martedì 30 luglio 2013

Le "alzate": vocazioni a Kiko

"Alzate" della GMG 2013: sul palco
Kiko sistema il "crocifisso-sogliola"
a sua immagine e somiglianza
La cerimonia neocatecumenale delle "alzate", spacciata per "incontro vocazionale" (sic!) consiste di tre parti.

Nella prima parte Kiko arringa la folla di giovani suoi seguaci, suggerendo loro la vita consacrata per esempio con le parole: «aspetti forse che tua madre muoia di cancro?» (testuali parole di Kiko Argüello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale).

Il secondo momento è quando i giovani che intendono pubblicamente dare la propria disponibilità a Kiko, si "alzano" e si dirigono al palco attorno a Kiko a raccogliere gli applausi.

La terza fase, terminate le "alzate", è quando Kiko annuncia trionfante i numeri dei giovani che secondo lui si sarebbero "alzati". Sono sempre numeri gonfiati, che oscillano prevedibilmente tra l'1,5% ed il 3% del numero (già gonfiato e arrotondato per eccesso) dei giovani presenti.

Tra gli "alzati", come testimoniato da un giornalista neocatecumenale, vi sono spesso anche «bambini» e persone che «non fanno sul serio»: è infatti importante "far numero", ad uso e consumo dei giornalisti "amici" del Cammino.

La presenza "sponsorizzante" di ecclesiastici sul palco non cambia il fatto che le presunte vocazioni degli "alzati" sono vagliate dai laici del Cammino e in certi casi dal laico Kiko in persona, e dopo un periodo di verifica inviate in strutture neocatecumenali o "assai neocatecumenalizzate". Infatti, nonostante i paroloni di Kiko ("Cristo è uno sposo che non tradisce", e altre citazioni del genere), quel donarsi a Cristo non deve essere al servizio della Sua Chiesa, ma solo al servizio del Cammino, solo dove sarà possibile applicare gli strafalcioni liturgici neocatecumenali e le bislacche elucubrazioni dottrinali kikiste-carmeniste.

Facce ridanciane e molto più
spesso intristite, salgono sul palco
di Kiko a riscuotere applausi
dai loro correligionari
Spesso le "alzate" sono tutt'altro che spontanee: abbiamo notizia di neocatecumenali che chiedevano soldi con la scusa della GMG «per mandare alla GMG quelli che si dovevano 'alzare' davanti a Kiko».

Tutto il frastuono trionfante della cerimonia delle "alzate" è uno spettacolo che serve a convincere le autorità ecclesiastiche (e ancor più i neocatecumenali) che il Cammino sarebbe talmente in crescita da dover meritare più potere e più prestigio all'interno della Chiesa (cfr. quando Kiko ieri sera gridava: "tremila! tremila giovani!" davanti alle telecamere di TV2000, che ha addirittura cambiato il proprio palinsesto per accomodare generosamente la cerimonia kikiana).

La pericolosità di una tale cerimonia, che spettacolarizza le vocazioni neocatecumenali (anziché accompagnarle con discrezione al vaglio della Chiesa), che mette il Cammino al centro di tutto (fidandosi di Kiko anziché della Chiesa) e che addirittura suggella le vocazioni col gesto di "alzarsi" alla chiamata dell'idolo Kiko, è evidente per qualsiasi fedele cattolico.


Da parte di "neocat pentito", una nota sulle "alzate economiche" senza viaggio in Brasile:

Per l'occasione della Gmg ogni (parrocchia) dove è presente il Cn,tutte le comunità,hanno organizzato con maxi schermi la visione delle alzate vocazionali dei giovani presenti a Rio.Mi domando come mai la stessa cosa non è stata organizzata per la veglia con il papa,ma credo che la risposta sia ovvia.Comunque la cosa mi è parsa alquanto nuova,infatti nelle precedenti Gmg questo non si era verificato.Poi ho capito che questo era stato fatto per avere anche alzate vocazionali fuori sede.Durante la trasmissione si sentiva dire che si erano alzati giovani della Lombardia ed altri.Il tutto per fare colpo sulle comunità e sui Vescovi che seguivano la cosa.Chi ha seguito la diretta si è reso conto che certe manifestazioni sono come quelle convention americane dove si crea un ambiente favorevole alla manipolazione delle coscienze.

domenica 21 luglio 2013

Alla GMG ci vanno solo per il sommo Kiko

«Aspetti forse che tua madre muoia di cancro?»: così Kiko introdusse la sua personalissima "chiamata vocazionale" a Montorso, a settembre 2007. Anche in questa GMG ci sarà la solita appendice kikiana con tanto di cerimonia delle "alzate" vocazionali, ed anche stavolta vedrete che il totale ufficiale delle "vocazioni a Kiko" sarà tra l'1,5% e il 3% dei neocatecumenali presenti.

Qui sotto, alcuni commenti a firma Lucy, C., DG, Giacinto, su cos'è veramente la GMG per i neocatecumenali: solo un'occasione per incontrare Kiko.


Ecco il centro assoluto della
"GMG" per i neocatecumenali
E' proprio così, alle GMG si sta per conto nostro, e non si fa niente (catechesi, incontri, ecc.) insieme ai non neocatecumenali.

Facciamo le lodi, l'eucarestia, le catechesi, le esperienze sul pulman .... tutto fra di noi.

Ricordo a Denver, dove partecipai per capire cosa volesse il Signore da me, e dove mi alzai alla chiamata vocazionale, quando fu il mio turno sul pulman, il catechista aprì la bibbia al caso (mio?) e mi uscì: «Non più il sole sarà la tua luce, nel giorno; e non più la luna t’illuminerà col suo chiarore; ma l’Eterno sarà la tua luce perpetua, e il tuo Dio sarà la tua gloria». Il catechista mi disse che il Signore mi chiamava alla clausura... Voi non sapete esattamente cosa succede durante le "alzate", e quanti bigliettini con indirizzi di vari monasteri ti infilano nelle tasche quando si scende da quel palco!

Delle GMG i fratelli pendono solo dalle labbra di Kiko, ma di tutto il resto...non se ne possono fregar di meno.


La GMG (Giornata Mondiale della Gioventù) della Chiesa Cattolica inizierà il 23 luglio 2013.

Anche il Cammino, ovviamente, partecipa. Ma a modo suo.

Innanzitutto tutti gli eventi dal 23 al 25 verranno sistematicamente snobbati (i neocatecumenali partono addirittura dopo).

