domenica 28 febbraio 2016

"Il suo intero universo sociale, me escluso, faceva parte del Cammino..."

"Alabanza" e allegria
dei neocatecumenali
Sono stato fidanzato per sette mesi con una neocatecumenale "di seconda generazione", ovvero una ragazza la cui intera famiglia fa parte del Cammino.

Persona veramente eccezionale, spiccata sensibilità e intelligenza sopraffina per una ragazza di 18 anni.

Dopo diversi mesi di relazione mi confessa imbarazzata di far parte del Cammino, il suo imbarazzo era dovuto, a suo dire, dal fatto che molti dall'esterno li vedano in modo "negativo".

Personalmente questo non ha destato in me eccessive preoccupazioni, poiché ne faceva già parte quando ci eravamo innamorati e non vedevo come questo potesse cambiare le cose.

Piano piano vengo a sapere che il suo intero universo sociale (tutte le sue amicizie), me escluso, faceva parte del Cammino, e ciò inizia a insospettirmi. Ma lei ne giustifica il fatto dicendo che essendo tutti figli di persone che hanno svolto il cammino, sono cresciuti tutti assieme. Inoltre, mi fa notare che lei fa parte di esso non tanto perché ci creda, quanto perché i suoi genitori (come i genitori degli altri adolescenti che ne fanno parte) sarebbero delusi se lei non ne facesse parte, palesando un'incapacità di emanciparsi dai modelli genitoriali che, da lei, non mi aspettavo affatto.
In ogni caso quando mi confessa tutto questo, circa un mese fa, deve ancora svolgere il "Primo passo", che consiste, come penso saprai, in una convivenza di quattro giorni in cui si affrontano prove ardue come la confessione pubblica e numerose psicocatechesi.

Prima di questa convivenza lei viene da me molto preoccupata e mi confessa che tutti i suoi famigliari le han detto che al termine della convivenza non sarà più quella di prima e questo la spaventa terribilmente perché teme di perdermi. Ovviamente la tranquillizzo, so bene che nella realtà è impossibile un "mind-game" tale da cambiare le persone in un così breve lasso di tempo. O almeno così pensavo.

La convivenza avviene, lei supera in maniera decente i primi giorni, le prime pesanti catechesi, poi giunge il rito della confessione pubblica. Una confessione in cui sei costretto di fronte all'intera comunità (non tenuta al vincolo del segreto sacerdotale) a rispondere alle domande del cosiddetto "catechista" neocatecumenale sui tuoi rapporti affettivi, sociali, intimi e sessuali. E' il crollo, le chiedono molte cose di me, dalle più carnali alle più morali, devastandole completamente la psiche. Le fanno notare come io non faccia parte del Cammino, non sia un figlio di Israele. Un prescelto.

Nei giorni seguenti continuano a starle addosso, la convincono che in me si è fatta un idolo e che io sarei una tentazione del maligno. Non so che altro le dicono, ma ha un effetto potentissimo su di lei. Morale della favola? Rottura completa dei rapporti. Un rapporto che non aveva mai avuto nemmeno l'ombra di una crepatura, che anzi donava a entrambi una felicità difficile da descrivere.
Tornata dalla convivenza, vedendola di persona, lei non era davvero più la persona di prima. Ripeteva in maniera quasi robotica che il Cammino è la cosa migliore che le potesse capitare e che "se cambiare significa diventare come i suoi genitori è felice di stare cambiando".

Tutta un'altra persona.

Vedersi cambiare sotto gli occhi una persona a cui si è così legati è una cosa davvero devastante.

Analizzata a qualche giorno di distanza mi sono parsi evidenti anche altri aspetti della questione che avevo sottovalutato: durante la convivenza precedente (che non sapevo fosse una convivenza poiché, non avendomi ancora confessato del Cammino, mi aveva spacciato per una gita con gli amici) numerosi ragazzi (16/17/18 anni) erano stati portati via in ambulanza, circa due al giorno, senza conseguenze per fortuna, in seguito ad attacchi di panico, crisi epilettiche e crisi d'asma. Non esattamente la normalità per degli adolescenti.

Gruppetto di kiko-boys intento a sfoggiare
la felpa neocatecumenale di riconoscimento
Un altro particolare che ho notato a posteriori è stata la totale assenza di autostima di tutti i componenti del gruppo neocatecumenale, sia dal punto di vista estetico che dal punto di vista personale. In particolare anche le famiglie di questi ragazzi contribuivano a tenere bassa l'autostima con "insulti mirati" che nel caso della mia ragazza e di altre ragazze che ho conosciuto tramite lei finivano per mortificarle evidenziandone i difetti. Mancanza di fiducia in sé stessi che, come per gli attacchi di panico, potrei capire in qualche ragazzo sporadico, non in un intero gruppo di 15-20 adolescenti.

Un ulteriore testimonianza di ciò mi è stata data dal suo ex-fidanzato, che quando è stato lasciato ha tentato svariate volte il suicidio e ha fatto numerosi mesi praticamente senza appetito né sete, mettendo a serio repentaglio la propria salute e senza che i suoi famigliari o il suo gruppo di amici facessero niente per aiutarlo.

Il Cammino, giunto ormai alla seconda generazione, credo abbia imparato a coltivare personalità fragili che possano fornire nuova linfa al movimento. Sono un ragazzo che viaggia molto e che conosce svariate persone e mi sento di dire che delle personalità così fragili in uno stesso gruppo di amici non possano essere una casualità.
(testimonianza inviata da un lettore del blog)

giovedì 25 febbraio 2016

Quelli che Cristo ha salvato dal Cammino Neocatecumenale

Al secondo passaggio il fratello Luciano esprime tutte le sue perplessità durante lo scrutinio sul metodo e nel merito di quanto affermato dai catechisti.

Durante tutto il periodo degli scrutini però è molto assiduo e non manca mai.

Arriva la sera del rito che si svolgerà naturalmente a porte chiuse.

Luciano però è sempre uno degli ultimi ad arrivare come spesso succede a chi abita vicino alla parrocchia.

