giovedì 28 febbraio 2013

Sono contenti di esserselo tolto dai piedi

Con la giornata di oggi termina purtroppo il pontificato di Benedetto XVI.

Uno dei caratteri che hanno maggiormente segnato il suo pontificato è stato quello dell'attenzione alla liturgia. Il suo motu proprio Summorum Pontificum ha spazzato via il più colossale equivoco postconciliare. Benedetto XVI evidentemente sa molto meglio di noi che la Messa non è una messinscena, che la liturgia non è uno spettacolino autogestito.

Nel 1983, mentre papa Giovanni Paolo II comandava ai neocatecumenali di seguire fedelmente i libri liturgici, il futuro papa Benedetto XVI confidava a Vittorio Messori (in "Rapporto sulla fede") che gran parte della crisi della Chiesa del nostro tempo è dovuta al crollo della liturgia.

Nel 2005, pochi mesi dopo l'ascesa al soglio pontificio, papa Benedetto XVI imponeva al Cammino Neocatecumenale di seguire i libri liturgici di tutta la Chiesa, «senza aggiunte né omissioni». Ed oltre a farlo mettere per iscritto al Tripode neocat da parte della Congregazione per il Culto Divino, lo comunicò personalmente ai neocatecumenali: «Sono certo che queste norme, che riprendono quanto è previsto nei libri liturgici approvati dalla Chiesa, saranno da voi attentamente osservate».

Benedetto XVI ripetutamente tornerà sull'argomento, fino al 2012.
Inutilmente.
I seguaci di Kiko, infatti, hanno sempre disubbidito a Benedetto XVI.

Nella conferenza stampa di giugno 2008 per la presentazione degli Statuti del Cammino, il signor Kiko Argüello gridò ai giornalisti che le decisioni di Benedetto XVI sulla liturgia neocatecumenale sono «una catastrofe! siamo perduti! qui finisce tutto!»

Allo stesso modo Kiko, dopo aver testimoniato che Benedetto XVI voleva la pubblicazione del "Direttorio catechetico" neocatecumenale, ha poco tempo dopo aggiunto che «sarebbe un male pubblicarlo».

Sì, è stato proprio Kiko in persona ad aver pubblicamente testimoniato che le decisioni di Benedetto XVI sono un "male" per il Cammino: "catastrofe! siamo persi! qui finisce tutto!"

Per Kiko e i suoi seguaci l'abdicazione di Benedetto XVI è stata una vera festa, è stato togliersi ben più che un sassolino dalla scarpa, anzi, ben più che un'intera catasta di pietre. Ecco: il Papa "faraone" che ha osato criticare le liturgie inventate da Carmen e Kiko: ma come s'è permesso?

Ma con la loro solita ipocrisia, andranno invece dicendo: il Papa ci approva! noi amiamo il Papa! il Papa precedente ci ha approvato! il Papa futuro ci approva già! il Papa ci loda! tutti i Papi ci lodano! ci devono assolutamente lodare! Le nostre liturgie sono approvate! Eccetera eccetera.

E così, a poco a poco, tanti fratelli delle comunità del Cammino cominciano a rendersi conto che la spiritualità neocatecumenale ha bisogno di menzogne ed ipocrisie per essere promossa e difesa, ha bisogno di disubbidire al Papa per poter andare avanti.

lunedì 25 febbraio 2013

Testimonianze sull'ossessione per Mammona

Il kerigma...
...ai "poveri"?
Lino ci fa notare come l'ossessione per i soldi da parte di Kiko Argüello e Carmen Hernàndez sia documentata fin dagli "Orientamenti" di oltre quarant'anni fa, fin da quando hanno fondato il Cammino Neocatecumenale:
Ti fornisco un dato di analisi testuale impressionante. Negli ORIENTAMENTI ALLE ÉQUIPES DI CATECHISTI Vol. 2: Convivenza: PRIMO SCRUTINIO" ci sono le seguenti ricorrenze:
  • Il vocabolo "denaro" compare 122 volte.
  • Il vocabolo "beni" 84 volte
  • il vocabolo "ricchezza" (per lo più materiale) 79 volte.
  • Il vocabolo "soldi" 22 volte.
Fermandosi soltanto a questi quattro sinonimi, abbiamo circa trecento ricorrenze in 158 pagine!

