.
Tutte le azioni che noi compiamo a questo scopo (preghiere, celebrazione della Messa, sacrifici personali, atti di virtù, indulgenze…) vengono chiamate azioni di suffragio, e cioè di aiuto” (CCC 958).
3. Tu hai usato l’espressione “in onore”.
Ebbene, non si tratta solo di onore, ma di suffragio.
Invece possiamo dire a proposito dei Santi che compiamo qualche azione o celebriamo qualche funzione in loro onore.
In questo caso noi non aggiungiamo nulla al bene che essi possiedono, se non una maggior gloria esterna. L’onore che noi rendiamo loro ridonda tutto a nostro beneficio. È come se aprissimo un varco più ampio per essere da loro aiutati.
4. La preghiera o i suffragi che facciamo per le anime del Purgatorio certamente vanno a loro beneficio.
E tuttavia, poiché tra noi e i defunti si attua una vera comunione, mentre noi diamo ad essi qualche aiuto, nello stesso tempo questo aiuto ci viene ricambiato.
I loro meriti, ascritti a beneficio di tutta l’umanità, in quel momento ridondano con una particolare intensità a beneficio di chi li suffraga.
Per questo il Catechismo della Chiesa Cattolica dice che “la nostra preghiera per loro può non solo aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore” (CCC 958).
(...)
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore ti benedico.
Padre Angelo

---------------------

Allora perché Kiko Argüello, invita le comunità neocatecumenali a celebrare una messa 'In memoria' della defunta Carmen Hernandez?
Perché addirittura un Vescovo su facebook asserisce di aver celebrato una messa in sua 'memoria' e non in suo 'suffragio'?
L'hanno già santificata, come indica il 'santino' che gira in rete con una sua foto giovanile e la scritta in calce 'ora pro nobis'?

Lo sa don Pezzi, che il giorno del funerale ha parlato di santità e di miracoli, che per i processi di beatificazione e di santificazione servono due miracoli post mortem?
Lo sa che, oltre al postulatore della causa del candidato agli onori degli altari c'è anche un "avvocato del diavolo" che raccoglierà tutto ciò che gli verrà segnalato?
Lo sa che, anche solo per la proclamazione del candidato 'servo di Dio', prima tappa del processo di canonizzazione, vanno raccolti tutti i suoi scritti e quelli che a lui si riferiscono?

Forse conviene loro aspettare ancora qualche anno, che muoiano tutti coloro che l'hanno direttamente conosciuta.
Nel frattempo, qualche messa a suffragio (e non in memoria) della sua anima, usando la preghiera per i defunti che ella voleva fosse tolta dalla liturgia della Messa, non guasterà.

Kiko elimina il giudizio finale e anche quello particolare
([qui] un articolo con i dettagli)
P.S.: non sarà invece che in Cammino non si crede né nel Giudizio personale, né in quello Finale?

Qui sopra visualizziamo sulla sinistra l'icona russa originale, a destra la "copia" di Kiko.

Kiko ha decisamente eliminato la fila alla destra del Padre di coloro che sono in attesa di giudizio (evidenziata con il circolo rosso sbarrato nell'icona russa a sinistra).

venerdì 26 agosto 2016

I nonni "faraoni" si devono rivolgere al Tribunale per vedere i nipoti

L'articolo n. 155 del Codice Civile dice che «Anche in caso di separazione personale di genitori il figlio minore ha il diritto (...) di conservare rapporti significativi con gli ascendenti (ndr: i nonni) e con i parenti di ciascun ramo genitoriale».

E in caso di Cammino Neocatecumenale, che succede?

Succede che se i nonni sono "faraoni", cioè sgraditi al Cammino Neocatecumenale, non possono vedere i nipoti e devono addirittura rivolgersi al Tribunale.

Riportiamo da un forum il commento di una nonna con la sua battaglia legale per ottenere il riconoscimento di un proprio diritto naturale:
Maria Luisa: «Finalmente! Una sentenza che dà valore ai nonni a cui anche la Repubblica rende giusto riconoscimento avendo a loro dedicato una festività civile e pubblica.

Contro l´affermazione di un Frate Minore che disse: "I NONNI NON CONTANO", dopo aver ascoltato le mie accuse alla Setta neocatecumenale.

Vorrei far presente alcune gravi situazioni della mia famiglia in relazione al Movimento (SETTA) Neocatecumenale in seno alla Parrocchia... vicino casa.

Mia figlia durante il triennio, quindi ancora minorenne, ha cominciato a frequentare la Comunità Neocatecumenale.

Questa frequentazione ha influito molto negativamente sulla sua vita e sui rapporti con la famiglia. Solo con il ricorso al Tribunale ho potuto conoscere mia nipote di quattordici mesi (nata nel 2006) e rivedere dopo altrettanto tempo il mio primo nipote (nato nel 2003), ma sempre con varie difficoltà ed isterismi di mia figlia.

Tra l´altro non sono stata invitata al Battesimo della mia nipotina nata nel 2005, perchè ¨contraria" al movimento setta neocatecumenale, cancro sociale che si sta espandendo a macchia d´olio.»


Nel Cammino Neocatecumenale «i nonni non contano», conta invece il caporesponsabile della comunità neocatecumenale...

mercoledì 24 agosto 2016

Il «kèrigma» di Kiko suscita «moltissime vocazioni»

Fede adulta: baciare la reliquia del sommo profeta Kiko
I laici vagliatori delle vocazioni neocatecumenali si apprestano a fare la prima scrematura dei cosiddetti "alzati", cioè quelli che si "alzano" alla chiamata vocazionale di Kiko Argüello, fondatore del Cammino, che essendo possessore del «kèrigma» (cioè della parlantina neocatecumenale), automaticamente «ha suscitato moltissime vocazioni».

Si tratta delle "vocazioni" che sono state «suscitate» lo scorso 1° agosto 2016, il giorno dopo il termine della GMG 2016: erano in "diecimila" [sempre numeroni!], incluse le famiglie per le Missioni di Kiko ad Gentes Convertiendas ad Kikos (stavolta le "famiglie" sono state fatte "alzare" solo per fare numero insieme alle "vocazioni"). [a proposito: che ci facevano le "famiglie" neocatecumenali alla GMG?]

Nella "circolare urgente" citata qui sotto si parla della "convivenza" presso un centro capace di accogliere fino a 130 persone. Evidenziamo alcuni passaggi per capire come funziona l'autonomia organizzativa di questa "chiesa nella Chiesa" che aggira comodamente i vescovi e la normale formazione al sacerdozio.


Carissimi fratelli e sorelle,
è ancora vivissimo in noi il ricordo della Giornata mondiale della Gioventù a Cracovia per la comunione che abbiamo sperimentato e le grazie che abbiamo ricevuto dal Signore nel pellegrinaggio. L’incontro con il Santo Padre e le sue parole hanno toccano il cuore di molti giovani, cosicché il giorno dopo, in quello con Kiko, i frutti sono stati abbondantissimi. In quest’ultima circostanza, infatti, dopo aver ricordato Carmen con molta gratitudine, il kèrigma di Kiko ha suscitato moltissime vocazioni di giovani al presbiterato, alla vita consacrata, come pure quelle di numerose famiglie per la Missio ad Gentes, per un totale di circa 10.000 persone. Una vera benedizione!