Troverà la porta chiusa e gli altri “barricati dentro”, dirà di aver bussato ripetutamente ,ma la saletta è molto lontana dalla porta e non si è sentito nulla, i cellulari non esistono.


Verrà poi citata dai catechisti la parabola delle vergini stolte che hanno trovato la porta chiusa. La parola che invece dice “bussate e vi sarà aperto” viene invece accuratamente taciuta.

La comunità verrà di li a poco trasferita in altra parrocchia visto che il nuovo parroco non intende accettarla al suo interno. Nemmeno uno rimane.

Luciano diventa ministro straordinario dell’Eucaristia, nella sua parrocchia di origine e continua il suo percorso di fede e a quanto ne so è sereno e tranquillo.

Io e molti altri “eletti” subiremo danni dei quali porteremo i segni per anni e forse anche adesso.

Per parafrasare il nome di un noto gruppo di Facebook del quale si sta disquisendo sul blog osservatorio, direi di fondarne uno che suona così: “Quelli che Cristo ha salvato dal Cammino Neocatecumenale”.

(da: Roberto)

domenica 21 febbraio 2016

L'arcano neocat della parrocchia romana di Santa Maria Goretti

Per scrivere compiutamente quanto accaduto in quella parrocchia occorrerebbe un libro più corposo di quello di Lino. Quindi si dovranno tralasciare molti aspetti e fatti non meno gravi di quelli elencati.
Nella parrocchia ha ricevuto il dono della fede ed è diventato sacerdote Fabio Rosini, molto conosciuto a Roma.

Senza alcun dubbio e per non farlo montare in superbia lo possiamo etichettare come un “buon” predicatore del Signore. Da quel “buon” predicatore che è, don Fabio non è diventato il pupillo di Kiko Argüello, ma la sua Pupilla, ciò che il pittore ha visto in questo sacerdote non l’ha mai più visto in nessun altro. La Domus in Galilea l’ha costruita per don Fabio (oltre che per la propria megalomania), tanto per intendersi.
Nei primi anni '90 il Signore ha ispirato a Fabio le ormai note catechesi dei "10 comandamenti", nate come esperienza catechetica per i giovani che però anno dopo anno si sono trasformate in un vero e proprio richiamo per tutto il popolo di Dio, dai lontani a quelli che avevano messo in soffitta la propria fede, gli ammalati, i sofferenti…
Si restava sbigottiti al vedere come anno dopo anno sempre più gente veniva richiamata da Dio ad ascoltare la Sua parola, fino a superare di gran lunga la capienza della sala cinema parrocchiale, stipata all’inverosimile all’interno ed all’esterno.
Da questo successo sono iniziati i primi problemi nella parrocchia. Per quali motivi? Sicuramente al primo posto, anche se i responsabili neocat non lo ammetteranno mai, c’e’ l’invidia! Tanto cresceva la moltitudine che si avvicinava a queste catechesi, tanto diminuiva la gente che partecipava alle catechesi del Cammino.
L'afflusso di persone alle catechesi di don Rosini
era così ampio ed entusiasta
che la notizia apparve sui giornali

Cosi, lato neocatecumenale, hanno iniziato a far pressioni perché don Fabio smettesse di fare le catechesi: c’era l’obbedienza cieca ai cosiddetti "catechisti" del Cammino, ubbidienza da osservare, ed il fatto che ogni iniziativa doveva passare per il benestare di Kiko. Tutto quello che non è “ruttato” da Kiko non si può e non si deve fare, e chi trasgredisce deve essere combattuto perché considerato un demone. Daniel questo lo aveva descritto molto bene come modus operandi di Kiko e soci.

Le pressioni sono state esercitate sul santo parroco di allora, che per fortuna non ha mai consentito alcuna intromissione sul tema, non essendo fortunatamente del cammino.
Per un certo periodo le catechesi sono state interrotte ma per ben due volte prima il cardinale Ruini e poi Giovanni Paolo II hanno dato disposizione che le stesse catechesi riprendessero regolarmente per il bene che stavano facendo.
Qui nasce la frattura vera e propria: il sacerdote a chi doveva obbedire? Al Papa o ai cosiddetti "catechisti" neocatecumenali? Non crediate che oggi tale risposta non sia stata determinante per le decisioni che prossimamente verranno prese. Fino all’altro ieri questa caratteristica non era conosciuta né è stata mai messa alla prova dalla Chiesa. Dopodomani lo sarà, perché Francesco non è tollerante verso questi abusi. Ma per comprendere questo, i lettori del blog dovrebbero conoscere anche i fatti che caratterizzano la diocesi di Buenos Aires dove il Papa attuale era incardinato ed operava con energia instancabile.

Ci sono stati anni di lotte e attriti che hanno contribuito ad avvelenare la vita della parrocchia sottotraccia. Poi don Fabio è diventato parroco di un'altra parrocchia di Roma (nel quartiere Eur) ed il vecchio parroco della parrocchia di Santa Maria Goretti, dopo 38 anni di santo servizio, è stato confinato a Vitinia e sostituito dal neocatecumenale don Santiago, che dipende totalmente dall’archistraccio Mattia Del Prete (della parrocchia dei Martiri Canadesi, sempre di Roma) il quale, dapprima non autorizzato neppure a sporcare i pavimenti della parrocchia, con l’autorizzazione del dipendente don Santiago ha cominciato a spadroneggiare e disporre a suo piacimento di tutte le attività all’interno della medesima.

Nel frattempo il percorso catechetico dei "10 comandamenti" partoriva anche altre esperienze alle quali partecipavano sempre più persone e don Fabio in questo era aiutato da molti cristiani della parrocchia di origine e di quella dove ora esercitava il suo ministero, nella figura di testimoni delle opere che Dio aveva fatto nella loro vita.