Nel migliore dei casi vedremo comparire i neocatecumenali a Copacabana la sera del 25 per accogliere Papa Francesco con i loro striscioni "tu eres petrus" e la "Madonna di Kiko", per poi scomparire nuovamente sino alla sera del 27, ricomparendo per la veglia con il Papa e per la messa di domenica ed i soliti striscioni.

Nel frattempo, mentre la GMG della Chiesa Cattolica procede tra incontri, messe e momenti di comunione. I neocatecumenali faranno personali giri in pullmann con i cosiddetti "catechisti" che "illumineranno" la vita dei camminanti con brani dei vangeli presi aprendo a caso una Bibbia di Gerusalemme.

Infine, mentre la GMG della Chiesa Cattolica finisce, quella di Kiko invece continua sino al giorno seguente 28, con il gran finale assieme a Carmen e Padre Mario dell'annuncio del Kerigma e delle "alzate" per i seminari e i conventi.

Sicuramente il 28 Kiko, che è ispirato, ringrazierà Papa Francesco per aver partecipato anche lui agli eventi della GMG Kikiana...

Sfido chiunque a confutare che questo non sia il "programma" della GMG neocatecumenale e contemporaneamente a dire cosa c'entri con quello organizzato dalla Chiesa Cattolica.


Sulle GMG ce ne sarebbero da raccontare un bel po'.

I NC non partecipano mai agli incontri pre-GMG: si presentano alla veglia con il Papa anche un po' scocciati, perchè per loro il clou è l'incontro con il Santone.

Addirittura a una GMG ce ne andammo la mattina prima dell'arrivo del Papa perchè c'era troppa ressa nel nostro settore; mi son sempre chiesto cosa sarebbe successo se la ressa fosse stata all'incontro con Kiko.

I viaggi sono organizzati per far stare i ragazzi il più possibile in pulmann, stordirli con canti e catechesi ed esperienze.

Dall'alto, il "Profeta",
porge da baciare devotamente
la "reliquia" da lui "santificata"...
Le esperienze sono piuttosto tragiche: si è costretti a raccontare fatti molto intimi (nel 99% dei casi le domande riguardano la sfera sessuale) e c'è l'apertura della Bibbia a caso, con relativa interpretazione del catechista di turno. E qui ho sentito le cose più belle: gente che è stata "caldamente invitata" ad "alzarsi" alla chiamata; gente che è stata "caldamente invitata" a sposarsi (e che poi si è separata dopo neanche due anni di matrimonio), gente a cui dei perfetti sconosciuti (perchè i "catechisti" non li conoscevano) hanno detto:"Siete fatti uno per l'altra" che si è lasciata 3 mesi dopo.
Un'altra funziona di questi pellegrinaggi è quella di agenzia matrimoniale NC: molti miei amici andavano alla GMG con l'intento dichiarato di trovare la moglie e molti ce l'hanno trovata.

Un altro cliché della GMG è che tutti all'inizio sono in crisi, non ci volevano andare, salvo poi tornare contentissimi. Nelle sei GMG a cui ho partecipato, non ho mai sentito qualcuno che dicesse di essere arrivato contento e felice, ma tutti dicevano di essere tristi, in crisi, ribellati (tanto per usare un gergo diverso).

Se i "fratelli NC" insistessero a negare, potrei fare nomi, cognomi, comunità, catechisti e pellegrinaggi, tanto per metterli davanti a "fatti concreti".


E' verissimo tutto quanto affermato nell'articolo, lo posso testimoniare direttamente.

«...a loro del Papa
non gliene frega niente!»
Ho partecipato a tre GMG ed ho osservato il comportamento dei gruppi neocatecumenali che erano accanto a me alle veglie. Durante la veglia col Papa parlavano distrattamente tra loro , si distraevano e facevano altro , disturbando tutti. Quando qualcuno glielo faceva notare e chiedeva silenzio , gli rispondevano male sottolineando che a loro del Papa non gliene fregava niente.

Poi, terminata la veglia , si mettevano a suonare e ballare in cerchio le loro nenie ripetitive fino alla nausea e ipnotizzanti; chitarre e tamburelli fino all'alba , senza alcun rispetto per chi desiderava dormire. IL mattino dopo , alla Messa col Papa , loro dormivano tutti e si svegliavano a mezzogiorno, a Messa finita . Per loro la vera GMG è l'incontro con Kiko !

Questa è la sacrosanta verità. Così ho verificato e toccato con mano a Roma 2000, Colonia 2005 e Loreto 2007.

mercoledì 17 luglio 2013

"Guardate i prodigi che si verificano! Questo vuol dire che viene da DIO! ...Se no, sarà distrutto"

 
 
Ormai il titolo di questo post è diventato un "tormentone".
Soprattutto quando si analizzano i fatti degli ultimi 50 anni, riguardo la famosa "pentecoste" rinnovata nella Chiesa di Cristo. Ci sarebbero "prodigi" di ogni genere, da quando il "laicato" Cattolico, prima evidentemente inesistente e dormiente, si sarebbe "svegliato"! Portando frutti di ogni tipo: conversioni, guarigioni, risvegli di fede, "incontri con Cristo", ecc, ecc ,ecc.
Questo motivo retorico è diventato anche il "fondamento" della indiscutibilità di qualsiasi fatto interno alla Chiesa Cattolica! La "prassi" di questi ultimi 50 anni ha decretato infatti un altro dogma: l'indiscutibilità, e quindi la conseguente "infallibilità" di elementi e fatti dichiarati variamente "prodigiosi". Il "prodigio" è dichiarato di per sé "infallibile", e di per sé criterio di "bontà indiscutibile" di ciò da cui esso è scaturito...
 
Nel "Discernimento" (ma si fa ancora?) si è fatto strada un duplice criterio: la Gerarchia e il "prodigio". Ovvero: se un fatto è "approvato", anche tacitamente, dalla Gerarchia e se è "prodigioso" (ma le due cose non sono legate: basta anche che sia solo "prodigioso"), vuol dire che viene da Dio! Punto e basta. Non si discute più! Non esiste nessun margine di discussione, perché la risposta a chi mette in discussione questo presunto fatto è sempre e indiscutibilmente questa: sei senza Fede, sei insubordinato, sei superbo, in ultima analisi NON SEI CATTOLICO.
 