Certo che c'è una sorta di "atteggiamento magico" nei confronti della decima e di timore per Mammona: con simili martellamenti come potrebbe un povero catechizzando comportarsi diversamente?

Testimonianza a firma "don X":
Il testo rispecchia perfettamente la realtà delle comunità. Se come prete, a volte succede, parlando dei problemi delle famiglie consiglio a qualcuno di non fare l'offerta (decima, sinfonia, o altre stranezze) questo provoca in alcuni un grande scandalo, ma non è possibile che i figli vengano privati dell'indispensabile perché i catechisti hanno chiesto l'ennesima colletta. A volte non è facile farsi comprendere, ma sono convinto che la vera libertà nel rapporto con il denaro è quella di utilizzarlo per il bene.

Testimonianza da "Aldo":
se in una famiglia di 4 persone... dove lavora solo il padre c'è uno stipendio di 1.500,00 euro... questo fratello "deve" versare 150,00 euro....attenzione non 149,00 o 151,00.. che spesso in una famiglia così composta, corrisponde ad una bolletta da pagare.. c'è una sorta di "attegiamento magico" nei confronti della decima.. perchè "il Signore provvede".. salvo poi comprendere che è il "responsabile che provvede".. il tutto serve a: accrescere la dipendenza gli uni dagli altri; a far venire sensi di colpa se non "dai la decima";

dal secondo passaggio in poi.... la domanda che ti verrà "sempre" posta... (scrutini, incontri, passaggi...etc.etc.) è:..."stai dando la decima"???

poi tutto il resto... "fratello se non stai dando la decima...come vuoi che il Signore risolva i tuoi problemi"??

Testimonianza di "quello dei 15€":
«Kiko non sarebbe d'accordo...»
Il problema che soffro è quando vengono tirati i soldi in ballo e questo succede spesso. In Comunità vengono fatte frequenti raccolte per le più disparate necessità (bisogni degli itineranti, bisogni della Comunità, bisogni dei nostri seminari, contributo per la carità dei Responsabili, contributo per il sostegno al Parroco,etc.) e io non sempre mi trovo nelle condizioni di potere (o volere) dare il mio contributo. Succede quindi che quando passo davanti al sacco ignorandolo, i Responsabili mi danno poi delle occhiatacce e via con una serie di allusioni alle convivenze....

Io non me la sento di fare come alcuni fratelli che, in fondo, la pensano forse come me: far finta di mettere l'offerta nel sacco infilandoci magari solo 2€ e andarsi a confessare il giorno dopo per aver mentito dicendo di averci messo 20volte tanto...

Ecco, tutta questa attenzione al denaro mi pesa...è mai possibile che la mia conversione debba passare per le offerte fatte davanti a tutti?????

La decima DEVE essere versata. Punto.
Non si discute, diversamente: non sei una brava persona, sei attaccato a Mammona, non sei convertito, non vuoi bene ai fratelli che hanno bisogno, non ti affidi, non permetti al Signore di agire nella tua vita, non ti fidi dei tuoi Catechisti, contesti i Responsabili, non fai il Cammino oppure lo vuoi fare a modo tuo, Kiko non sarebbe d'accordo, il Signore ti ama e tu lo ripaghi così....questo ti viene detto.

Sarà tutto vero, sarò IO sbagliato, sarò IO in braccio al Demonio, però....non sono d'accordo con tutto questo.

Scusate lo sfogo!

Testimonianza di "DG":
A me sembra che quelli che dicono che non sono attaccati al dio denaro (finalmente liberti da mammona!!) sono quelli che "tendono la mano" tutti i santi mesi e che non fanno la decima o la fanno per "per modo di dire" (l'esempio dei 2 euro ci sta tutto).
E questo lo dico perchè in 25 anni di cammino, contando anche le varie fusioni e i cambiamenti di comunità, ho visto che chi accusava gli altri di essere "attaccati a mammona" era poi quello che viveva con l'aiuto dei soldi della comunità.
Di queste persone e lo dico per esperienza, ce ne sono in ogni comunità ma vengono fuori solamente dopo anni di cammino