Orride "icone" di Kiko incombono nella sala conferenze
della parrocchia romana di Santa Maria Goretti;
notate il trono designed by Kiko e il tavolino smontabile

La rabbia però stava montando in Kiko e nella sua cerchia (in primis Mattia del Prete e Maurizio Pastore, detto “l’africano” dato che ama cucinare, come nel sub-continente, pietanze molto speziate intossicando il vicinato), pronta ad esplodere in concomitanza della nomina del don Fabio come responsabile della pastorale giovanile di Roma, in questo incaricato da Vallini. Mentre Dio metteva il Suo sigillo sull’opera del sacerdote, il demonio preparava la sua vendetta tramite la setta eretica del Cammino Neocatecumenale.
Dopo aver costretto don Fabio a lasciare il cammino, Kiko e i suoi accoliti hanno iniziato l’epurazione a S.M. Goretti di tutte le persone che aiutavano o pensavano bene del sacerdote (nel vero senso della parola: «tu che ne pensi di don Fabio?» Risposta: «che è un sacerdote di Dio» - «allora sei fuori dal Cammino»).
Ciò tramite scrutini inquisitori e calunnie gratuite anche nei confronti di vari cosiddetti "catechisti" neocatecumenali originari della parrocchia, che oggi in buon numero hanno abbandonato la setta. Alcune persone sono state letteralmente allontanate dalla parrocchia. Il parroco ad alcuni ha detto addirittura che era opportuno che per un certo periodo non frequentassero la messa domenicale per acquisire il discernimento sulla scelta che sarebbero stati chiamati a prendere dopo questo “tempo” (se continuare l’evangelizzazione con don Fabio oppure continuare con le carnevalate liturgiche del Cammino). Ad alcuni è stato detto che dovevano persino troncare l’amicizia fraterna con il sacerdote. Tutto questo perché i capi neocatecumenali credevano di vedere l’immagine e la sostanza di satana in persona che voleva "distruggere il Cammino" (e tutto ciò con il benestare della chiesa di Roma e del Papa che loro considerano "ingannati"). 

SPERO CHE CHI LEGGE COMINCI A PESARE LA GRAVITÀ DELLE COSE RIPORTATE QUI E DI COSA RAPPRESENTINO AGLI OCCHI DEL PONTEFICE, che dà la sua benedizione all’attività evangelizzatrice del Rosini. Qui non si tratta della setta neocat che si scaglia contro i suoi adepti, ma della prima e manifesta volta in cui la setta si scaglia direttamente ma SUBDOLAMENTE contro il Papa stesso, con un sorriso di facciata sul volto ma con la convinzione che anche il pontefice sia ingannato dal maligno nelle sue scelte.



A questo punto della storia, Kiko vedeva allontanarsi la propria “pupilla” ormai definitivamente, ciò portandolo a trasformare la rabbia, l’ira, in vero e propio ODIO. A voi camminanti che idolatrate il Guru Argüello chiedo dunque: l’odio viene forse da Dio? Potete portarmi ad esempio almeno un santo che nella sua vita da convertito abbia provato odio verso un fratello in Cristo? Epurata la parrocchia di S.M. Goretti da tutti gli innocenti “simpatizzanti” del Cristo e costretto all’abbandono il sacerdote, il Cammino ha scagliato l’arma ultima che aveva nel suo arsenale: la persecuzione verso don Fabio Rosini. I dettagli non possono essere qui rivelati per ovvi motivi, anche legali, ma è giusto che ciò sia denunciato, anche a futura memoria degli scettici che pendono dalle labbra della piramide massonica kikiana.


In questo arco temporale tutti questi fatti sono stati denunciati al vescovo di settore, a Vallini e al Papa. Posso affermare con certezza che in tutta Roma l’unica parrocchia che dava seria preoccupazione ai summenzionati era S.M. Goretti (casi di pedofilia in altre parrocchie comprese). Tutte le denunce sporte sono state dettagliatamente circostanziate scatenando nuova ira nei catechisti della parrocchia (in primis Pietrella, Cuzziol, Vinciguerra... uno dei quali nel corso di una propria cosiddetta "catechesi" affermava con violenza che non sarebbero stati più permessi e tollerati delatori che riferivano al vescovo!). Il papa ha cercato con ogni mezzo di riportare la situazione alla normalità, inviando ben due volte Vallini in parrocchia, l’ultima l’8 dicembre del 2014 in celebrazione separata con i responsabili del cammino tra cui era presente M. Del Prete, il quale all’uscita gongolava dicendo che Vallini era venuto apposta per dare ragione a lui (e il peggio sono le scimmiette kikatechisti che lo confermavano).




Il pontefice e Vallini sono stati attoniti spettatori di tutto questo, ma quello che li ha più impressionati è stata la persecuzione spinta nei confronti di don Fabio, che avveniva senza alcuna remora sotto i loro occhi. La diocesi di Roma al completo conosce tutti questi fatti. Per tale motivo ci sono impazienti volontari che si recano alla parrocchia dei Martiri Canadesi per fare pulizia di questi lupi travestiti da agnelli. Come fate a dire che non cambierà nulla?? Sta già cambiando!! In tutte le parrocchie di Roma dove vengono sostituiti i parroci ed è presente il Cammino, il Cammino viene allontanato! E siamo solo all’inizio, fidatevi!
Aggiungiamo che il Rosini coglie sempre più frequentemente validi spunti per denunciare le eresie del Cammino, per mettere in guardia gli ignari camminanti su tutto quello che viene fatto all’interno del Cammino e che è deleterio per le anime, perché non venendo da Dio le avvelena e le imprigiona. Tutte le storture del Cammino sono già state vagliate dalla Chiesa nel corso degli ultimi due anni ed oggi si sta cominciando a prendere le contromisure. È stato un lavoro lungo, laborioso e delicato per gli innocenti che andrà a coinvolgere. 

Quindi da un lato abbiamo un sacerdote che illuminato dal Signore, conoscendo tutti gli arcani della setta, nel momento del risveglio forzato dalle bestie neocat che gli scagliano addosso il loro odio, si ridesta e corre in aiuto dei poveri camminanti ingannati... e dall’altro lato Kiko e i suoi accoliti che diabolicamente perdono ragione e lucidità e si mostrano nella loro vera natura in casa del Papa, facendosi conoscere per quello che relamente sono, una setta maligna.