Il che fa anche "divertire", perché tra i vari GIUDIZI pronunciati in questo senso da chi "difende il prodigio" , tutti inerenti il foro intimo, c'è anche quello rivolto a chi "critica"  che non avrebbe "Carità" (a prescindere dalla Critica!), ma ce l'avrebbe, invece, chi emette questi Giudizi intimi!!! La cosa ha davvero dello spassoso, se non fosse grave.
Ebbene: si è quindi imposto "de facto", per prassi, un nuovo dogma. Ovvero che la prassi è dogma. Questo "nuovo dogma" non è stato pronunciato da nessuno. Nessun magistero lo proclama, ma anzi fa il contrario! Il Magistero insegna che la Gerarchia è infallibile solo in determinati e ristretti casi. Solo se confermata dal Pontefice che DA SOLO può pronunciare sentenze infallibili, in determinate e ristrette condizioni. E solo in materia di Fede e Morale. Dunque, tutto ciò che esce da questo ambito, compresa la determinazione di fatti "prodigiosi" o l'approvazione degli stessi (ne è piena la storia della Chiesa!), è sempre in possibile "esame". I Padri Santi della Chiesa ne fanno continua menzione, come lo stesso Magistero perenne e immutabile. Ma su cosa si basa questa esegesi? Forse sulle personali "interpretazioni" dei Padri della Chiesa? NO! Si basa sulla Tradizione, ovvero sulla Parola di Dio tramandata e scritta. Cito:
 
 
"Ciò che è esplicito nella frase: Non credete ad ogni spirito, ma sperimentate lo spirito che viene da Dio , è detto in forma figurata nell'altra: Astieniti dall'acqua straniera e non bere da una sorgente non tua . E ciò che è esplicito in quella: La carità di Dio è diffusa nei vostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che vi è stato dato , è detto in forma figurata in: La sorgente della tua acqua sia di tua proprietà e nessun estraneo vi partecipi con te . Molti doni di Dio, infatti, possono averli anche gli estranei. Non solo i doni che abbiamo in comune con le pietre e con le piante, come l'esistere e il vegetare; né solo quelli che abbiamo in comune con gli animali, come respirare e sentire, ma anche i doni più grandi, quelli propri degli uomini, come la ragione, la parola, le innumerevoli arti utili e molti altri. Dei doni stessi che ci sono stati dati per la casa di Dio, alcuni li hanno anche gli estranei, coloro cioè che non possederanno il regno di Dio e ai quali alla fine: Non vi conosco , sarà detto quand'anche dicessero: Nel tuo nome abbiamo profetizzato e abbiamo fatto molti prodigi . ")
 
I Doni di Dio, dunque, non sono il criterio per determinare la Verità e l'Ecclesialità di un fatto. Lo è la Carità di Cristo! Lo è l'aderenza, dunque, alla Verità, alla Fede (questo si che è DOGMA!). Carità e Verità non sono due elementi scindibili. Invece oggi, per prassi, la Carità (quale?) sarebbe un elemento a sè stante ed "unico", davanti al quale ogni altro elemento è AZZERATO. Fosse anche la Fede, la Dottrina della Fede, la Verità (quale più grande "Carità" dei "prodigi"?).
 
Dietro questa "Interpretazione pragmatica" c'è un'altra Eresia: quella che non fa Procedere la Carità dalla Verità. C'è una Eresia anti-Trinitaria, in ultimo. L'Eresia che non fa procedere lo Spirito Santo Paraclito dal Padre E DAL FIGLIO. Infatti lo "Spirito Santo Paraclito-Carità", procede anche dal "Figlio-Verità". Il Padre, infatti, lo manda ATTRAVERSO IL FIGLIO e SEMPRE attraverso il Figlio. Il Figlio lo Manda dal Padre. Il Padre e il Figlio SONO UNA COSA SOLA. Lo Spirito Santo procede da ambedue non come una "doppia origine" ma come un'unica origine! Dal Padre, Attraverso il Figlio, procede lo Spirito Santo. La Carità PROCEDE dalla Verità, dunque la Carità è la CARITA' DI CRISTO-VERITA'! Non un generico "amore".
 
Così, in questi "Ultimi tempi" dove i cosiddetti "segni dei tempi" sono letti continuamente, anche a sproposito, ovunque e sempre con "ottimismo", il discernimento è stato addormentato dal "prodigio" e dal "gerarchismo" che paradossalmente non esercita il suo "Potere" dove dovrebbe, ma lo fa dove non dovrebbe.
 
I fedeli sono messi a tacere dal "prodigio". Dalle "moltitudini che stanno davanti al Pastore", festanti perché sono state "miracolate".
Questo è un inganno incredibile. Perché se è vero che ciò che non viene da Dio sarà "distrutto", non è vero che per questo motivo il discernimento deve essere AZZERATO. Dio si avvale di STRUMENTI. Non vuole che si faccia silenzio su ciò che non viene da Lui. Tanto è vero che chiede di VEGLIARE davanti ai falsi cristi e ai falsi profeti. Come si fa a vegliare...se si dorme?


sabato 13 luglio 2013

Eresia: attaccamento alle proprie false idee, che nasce dalla superbia o dalla cupidigia

«In molti punti gli eretici sono con la Chiesa, in qualche altro no; ma, a causa di questi pochi punti in cui si separano dalla Chiesa, non serve loro a nulla di essere con Essa in tutto il resto»
(sant'Agostino, Psal. 54, n. 19; PL 36, 641)
Inorridita, si tappa le orecchie


«E così essi operano scientemente e volentemente; sì perché è loro regola che l’autorità debba essere spinta, non rovesciata; si perché hanno bisogno di non uscire dalla cerchia della Chiesa per poter cangiare a poco a poco la coscienza collettiva».
(san Pio X, enciclica Pascendi Dominici gregis, II)
Per poter cambiare a poco a poco la coscienza collettiva...