Faccio un esempio lampante: nella mia prima comunità c'era una persona che teneva molto ad avere una bella automobile, fin qui nulla di grave ognuno ha i suoi 'idoli', pero' questa persona (sposata e con figli) era disoccupata per almeno 8/10 mesi all'anno.
Visto che non era nemmeno tanto giovane aveva difficoltà a trovare un lavoro.
Una volta dopo una delle innumerevoli e sempre uguali risonanza/lamentela osai dire che forse la BMW poteva essere un auto costosa da manteneree nelle sue condizioni una Punto fiat (la avevo anch'io) poteva costare di meno.
Fui tacciato come una persona superba e attaccata al denaro...mah!
Forse era lui l'umile visto che chiedeva soldi ogni mese al responsabile? Personalmente non credo...
E poi perchè alle vedove non è consentito parlare della decima ai propri figli che non sono in comunità? E perchè anche la donna o l'uomo che non ha il proprio marito o la propria moglie in comuntià NON DEVE ASSOLUTAMENTE parlare della decima (e delle collette) al proprio coniuge?
La risposta è chiara: perchè avrebbero qualcosa da dire in proposito.

La questione denaro è molto sentita nelle comunità NC. All'inizio non se ne capisce la ragione ..poi si comincia a intravedere che il famoso distacco al denaro (cosa per carità giustissima) è solamente riferito al "distacco con conseguente donazione in comunità"

Qualcuno si è mai domandato perchè non si dona per esempio la decima ad un associazione di volontariato o ad una onlus o ad un centro missionario ma solo ed esclusivamente al cammino neocatecumenale?
Anche qui la risposta è semplice: senza i soldi dei "piccoli" il cammino NC non esisterebbe, non esisterebbero i seminari, ne' le famiglie in missioni né i libri di kiko, né i viaggi tantomeno la Domus galilea.

Testimonianza di "FDF":
Questo avviene anche perché lo spirito normale dello scrutinando tipo, come ben saprai, è quello della lamentela costante. Non so se è capitato anche a te, ma agli scrutini il 95% delle persone lamenta disastri, che poi magari disastri non sono. Difficile sentire uno che dica: "sono felicissimo" e che canti le cose buone che Dio fa nella propria vita. Dalla lamentela si passa quindi alle domande per capire il motivo del malessere e lo schema è sempre lo stesso: fai le lodi? fai la decima? siete aperti alla vita? eccetera eccetera. Mi sembra tutto molto sbagliato....

Testimonianza di "Peo":
Nella mia ex comunità i fratelli bisognosi,con sei, sette ed anche,qualche volta con otto,figli venivano aiutati con offerte straordinarie effettuate da tutta laq comunità.Nulla da obiettare,mi sembra giusto.Quello che non ritenevo e non ritengo giusto è il fatto di non aiutare una famiglia bisognosa con cinque figli, abitante a poche decine di metri dalla nostraChiesa,perchè non fratelli NC e quindi non nostri fratelli.Forse Nostro Signore Gesù ha fratelli e fratellastri?

Testimonianza da "Esse o Esse":
Condivido: magari la società potesse vantare simile solidarietà! La mia perplessità è che se il nucleo famigliare, dopo 'n' anni ed 'n' figli, NON PUO' più fare a meno del sostegno della Comunità, il rimanere in Cammino diventa questione di sopravvivenza; è la dipendenza di cui si parlava prima.
Però, forse, mi sfugge qualcosa.

Ancora da parte di "Aldo":
il dolore di chi e' stato oltraggiato nel cn... lo può sanare solo Cristo...non c'è "esame di coscienza" nel cn....

ricordo dopo 2 anni che ero nel cammino un fratello di comunità più avanti (aveva fatto la professione di fede) si suicidò, tagliandosi la gola.. rimasi molto colpito dall evento...la figlia era in comunità con me.. mi interrogai molto... com era stato possibile passare anni con un fratello e non accorgersi di "una tale sofferenza" arrivare a compiere un gesto così tragico..
come responsabile mi interrogai molto... ma forse fui il solo.. non sentii dire nulla.. da supercatechisti... dai suoi fratelli.. nessuno osò "mettere in discussione" la "struttura".. nessuno comprese che c era qualcosa che non funzionava... neanche io allora...

[...] so solo che stare nel cn mi è "costato" un sacco di soldi.. ed ho lascito molti "creditori" nella mia ex comunità... molti fratelli hanno preferito non ricordarsi più il mio numero di cellulare... "hanno risparmiato" un po di soldini..

