sabato 28 novembre 2015

"Il parroco neocatecumenale ci proibì di andare alla Veglia di Pasqua". La storia di LaPaz.

Quando sono stata cacciata dalla mia comunità neocatecumenale e dalla Chiesa, ho sentito come se un bisturi mi dividesse a metà senza anestesia.

Ricordo quel momento come la mia morte spirituale. Da allora, non sono più stata capace di mettere piede in una chiesa. Ci ho provato ma non ho potuto.
Nella mia vita è subentrato il silenzio di Dio.

Nei peggiori momenti della vita, quando la sofferenza è insopportabile, la cosa più pesante è il silenzio che rimane dopo che la tua anima è stata distrutta. Coloro che hanno sperimentato momenti drammatici come questi, sanno che ciò che rimane, alla fine, è sempre il silenzio.

Questo è ciò che forse meglio definisce uno shock traumatico troppo enorme per essere espresso a suon di parole. Il silenzio dopo l’esplosione di una bomba…

Qualcosa di simile è ciò che mi è accaduto quel giorno.

Il prete del Cammino che mi espulse era il "catechista" dei miei "catechisti" (cioè un livello sopra quelli del mio). Uno che ha “camminato” con Kiko, non so quando, ma so che si sono frequentati. Ora è in pensione, non so se è parroco onorario o prete in una parrocchia o cos’altro… probabilmente neppure si ricorda di me, perché non mi ha mai chiesto scusa.

Se si fosse ricordato di me, probabilmente avrebbe chiesto perdono, ma penso che proprio non si preoccupi di ciò che ha fatto; dentro di sé, probabilmente pensa che ciò che ha fatto fosse “normale”.

Kiko, comunque, ne era al corrente: ne sono certa, perché nella nostra comunità c’erano dei problemi gravi e i nostri "catechisti" ne avevano parlato personalmente con lui.

Kiko aveva dato loro dei consigli e li aveva mandati a parlare con la comunità, si suppone per aiutarla: ma in realtà la loro visita consistette in una specie di processo davanti al Sinedrio.
Tutti erano impauriti dal momento che l’unica soluzione solitamente usata nel cammino per ogni cosa è:
-“Vuoi seguire Gesù Cristo? … Sì o no?”Se rispondi sì, allora la domanda successiva è:
-“Sei disposto ad obbedire ai catechisti prima di tutto e in ogni caso?”Così io risposi:
-“Sì, a patto che i catechisti seguano la dottrina e gli insegnamenti della Chiesa”.
Fu allora che cominciarono i problemi.

Perché nel Cammino non è previsto che si aggiunga alcunché a quel “Sì” che si vogliono sentir dire.

Così, quando udirono la mia risposta, capirono che stavo ponendo loro delle condizioni, perciò, per loro, le stavo mettendo a Cristo.

E così ripeterono la stessa domanda.
Ed io ripetei la mia risposta.
Ed allora… fu guerra!

Una violenza terribile: violenza mentale, violenza di linguaggio, assoluta violenza psicologica… e tutti i presenti erano veramente impauriti.

Quella sera vidi i miei “fratelli” di comunità, quelli che di solito erano alti come dei castelli, genitori, uomini adulti, tremare per la paura, piagnucolare come bambini, veramente terrorizzati.

Perché tanto terrore? La risposta è scontata.

Quando entri in “Cammino” a 13 anni e i tuoi genitori e i fratelli sono tutti in “Cammino”, tuo marito, i tuoi parenti, i tuoi colleghi, i tuoi amici più cari sono tutti là, e tu se solo pensi alla remota possibilità di perdere improvvisamente tutto…
tanti anni della tua vita buttati via…
come spiegarlo ai tuoi bambini? Cosa dirai loro quando la vostra casa sarà vuota? Cosa farai quando nessuno dei tuoi amici ti guarderà più negli occhi o riderà con te? Con chi potrai bere una birra o chiacchierare, o andare a pranzo o festeggiare il tuo compleanno? Tutta la nostra vita è stata costruita attorno al “cammino”.

Questo è stato ciò che è accaduto in realtà a noi, a mio marito e a me.

Anche mio marito fu cacciato.

Ed improvvisamente fu come se le nostre vite si sgretolassero, come dopo la bomba di Hiroshima.
La vita non meritava più d’essere vissuta. C’era solo morte e silenzio. E noi come coppia ed i nostri bambini fummo lasciati soli, abbandonati.
Per cominciare, trent’anni di vita da buttar via.
Non desidero rendere pubbliche le nostre peggiori situazioni personali, dico solo che i neocatecumenali hanno ucciso la nostra fede. Mi sono sentita come una donna a cui hanno strappato via il figlio.

Dove era la nostra madre Chiesa?