«L'Apostolo insegna: "L'uomo eretico, dopo una o due ammonizioni, evitalo, sapendo che un uomo siffatto è perduto".
[...]
Scrive infatti S. Girolamo: "La carne marcita deve essere tagliata, e la pecora rognosa va allontanata dal gregge, affinché non arda, non si corrompa, non imputridisca, e non muoia tutto: casa, pasta, corpo e gregge. Ario in Alessandria era una scintilla: ma poiché non fu subito soffocato, le sue fiamme hanno devastato tutto il mondo"».
(san Tommaso d’Aquino, Summa Theologica, IIª-IIae, q. 11, art. 3)
Kiko all'ambone, con crocifero e candelieri


«Gli ariani, i montanisti, i novaziani, i quartadecumani, gli eutichiani, non avevano certamente abbandonata in tutto la dottrina cattolica, ma solo in qualche parte: e tuttavia chi ignora che essi sono stati dichiarati eretici ed espulsi dal seno della Chiesa? Allo stesso modo vennero in seguito condannati quanti furono in vari tempi promotori di perverse dottrine. "Niente vi può essere di più pericoloso di questi eretici, i quali, mentre percorrono il tutto (della dottrina) senza errori, con una sola parola, come con una stilla di veleno, infettano la pura e schietta fede della divina e poi apostolica tradizione". Tale appunto fu sempre il modo di comportarsi della Chiesa, e ciò anche per l’unanime giudizio dei santi padri, i quali ebbero sempre in conto di scomunicati ed eretici tutti coloro, che anche per poco si allontanarono dalla dottrina proposta dal legittimo magistero. Epifanio, Agostino, Teodoreto ci diedero un lungo catalogo delle eresie dei loro tempi. Agostino poi osserva che errori d’ogni specie possono pullulare; e se qualcuno aderisce ad uno solo di essi, per questo si separa dall’unità cattolica: "Chi crede a queste cose (cioè le eresie indicate), per ciò stesso non deve credersi o dirsi di essere cristiano cattolico. Vi possono essere e formarsi anche altre eresie, che non sono ricordate in questa nostra opera; se uno aderisse a qualcuna di esse, non sarebbe cristiano cattolico".
E il beato Paolo nella Lettera agli Efesini insiste sul modo di tutelare l’unità, di cui parliamo, come fu stabilito per divino volere. Egli dapprima ci esorta a conservare con grande cura la concordia degli animi: "Studiatevi di conservare l’unità dello spirito mediante il vincolo della pace" (Ef 4,3ss); e, poiché gli animi non possono essere per la carità in tutto concordi, quando gli intelletti non consentano nella fede, vuole che in tutti vi sia una sola fede: "Un solo Signore, una sola fede"; e così perfettamente una, che rimuova ogni pericolo di errare: "Allora non saremo più fanciulli sbalzati e portati qua e là da ogni vento di dottrina, tra i raggiri degli uomini e la scaltrezza a inoculare l’errore". E questo, egli dice, si deve osservare non per qualche tempo, ma "finché tutti insieme non giungiamo all’unità della fede ... alla misura della piena statura di Cristo"».
(papa Leone XIII, enciclica Satis cognitum, 29 giugno 1896)
Comunione "a braccia conserte":
gesto di sfida e di ribellione


«Il fine prossimo dell'eresia è l'attaccamento alle proprie false idee: e di qui essa riceve la sua specie. Ma dal fine remoto risulta quale è la sua causa: essa cioè nasce dalla superbia o dalla cupidigia. 
Come eresia viene da scegliere, così sètta viene da sectari (seguire), secondo la spiegazione di S. Isidoro. Perciò eresia e sètta sono la stessa cosa».
(san Tommaso d’Aquino, Summa Theologica, IIª-IIae, q. 11, art. 1)
«Noi portiamo avanti una catechesi basata sulla Pasqua ebrea,
con il pane azzimo a significare la schiavitù e l’uscita dall’Egitto
e la coppa del vino a significare la Terra promessa...»


«Liberissimi i modernisti di trasformare i dogmi secondo le loro idee. Anch 'io uso di questa libertà. Soltanto io ho coscienza, facendo questo, di essere fuori della Chiesa, anzi fuori di ogni religione; laddove i modernisti si ostinano a professarsi non solo religiosi, ma cattolici»
(Benedetto Croce, articolo su Il Giornale d'Italia del 15 ottobre 1907)
Trasformare i dogmi della Chiesa secondo le proprie idee


«Fonte ispiratrice del vasto fenomeno è un testo inedito che raccoglie un corso di istruzioni, per “catechisti” tenuto nel febbraio 1972, da Kiko Argϋello e da Carmen Hernandez a Madrid. Forma un volume dattiloscritto di 373 pagine. Esso, fotocopiato, circola come testo formativo dei nuovi apostoli. Non può dirsi ufficiale solo perché riservato, non perché non esprima idee e convinzioni degli autori. Finora non è stato mai modificato o ritrattato; e nessuno, dal giugno 1990 ad oggi, ha
protestato per obbligarmi a rettificare in tutto o in parte il mio giudizio critico.
Ripetutamente esaminato dagli anni '80 in poi, risulta che, tra alcuni elementi positivi, il testo ne contiene numerosi gravemente negativi, perché inconciliabili con fondamentali verità del Cristianesimo proposte dal solenne magistero della Chiesa.
[...]
Kiko e Carmen possono respingere l'accusa di "eresia" soltanto se disposti a fare una pubblica professione di fede contraria agli errori che sono stati loro attribuiti. In conclusione, penso di poter sostenere ancora l'accusa di eresia contro i Neocatecumenali che hanno capito e accettato il contenuto dottrinale del documento; per cui la loro influenza nella Chiesa costituisce una seria minaccia per l'ortodossia cattolica. La buona fede, se può salvarli, non dispensa però nessuno dal dovere di smascherare i loro errori».
(padre Enrico Zoffoli, Eresie del movimento Neocatecumenale, ediz. Segno, 1991).
Basterebbe una pubblica e dettagliata professione di fede
contraria a tutte le eresie che sono state documentate
per spazzare via ogni accusa e ogni ambiguità


«Lo Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche, sedotti dall'ipocrisia di impostori già bollati a fuoco nella loro coscienza...»
(1Tm 4,1s)

Centinaia di vescovi radunati ad ascoltare
Kiko che se la canta e se la suona

Fate largo! Arrivano i neocatecumenali!

martedì 9 luglio 2013

Esegesi sbagliate di Kiko: il sicomoro

Quando qualcuno parla del "lavoro che il Cammino sta facendo..." intende in realtà l'insegnamento di eresie e sciocchezze. Il vero centro del Cammino non è Gesù Risorto bensì una reinterpretazione di Gesù in chiave neocatecumenale.