Testimonianza da "Nica":
All'annuncio della quaresima 2013,è stato predicato che la decima bisogna darla,per es. chi ha la pensione di 400 euro, 40 euro sono del Signore,altrimenti le leveranno la pensione,o perderà il lavoro,in quanto il Signore non vuole che si attacchi al denaro!La tal comunità,siete 40 con pensione di 400 euro,il responsabile mi deve portare 1600 euro,...La vecchietta dice:io ho una misera pensione di 400 euro ,ricordiamo l'obolo della vedova che mette tutto quello che ha nel tesoro del tempio.Se il responsabile non sa fare ciò me lo dica ,e noi lo cambiamo...Chi non versa la decima si attacca al denaro e poi va all'inferno. E così su questo tono per commentare la tentazione di Gesù nel deserto.
Se non portate la decima ,potete aspettare ma noi non veniamo a farvi fare il passaggio,andremo altrove!Sono disgustata dopo 22 anni di CN,si predica bene ,si razzola male.

Ed ancora da parte di "FDF":
Ieri ho partecipato ad una convivenza della mia (ormai ex-) comunità. Mi sono lasciato convincere, non so perché. Forse perché ne ero l'unico cantore, e mi ha chiamato una persona a cui comunque voglio bene al di fuori di quel mondo.
Avevo deciso solo di aiutarli nelle Lodi, ma alla fine, sempre dalla stessa persona mi sono lasciato convincere a rimanere anche dopo, per il "giro d'esperienze".

Per un po', mi sembrava che andasse tutto bene, mi sono sentito a casa, nessuno mi aveva chiesto niente del mio allontanamento.
Tutto bene finché non è uscito che nella comunità non ci sono soldi, perché le decime sono magre, quasi nulle e quei pochi che la fanno si lamentavano che erano gli unici e chiamavano gli altri "attaccati ai soldi".

All'inizio non ho detto nulla, perché non mi interessava partecipare alla discussione, che ho trovato stomachevole. Poi però è uscita questa assurdità: "Marito e moglie devono fare tutti e due la decima e separatamente" al che ho sbottato e ho risposto che questa era una cretinata bella e buona perché un marito e una moglie nel Signore hanno tutto in comunione, che non esiste il mio e il tuo, ma il "Nostro" quindi se uno dà una elemosina è normale che la somma viene tolta a entrambi. Risposta: "ma scusa tu non dai un mensile a tua moglie?"
Ti lascio immaginare la bagarre che si è scatenata. Mensile? Che gli do la paghetta? Quel che guadagno appartiene a entrambi, per quale motivo la dovrei umiliare in questo modo? Se lei è carne della mia carne in virtù di un sacramento, come posso dare una paghetta mensile a me stesso? E mi sembra una sceneggiata inutile quella di dividere la decima in due per darla insieme! Risposta: No, tu fai la decima sul tutto e lei su quello che le dai per la spesa ogni mese.

Ma che è??? La ragioneria della carità? Alla mia risposta che tutto questo discorso mi sembrava una stroxxata eccezionale e che stavano facendo i conti in tasca a tutti e che non ne avevano il diritto, sono stato costretto ad andarmene.

Non si può, non si può questo ragionamento assurdo!

sabato 23 febbraio 2013

"Sei attaccato a Mammona! sei in braccio al demonio"

La premessa: «Mi arriva la telefonata del catechista: mi dice che facendo così -[comprando il libro di Kiko ma non dalle mani del "responsabile"]- starei mettendomi in braccio al demonio».


Il caso: un anonimo commentatore afferma che i neocatecumenali che ubbidiscono ciecamente ai cosiddetti "catechisti", sarebbero per ciò stesso "liberi nel rapporto coi soldi".


La risposta di DG:

All'anonimo, che tanto anonimo non credo sia ;-), posso solo dire che quelli attaccati al dio denaro sono sicuramente i NC.
Credendo di non esserlo, perchè cosi' gli viene inculcato per anni e anni, lo sono di conseguenza.

Spiego meglio: solamente nel primo passaggio c'è il cosidetto "distacco dal denaro" che viene concretizzato con un offerta (piu' o meno importante) fatta direttamente ai poveri.
Cioè da fratelloNC ai poveri senza "passaggio di denaro" di mano in mano.

