giovedì 31 luglio 2014

L'oppressione neocatecumenale fa allontanare i cattolici

Nostra traduzione della lettera di Jerry Yingling a sua eccellenza l'arcivescovo Martin Krebs, nunzio apostolico, a proposito del vescovo neocatecumenale mons. Apuron.
Occorre ribellarsi al neocatecumenalismo, alle sue storture liturgiche e dottrinali, all'«orgoglio e all'arroganza» dei suoi leaders. Il peggior nemico del Cammino è la pubblicazione onesta di ciò che fa, di ciò che celebra, di ciò che va insegnando.


Mons.Apuron, arcivescovo di Guam
Da protestante mi sono convertito alla nostra amata Chiesa Cattolica, qui in Guam, grazie alla guida di don James Benavente (oggi mons. Benavente).

Ho tentato di ignorare l'arroganza e la tracotanza dell'arcivescovo Apuron contro i fedeli e i sacerdoti che non sono neocatecumenali.

Io e molti altri siamo convinti che l'arcivescovo stia sistematicamente rimuovendo i nostri sacerdoti che non appartengono al Cammino Neocatecumenale, e che la Chiesa venga perciò divisa, lasciando quelli tra noi (della categoria "non neocatecumenali") senza guide - e senza quei sacerdoti che desideriamo che ci guidino nella nostra fede.

Infatti l'oppressione da parte dell'arcivescovo Apuron e il suo seminare divisioni è esattamente ciò che portò i miei avi lontano dalla vera Chiesa 500 anni fa.

La prego di investigare sulla nostra diocesi e sul licenziamento di mons. James Benavente, oltre che sugli sforzi del nostro arcivescovo proteso a trasformare l'arcidiocesi in un covo neocatecumenale e un posto misero per chi non fa il Cammino.

Nel più profondo rispetto e con le più sincere preghiere di intercessione,

Gerald Yingling -- Tamuning, Guam
29 luglio 2014

martedì 29 luglio 2014

Come funzionano le missioni neocatecumenali

La sagra delle chitarrelle kikiane:
cioè "nueva evangelizzazione"
Io ho avuto modo di andare a visitare le famiglie in Missio ad Gentes a Chemnitz, nell'ex Germania Comunista.

Qui ci sono addirittura due nuclei, cioè due Missio ad Gentes neocatecumenali, sempre nella stessa città, ciascuna con 3 famiglie di diverse nazionalità (spagnoli, italiani, austriaci, tedeschi...), un presbitero e un paio di signore che fanno servizio (serve). Ai fini della "missione", hanno comprato due case (una per "missio"), le hanno completamente ristrutturate in stile NC (moquette blu, sedie in plexiglass, pareti bianche "rugose", affreschi kikiani, ecc...) e vi hanno assegnato un nome di un santo (una mi sembra si chiami Santa Maria di Loreto).

In queste "neo-parrocchie" (mi sembra un nome appropriato) si svolgono le celebrazioni della comunità (costituita appunto dalle tre famiglie), e gli incontri a cui vengono invitati i neo-adepti.

C'è anche una vera parrocchia, che però viene usata solamente quando il numero di presenti alla celebrazione richiede un grande ambiente. Qualche anno fa poi il Vescovo non ne volle più sapere delle missioni, per cui si chiedevano preghiere perché cambiasse idea. Cosa che poi avvenne, non so in che modo (ma in una diocesi dove i cattolici rappresentano il 10% della popolazione, e in una chiesa come quella tedesca che riceve fondi dallo Stato in base al numero di cattolici, e conoscendo il modus operandi del CN, si può immaginare cosa sia accaduto...).

Spettacolino kikiano in piazza:
cioè una saletta neocatecumenale
all'aria aperta
Nonostante questa missione ci fosse da diversi anni, non si riusciva a formare una comunità. Quel che ci hanno raccontato è proprio che le pochissime persone che sono riuscite ad avvicinare sono per lo più amici dei figli, impressionati da queste 6 famiglie numerosissime (8-13 figli) e rumorose e apparentemente gioiose (per di più in una città triste e grigia come Chemnitz...). Nonostante questa apparente felicità, non mancano i dolori. Ad esempio, qualche anno fa un figlio di una famiglia spagnola era scappato di casa, perché si ribellava a quella situazione in cui era stato forzato. Poverino, era considerato la pecora nera...

Le famiglie vivono in stretto contatto, tanto che già ci sono stati svariati matrimoni tra alcuni dei figli. Al fine di aggiungere "sangue fresco" alle missioni (tra qualche anno rischiano di sposarsi tra cugini), ed anche di allargare il numero dei "missionari", Kiko si è inventato negli ultimi anni di "consegnare" il rosario a giovani NC, al fine di pregare per quelli che stanno in missione, e instaurare un legame inizialmente spirituale, ma che poi si tramuterà in qualcosa di più. Ogni anno infatti Kiko manda questi giovani a visitare le famiglie in missione, con la speranza che trovino l'anima gemella.

(da: Sebastian)

sabato 26 luglio 2014

Marketing religioso neocatecumenale: gli slogan

Il carisma delle bocche urlanti
Troppo spesso i catecumeni ripetono sempre le stesse cose, per convincere altra gente ad entrare nelle comunità, vista come unica salvezza.

Queste sono frasi classiche per attirare adepti (marketing religioso):
  1. Io e mia moglie stavamo per separarci, poi abbiamo conosciuto il cammino e il nostro matrimonio si è salvato.
  2. Ero un drogato, il cammino mi ha salvato.
  3. La mia vita era distrutta, poi ho conosciuto il cammino.
  4. Non avevo soldi per sposarmi, poi ho conosciuto il cammino e i soldi sono arrivati, e ho fatto anche un bel viaggio di nozze.
  5. Non avevo lavoro, poi sono entrato nel cammino e sono stato assunto alle Poste.
  6. Ero asociale, poi ho conosciuto il cammino e mi hanno fatto credere di essere importante, con qualche falso sorriso.
  7. Odiavo tutti, ora amo tutti, grazie al cammino.
Chi fa parte del cammino , non è certo meno ipocrita o falso di tutti noi, lo è di più!
(da: Uomo Libero)

martedì 22 luglio 2014

Cento Piazze, Mille Bugie

Testimonianza relativa al periodo delle "100 piazze neocatecumenali" di pochi mesi fa.




In questi giorni in alcuni luoghi pubblici della nostra città abbiamo dovuto assistere al ripetersi di una rappresentazione “teatrale” nella quale i neocatecumeni, tra clamore e tanto rumore, impongono una propria liturgia gridata, piena di tante frasi fatte e parecchie menzogne.

In una specie di gara interna, proclamano come Gesù li ha salvati nelle precarietà (quali poi??? Veramente pochi non lavorano, non hanno stipendi fissi, statali etc..) e i "miracoli" (del tipo non ho divorziato...non ho abortito … beh, non mi sembra qualcosa di miracoloso per un cattolico).

Poi tutti ti sbattono in faccia la loro apertura alla vita (che per questi personaggi significa compiere atti matrimoniali solo per scopi procreativi e senza impedimenti) e i loro numerosi figli“ho quattro, cinque sette figli uno in cielo! …” quali medaglie che indicano il prestigio che i neocatecumenali hanno all’interno del loro gruppo.

Nulla conta su cosa dica la Chiesa sulla paternità responsabile, sull’educazione dei figli etc …. La famiglia DEVE essere numerosa, non importa poi come crescano i bambini, altrimenti non puoi attestarti in cima alla classifica del perfetto neocatecumeno. E se per caso la famiglia è solo normale (2-3 figli) devi comunque gridare qualche frase ad effetto sulla tua apertura alla vita… anche se non è la verità!

E se lavori, se provieni da famiglie benestanti, devi gridare che Dio ha provveduto nella precarietà!

Sono stato vicino al movimento di Kiko e conosco, anche in modo sufficientemente approfondito, le storie VERE di alcuni di loro. Cosa tra l’altro non difficile in una piccola città come la nostra Viterbo. Mi è apparso piuttosto curioso che il membro di una famiglia nota nella Curia proclami pubblicamente frasi del tipo “grazie a Gesù siamo aperti alla vita… grazie a Gesù non abbiamo abortito”. Curioso in quanto è piuttosto risaputo, soprattutto nell’ambiente sanitario, che nonostante si voglia gridare pubblicamente al miracolo per l’apertura alla vita, il soggetto vestito da predicatore per l’occasione fa uso di precauzioni. Nel lavoro infatti la moglie dichiara di non volersi trasformare in una fabbrica di bambini o in femmina di coniglio.

Oppure lo stesso proclami la propria precarietà anche se si proviene da famiglie benestanti, anche grazie a speculazioni, raccomandazioni, senza tanto riguardo per l’onestà che dovrebbe avere un cristiano. Senza aggiungere l’avidità con la quale gli stessi soggetti, cristiani da primo banco inseguono lavori, tramite aiutini e falsità varie, ma lavorando rigorosamente e pubblicamente la domenica (giusto per mantenere un tenore di vita tutt'altro che precario!!!) con buona pace del “giorno del Signore”.

Insomma si tratta di una doppia morale, di chi è cristiano e NEOCATECUMENALE nel gran segreto, ma che comunque non può fare a meno di ostentare la sua vicinanza al clero che conta (incluso il Papa Benedetto XVI), snob griffati, amici dei potenti per i quali la domenica è “il giorno del guadagnano” e si riunisce solo per osannare i prelati e per favorirsi l’un l’altro a scapito di chi merita.

Tutto condito di proclami falsi… 1000 bugie nelle cento piazze!

Quanti teatrini dobbiamo ascoltare!!
(da: Giuseppe)

Fate largo! arrivano i neocatecumenali!

venerdì 18 luglio 2014

Una risposta all'arroganza e alla supponenza dei cosiddetti "catechisti" del Cammino

Ho avuto un'esperienza di circa 10 anni nel Cammino Neocatecumenale (sono pure stato per un periodo il responsabile) dal quale sono poi uscito e solo in quel momento ho visto il cumulo di macerie alle quali era ridotta la mia vita. Mia moglie invece è rimasta e da li è cominciato il nostro allontanamento che è sfociato anni dopo in una separazione.

Ai neocatecumenali che hanno finito il Cammino
è concesso l'onore della vestina bianca griffata da Kiko.
Sono anziani: infatti il Cammino dura più di 30 anni...
Quando sono uscito ero arrivato alla tappa neocatecumenale della "redditio", la moglie invece è arrivata in fondo e in occasione dell'annuncio del viaggio di nozze (così lo chiamano) col Signore a Gerusalemme [che si fa alla fine del Cammino], sono stato invitato e interpellato anche io che ormai ero a casa già da tempo. Non ho perso l'occasione per leggere ai Super Catechisti questo scritto che allego qui sotto.

A occhi bassi hanno ascoltato e borbottando qualcosa, uno mi ha pure chiesto scusa ma ormai avevo osato sfidarli e ho perso la stima della moglie e del resto delle persone che conoscevo che infatti dopo quell'episodio non si sono più fatte vive.

Sono passati tanti anni e l'ho superata ma è stata durissima come uscire da una dipendenza o da una malattia invalidante. Se anche avrò salvato uno solo da questa sofferenza, la mia non sarà stata vana.
Allego qui sotto il testo che ho letto quella sera ai catechisti.
(da: Roberto)


Sento gente che festeggia, sento canti di vittoria, la meta tanto agognata è raggiunta, si celebra un "matrimonio", ci sono le partecipazioni, c’è il banchetto e il viaggio di nozze al quale per qualche motivo che francamente mi sfugge sono stato invitato anche io.

Mi piace ricordare però che “gli eletti” sono solo uno sparuto gruppo fra quelli che sono partiti che valuto circa dieci volte tanto numerosi e che per i motivi più disparati non ce l’hanno fatta.

«Gli "eletti" sono solo uno sparuto gruppo
fra quelli che sono partiti...»
Fra i motivi più evidenti spicca senza timore di smentita l’arroganza e la supponenza di voi catechisti del Cammino che hanno costituito per i più un ostacolo insormontabile. Avete presentato al Vescovo con il sorriso sulle labbra e con vaga espressione di vittoria questo gruppo quale segno tangibile e concreto dell’opera di Dio passata attraverso la vostra predicazione. Non una parola però sui tanti che hanno costituito il puntello, la scala sulla quale arrampicarsi perché questo fosse possibile.

Penso all’esercito di baby sitter e a tutti quelli che hanno perso il loro sonno, penso alle famiglie che non hanno mai capito (compreso i miei genitori) perché da venti anni o più non si festeggia una Pasqua conviviale con un pranzo o nel migliore dei casi lo si fa con gente insonnolita che le cose importanti già le ha fatte, penso ai figli lasciati alla meglio da chiunque se ne volesse prendere cura per seguire l’unica cosa che davvero conta, penso ai mariti che sono rimasti svegli nel buio e nel silenzio fin quando sentivano girare la chiave nella porta, penso alle centinaia di domeniche e alle decine di fine settimana passati in solitudine.

Quando varcherete con canti di gioia la porta della maestosa Domus Galileae pensate per un istante anche a loro che forse sono i veri artefici di tutto questo, ma i loro nomi non sono fra quelli degli eletti. Mi piace pensare però che i loro nomi siano in qualche altro libro infinitamente più importante di una pagina aggiunta da mani d’uomo. Il loro rito consiste solo nel vedervi partire e attendere il vostro ritorno. Tutto qua niente bianche vesti, niente Vescovo, niente "matrimonio". E niente viaggio di nozze.

So che mi sto muovendo su un campo minato e so anche che la maggior parte di voi per non dire tutti non condividerà nemmeno in minima parte e avverserà con decisione quello che sto dicendo e non potrebbe essere altrimenti, però forse, fuori da qui fra quelli che –non capiscono- la cosa è chiara e lampante nella sua semplicità.

Faccio un piccolo sforzo per ricordare brevemente fatti e accaduti ormai in un tempo lontano che sono ormai sepolti nella memoria ma che hanno comunque lasciato in me una traccia ben evidente.
All’inizio mi sono fidato, sì forse non ciecamente ma mi sono fidato poi ho cominciato ad avere qualche dubbio che si è insinuato in me sempre più profondamente.

Nel Cammino, quando si parla di dubbio la mente corre subito al demonio che tenta sempre di estirpare quello che Dio ha seminato, questo è un automatismo dal quale più di altri ho fatto fatica a liberarmi. Il dubbio è male? E’ sempre frutto del demonio? E’ frutto del demonio o mio preciso dovere vigilare quale responsabile mio e della mia famiglia sul fatto che la direzione spirituale e le scelte strutturali (danaro, figli, sessualità) siano affidati a mani in grado di convertire e non a talvolta improvvisati esegeti con il sottile piacere della riverenza? E’ male quando un capofamiglia fa qualche verifica sulla credibilità di chi filtra o per meglio dire “interpreta” la parola di Dio chiedendo obbedienza praticamente cieca? Se salgo sulla macchina di qualcun altro cerco di assicurarmi che abbia la patente, che sappia più o meno guidare e che non abbia bevuto. Se poi sulla macchina sale la mia famiglia i controlli saranno più attenti e rigorosi. Qualche verifica l’ho fatta e i risultati non li commento ma mi limito solo a riportarli.

Durante lo scrutinio per la tappa della "traditio" vengo riconosciuto "inadeguato" a testimoniare la mia fede nelle case e volente o nolente accetto di rimandare la cosa a tempi migliori. Aspetto un anno circa e non succede nulla ma una sera a sorpresa e senza ulteriori verifiche partecipiamo al rito per l'invio e da quel giorno sono stato riconosciuto "abile" alla testimonianza. Ora chiedo: c'è un minimo di logica in tutto ciò? non avrei dovuto essere nuovamente verificato per valutare una eventuale crescita al fine di proteggere e salvaguardare quelle persone che abbiamo poi effettivamente incontrato?

Non mi sia adduca la scusa che la mia vita è nelle mani di Cristo e non certo di voi "catechisti" ma è pur ragionevole pensare che la Parola viene da voi filtrata e talvolta interpretata. Non mi si dica per favore che gli uomini sbagliano e che voi non fate eccezione, questo lo so già. Di questo passo però si legittimano le teorie più bizzarre costruendo su interpretazioni fantasiose e funzionali allo scopo già prefissato.

Varrebbe la pena spendere una parola sulla famosa “cacciata da XXXXX” che si è svolta in un contesto davvero singolare. “SE SIAMO QUI IL SIGNORE LO VUOLE, LUI DIFENDE LE COSE SUE” è stato detto un milione di volte. Poi di fronte alla volontà del parroco e del Vescovo che avalla una sua decisione, questo non è stato più detto e magicamente la volontà del Signore si è trasformata in quella di... continuare il Cammino da un’altra parte. Forse la conversione di questi fratelli passava proprio nell’abbassare la testa davanti alla parrocchia sghignazzante e mettersi umilmente a spazzare la chiesa agli ordini del Don XXXXX di turno. Invece con sprezzo e alterigia la comunità si è trasferita in blocco, alcuni non ci hanno messo piede per anni e forse qualcuno non l’ha ancora fatto. A nessuno è stata data la possibilità di scegliere perché questa ipotesi non è stata nemmeno presa in considerazione. Altri hanno deciso cosa era bene per voi.

Dopo il "matrimonio" a Gerusalemme,
i "cristiani adulti secondo Kiko" guadagnano i primi posti
Mi vengono in mente gli interrogatori incalzanti e sofferti ai quali ognuno si è sottoposto e durante uno di questi a XXXXX che parlava da venti minuti della sua lacerante sofferenza per la vedovanza è stato chiesto “cosa ne pensasse il marito” di tutto ciò. Ce ne sarebbero molti altri dei quali taccio.

Mi chiedo se voi catechisti, oltre alla sottile soddisfazione di aver traghettato questi fratelli ad un traguardo così importante, sentiate la responsabilità di tutti coloro che non hanno potuto essere qui per la vostra arroganza ed è anche e soprattutto di loro che vi verrà chiesto conto. Qualcuno fra loro magari è talmente ribellato che forse è addirittura uscito dalla chiesa, e di averlo scandalizzato dovrete dare spiegazione.

Per quanto cosa pensiate di me non mi interessi, sarà facile dedurre che secondo voi covo un rancore livoroso e che ho afferrato la mia occasione per dire quello che penso ma siete ancora una volta fuori strada. Sì, ho un carattere agitato, fa parte del mio DNA, non posso cambiare questo ma mi piace pensare che quando sarò chiamato a rendere conto dei miei talenti potrò dire che li ho usati. Talvolta ho rischiato e vinto, altre volte non è andata bene ma i talenti li ho usati e li uso senza delegare nessuno e meno che mai persone dalle quali ho avuto ampie dimostrazioni di inaffidabilità.

Come avevo già avuto modo di dire non parteciperò al viaggio in Israele perché similmente all’ultimo viaggio a Loreto al quale ho partecipato unicamente per fare un piacere alla moglie, mi sentirei un estraneo e fuori posto per tutto il tempo. Naturalmente lei è sempre stata, e a maggior ragione lo sarà adesso, libera di partecipare a tutte le iniziative che ritiene costruttive per la sua edificazione spirituale dovunque e per tutto il tempo che riterrà necessario, cosa questa che auguro di tutto cuore e sul serio anche a voi.

martedì 15 luglio 2014

Kiko avvisato, mezzo salvato...

Mercoledì scorso (9 luglio 2014) papa Francesco ha ricevuto in udienza privata Kiko Argüello.

Il Papa sopporta Kiko (1° febbraio 2014)
Da fonti neocat e da fonti vaticane, il Papa con l'accoglienza che gli è propria, ma con altrettanta fermezza, ha chiesto a Kiko di obbedire alla norme della Chiesa e soprattutto di essere "trasparente".

Gli ha fatto presente che sono molti i vescovi che sono intenzionati a chiudere il Cammino nelle loro diocesi per seri problemi di comunione e di obbedienza (soprattutto da parte di preti).


(da: Sarah)

lunedì 14 luglio 2014

Vescovo neocatecumenale? Ahi, ahi, ahi...

Per la visita del Nunzio Apostolico a Guam, ecco un elenco di argomenti da sottoporgli. Una descrizione perfetta del Cammino Neocatecumenale, esattamente come lo conosciamo in Italia... ma dall'altra parte del pianeta. (Nostra traduzione da Jungle Watch).


Kiko e la sua barbetta luciferina...
Per il Nunzio Apostolico:

caro arcivescovo Krebs,

molti laici hanno chiesto di incontrarLa per esprimere le proprie preoccupazioni. Il fatto che ci sono così tante preoccupazioni è già una chiara indicazione della grave situazione che abbiamo qui. Sappiamo che lei non potrà ricevere tutti e che molti le hanno già espresso la loro preoccupazione via email.

Dato che il suo tempo con noi sarà limitato, mi è stato chiesto di inserire la seguente lista di preoccupazioni riguardanti il Cammino Neocatecumenale per ciò che viviamo qui a Guam. Questa lista è stata compilata dai tanti commenti ed email che ho ricevuto - e ce ne sarebbero tanti altri.

La ringraziamo per la sua attenzione. Speriamo che lei possa aiutarci.
  • nessun rispetto per gli altri movimenti cattolici che promuovono il Vangelo - per esempio, la loro ridicolizzazione dei Cursillos de Cristianidad;
  • significative deviazioni dottrinali riguardo all'Eucarestia e all'escatologia;
  • manipolazioni psicologiche e uso di tecniche da setta (per esempio il Secondo Scrutinio);
  • una gerarchia di cosiddetti "catechisti" che esercitano un'autorità indipendente dai vescovi;
  • nessuna rendicontazione, nessuna pubblicazione di bilanci;
  • liturgie separate e isolate dalla comunità parrocchiale, perfino il Triduo Pasquale;

venerdì 11 luglio 2014

Manovrine neocatecumenali a Guam

La Yona property è un terreno con un edificio, in località Yona, a Guam, il cui valore catastale è circa 35 milioni di dollari. Costruito originariamente come albergo, dopo la chiusura dell'attività è stato ceduto alla diocesi locale.

Da un po' di anni il Cammino Neocatecumenale ne usufruisce gratuitamente come sede per il seminario Redemptoris Mater di Guam. Il vescovo di Guam (il cappuccino mons. Apuron), infatti, invaghitosi del Cammino Neocatecumenale, non perde occasione di beneficiare il Cammino.

Uno di questi benefici è stato l'allontanamento, nel gennaio 2012, di quattro dei cinque membri del Consiglio per gli Affari Economici della diocesi (praticamente vi è rimasto solo il prete neocatecumenale, che per coincidenza è domiciliato proprio nella Yona property). Il vescovo sta tentando di trasferire il titolo della proprietà al Cammino Neocatecumenale (praticamente l'alienazione di un bene della diocesi per regalarlo al Cammino: un regalo del valore di 35 milioni di dollari, da parte di una diocesi tutt'altro che ricca). Inutile precisare che i quattro allontanati erano contrari all'operazione.
Aggiornamento: il vescovo neocatecumenale aveva già regalato al Cammino la property nel novembre 2011, e i quattro membri - che ancora non lo sapevano - erano stati allontanati proprio per evitare che si accorgessero della ruberia. Nelle pagine più recenti di questo blog viene trattato anche il tema del Certificato di Proprietà taroccato.
Fatto inusuale, l'accordo col Seminario R.M. sopra citato prevede un collegio di "garanti" dotati di diritto di veto e di potere di approvazione, anche per le faccende più importanti. Tale gruppo di "garanti" è composto da quattro persone: il vescovo Apuron e... tre italiani residenti oltreoceano, nel New Jersey. Indovinate chi sono?






Esatto: si tratta dell'ineffabile Gennarini (responsabile del Cammino per gli USA), e sua consorte, più un prete neocatecumenale sconosciuto a Guam. Se la matematica non è un'opinione, hanno la maggioranza dei voti anche qualora mons. Apuron dovesse opporsi a qualcosa (perfino riguardo alle vocazioni da ordinare al sacerdozio).

Come scrive Tim:
Dopo un primo fallimento del tentativo di appropriarsi della proprietà multimilionaria della nostra diocesi, pare proprio che i boss neocatecumenali di stanza nel New Jersey abbiano soggiogato l'arcivescovo impartendogli nuovi ordini. Se non riuscissero a impossessarsi direttamente della proprietà, potranno trascinare il caso in tribunale e renderci troppo doloroso e costoso difenderla. I boss neocatecumenali hanno il loro esercito di avvocati, la faccenda finirebbe con un fiume di soldi, e loro andranno avanti con un altro vescovo "comprabile".

(Having been foiled on the first go around to grab our multi-million dollar asset, it appears that the New Jersey-based Neocatechumenal bosses got a hold of the Archbishop and gave him his new marching orders. If they couldn't get the property transferred to them outright, they would tie it up in court and make it too painful and costly for us to challenge. The Neo-bosses have their own army of lawyers, so they would all end up with a wad of cash in the end, and then would simply move on to another bishop they could buy.)
Per questo i quattro allontanati scrissero anche al nunzio apostolico di allora, mons. Charles Daniel Balvo. Successivamente era corsa voce di un'inchiesta vaticana, che però non è mai cominciata. Da domani il nuovo nunzio, mons. Martin Krebs, visiterà la diocesi incontrando anzitutto clero e religiosi (chissà se andrà anche al sabato sera neocatecumenale del vescovo Apuron, e in tal caso chissà se quest'ultimo permetterà gli strafalcioni liturgici del Cammino oppure si adeguerà alla prassi della Chiesa cattolica... e chissà che faccia farà mons. Krebs al momento del "girotondo col passetto").

Dall'ultima visura catastale di pochi giorni fa, la property risulta ancora della diocesi, ma non è detto che non ci siano altri atti in giro impugnabili dai neocatecumenali in tribunale.



Aggiornamento 1: ma questi Gennarini stanno dappertutto!

Il seminario neocatecumenale R.M. dell'arcidiocesi di Miami, in Florida:


Chi conosce il Cammino solo dalla sua propaganda sa che dispone di "cento seminari" nel mondo, ma non sa che in quei seminari (pomposamente denominati "Redemptoris Mater") vengono formati solo "presbiteri per il Cammino" provenienti dal Cammino, viene insegnata solo la liturgia di Kiko (quella criticata e condannata da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI), e le vocazioni vengono vagliate dai cosiddetti "catechisti" laici del Cammino.

Lo stesso Kiko Argüello, laico, vaglia personalmente le vocazioni per il seminario R.M. di Roma e chiede continuamente soldi per il proprio progetto.

Ricordiamo che l'unico seminario a Guam è quello neocatecumenale, e il vescovo rifiuta le vocazioni che non vogliono entrare nel Cammino.



Aggiornamento 2: i fedeli chiedono trasparenza...


I fedeli cattolici di Guam (arcidiocesi di Agaña) sono stufi delle strane manovrine neocatecumenali e del vescovo Apuron che si dichiara "membro del Cammino" (e che quindi pare proprio prendere ordini dai boss del Cammino).

Dopo la pubblicazione di questo annuncio (in cui si chiede al vescovo la pubblicazione dei bilanci dell'arcidiocesi a partire dall'anno fiscale terminato il 30 giugno 2012, per fare luce su tutte le manovrine a partire dalla cacciata dei quattro membri del Consiglio diocesano per gli Affari Economici), c'è stata tutta una caccia per identificare i nomi degli autori. Caccia finita senza risultato perché per evitare rappresaglie, i cattolici preoccupati di Guam avevano chiesto l'aiuto di un intermediario.

Hanno ben ragione di essere preoccupati: il Cammino piomba a Guam affermando che prima del Cammino la fede in Cristo non c'era, poi grazie al vescovo connivente si fa dare in usufrutto gratuito un edificio per formare i propri preti (che ufficialmente sono "diocesani missionari", in realtà sono a disposizione del Cammino e prendono ordini non dai vescovi, ma dai laici "catechisti" del Cammino), quindi pretende addirittura di farselo regalare (!!) e quasi quasi ci riesce, e occorre perfino stare attenti a cosa potrebbe combinare in tribunale quando la tempesta si plachi o qualora il vescovo lasci l'incarico...

Magari nelle comunità neocatecumenali già si sta parlando del Grande Miracolo di Guam, un'intero seminario da 35 milioni avuto gratis: "abbiamo pregato il Signore, e -paff!- da un giorno all'altro ci è stato donato l'edificio!"

lunedì 7 luglio 2014

Summorum Pontificum - settimo anniversario

Sette anni fa, il 7-7-2007, Benedetto XVI promulgava il motu proprio Summorum Pontificum, che senza dubbio è stato l'atto storicamente più importante del suo pontificato vista la sua portata: per tutta la Chiesa ristabilisce la legittimità della Messa tradizionale in latino (variamente etichettata "tridentina", "gregoriana", "Messa di sempre", "forma extraordinaria", "messale di Giovanni XXIII", ecc.).

Per tutta la Chiesa afferma che la liturgia tradizionale «deve essere tenuta nel debito onore» ed «è lecito celebrarla» [art.1], così come anche gli altri sacramenti [art.9].

Insistiamo a ricordare che tale motu proprio è stato promulgato per tutta la Chiesa, cioè non è una banale "concessione" a qualche gruppo (come certa stampa miope, come certo clero ostile - e come anche i neocatecumenali - hanno malignamente voluto insinuare).

Quel motu proprio venne accompagnato da una lettera di Benedetto XVI ai vescovi in cui oltre a ricordare «quella sacralità che attrae molti all’antico uso», afferma anche che il Messale tradizionale in latino «non fu mai giuridicamente abrogato» e che il nuovo Messale in vigore dal 1969 «addirittura veniva inteso come un’autorizzazione o perfino come un obbligo alla creatività, la quale portò spesso a deformazioni della Liturgia al limite del sopportabile».

Su questi ultimi punti è il caso di fare qualche riflessione (i fratelli del Cammino si saranno fermati a metà del titolo di questa pagina, con la bava alla bocca e accecati dall'ira). Chiedo scusa se mi dilungo, ma è necessario rispondere alle principali fandonie dette da certi neocatecumenali che intervengono su questo blog.



La liturgia è un dono. Chiariamolo subito: la liturgia non è uno spettacolino organizzato dagli uomini per compiacere il Signore, ma è un dono di Nostro Signore alla sua Chiesa. I sacramenti sono efficaci (e la liturgia cattolica è l'unico vero culto gradito a Dio) solo perché è stato Nostro Signore a volerlo: «fate questo in memoria di me... fate discepole tutte le genti battezzandole... a chi non li rimetterete resteranno non rimessi...».

I doni di Dio vanno trattati come tali, cioè col rispetto che meritano, con l'onore che meritano: infatti non sono giocattolini su cui esercitare "creatività" e "deformazioni" personalizzate (come invece hanno fatto i fondatori del Cammino, Kiko Argüello e Carmen Hernàndez, partendo con l'errata idea che sarebbero gli uomini a dover stabilire come celebrare il culto a Dio... nessun cattolico normale si sarebbe mai sognato di modificare la liturgia, e invece Kiko e Carmen non si sono mai sognati di celebrare normalmente la liturgia così come la celebra la Chiesa! Gli iniziatori del Cammino hanno alterato la fede e di conseguenza hanno alterato anche la liturgia).
Qualunque itinerario spirituale che preveda modifiche liturgiche, anche se in buona fede, è una bidonata, una truffa ai danni dei fedeli. Il modo di celebrare è specchio di ciò in cui si crede. Una liturgia fai-da-te è il risultato di una fede fai-da-te.
La liturgia si è storicamente evoluta per piccolissimi passi, perché lungo i secoli tutti avevano sempre avuto grandissimo timore di intervenire su quel dono. La liturgia si è evoluta senza alterare la sostanza e quasi esclusivamente per le diffusissime devozioni dei santi certificate dall'autorità della Chiesa come adeguate e necessarie (gesti, parole, oggetti, nella liturgia non sono mai nati per caso o per creatività o per semplice gusto estetico!).



Prima Comunione ridotta a "snack":
ecco il Cammino Neocatecumenale
Nella lettera sopra citata Benedetto XVI parla di "arricchimento": la liberalizzazione della liturgia tradizionale in latino fa bene anzitutto a chi celebra quella moderna (cioè quella Novus Ordo in vigore dal 1969, quella che dicono "in italiano").

Questo è un punto su cui nessuno vuole mai riflettere: come mai quella tradizionale in latino arricchisce quella moderna? come mai quella tradizionale non è "superata"? come mai quella tradizionale ci può e ci deve "arricchire" spiritualmente?

La risposta è nel modo in cui viene comunemente percepita la liturgia moderna, per esempio con questi errori molto diffusi (spesso perfino in buona fede):
  • si crede erroneamente che "partecipazione alla liturgia" significhi fare i protagonisti dello spettacolino
  • ci si illude che per "vivere la liturgia" occorra personalizzarla aggiungendo e modificando a piacere
  • si è erroneamente convinti - come i farisei - che il Signore non gradisca il silenzio e che ci si possa far ascoltare a furia di aggiungere parole su parole... oscurando di fatto la Parola di Dio e le formule liturgiche
  • si agisce erroneamente come se il centro della liturgia non fosse il Sacrificio Eucaristico, ma l'attività dell'assemblea
  • si dimentica che il sacerdote, che compie il Sacrificio, è intermediario tra il popolo e Dio, e non un "addetto alla regìa"
  • si pensa che i divini misteri diventino più "accessibili" ai fedeli se vengono imbottiti di spiegazioni, interventi, canti, gesti, aggiunte, omissioni...
Nel Cammino Neocatecumenale quegli errori ci sono tutti.

E la lista potrebbe continuare ancora molto a lungo.



La liturgia delle pagliacciate:
ecco il Cammino Neocatecumenale
In particolare notiamo che molte persone che cominciano a desiderare la liturgia tradizionale in latino, lo fanno perché non ne possono più di veder celebrare male quella "in italiano".

E chi celebra male quella moderna "in italiano", poi per difendere i propri errori banalizza la liturgia tradizionale in latino descrivendola come se fosse uno sterile elenco di operazioni ("altare orientato a Dio", "Comunione solo alla bocca e in ginocchio", "lingua latina per tutto tranne l'omelia"...).

La liturgia tradizionale diventa attraente non per quelle singole cose, ma perché nel suo complesso è più riconoscibilmente "culto gradito a Dio".



Nelle liturgie del Cammino Neocatecumenale l'assemblea dei fratelli celebra l'idolo Kiko.
Sono esclusivamente di Kiko i canti, sono designed by Kiko le suppellettili sacre, icone, drappi, copribibbia, fascette reggichitarra, ecc., addirittura la ricetta delle pagnottone, è per comando di Carmen e Kiko che si celebra in quel modo, con quella disposizione di sedie, con quel fiume di parole inspired by Kiko, con quel bislacco menorà a nove fuochi, ecc.

La liturgia neocatecumenale non è culto a Dio, ma è culto a Kiko. Infatti è stata condannata dalla Chiesa: la lettera del 1° dicembre 2005, con le «decisioni del Santo Padre», pienamente recepita dallo Statuto del Cammino (art.13, nota 49), comanda di seguire i libri liturgici della Chiesa «senza aggiunte, né omissioni».

Ma il Cammino Neocatecumenale, per continuare a rendere culto all'idolo Kiko, disubbidisce alla Chiesa e prosegue con arroganza i suoi strafalcioni.



Neocatecumenali in ginocchio
davanti al loro "santissimo"
Molti di coloro che sono usciti dal Cammino hanno poi riscoperto la sublimità della liturgia della Chiesa. Non bisogna meravigliarsi che tantissimi ex neocatecumenali abbiano abbracciato la liturgia tradizionale in latino, che è raro trovare mal celebrata - mentre è raro trovare ben celebrata la liturgia moderna in italiano.

Gli ex neocatecumenali riscoprono la liturgia come vero culto a Dio, l'unico culto a Dio gradito, cioè esattamente la ricchezza spirituale che il Cammino aveva loro negato (attraverso la menzogna dei "primi cristiani delle origini cristiane"). È con il cuore traboccante di gioia che finalmente possono beneficiare della liturgia della Chiesa, spesso proprio in quella tradizionale in latino che ha nutrito le anime di innumerevoli generazioni di santi, e oggi possono farlo grazie alla possibilità stabilita dal Summorum Pontificum - che è per tutta la Chiesa, ricordiamolo ancora una volta.

Contro il Summorum Pontificum si scagliano solo coloro che per ignoranza o per cattiveria intendono difendere i propri strafalcioni liturgici. Chi vive seriamente la propria fede non ha bisogno né di strafalcioni, né di disprezzare la liturgia tradizionale ("non è roba per me! bleah! criptolefebvriani! non si capisce niente! nooo! non ne abbiamo bisogno! bah! non fa per me!").

venerdì 4 luglio 2014

"Non è facile uscirne"

Preparazione per un Kiko-show
Salve a tutti, sono finito su questa pagina circa due mesi fa, che ero in piena crisi... neocatecumenale.

Partiamo da un presupposto: ho fatto per 10 anni il cammino, ed è stato uno strumento che ha portato delle grandi svolte nella mia vita. Mi ha fatto conoscere meglio Cristo e la Chiesa. E grazie a Gesù mi sono levato molti parassiti intorno, e ho potuto conoscere mia moglie, e fare una famiglia, e pure avere dei figli... e chi l'avrebbe mai pensato? Allora vi direte "e di che crisi parli allora?" Dopo che mi sono sposato, abbiamo avuto diverse "croci" in casa, e con tanto amore e perseveranza, io mia moglie e Gesù siamo andati avanti, spalleggiati sempre un pò dal Cammino, ma per fortuna il centro eravamo noi.

Dopo tanti anni di cammino, ho sempre sentito il desiderio, di trovare qualcosa di meno impegnativo, di meno radicale e di PIU' UMANO e normale, e soprattutto di rivedere più sacerdoti e meno laici.

Comunque, la cosa più difficile di tutte è stata affrontare quel lavaggio del cervello che ti fanno: "Vieni in comunità, vieni, devi venire, poi il demonio ti tenta, ti perdi, sei un peccatore, il Cammino ti serve... il tuo matrimonio fallirà... etc etc".

Dopo circa due mesi di self control, mi sono deciso... e mi sono detto: se perdo Cristo, perdo la mia identità, se perdo Dio perdo la mia vita, se perdo il Cammino, non perdo un bel niente!!!

È questo il passo difficile, convincersi che il Cammino NON E' LA TUA VITA, perchè la tua vita è tua ed in primis di Dio. Stiamo parlando di un Dio, e di una Chiesa che creato tantissimi strumenti, tantissimi cammini e non esiste "IL" Cammino... esiste "un" cammino.

Mi sono fatto coraggio, ho mollato tutti e sono rientrato in Chiesa la Domenica, con addosso tante ferite, tanto annichilimento della mia persona, tanto scoraggiamento. NON E' FACILE USCIRNE, ma quando riesci piano piano a distaccarti, comprendi piano piano quanto ti hanno condizionato, sicuramente in fin di bene, ma a me, mi hanno proprio stressato la vita.

Così comprendendo che dopo anni di cammino sei abituato ad vivere una parola di Dio, molto frequente, hai bisogno comunque di un percorso che tenga conto prima dell'umanità della persona, dei suoi limiti, dei suoi problemi, e difficoltà, e poi una volta compresa e rispettata la persona per quello che è... si può parlare di fede, ma indottrinarla con le loro "catechesi" e sgrulloni di 3 ore... ma a cosa serve? a mettergli tanta paura, e proprio grazie a quella ti pilotano.

Non è una setta... ma la differenza è molto sottile. Quindi fatevi coraggio, e pregateci sopra. Il Signore mediante scrutazio mi a fatto capire un miliardo di volte che mi stava attendendo su altri cammini, in cui il mio essere peccatore, avrebbe dato frutti migliori e positivi, anzichè essere un peccatore represso e frustrato !

Scusate se ho scritto troppo.
(da: un lettore del blog)

martedì 1 luglio 2014

Perché non basta scriverlo ai vescovi?

Tra le iniziative sui social network segnaliamo su Facebook la pagina Cammino Neocatecumenale: il ritorno dell'eresia degli Albigesi.

Generalmente sconsigliamo l'uso di Facebook e dei social-network poiché lì vi si usa quasi sempre il proprio nome ed è visibile la cerchia di amici e di contatti. Infatti fin dagli anni '80 alcuni dei nostri collaboratori (oltre al sottoscritto) sono stati accanitamente molestati dai neocatecumenali e di una cattiveria che non potete neppure immaginare. Parlo di molestie deliberate che in certi casi hanno anche interessato le Forze dell'Ordine, non parlo del toglierci il saluto o delle calunnie da sagrestia. Per questo motivo al posto di Facebook (dove diventano visibili il tuo volto, i tuoi parenti e amici, il tuo nome e cognome, i tuoi parenti e amici, ecc.) preferiamo invece strumenti come blog e forum dove sia possibile discutere senza doversi far identificare con estrema esattezza, senza dover aggiungere inutili problemi e brutti fastidi alla propria vita.

Questo comporta che le testimonianze contro il Cammino, benché vere (dolorosamente vere!), vengano da loro automaticamente criticate come lamentele anonime buttate lì su internet. In realtà molti di noi hanno già personalmente inviato (e invieranno ancora) testimonianze documentate e firmate con le proprie esatte generalità a sacerdoti, vescovi, cardinali, papi (e anche documenti depositati presso qualche notaio: non si sa mai...).

Ciò fino ad oggi non è bastato a molto, poiché i neocatecumenali controbattono adoperando ogni genere di astuzie e trucchetti (come le «oliature», come il far pervenire a vescovi e papi notizie addomesticate, come il banalizzare i problemi del Cammino a presunte "intemperanze di singoli", come l'aggirare le decisioni dei parroci e vescovi, eccetera).

Il papa subisce pazientemente lo show di Kiko
(1° febbraio 2014)
In realtà, quello che è veramente importante è il sensibilizzare i singoli fedeli, religiosi, sacerdoti, vescovi, ed è addirittura più importante della denuncia fatta in modo "giuridicamente inappuntabile".

Tale sensibilizzazione va fatta personalmente, uno ad uno, facendo leva sulla fiducia personale almeno quanto sulla verità degli argomenti.

Se infatti un parroco sta pagando le rate della macchina nuova grazie alle oliature che riceve dai neocatecumenali, sarà inutile ricordargli che il Cammino professa ambiguità, celebra strafalcioni, opprime i semplici, scarnifica le anime. Occorrerà un lungo e lento lavoro, delicato e onesto lavoro, per fargli capire che i trenta denari che gli vengono elargiti dal Cammino non lo rendono più "libero" (di comprarsi la macchina nuova), ma lo rendono schiavo (poiché ogni volta che i neocatecumenali vorranno pretendere qualcosa da lui, si limiteranno ad adombrare l'ipotesi della cessazione -o diminuzione- delle «oliature»... e così lo terranno sempre al guinzaglio). Se avesse riconosciuto questo meccanismo perverso prima di comprare la macchina nuova, probabilmente non ci sarebbe cascato.

Ugualmente occorre sensibilizzare i fedeli uno ad uno, facendo presente non solo il fatto che la vera fede è liberante («il mio giogo è dolce, il mio carico è leggero») mentre il Cammino è carcere basato su una finzione di libertà (quanti neocatecumenali sono "fatalisti", "pessimisti", cupi, tristi, che ispirano tristezza perfino quando sorridono, vincolati ad agire e a parlare sempre allo stesso modo, legati da impegni, eventi, simulazioni di allegria, "decime" e tutto il resto)... ma anche facendo notare che l'ambiente neocatecumenale è "calorosamente umano" solo in apparenza, e che quell'apparenza di "calore" si paga a peso d'oro (e se non paghi le "decime", i cosiddetti "catechisti" se ne accorgono e te la fanno pagare cara!).

Frammenti di Eucarestia
calpestati dai neocatecumenali
Spesso le persone cadono nella trappola neocatecumenale perché oltre all'ignoranza della fede si aggiunge il fatto che la parrocchia sembra noiosa e la comunità neocatecumenale appare invece vivace e unita. Anziché cercarsi un'altra chiesa spiritualmente più viva (la cappella delle suore, il santuario mariano, la chiesa del convento dei frati, eccetera), si accontentano del Cammino - quantomeno per una forma di pigrizia mentale, confondendo l'allegria chiassosa con la letizia cristiana. Bisogna subito avvisarli che il Cammino è peggio di una cambiale in bianco, economicamente (le implacabili "decime" e le incessanti "raccolte fondi"), spiritualmente (i cosiddetti "catechisti" che ti indurranno a fare la confessione pubblica, e poi tutto quel merchandising kikiano obbligatorio per ogni comunità e per ogni "fratello"...) e invaderanno perfino il piano affettivo (ti diranno addirittura chi ti devi sposare, quale dei tuoi figli cacciar via, quanto e come dovrai staccarti da tua madre, ti obbligheranno a far entrare in Cammino i tuoi cari, eccetera). In nessuna parrocchia avviene questo, in nessuna comunità religiosa, in nessun gruppo o movimento cattolico: tale scempio avviene solo nel Cammino!

Ciò che va detto ai singoli fedeli potrebbe però non essere gradito al vescovo. Non si può andare dal vescovo a dire: "per ciò che ho vissuto, il Cammino è eretico": tanto più nei casi in cui anche il vescovo riceve l'«oliatura» (sufficientemente ricca che anche la sola ipotesi di metterla in pericolo gli procura allarme e fastidio).

Sigari e aragoste...
I vescovi ascoltano ogni giorno le testimonianze più strampalate da parte di persone infuriate contro parroci, parrocchie, suore, diatribe ecclesiali a non finire, contro i catechisti, contro i movimenti ecclesiali, contro la disposizione delle candele in chiesa, contro il ras del quartiere che ha monopolizzato la festa del santo patrono... E vengono continuamente e sottilmente minacciati, e perciò prendono spesso decisioni apparentemente strane o ingiuste, ma che sono tese anzitutto a limitare i danni (infatti a coloro che volessero mettersi in pessima luce con un qualsiasi vescovo, basterà parlare in modo da sembrare minacciosi, lamentosi, fomentatori di divisioni, desiderosi di fargli perdere tempo con quisquilie da sacrestia o con denunce di eresia... i vescovi amano decidere senza dover ratificare decisioni altrui: per questo, per mettere in buona luce una denuncia, occorre che sia scritta nel modo più asettico e preciso possibile, senza anticipare giudizi, ma solo elencando con paziente pignoleria fatti, circostanze, foto, eventi che lo convincano "senza obbligo" di essere troppo grossi per essere ignorati).

Per cui nei confronti dei vescovi le singole testimonianze a voce, anche se vere, assai raramente lasciano il segno. Quanta gente è stata paternamente ascoltata da un vescovo, per poi essere rimandata via con gentilezza, con promesse, con sorrisi, ma senza che poi a tutto ciò sia seguito alcun provvedimento! Per questo occorre lasciargli anche per iscritto la propria testimonianza, personalmente, per evitare che finisca nei cestini di qualche "alleato" del Cammino (non sono affatto illazioni: sappiamo da testimonianze dirette che le lettere di alcuni nostri collaboratori sono state cestinate dagli alleati dei kikos di stanza in Curia senza leggere altro che il nome del mittente).

"Prima Comunione seduti"
per i neocat di Scandicci
Quel che bisogna anzitutto far notare ai vescovi sono le storture del Cammino che loro avrebbero paura di vedere sui giornali e riuscirci senza che ciò appaia come una minaccia o un obbligo per loro. Per esempio le testimonianze (specialmente se corredate da foto) dei sacrilegi neocatecumenali, delle storture liturgiche, delle spese faraoniche per le brutture kikiane, ecc. Purtroppo tanti vescovi, di fronte al Cammino Neocatecumenale, hanno paura solo di perdere le "oliature" o di rovinarsi la "carriera" (quanto può essere facilmente ricattabile un vescovo a cui è stata ventilata una promozione entro 3, 4, 5 anni se rimarrà quieto, tanto più se concederà qualche favorino al Cammino, come ad esempio l'apertura di un seminario neocatecumenale... quanto può essere malleabile dal Cammino un vescovo che ne riceve 15mila, 20mila, 30mila euro l'anno di oliature...).

Inoltre, nello scrivere ad un vescovo, occorre saper parlare la lingua "vescovese", fatta di sapienti sfumature, di pazienti e ragionevoli distinguo, di sobrietà nei rimandi biblici (non c'è alcun bisogno di fargli la predica o la lezione di teologia o il copia/incolla del Catechismo), fatta di untuosa ostentazione di carità fraterna (nessun vescovo vuole apparire come colui che ha fomentato odi e divisioni), di precisione e sintesi, eccetera, tenendo sempre ben presente che per ogni nostra parola detta in verità, arriveranno presto cento menzogne eleganti per smentirla, e tenendo presente che nonostante gli appelli alla privacy i nostri nomi saranno registrati immediatamente nelle Curie e nelle conventicole kikiane come "quelli che ce l'hanno contro il Cammino".

Insomma, chi volesse impegnare il proprio nome e cognome contro il Cammino, dovrà pensarci a lungo e molto seriamente. Sia che ciò avvenga con una sacrosanta circostanziata denuncia al Vescovo, sia che ciò avvenga con una semplice cliccata su Facebook.

Gli attivisti del Cammino non temono le denunce e non mostrano scrupoli quando si tratta di vendicarsi contro chi getta luce sulle iniquità neocatecumenali. Il Cammino ama le tenebre e il segreto. Al Cammino fa più danno la foto di una "comunione seduti" che cento lettere a cento Vescovi. Per questo motivo il semplice passaparola è stato quello che fino ad oggi ha dato più risultati.

«Attento, vescovo!»