Esempio: vediamo questa "esegesi" di Kiko Argüello proclamata a Sydney nel 2008:
Baciando la santa "reliquia"
che ti porge il santo "profeta"...
Coraggio: a molti giovani oggi Cristo dirà: “Scendi, scendi subito, dalla tua vita, dal tuo sicomoro. Scendi! Scendi! Scendi, perché conviene che io entri in te”... vuole dire: per il piano che Dio ha di evangelizzazione e di salvezza del mondo, è necessario che Cristo entri in casa tua. Conviene, è conveniente per il mondo intero... Anche oggi dirà: “Scendi, dal tuo albero, dalle tue cose, dal tuo montare sopra gli altri, perché sei piccolo e non accetti la tua piccolezza: di statura, di carattere, di soldi, di quello che sia… D’intelligenza… Scendi perché vado ad abitare in casa tua. E la risposta di Zaccheo sapete qual è? Quando Cristo entra in casa sua, il Vangelo dice Zaccheo si alzò, si mise in piedi. Anche noi oggi diremo: “Che si mettano in piedi quelli che dicano con Zaccheo: Signore, la metà dei miei beni la do ai poveri; lascio la metà della mia vita e con l’altra metà me ne vado con te, me ne vado a un seminario”. Guardate che è importantissimo; Dio ha voluto che aprissimo 70 seminari, ma è impossibile portarli avanti se non ci fossero vocazioni; morirebbero...”
Ecco il risultato di queste catechesi: un neocatecumenale che ascolta Kiko poi corre qui a dirci: "Zaccheo non era sull’albero solo fisicamente, ma anche moralmente: nella sua disonestà si era isolato da Dio e anche dagli uomini...".

Allora sbaglia l'Evangelista a scrivere che Zaccheo corse e, per poter vedere Gesù, salì sopra un sicomoro? Avrebbe dovuto scrivere che Zaccheo stava sul sicomoro perché si era "isolato" da Dio e dagli uomini? E se si era "isolato sull'albero" da Dio, perché voleva vedere Gesù, allora?

Per difendere queste baggianate kikiane, i neocatecumenali vanno cianciando che Zaccheo si sarebbe "isolato" sul sicomoro.

Ridicolo. Ma come si fa a utilizzare così i Vangeli? Kiko cercava un alter ego del giovane ricco disponibile a dare tutto, e l'ha trovato in Zaccheo, che aveva dato la metà? Ma che c'entra, Zaccheo con i seminari?

C'entra, c'entra: aveva i soldi, Zaccheo è come il miliardario figliol prodigo... :-)

Chiamatelo Dinero, questo spagnolo: dovunque vede un personaggio col malloppo fa una catechesi. Infatti, sentite cosa dice fin dal 1972 Kiko negli Orientamenti per il primo scrutinio:
"Quando una comunità non vi ascolta, quando la catechesi rimbalza, sapete già dove sta il pasticcio: la comunità è attaccata ai soldi e non si vuole convertire. Se ti ascoltano si convertono e se si convertono devono mollare il malloppo".

Ora la catechesi di Kiko nemmeno comincia e già la lettura è deprecabile: «Coraggio: a molti giovani oggi Cristo dirà: “Scendi, scendi subito, dalla tua vita, dal tuo sicomoro. Scendi! Scendi! Scendi, perché conviene che io entri in te”...»

Dove si può trovare nel cristianesimo, oltre che in Kiko, quest'invenzione simbolica secondo la quale il sicomoro rappresenta la vita fino a quel momento negativa di Zaccheo, e quindi è un simbolo negativo?

Sul piano della lettera, l'albero svolge un ruolo positivo perché è grazie a esso che Zaccheo, arrampicandosi, riesce a vedere Cristo nonostante la sua statura bassa (la statura fisica, non le altre invenzioni di Arguello).

Sul piano del simbolo, il sicomoro (deriva dal greco fico-mora) è una specie di fico. E il fico, eccetto quando sterile, è un simbolo positivo, è il simbolo biblico di Israele. Sotto i fichi, peraltro, essendo essi piante ombrose, si leggevano le Sacre Scritture (vedi episodio di Natanaele in Giovanni). In Zaccheo, allora, si può leggere uno sforzo di "vedere" Gesù oltre la cecità scritturale dei farisei.

Insegnamento del kikismo-carmenismo
in un seminario kikiano R.M.
"Ero un pastore e raccoglitore di sicomori / Il Signore mi prese di dietro al bestiame..." disse il profeta Amos. Il sicomoro, poi, per la lavorazione necessaria al raccolto - il frutto va purificato - è considerato simbolo di conversione. Per l'episodio di Zaccheo, è diventato simbolo di elevazione e di redenzione, altro che di vita negativa dalla quale "scendere"!

Tu neocatecumenale hai tutto il diritto di ritenere che il "dare le catechesi del Cammino" è stato per te una cosa importante, lascia però agli altri il diritto di affermare - motivandolo - che quelle "catechesi" sono invenzioni che stravolgono il senso dei Vangeli, il simbolismo in primo luogo, perché Kiko lo muta a proprio uso e consumo.

(nota: il sicomoro è legato alla vita, sì, ma soltanto nell'esoterismo egiziano, dove è ritenuto l'albero della Vita. Come al solito, come nell'occhio di Guénon della discussa icona kikiana).


Sant'Agostino, sull'episodio di Zaccheo (Discorso 174), paragonò il sicomoro alla croce (giustamente, considerato che sono entrambi mezzi di "elevazione"):
"Dite pure quello che volete; noi possiamo salire sul sicomoro e vedere Gesù. Voi non potete vedere Gesù appunto perché vi vergognate di salire sul sicomoro. Si aggrappi Zaccheo al sicomoro, salga umile la croce.
E cosa disse invece Kiko a Sydney? Esattamente l'opposto:
"Ah, se io potessi donarmi come Cristo, salire non sul sicomoro, ma sulla croce di Cristo!"
Mi viene un sospetto, a volte: ma Kiko queste cose le pensa in autonomia o gli sono "ispirate" da qualche diavoletto? A proposito di Padri della Chiesa (quelli veri) il vostro fondatore spagnolo dice sempre tutto il contrario della Tradizione. A volte veramente m'impressiona, faccio sul serio, sin da quando capovolse la croce.


Ma come si fa a riferire una cosa del genere, che conferma l'idiozia dell'incipit? "Io non so quanti di voi qua siete sul vostro sicomoro, innamorati dei soldi, attaccati al denaro e al mondo"

Il sicomoro (σῦκον μόρον, fico mora) consente a Zaccheo di ovviare alla sua "bassa statura", è simbolo di elevazione, non di attaccamento al denaro.

Questo pittore spagnolo ricerca le pericopi dove poter leggere, a suo uso e consumo, un sinonimo del vocabolo "malloppo". E ha un "carisma" unico: quello di riuscire a ribaltare la destra con la sinistra, il bianco con il nero, di rovesciare la Croce, di far diventare simbolo del peccato il fango/creta della Creazione, di ribaltare perfino l'olio delle vergini sagge secondo l'arcano di San Cirillo di Gerusalemme, la pietruzza di sale....