Dal 2° passaggio in poi la rinuncia cioè il famoso "distacco" dal denaro(faraone) viene effettuata con donazioni importanti o meno (ma ognuna lo è secondo al possibilità del fratello NC e della sua coscienza) attraverso varie manifestazioni:
- decima mensile (ricordo il 10% di tutti gli introiti di una famiglia)
- varie collette mensili
- collette per i seminari
- per la domus
- per i viaggi dei catechisti itineranti
- per la "sinfonia" di kiko (con accompagno di musicisti & famiglia) e via discorrendo.

Tutte queste raccolte di soldi(passate come rinuncia a mammona) vengono concretizzate con un gruzzolo non indifferente che il cammino stesso riceve mensilmente e che viene gestito sia all'interno della comunità stessa che delle altre comunitàNC che ci sono in parrocchia ma anche attraverso l'associazione Sacra Famiglia di Nazaret (anche questo dare proprio questo nome la dice lunga sulla furbizia del fondatore del CNC nonchè amministratore insieme agli altri 2).

Ci si chiede allora per logica: se il cnc è cosi' attaccato ai "contributi" dei propri catechizzati per gestirli e amministrarli solamente DENTRO il cammino NC, chi è il vero attaccato al denaro?
Chi fa del proprio idolo non Cristo povero tra i poveri ma mammona?

Caro anonimo è questo quello su cui dovresti riflettere.

Poi che tu sei disoccupato in cerca di lavoro e nullatentente (o chissà) devi pero' tenere conto che a fianco a te ci sono persone che lavorano e mantengono la propria famiglia con il loro onesto lavoro.
Quindi sui soldi guadagnati con il proprio lavoro non ci si deve sputare sopra, anche se tu questi soldi non li guadagni direttamente ma vivi alle spalle di qualcuno o di qualcosa, leggasi anche CNC.

Il "sacco nero"

Ancora con questo sacco nero dove in maniera "ANONIMA" (!) ci si mette la propria offerta/decima!!

Il Cammino è nato
chiedendo soldi
Il sacco nero a volte è un copribibbia rigido, o un sacco della patena o una busta di plastica normale o persino un bel sacchetto di stoffa fatto dall'ostiaria per questo "fine".


E poi oltre il denaro puo' esserci messo dentro anche un paghero' scritto a penna dal fratello NC che in quel momento si impegna a "pagare" al responsabile una determinata somma

A volte nelle comunità piu' avanti nel cammino ci possono essere anche dei bonifici bancari che tanto ANONIMI non sono e, essendo bonifico mensile non è facile cambiarlo di volta in volta.

E' chiaro che se non hai redditi nessuno domanda nulla a nessuno ma nelle comunità formate da adulti è RARO trovare un fratello che non lavori proprio e che non abbia un benchè minimo reddito.

Poi ci si scorda di dire che la comunità quando ha dei propri fratelli partiti in missione DEVE mantenere gli stessi...mica li puo' abbandonare no?

E a volte una comunità ha piu' di una famiglia in missione.

Grazie alle offerte dei fratelli,
Kiko può fumarsi il sigaro
Togliamo questo velo di ipocrisia sul CNC e la "libertà dalla schiavitu' del denaro" a volte la provvidenza della comunità NC ha un nome e cognome e a volte piu' di uno, ma sempre gli stessi che se una volta decidono che per fatti personali (viaggi, spese in famiglia, figli che cresconno o che nascono) non sono in condizione di dare la decima come tutti i mesi, si sentiranno comunue obbligati a farlo perchè altrimenti quella famiglia in missione non avrebbe di che campare.
Chi è allora schiavo del denaro?

Non è la schiavitu' della decima e delle collette il peggiore disastro in ordine di importanza nel CNC, ma è comunque importante.

In primis pero' ci metterei la paura che si infonde piano piano nei fratelli NC durante gli anni di cammino di rimanere SOLI SE si esce dal cammino neocatecumenale o la paura di non essere piu' figli di Dio e amati dal Padre.
Questa è la vera aberrazione del cammino NC

DG


L'epilogo:
Sono quello del libro e dei 15€...

Nella mia Comunità sono abbastanza precisi e puntigliosi su questo e posso assicurarti che prendiamo di quelle ramanzine dal Responsabile e dai Catechisti che la metà basta e avanza! Ti dico anche che ad inizio Dicembre ci hanno fatto un breve "corso di economia domestica" per insegnarci "a gestire meglio il bilancio famigliare così da poter essere più generosi nel soccorrere ai bisogni della Comunità" (tra virgolette le parole usate).