In conclusione questa volta il male portato dal cammino non ha colpito quattro poveracci a Guam, oppure la Paz nella lontana Spagna, oppure un sacerdote a Roma, MA DIRETTAMENTE IL PAPA. Il papa si è accorto che con perfidia queste serpi sono entrate a casa Sua e si fanno beffe di lui e delle sue indicazioni. Detto per inciso questo papa non tollera di essere preso in giro; ha la misericordia da una parte ma il bastone nell’altra mano.
Kiko fa la lezioncina al Papa

La chiesa di Roma sta mettendo mano al CNC per apportare grossi cambiamenti, perché ne ha scoperto la vera natura. Il Cammino di kikino e stramba-Carmen, per mezzo dei suoi cosiddetti "catechisti", inizia a parlare di persecuzione (ma da chi? DAL PAPA? MA QUANDO CRESCETE STUPIDOTTI DA SALETTA SERALE?). La battaglia sta entrando nel vivo e il cammino in futuro potete star certi non sarà più lo stesso. Di questo potete stare certi perché già diversi catechisti e sacerdoti sono usciti dal cammino, ed altrettanti si sono concretamente resi conto delle derive neocatecumenali e non sono più intenzionati a seguire le follie di Kiko, Del Prete, Pastore, Gennarini ecc... purtroppo però non tutti hanno il coraggio di andarsene o di alzare la voce con i folli che li epurerebbero.


In mezzo ci sono le anime di tanti poveri e fragili camminanti che la chiesa cerca di difendere conoscendo la miseria e la fragilità anche psicologica dei più che scandalizzati potrebbero perdersi, Pregate per loro! E che Dio ci benedica.
(messaggio ricevuto ieri da: Pino/Carlo)

mercoledì 17 febbraio 2016

La lotta sotterranea fra il Cammino e la diocesi del Papa

Nulla è impossibile a Kiko (parrocchia romana)
Avete letto diverse volte notizie molto importanti ma le avete fatte cadere nel vuoto senza dargli il dovuto peso, e per questo continuate a girare a vuoto, scrivendo cose incomplete.

Le bordate alzo zero che il Papa ha sparato contro il Cammino sono state motivate da quanto accaduto nella parrocchia di Santa Maria Goretti a Roma.

In questo momento è in atto una lotta intensa tra i due fronti, che cerca di fare meno danni possibili tra i camminanti che potrebbero perdersi scoprendo gli arcani della setta eretica che li ha ingabbiati ed il fatto che la Chiesa non condivide più quanto accade nelle "salette" NC; per questo la Chiesa è molto cauta in quello che sta portando avanti.

Il Cammino sta cercando in tutti i modi di dissimulare quella che è la linea politica del Vaticano nei loro confronti in questo momento, nella speranza che il momentaccio passi, magari facendo le solite pressioni sui vescovi "amici" (amici di "decima").

Nel frattempo il Cammino organizza l'invio di famiglie neocatecumenali in missione invitando il papa il 18 marzo 2016, cercando di ammorbidire le decisioni che lo stesso pontefice ha deciso di prendere sul futuro del Cammino.

Le doppiezze del Cammino sono state svelate, mettendo in serio pericolo quanti hanno rendicontato il vicariato di Roma su quello che è realmente il Cammino, cioè una setta eretica. In questo momento il papa ha deciso la sostituzione di diversi parroci del Cammino nelle parrocchie romane, primo fra tutti quello della parrocchia dei Martiri Canadesi. Quando i parroci cambiano, il Cammino viene buttato fuori, ovviamente si cerca di farlo con delicatezza per non scandalizzare i piccoli, che potrebbero perdere la loro fede. La Chiesa ormai sta mettendo mano nelle nefandezze di Kiko e dei suoi KateKisti "scimmia", primo fra tutti Mattia Del Prete, quello di "Spazi celebrativi", un invasato che sta demolendo intere parrocchie di Roma per costruire le sue follie figlie degli incubi di Kiko Argüello e Carmen Hernàndez.

Mi sembra strano che tra tutti i lettori nessuno scriva di queste cose che ormai nella capitale sono di dominio pubblico.

Il problema fino ad oggi è che il Cammino è riuscito a ben mimetizzarsi. Le denuncie arrivavano sempre dalla periferia. Quanto pensate che gliene freghi alla Chiesa a Roma di quello che succede a Guam, con i problemi che si trova ad affrontare in questi tempi. La vera svolta è che in questo caso Kiko si è scoperto direttamente, scatenando la sua vera natura di demone contro chi gli ha voltato le spalle per seguire Dio invece che le sue dannate follie. Le macerie di questa persecuzione fumano ancora! E il Papa, rimasto attonito dalle denunce depositate in vicariato ha deciso di intervenire per porre fine a questo scempio.

Provassero adesso quei cialtroni di "catechisti" che ci leggono a smentire quanto scritto.

Per inciso confermo con certezza che i mamotreti approvati dal Vaticano i cosiddetti "catechisti" neocatecumenali non li usano. Continuano ad usare quelli vecchi, affermando che la Chiesa non è ancora pronta per riconoscere quanto c'è scritto come la verità. Come se la Chiesa si fosse ingannata per 2000 anni e ci fosse bisogno di un cialtrone per portarle la luce.
(da: un lettore del blog)

1° febbraio 2014: Kiko indiavolato mentre protesta
lamentandosi col Papa che ancora non esiste
in tutte le parrocchie l'iniziazione neocatecumenale

domenica 14 febbraio 2016

Ex "promessa sposa" di un figlio del Cammino: la mia triste avventura

"Allegria"
neocatecumenale
Buongiorno cari blogger, finalmente dopo anni che vi leggo ho avuto il coraggio di raccontarmi la mia esperienza. Vengo subito al triste epilogo della mia storia: sono stata abbandonata dieci giorni prima delle nozze da un ragazzo neocatecumenale dopo cinque anni di fidanzamento, e lui adesso sta "verificando" la sua vocazione sacerdotale in un seminario neocatecumenale Redemptoris Mater a Cosenza. Avremmo dovuto sposarci qualche mese fa. Sono ancora incredula per l'accaduto, ma cerco di farmi forza riflettendo sul fatto che per tutto questo dovrei piuttosto ringraziare Dio...