Risposi immediatamente a quel sacerdote che sarei andata personalmente dal Vescovo e che gli avrei detto che sicuramente la Chiesa non poteva permetterlo! Chi pensava di essere questo sacerdote per cacciarci dalla Chiesa Cattolica? Lui proprio non lo poteva fare!

Quando ci schernì, ridendo e dicendo che lui e il Vescovo erano ottimi amici e che non sarebbe servito a nulla andare a parlare con lui, sentii che, oltre a derubarmi del mio “bambino”, della fede, mi schiantava sulla roccia… e mi venne in mente quel salmo che spesso cantavamo in comunità…
“Giunti sui fiumi di Babilonia ricordandoci di te, Gerusalemme, ci mettemmo a piangere.”

Ma la cosa peggiore fu la seguente.

Quella sera ci telefonò il capo "catechista" responsabile del team (non il sacerdote), una persona davvero buona e molto umile. Ci chiese di perdonare quel sacerdote perché, ci disse, “era fatto così” e aveva “perso il controllo”; ci chiese di dimenticare tutto e di tornare in comunità.

Inoltre ci disse anche di non andare in parrocchia per un po’ e che il parroco (anche lui presente alla riunione) ci proibiva di andare alla Veglia di Pasqua.

Cosa???

Quello fu il colpo di grazia, come quello che il torero assesta al toro dietro il collo per porre fine alla sua agonia.

Quel giorno, solo sue fratelli della comunità ci seguirono e lasciarono la sala con noi. Nessun altro si mosse. So che molti avrebbero voluto farlo, ma non ne ebbero il coraggio perché temevano di venir espulsi e di “distruggere” anche la loro vita, come seppi in un secondo tempo.

Hanno scelto di tradire se stessi, di andare contro la loro coscienze, soprattutto per i loro figli, che erano in procinto di entrare in “cammino” nelle proprie comunità. Gli abbiamo risposto che noi non vorremmo per i nostri figli ciò che non è buono per noi.

Da allora, i miei figli hanno messo piede in una chiesa in davvero poche occasioni. Non posso educarli nella fede cattolica perché non ho più fede.
Non posso più credere nella Chiesa. Mi dispiace, ma non posso. E i miei figli non mi fanno neppure più domande su questo argomento.

Il maggiore, dopo qualche anno, ha dovuto andare in terapia. Dopo qualche tempo, ci rivelò che, quando era piccolo e lo portavamo in parrocchia, le babysitter neocatecumenali lo picchiavano.
Non ci ha detto più nulla oltre a quello.
A quel punto ci siamo rammentati che, ogni volta che lo lasciavamo con quelle babysitter, dovevamo portarlo al pronto soccorso perché aveva febbre alta e sintomi di soffocamento. Era quasi automatico. Andavamo alle celebrazioni e lo lasciavamo con gli altri bambini durante Eucaristie, Pasqua, convivenze ecc. ed ogni volta lo ritrovavamo che piangeva ininterrottamente, paonazzo, pieno di moccoli, mentre tossiva e vomitava.
E piangeva sempre, dal primo minuto all’ultimo, quando lo riprendevamo diverse ore più tardi.

Successivamente i medici gli hanno diagnosticato una grave allergia ad una spora che si sviluppa negli ambienti molto umidi. Nel sotterraneo della parrocchia i bambini e le babysitter venivano messi in una stanza molto piccola, senza finestre ed areazione, sporca e polverosa.

Nei corridoi della parrocchia, che si allagavano con la pioggia, c’erano i topi e, date le molte spese da pagare, il parroco chiamava i derattizzatori solo quando i vicini protestavano.

Queste erano le pessime condizioni sanitarie nelle quali lasciavo i miei figli che fecero ammalare il mio primogenito; a causa del suo malessere, piangeva molto e le babysitter lo picchiavano perché la finisse.

Quando appresi tutto ciò dallo psicologo che aiutava mio figlio per problemi scolastici, mi sentii arrabbiata ed offesa. I cosiddetti "catechisti" dicevano sempre che i bambini si ammalavano di asma perché avevano madri isteriche. Così per loro io ero una madre isterica, naturalmente, visto che mio figlio aveva l’asma.

Strano soffrisse di crisi d’asma visto che avevamo i locali della parrocchia pieni di babysitter, ratti e funghi. Ma che coincidenza!

Il mio "catechista" fu chiaro: mio figlio si era ammalato perché il diavolo mi voleva allontanare dal “cammino”; mi disse i figli non ti possono mai allontanare da Dio perché appartengono a Lui.

Tutto ciò è accaduto anni fa, ed ancora non posso scriverne senza usare un alias perché ho ancora dei parenti stretti in “cammino”, nella mia stessa parrocchia.
Sono il mio unico legame rimasto con loro, sfortunatamente, ed essi sanno OGNI COSA di me e della mia vita. Sanno tutto… Se sto bene, se sto male, se i miei figli hanno dei problemi, se entro od esco di casa… sanno proprio tutto.