Tutto cià è dia-ballein, dal mio punto di vista di studioso del syn-ballein cristiano.


Una catechesi omiletica può anche allontanarsi di parecchio dai sensi scritturali (letterale, allegorico, mistico), non è questo il problema. Dante - che ne capiva di sensi scritturali - spiegò che il senso morale tocca al lettore "appostarlo". Quante prediche ascoltiamo che, addirittura, hanno poco o niente a spartire con il Vangelo del giorno? Il mio parroco, nel 50% dei casi, parte dal Vangelo del giorno per finire con gli anatemi alle discoteche.

Il problema è che Kiko, costantemente, si allontana dai testi operando un'inversione dei significati dei simboli cristiani (così come ci sono stati consegnati dalla tradizione esegetica), simboli che sono vere e proprie "ierofanie", nel senso che mostrano una realtà sacra, una "rivelazione" dietro forme apparentemente profane. Da questo punto di vista Argüello va considerato un "eretico" consapevole, perché da artista qual è non può ignorare che i simboli cristiani sono segni delle realtà trascendenti, segni che lui non dovrebbe stravolgere, invertire, come fa in ogni suo campo d'intervento.

La pratica, oramai, nelle icone e nelle catechesi è evidente: dalla benedizione con la mano sinistra al fango, dalle vergini al fico da tagliare fino a al sicomoro.

Ringraziando il Cielo, i simboli cristiani, nella perfezione dei Vangeli, essendo vere e proprie 'rivelazioni' (il sicomoro come figura dell'elevazione, per esempio) possiedono una straordinaria virtù: quando li si stravolge fanno diventare contraddittoria, incoerente o aporetica la lettura. Come la catechesi di Sydney, come il miracolo del cieco nato secondo Kiko.

La domanda è: ti rendi conto, Jp, che se il sicomoro diventa figura dell'attaccamento al denaro e al mondo, il racconto di Zaccheo si riempie di contraddizioni, che non esistono nelle letture di san Basilio Magno e di sant'Agostino?

(per questa pagina ringraziamo Lino)

sabato 6 luglio 2013

Il giovane «paganaccio» continuava ad andare a Messa...

Proseguiamo la discussione con due testimonianze in risposta a chi chiedeva: a cosa è stato dovuto il tuo distacco dai tuoi amici?

Il Cammino Neocatecumenale "cambia la vita" delle persone: in peggio. Le testimonianze che seguono dimostrano che le migliori e più oneste intenzioni soffocano di fronte alla "realtà" del Cammino, che in modo subdolo e viscido porta i singoli a tagliare tutti i ponti con ciò che non riguarda strettamente la comunità neocat.


Cantando un canto kikiano...
Nel mio piccolo cercherò di soddisfare la tua curiosità.

Io sono stato 7 anni nel cammino e in questi 7 anni non mi sono perso mai una convivenza, un passaggio, dare catechesi, incontri con i fondatori,

Ora tu dici: ''Posso chiederti a cosa è stato dovuto il tuo distacco dai tuoi amici''?

Deduco che non sei un "catechista", perchè se tu lo fossi non porresti questa domanda.

I cosiddetti "catechisti" durante il periodo di evangelizzazione non hanno nemmeno un minuto a settimana a loro disposizione, il lunedì prepari la catechesi che devi dare il martedì, il mercoledì vai in comunità per la parola, il giovedì prepari la catechesi che dai il venerdì, il sabato vai in comunità per l'eucarestia, se sei cantore devi preparare i canti per il mercoledì e per il sabato, la domenica hai la convivenza con la tua comunità o con quelle che hai evangelizzato, durante queste settimane gli amici ti chiamano per uscire e tu non puoi perchè impegnato, durante la settimane i parenti ti chiamano per il compleanno del nipotino, della mamma, del papà, specialmente il sabato, e tu non puoi, il cinema te lo scordi, gli amici ti chiamano per una pizza, una serata al pub e tu non puoi, arrivi al punto che i tuoi amici e tuoi parenti accettano la tua scelta e non ti cercano più. Rimani solo.

Solo quando ti si accende la lampadina e vedi che qualcosa non funziona nel cammino e cerchi una spiegazione un confronto di idee un discernimento, vieni subito messo al bando, nel cammino è vietato pensare cose diverse del cammino, non puoi avere una tua coscienza, devi fidarti ed andare avanti,(altro non è che devi stare zitto e andare avanti) non puoi confutare, in poche parole non sei un UOMO LIBERO. Per riacquistare questa libertà, potresti dire ai tuoi "catechisti": «Guardate che io ci sono, ho una mia personalità una mia coscienza,un mio cervello... Una mia chiamata, che non è quella che vorreste voi che accrescerebbe solo il vostro ego»: ma così entri in conflitto con loro (bada: dico con loro e non con Dio).

Nel mio caso non hanno voluto dialogare, già sapevano che non avrei fatto la loro volontà e con una semplice telefonata mi hanno messo a riposo.

Io ero innamorato del cammino che mi stava facendo conoscere Gesù, e loro mi hanno negato questo, la mia comunità che tanto amavo e mi amava di punto in bianco mi ha rinnegato sotto pressione dei catechisti, sono rimasto solo senza fratelli di comunità, nessuno mi ha telefonato nessuno mi ha cercato neanche il parroco che avrebbe dovuto lasciare le 99 pecore e andare in soccorso della pecorella smarrita, mi ha abbandonato, abitavo a 500 metri dalla parrocchia, eravamo amici di vecchia data... "facile a dirsi, difficile a farsi"...

Caro Jeff dare 7 anni della propria vita totale (oltre tutto, in quanto responsabile, dovevo andare a far visita ai fratelli in crisi e portar loro una parola di conforto per ricondurli nel cammino ed era moooolto pesante!) a questo movimento, ti porta a tagliare tutti i ponti con tutte le altre realtà della tua vita, fai intorno a te terra bruciata.

Ci sono voluti altri otto anni per non sentirmi più un Kikodipendente per tornare libero, libero di amare chi mi pare, libero di condividere qualsiasi altra esperienza con i miei amici con i miei cari con tutti quelli che mi vogliono bene senza la legge del contraccambio e, il ticchettio dell'orologio neocatecumenale che scandiva la mia vita.
Salve


Kiko ha un grande progetto per te:
battimani, girotondi e... decime!
Sono entrato in comunità a 13 anni. Ero un ragazzino molto insicuro, e trovai un po' di sicurezza nel cammino.

Non ricordo bene come, ma cominciai subito a sentirmi diverso dai miei coetanei. Io avevo cominciato un percorso da cattolico adulto, cosa potevo spartire con dei ragazzini che non andavano a messa, o che erano solo cristiani della domenica?

Così da un giorno all'altro smisi di sentire e vedere questi amici. Per anni ho avuto incubi in cui il senso di colpa prendeva il sopravvento. Sogni in cui questi amici mi accusavano di averli abbandonati.

Così cominciai le scuole superiori nella solitudine assoluta. Avevo solo la comunità come supporto, ma allora eravamo pochissimi ragazzi, e non avevo amici con cui passare del tempo. In seguito considerai una fortuna avere la comunità: era l'unico luogo per spezzare dalla mia solitudine, anche se solo un paio di volte a settimana.

Passarono gli anni, crebbi e mi ero fatto nuovi amici al liceo. Qualcuno era un "cristiano della domenica", qualcuno non si curava di Dio o ce l'aveva con la Chiesa. Io mi sentivo comunque sempre in dovere di spiegare che stavo in comunità, di invitare gli amici alle catechesi ecc. Se ricevevo un rifiuto, sentivo come se un muro si frapponesse fra noi. Come potevo aderire al 100% al cammino ("Dio ha un grande progetto per te!"), e contemporaneamente frequentare persone "tiepide" rispetto al CN?

Rimasi comunque loro amico, ma dovetti allontanarmi un po' dalla comunità. Infatti per mantenere dei rapporti di amicizia, specialmente da ragazzi, è necessario (e piacevole!) uscire insieme, ad esempio il sabato sera. Allora saltavo la comunità. Attenzione però, perché io continuavo ad andare a messa la domenica. Tuttavia il prete e il "catechista", e anche i fratelli, mi facevano sentire in colpa. Mi chiamavano "paganaccio" (col sorriso sulle labbra).

E' vero che frequentavo persone che non andavano in Chiesa, ma erano bravi ragazzi, e non facevamo niente di male. Andavamo al cinema, al pub, in pizzeria. Nessuno si drogava, nessuno fumava (neppure sigarette!), né si andava in discoteca a cercare rapporti sessuali facili.

La mia vita era giunta a un bivio. Ero al 5° anno delle superiori. La mia comunità aveva subito alcune fusioni, ed eravamo diventati molti ragazzi. In pratica avevo due gruppi di amici: quelli di scuola e quelli di comunità. Io prediligevo quelli di scuola, nel senso che, come ho detto, preferivo uscire il sabato sera con loro piuttosto che andare in comunità e andare in giro con gli amici della comunità. Però come ho detto il prete e i fratelli mi facevano sentire in colpa.

Accadde poi un fatto che mi depresse alquanto. Una ragazza con cui stavo da alcuni mesi mi lasciò senza motivo apparente. Ci rimasi molto male. I miei amici mi stettero accanto, sia quelli di scuola che quelli di comunità. Trovai però più conforto nella comunità. Mi dissi che era giunto il momento di prendere più seriamente la comunità. Avevo capito che solo nella comunità potevo trovare la salvezza. Fu così che cominciò un periodo della mia vita (gli anni dell'università) in cui mi sono dedicato al 100% alla comunità (non saltavo quasi mai la parola, l'eucarestia, mai saltata una convivenza, ho fatto tutte le convivenze di inizio corso con Paolo Cometto, anche il centro vocazionale, i pellegrinaggi...). Se veramente Dio mi aveva chiamato a stare in comunità, se mi aveva chiamato a compiere una grande missione nel Cammino Neocatecumenale, tutto ciò che non è il CN appariva superfluo.

Gli amici a cui tanto tenevo, in realtà erano solo affettività che avrebbero potuto distogliermi dal seguire il CN. Il sabato sera non dovevo più uscire con loro, perché era vitale andare in comunità. Solo nella comunità traevo la mia forza e la mia vita, non dovevo sovrapporre nient'altro a essa.

I fratelli della comunità dovevano essere i miei migliori amici. Infatti erano i fratelli che Dio mi aveva dato. Erano più che amici, erano fratelli!

Non solo mi allontanai dagli amici di scuola, ma anche mi sembrava inutile stringere nuove amicizie con quelli dell'università. A che pro? Se l'avessi fatto per altro, mi sarei sentito in obbligo di portarli nel CN, cosa che cmq mi ha sempre dato fastidio.

Quelli di scuola sono quelli con cui vorrei ricucire, ma mi sembra assai difficile. In particolare con due di loro mi sento in gran colpa. Entrambi ce l'hanno con la Chiesa. Uno di loro era anche un praticante. Cercavano da me delle risposte, era chiaro. Ma io non seppi dargliene. L'unica cosa che feci fu portarli alle catechesi. Ne uscirono sconvolti da quel pazzo del mio "catechista" che urlava.

Avrei dovuto parlar loro di Dio, della fede, della preghiera. Invece mi veniva da parlare solo del cammino.

Scusate se sono stato prolisso...

Sebastian

mercoledì 3 luglio 2013

Ancora sull'arroganza dei cosiddetti "catechisti" del Cammino

Non finiscono mai le testimonianze sui cosiddetti "catechisti" del Cammino Neocatecumenale, i quali da sempre si distinguono per «l'orgoglio e l'arroganza» e le loro assurde imposizioni, fino a invadere lo spazio dei tuoi stessi sentimenti.

Testimonianza di Rosy:
Ho conosciuto il CN grazie alle stranezze di un vice parroco giunto in aiuto nella mia parrocchia, stranezze che molto spesso erano argomenti di contrasto tra noi, mentre un vero pastore mi avrebbe dato delle valide spiegazioni da lui venivo sempre liquidata con parole spesso offensive ed arroganti. Parlare dei dettagli rischierei di essere identificata, sono certa che conosce questo blog perché io stessa gliene parlai. Il sacerdote in questione inizialmente non mi ha mai parlato esplicitamente del Cammino, riteneva che dichiarare l'appartenenza ad esso creava dei preconcetti, fui io da sola, indagando scoprii la verità, mentre insisteva a farmi entrare nella comunità di un'altra parrocchia a poche centinaia di metri dalla mia, ero così ignorante sull'argomento che pensavo alla unica comunità parrocchiale. Quindi non sono una fuoriuscita, perché non ci sono mai entrata e non avrei alcun interesse a vendicarmi per un'esperienza mai fatta.