E' chiaro che questo succede perchè c'è qualche fratello che "fa il furbo", ma poi tutta la Comunità ne risponde prendendosi le ramanzine di cui sopra.

Sicuramente sono IO la persona strana però, certamente perchè sono ancora schiavo del Demonio, tutto questo inizia a pesarmi. E neanche poco...

mercoledì 20 febbraio 2013

"L'arcano con il ticket"

Testimonianza ricevuta ieri:
Da noi i catechisti hanno caldamente raccomandato, per la maturazione spirituale, l'acquisto del libro.

Il responsabile si è quindi incaricato di acquistarlo per tutti al prezzo di 15€, che comprende un contributo volontario per le necessità della nostra Comunità.

Inizio ad essere perplesso.

Testimonianza ricevuta oggi:
Stamani ho chiamato il mio responsabile per la storia del libro a 15€: gli ho detto che il libro lo avrei acquistato per mio conto in libreria e poi i 5-6€ di contributo li avrei messi nel sacco alla prima occasione.....

Tempo mezza giornata e mi arriva la telefonata del catechista: mi dice che facendo così starei mettendomi in braccio al demonio, che tutto questo dimostra come io sarei attaccato a mammona invece che al Signore, che i catechisti lo fanno per noi, che nel Cammino ci insegnano solo a seguire il Vangelo e che poteva farmi un milione di esempi di persone che si sono trovate bene ad ascoltare i loro consigli.

Insomma mi ha fatto sentire in colpa talmente tanto che ho poi chiamato il mio responsabile dicendogli che prendevo il libro con la Comunità.

Sono sempre più perplesso...

Già: davvero molto bello questo contributo «volontario» estratto volontariamente dalle tasche dei nostri cari fratelli neocatecumenali.
(sottinteso: guai a chi lo ordina nelle grosse librerie on-line scontato a 8,42€)

Il libro autocelebrativo di Kiko, come testimoniato dai cosiddetti "catechisti", riguarda la «maturazione spirituale» dei fratelli delle comunità.

Un arcano del Cammino svelato dietro pagamento di un ticket. Perbacco!
Chi di voi fratelli del Cammino oserà rifiutarsi di maturare spiritualmente?
Chi tra voi rifiuterà di versare volontariamente più soldi del necessario per comprare il glorioso libro di Kiko?
Chi di voi vorrà impedire al libro di svettare nelle classifiche delle vendite?
Chi tra voi eviterà di comprare il libro dove in copertina si dice che Carmen era una «missionaria laica» anziché una ex suora missionaria espulsa per disubbidienze?

Kiko e Carmen si sono costruiti un passato "epico" di "santità", una leggenda d'oro. Non siamo noi a dirlo: ne ha scritto un testimone oculare nel 2008, di cui riportiamo qualche passo qui sotto:
«Kiko si è inventato
una biografia di
vita epica,
di santità...»
Ho conosciuto Kiko Argüello molti anni fa. In quegli anni ha vissuto nell'area di Palomeras Bajas, nelle Vallecas. Me ne parlavano come di un genio che aveva abbandonato la sua casa per andare a vivere nei baraccati tra zingari, drogati e prostitute, come lui stesso ripete continuamente. Domenica scorsa lo ha riaffermato nuovamente in un'intervista (o qualcosa del genere) sull'El País Semanal.

Il problema è che in quegli anni di cui parla Kiko, nelle Vallecas e nelle Palomeras (Altas e Bajas) non c'erano né drogati né prostitute. Coloro che vivevano nelle Vallecas erano emigranti, gente venuta dall'Andalusìa, Estremadura o Castiglia, per cercare fortuna a Madrid. Era brava gente, che si era stabilita in quelle capanne senza acqua né cibo a causa dell'umidità.

Ho vissuto nelle Palomeras Bajas, a un tiro di sasso dalle Palomeras Altas, e posso assicurarvi che non vi sono mai stati drogati o prostitute, tra l'altro per il fatto che all'epoca la droga non si era ancora diffusa nella società spagnola.

[...]