Faccio adesso un piccolo passo indietro raccontandovi qualcosa del mio fidanzamento durante questi anni. Lo conobbi tramite amici di ballo: condividiamo infatti la stessa passione, balliamo, ci innamoriamo, cominciamo una storia, io affascinata dalla sua solarità, dai suoi valori per la famiglia, insomma pensavo che era quello giusto per me ma non sapevo ancora che in realtà avrei avuto un terzo incomodo nella nostra relazione: e cioè il Cammino Neocatecumenale. :'(

Lui è il quarto di dieci figli quasi tutti neocatecumeni accaniti, io sono la terza di tre figli di una famiglia di cristiani della domenica... ed è così che è cominciato il mio calvario. Lui parte in quarta con tutta una manfrina ossessiva sulla castità. Non eravamo entrambi vergini ma lui diceva che il rapporto sessuale non permette a due persone di conoscersi. Io, innamorata di lui mi faccio plagiare al punto tale da ricredermi che la passione non sia poi così importante in un fidanzamento... ma da parte sua è stata ipocrisia totale perché tante volte mi ha mancato di rispetto volendo solo pomiciare e nient'altro, con la scusa che l'atto sessuale deve essere finalizzato solo al concepimento. Dopo le pochissime volte in cui abbiamo avuto un rapporto i sensi di colpa lo divoravano; io invece ero appagata come donna perché mi sentivo desiderata dal mio uomo.

Cominciò a portarmi il sabato sera all'eucarestia ed io subito notai qualcosa di anomalo, le risonanze di alcuni mi scioccavano, le continue collette, la finta libertà di cui tanto parlavano ma che nei fatti rimaneva solo una bella parola.

Inoltre non sapevo ancora che il mio ex era persino un "catechista" e l'inizio della nostra storia coincise con un periodo di "catechizzazione" in un'altra chiesa in cui lui portava la sua "esperienza". Mi resi subito conto di come mi mettesse in secondo piano rispetto alle convivenze, alle celebrazioni, alla comunità insomma il cammimo in primis su tutto... Cominciarono così i dissapori tra di noi: lui voleva portarmi dentro al Cammino ed io invece volevo vivere la Chiesa così come ero stata abituata da piccolina dai miei genitori. Così cominciai a leggere questo blog.

Parlai con lui di questo blog ma lui rispondeva sempre che non dovevo credere a quello che leggevo ma dovevo viverlo dentro la mia comunità. Ho frequentato le "catechesi iniziali" per ben tre volte poiché anche quelle non mi hanno mai convinta, anzi non ho mai capito niente di quello che i cosiddetti "catechisti" volevano dire, poiché secondo me neanche loro capiscono quello che dicono... lo imparano a memoria ed infatti scoprii prima di una catechesi il mio ex che rileggeva in un libro quello che doveva dire... a volte si suggerivano le parole tra di loro se qualcuno dimenticava di recitarne una :-D
Ma con quale coraggio andavano dicendo di parlare "per opera dello Spirito Santo" e addirittura di dire che "non avevano preparato prima alcun discorso"?

Il santino di san Kiko!
Da lì vedevo la loro ipocrisia e incoerenza... anche il mio ex mi negava tale evidenza... ma poiché provavo sentimenti per lui, non lo volli lasciare. La passione per il ballo ci univa tanto (quando avevamo il tempo di andare a scuola di ballo o alle serate... infatti prima di tutto e tutti c'era sempre la comunità neocatecumenale). Insomma fino alla sua proposta di matrimonio io mi son limitata ad andare solo alle celebrazioni del sabato sera (ciò significa per tre anni e mezzo... tempo in cui mi sentivo dire che ancora non ero stata illuminata).

Dopo la proposta di matrimonio promisi al mio ex di entrare in Cammino, ma solo perché avevo capito che per lui era l'essenza della sua vita, ma nello stesso tempo gli dissi di stare attento perché in tal modo avrei potuto vedere meglio le storture del Cammino. Non mi sbagliavo.

Purtroppo qualche mese dopo ebbi un grave lutto in famiglia, perdendo mio fratello appena trentacinquenne per un brutto incidente. Cominciò un difficile periodo per me, ma mi facevo forza organizzando il nostro matrimonio. Con molti sforzi riuscivo ad andare a lavorare, ma di sera ero troppo distrutta per "preparare la Parola" o per altre celebrazioni neocatecumenali, per cui mi limitai di nuovo ad andare solo a quelle del sabato sera. Ma durante un incontro con i cosiddetti "catechisti" fui accusata di non voler più "preparare la Parola" in modo così umiliante, che non seppi dire altro che qualche tipica frase neocatecumenale, "non è facile per me accettare la morte di mio fratello". Capite? Dovevo giustificarmi davanti a loro per l'assenza alle celebrazioni infrasettimanali? Ma scherziamo?

Purtroppo nel Cammino è così: devi continuamente rendere conto delle scelte della tua vita al cosiddetto "responsabile" che poi subito fa la spia ai cosiddetti "catechisti" che poi immediatamente ti fanno le prediche in ogni modo possibile per farti sentire in colpa. Ma fu proprio quello il modo di verificare se per il mio ex il Cammino fosse più importante di me. Gli chiesi conforto e mi sentii rispondere che all'inizio della nascita di una comunità è bene litigare perché così ci si mette nella verità.

«Perché ci si mette nella verità»?!? AIUTO!! dovevo scapparmene, e invece è stato lui a piantarmi dieci giorni prima del matrimonio! 

Ci sono state altre diverse cose negative che hanno alterato la preparazione al nostro matrimonio: per esempio la totale indifferenza dei suoi genitori che non hanno fatto niente per noi, neppure moralmente, sua mamma fu persino ricoverata con una forma acuta di polmonite venti giorni prima ma la cosa che più mi ha sconvolta è stata la coincidenza della convivenza regionale con la data del matrimonio. Allora dissi al mio ex scherzando: «non è che non ti presenti all'altare perché vai in convivenza?» E invece andò proprio così, anche se mi ha risparmiato di arrivare proprio all'altare... non è stato così crudele vero?

Imbarazzante "liturgia" neocatecumenale
La settimana dopo che mi ha lasciata - quella che doveva essere la settimana del nostro matrimonio - lui è andato alla "convivenza regionale" del Cammino (in quanto "catechista"), e quel che è peggio mi dice che si è "alzato" per diventare prete... cosaaaaa??!? Ancora oggi non riesco a crederci anche se so che in questo momento è nel seminario neocatecumenale di Cosenza... Ecco il punto, ecco la cosa da impazzire: com'è possibile che una persona entusiasta del suo imminente matrimonio possa cambiare idea nel giro di un mese? Lui raccontava del nostro matrimonio a chiunque incontrassimo, non vedeva l'ora di avere un figlio, per non parlare di una sorpresa megagalattica che mi ha fatto qualche settimana prima del matrimonio. Non ho la forza di raccontarla ma vi posso assicurare che non ho mai visto fare qualcosa del genere verso una donna dal proprio uomo.

Dunque vorrei trarre spunto dalla mia esperienza per sollevare il problema dell'influenza psicologica che il Cammino riesce ad esercitare sugli adepti. È possibile mai che il mio ex sia passato dall'essere felice di sposarsi a volersi fare prete? E non sono mica stata la sua prima e unica fidanzata... ha avuto diverse storie e mi ha confidato persino di essere andato a prostitute... e anche prima di lasciarmi aveva avuto lo stesso desiderio... Io sono sicura che con il passare degli anni il Cammino Neocatecumenale indebolisce la personalità di suoi adepti fino ad annullarla... io infatti ne ho una abbastanza forte e non sono riusciti a farmi addentrare nel loro perverso meccanismo, anche se questo ha inciso negativamente sul mio matrimonio fallito prima di cominciare...

Il mio ex mi ha persino detto di aver avuto paura che sposandosi con me non avrebbe poi potuto frequentare il Cammino considerando le mie opinioni negative sul Cammino. Io adesso sono devastata da tutto questo e mi fa star male il pensare che qualcuno lo abbia potuto influenzare in tal senso... D'altronde, per i neocatecumenali, o ti sposi e ti "apri alla vita" oppure diventi prete o suora, nessun'altra possibilità è contemplata: aiuto!!

Ma anche se i pensieri mi divorano, da una parte son felice che le cose siano andate così perché il mio matrimonio sarebbe stato un inferno continuamente controllato dai cosiddetti "catechisti" del Cammino Neocatecumenale.

Un abbraccio fraterno a tutti voi
C. S.


Aggiornamento:
un certo Morfino [grosso supercatechista laico del Cammino Neocatecumenale], ha giudicato il mio ex idoneo alla frequenza di un seminario neocatecumenale Redemptoris Mater. Dovevamo sposarci qualche mese fa dopo 5 anni di fidanzamento. Cioè il mio ex ha praticamente rimesso la sua vita e le sue scelte al discernimento dei supercatechisti. Io senza parole... pensate che mi aveva persino consigliato di parlare coi "catechisti" del Cammino per passare un periodo dentro ad un convento! NO GRAZIE... il mio sogno resta sempre quello di crearmi una famiglia "CRISTIANA DELLA DOMENICA".

giovedì 11 febbraio 2016

Ma che strana "Provvidenza"!

Facoltà "teologica" dove studiare
le dottrine del kikismo-carmenismo
Buongiorno, invio al vs blog un contributo su come i neocatecumenali stanno colonizzando la mia bella città!!! Senza che nessuno se ne accorga... tanto per loro è sempre "è Provvidenza"!! Tutto immaginato... ovviamente.

Ho immaginato che esiste una città dove i cristiani vanno serenamente a messa la domenica, si impegnano nell’apportare il proprio contributo nel posto di lavoro e nella società, focalizzati sul dare e sul costruire e non sull’accaparrare e scavalcare il prossimo.

In questo bel posto, non esiste una famiglia neocatecumenale/sindacale che gioca all’asso pigliatutto con i servizi pubblici, ....giustificandosi con le parole "Dio Provvede!!". Non sarebbe possibile diventare infermiere, addirittura dottore, essere assunto senza un reale concorso. Non è possibile aggirare regole e norme, forti di legami famigliari e politici (conditi da un più o meno segretamente proselitismo a Kiko... che può sempre servire, “non si sa mai!”) del tipo:

· il capostipite, impiegato presso la Azienda Pubblica , è un prominente sindacalista (e la moglie assunta presso l’ospedale)

· la “sorella del capostipite” è caposala ex-militante locale di un importante partito ,

· le “figlie della sorella de capostipite” infermiera e, addirittura “super dottoressa” assunta senza idoneo titolo e soprattutto senza un concorso pubblico... su chiamata

· la “cognata della sorella del capostipite” assunta presso un azienda pubblica... sempre la stessa (con marito sostenitore pubblico del sindaco)

· la “figlia della cognata della sorella del capostipite” infermiera, presa “dal mazzo” al Pronto Soccorso locale, ovviamente… senza concorso,

Facoltà "teologica" neocatecumenale:
notare la disposizione delle sedie identica
alle carnevalate liturgiche neocat del sabato sera
In questa bellissima città per esempio, un dottore studia per entrare nella facoltà di medicina, si laurea, effettua le ore di tirocinio previste e necessarie per poter praticare in modo idoneo la professione, si specializza. Solo allora è pronto per poter presentare titoli idonei per aspirare a lavorare in una struttura sanitaria; se la struttura è pubblica questo non basta perché la selezione impone anche delle esperienze pregresse… è una questione di merito e di qualità del servizio; pubblico. Non esistono dottori del Pronto Soccorso assunti su chiamata, con “acrobazie” normative, che abbiano concluso i soli studi iniziali in 12 anni con alcuni “buchi” coperti con sabbia neocatecumenale (per i tirocini basta trovare un medico del cammino… e la firma è apposta!).

Il servizio pubblico, in questa bella città, è per l’appunto pubblico e l’accesso garantito a tutti in misura proporzionale alle necessità reali. Le piccole “correzioni” estetiche a naso ed occhi, a favore di chi può, ne sono escluse. Non esistono liste di attesa differenziate per esami medici; nessuno si sogna mai di approfittare della propria posizione per fare un bel numero di Risonanze Magnetiche e TAC ai figli, così tanto per togliersi dei dubbi, come si trattasse di foto fatte con lo smartphone.

I pazienti non sono degli scocciatori, dei polli in batteria senza dignità da liquidare il prima possibile; degli ostacoli alla tranquillità della dottoressa e allo shopping compulsivo (con gusto piuttosto discutibile... basta ostentare), ai viaggi... alla bella vita da mostrare a tutti in prima pagina che, insieme al distacco nei confronti di quegli esseri inferiori e ignoranti che sono i pazienti, consolidino l’immagine (a dire il vero piuttosto vuota di contenuti) nella famiglia e nei gruppi neocat, di gran luminare. E già, gran luminare che guarda tutti dall’alto, con ridottissime competenze tanto che sul lavoro si deve avvalere dello smartphone per le diagnosi; forte dei 12 anni di onorata e singhiozzante (anche un po’ incompleta…) carriera universitaria.

In fondo perché i nostri figli, noi stessi abbiamo studiato… meglio il Cammino che l’università! Meglio, l’ossessionata continua ricerca dell’appoggio dei potenti, di qualsiasi provenienza (politici, sindacalisti, vescovi) che conseguire una NECESSARIA specializzazione…. Meglio un titolo vuoto, un lavoro vuoto e una religiosità vuota. Meglio essere un cristiano ben nascosto (il sabato o la domenica, se c’è tempo, si può pure andare a messa tra un viaggio e il lavoro) che impegnarsi verso il prossimo ed il sofferente… d’altronde è tanto bello essere la punta della lancia di questa bella tribù neocatecusindacale…

(da: Giuseppe)

lunedì 8 febbraio 2016

Diventerai sacerdote? È il laico Kiko a deciderlo.

Orrido stemma ottagonale
dei seminari di Kiko Argüello
Uno degli arcani segreti del Cammino Neocatecumenale che non devono essere rivelati ai "cristiani della domenica" è che il laico (oltre che tri-dottore) Kiko Argüello interviene personalmente per scrutinare i seminaristi neocatecumenali del Redemptoris Mater di Roma e che la direzione spirituale (?) dei seminaristi è in mano ai cosiddetti "catechisti" laici del cammino.
Desidero scrivere qualcosa sui seminaristi e sacerdoti RM, perché ho alcuni amici seminaristi e sacerdoti (vale a dire presbiteri) del Redemptoris Mater e la situazione è preoccupante.

1) Come già detto, i seminaristi e i sacerdoti RM rispondono in primo luogo ai propri cosiddetti "catechisti" del Cammino ed a quelli assegnati dal Cammino al seminario. Per esempio, hanno varie tappe, come l'Admissio, che comportano uno scrutinio neocatecumenale.
Nel seminario R.M. di Roma è il laico Kiko in persona che scruta a sorte ed è lui che decide se il seminarista può continuare con la propria formazione sacerdotale.

Kiko, tu mi scruti e mi conosci...

2) Contemporaneamente ai propri studi, il seminarista deve proseguire il Cammino in una comunità neocatecumenale della zona, attraversandone le varie "tappe", passaggi e scrutini portati avanti dal cosiddetto "catechista" della comunità.
All'interno del seminario c'è una figura che loro chiamano "direttore spirituale", che in realtà funge solo da confessore, visto che la vera direzione spirituale la fanno i cosiddetti "catechisti" del Cammino (per lo più laici).

3) Ai seminaristi si inculca una precisa idea della missione, e cioè che deve essere esclusivamente interna al Cammino, indirizzata dal Cammino, e a vantaggio del Cammino.
Per intendersi, nel gergo neocatecumenale è quella della "Missio ad gentes" o "itineranza".
In queste missioni, il compito del "presbitero" neocat è il medesimo che ha in comunità: cioè deve limitarsi a presiedere le celebrazioni e non disturbare i cosiddetti "catechisti", poiché la catechesi e la pastorale è a carico dei "catechisti" responsabili della missione NC.

Il seminarista si forma con questa mentalità di sottomissione al "catechista" neocatecumenale.

Di fatto, parte della formazione consiste nell'andare durante i mesi estivi in itineranza o in qualche missione in qualsivoglia parte del mondo si verrà mandati dai "catechisti" NC.

Anche in Seminario, tappe e scrutini. Qui rito dell'Admissio

4) Certo, può talvolta capitare che un novello "presbitero" neocat appena ordinato diventi vicario in una parrocchia dove non c'è il Cammino, oppure può capitare che il proprio parroco o magari il vescovo gli impediscano di partire come itinerante a causa della scarsità del clero.

Ma questo punto - l'ubbidienza al Vescovo - è un dolore che il neo-presbitero neocatecumenale descriverà sempre come una vera e propria Croce durante le risonanze in comunità neocat e durante i cosiddetti giri di esperienze delle convivenze mensili della propria comunità NC.

Ma la missione non è cercare Dio nella vita di tutti i giorni?
Forse che in parrocchia non ci sono persone che hanno necessità spirituali?
Forse che il Cammino è l'unico mezzo tramite il quale un "presbìtero R.M." può adempiere alla sua missione?
Potrebbe infatti scegliere di creare gruppi di preghiera o di studio della Scrittura, organizzare pellegrinaggi (non del Cammino), occuparsi della pastorale giovanile, visitare gli infermi e gli ospedali...
La realtà di questi preti neocatecumenali è che non contribuiscono in nulla alla Chiesa di Dio; contribuiscono soltanto all'espansione del Cammino.

Primo premio per faccia tosta ai neo sacerdoti R.M.
che hanno chiesto di affacciarsi con il Papa

5) Di tutti i sacerdoti R.M. finora formati, sono una minoranza coloro che antepongono l'interesse della Chiesa alla preoccupazione per il Cammino.
Nella mia parrocchia ci sono sacerdoti che non si vedono per tutto il giorno e sbucano fuori all'improvviso in tarda serata, esclusivamente per presidiare le Eucaristie del Cammino.
Questo si deve al fatto che tutto ciò che non è del CNC, è da loro considerato inutile.

Seminario RM di Perth, Australia. Rito dell'Admissio
6) A causa degli insegnamenti sballati del Cammino e della pessima formazione dei seminari R.M., bisogna rilevare anche che come confessori sono emeriti incapaci. A volte non ti fanno inginocchiare per l'assoluzione, o non ti fanno dire l'atto di contrizione.
Inoltre fanno spesso domande di carattere personale che non c'entrano e l'unico consiglio che ti danno se gli esprimi qualche dubbio è: "vai in comunità", oppure: "fai il Cammino".

Inoltre li si può sentir dire fandonie del tipo: "è necessario che tu abbia peccato, Dio lo permette perché tu possa sperimentare la tua precarietà", banalizzando la necessità di contrizione ed il proposito di emendarsi.

Carriere-lampo di nomi celebri del Cammino

P.S.: So di almeno 3 ragazzi che sono entrati in seminario e che dopo pochi anni ne sono usciti.
Uno di questi, è arrivato a dire che non aveva sentito per nulla la vocazione al sacerdozio, però gli piaceva stare nel Seminario R.M., si mangia bene e durante i mesi estivi si viaggia gratis (i seminaristi sono inviati nelle comunità del Cammino in giro per il mondo per una specie di tirocinio di neocatecumenato).

(da: Sebastian, su Crux Sancta)

venerdì 5 febbraio 2016

Va in rovina "Il Servo di Jahvè"

"Il Servo di Javhè", uno dei primi centri neocatecumenali in Italia e vanto dei superkatekisti neocat della prima ora, è ormai un rudere in rovina e lasciato all'abbandono. Notate la moquette azzurra, standard neocatecumenale, e i cavalletti per la "mensa smontabile" (altro standard neocatecumenale, in odio all'altare cattolico)...

Evidentemente con la crisi economica (e la costante diminuzione dei membri del Cammino) sono finiti i "soldini" per la manutenzione di tale centro. Questa è una testimonianza ben visibile di dove andarono a finire a suo tempo i nostri "soldini", e quale è l'epilogo.

Cari "fratelli" neocatecumenali perchè non provvedete al recupero del vostro centro?

Perché non preservate ciò che avete "edificato" coi nostri soldi nel "sacco nero", frutto di sacrifici di tanti fratelli che hanno creduto alla vostra predicazione ed ai vostri utopici progetti?

Questa "Nueva Estetica" si è concretizzata in un mucchio di macerie, è forse un profetico messaggio sul prossimo futuro del Cammino?

Orsù, fatevele due domande. Cosa vorrà dirvi il Signore con queste foto?

Con queste foto prendo ulteriore distanza da voi "eletti di Dio" e mi auguro che queste foto possano far meditare parecchie persone dentro e fuori dal Cammino Neocatecumenale.
(da: un lettore del blog)

martedì 2 febbraio 2016

Cronache da una parrocchia neocatecumenalizzata

"Comunione seduti" nel Cammino,
in attesa che scatti il segnale manducatorio
È solo da pochissimi giorni che ho conosciuto questo blog, ma mi sono bastati per capire che è un blog davvero ben fatto e, soprattutto, mi sono bastati a comprendere ancor di più cosa è il Cammino Neocatecumenale.

Faccio una premessa: io non faccio parte, e tantomeno farò mai parte del C.N., ma sono e sarò sempre un semplice ed umile "cristiano della domenica" che segue gli insegnamenti e il Magistero della Chiesa, non certo le "deviazioni" di qualcun'altro.

Vengo al dunque della mia testimonianza: io mi reco a Messa in una parrocchia della diocesi di Roma, di cui taccio il nome per oppportunità, ma vi dico che fa parte del Settore Est della Diocesi, conta circa 4000 abitanti, e si trova in una borgata limitrofa al G.R.A.

È una parrocchia in cui vi sono fino ad oggi, in totale, 4 comunità neocatecumenali che, su circa 4000 abitanti, credo siano un numero significativo, e secondo me, influenzano moltissimo la vita della parrocchia, ed ora cercherò di spiegarvi il perchè.

A voi pare normale che:

- In detta parrocchia non esista un gruppo di ministranti, che siano almeno in grado di servire la Messa principale della domenica? Secondo me non è una cosa normale, visto che, generalmente, in tutte le parrocchie, l'anno del dopo-comunione è riservato proprio a questo: a formare i nuovi ministranti per il servizio all'altare.

Il mio "timore" è che subito dopo gli anni di catechismo in preparazione alla comunione, i ragazzi vengano "risucchiati" nel Cammino, con le sue liturgie ed i suoi modi di fare, altrimenti davvero non si spiega il motivo per la mancanza di tale gruppo in parrocchia.

- Vi pare normale che, alla messa principale della domenica, i canti siano quasi sempre di ispirazione kikiana, e quasi mai di altra tipologia?

- Vi pare normale che persino il viceparroco (non so se sia neocatecumenale o meno, ma sta di fatto che è incardinato nella diocesi di Roma, ergo, dovrebbe essere al servizio del proprio Vescovo, e non del Cammino o di Kiko Argüello) raccomandi vivamente, ai fedeli della messa principale, di partecipare alle "catechesi iniziali" del Cammino (di cui proprio oggi, 24 gennaio 2016, è stato fatto l'annuncio, e sorvolo sulla modalità in cui è stato fatto: quasi un discorso strappalacrime, con tanto di applauso finale)? Ma il viceparroco (sia esso neocatecumenale o meno) al pari del parroco, non dovrebbe essere il custode di TUTTO IL GREGGE, anche di chi, liberamente, decida di non seguire il Cammino Neocatecumenale?

Queste le mie riflessioni al riguardo.

(da: Wolf)