Ma da quando ho scoperto il CN mi sono tornate in mente tanti atteggiamenti, racconti, o anche semplici frase ascoltate da amici parenti e conoscenti, ai quali non avevo prestato attenzione, ma che ora messe tutte insieme corrispondono alle tantissime testimonianze che leggo qui.

Penso che chi viene in questo blog a scrivere volgarità o a denunciare racconti inventati, e calunnie contro il CN, ha perso il suo tempo, al contrario ci fa scoprire, inoltre, che nel Cammino si insegna anche l'arroganza, la menzogna, ed il delirio tipico dell'appartenenza ad una vera e propria setta. Tutti i movimenti vengo criticati per qualche ragione, ma le reazioni dei camminanti spesso sono una vera vergogna per la "fede adulta" che credono di aver acquisito o dimostrare.

Restando nell'argomento, una conoscente cinquantenne non sposata, infermiera lo scorso anno è uscita dal Cammino per aiutare la famiglia della sorella, perché il marito non lavorava più per ragioni di salute e due ragazzi adolescenti da portare avanti, mi specificò che non poteva sostenere se stessa, la comunità e la sorella: lei scelse i suoi nipoti. Non entrammo nei particolari, ma mi lasciò con una raccomandazione, scappa più che puoi se qualcuno vuole trascinarti nel CN.

Il Cammino non ha dei cattivi principi, li ha PESSIMI e chi premia Kiko e compagna, dovrebbe prima fare qualche anno di catechesi, balletti intorno alla mensa ebraica, qualche passaggio, un paio di tappe promozioni e soprattutto subire per un po l'ingerenza dei catechisti, e poi si che potrebbe scrivere belle parole, sul contributo che quest'uomo sta dando alla Chiesa, sempre ché quella persona resti nella Chiesa e non finisca nel delirio nc. Ma si sa che per la maggior parte, i premi e le onorificenze vengono pilotate.

Testimonianza di Sebastian:
A me capita di pensare ai tanti amici che ho fatto soffrire col mio distacco inspiegato... Vorrei poter riparare, ma ormai è troppo tardi. Cosa gli dico, scusa sono stato in una setta per 10 anni. Torniamo amici come prima?

Testimonianza non firmata:
Desidererei solamente darvi la mia opinione sul cammino neocatecumenale e su quanto esso si discosti dalla Chiesa.

Circa due anni fa, nella mia Parrocchia è stato "pubblicizzato" un corso di catechismo per adulti; io, pensando che fosse un cammino di fede per credenti gestito dal parroco, ho partecipato ad alcuni incontri, una decina in tutto, per poi andarmene dopo aver capito che le cose che venivano insegnate erano totalmente in contrasto con la dottrina cattolica.

Innanzitutto, da quello che veniva detto dai "catechisti", sembrava che la Chiesa fosse stata in errore fino al Concilio Vaticano II; mi avevano dato l'idea di voler cancellare quasi 2000 anni di storia della Chiesa!!!

Poi la goccia che ha fatto traboccare il vaso, è stata una specie di celebrazione tenuta in una cappella adiacente alla chiesa. La prima cosa strana è stata il fatto che venisse sempre un prete dall'esterno, un prete dei seminari gestiti dal cammino neocatecumenale.. mi era sembrato strano, dato che in parrocchia c'erano ben tre sacerdoti diocesani disponibili. Inoltre, l'Altare presente nella cappella è stato letteralmente messo in un angolo per far posto al leggìo del catechista; benchè fossimo in periodo di Quaresima si sono cantati, nonostante le mie proteste e quelle di altri cattolici, parecchi "Alleluja"; per tutta la "celebrazione" i preti neocatecumenali hanno tenuto in testa il berretto, infischiandosene del divieto per gli uomini di coprirsi il capo in chiesa!!

Io e una mia cara amica, con la quale avevo partecipato a questa decina di corsi, abbiamo esternato i nostri dubbi a un "catechista", sentendoci rispondere con una certa arroganza che loro avevano "l'approvazione del Vaticano". Mi sembra che dopo il Concilio, la Chiesa abbia usato un pò troppa leggerezza nel riconoscere alcuni movimenti al limite dell'eresia (Neocatecumenali, Focolarini, Taizè), usando il pugno di ferro verso quelle comunità di fedeli che chiedevano, e chiedono ancora, che la Chiesa non abbandoni la sua storia e tradizione bimillenaria per andare incontro ai nuovi gusti di un parte -purtroppo non limitata - di fedeli.
Altra testimonianza:
Se il tuo partner non è in comunità (anche se è cattolico): esistono catecumeni che hanno il partner che non lo è; queste unioni sono spesso scoraggiate; questo perchè, ovviamente, (e quando vedrete le tappe ve ne renderete conto meglio) ci sono seri problemi; c'è questa tendenza però: mentre nei Testimoni di Geova è scoraggiato fidanzarsi con uno che non lo è, tra i catecumeni funziona invece così :"se vuoi ti metti; ma se poi lui/lei non entra, lo/la lasci". Il problema rimane anche se il partner è cattolico.

Mi ricordo una cosa che capitò ad un mio amico catecumeno ed alla sua ragazza; lui stava con lei; erano innamorati; stavano bene; lei non era religiosa; decise comunque di avvicinarsi ai catecumeni per amore a lui e per conoscerli; lei però più conosceva i neocatecumenali, più si rendeva conto che non poteva condividere i loro valori (nonostante stiamo parlando di comunità giovanissime che ancora non hanno affrontato nessuna tappa); andava spesso a fare da baby sitter (gratis) ai figli dei catecumeni (nella parrocchia, durante, le celebrazioni, i catecumeni con bambini piccoli che non sapevano dove lasciarli, li portavano con sè e li affidavano a delle baby sitter che li tenevano in una sala a fianco a quella delle celebrazioni); lei però non entrava in comunità; allora i catecumeni le dicevano: "tu non ami il tuo ragazzo, se no entreresti in comunità"; io rimasi esterefatto; lo dissi ad una mia catechista :"ma come è possibile che le abbiano detto questo? non è giusto! il fatto che lei non ci entri non vuol dire che lei non lo ami!anzi! è onesta!", lei mi rispose: "caro fratello, se tu incontri una ragazza di fuori lasci il cammino!" come andò a finire? si lasciarono; forse fu la cosa migliore, non lo so.

Ricordo infine una cosa che sentii ad un pellegrinaggio; era un vice-rettore di un Redemptoris Mater e minacciò:
"noi non è che siamo fanatici che ti diciamo che non ti devi mettere con un pagano; ma poi però sono «fatti tuoi» se ti metti con un paganaccio!"