Passavano per il quartiere giovani universitari di buona famiglia, cercando motivi per ribellarsi. Giovani che andavano avanti così, che però sono sicuro avessero in mente una diversa idea delle cose della vita.

Kiko Argüello si è inventato una biografia presentando una vita epica, di sacrificio e di santità. Forse ai miei amici di allora farebbe una certa impressione, qualora leggessero le sue dichiarazioni: arrossirebbero pensando che in quel quartiere avevano all'epoca conosciuto cotanto uomo... Ma nelle parole di Kiko c'è anche un che di offensivo, di insulto a tutta quelle buone persone che avevano allevato i propri figli con fatica e con sacrificio, lavorando una vita intera per costruirsi una casa, case che a poco a poco sostituivano quelle catapecchie. Dunque, non proprio "baracche", come ha detto su El País. Non diciamo più "baracche", che è un'espressione decisamente catalana e perciò mai utilizzata per definire le abitazioni delle Palomeras.

Kiko e Carmen Hernández, la sua partner cofondatrice di tale movimento cristiano, sono ben consapevoli che non vi erano né drogati né prostitute, poiché Carmen ha vissuto in quei quartieri, si è trasferita in quello stesso ambiente, come noi, ed è sempre stata una suora moderna, o almeno così sembrava, che si impegnava tra la gente delle Palomeras. Forse a quei due, per adornare meglio il loro passato, risulta più comodo parlare di un ambiente e un clima che non ci sono mai stati e che le cose non stanno come ce le raccontano oggi.

Kiko e Carmen vissero nelle Vallecas come molti altri, un quartiere di emigranti, di lavoratori, di brava gente. Non c'erano né prostitute né drogati, per quanto a loro piaccia raccontar così per rivestirsi di un passato di santità.

Nel suo testo Contro gli eretici sant'Ireneo di Lione si meravigliava per la gran quantità di persone disposte a sborsare sempre più soldi per poter ascoltare altre fandonie dagli eretici che le turlupinavano.

domenica 17 febbraio 2013

Benedetto XVI contro l'attivismo liturgico e la banalizzazione

Banalizzazione della liturgia
Ieri sera (sabato sera) i neocatecumenali hanno celebrato gli strafalcioni liturgici proibiti da Benedetto XVI, da Giovanni Paolo II, dallo stesso Statuto del Cammino.

Sentiamo cosa ha detto in particolare sulla liturgia papa Benedetto XVI, nell'incontro con i sacerdoti della diocesi di Roma, giovedì 14 febbraio 2013:
E così anche per la liturgia: non interessava la liturgia come atto della fede, ma come una cosa dove si fanno cose comprensibili, una cosa di attività della comunità, una cosa profana. E sappiamo che c’era una tendenza, che si fondava anche storicamente, a dire: la sacralità è una cosa pagana, eventualmente anche dell’Antico Testamento, ma nel Nuovo vale solo che Cristo è morto fuori: cioè fuori dalle porte, cioè nel mondo profano. Sacralità quindi da terminare, profanità anche del culto: il culto non è culto, ma un atto dell’insieme, della partecipazione comune, e così anche partecipazione come attività.

Liturgia senza sacralità
Queste traduzioni, banalizzazioni dell’idea del Concilio, sono state virulente nella prassi dell’applicazione della riforma liturgica; esse erano nate in una visione del Concilio al di fuori della sua propria chiave, della fede. E così, anche nella questione della Scrittura: la Scrittura è un libro, storico, da trattare storicamente e nient’altro, e così via.

Sappiamo come questo Concilio dei media fosse accessibile a tutti. Quindi, questo era quello dominante, più efficiente, ed ha creato tante calamità, tanti problemi, realmente tante miserie: seminari chiusi, conventi chiusi, liturgia banalizzata… E il vero Concilio ha avuto difficoltà a concretizzarsi, a realizzarsi; il Concilio virtuale era più forte del Concilio reale.

Il Cammino Neocatecumenale è descritto esattamente dalle accuse mosse da Benedetto XVI:

* le liturgie neocatecumenali servono, secondo Kiko e Carmen, per portare i fratelli «dalla tristezza all'allegria»
Liturgia ridotta ad
attivismo comunitario

* i neocatecumenali vantano la loro liturgia come "partecipata", dove tutti si sgolano a cantare i canti di Kiko, suonare tamburelli, strimpellare chitarrelle, fare il balletto-girotondo attorno al tavolone...

* gli stessi Kiko e Carmen vanno insegnando che la sacralità, nella liturgia, è un "residuo del paganesimo"

* i neocatecumenali fanno la "comunione seduti", disprezzano il latino "incomprensibile", eccetera.

venerdì 15 febbraio 2013

Apparenza e realtà del Cammino

La cosa che più ferocemente viene negata dai neocatecumenali è che i problemi del Cammino sono strutturali. Non si tratta di problemi sporadici di qualche cosiddetto "catechista" o di qualche cosiddetto "fratello di comunità". Sono problemi strutturali del Cammino: è da decenni che i seguaci di Kiko guadagnano sempre le stesse accuse perché creano sempre gli stessi problemi.

Creano gli stessi problemi ovunque nel mondo. Lo sottolineo: ovunque nel mondo! Nelle Filippine come negli USA, in Italia come in Giappone, a Malta come nell'ex Jugoslavia, in Francia ovunque. Sempre gli stessi problemi.

Autoritratto di Kiko
Anche in Francia il cnc conosce diversi problemi anche se, con gli stessi metodi, è riuscito a ottenere i favori di certi vescovi che hanno permesso l`erezione di alcuni seminari RM.

Già nel 2001 un teologo, Henri Bourgeois, in una "Nota sul neocatecumenato" aveva messo in rilievo i problemi legati alla presenza nelle parrocchie del cnc, domandandosi fra l'altro se l'evangelizzazione dei lontani doveva farsi pagando il prezzo forte della DISTRUZIONE delle comunità parrocchiali. Ma non è il solo ad aver espresso le sue inquietudini.

In effetti, in Francia come altrove, è stato osservato che i neocatecumenali, con le loro "cellule di evangelizzazione" formano una PARROCCHIA NELLA PARROCCHIA, che con il loro arrivo le parrocchie si frantumano, la parola francese è "fracture"= FRATTURA. Fino a quando i nc rappresentano al massimo la metà della comunità parrocchiale, i problemi legati alla loro presenza risultano ancora abbastanza gestibili, ma appena sono in maggioranza la parrocchia diventa neocat, se poi il parroco è neocatecumenale la parrocchia è presa in OSTAGGIO, la parola è forte. Se alcuni presbiteri impongono i loro cambiamenti progressivamente, c'è anche chi vuole da un giorno all`altro imporre la propria opinione e sensibilità.

Propaganda neocatecumenale
sui foglietti della parrocchia
Il cnc sta tentando in Francia di migliorare la sua immagine, fra l'altro sul terreno della lotta in difesa della vita e della famiglia, sappiamo come, avanzando dietro quel vessillo, il cnc tenta, e purtroppo ci riesce, di occultare tutte le gravi anomalie che ne fanno un gruppo settario nella Chiesa.

I vescovi che aprono le porte al cnc, in Francia come altrove, tacciono e occultano i problemi legati alla presenza del cnc, la sua "liturgia" sincretista inventata da un laico che ha anche devastato lo spazio sacro cattolico, il segreto che continua sui testi e all`interno del cnc, i metodi che aggrediscono il foro interno degli adepti.

Che esista nella Chiesa un percorso a tappe iniziatico esoterico basato sul segreto non sembra preoccupare i nostri Pastori.

E tuttavia una tale uniformità di testimonianze sul Cammino da parte di persone di diversissima estrazione sociale, di diversissima provenienza, sparse nell'arco di interi decenni e provenienti da ogni posto in cui il Cammino si è incistato, sarebbe già da sola argomento convincente.

Il "santino di san Kiko"
distribuito ai neocat nel 2012
Ancora un esempio tra i tanti: in Giappone, ad un popolo dalla mentalità molto ordinata, molto attenta alla forma, un popolo abituato alla disciplina ed estraneo al fracasso, i neocatecumenali cosa hanno portato? Il kikismo-carmenismo, naturalmente. Ed ecco che i giapponesi vedono per la prima volta in vita loro un funerale "animato" dalle chitarre e dai tristi, calanti e deprimenti canti di Kiko! Nulla di più lontano dalla loro mentalità.

I neocatecumenali creano nel mondo sempre gli stessi problemi perché ovunque nel mondo si comportano allo stesso modo. La stessa liturgia. Le stesse dottrine. