sabato 31 maggio 2014

Due veglie pasquali? Una cattolica e una neocatecumenale?

UN’UNICA VEGLIA PASQUALE IN ONORE DEL SIGNORE

La questione delle due veglie pasquali nella nostra parrocchia negli ultimi anni, porta inevitabilmente con sé, e accende, altre questioni di rilevanza fondamentale per la vita della nostra comunità parrocchiale, chiamata, anzitutto con quella che è, ad essere veicolo di incontro del Signore Gesù con gli uomini.

Nel Missale Romanum del 1970 la Veglia pasquale è messa in relazione con la domenica di Pasqua sotto il comune titolo: “Domenica di Pasqua in Resurrectione Domini”. In questa notte «la Chiesa attende, vegliando, la risurrezione di Cristo e la celebra nei sacramenti» (Norme generali per l’ordinamento dell’Anno liturgico e del calendario 1969, 21). Il simbolismo fondamentale di questa Veglia è quello di essere una “notte illuminata”, anzi una “notte vinta dal giorno”, dimostrando mediante i segni rituali che la vita della grazia è scaturita dalla morte di Cristo. Per questo la Veglia, in quanto pasquale, è notturna per sua natura. La ragione vera del carattere notturno di questa celebrazione, poi, sta essenzialmente nella realtà pasquale che essa è chiamata a significare, cioè il “passaggio”. L’attesa, infine, tipica del vegliare, va riferita alla venuta finale del Signore. Per questi motivi la celebrazione della Veglia pasquale deve «o cominciare dopo l'inizio della notte o terminare prima dell'alba della domenica» (Paschalis solemnitatis, 78). San Girolamo, a proposito, dice che al suo tempo non era lecito congedare le folle prima della mezzanotte, come purtroppo – proprio a causa delle due veglie – è accaduto quest’anno.

Ma l’aspetto più grave che comporta la celebrazione delle due veglie pasquali è la frammentazione della comunità, proprio nella notte più importante, in cui i diversi momenti celebrativi vissuti in essa ci riconducono all’unità del disegno salvifico di Dio che si compie nella Pasqua del Suo Figlio per noi. Non dovrebbe la parrocchia in questa “notte santa” mostrare il volto dell’unità che le deriva dalla partecipazione all’unico pane dell’unico Signore (cf. 1Cor 10,17)? Noi che comunichiamo con Cristo, infatti, «non siamo più gli uni accanto agli altri, ciascuno isolato per se stesso, ma ogni altra persona, che si comunica, è come se diventasse per me “ossa delle mie ossa e carne della mia carne” (Gn 2,23)» (J. RATZINGER, Teologia della liturgia, p. 496). Emblematico, a questo riguardo, è ciò che ribadisce il numero 94 della Paschalis solemnitatis, lettera circolare sulla preparazione e celebrazione delle feste pasquali, la quale costituisce tuttora l’ultimo aggiornamento valido in materia. In questo numero si afferma: «Si favorisca la partecipazione dei gruppi particolari alla celebrazione della veglia pasquale, in cui tutti i fedeli, riuniti insieme, possano sperimentare in modo più profondo il senso di appartenenza alla stessa comunità ecclesiale».

I “gruppi particolari” qui menzionati non sono, evidentemente, le aggregazioni ecclesiali presenti in una parrocchia. Ma è proprio questo il punto. Se per i gruppi particolari è raccomandata la partecipazione all’unica Veglia pasquale, ancor di più questo dovrebbe valere per le aggregazioni che vivono e si attuano nella parrocchia, «ambito ordinario dove si nasce e si cresce nella fede» (Direttorio generale per la Catechesi, 257).

In tutta verità, negli ultimi anni è stato il Cammino Neocatecumenale a richiedere la celebrazione di un’altra Veglia, che se pur presentata come legittima per il recupero del segno della “notte”, è e rimane gravemente illecita a livello cristologico-ecclesiale.

A riguardo, una soluzione solamente “caritativa” e concessionaria è menzognera, perché non tiene conto anche della dimensione “veritativa”. Perciò, la soluzione dirimente, a mio parere, è quella adottata dai Vescovi della Conferenza Episcopale Pugliese – ma non solo – nel 1996, ma ancora attuale, benché l’approvazione dello Statuto del Cammino Neocatecumenale. In quest’ultimo, infatti – nell’articolo 12 concernente la liturgia della Veglia pasquale –, si dice soltanto che il «Neocatecumenato stimolerà la parrocchia ad una celebrazione più ricca della veglia pasquale», ma soprattutto nella nota di rimando ivi presente si fa menzione di alcuni numeri proprio della lettera Paschalis solemnitatis, tra cui il numero 94 succitato. I Vescovi pugliesi così sentenziavano: «Gli aderenti al Cammino hanno elaborato una forma celebrativa particolare più ampia, arricchita di ulteriori elementi, prolungata per l’intera notte fino all’alba e dichiarano che essa costituisce per loro un momento fondamentale, praticamente insostituibile. Quest’esigenza entra in conflitto con l’altra non meno importante di non frazionare la comunità cristiana in gruppi separati, in eucaristie “parallele”, proprio nella Pasqua. Pertanto, in ogni parrocchia, dopo aver celebrato una sola Veglia pasquale, i gruppi neocatecumenali (senza escludere altri fedeli eventualmente disponibili) potranno intrattenersi ancora fino all’alba, però senza ripetere nessuno dei quattro momenti liturgici essenziali previsti dal Messale Romano (la Liturgia della Luce, della Parola, dell’Acqua – con eventuali Battesimi – e dell’Eucaristia), ma solo aggiungendo altri elementi celebrativi e didattici, preghiere, canti, meditazione personale, scambio di esperienze, momenti di festa e di fraternità. Non, dunque, due veglie successive, ma dopo l’unica Veglia liturgica vera e propria, un prolungamento celebrativo» (Nota pastorale ai presbiteri).

Nel raggiungimento dell’unità, che è anzitutto dono del Signore, valga per tutti la raccomandazione ad «avere la massima cura per costruire e conservare la comunione all’interno delle Chiese particolari» (Discorso del Santo Padre Francesco ai Rappresentanti del Cammino Neocatecumenale, 1 febbraio 2014), nell’accettazione del bisogno perenne «di essere purificati dal fuoco di Dio, che vuole consumare le nostre tendenze fatte di egoismo, di pigrizia e di orgoglio» (A. VANHOYE, Lo Spirito dell’unità, p. 29).

(Giuseppe, dalla Puglia)


Nota: il parroco di Giuseppe, ormai evidentemente filo-neocatecumenale, non ha voluto pubblicare tale articolo sul giornale della parrocchia.

giovedì 29 maggio 2014

Comunione seduti: e ti danno pure le istruzioni

Questo breve video mostra quello che è avvenuto durante un "matrimonio neocatecumenale" a Laguna (Guam) a marzo 2011:



Si tratta di un matrimonio dove a quanto pare erano presenti anche persone che non erano del Cammino. Perciò vediamo che vengono date istruzioni su come fare la Comunione. L'assemblea viene "istruita" a ricevere sulla mano e quindi subito sedersi e aspettare. Quindi si vede la distribuzione della comunione "alla maniera neocatecumenale".

Nel video si vedono gli sposi chiacchierare e ridere mentre hanno l'ostia consacrata sulle mani.

Il prete stesso riceve poi la sua particola (anziché consumarla prima degli altri) e lo vediamo mentre da seduto apostrofa i presenti, prima di fare "tutti insieme" la Comunione.

Ricordiamo che tale pratica della "comunione seduti" è stata vietata al Cammino dalla lettera del 1° dicembre 2005 con le «decisioni del Santo Padre», lettera pienamente recepita dallo Statuto del Cammino (articolo 13, nota 49).

Purtroppo l'Arcivescovo di Guam e i suoi sacerdoti promuovono tale pratica, e addirittura ordinarono nel 2008 ai sacerdoti filippini di adeguarsi oppure di andarsene dalla diocesi di Guam.

Questa assurda pratica che continua ancor oggi, che i leader del Cammino credono essere il "giusto" modo di fare la Comunione... ci fa onestamente domandare: ma i neocatecumenali ci credono davvero che in quell'Ostia Consacrata è realmente presente il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità di Nostro Signore Gesù Cristo?



Riceviamo un commento di conferma:

Vedendo il video confermo questa prassi neocat quando alle celebrazioni ci sono più cristiani della domenica che kikos: questo accade nei matrimoni e battesimi dove vengono invitati parenti ed amici non neocatecumenali.

Io l'ho fatto da responsabile e mi sentivo investito di una autorità speciale che oggi scopro falsa e blasfema, mi sentivo importante nello spiegare come ci si deve comportare, era anche importante consigliare un abbondante sorso di vino liquoroso.

Nelle veglie Pasquali dove i vecchietti stavano a digiuno da due giorni, dopo il passaggio del vino si inciuccavano dopo il fatidico abbondante sorso di "Porto", una vera bomba.

Tutto questo mi fa ricordare anche un episodio sgradevole dove i catechisti alla fine di un'importante eucarestia sgridarono davanti a tutti e a malo modo il nostro parroco solo perchè aveva trascritto su di uno spartito le note del Vangelo e della Preghiera Eucaristica, quegli ignoranti in materia e anche in altre cose, volevano sequestrare lo spartito perchè era proibito avere o divulgare questa musica.

Oggi abbiamo di tutto: dagli spartiti ai CD alle sinfonie di Kiko... l'importante è che tu paghi.



Un commento di Michela:


Ho visto anch'io qui in Italia, se ci sono ospiti spiegano come fare.

Ed è questo che contestavo qualche giorno fa a un neocat che si è arrabbiato con me: loro rivendicano la possibilità di ricevere la Comunione sulla mano (e seduti), visto che la Chiesa (secondo loro!) concederebbe tutte e due la modalità.

Io invece non capisco perchè nel Cammino bisogna comunicarsi in un'unica modalità, cioè solo come dicono loro.

Ma perchè quando partecipo a una celebrazione neocat mi devo sentire 'ospite', e c'è qualche imbecille che mi presenta, anche se non sa quasi niente di me?



Un commento di Sebastian:

Quel video mostra come si svolge l'Eucaristia NC in tutto il mondo, con la ipocrita "alzatina" per prendere il Corpo di Cristo per poi risedersi. Notate anche il prete come tiene il Pane consacrato con una mano, mentre con l'altra regge il microfono come uno show-man qualsiasi.

Che questa è la pratica ufficiale del kikianesimo lo riconosciamo tutti dalle nostre comunità, ma se non bastasse lo conferma anche un NC invasato nei commenti al blog Jungle Watch linkato sopra, che dice che è una pratica universale in tutto il mondo. Peraltro quasi a voler intendere che è diffuso anche tra i cattolici normali (non-NC).

Lo stesso NC invasato dice anche una frase che mi ha fatto impressione:
But you can't prevent us from doing this either. So why bother? Just leave us alone, okay?
Leave us alone, che in italiano significa "Lasciateci in pace", mi ricorda tanto i demoni che si rivolgono a Cristo. "Non abbiamo niente a che fare con te. Lasciaci in pace!".

E' questo il senso di ecclesialità secondo i Kikos?

martedì 27 maggio 2014

Tematiche ripetitive e persone con problemi: ecco le "catechesi iniziali"

Sono neocatecumenali
ma non te lo dicono!
Voglio raccontare la mia esperienza in una parrocchia della provincia di Bari.

Io appartengo ad un'altra parrocchia, ma vi fui spinto da un amico neocatecumenale, il quale mi disse che questa altra chiesa doveva essere evangelizzata dal Cammino, dato che mancavano fedeli. Mi allettò affermando che al primo incontro, c'era il pienone di gente.

Andai al secondo incontro, ma notai che era falso che la chiesa fosse piena, c'erano al massimo 20 persone, soprattutto coppie di mezza età e alcuni giovani. Le persone erano sedute ai banchi, i cosiddetti "catechisti", con le rispettive mogli e il parroco della chiesa, seduti a distanza, accanto all'altare. Il catechista, un trentenne, vantava di essere uscito da problemi di droga e delinquenza grazie al Cammino, dove aveva conosciuto la moglie, con cui aveva procreato 5 figli.

All'inizio, sembrava interessante, ma col passare degli incontri, la gente diminuiva e le tematiche diventavano ripetitive, sembrava la seduta di una comunità di recupero per drogati, in cui Dio era scambiato come "terapia medica".

Il catechista affermava ogni volta che lui si era salvato grazie al cammino, dove c'era lo Spirito Santo, la salvezza. Intanto il parroco della chiesa taceva sempre, non interveniva mai. Una sera, fummo sottoposti a dei test scritti, suddivisi in gruppi di 4, con domande sulla religione e Dio, alcune domande erano difficili da capire, tanto che chiedevamo aiuto al catechista. Nel mio gruppo, cominciai a conoscere la gente: c'era chi aveva problemi di comunicabilità e socialità, un tipo di mezza età parlava appena, mi sembravano persone con problemi, che si erano avvicinati alle catechesi per tentare di risolvere i propri problemi seri, eravamo seduti in chiesa a scrivere un test, in un clima triste, e il test non sollevava il morale, c'era diffidenza! Una volta conclusi questi test, consegnate le risposte ai catechisti, tutti i fogli con le risposte furono letti ad alta voce. Non so a cosa sia servito quel test.

In un altro incontro, abbiamo messo in scena, in quella stessa chiesa, la parabola del figliol prodigo, in cui i figlioli prodighi eravamo noi davanti a Dio. Per l'occasione, il catechista ci aveva detto di presentarci in chiesa ben vestiti e di portare da mangiare da casa. A me era sembrata una pagliacciata in un luogo sacro, col benestare del parroco.

Di lì a poco, dopo un dozzina di incontri, fecero la convivenza in un albergo della zona, ma io non vi ho partecipato, sebbene il catechista ci rassicurasse che avremmo dovuto sborsare solo una offerta per pagarci il soggiorno. Per l'occasione un loro confratello disoccupato testimoniò che, pur non potendoselo permettere, alle convivenze ci va lo stesso, tanto: "Dio provvede!".

Reclutamento neocat:
non ti dicono chi sono!
Queste catechesi mi sembrarono delle pagliacciate in un luogo consacrato, in cui Dio era messo in disparte, per pubblicizzare il Cammino Neocatecumenale. Non so che fine abbiamo fatto le persone che frequentavano le catechesi con me, ma io non ho partecipato ad alcuna convivenza e sono tornato alla mia parrocchia. Mi sono reso con to che il Cammino recluta gente con problemi di ogni tipo, facendo leva sulla loro debolezza o fallimento. A cosa serve chiudersi in un albergo a pregare? Gesù non predicava mica di chiudersi e isolarsi per pregare, anzi!

Ho dimenticato di scrivere che questa mia esperienza negativa con la possibile truffa neocatecumenale è avvenuta presso la parrocchia S. Giacomo di Barletta. Sono sicuro che sia sia formata una comunità, dato che il parroco era a corto di fedeli e soprattutto di offerte. Ricordo anche che sulla facciata della chiesa, c'era un enorme striscione con la scritta: "Catechesi per Adulti - Dio ti ama". Come immagine dello striscione c'era una immagine della Madonna, col viso triste.
(da: Carmine)



Nota di Lino: se leggi da pagina 1 a pagina 8 degli Orientamenti per la fase della Conversione, avrai un'assoluta conferma delle conclusioni alle quali sei giunto.

domenica 25 maggio 2014

Perché tanti fratelli del Cammino cliccano segretamente su questo blog?

Fate largo!
Avanzano i kikos!
 
Se questo blog parlasse di me, io sarei un narcisista. Ma come ognuno può notare, questo blog riguarda un sacco di gente, un sacco di gente che è stata profondamente danneggiata dal Cammino Neocatecumenale - o più specificamente dai kikos.

Le persone che cliccano qui non vengono per leggere quello che il sottoscritto Tim scrive, non vengono qui perché non hanno di che leggere. Vengono qui a informarsi su come altri sono stati feriti dal Cammino come loro. Vengono qui perché non hanno altri riferimenti. Qui a Guam, il vescovo ha chiuso loro le porte in faccia. Ha dichiarato guerra contro di loro. I sacerdoti hanno visto cosa ha fatto contro don Paul e chiaramente temono che càpiti anche a loro.

Perciò cliccano qui: non per vedere me, e non tanto per essere incoraggiati da altri che soffrono le stesse cose, ma anche per informarsi sul Cammino - e perbacco, stanno apprendendo!»
La citazione qui sopra è di Tim, autore del blog JungleWatch.info che tratta del Cammino Neocatecumenale sull'isola di Guam, che abbiamo presentato qualche giorno fa.

Più avanti aggiunge:
Sono state le risposte di quelli "in Cammino" a guidare questo blog. [...] La gente è affamata di capire come mai viene sempre risposto loro "vieni e vedi". Vogliono saperlo perché Cristo stesso vuole che lo sappiano («ama Dio con tutta la tua mente»). Questo invito dovrebbe provenire dai pastori della nostra Chiesa e da colui che devono ascoltare. Posso onestamente scommettere che il 99% di coloro che inizialmente hanno risposto all'invito dei neocatecumenali "vieni e vedi" pensavano davvero di andare ad ascoltare il loro pastore o almeno un altro sacerdote.

Il nostro obiettivo non è cancellare il Cammino dalla nostra isola. Si è presentato qui anzitutto a causa del vuoto di sacralità, di guida, di solido insegnamento delle cose della fede. Il Cammino cadrà non appena queste cose verranno ripristinate. Molte persone hanno risposto all'invito del Cammino proprio perché sono "affamate". E lo sono ancora.
Sottoscriviamo interamente ciò che Tim ha scritto.

venerdì 23 maggio 2014

Come uscire dal Cammino senza troppi dolori?

Ci chiedono:
Scusate se mi intrometto, ma non so proprio con chi altro condividere il mio scoramento di fronte a certe situazioni.