I miei "catechisti" sono morti.

Il santino di san Kiko
La mia comunità è stata ferita mortalmente.
Questa è la prova che le cose non funzionavano bene.
Come ho saputo recentemente, il "catechista" dei miei "catechisti" si è risolto a fare esattamente ciò che avrebbe dovuto fare quando fummo visitati quel giorno, quando non ci vollero ascoltare ed uccisero il messaggero per non ascoltare il messaggio.
Sembra che la vedova del catechista umile che ci aveva chiamato a casa quella sera subito ci ricordò al resto del team quando finalmente optarono per quella decisione.
Disse qualcosa come “Ricordate quei fratelli che volevano disperatamente dirci qualcosa, anni fa? Dissero qualcosa a mio marito, su qualcosa di molto serio che stava succedendo in comunità”.
Signora "catechista", ti ringrazio dal profondo del mio cuore perché almeno c'è qualcuno di abbastanza ragionevole su ottanta persone che furono testimoni del fatto quel giorno… ma il male fatto e condiviso, la ferita da loro inferta mai si rimarginerà.

Mi rendo conto che questa testimonianza è troppo lunga; la tradurrò e la invierò a JungleWatch cosicché anche loro possano leggerla. I miei amici su CruxSancta già sono già a conoscenza di tutto, l’ho già raccontato molte volte nei miei commenti sul blog.

Penso che dovremmo concludere che è necessario unire le forze tra ex appartenenti del Cammino di lingua e paesi differenti cosicché le nostre esperienze raggiungano i confini della Terra.
Non voglio che nulla di ciò che ho provato e vissuto accada finanche al peggiore dei miei nemici.
In CruxSancta, degli ex kikos (per usare un termine più immediato) di differenti paesi di lingua Spagnola scrivono le loro esperienze e siamo tutti concordi… ci sono troppi aspetti in comune e sono ripetute in tutto il pianeta, indifferentemente dove o con chi.

Il “cammino” contiene in sè il seme della distruzione. Il male è connaturato al sistema in quanto tale, indipendentemente dalle persone. Nel mio caso, per esempio, erano coinvolti due differenti team di "catechisti" provenienti da diverse parrocchie.
Forse, in circostanze differenti, io non ne avrei sofferto, ma sarebbe successo nella parrocchia accanto. So che ci sono molti altri casi come il mio, se non altro per il fatto di essere stati esclusi per motivi di coscienza.

Il “cammino” è molto contraddittorio su questioni fondamentali per la fede Cattolica.

Ci sono molte persone che seguono Kiko e i catechisti come pecore, inclusi molti sacerdoti, specialmente i Redemptoris Mater, che hanno interiorizzato che, persino sopra il Papa, c’è Kiko, e che quindi sono i suoi portavoce autorizzati, repliche di Kiko in scala minore, i suoi catechisti.
La nostra speranza è dal fatto che, fra le pecore grasse e soddisfatte del “cammino”, ci sono persone che cercano di seguire Cristo in uno spirito di verità e di coerenza, senza ipocrisia ed interessi personali e che sentono ogni tanto la propria coscienza che lancia segnali perché i pezzi del puzzle non coincidono.
Ad ogni modo, è troppo elevato il prezzo da pagare, ed è un prezzo disumano.
La mia sofferenza per ciò che è accaduto mi ha causato un trauma fisico e psichico considerevole.
Conosco alcuni che allora erano miei buoni amici ancora sepolti lì e che soffrono molto, non sono felici. I loro figli vanno ad ascoltare la "catechesi" ed entrano in comunità. Sono ancora lì, ad interpretare i medesimi ruoli.

In realtà il “cammino” sopravvive grazie ai figli e ai nipoti dei più anziani.

Almeno in Spagna, sono davvero pochi quelli vengono a formare nuove comunità neocatecumenali e ancora di meno non sono imparentati a qualcuno che già frequenta. Questo è ciò che lo rende se non altro più facile, anche se non ne sono contenti, lo proseguono.
Hanno scelto di vivere in un ghetto, e il ghetto che si sono costruiti è molto confortevole. Naturalmente, è un ghetto molto efficiente.
Kiko ha costruito una torre per se stesso.

Non so se si può definirli come un “Nuovo popolo di Israele”, perché non collaborano alla costruzione della Chiesa cattolica ed Universale, ma la loro particolare visione di ciò che essi vogliono sia la chiesa: una grande comunità di comunità… Neocatecumenali, naturalmente, e non altro.
Quando ho sentito da alcuni Vescovi dire che il “cammino” è quello che meglio rappresenta la fede in Cristo (che ridere!), ho pensato che si stanno davvero godendo una specie di luna di miele con Kiko.
E che ritorneranno alla dura realtà, prima ancora di quanto pensano.

Il problema sono le persone di buona volontà che si fidano dei propri sacerdoti… persone che pensano che davvero siano guidate da Cristo e non da Kiko.

E' Gesù il Buon pastore, non Kiko.
Il “profeta” di Palomeras, Pako la Vendetta, come lo chiamiamo noi di CruxSancta, vuole solo un certo tipo di pecore e i migliori pascoli.
Il resto, secondo me, poco importa.
La sua maniera di risolvere le questioni è la stessa usata dai catechisti con noi: “Siete con me o contro di me”… o me o nulla, o il “cammino” o la morte.

Sono gravemente ferita ma sono viva.
E finché vivrò, farò parlare il mio cuore.

Grazie.
LaPaz

martedì 24 novembre 2015

«Cosa ti sta dicendo il Signore con questa cosa?»

Un amico ci segnala una vignetta surreale: un "supereroe psichiatra" avverte la richiesta di aiuto di un pollo intrappolato in un edificio in fiamme e... anziché aiutarlo, gli domanda: «Come ti fa sentire questa cosa?»

È proprio perfetta la somiglianza con i cosiddetti "catechisti" neocatecumenali, emeriti ignorantoni che in nome di Kiko si pretendono indiscutibili e infallibili direttori spirituali delle comunità del Cammino Neocatecumenale, affermando che le proprie corbellerie estemporanee proverrebbero "dallo Spirito".

Le loro risposte preconfezionate - "come ti fa sentire questa cosa? secondo te cosa ti vuole dire il Signore con questa cosa? e tu come ti poni di fronte a questa cosa?" ecc. - sono la solida e continua dimostrazione che nel Cammino conta solo essere puntuali nei pagamenti delle "Decime" e degli altri balzelli, sfornare figli a volontà e partecipare con zelo alle pagliacciate neocatecumenali. Tutto il resto ti viene rivangato addosso: "secondo te, il Signore cosa ti vuol dire con questa cosa?"

I cosiddetti "catechisti", con le loro sentenze sulla vita dei fratelli e sorelle della comunità neocatecumenale, sentenze basate su psicologia spicciola, ingenuo letteralismo biblico, misure drastiche e ridicolo abuso del nome di Nostro Signore, rovinano e devastano la vita dei fratelli invadendo proprio quegli spazi che la Chiesa comanda di non toccare, a cominciare da quello della coscienza.

sabato 21 novembre 2015

Liturgia e teologia neocatecumenale

Quando viene meno la fede cattolica, non c'è più bisogno dell'altare cattolico.



mercoledì 18 novembre 2015

«Siamo una potenza!...» - l'orgoglio luciferino dei neocatecumenali

I nuovi falsi profeti
Chi non sa, caro P. Livio, che il denaro costituisce la maggiore e più irresistibile potenza di questo mondo? S. Tommaso ha potuto scrivere che «omnia corporalia obediunt pecuniae» (S. th., I-II, q. 2, a. 1, 1um). «El denaro serve a ogni cosa», scrive nei suoi Ricordi, Francesco Guicciardini.

A Lei — me lo permetta — sarà sempre facile e conveniente elogiare il C.N., trattandosi di un Movimento organizzatissimo, retto dalla suprema e indiscutibile autorità carismatica dei suoi Ideatori, venerati e obbediti da tutti gli adepti; a loro volta spesso intimiditi, plagiati e persino terrorizzati dal contegno di «catechisti» talmente presuntuosi da attribuirsi un potere superiore a quello dei «presbiteri».

Dunque, aveva ragione alcuni mesi fa un neocatecumeno che, sulla soglia della basilica di S.Giovanni in Laterano, tutto compiaciuto diceva ad una persona che me l’ha riferito: «noi siamo una potenza!...».

Verissimo.

È sufficiente riflettere, per dimostrarlo, che la sètta ha i suoi fidatissimi emissari negli uffici postali, nelle librerie cattoliche, nelle redazioni dei giornali, nelle banche, nella stessa Radio Vaticana. Ed è comprensibile che qualsiasi notizia, libro che si azzardi a criticare il Movimento è inesorabilmente bloccato. In realtà, tutto è severamente controllato come e più di quanto sia possibile alla Questura; per cui il pubblico viene a sapere soltanto le iniziative, i meriti e i successi del Cammino.

Ora, rev.do P. Livio, sembra che anche Radio-Maria abbia ceduto al medesimo armi e bagagli, avendo esso il privilegio di estendere la propria influenza anche oltre i confini d’Italia... Credo che non si esageri affermando che nessuna diocesi, nessun Istituto religioso, nessuna Conferenza Episcopale ha mai raggiunto un sì alto livello di potenza.

Alcuni neocatecumeni, quasi impazziti per la gioia, vanno propalando persino che Kiko sarà «il Papa» di domani.

Non mi stupisce allora quanto essi dicono anche al mio indirizzo: io sarei «eretico», «ribelle al Papa», «nemico della Chiesa», «contrario al Vaticano II», «dimesso dalla mia Congregazione», «apostata», «posseduto dal demonio»... Qualcuno ha aggiunto che sono morto...

In una cittadina delle Marche, qualche anno fa, si diffuse la voce che io sarei stato chiamato ad pedes dal card. Ratzinger, il quale mi avrebbe rivolto una severa reprimenda anche a nome del Pontefice...

A tale cumulo di fandonie non poteva mancare l’indegna manovra delle solite lettere anonime, infiorate di epiteti e d’insulti anche di tipo «boccaccesco».

Quei signori, in cammino verso la riscoperta del battesimo e chiamati dallo Spirito a ri-cristianizzare il mondo, sembra che non siano capaci di altro. Rallegramenti!

Ma non c’è da stupirsi. Quel che tutto spiega è la diffusa, radicata ed espressa convinzione che la Chiesa del Cammino è l’unica vera e che la salvezza è possibile soltanto seguendone le direttive. Si tratta quindi dell’
«atteggiamento di chi riconosce se stesso come l’unico futuro della Chiesa, classificando gli altri come cristiani di seconda categoria e rendendo di fatto impossibile l’integrazione del proprio gruppo nella comunità parrocchiale...

«Lo stile educativo», «la prassi dell’insegnamento Catecumenale ha un corso poco dialogico, autoritario. Domande e richieste di ulteriori informazioni non sono consentite…». Logico dunque che «conflitti spesso sorgono nelle comunità parrocchiali ospitanti il movimento...». Da più parti, quindi, si chiede «fino a che punto possa esservi una particolare disponibilità nei riguardi della comunione ecclesiale quando (...) "una discussione e un confronto teologico-pastorale non possono aver luogo, e quando, dall’altro lato, con l’istituzione di seminari sacerdotali neocatecumenali in tutto il mondo, vengono posti strutturalmente dati di fatto che spesso creano un parallelismo rispetto alla responsabilità del clero locale e del popolo di Dio..."»
(R. BLEISTEIN, Stimmen der Zeit, tradotto da Rassegna di teologia, n. 4,. luglio-agosto, 1993, pp. 378-395).
«Siamo una potenza!», si ripete. Ma è difficile giudicare se in tale vanteria sia maggiore la demenza o l’orgoglio luciferino di poveri presuntuosi.

II -- LA MIA BATTAGLIA

Dunque, non sono in questione le «idee», «i sentimenti», «le intenzioni» e assai meno la «vita privata» di Kiko-Carmen; ma unicamente le loro parole che essi hanno lasciato registrare e ciclostilare, destinandole ai catechisti.

Io mi sono limitato ad esaminarle e notarvi gli errori contra fidem: ne avevo il dovere e anche la competenza, almeno quanta può averne ogni comune credente informato della dottrina della Chiesa.

Dovevo attendere che la Gerarchia si pronunciasse?

È quanto Lei osserva in una lettera di qualche anno fa: «Argomenti così importanti vanno studiati dall’Autorità ecclesiastica, e solo quando l’Autorità ecclesiastica avrà espresso un parere autorevole, ne daremo notizia attraverso i mass media». Ora, ciò, oltre ad essere molto comodo, è semplicemente ingenuo, insostenibile... Avverta bene che non si tratta di questioni disputate, di sottigliezze teologiche; ma di eresie, di gravi eresie.

Se il Magistero si è già espresso da millenni solennemente, categoricamente e ripetutamente contro determinati errori, ai fedeli spetta solo il dovere di insorgere per redarguire chiunque osa riesumarli, senza pretendere che il Papa torni a condannarli. A che scopo il Magistero se non illuminasse i credenti, sì da renderli capaci non solo di professare pubblicamente la propria fede, ma anche di difenderla? Nel Catechismo della Chiesa Cattolica leggo che la confermazione «ci accorda una speciale forza dello Spirito Santo per diffondere e difendere con la parola e con l’azione la fede, come veri testimoni di Cristo, per confessare coraggiosamente il nome di Cristo e per non vergognarsi mai della sua croce» (n. 1303).

Se, dunque, devo combattere contro ateismo e materialismo, laicismo e relativismo, storicismo e modernismo, perché non dovrei condannare un cammino neocatecumenale che avvia ad un battesimo negatore di fondamentali verità del Cristianesimo?

Più d’uno ha ripetuto che io me la sarei presa contro «mulini a vento», come avrebbe potuto farlo un esaltato, un attaccabrighe... Ora, se ciò può offendermi, non mi potrà mai convincere: da chi mi è contrario esigo ragioni criticamente valide, degne di gente seria. E per questo che ancora una volta torno in prima linea, augurandomi che Lei, buon P. Livio, conosciuta la verità, si renda conto della eccezionale gravità del caso.
p. Enrico Zoffoli

domenica 15 novembre 2015

«Solo a vedere le vostre facce mi viene da vomitare»

Capannone con piscina gonfiabile e ammennicoli kikiani
Già, ragazzi, scusatemi se non ho risposto prima. Ma mi sono assentato per lavoro. Vedete, noi all'inizio del Cammino, avevamo l'entusiasmo dato in effetti dalla novità assoluta di poter leggere la Parola di Dio e condividerla (non parliamo degli aspetti dottrinali, ma della mera possibilità di stare insieme a preparare una liturgia della Parola e leggere tanta Scrittura), quella è una cosa che ci ha dato moltissimo.

Ma poi.. le Convivenze inizio Corso, dove all'inizio c'era la solita provocazione iniziale... tipo: «e se mormorate perchè le tasse sono troppe e trovate giusto non pagarle allora potete alzarvi e andarvene via»... su 500 persone, pensate che in tutti gli anni che hanno detto questa solfa qualcuno si sia alzato?

Ma credo che almeno il 30% dei presenti si sarebbe alzato e sarebbe andato via. Ricordo una sera quando fecero in ritardo alla Convivenza inizio Corso e noi buoni tranquilli, le 10 di sera. Il Capo Equipe sale sul palco... avesse detto buona sera, scusate il ritardo? No... perché bisogna essere nella verità? Ci disse a tutti: "Solo a vedere le vostre facce mi viene da vomitare" Bello, 'acci, e tutti seduti... ma che eravamo Sandavi? Capre da menare col bastone? Buon Cielo, e noi abbiamo scommesso la vita su questo Cammino. Oggi solo sento la libertà di essere cristiano e basta senza nessuna etichetta. CL, RnS, Neocat, ...no, cristiano della Domenica. E mi basta. Ma resta l'amaro in bocca...

Avevamo perfino cambiato casa perchè i ragazzi fossero vicini alla Parrocchia e potessero andare in Cammino, alle Catechesi, da soli. E il risultato che sono fuggiti via come missili alle prime note del secondo passaggio portato dai nostri fratelli "catechisti". Meno male che le Catechesi che ho portato so di averle sempre corrette secondo coscienza e di non aver mai detto panzane, Dio lo sa. Per questo non mi hanno più fatto fare catechesi. Bene.. adesso aggrappiamoci a Cristo e alla Sua Vergine Madre. Grazie per quello che avete detto.
(da: Mauri54)

giovedì 12 novembre 2015

Kiko proibisce Youtube, Whatsapp, chat: sarebbero demoniaci «orrori del computer»

"I cristiani leggono tutti i giorni la Scrittura. E se non leggete la Scrittura, siete disobbedienti. E se prendete quegli orrori dei tablet, dei computer... guardate quante coppie distrutte!

Mentre il marito lavora, la moglie sta chattando con un signore e un giorno dice al marito: «Ti lascio» e lo lascia lì. Come potremo difenderci, come potremo difendere i nostri figli da tutte queste manovre del demonio che stanno distruggendo la società?

I giovani del Cammino chattano tra di loro, fanno un gruppettino, dopo si radunano e quando ti sei reso conto già finiscono fornicando, anche quelli del Cammino! Perché hanno cominciato a chattare. Questo è proibito, lo abbiamo detto chiaramente, come youtube e tutte queste cose, tutto proibito: chiudete tutti questi orrori dei computer e mandateli a quel paese, se volete essere salvati dal mondo, dal demonio, perchè sono finestre attraverso le quali entra il mondo dentro e ti ottenebra l'anima e ti genera un vizio".

Kiko Arguello, dalla Convivenza di Inizio Corso
Porto San Giorgio, 17-20 settembre 2015.

Kiko indiavolato mentre fa la sua protesta sindacale
lamentandosi col Papa che ancora non esiste
in tutte le parrocchie l'iniziazione neocatecumenale

lunedì 9 novembre 2015

Sottrarre santità al gesto di comunicarsi

Il laico Kiko Argüello crede di poter
dare lezioni di liturgia e dottrina perfino agli ortodossi...
Sono un ortodosso e vi seguo regolarmente, ammetto che non sempre leggo tutti i commenti... sovente più di 100 nella stessa pagina... come fare?

Scrivo solo per dire con rispetto questo: kiko e compagni NON hanno NIENTE della "Chiesa primitiva", hanno invece molto di primitivo.

Non dubito che nel CN ci siano uomini e donne degni, cristiani, onesti, ma il CN non è una cosa buona. Approfittarsi della buona fede e più spesso della sofferenza delle persone per manipolarle e fare loro del male USANDO LA PAROLA DI DIO è la cosa più vicina alla bestemmia contro lo Spirito che si possa immaginare: la Parola di Dio vuole liberare, loro - soprattutto i cosiddetti "catechisti" neocatecumenali - vogliono chiudere ancora di più le catene del prossimo.

La faccenda della "Chiesa primitiva" è un'invenzione protestante poi abbracciata da teologi romani e recentemente anche ortodossi (prima di tutto guardo in casa mia!): esiste infatti la Chiesa. Stop. Senza aggettivi. E questi "cammini" sono una chiesa nella Chiesa, pericolosissimo per la fede e la salvezza!!

Vorrei dire solo due cose:

1) il Cammino Neocatecumenale tira in ballo gli usi orientali (ortodossi o bizantino cattolici). NOI ORTODOSSI NON VENDIAMO NE' FRUTTA NE' VERDURA, tantomeno le poggiamo sull'altare in cui stanno solo il calice e il pane, il Vangelo e un bel Crocifisso, nemmeno il libro con le preghiere liturgiche viene poggiato sull'altare... altro che banane ananas mango mirtilli pompelmi susine latte e miele.

2) se quel pirla di kiko si è inventato una focaccia con dodici "X" che secondo lui rappresentano i 12 Apostoli, fatta con la Ferrarelle perchè acqua di fonte... i kikos lascino stare l'uso ortodosso di celebrare l'Eucarestia con un pane lievitato: quella di kiko è un'invenzione da pirla per dei creduloni (i fedeli cattolici dovrebbero conoscere gli usi della propria Chiesa e a questi tenere fede!), noi ortodossi seguiamo un costume antico e apostolico (e scritturale in quanto Cristo prese un ARTON che in greco significa pane lievitato), e non seguiamo una cosa inventata da un pirla sopravvalutato come kiko... ci mette dodici "X" e sarebbero i 12 Apostoli o le 12 tribù di Israele... io suggerisco a Kiko di farsi con l'acqua di fonte un bel clistere rinfrescante, gli aprirebbe gli orizzonti...e non solo quelli!

Infine, vorrei puntualizzare: se io fossi un credente Cattolico Romano, farei la comunione in ginocchio e sulla lingua, come costume di riverenza e timore, tranne che da Pasqua a Pentecoste in cui i Canoni vietano di inginocchiarsi per festeggiare la Pasqua, quindi in piedi ma sempre sulla lingua. Questa Comunione nelle mani è divenuta una scusa per sottrarre santità al gesto di comunicarsi col Corpo di Cristo, non volontà di riprendere un uso della Chiesa primitiva. Se questo fosse stato il desiderio, ci sarebbero stati anni di Catechesi di Vescovi e uomini e donne di preghiera, non avrebbero affidato la cosa a kiko e a quell'altra con la maglietta dell'adidas con le poppe ciondoloni.

Ringrazio dell'ospitalità di questo santo blog che aiuta a liberare dai plagi e manipolazioni, pregherò per chi lo gestisce e lo legge cercando la verità su CN, e ai kikos chiedo di lasciare stare la Santa Fede e Pratica Ortodossa dalle loro vaniloquenti fesserie, altrimenti dette caxxate!
Rispettosamente,
un cristiano ortodosso

venerdì 6 novembre 2015

Il neopresbitero neocat e le scandalose "non-omelie"

Per la serie: "ce l'ho più grosso di tutti":
gigantesco tavolaccio kikiano-carmeniano
per celebrare la carnevalesca liturgia neocatecumenale
Abbiamo già abbastanza problemi con quei sacerdoti (non neocatecumenali) che non prendono sul serio il momento dell'omelia e pensano di aver fatto il loro dovere con qualche battuta a parafrasare il Vangelo del giorno.

Ma il problema coi "presbìteri neocatecumenali" è che non c'è omelia nelle neo-liturgie. Ci sono le risonanze. La gente sputa fuori quel che ritiene "significare per me" riguardo alle letture, e alla fine il "presbitero" neocat cerca di unire gli interventi con qualche commento personale.

Tali "presbìteri" non hanno alcuna esperienza di cosa sia una vera omelia, e non sono stati per nulla addestrati a prepararne una. È per questo motivo che i seminari kikiani Redemptoris Mater non sono seminari diocesani, né per questa, né per qualunque altra diocesi. I candidati non vengono preparati ad essere sacerdoti diocesani, vengono preparati a servire le comunità neocatecumenali (proprio come stabilito dagli statuti dei seminari R.M.).

Il guaio è che questi ragazzetti impreparati vengono poi spediti nelle nostre parrocchie perché il vescovo ha bisogno di un motivo per giustificare il furto e lo spreco di milioni e milioni per sostenere il seminario-barzelletta Redemptoris Mater, che non è mai stato altro che il suo terreno di gioco personale.

Comunque, cacciate via l'inferno da questa parrocchia. Non so chi di voi abbia bambini, ma se ciò che state ascoltando [nella predica del presbitero neocat] vi induce al peccato, allora cosa ne sarà dei vostri bambini? Voi avete verso di loro il dovere di trovare una parrocchia che abbia un parroco che non sia scandaloso per la fede.

martedì 3 novembre 2015

La tua Messa è orzo…la mia, caffè buono!

Comunione "self-service":
l'iniziatore Kiko afferra l'insalatiera
e dà l'esempio ai suoi adoratori
Mi piace la gente della Messa delle 13, delle 11, o della sera. Quelli che oggi vanno in parrocchia alla Messa delle 12 e la domenica scorsa era in quella vicina perché gli era più comoda la Messa delle 11.30. Gente che accorre ogni domenica a Messa a Madrid, nel paese, in spiaggia o direttamente nelle Chimbambas (che per certo non so dove siano).

Gente che sa che la Messa è la Messa che in essa si celebra il sacrificio incruento di Cristo per noi, che in essa abbiamo l'opportunità di chiedere perdono, ascoltare la Parola, ammirare il dono della transustanziazione, pregare insieme, offrire la nostra elemosina, e comunicarci al corpo di Cristo se siamo nelle condizioni di riceverlo. E tutto ciò celebrato come comanda la Chiesa ed in unione con tutta la chiesa diffusa nel mondo e visibile concretamente nell'assemblea a cui si partecipa.

Poi, che sia più divertente o meno, -che pericolo!-, un pochino noiosa o no, se conosca il giorno del compleanno di chi mi sta accanto, se il sacerdote sia giovane o vecchio, se abbia più avvisi del desiderato o un tipo di canto che mi piace più o meno, non è il caso di entrare in questi dettagli.

Quando qualcuno si lamenta di una Messa, normalmente gli faccio queste domande: il sacerdote era validamente ordinato? Si è celebrato secondo i libri liturgici? Si è predicato o fatto qualcosa contro la dottrina della Chiesa? Perché se la risposta è no, dove sta il problema?
Messe normali per gente normale. Messe che hanno sostenuto ed alimentato la fede delle persone per secoli, che hanno forgiato santi, che hanno riempito di vita persone, famiglie e comunità cristiane. Messe della domenica. Intense, vive, aperte a tutti, accoglienti. Chi può avere di più?

Più paura mi fanno le messe "speciali": quella del mio gruppo, quella della mia comunità, quella del mio movimento. La Messa dei bambini o dei giovani.
Mi fanno molto più paura perché quando uno finisce per vivere quasi esclusivamente la Messa "coi suoi" (da intendersi per suoi quelli del suo movimento, gruppo, tipologia o spiritualità) corre un grande pericolo: che quando non ci sono i "suoi" non ci sia Messa.

Tempo fa qualcuno mi disse che andava solo alle messe del "suo gruppo", col "suo prete" e nella "sua sala", che non partecipava alle messe della parrocchia perché andare a Messa coi fedeli a qualunque eucaristia della parrocchia era accontentarsi dell’orzo, quando nel suo gruppo avevano caffè buono. Vedere per credere. Una Messa parrocchiale dove tutti sono accettati, tutti hanno uno spazio, tutti possono partecipare è orzo. E la Messa privatissima caffè…

"Oggi è sabato, giorno della nostra Eucarestia"
"Agnello di Dio,
che togli il peccato del mondo, dà a noi la pace"
La gente che accorre solo alle "sue messe" finisce per non andare a nessuna. La ragione è che scambiamo la centralità della Messa, il sacrificio di Cristo, per il gruppetto, la comunità. Il gruppetto diventa il centro e Cristo è l'invitato. Così le cose si confondono e si perde tutto.

La cosa buona della Messa non è che il prete sia tuo amichetto, conosca il numero di scarpe di Mariettina o sappia tutto del problema di acidità di Beppe, che non dico che sia una cosa cattiva.
La cosa buona della Messa è che Cristo si consegna a noi, ci distribuisce il pane e la parola, e ci accoglie tutti come fratelli senza distinzione di razze, lingue o provenienza.
Andiamo, che è lo stesso sia che siamo kikos, opus, ciellini, neoconservatori, progressisti, del comune, vecchi, giovani o bambini. Tutti comunità. Tutti fratelli. Tutti condividendo e celebrando l’offerta di Cristo.

Già, ma il fatto è che quello è orzo. E quando celebro col mio prete, coi miei e nella nostra sede, è caffè di quello buono, Messa di quelle buone.
Marameo!.
(E non mi stiano a venire a dire che quelli del caffè e dell’orzo non possono essere neocatecumenali perché, sì, di quando in quando, vanno in parrocchia).
(traduzione a cura di Valentina di un articolo di