Le grazie, però, non sono finite, si tratta ora di lavorare della vigna del Signore per far sì che il frutto abbondante arrivi a maturazione.

Noi del centro vocazionale maschile neocatecumenale di Roma e Lazio, infatti, invitiamo i ragazzi che si sono alzati (non le ragazze, né le famiglie!), assieme a quelli che già frequentano il centro, alla tradizionale convivenza annuale di due giorni nella quale, anzitutto, ci conosceremo e dove, poi, alcuni saranno invitati a partecipare alla convivenza con Kiko di settembre per entrare in un seminario Redemptoris Mater.

Purtroppo non abbiamo tempo per potervi incontrare prima con le equipes del vostro settore, come avviene di solito, se è possibile lo faremo in un secondo momento, ma le équipes di settore o i vostri catechisti potranno comunque convocarvi per un incontro con loro quando riterranno opportuno.
Questa convivenza si terrà dal 28 agosto 2016, alle 19,30 fino al 30 agosto, nel pomeriggio, a Nemi nel Centro “Ad Gentes”, situato in: SP76a, 54, 00040 Nemi RM.

Le ragazze alzate fanno riferimento ai loro catechisti e al centro vocazionale femminile, contattando Giovanni e Annamaria S[omissis: cognome e numeri di cellulare].

Nell’attesa d’incontrarvi vi auguriamo che la Pace di Cristo rimanga in voi, sapendo che siamo tutti in combattimento, ma che le armi della luce e il perdono dei peccati sconfiggono ogni assalto del nemico!

A presto!
Don Gianvito, Don Franco, Giampiero e Anna, ,

lunedì 22 agosto 2016

I neocatecumenali non muoiono, vanno in Cielo

Pagliacciata kikiana del "girotondo col passetto"
attorno alla bara durante i funerali
di un giovane neocatecumenale
(...) Vorrei dire qualcosa sulle usanze spagnole in caso di lutto.
Per noi è buona educazione esprimere le condoglianze alla famiglia del defunto in silenzio, con un abbraccio o un bacio ma sempre con sobrietà.
Pensiamo che le parole si adattino di più alla vita - non facciamo discorsi o esprimiamo emozioni che si discostino dalle semplici espressioni di condoglianze.
Questo è il nostro protocollo culturale per il lutto. Sobrietà, ritegno. Il non aggiungere sofferenza alla famiglia con espressioni emotive. Diamo molto valore al silenzio.
La normalità è andare in cappella mortuaria e fare le condoglianze alla famiglia, poi di solito c'è una messa per gli intimi o pubblica, dipende dai desideri della famiglia; poi il defunto viene seppellito e, alla fine, alcuni giorni dopo, c'è di solito la messa del funerale.

In Spagna non facciamo le cose in modo differente. Non siamo gente "strana".

Tutto questo protocollo non si adatta per nulla agli usi del Cammino Neocatecumenale.

Quando muore un affiliato al cammino, è come una festa. Non ci sono lacrime, né silenzio; non c'è compostezza.
Si canta, si ride e si danza, finanche battendo le mani. Solo gioia e felicità.

Quando qualcuno muore, è una perdita. Anche se sei profondamente cattolico, non ti viene da vivere la tua perdita come un vantaggio. Tu, da cattolico, attendi il giudizio di Dio sull'Amore. Tu, da cattolico, credi nel giudizio finale e nella Resurrezione alla venuta di Dio. Tu, pur cattolico, sei umano. E gli uomini soffrono quando subiscono una perdita. Anche Gesù Cristo pianse alla morte del suo amico Lazzaro.

Invece da te, che sei neocatecumenale, ci si aspetta che canti ad alta voce e festeggi quando un tuo caro muore,  soprattutto se era un membro del Cammino. Quanto più appari felice, tanto più grande è la tua fede.
E si aspettano lo stesso atteggiamento da ogni cattolico e da ogni sincero credente. E se non condividi la loro visione, sei accusato di non avere fede a sufficienza.

Se piangi, per loro, non credi che il defunto sia in Cielo con Dio.

Processione neocatecumenale con "palme alte"
Le loro frasi standard sono "È passato/a al Padre", "sta cantando felice nel Cielo", "sta celebrando l'Eucaristia con Gesù Cristo in Cielo", "è con la veste bianca in Cielo insieme a tutti i Santi" eccetera.

Ricordo una donna molto conosciuta del Cammino in Spagna, figlia di uno dei primi iniziatori insieme a Kiko.
Insieme a suo marito, erano tra le prime famiglie mandate in missione, quando a lui fu diagnosticato un cancro. Morì molto giovane. Celebrarono un'Eucaristia "corpore insepulto" nella loro parrocchia di Madrid e fummo tutti impressionati da lei: fece la ammonizione ambientale, cantò i canti da salmista, cantò e incoraggiò tutti. Fu uno dei più grandi eventi propagandistici del Cammino che abbia mai vissuto in esso.

Fu additata ad esempio da tutti i catechisti come la cristiana perfetta secondo i canoni neocatecumenali.
Utilizzarono la sua vicenda per riprovare altri uomini e donne rimasti vedovi in caso piangessero o si sentissero tristi.

Naturalmente, nel Cammino non conosci mai veramente la vita reale delle persone che ti vengono mostrate ad esempio come le prime della classe.
I tuoi catechisti non ti diranno mai la verità. E io sapevo che questa "super donna" soffriva di gravi depressioni dopo la morte del marito. Lei ed i figli hanno sofferto tanto, come tanti altri.
Ma è stato sempre nascosto, mascherato ed edulcorato.
Io l'ho saputo perché ero buona amica di uno dei suoi fratelli.
L'ho potuto vedere con i miei occhi, nonostante tutti i metodi propagandistici usati dai super catechisti ed anche da Kiko quando parlavano di lei nelle loro catechesi.(...)
Messa "Cinquantina" neocatecumenale dopo Pasqua:
balletto-girotondo dopo aver bevuto il latte e miele
all'interno della liturgia in rito neocatecumenale

(...)  Ricordo mia suocera, che non entrò mai in cammino.
Un giorno assistette ad un funerale neocatecumenale e, alla fine, scandalizzata da quei neocatecumenali che non piangevano e ballavano, ci chiese "per favore, se mi volete bene, piangete almeno un po' per me".
Ora capisco il perché di quelle sue parole.

(nostra parziale traduzione di un articolo
pubblicato da Lapaz su Junglewatch)

sabato 20 agosto 2016

Dai giornali: vescovo neocatecumenale sfida il Papa

Mons. Savio Hon Tai-Fai, amministratore apostolico di Guam, ha pubblicato giovedì scorso (18 agosto 2016) un comunicato ufficiale nel quale afferma che l'arcivescovo neocatecumenale Anthony Sablan Apuron (su cui fra l'altro pendono diverse accuse di molestie sessuali su minori e anche di stupro), ha agito diversamente da quanto richiesto ripetutamente dalla Santa Sede.