Faccio parte di una delle prime parrocchie in cui il cammino è stato accolto e che più velocemente ha preso piede sul resto della comunità parrocchiale. Anche quest’anno, nonostante il “rimprovero” di Papa Francesco, abbiamo assistito alla moltiplicazione delle celebrazioni della settimana santa per arrivare alla consueta doppia celebrazione della Veglia di Pasqua. Da tanti anni si lavora per rimettere insieme i pezzi di una comunità parrocchiale che da decenni è ormai in brandelli, senza ottenere alcun risultato concreto. Durante questi anni, le persone al di fuori del cammino hanno cercato di reagire a questa situazione in tanti modi diversi: c’è chi ha cambiato parrocchia, chi, ostinatamente, ha cercato di proporre attività di qualsiasi tipo che creassero un po nte tra le comunità ed il resto della parrocchia, chi si è disinteressato completamente della questione “catecumaneli” e si è rifugiato nella sua personale esperienza di fede e chi addirittura, come ci ha detto di recente il parroco, ha inviato una lettera anonima denunciando le ormai note storture del cammino. Io, personalmente, non so più cosa fare, solo vorrei molto trovare qualcuno con cui condividere e trovare una soluzione definitiva a tutto questo enorme disagio.

mercoledì 21 maggio 2014

Vita da nababbi

Madre Teresa di Calcutta disse: “il vero scandalo non è la ricchezza o la povertà, ma lo spreco”.

Lo scandalo non è l'albergo a cinque stelle, o l'elicottero, o l'aragosta e tutto il resto.

Lo scandalo dello spreco è che i soldi per la vita da nababbi sono stati estratti dalle tasche di pensionati, di casalinghe, di giovani che vivono solo della loro "paghetta", di padri di famiglia che per pagare la "decima" hanno tolto il pane da bocca ai loro figli.

A tutto questo si aggiunge l'arroganza dei "super catechisti" e l'idolatria delle serve di Kiko, il novello "redentore".




Testuali parole di Kiko Argüello:
Per i catechisti: i tre principali criteri di discernimento, nello scrutare le persone, sono: se hanno cambiato mentalità, se si sono provate coi beni [soldi], se hanno fatto il Cammino...

...Mi ricordo che noi abbiamo in una comunità un uomo molto ricco che non è passato ad uno scrutinio perché incapace di vendere i beni [soldi]...

Se ti ascoltano si convertono e se si convertono devono mollare il malloppo. [soldi]

Testimonianza da Agnes:
Il distacco [di Agnes] cominciò con la visita di Kiko nella sua città. Sì dice che Kiko viva da celibe e si sostenga con le donazioni. Lei conferma che la sua comunità l'ha ospitato in una suite di un albergo di lusso e gli ha "donato" una limousineLa Junge si meraviglia: come si conciliano le limousine con la povertà di Cristo?

Da Valentina:
Sulla vita nel lusso aggiungo: a quanto so io, lo stesso criterio è in uso presso i super catechisti.

A suo tempo Gennarini figlio ci fece una ramanzina facendo del sarcasmo su coloro che giudicano i catechisti in base alla sobrietà dei costumi.

Disse più o meno: "Volete che siamo dei poveracci? Che risparmiamo sul centesimo? Siete schiavi di Mammona! I soldi servono per dar gloria al Signore! E quindi noi catechisti, che vi portiamo la parola di Dio, alloggiamo in alberghi 5 stelle, pranziamo nei ristoranti migliori... e voi vorreste che fossimo dei poveracci? Non avete rispetto per la parola di Dio?".

Riporto a memoria, sicuramente "addolcendo" i toni che, dato il personaggio, furono sicuramente più aspri.

Dopo che era passato lui, trovavamo i vasi delle piante pieni di mozziconi dei suoi sigari pestilenziali.

Caro Pietro, i soldi sei tu che devi darli, perché ne sei schiavo e potrebbero farti male.
Loro no, sono liberi nel Signore, non ne sono soggetti, e quindi ne possono usare liberamente!

Da Sebastian:
Qualche anno fa, Kiko venne nella nostra parrocchia per fare un incontro, al termine del quale andò a cena in canonica insieme al parroco e a qualche super-catechista.

Per cena gli fu servito un catering a base di pesce, con tanto di spumante. Mi dissero che Kiko va matto per le aragoste. La cosa che più mi fece impressione, fu vedere le signore della 1° comunità (nostre catechiste) fare le serve per Kiko, preparandogli i piatti e servendolo. Alla fine, quando Kiko fu andato via, fu concesso loro di mangiare gli avanzi di Kiko.

Da ODG:
Vedo che anche tu sei stata contagiata dall'itagnolo "chitarra hecha in España". Figurati i cantori.

Bel gesto quello di aver regalato la chitarra a tuo marito, ci credo che non hai preso quella di Kiko, sai quanto costa una "Ramirez"? svariate migliaia euro (da 8.000 a 13.000€), tu questo non lo dici, sono sicuro che tu lo sapevi così come tuo marito.


I fan accolgono la star
Quando a suo tempo chiesi ai miei "catechisti" perchè Kiko usasse una così costosissima chitarra, mi risposero che quello era un regalo suo malgrado, fattogli della sua comunità (poverello) un regalo non si rifiuta mai.

Ho dimenticato nel mio precedente intervento che le corde devono essere rigorosamente "Savarez"...

Da Malaparte:
Non posso che confermare quello che dite: ho saputo di itineranti che girano con macchine sportive in posti da sogno (so anche che alcuni fanno la fame), ho saputo di figli di supercatechisti ai quali è stata comprata la casa (mi chiedo come sia possibile, visto che a un privato cittadino fanno storie per pagamenti in contante superiori a 1000€), so di itineranti che sono stati fatti tornare dal Sudamerica o dall'Asia anche 3 o 4 volte l'anno per partecipare a una convivenza o a un passaggio.

Una vita da nababbi, un po' come gli altri fondatori di sette (ad esempio Scientology).

lunedì 19 maggio 2014

Kiko: "il titolo non conta nulla da noi, che siano preti, frati, suore o vescovo"

Articolo di Raul Löbbert (4 maggio 2014) comparso su Christ und Welt del Die Zeit.
Traduzione a cura di Valentina. Evidenziamo alcuni passaggi.


IL CAMMINO DEI KIKOS

Il Cammino Neocatecumenale è uno dei movimenti più potenti del cattolicesimo.
Gli ex membri accusano il Cammino di pratiche settarie.

· Lo scandalo

Imbarazzante girotondo dei vecchietti:
obbligatorio nel Cammino Neocatecumenale
Il Cardinale Meisner, arcivescovo di Colonia, si ritira. Conclude la sua esperienza di arcivescovo con una frase detta ad un gruppo neocatecumenale che è stata come una bomba. "Una delle vostre famiglie vale come tre famiglie musulmane". Avesse voluto offenderli, non avrebbe potuto fare di più. Il portavoce islamico ha paragonato il cardinale a Sarrazin (uomo politico simpatizzante di Le Pen in Germania, ndt). Il governo federale si dissocia dalle "idee personali di un'autorità ecclesiastica". Il video spopola su internet. Quali erano le "vostre famiglie"? A chi si riferiva Meisner? Che cos'è il Cammino Neocatecumenale?

Per un giornalista non è facile investigare sul Cammino Neocatecumenale. Non ha nessun "addetto stampa" né "rappresentante ufficiale" in Germania. Le sue strutture sono sconosciute così come i suoi rituali. C'è chi ha fatto sull'argomento una tesi universitaria, una sola, concludendo che si tratta di uno dei movimenti più potenti del cattolicesimo.

Il Cammino è nato in Spagna a metà degli anni '60 e Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI l'hanno promosso. Oggi ci sono 20.000 comunità in 1300 diocesi, probabilmente un milione e mezzo di seguaci. È un'organizzazione laicale che ha costituito dei suoi propri seminari, come gli è stato concesso per diritto canonico da Giovanni Paolo II. I seminari sono 100 in tutto il mondo, due di questi in Germania.

Seminario kikiano R.M.
Però a parte la storia gloriosa del Cammino, c'è quella dolorosa che viene raccontata su Internet. Si dice che i suoi adepti sono manipolati, obbligati a generare molti figli per creare dei cristiani d'elite e rivoluzionare la Chiesa. Il messaggio è chiaro: il Cammino è qualcosa che non dovrebbe esistere: una setta all'interno della Chiesa.

Ma cosa c'è di certo nelle voci? Quale Cristo annuncia il Cammino? Per due mesi ho cercato di scoprirlo, ma mi sono trovato davanti al silenzio opposto dai seguaci del Cammino, che non vogliono parlare, rifiutano la trasparenza ed hanno paura, perché in un mondo secolarizzato non viene affatto compreso, come ha scritto una ex adepta in una mail, il fatto di essersi associati ad un "gruppo estremista".

Così ho cominciato la mia ricerca nel mondo che è il contrario del silenzio, in mezzo ad un affollarsi di parole che ignorano del tutto le leggi di logica, sintassi e di costruzione del discorso. Mi sono imbattuto in internet nel video con Meisner. Non era quello con la dichiarazione dello scandalo. Qui Meisner aveva un ruolo minore; la parte del leone la faceva un signore che presentava un libro dal titolo impegnativo "Il Kerigma nelle baracche tra i poveri".

Nel libro si legge "Le cose devono essere come dico io, le famiglie come dico io, il lavoro come dico io, la comunità come dico io. Tutto come dico io". E ancora "Parlo in nome di Dio. Per voi io sono un angelo". E così come scriveva, quell'uomo parlava; gridando, gesticolando, rosso in volto, lanciando in mezzo al pubblico, come fossero pietre, parole come "peccato, pagani, inferno, demonio". E Meisner? Il cardinale, che in altri casi tollera l'autorità solo di Dio o del Papa, stava seduto in basso e guardava in alto verso lui, verso Kiko.

Sigari pagati dai fratelli di comunità
per poter abbindolare i vescovi
· L’iniziatore

Senza Kiko Argüello il Cammino non esisterebbe. Con i suoi 75 anni ne è il fondatore. In tutto il mondo le comunità Neocatecumenale cantano le sue canzoni. Tutte le icone esposte nelle eucarestie del sabato le ha dipinte lui. Persino le sedie su cui si siedono i suoi seguaci le ha disegnate lui. Kiko è il principale catechista del Cammino. Quello che lui dice viene diffuso e annunciato nella comunità ma tenuto nascosto al pubblico. La sua apparizione del 24 gennaio è anche qualcosa di unico: una vista nella testa di Kiko.

Peccato che quella sera racconta solo quella che è la sua leggenda: il giovane Kiko, nella Spagna di Franco, era un pittore apprezzato. Conduceva una vita dissoluta ma non se ne rendeva conto. Pensa al suicidio. Gli appare la Madonna. Con la chitarra e la Bibbia va in un quartiere povero di Madrid.
Si stabilisce là, canta le sue canzoni e intorno a lui si raccolgono i poveri. Nasce la prima comunità. Si unisce a lui una suora che ha lasciato la veste, Carmen Hernandez. Lei e Kiko sono i leader del Cammino.

Insieme, nominano le “Famiglie itineranti”. Viaggiano nei paesi dove il Cammino non è ancora diffuso. Si incontrano con i vescovi, fondano nuove comunità e nominano catechisti. A questo scopo, hanno bisogno di sacerdoti che siano vicini al Cammino. Perciò aprono nel 1988 il primo seminario del Cammino a Roma.

Povertà di Kiko, cioè
impoverimento dei kikos
Ma tutto è cominciato nelle baracche di Madrid. Ci sono le foto di quel periodo. Esse ci mostrano un Kiko magro e barbuto. Vive in una baracca solo con l’amore di Dio. Kiko suona la chitarra e canta canzoni dedicate a Maria ai poveri.

Canta anche oggi, 24 gennaio, a Colonia. Con la musica comunica con le persone che vogliono credere ma sono lontane dalla Chiesa. Spesso come Kiko ci sono giovani che sono in crisi e cercano sostegno spirituale ma si sentono allontanati da istituzioni fredde e infeconde. Proprio come Agnes Junge.

· La fuoriuscita

Agnes ha camminato 15 anni e se ne è andata 8 anni fa. È l’unica fuoriuscita che ha avuto il coraggio di incontrarmi. Non vuole si sappia dove vive. Quando sente parlare per la prima volta del Cammino, è in crisi esistenziale. Si è convertita dal protestantesimo ed è alla ricerca di Dio. La Messa della Domenica non le diceva granchè. Parla con il suo sacerdote, che le dice che c’è qualcosa di nuovo, di diverso.

In quel posto si suona la chitarra durante la messa, si fa la comunione mangiando pagnotte e bevendo il vino e alla fine si balla intorno all’altare, che si trova al centro di una stanza piccola e calda, non in una chiesa fredda e arida.

L'UFO di Porto San Giorgio,
progettato da Kiko Argüello
Per sei settimane Agnes segue il corso iniziale con il sacerdote e l’equipe dei catechisti.

Alla fine vanno tutti in un ostello della gioventù e scelgono una coppia di responsabili che rappresenta i catechisti quando non sono presenti. Così nasce la Comunità. Il cammino consiste nella preparazione dei cristiani primitivi al Battesimo, il Catecumenato, diviso in fasi, con riti di passaggio e scrutini finali.

Non è chiaro quanto duri il Cammino. Possono passare decenni prima che una Comunità rinnovi il proprio Battesimo nel Giordano. Agnese Junge non ci è mai arrivata. E con il Cammino ha perso tutto: amici, soldi, la fede nella Chiesa ma soprattutto la fede in Kiko, il cantore dei poveri.

· Una donna racconta gli esorcismi

Dal momento in cui, alla fine degli anni 60, il Cammino lascia le baraccopoli per espandersi a Roma, viene bersagliato dalle critiche. In Spagna i fuoriusciti hanno organizzato addirittura dei forum su Internet.

Il Cammino in Germania conta 90 comunità, 5 a Colonia, piuttosto piccole. Ma anche qui si registrano degli abbandoni.

Dipinti di Kiko Argüello a tema religioso,
su cui i neocatecumenali devono pregare
In una testimonianza una donna ha riferito che, durante gli scrutini, vengono fatti degli esorcismi. Ha avuto così tanta paura da dover correre in bagno per due giorni. “Avevo 20 anni”.

Una testimonianza dalla Spagna: “Ho dovuto stare di fronte alla comunità, rosario tra le mani, sguardo rivolto al cielo. Il catechista mi chiedeva se rinunciavo al diavolo e io dovevo ripetere. Poi ognuno doveva dire la sua opinione su di me per umiliarmi”.

Durante gli scrutini non si deve solo rinunciare al diavolo ma anche abiurare agli idoli. “L’idolo è qualsiasi cosa si metta in concorrenza con Dio” dice Agnes Junge. “Può essere l’automobile o la collezione di dischi”. Ma di solito l’idolo è il denaro, Mammona. E ci si può arrivare solo con grandi sacrifici economici.

· Quel Conto Corrente deve essere chiuso

In un forum spagnolo una donna racconta di essere stata obbligata a chiudere il proprio conto corrente. Così non ha potuto continuare con gli studi. Nella comunità di Agnes in occasione di uno scrutinio sono stati raccolti 60.000 euro.

Sedia in plastica trasparente
progettata da Kiko appositamente
per le terga dei presbìteri R.M.
Poi ci sono le raccolte periodiche e le decime poiché, raggiunto un certo stadio del Cammino, si deve dare regolarmente la decima parte del guadagno lordo.

Di tutto ciò che viene raccolto, gli adepti non sanno quanto ne venga impiegato in progetti concreti o introitato dal Cammino stesso, nè si possono fare troppe domande. Anche se nel cammino si sottolinea sempre la libertà del singolo, non viene mai messa in dubbio l’obbedienza ai catechisti ed alle loro decisioni. Kiko dice “Dove non c’è l’obbedienza ai catechisti, non c’è il Cammino”. Il catechista ha un enorme potere, conferma Agnes.

Questo potere cresce nella misura in cui uno prende sul serio la conversione predicata da Kiko e abbandona la sua vecchia vita, gli amici, gli hobbies, l’ambiente sociale. Due volte alla settimana la comunità si riunisce per il culto. Poi ci sono le preparazioni ed ogni sei settimane un giorno di convivenza. Oltre a ciò, le famiglie in Cammino vivono la loro fede anche in casa, con la preghiera delle Ore e la Veglia fino alle 3 di notte. Tuttavia il precetto più importante è quello di “essere aperti alla vita”. Sono proibiti sterilizzazione, contraccezione e anche i metodi naturali (calcolo dei giorni fertili).

· Pressione sulle donne in gravidanza

“Una donna era incinta” ricorda la Junge “aveva già perso un figlio con un aborto spontaneo ed era probabile che il successivo potesse avere una disabilità”. La comunità ha esercitato pressione sulla donna perché lo tenesse. In modo sottile.

Ogni fedele deve dare la propria testimonianza, di fronte alla Comunità, di come il Cammino ha cambiato la sua vita. Cosicchè tutti sanno i segreti degli altri. Ciò assicura, nella dinamica di gruppo, che ciascuno sia di “supporto” all’altro per non allontanarsi dal Cammino.

Pagliacciate neocatecumenali:
simulazione della "cena ebraica"
“Il giorno dello scrutinio consente un facile contro-interrogatorio”. Chi non viene ritenuto pronto per lo stadio successivo viene respinto e deve aggregarsi ad un’altra comunità. La donna in ogni caso portò a termine la gravidanza. “Il bimbo nacque morto”:

Anche sui problemi coniugali la Comunità è ben informata. Di solito si verificano quando un coniuge è in cammino e l’altro no. “Vuol dire che hai fallito nella tua missione”.

Ma anche le coppie del Cammino vanno in crisi. Una coppia molto giovane si voleva separare. Ma naturalmente il divorzio non è ammesso. Così arrivarono i loro parenti e fecero pressione sui bambini perché si allontanassero dai genitori infedeli al cammino. Così è successo.
I genitori rifiutano il colloquio con me. Se non altro, hanno ripreso di nuovo i contatti con i figli. I nipoti invece non possono ancora incontrarli da soli.

Agnes si era accorta di tutto ciò. Perché non ha abbandonato il Cammino? Afferma che il Cammino era la sua vita. Lì trovava un indirizzo, gente che si interessava a lei. Perciò non se ne è andata, anche se dentro di sè aveva preso le distanze.

Autoritratti dell'iniziatore
Kiko Argüello
Il distacco cominciò con la visita di Kiko nella sua città. Sì dice che Kiko viva da celibe e si sostenga con le donazioni. Lei  conferma che la sua comunità l'ha ospitato in una suite di un albergo di lusso e gli ha "donato" una limousineLa Junge si meraviglia: come si conciliano le limousine con la povertà di Cristo?

E se anche non fosse così, come farebbe a spiegarlo alle persone, nelle cui case deve annunciare il Cammino, e invitarli alla catechesi iniziale? Non ne poteva più, di mentire, afferma. "Ma non riuscivo ad andarmene".
Così viene fatta andar via. I suoi compagni di cammino le dicono un giorno che non deve più venire. Lei vuole telefonare ai catechisti per farselo dire da loro. La ragazza deve restituire tutte le carte. "Da allora, nessuno di loro mi conosce più". Persone che erano vicine a lei ora come nulla fosse attraversano la strada per non incontrarla. Dopo 15 anni Agnes Junge è di nuovo sola.

· Il vescovo

E Meisner, cosa dice il 24 gennaio? Dopo tutto, il Cammino può insediarsi in una diocesi solo se ha l'approvazione del vescovo. Anche nel 2012 Meisner in una lettera aveva raccomandato ai suoi sacerdoti di "provare con benevolenza" le catechesi plurisettimanali del Cammino.

Simboli massonici (l'occhio del cuore)
in un dipinto di Kiko Argüello
Negli anni 80 è Meisner, come egli stesso ricorda nel suo discorso, ad incontrare per primo il Cammino a Berlino. Più tardi, egli ricorda, aveva ricevuto dal Cammino 60.000 marchi. Il cardinale si chiede: da dove vengono i soldi? Quando sente che sono stati raccolti come rinuncia agli idoli, Meisner è così colpito che spontaneamente dimezza il proprio conto. Quali erano gli idoli? Meisner si sente rispondere: "La polizza-vita e i nostri libretti di risparmio".

Più e più volte, afferma, ha dovuto prendere le difese del Cammino che veniva criticato in Vaticano.
In partitolare, le catechesi di Kiko e gli aspetti particolari della liturgia. I critici del Cammino accusano i suoi membri di essere eretici o protestanti. Fra tutti i vescovi italiani il più critico verso il Cammino è stato il defunto arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini. Quando a Roma ha udito queste critiche, Meisner ha risposto che dietro il cammino c'è "la forza della fede dei coniugi che mettono al mondo dieci figli". E così chiudeva la discussione.

Ma anche a casa sua, a Colonia, le critiche inseguono il cardinale. Anni fa partecipa a una riunione di un consiglio parrocchiale. Lì si lamentavano che il Cammino si isola e divide la comunità parrocchiale. Discredita i cattolici impegnati definendoli cristiani della domenica. Allora Meisner diagnosticò il "vero" problema: "Se si prende sul serio la fede cattolica, allora la paura ci rende dei cristiani a metà".

"Tabernacolo a due piazze": Kiko
fa mettere il Sacramento e il Libro
nello stesso contenitore...
· Il servizio anti-sette tace

Erika Lucks, presumibilmente, è una di questi "cristiani a metà". Come Agnes Junge, il suo è uno pseudonimo. È la sua parrocchia, quella dove parlò Meisner.

A suo tempo aveva chiamato il Servizio anti-setta per appurare o suoi sospetti sul cammino.
Un consulente anti setta disse che non poteva dire nulla sull'argomento. Lavorava infatti all'arcivescovado.

Un suo collega si dimostrò molto più efficace nella diocesi di Monaco nel 2003. Dichiarò infatti in un'intervista che il Cammino neocatecumenale aveva tendenze settarie. La diocesi di Monaco ritirò al consulente anti setta ogni autorizzazione ad indagare sul cammino. Nonostante alcune telefonate la invitino a riflettere, la Lucks richiede un colloquio l'arcidiocesi di Colonia. Nonostante sappia di essere stata lei stessa screditata. La Lucks, dopo il quarto figlio, si era fatta sterilizzare.

Nel suo discorso, Meisner aveva citato un caso simile. Ricordava che una donna gli si era avvicinata.
Dopo un aborto spontaneo, si era fatta sterilizzare, ed ora era preoccupata per la “apertura alla vita” richiesta dal Cammino. Questa la sua conclusione: "Se prendo sul serio la fede, posso anche aver fatto degli errori, che però mi incoraggiano a elevarmi ad un livello più alto". Erika Lucks non poteva salire a quel livello. Abbandonò la sua parrocchia. Dopo vent'anni quasi non le fa più male.

Bimah ebraica in un
seminario neocatecumenale R.M.
· Celebrazioni

Ma oggi come oggi, quant'è elitario il Cammino? Le catechesi di Kiko sono ancora segrete.

Una volta il Cammino ha convocato una conferenza stampa in Spagna, dopo l'approvazione degli Statuti con Benedetto XVI. Prima Kiko obbligò i giornalisti a dire il Padre nostro. Poi cercò di convertirli. Da noi questo non potrebbe succedere.

I coniugi responsabili del Cammino a Colonia hanno rifiutato ripetutamente di parlare con me. I Seminari di Bonn e Berlino hanno, se non altro, giustificato il proprio rifiuto. Ma: "Non può esserci benevolenza senza comprensione".

Per quanto riguarda le celebrazioni del sabato sera debbono, per disposizione del Vaticano, essere aperte agli ospiti. Ad una giornalista che voleva assistere ad una Eucaristia a Düsseldorf, capitò di sentirsi dire che "i giornalisti non sono ospiti". E cosa dire di Colonia, cosa di St. Marien in Nippes? È la parrocchia nella quale, 20 anni fa, i cattolici si ribellarono. Io vivo lì. Ho il diritto di frequentare l'Eucaristia del Cammino. Però ho anche la coscienza sporca. Ho usato un falso nome. Altrimenti, sarei stato buttato fuori.

Kiko all'ambone con crocifero e candelieri.
Cioè: il laico che crede di essere un vescovo...
· Risolvere problemi coniugali

Sull'homepage della parrocchia, non c'era scritto dove e quando si tenessero le celebrazioni comunitarie. Solo con una telefonata all'ufficio parrocchiale ottenni le informazioni. Nel punto di ritrovo c'erano molte persone occupate a portare fiori.

Fui salutato dalla coppia che per tante volte aveva rifiutato di concedermi un colloquio. Erano sorpresi di vedere un ospite. La donna immaginò "Era nella lettera del parroco". Poi sibilò a uno di quelli che portavano fiori "Dovrebbe andare fuori".

Poi mi parlò dei suoi problemi coniugali e di come il Cammino l'aveva aiutata a superarli. Mi presentò un signore con i capelli a spazzola. Si presentò come Dominik e mi mostrò il luogo. In parrocchia, mi disse, portava il Cammino ai lontani.

"Se ci cerchi con Google", mi disse, "trovi un sacco di cose negative". In Spagna molti pensano che il Cammino sia di estrema destra. "Tutte scemenze". Prima di condurmi nella sala, dietro le cui porte chiuse al pubblico sì svolgeva la celebrazione, mi portò nel guardaroba. Sulla parete era appesa una lettera di Giovanni Paolo II. "Con questa ci ha riconosciuti".

"Comunione seduti":
guardate il tizio imbambolato
in attesa che scatti il segnale per
poter manducare la sua porzione
"Non proprio" dice Bernhard Sven Anuth, professore di diritto canonica presso l'Università di Tubinga. "Secondo il Diritto Canonico quella del 30 agosto 1990 è solo una raccomandazione elogiativa". Tuttavia è la prima volta che il Cammino riceve una definizione. Viene descritto come un "itinerario di formazione cattolica". Per il canonista, qualcosa di nuovo, che dimostra quanto importante sia stato il Cammino per lui e lui per il Cammino.

Una foto mostra Kiko e il papa il 24 marzo del 2000. Kiko fa visitare al Papa la sontuosa Domus Galileae, il Centro Internazionale del Cammino sul lago di Genezareth. Kiko stesso la ha progettata. Cosa fa il papa quando si trova di fronte al gruppo in bronzo sul Discorso della Montagna? È stato fuso da Kiko. Grazie a lui, ora c'è un Gesù che brilla sul lago tra le nuvole.

Come artista, Kiko interpreta la nuova evangelizzazione che il papa ha voluto fosse visibile: esteticamente, designando il Cammino come una "gravidanza per la fede", descrive la Chiesa come un corpo di donna, con il trono di vetro per capo, l'altare come stomaco, il fonte battesimale come utero;
numericamente, riempiendo gli stadi nella Giornata Mondiale della Gioventù di giovani pronti, ad una sua parola, a salire sul palco per farsi sacerdoti; politicamente, per come a Madrid nel 2007, mobilitò oltre 300.000 "difensori della famiglia cristiana" per protestare contro la legalizzazione del matrimonio gay voluta dal governo Zapatero.

La nuova Domus di Kiko ispirata dai cartoni animati
Kiko, come dimostra il suo discorso a Colonia, è uomo di molte parole. Solo che non può essere tuttologo. Kiko è più musicista che oratore. Ed anche come musicista aspira a grandi cose. Ha persino composto una sinfonia sulla "Sofferenza degli innocenti". Alla rappresentazione del 2013 davanti alla "porta della morte a Birkenau" c'erano, tra i 12000 spettatori del "Kiko live in Auschwitz", 50 vescovi e 6 cardinali.

· Kiko, un discepolo obbediente

Nonostante tutti i grandi palcoscenici, tuttavia Kiko ci tiene ad apparire come un discepolo obbediente e uomo superiore. Così convince i vescovi, soprattutto quelli di Roma. "Dalla mia esperienza" dice in un'udienza papale del 1986 "ho capito che Dio obbedisce ai suoi vescovi; lui stesso obbedisce loro".

Il suo grande impegno ad apparire sottomesso fallisce in modo ancor più grave allorché Kiko, in segreto, disobbedisce, come quando si scaglia contro i vescovi che non vogliono il cammino nelle loro diocesi o che addirittura lo mandano via, come successe a Clifton nel 1997, dove, come si evince da una relazione interna della diocesi, Kiko, riporta Christ und Welt, usò tutto un altro tono, dicendo: "Il titolo non conta nulla da noi, che siano preti, frati, suore o vescovo".

Kiko nel suo discorso a Colonia ha nominato 350 volte Benedetto XVI e una sola volta Francesco. Stavano faccia a faccia. "Sono un peccatore" ha detto Francesco. "Allora siamo in due" ha detto Kiko.
Solo che il papa ha colto l'artista in un punto molto importante.

Il 1° febbraio 2014, alla prima grande udienza con il Cammino, Francesco raccomanda di rispettare i fuoriusciti. "Il Cammino" ha detto "è una strada impegnativa. Gli incidenti sono inevitabili. Nessuno dovrebbe negare all'individuo la libertà di scelta nella sua vita spirituale".

È la prima volta che un papa critica apertamente il Cammino. Ma Francesco sa che la Chiesa non può annullare il Cammino. È diventato troppo grande, troppo potente. Quindi devono convivere con lui. E con Kiko.
Raul Löbbert, Christ & Welt (numero 19 del 2014)
(traduzione in italiano a cura di Valentina;
sottolineature e immagini redazionali)


1° febbraio 2014: Kiko indiavolato mentre protesta
lamentandosi col Papa che ancora non esiste
in tutte le parrocchie l'iniziazione neocatecumenale

sabato 17 maggio 2014

Neokatechumenat - ks. Michał Poradowski

Ksiądz Profesor Michał Poradowski: «Neokatechumenat» [testo completo su Rodzina Katolicka]

[...] W międzyczasie zaczęły się duże zmiany wewnątrz owego ruchu, a to w miarę jak przybywali zwolennicy i opiekunowie, tak iż z ruchu charytatywnego stał się rodzajem sekty religijnej wewnątrz Kościoła, o czym różni jego opiekunowie, głównie biskupi, niewiele wiedzieli, jako iż przez kierowników tego ruchu wypracowane instrukcje religijne nie zostały aż do dzisiaj opublikowane i są znane tylko wtajemniczonym, gdyż dostępne wyłącznie kierownikom owego ruchu, będąc wydane jako maszynopis do użytku prywatnego, liczący 373 stronice. Jest to tzw. "katecheza", której analiza wykazuje, że nie ma ów ruch neokatechumenalny nic wspólnego z nauką oficjalną Kościoła. Co więcej, nauka owej "katechezy", z punktu widzenia nauki tradycyjnej Kościoła, jest zbiorem najrozmaitszych herezji, głównie protestanckich.

[...] Co więcej, z powyższej krótkiej analizy jest oczywiste, że Ruch Neokatechumenalny jest zbiorem najrozmaitszych herezji, głównie sekt protestanckich ale także i gnozy oraz kabały.



Don Michał Poradowski (1913-2003), sacerdote e teologo cattolico (e prolifico autore di testi contro il comunismo, la teologia della liberazione, gli effetti della rivoluzione francese, i guai del postconcilio, le radici protestanti dell'hitlerismo, ecc.), ha pubblicato nel 1994 a Wrocław in lingua polacca il libro «Neokatechumenat», ripubblicato postumo nel 2006 dalla casa editrice Nortom in Polonia (ISBN 83-89684-06-3). Il testo del libro è ora disponibile on-line su Rodzina Katolicka.

Il libro denuncia in venti punti le ambiguità e le eresie del Cammino Neocatecumenale, basandosi anche sugli Orientamenti di Kiko (il volume di 373 pagine già mostrato da padre Enrico Zoffoli nel 1991 nel suo Eresie del movimento neocatecumenale), e giunge alla conclusione che il neocatecumenalismo è «un'accozzaglia di ogni genere di eresie... basato anche sulla gnosi e sulla Kabbalah... ed è principalmente la sintesi degli insegnamenti di diverse sette protestanti», oltre che essere radicato nella segreta convinzione che il sacerdozio (e dunque l'intera gerarchia ecclesiastica) sarebbe semplicemente «superfluo».

giovedì 15 maggio 2014

Contro la falsa idea che il Cammino sia buono "nonostante Kiko"

Benedetto XVI
Nicola, spero che tu voglia accettare ciò che ti dirò ora, anche se non ti pare corrisponda alla tua esperienza.

Anch'io ho camminato, molti anni prima di te, fino alla Redditio.

C'erano tante cose che non mi piacevano (penso quelle che tu definisci "gli estremismi" del cammino, che io qui chiamo ora "l'arsenico", mischiato al "vino buono").

Mentre io camminavo sulle acque, intorno a me i fratelli crollavano e se ne andavano (io pensavo "si vede che il Cammino non è per loro"), la mia famiglia, divisa, si andava sfaldando (io pensavo "è il demonio che agisce"), Kiko cominciava a forzare le scelte vocazionali dei giovani come me (e io pensavo: "Kiko non è il Cammino"), durante il secondo passaggio ho assistito all'umiliazione dei miei genitori senza fare o dire nulla (non so dirti, in quei frangenti, cosa pensavo, perché credo che ormai ne stessi perdendo la facoltà).

Se in quegli anni però avessi dovuto parlare della mia esperienza in comunità avrei detto esattamente ciò che hai detto tu, "esagerazioni" comprese!

Non vedevo nulla. Non volevo vedere!
Per una felice casualità ho perso i contatti con la mia comunità per un periodo. Ho ripreso a frequentare la parrocchia, come una cristiana della domenica.

Kiko Argüello
È stato così che ho capito quanto mi sbagliassi. Ho capito che non è vero che il cammino è una creatura separata da Kiko, ma che piuttosto è la sua immagine.
Che non è opera di Dio ma di mani d'uomo.
Che in cammino avevo appreso ad essere ipocrita ed insensibile.
Che lo scopo del Kiko-cammino è crearsi un'accolita di servitori, che mai sarei tornata alla Chiesa con la veste bianca, che avevo perso la mia libertà.

Ho riavvolto tutto il film e sono rimasta inorridita. Ci sono voluti anni per togliere dalla mia mente e dal mio cuore tutti i pregiudizi e gli stereotipi appresi in cammino. Anni per riconciliarmi con me stessa. Anni per perdonare ai sacerdoti del cammino. Mi fermo qui.

Cristo salva i matrimoni e le famiglie anche attraverso il cammino, hai detto tu. Il Signore agisce, è vero. E c'è chi (l'occhiuto assicuratore) spaccia i doni del Signore come l'effetto del "suo" cammino, ma nel contempo sta rubando la tua vita e il tuo capitale per i suoi "investimenti" del tutto discutibili.
E dopo trent'anni ti restituirà pochi euro.
Per fortuna però il Signore ci vuole bene!
Ricambio l'abbraccio.
(da: Valentina)

martedì 13 maggio 2014

Il Cammino è un movimento di élite

Alcune considerazioni sul Cammino Neocatecumenale del servo di Dio mons. Pier Carlo Landucci, scritte più di trent'anni fa eppure straordinariamente attuali.



Sovversione neocatecumenale:
il laico Kiko elargisce la sua
benedizione ad un sacerdote
L’opinione approssimata che, per sentito dire, avevo di questo movimento era parzialmente favorevole, ritenendo che si trattasse di gruppi beneficamente attivi e volenterosi, anche se un po' troppo autonomi e un po' fissati su alcune loro originalità liturgiche.

Ma l'accurata analisi che ho potuto ora compiere mi ha purtroppo svelato un quadro ben diverso e gravissimo. [...]

Va quindi subito notata questa qualità negativa del movimento: il segreto, l’esoterismo. Ripetutamente è scritto: "Non dite nulla di tutte queste cose". "Ciò che dirò non è perché lo diciate alla gente, ma perché voi l'abbiate come fondo, come base".

Ma sono proprio questo "fondo", questa "base" che risultano inammissibili. Quindi e i neo-catechizzandi e i superiori ecclesiastici (verso i quali i catecumenali ostentano tanto ossequio) non essendo illuminati su tale "fondo" sono ingannati. E si tratta, come mostrerò, di gravi deviazioni dottrinali e pratiche.

Nel quadro dolorosamente statico di certe parrocchie i gruppi catecumenali, con le loro attività settimanali (riunioni bibliche, preparate da alcuni membri, a turno, e lunga riunione eucaristica), con gli scambi di esperienze e l'accentuazione comunitaria delle riunioni di "convivenza" mensili, con il programmatico allenamento alla sopportazione del prossimo e al distacco dai beni, con la confessata prospettiva di essere solo in "cammino" di "conversione" da proseguire nel "pre-Catecumenato" e nel "Catecumenato" (cammino di sette anni), tali gruppi, dico, danno la buona impressione di impegno e fervore.

Ma, in realtà, è fervore o fanatismo? È frutto di grazia o di plagio? Kiko mette le mani avanti: "Non si tratta - dice - di plagiare nessuno", in quanto non viene compiuto alcun "lavaggio del cervello attraverso ragionamenti". Ma tale "lavaggio" e il "plagio" derivano invece proprio dalla mancanza di chiari ragionamenti e dal fuoco di fila di affermazioni drastiche, suggestionanti, di tono carismatico.

Ecco Kiko:
"Il cristianesimo tradizionale, come battezzati... prima Comunione... Messa domenicale... non ammazzare, non rubare... non aveva niente di cristianesimo, era uno schifo... eravamo precristiani... senza aver ricevuto uno Spirito nuovo avuto dal cielo... Ora Dio ci ha convocati per iniziare un Catecumenato, verso la rinascita"; "anche se pochi stiamo segnando una pietra miliare... facendo presente che il regno di Dio è arrivato sulla terra"; per il "rinnovamento del Concilio" ci voleva la "scoperta" del "Catecumenato"; "Abramo è la figura del Catecumenato"; "vi parlo in nome della Chiesa, in nome dei Vescovi... i catechisti catecumenali hanno un carisma confermato dai Vescovi"; "sono Giovanni Battista in mezzo a voi"; "Convertitevi, perché il regno di Dio è molto vicino a voi"; "io sto dando la vita a voi, attraverso la parola di Dio depositata in me... la spiegazione della parola la do io"; "come Mosè nel deserto siamo il vostro aiuto"; "che Gesù è risuscitato è testimoniato dagli Apostoli: ed io pure lo testimonio... garantendolo con la mia vita"; "come Abramo camminò... voi dovete camminare, secondo la parola che vi abbiamo promesso"; "noi vi consegneremo lo Spirito Santo"; "sarete convocati in assemblea dallo Spirito Santo..., vi parlerà Dio"; "tutti voi siete stati segnalati a dito da Dio"; "nessuna comunità fondata da noi è fallita...: vi assicuro che qui c'è Dio" .
La carica suggestiva e fanatica è continuamente rafforzata dalla radicalità ed esagerazione delle affermazioni e dai richiami integralisti ed acritici alla Bibbia. [...]

Ma ben più gravi appaiono le deficienze e la dannosità di questo movimento se da queste modalità si passa ai contenuti. Non c'è alcuna posizione dottrinale o pratica cattolica che non sia gravemente deformata. Il tutto presentato con impressionante grossolanità e confusione teologica e biblica, congiunte all'ostentato atteggiamento di acuta riscoperta e di suggestionanti prospettive di personale, elitario impegno e sacrificio. [...]

Kiko vuole che le parrocchie diventino
"comunità di comunità neocatecumenali"
Si tratta dunque di un movimento non di massa, ma di élite. Esso però intende tutt'altro che restare chiuso in se stesso. Dicono bensì: "Noi non conquistiamo nessuno, non predichiamo un cristianesimo proselitista". Ma, di fatto, premono per moltiplicare nelle parrocchie i loro gruppi (che non devono superare alcune decine di membri). Intendono anche costituire l'unico vero modo per la "salvezza del mondo".

Qui tocchiamo una prospettiva fondamentale del movimento, strettamente collegata a una nebulosa e inammissibile nozione di "salvezza", continuamente e confusamente ripetuta. [...]

Con crassa ignoranza si osa affermare che "con il rinnovamento teologico del Concilio non si è parlato più di dogma della Redenzione, ma di mistero di Pasqua di Gesù", come se questa contraddicesse a quella. E con insistenza, sottolineata perfino da grossolana ironia: "Le idee sacrificali sono entrate nell'Eucaristia per condiscendenza suggerita dal momento storico alla mentalità pagana"; "al posto del Dio giustiziere delle religioni che appena ti muovi ti dà una bastonata in testa, scopriamo il Dio di Gesù Cristo"; "forse che Dio ha bisogno del sangue del suo Figlio per placarsi? Ma che razza di Dio abbiamo fatto? Siamo arrivati a pensare che Dio placava la sua ira nel sacrificio di suo Figlio alla maniera degli dei pagani".

Come ho detto, tutte le verità teologiche fondamentali sono deformate gravemente; e naturalmente anche i sacramenti. Mi limiterò a qualche rilievo su questi, in particolare sulla Confessione e l'Eucaristia.

I neocatecumenali che hanno finito il Cammino hanno
finalmente l'onore della vestina bianca griffata da Kiko:
ora hanno il diplomino kikiano di "fede adulta"

e possono fare la cinquantina kikiana
L’atteggiamento di fondo, in sé lodevolissimo, di voler fare sul serio è continuamente avvelenato dall'incomprensione e dal superficiale e presuntuoso disprezzo per tutto ciò che si è insegnato e fatto finora. Ecco come è trattata, per esempio, dalla Carmen, la classica e profonda distinzione tra attrizione e contrizione: "Si cominciò a dar valore alla contrizione. Fa quasi ridere pensare che è necessaria la sola attrizione se ti vai a confessare e la contrizione se non ti confessi". Ignoranza che irride!

Per la confessione non manca l'affermazione, di facciata, di obbedienza ecclesiale: "Manteniamo la confessione individuale perché si deve conservare e inoltre perché ha il suo valore". Probabilmente ci sarà stato anche al riguardo qualche esplicito richiamo della autorità. Ma è una prassi evidentemente sopportata. Ed è in antitesi comunque a tutto il contestuale insegnamento. La nozione di peccato come violazione della legge morale e ribellione alla volontà divina è rifiutata, essendo "concezione legalistica del peccato, come mancanza a una serie di precetti". [...]

Anche Lutero fece lo stesso per attaccare le verità cattoliche: deformandole.

Quando ebbi le prime notizie sulle riunioni eucaristiche catecumenali pensai che quelle originalità rituali costituissero soltanto delle libertà liturgiche, in parte tollerabili e in parte correggibili. Non avrei mai immaginato che esse avessero invece un retroterra così gravemente eterodosso. Ora capisco anche perché tanta resistenza a richiami autorevoli per conformare i riti alle prescritte norme liturgiche. Tali atteggiamenti di autonomia e difformità, rispetto alle comuni norme e prassi, sono connessi, dottrinalmente e psicologicamente a opposizioni di fondo.

Si pretende addirittura di "scoprire" la vera Eucaristia, giacché avevamo "frainteso e impoverito tutto".

L’Eucaristia non sarebbe che "il memoriale della Pasqua di Gesù, cioè del suo passaggio dalla morte alla vita, dal mondo al Padre, nel quale esultante evento noi esperimentiamo la risurrezione dalla morte", cioè il "nostro proclamato perdono e la nostra salvezza", essendo "il carro di fuoco che viene a trasportarci verso la gloria".

L'essenza della Messa, come sacrificio, è nettamente negata, a modo luterano. [...] E, con presuntuosa ostentazione di superiorità su tutta la teologia e la prassi cattolica, spinta fino all'ironia: "La Chiesa Cattolica divenne ossessionata riguardo alla presenza reale, tanto che, per essa, è tutto presenza reale" (falso: non la ritiene tutto, ma fondamento di tutto); le "discussioni teologiche sull'ossessivo fatto se Cristo è presente nel pane e nel vino, fanno ridere". [...]

Il metodo semplicistico e astuto di questi impreparati e improvvisati maestri per scavalcare ogni seria indagine e discussione teologica è di svalutarla in partenza e sostituirla con categoriche affermazioni. E il metodo per evitare condanne e fratture con i superiori sono la raccomandazione del segreto, la nebulosità di certe espressioni (cortine fumogene) e le affermazioni di ossequio al Magistero inserite qua e là, che hanno tutta l'aria di polvere negli occhi, essendo continuamente contraddette dal contesto.

Ci troviamo, in conclusione, davanti a un penoso e dannosissimo lavaggio del cervello, di tipo fanatizzante, sul piano dottrinale, pratico, liturgico, su gruppi di fedeli, animati, in fondo, da ottime intenzioni, ma illusi e deviati dalla giusta via della sicura ascetica, dell'esempio dei santi, e della ortodossia. [...]

(l'articolo completo è su Effedieffe)

domenica 11 maggio 2014

Guam: i frutti (sempre marci) del Cammino

L'arcidiocesi di Agaña coincide con l'isola di Guam (territorio "non incorporato" degli USA nell'oceano Pacifico): 184.000 abitanti, 157.000 cattolici, 47 sacerdoti in 24 parrocchie (pertanto, con una percentuale così alta di battezzati, non è "terra di missione"). Fin dal 1986 l'arcivescovo è il cappuccino mons. Anthony Sablan Apuron (oggi sessantottenne), assurto all'onore della cronaca solo una volta, nel 2009, per aver paragonato l'attivismo gay al terrorismo islamico.

Mons. Apuron celebra la "messa kika"
L'arcidiocesi di Agaña ha avuto la disgrazia di veder fiorire da trent'anni il Cammino Neocatecumenale (e la situazione è molto peggiorata negli ultimi dieci), che ha invischiato perfino monsignor arcivescovo che al sinodo dei vescovi di ottobre 2005 si spinse fino a elogiare la "comunione seduti" e successivamente, in un'intervista alla radio nel 2006, sminuiva la lettera con le «decisioni del Santo Padre» sulle liturgie del Cammino. A Guam si è giunti al punto che quando un laico non neocatecumenale ha fatto domanda per diventare diacono permanente, gli è stato detto che l'avrebbero presa in considerazione solo se fosse entrato nel Cammino. L'arcivescovo si è persino spinto a calunniare un suo sacerdote e a trovare scuse per togliergli ogni incarico ed escardinarlo (p. Gofigan, sul cui caso ritorneremo nei prossimi giorni), "reo" di essere di ostacolo all'insediamento del Cammino (cioè di esigere che il Cammino celebrasse secondo i libri liturgici). La diocesi ormai è divisa fra neocatecumenali e non-neocatecumenali, in quello che i suoi stessi sacerdoti diocesani ormai chiamano il «regno del terrore».

Contro tale «regno del terrore» nel 2008, durante la visita di alcuni prelati vaticani, i cattolici non legati al Cammino inscenarono una protesta pacifica davanti alla cattedrale con canti e preghiere, senza alcun altro risultato che il venire sgridati da un neocatecumenale che urlò loro: «protestanti!».

Tim Rohr, cattolico, padre di undici figli e operatore immobiliare, tiene un blog intitolato Jungle Watch ("osservatorio sulla giungla") su cui ha inserito le proprie riflessioni sugli abusi liturgici e sugli errori dottrinali del Cammino. Tali riflessioni, prossimamente pubblicate in un libro intitolato Why I'm Catholic ("perché sono cattolico"), «accenderanno l'ira dei kikos», adepti del «novello Mosè dalla barbetta appuntita» che «vuole giudaizzare il cristianesimo».

La fede cattolica è identica in tutto il mondo - ed anche gli errori kikiani-carmeniani sono uguali in tutto il mondo. Perciò non ci stupisce notare che sia a Guam, sia in Italia, le questioni relative al Cammino sono sempre le stesse. Per esempio: fino al 2008 i neocatecumenali facevano la "comunione seduti"; con la pubblicazione dello Statuto del 2008, i neocatecumenali fanno ugualmente la "comunione seduti" ma aggiungono l'alzatina ipocrita e la distinzione ipocrita tra il "ricevere" la Comunione e il "fare" la Comunione (che ovviamente "fanno" ancor oggi a modo loro). Anche Tim ricorda ai kikos il contenuto della lettera del 1° dicembre 2005, pienamente recepita dallo Statuto del Cammino del 2008, oltre che il loro grave abuso del "sequestrare" il Santissimo Sacramento in attesa del segnale di manducazione. Ma anche a Guam i neocatecumenali hanno la risposta preconfezionata da Kiko: «e dunque? nessuno ce l'ha mai proibita!» Per cui Tim spiega:
Beh, questo è il motivo per cui il vescovo di ogni diocesi è incaricato di vegliare sulla liturgia e di assicurarsi che le norme della Santa Sede vengano seguite!

E questo è il motivo per cui abbiamo continuamente implorato l'arcivescovo Apuron di spiegare al gregge a lui affidato se esistano mai altri "permessi" sulla liturgia oltre a quelli indicati nello Statuto del Cammino. Altrimenti lo scandalo e la divisione continueranno a crescere, e di ciò lui ne sarà ultimamente il responsabile.
«Glielo ha detto il Papa»?
Ma se l'arcivescovo stesso si definisce «membro del Cammino», su cosa potrà mai "vegliare"? A Guam i neocatecumenali vanno dicendo che sulla liturgia «noi ubbidiamo a quello che ci dicono i "catechisti", che sono in comunione con Kiko, il quale è in comunione col Papa... i "catechisti" ci dicono che Kiko comanda di fare così perché glielo ha detto il Papa...» Infatti tale menzogna è accompagnata a Guam dal solito motto dei cosiddetti "catechisti": «non fare domande! silenzio! ascolta! ubbidisci!»

Fin dal 1999 sull'isola c'è un seminario kikiano Redemptoris Mater che conta attualmente 28 seminaristi kikiani. I neocatecumenali vanno vantando che tale seminario R.M. non sarebbe costato all'arcivescovo neppure un centesimo. Tim descrive questo processo di auto-canonizzazione illustrando lo slogan neocatecumenale sottinteso: «Oh, guarda! Dio sta facendo questo! Vedete? Dio ama il Cammino Neocatecumenale... Dio ama Kiko».

In realtà quel seminario R.M. occupa gratuitamente un vecchio albergo di proprietà dell'arcidiocesi, costato "milioni" all'arcidiocesi stessa, e che aveva attirato le brame di alti papaveri neocat: il primo a dire che non era costato un centesimo era stato il rettore italiano del R.M., con la solita formuletta rituale kikiana: "avevamo bisogno di un luogo, abbiamo pregato, e Dio ce lo ha fatto avere senza che alla diocesi costasse nulla!". È sempre tutto roseo e tutto magico, quando si tratta di gloriare il Cammino. Anche se la realtà è totalmente diversa.

Ed era sempre merito della propaganda kikiana per cui i fedeli di Guam si erano illusi per dieci anni che i seminaristi del R.M. fossero effettivamente a disposizione della diocesi. Poi li hanno visti partire per le missioni di Kiko. Del resto, la scarsissima qualità di tali presbiteri formati col metodo kikiano è la stessa che conosciamo anche qui: problemi psicologici, scarse conoscenze teologiche, e non sanno celebrare Messa (se non quella di Kiko).

Qualche tempo fa il vicerettore italiano di quel seminario R.M. aveva scritto un articolo per un giornale locale intitolandolo "Un miracolo per Guam". Indovinate di quale miracolo si tratta. Nell'articolo citava il Catechismo della Chiesa Cattolica al numero 1182, dicendo «l'altare... è nel centro della Chiesa». Ha alterato il Catechismo per giustificare il tavolone centrale neocatecumenale! Infatti nel numero 1182 il Catechismo dice: «l'altare... è il centro della Chiesa». Tim ha scritto all'arcivescovo Apuron per segnalare la mistificazione. Ovviamente non ha ottenuto alcun risultato. Solo silenzio. A Guam, come in Italia e in Spagna, i neocatecumenali usano sempre lo stesso formulario contro chi non adora l'idolo Kiko: «tu non ne hai fatto esperienza! tu non riconosci i frutti del Cammino! il Cammino viene criticato da chi non lo conosce! la tua è religiosità naturale!».

Un'altro risultato della neocatecumenalizzazione di quella diocesi è che la formazione al sacerdozio è diventata competenza esclusiva del Cammino. Lo scorso anno un giovane chiese di cominciare la formazione ma in un seminario normale, non kikiano (anche per non perdere gli studi già compiuti). Il vescovo a settembre 2013 gli disse che la diocesi non poteva pagare la retta, e quando il giovane fa sapere che è disposto a pagare tutto di tasca sua, dopo diverse settimane di inspiegabile silenzio finalmente a fine dicembre il cancelliere della Curia diocesana gli risponde che la domanda è stata respinta. Se il giovane intende davvero fare il percorso verso il sacerdozio, dovrà piegarsi: il vescovo vuole che diventi neocatecumenale ed entri nel seminario R.M. Dopotutto quando si tratta di incardinare in diocesi un presbìtero neocat si fa in un istante, mentre dei sacerdoti filippini molto amati e che hanno servito il popolo di Guam per decenni, l'incardinazione possono solo sognarsela.

Tutto il mondo è paese: e il detto vale specialmente per i neocatecumenali. Anche a Guam si assiste alle confessioni pubbliche, al fenomeno dei presbìteri kikiani che spariscono durante la settimana santa perché devono celebrare il triduo alle loro comunità neocat di provenienza, al fenomeno delle veglie pasquali separate e duplicate... Perfino lì si sono accorti che l'agenzia di notizie Zenit è solo una cassa di risonanza delle esternazioni kikiane.

L'aspetto più amaramente comico dell'andazzo dell'arcidiocesi di Agaña è che adesso i capibastone neocatecumenali stanno movimentando i loro "potenti appoggi" poiché vogliono sbarazzarsi dell'arcivescovo Apuron, divenuto assai scomodo nel momento in cui le sue "opere" a favore del Cammino sono diventate note al pubblico, così come è diventato noto che Apuron, «membro del Cammino» (così si definisce lui stesso), è trattato alla pari di tutti i fratelli del Cammino (a dispetto dell'art.1 dello Statuto del Cammino, non ha alcuna autorità sulle comunità neocatecumenali, e prende ordini da chissà quali catequisti).

Il blog Jungle Watch ha ovviamente ispirato un controblog di "disertori", tenuto da un kikos che si firma "Diana" e che accusa Jungle Watch di varie gravissime colpe tra cui perfino quella di usare «lo stile retorico del blog Rorate Caeli». Da tale controblog è partita anche una minaccia alla persona di Tim, accusato di spargere «gossip, sentito dire e superstizioni» contro il Cammino (cosa che a loro dire «danneggia la Chiesa»), invocando la chiusura di Jungle Watch «in un modo o nell'altro». Il minaccioso professore coi baffetti bianchi ha perfino dichiarato «ufficialmente» che non frequenterà più Jungle Watch. E alla fine conclude con Peace ("La pace"). Pare proprio di sentir parlare Pasqualone e i suoi fratelli: tutto il mondo è paese. In Italia come a Guam.