Traduciamo e commentiamo qui alcuni passi di quel comunicato di Hon:
[...] vorrei condividere qualche informazione a proposito della proprietà (da qui in poi "property") utilizzata dal seminario Redemptoris Mater (RMS) e dall'Istituto Teologico Beato Diego (BDTI) in località Yona. La "property" è stata senza dubbio acquisita dall'Arcidiocesi e però il suo utilizzo è stato concesso in perpetuo all'RMS e al BDTI. Tale atto di concessione non venne fatto nella maniera usuale con un accordo ecclesiastico interno alla Chiesa, ma con la Declaration of Deed Restriction stabilita presso le autorità governative di Guam a novembre 2011.
La prima cosa che Hon non dice è che quella Restriction del 2011 venne operata in gran segreto dal vescovo neocatecumenale Apuron, a favore delle entità neocatecumenali RMS e BDTI, contrariamente al parere del consiglio per gli affari diocesani (pochi mesi dopo Apuron ne licenzierà tutti i membri - tranne uno neocatecumenale - poiché non era riuscito a convincerli ad accettare il fatto compiuto), contrariamente al parere del delegato apostolico dell'epoca, mons. Charles D. Balvo, e contrariamente alle intenzioni dei donatori della "property", che l'avevano donata all'arcidiocesi allo scopo di erigere un seminario per tutta la diocesi (non per uso esclusivo di un gruppo particolare).

La Declaration of Deed Restriction, nonostante l'astuta terminologia nel nome e nel testo, è a tutti gli effetti una donazione all'RMS di Guam, entità separata dalla diocesi, donazione operata nell'ambito della legge civile, che trasferisce effettivamente la proprietà (i neocatecumenali, mentendo, diranno sempre che la proprietà era rimasta dell'arcidiocesi). Per esempio, se l'RMS di Guam cambiasse i propri statuti potrebbe comodamente rivendersela. Gli articoli della Restriction prevedono un collegio di quattro garanti (Board of Guarantors), composto dall'équipe responsabile del Cammino negli USA (i coniugi Gennarini e don Pochetti), più - a titolo personale, non a titolo di arcivescovo di Guam - il vescovo pedofilo neocatecumenale Apuron.

Hon prosegue il comunicato dicendo:
Tale Deed è stata fonte di gravi dispute e divisioni nella nostra Chiesa. Giovedì 11 agosto [2016] ho incontrato il consiglio presbiterale della diocesi e alcuni membri della Chiesa a Guam. Abbiamo ascoltato una presentazione estensiva che ha illustrato in modo documentato come la Deed Restriction fu fatta senza procedere in conformità alle leggi della Chiesa e alla prassi, e come il testo della Deed Restriction ha creato grosse ambiguità.
Di fronte ad una presentazione "estensiva" e davanti al "consiglio presbiterale", Hon non può più far finta di niente (anche stavolta si muove solo quando non può più evitarlo) e comincia ad ammettere - meglio tardi che mai! - la malversazione relativa a quel seminario neocatecumenale. Procede quindi con lo scusarsi qualora le proprie affermazioni sulla "property" abbiano infastidito qualcuno e aggiunge un'affermazione ambigua:
Tali affermazioni, tuttavia, andrebbero comprese come un chiaro intento dell'amministrazione arcidiocesana attuale di ritenere fermamente che il titolo della "property" e i diritti legali su di essa dovrebbero unicamente appartenere all'arcidiocesi di Agaña e che la menzionata Deed Restriction, fonte di tante dispute e ambiguità su titolo e diritti, vada rescissa.
Nell'intervista in questione aveva detto di "non avere dubbi" (no doubt about it) sulla proprietà arcidiocesana, e ora invece fa un mezzo passo indietro per sottintendere che l'arcidiocesi «ritiene fermamente... che dovrebbero...», cioè non ha più la certezza. È evidente che non vuole che l'arcidiocesi venga citata in tribunale quando comincerà il processo sul certificato di proprietà falsificato dai neocatecumenali al preciso scopo di far credere ai fedeli che la "property" fosse ancora dell'arcidiocesi (per esempio il vicario generale, un presbitero del Cammino, pubblicò sul giornale diocesano il certificato taroccato).

C'è da notare in particolare in Hon quel linguaggio fumosamente donabbondiesco: cita le "dispute" (tra chi e chi? e perché?), le ambiguità (chi le ha promosse? chi le ha combattute? quali sono?), e chiede scusa per l'effetto delle proprie affermazioni piuttosto che per il contenuto, col sottinteso: "chi si è risentito per ciò che ho detto, semplicemente non aveva capito" (e però ora il "no doubt about it" non è più una certezza ma solo un "clear intent").

E a chi si domanda come mai l'amministratore apostolico Hon, che dal 6 giugno 2016 ha pieni poteri nell'arcidiocesi di Guam, non annulli d'autorità quella Restriction, risponde con un groppo in gola lo stesso Hon dicendo:
In verità, più di un anno fa, la Santa Sede aveva riconosciuto i problemi che una Deed Restriction avrebbe creato. Perciò sin da allora, più di una volta la Santa Sede ha comandato all'Arcivescovo Anthony Apuron di rescinderla e annullarla. Chiaramente quest'ordine non è stato eseguito.

Perciò io qui chiedo sinceramente la collaborazione di tutti i fedeli, di agire in ubbidienza alle direttive della Santa Sede. E, in particolare, chiedo che la comunità che attualmente gode in perpetuo l'utilizzo della "property", rinunci spontaneamente ed effettivamente, senza alcuna contestazione, al beneficio ottenuto dall'Arcidiocesi di Agaña. Tale coraggioso atto di rinuncia farà certamente guadagnare il rispetto e il riconoscimento dalla Santa Sede, così come da tanti fedeli, dal consiglio presbiterale, e da me stesso.
La Chiesa terrà aggiornati i fedeli sui progressi della questione.
Dunque l'arcivescovo neocatecumenale Apuron ha disubbidito al Papa (beh, e quale sarebbe la novità?), in più occasioni (fra parentesi, il termine "defy" indica proprio l'atteggiamento di sfida, resistenza, provocazione deliberata).

E mons. Hon non può rescindere e annullare l'atto, ma deve supplicare i proprietari neocatecumenali di farlo e di rinunciare "spontaneamente e senza contestazioni"... promettendo in cambio nientemeno che il "rispetto".

Capite, cari sacerdoti e vescovi, cosa succede quando i kikos agguantano un po' di potere?

Inganni, malversazioni, menzogne, furbate, immoralità, donazioni segrete (sempre tutto a danno dei fedeli cattolici), seminari del kikismo-carmenismo (con annesso istituto teologico farlocco)... e alla fine dei conti i kikos hanno sempre il coltello dalla parte del manico, e bisogna perfino implorarli di restituire alla Chiesa un po' del maltolto.

Tutto qui ciò che l'autorità della Chiesa (mons. Hon) sa chiedere ai vari Gennarini e Pochetti? Cosa ne penserà Kiko Argüello?
E quale sarà la contropartita che il vescovo pedofilo neocatecumenale vorrà in cambio della rescissione di un atto che nacque nell'inganno e nel segreto? E quale astuzia adopereranno stavolta i neocatecumenali (non sono citati nemmeno per nome: "chiedo che la comunità che attualmente...") per mantenere aperto un seminario kikiano RMS a Guam?

giovedì 18 agosto 2016

Intermezzo comico (ma tristemente vero)

Qui sotto una testimonianza personale di Lapaz.


Uno dei miei fratelli nella fede aveva osato dire al nostro cosiddetto "catechista" neocatecumenale: «La verità vi farà liberi, come ha detto Gesù» [cfr. Gv 8,32].

Il nostro cosiddetto "catechista", a cui non era mai andato a genio quel fratello fin dal giorno in cui quest'ultimo era entrato nel Cammino, gli urlò violentemente contro: «Non mettere nella bocca di Gesù i tuoi fottuti slogan da propaganda da quattro soldi!»

Era nero dal furore e voleva anche picchiarlo, ma il nostro parroco - membro anche lui della stessa comunità neocatecumenale - gli disse a gran voce: «non lo colpisca, la prego! lui non sta ripetendo alcuno slogan propagandistico: io ho letto quelle stesse parole in uno striscione quando siamo rientrati dalla GMG in Polonia» (riferendosi alla prima GMG celebrata con Giovanni Paolo II in Polonia).

Non riuscivo a crederci! Il nostro parroco era un domenicano, presumibilmente molto preparato nella predicazione e con tante ore di studio, e aveva dichiarato di credere che «la verità vi farà liberi» fosse solo una bella frase letta in uno striscione durante un pellegrinaggio con Giovanni Paolo II.

Ora capisco perché i domenicani sono prossimi all'estinzione. Storicamente erano i cani da guardia di Nostro Signore, pronti ad abbaiare e mordere in Sua difesa.

Il domenicano era un fallito, totalmente mediocre nella sua formazione cattolica. Ed illustra, al pari del mio cosiddetto "catechista", che tipo di nemico stiamo combattendo.

martedì 16 agosto 2016

La chiamano "liturgia" ma è una carnevalata

"Liturgia" neocatecumenale
Prendiamo spunto da un discorso di papa Benedetto XVI ai vescovi francesi in visita ad limina il 18 novembre 2012:
Come ricorda il Concilio, l’azione liturgica della Chiesa fa parte anche del suo contributo all'opera civilizzatrice (cf. Gaudium et spes n. 58, 4). La liturgia è in effetti la celebrazione dell'evento centrale della storia umana, il sacrificio redentore di Cristo. Attraverso quello esso testimonia l'amore con cui Dio ama l'umanità, essa testimonia che la vita dell'uomo ha un senso e che egli è chiamato per vocazione a condividere la vita gloriosa della Trinità.  L'umanità ha bisogno di questa testimonianza. Essa ha bisogno di percepire, attraverso le celebrazioni liturgiche, la coscienza che la Chiesa ha della Signoria di Dio e della dignità dell'uomo. Essa ha diritto di poter discernere, al di là dei limiti che segneranno sempre i suoi riti e le sue cerimonie, che Cristo « è presente nel sacrificio della Messa, e nella persona del ministro » (cf. Sacrosanctum Concilium, n. 7). Conoscendo la cura che dedicate alle vostre celebrazioni liturgiche, vi incoraggio a coltivare l'arte di celebrare, ad aiutare i vostri preti in questo senso e ad operare senza posa per la formazione liturgica dei seminaristi e dei fedeli. Il rispetto delle norme stabilite esprime l'amore e la fedeltà alla fede della Chiesa, al tesoro di grazia che essa custodisce e trasmette ; la bellezza delle celebrazioni, ben più che le innovazioni e gli adattamenti soggettivi, costituisce opera duratura ed efficace di evangelizzazione.
Potete star certi che qualsiasi membro del Cammino Neocatecumenale si dirà pienamente d'accordo con Benedetto XVI, non capendo - o fingendo di non capire - che Benedetto XVI parla d'altro.

Infatti i kikos chiamano falsamente "liturgia" i loro cerimoniali caserecci inventati dai loro "iniziatori".

Benedetto XVI parlava della liturgia come culto a Dio. Cioè la liturgia di tutta la Chiesa, chiaramente normata nei libri e documenti liturgici, che sono "prescrittivi": cioè ti dicono cosa si deve e non deve fare, eventualmente ti dicono cos'altro si può fare, e tutto ciò che non prevedono è espressamente vietato.

Per i neocatecumenali, invece, la liturgia è una fabbricazione umana modificabile a piacere di due laici, gli autonominati "iniziatori del Cammino" Kiko Argüello e Carmen Hernàndez. È uno spettacolino imbecille, in cui ognuno deve "fare la sua parte" (come le omelie dei laici spacciate per "monizioni" e "risonanze"), che termina con un patetico balletto-girotondo finale. Tutto questo è proibito anche dallo Statuto del Cammino.


Kiko Argüello e Carmen Hernàndez da oltre mezzo secolo (fin dalla fine degli anni '60) hanno preteso di chiamare "liturgia" le imbarazzanti carnevalate da loro inventate, ed hanno letteralmente costretto i loro adepti a "celebrare" la pagliacciata del sabato sera, in sostituzione della Messa parrocchiale.

Nella mentalità neocatecumenale la liturgia delle pagliacciate è superiore a quella della Chiesa Cattolica.

Del resto era inevitabile che una fede inquinata producesse un inquinamento della liturgia.

domenica 14 agosto 2016

I figli del cammino

Lino ci segnala questo gruppo Facebook di "figli del Cammino" che nel tentativo di pubblicare cosucce simpatiche per i fratelli, involontariamente conferma alcuni vergognosi arcani neocatecumenali.


La "Danza" (notare la maiuscola), cioè il ridicolo girotondo a fine liturgia:


Con un tono scherzoso ma non troppo, oltre agli standard neocatecumenali su canti e letture, la fidanzatina neocatecumenale annuncia al futuro marito che il ridicolo girotondo col passetto è indispensabile ai fini della validità del matrimonio. Niente "balletto finale"? niente sacramento! niente matrimonio! Annulliamo!

A chi non conoscesse tale "danza" obbligatoria alla fine della liturgia neocatecumenale, suggeriamo il video commentato nella pagina: «Se questa è liturgia...».


La patetica fissazione coi nomi vetero-testamentari:


Per ostentare il proprio status di cristiani adulti, i neocatekikos disprezzano i nomi dei santi ed il Nuovo Testamento, e cercano di scimmiottare gli ebrei anche nel modo in cui assegnano i nomi ai figli.

Come infatti ha detto mons. Schneider, «il Cammino Neocatecumenale è una comunità protestante-ebraica, che di cattolico ha solo la decorazione».


I cosiddetti "catechisti" del Cammino sono al di sopra di ogni critica


I cosiddetti "catechisti" neocatecumenali si presentano come «angeli» e «ispirati dallo Spirito» (Kiko comanda sempre l'ubbidienza assoluta ai cosiddetti "catechisti" del Cammino), e perciò sono al di sopra di ogni critica, ed esigono ubbidienza anche quando comandano cose totalmente sbagliate o assurde poiché - nella superstizione neocatecumenale - chi disubbidisce loro, disubbidisce a Dio. Il che contribuisce al fatto che salvo rarissimi casi, nei cosiddetti "catechisti" del Cammino cresce un'arroganza invincibile.

Pertanto i figli dei cosiddetti "catechisti" spaziano fra l'esaurimento nervoso di chi subisce tale circostanza, fino alla superbia e al cinismo di chi riesce ad approfittarne. A giudicare dalla vignetta, i primi sono più numerosi dei secondi..



Il patetico balletto-girotondo alla fine della Messa del sabato sera


Secondo la propaganda neocatecumenale, i giovani che il sabato sera non partecipano alle liturgie del Cammino (cioè "il resto del mondo"), vanno a ballare, ad ubriacarsi e a fornicare: fuori del Cammino esiste solo la perdizione.

I giovani kikos, in qualità di "figli del Cammino", non possono scansare la pagliacciata liturgica del sabato sera, e perciò si limitano alla battuta (triste e invidiosa) sul "ballare" in comunità alla celebrazione neocatecumenale del sabato sera.



Le sacre "convivenze"


Le cosiddette "convivenze" del Cammino vorrebbero scimmiottare gli esercizi spirituali, ma si riducono ad essere vacanzine utili a socializzare con altri kikos. I "figli del Cammino", più pagani dei pagani, vanno perciò a fare sfoggio di vanità e a caccia di preda a scopo fidanzamento - per evitare che i cosiddetti "catechisti" comincino a richiedere di "alzarti" agli show vocazionali di Kiko.

Lo stesso succede ai matrimoni neocatecumenali. Ed infatti...

...l'erba del vicino è sempre più verde!




«I catechisti non vogliono, obbedienza»

Saranno anche giovani, ma già le loro vite dipendono dall'obbedienza ai cosiddetti "catechisti" del Cammino...


venerdì 12 agosto 2016

Il genero taleban-neocatecumenale, e altri episodi

Varie testimonianze dallo spazio commenti.


Maschilismo talebano
A proposito della matrice maschilista del Cammino Neocatecumenale, proprio oggi è tornato a trovarmi una persona che sapeva della mia fuoriuscita dal CN, veniva per consolarsi, era disperato perchè la sua unica figlia andava in sposa ad un neokat, e già aveva notato che tante cose non andavano definendole strane.
Appellava il futuro genero come debosciato cronico sempre sul divano, apatico e asociale.
Dopo quattro anni è tornato per parlarmi... la figlia ha già tre pargoletti e non ce la fa più, ha lasciato il Cammino, e ha definito il genero un mussulmano, nel senso che lui non fa proprio niente per aiutare la moglie e come un buon mussulmano è la donna che porta avanti la famiglia e, da buon mussulmano, "Lui" prega........

Ha detto che domenica ha assistito a delle "Lodi" drammatiche dove i figli piangevano disperatamente ma il talebano ha continuato imperterrito a "pregare".
Forse che il pianto e la disperazione dei propri figli era il "demonio" che lo distoglieva dalle "Lodi"?
E la figlia?
Non ha potuto far niente.


Porco
Mi chiamo Aldo. Facevo parte del cammino neocatecumenale, ma, grazie a Dio, ho trovato la forza di uscire. NON FATELO MAI!!!! Mi hanno "scomunicato", ed anche il vescovo di Macerata, Nazareno Marconi, mi ha detto di andarmene dalla Diocesi di Macerata. Carmen Hernandez, nel 2012, dopo che ero uscito dal cammino, a Porto San Giorgio, mi ha chiamato "Porco".


Il sacco nero
Esperienza di un papà che per amore della propria figlia e per non tagliare l'esile filo che ancora li collega decide di dare ascolto alle prime catechesi del Cammino e parteciparne alla prima "convivenza":

Tipico arredamento liturgico neocatecumenale:
tavolone smontabile infiorato, menorà a nove fuochi,
dipinti kikiani in "nueva estetica che salverà la Chiesa"...
"Al momento del sacco nero, tu sai come funziona", mi dice l'amico, il kapokatechista dopo un primo giro dice che bisogna fare ancora un piccolo sforzo perchè mancano i soldi per pagare la quota delle tre baby sitter al seguito dell'equipe: ripensando che io per anni ho dovuto pagare oltre 350.000 mila lire al mese per la mia baby sitter in una famiglia con unico stipendio da operaio capendo dove saremmo andati a parare ho mandato tutti al diavolo e ho abbandonato tutto".

Penso proprio che questi siano arrivati alla "frutta" perchè ricordo che quando io ero catechista la comunità dell'equipe che evangelizzava faceva più collette per garantire un "fondo" per coprire eventuali "buchi" creatisi dal giro del sacco nero nella prima convivenza alla nascita di una nuova comunità, per non scandalizzare i nuovi adepti.
Ora se proprio all'inizio chiedono già dei "piccoli sforzi" credo che siano arrivati alla frutta.


"Evangelizzazione" vuota di Cristo
ma ricca di chiasso
Qualche domenica fa, una catechista della parrocchia di cui faccio parte, appartenente all'AC, ebbe modo di ascoltarvi. Risultato: un gran mal d'orecchi per il tanto chiasso che ha sentito (e che a noi poveri "cristiani della domenica" quasi impediva di pregare il Santo Rosario in parrocchia!) e una "predicazione" vuota di Cristo e piena di voi stessi e del CNC (però ha imparato il vostro balletto, questo sì). Insomma, di Cristo poco e niente! E aggiungo che mi è capitato di sentire in radio una trasmissione che mette a confronto la dottrina della Chiesa Cattolica con quella dei Testimoni di Geova! Ebbene, posso dire che quando si parlava di loro, sembrava parlassero di voi NC. Bastava sostituire il vostro movimento al loro, e le differenze erano veramente minime! Io qualche domanda me la farei...

mercoledì 10 agosto 2016

Santosubito-santosubito

Un raro esempio di utilizzo del latino nel Cammino:
"Ora pro nobis" -

santino circolato tra neocatecumenali su facebook

Santino ufficiale con logo aziendale di Kiko ⨳ϸ𐎍|ਗ'𐌳
Breve e incompleto promemoria:
Nota: negli ambienti neocatecumenali dicono che sarebbe stata cremata. Qualche kikos può documentatamente confermare o smentire? E se è stata cremata, ci può spiegare per quale esatto motivo, senza ricorrere ad astuzie e acrobazie verbali?

lunedì 8 agosto 2016

«Se quella bestia di tuo marito torna a casa, tu gli aprirai la porta e il letto nuziale»: così ordinò il Katekista neocat

«Guardavamo quel marrano, che si impegnava a diventare un' anima ancor più nera, che dava delle disposizioni a una donna che non aveva detto tutti i motivi per i quali il marito era andato via di casa.

Era risaputo che bestia fosse, quel marito, con gravi problemi comportamentali.

Le istruzioni furono chiare e ultimative: "Se tuo marito torna a casa, tu gli apri la porta e naturalmente anche il letto nuziale".

Il catechista neocatecumenale la fissò da sopra gli occhiali e le disse: "Hai capito, vero?"

La donna abbassò la testa piena di vergogna (ed ora che so quello che so, mi sento piena di rabbia per aver taciuto!) ed egli le ripetè la stessa domanda, finché la povera donna, con un fil di voce, rispose "Sì".»

(nostra traduzione di una testimonianza
pubblicata su Thoughtful Catholic)

sabato 6 agosto 2016

Un'offerta che non puoi rifiutare...


Su un blog neocatecumenale di Guam (sponsorizzato dal "super-catechista" neocat di Guam), un utente ricorda che ci sono dei sacerdoti filippini che da molti anni (alcuni addirittura da trent'anni) hanno fedelmente servito la Chiesa a Guam (arcidiocesi di Agaña), senza mai essere stati incardinati.

Hanno rifiutato di celebrare le carnevalate liturgiche del Cammino.


Il vescovo di Guam, il neocatecumenale Anthony Apuron, ha scritto loro delle lettere per dire che se non avessero servito il Cammino Neocatecumenale li avrebbe mandati via.

La neocatecumenale "Diana" ha risposto:
Non sono stati obbligati a entrare nel Cammino. Gli è stato detto di scegliere. Possono entrare nel Cammino, oppure hanno un anno di tempo nell'arcidiocesi di Agaña e poi tornarsene nel loro paese di origine.
Chiaro il concetto neocatecumenale? È un'offerta che non puoi rifiutare... 

Quanti sacerdoti, anche qui in Italia, hanno dovuto subire simili offerte?

mercoledì 3 agosto 2016

Vescovo pedofilo neocatecumenale e prescrizione abusi sessuali: due pareri

Il Cammino Neocatecumenale dichiara di essere un frutto del Concilio Vaticano II, ed infatti da oltre mezzo secolo si esprime celebrando carnevalate liturgiche (inutilmente condannate da tutti gli ultimi Pontefici), insegnando ambiguità e vere e proprie eresie, comprando per trenta denari il consenso del clero e dei vescovi, e naturalmente opprimendo in ogni modo i propri adepti.

A tali frutti del Cammino va aggiunta la protezione dei suoi membri pedofili, cosa che sta per danneggiare l'intera Chiesa Cattolica poiché gli amiconi del Cammino nella gerarchia ecclesiale stanno manovrando per insabbiare certe sporche faccende dell'arcivescovo neocatecumenale di Guam (isola nell'oceano Pacifico, territorio incorporato degli USA), tale Anthony S. Apuron [che verrà condannato definitivamente ad aprile 2019 anche dalla Santa Sede].

È incredibile come la stampa italiana, di solito così attentamente occhiuta sugli scandali del clero, sia riuscita a tacere ciò che in questi ultimi due mesi - da metà maggio 2016 ad oggi - guadagna quotidianamente parecchi articoli sui giornali dell'area del Pacifico e americana.

Lì a Guam sta per passare una legge che elimina i termini di prescrizione per i reati di abusi sessuali sui minori, il che aprirebbe le porte al processo contro Apuron e contro le istituzioni (cioè contro la Chiesa). Alla luce del fatto che lo scorso 1° agosto 2016 a Cracovia il fondatore del Cammino Neocatecumenale Kiko Argüello ha arringato i suoi fans di Guam dicendo: «Coraggio, preghiamo per vostro vescovo, preghiamo per voi e per tutta la persecuzione», presentiamo qui sotto la traduzione di due interventi nel dibattito pubblico sulla proposta di legge.



Nostra traduzione dell'intervento di V. P. Pereda (Guam, 31 luglio 2016):

Al senatore F.B.Aguon, Jr.

Oggetto: Testimonianza a sostegno della legge sostitutiva nr. 326-33

(legge intesa ad eliminare la caduta in prescrizione dei reati di abusi sessuali, ndt)

Caro senatore Aguon,
il mio nome è Vincent P. Pereda e sono residente a Tamuning. Do qui una testimonianza scritta sulla legge sostitutiva nr. 326-33 non solo come cittadino preoccupato per i bambini vittime di abusi sessuali ma anche in qualità di professionista di medicina mentale che per oltre vent'anni ha lavorato con molestatori sessuali condannati e passati in giudicato. Pertanto vorrei presentare questa testimonianza dalla prospettiva alternativa del criminale sessuale.

Per mostrare che so bene di cosa parlo, mi sia concesso di parlare un po' del mio background professionale. Sono un operatore socio-sanitario certificato dal Board Americano degli Esaminatori degli Operatori Socio-Sanitari fin dal 1980 e ho anche la licenza di psicologo professionale a Guam fin da quando fu istituita per legge nel 1989. In totale ho accumulato più di trent'anni di esperienza da psicologo, direttore di programmi e amministratore clinico. Per conto del governo di Guam ho lavorato per i centri di detenzione minorile e di adulti, per la salute mentale e per conto della magistratura di Guam. Inoltre ho lavorato per vent'anni nel servizio civile federale come assistente socio-sanitario e psicologo per il dipartimento della Marina nell'ospedale della Marina a Guam, per la flotta navale e i centri di supporto alla famiglia e per il dipartimento per gli affari dei veterani. Mi sono ritirato dal lavoro sia per il governo di Guam che da quello federale, ma ho continuato a lavorare su commissione per la Corte suprema di Guam offrendo consulenze per i clienti della Corte. In questa veste ho lavorato con moletatori sessuali sia giovani che adulti, effettuando valutazioni cliniche e indicando interventi di trattamento diretto. So di stare invecchiando ma non sono preoccupato; compirò 69 anni questo mese ma mantengo lo zelo e la passione nel continuare la mia professione.

Il vescovo neocatecumenale
Anthony Sablan Apuron
Nel trattare la situazione di Anthony S. Apuron, dopo aver ascoltato tutti i resoconti delle molestie sessuali e stupro che sono stati pubblicamente testimoniati dalle vittime che coraggiosamente si sono fatte avanti, non ho alcun dubbio sul fatto che Anthony Apuron può essere considerato un molestatore seriale di bambini che ha perpetrato il suo comportamento sessuale criminale per molti anni senza essere scoperto e/o denunciato. Molti lo hanno indicato come un pedofilo (un criminale sessuale che ha un interesse primario e un'attrazione sessuale verso i bambini) oppure come un efebofilo (un criminale sessuale attratto da adolescenti, che può includere teen-agers e preadolescenti). Dato che Apuron non è mai stato ritenuto responsabile per alcuno dei suoi atti sessuali illeciti, noi semplicemente non sappiamo fin dove si è spinto con altre vittime. È ben possibile che in aggiunta a bambini e adolescenti potrebbe aver continuato la sua devianza sessuale anche con adulti. Ciò che è finora pubblicamente noto è che sembrerebbe aver molestato sessualmente quattro vittime maschili, incluso lo stupro di uno di loro. Se fosse stato denunciato quando commise questi atti criminali negli anni Settanta mentre era parroco, per le leggi in vigore oggi sarebbe stato accusato di condotta sessuale criminale di primo e secondo grado (come da crimini di primo grado), che sono i livelli più alti dei reati sessuali. Se condannato per tali crimini, avrebbe dovuto affrontare il carcere da quindici anni all'ergastolo, e se condannato con aggravanti per più di un caso di condotta sessuale criminale di primo grado, sarebbe stato condannato all'ergastolo senza condizionale. Il signor Apuron sarebbe stato anche inserito nel registro dei criminali sessuali come un criminale di primo livello, che significa che sarebbe rimasto schedato per il resto dei suoi giorni e posto sotto sorveglianza e supervisione della Corte. Questo è perché le nostre leggi sulla condotta sessuale criminale si sono evolute seriamente nel corso degli anni. La nostra società non prende più alla leggera gli abusi sessuali sui bambini e gli abusi sessuali con aggressione.

Se continuiamo con lo scenario di Anthony Apuron portato in tribunale, con questo sistema giudiziario sarebbe soggetto ad un'indagine che coprirebbe tutti gli aspetti del suo crimine. In qualità di criminale sessuale, dovrebbe essere sottoposto ad una valutazione psico-sessuale che esigerebbe un esame dettagliato della sua storia sessuale e psico-sociale, che includerebbe una serie di test diagnostici come la verifica al poligrafo e altri sistemi di valutazione per verificare la verità delle sue affermazioni. Le sue risposte negative o ingannevoli verrebbero definitivamente scoperte. L'investigazione includerebbe inoltre l'intervistare e il richiedere informazioni dalle vittime note, a proposito del comportamento sessualmente abusivo del criminale.

Anche se è stato detto che Apuron sta subendo un'indagine a Roma da parte della Santa Sede, ci si dovrebbe domandare se ciò stia davvero accadendo, in particolare per il fatto che le vittime che si sono fatte avanti hanno dichiarato di non essere state ancora contattate da un ufficiale del Vaticano. Infatti, nessuna delle vittime note è mai stata contattata dalla Curia per incontri o colloqui a proposito i loro rispettivi incidenti. La Curia si è limitata a pubblicare comunicati riguardo alle vittime, e a quanto pare ha ritenuto che ciò sia sufficiente e che non sia necessario alcun contatto personale. Non è stata data alcuna informazione alla gente di Guam a proposito dello status attuale di Apuron. È perciò comprensibile che abbondi lo scetticismo su cosa stia effettivamente avvenendo all'arcivescovo Apuron.

Come noto, molti criminali sessuali non sono particolarmente tempestivi nell'ammettere il loro comportamento sessuale deviato. La negazione di tale comportamento è una dinamica tipica che permette loro di sfuggire alle proprie responsabilità e all'essere ritenuti responsabili per il loro comportamento sessuale illecito. Questo è stato particolarmente evidente in Apuron nella sua categorica e pubblica negazione di aver commesso abusi sessuali sui suoi accusatori. Tale gesto indicibile e massimamente vergognoso è assai difficile da ammettere, tanto che perfino dopo essersi dichiarati colpevoli di qualche condotta criminale sessuale, molti criminali sessuali spesso negano di aver commesso l'atto quando vengono incontrati per il counseling. Di solito è solo dopo che il criminale sessuale si rende conto che insistere nella negazione porta alla scoperta della sua colpa, che ammetterà il suo reato e accetterà un accordo giudiziale che gli comporti la punizione minore.

Tale ammissione, peraltro, spesso non è una piena e veritiera ammissione di responsabilità per il suo comportamento sbagliato e atroce, ma solo un'ammissione parziale spesso causata da razionalizzazione e minimizzazione. Ecco perché i criminali sessuali sono considerati una delle più difficili categorie di popolazione da trattare.

Come sappiamo, dati gli scenari presentati, Anthony Apuron non affronterà accuse di crimini per i presunti crimini sessuali perpetrati contro le note vittime. Quella porta è apparentemente chiusa e non può essere aperta. Ma lui potrà essere costretto ad affrontare le accuse sulla sua cattiva condotta sessuale attraverso la Legge Sostitutiva 326-33, che dà ai bambini vittime di abusi sessuali l'opportunità di portare in tribunale i loro perpetratori per atti che hanno impattato negativamente sulle loro vite, così come il permettere di querelare istituzioni, organizzazioni e altri individui che si sono attivati per coprire tali atti. Questa potrebbe essere l'unica via utile per i bambini vittime di abusi sessuali per ottenere finalmente la tanto attesa e necessaria giustizia. Pertanto io chiedo fortemente alla legislatura di far diventare legge questa proposta.

Rispettosamente, V. P. Pereda


Aggiungiamo qui la nostra traduzione dell'intervento di T. J. Rohr (Guam, 28 luglio 2016):

All'onorevole F. B. Aguon, Jr.

Oggetto: Testimonianza a sostegno della legge sostitutiva nr. 326-33 come sostituita dalla Commissione

Non poteva esserci miglior esempio, rispetto a ciò che abbiamo visto ieri alla conferenza stampa indetta dall'arcivescovo Hon Tai-Fai (amministratore apostolico per l'arcidiocesi di Agana, Guam),  per capire perché abbiamo bisogno di questa legislazione.

Nonostante sia stato inviato a Guam dal Papa stesso con istruzioni dirette di prendere “misure urgenti” riguardo al disastro causato dalle terribili testimonianze di stupro e molestie di giovani ragazzi negli anni '70 da parte dell'arcivescovo Anthony Apuron, e causato anche di più dalle terribili risposte di Apuron a quelle testimonianze, l'arcivescovo Hon, prendendo il controllo della diocesi con un discorso alla Chiesa Cattolica di Guam nella parrocchia di sant'Antonio il 9 giugno, non ha detto neppure una parola su tutto questo.

In sèguito, quando è stato pressato a intervenire dopo che una terza e una quarta presunta vittima si sono fatte avanti, Hon ha fatto una pubblica dichiarazione riguardo al fatto che pregava sia per Apuron che per le vittime, “senza pregiudizio.”

Il 12 giugno, W. Denton, che ha accusato Apuron di averlo stuprato quando era un dodicenne chierichetto ad Agat, era lì sui gradini della cattedrale a pochissimi passi di distanza dall'arcivescovo Hon. Un fotografo di PDN News ha immortalato il momento in cui W. Denton ha chiesto a don T. Nowak - che era a lato di Hon - di parlargli. Hon stava arringando i dimostranti di fronte alla Cattedrale. Nowak ha risposto a Denton: “No, ora deve celebrare Messa.” Subito dopo Nowak e Hon si sono voltati dall'altra parte e se la sono svignata in cattedrale.

Dopo oltre due mesi, la protesta continua
Denton e sua moglie decisero perciò di partecipare alla Messa celebrata da Hon. Ma Denton stesso ci dice che ancor prima che cominciasse la Messa, Hon ha detto ai fedeli che c'era una protesta fuori dalla cattedrale e che si sarebbe dissolta nell'arco di “un paio di settimane.” Denton e sua moglie a questo punto se ne sono andati via dalla cattedrale.

Il 1° luglio, R. Klitzkie e G. Perez, rappresentanti i Concerned Catholics of Guam, hanno incontrato l'arcivescovo Hon e condiviso con lui una lunga lista di problemi, specialmente includendo il fatto che Hon ha avuto scarsa attenzione per le presunte vittime di Apuron. Klitzkie ci riporta che l'unica risposta di Hon è stata quella di “cavillare” sul termine “vittime”, e infine dire “arrivederci.”

Sono ormai decenni che la Chiesa Cattolica si è mostrata tipicamente poco propensa ad emendarsi sulla questione delle molestie di minori da parte del clero cattolico, tranne nei casi in cui improvvisamente viene messa di fronte alle conseguenze legali e fiscali.

Questo è esattamente ciò che è avvenuto lunedì 25 luglio, quando l'arcivescovo Hon ha ricevuto una citazione per difendersi dalla denuncia presentata dall'avvocato D. Lujan a nome dei suoi clienti, le presunte vittime che Apuron successivamente e in pubblico aveva diffamato, calunniato e malignato.

Non è una coincidenza il fatto che Hon abbia indetto una conferenza stampa appena due giorni dopo per affermare di star tentando di contattare le vittime e di star prendendo sul serio le accuse. Data la risonanza internazionale sulla stampa per il caso Guam durante la prima fase delle accuse contro Apuron, praticamente tutto il mondo sapeva che quello era il motivo per cui Hon era stato inviato qui. Eppure c'è voluta una denuncia legale formale e quasi due mesi di tempo affinché Hon si muovesse e parlasse così.

Purtroppo l'abominazione degli abusi sessuali sui bambini ha prosperato nei budelli della Chiesa Cattolica a causa di una mentalità di reciproca discrezione fra preti e di una falsa aura di santità attribuita al clero da tanti laici benpensanti. Ma più di tutto, visto che nei media si comincia a parlare con maggior frequenza di quella “sporcizia nella Chiesa” (come la definì papa Benedetto), va considerata l'arroganza episcopale che abbiamo dovuto subire prima da Apuron e ora da Hon.

Nulla - ripeto: NULLA - sembra scuotere questi “monarchi della Chiesa” verso comportamenti responsabili, tranne il lungo braccio della legge. E purtroppo, sebbene a muoverli dovrebbe essere la legge di Dio, non è quella. Sono invece le leggi come quella di cui si parla oggi.

Senatori, che lo sappiate o no, il mondo intero sta osservando. Andate sul flag counter di JungleWatch.info e guardate il numero di paesi che stanno vedendo il dramma che va avanti qui ogni giorno a Guam. Guardate il real time counter e notate i log-in cliccati ogni pochi secondi da ogni angolo del globo. Date un'occhiata al page view counter e notate come si aggiri attorno alle diecimila visite giornaliere. E nel flag view counter controllate quanto spesso ci siano cliccate dalla Città del Vaticano.

Perché stanno cliccando?

L'arcivescovo Apuron è membro di un'organizzazione internazionale molto ricca e molto potente che ha causato enormi dolori e devastazioni in diocesi di tutto il mondo, e che anche adesso si sta prendendo cura di lui nascondendolo come ha fatto per altri chierici disgraziati, tra cui recentemente il nostro don L. Camacho che è stato segretamente trasferito in una diocesi mediorientale dopo il suo arresto a Guam l'anno scorso.

Aprile 2017: manifestazione di fedeli cattolici
davanti alla cattedrale di Guam; i cartelli dicono:
"riducete allo stato laicale il pedofilo Apuron"
(foto: Pacific Daily News)
Il fatto che un vescovo resista alle accuse di simili orrori, e che una figura importante della Curia Romana sia stata assegnata a Guam al suo posto, ha alzato il livello di attenzione mondiale a ciò che sta succedendo qui e adesso ed in questa stessa stanza [dove si discute il testo della legge, ndt].

C'è la possibilità che se questa proposta diventa legge, l'arcivescovo Anthony Sablan Apuron, uno dei pochi vescovi del mondo esplicitamente membro di tale organizzazione e di cui è un player importante nel suo folle piano, verrà portato davanti alla giustizia e il Vaticano finalmente si accorgerà che tutto questo spostare e nascondere i molestatori e stupratori di bambini, non solo non verrà tollerato ma verrà inseguito e perseguìto con tutti i possibili mezzi legali.

Senatori, il mondo sta osservando e aspetta di vedere se siete pronti e disponibili a fermare questi mostri.

T. Rohr
residente ad Agat, Guam

martedì 2 agosto 2016

GMG 2016: Kiko Argüello perde altre preziose occasioni per tacere

«Abbiamo
parrocchie ortodosse!»
Alcune espressioni di Kiko Argüello allo show delle "alzate" neocatecumenali dopo la fine della GMG 2016.


Kiko: "Paolo VI ha fatto delle catechesi del mercoledì sul Cammino Neocatecumenale dicendo: «Questo lo dedico al Cammino»" (???)

"Voi tutti siete nati perchè i vostri genitori hanno obbedito al Cammino" (il sottinteso neocatecumenale vorrebbe dire che il Cammino ha compreso l'Humanae Vitae)

"Stiamo facendo un ponte con gli ortodossi: abbiamo parrocchie ortodosse che fanno il Cammino" (a Mosca, per giunta!)

E poi le solite frasi di circostanza:

"L'Europa è in mano all'Anticristo. Basta vedere i vostri amici di università: non hanno niente"

"Il peccato originale ti schiavizza, ti obbliga. Siamo tutti schiavi delle nostre concupiscenze" (e quando mai!)

"Il Cammino ha la capacità di formare un figlio di Dio" che, quando è embrione, ha un "cordone ombelicale che è la obbedienza al catechista"

«In dieci anni
nei seminari R.M.
non ci sono state
defezioni!»
E che, siccome Gesù è stato in famiglia per 30 anni, il Cammino dura 30 anni.

Poi si è dilungato sulle vocazioni che mancavano e che, a suo dire, il Cammino poteva rimpinguare fino a "risolvere il problema", che "in dieci anni nei seminari Redemptoris Mater non ci sono state defezioni" (ma davvero?)

Poi visto che i cardinale Dziwisz aveva detto a Kiko di "non essere geloso" dei seminarsti R.M., lui ha ribattuto: noi non abbiamo problemi a mandarli in quelli diocesani... basta che continuino il Cammino.

Di don Mario Pezzi ricordo solo che ha detto una cosa tipo: "Raccomando di rimanere attaccati alla celebrazione della Parola... all'Eucarestia e alla Veglia che Kiko e Carmen hanno combattuto per mantenere... perché volevano toglierla al Cammino" (e perché, se è tutto approvato?)

Poi - come previsto - i soliti numeroni: 3000 ragazzi, 4000 ragazze.

Seguono raccontini di vita in Cina (in realtà ha detto a Taiwan... che non è proprio la stessa cosa) con tanto di letterina e siparietto con tanto di rimprovero a tal Ezechiele (non so chi sia) che parlava e che gli doveva portare la sua Bibbia...

C'è una cosa però che debbo dire e lo dico con sincerità: c'è stato un momento in cui stava dicendo qualcosa di veramente bello e sensato... peccato che poi si è bloccato perché qualcuno gli ha detto che doveva concludere (ma poi si è tirato altri 20 minuti cambiando discorso). Peccato.
(da: AleCT)


Ma a lasciare particolarmente sbigottiti sono le esternazioni di Kiko a proposito del vescovo neocatecumenale Apuron.


Subito dopo aver vantato i "300 fratelli da Guam" (praticamente tutto il Cammino di Guam, esclusi animali domestici e infanti), Kiko ha il barbaro coraggio di gridare nel suo solito itagnolo:
«Coraggio, preghiamo per vostro vescovo, preghiamo per voi e per tutta la persecuzione».
Il cardinale O'Malley è addirittura il "chairman"
del Board dei Trustees della
Domus di Kiko a Gerusalemme
Come, cosa?

Kiko annuncia di pregare per il vescovo neocatecumenale pedofilo Apuron?

Ed il cardinale Sean O'Malley, Presidente della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, cosa ne dice?

Perché tace di fronte a un Kiko che difende in modo così spavaldo un vescovo su cui pendono gravissime accuse di pedofilia?

Le autorità della Chiesa cominceranno a rimediare solo se qualcuno le trascina in tribunale?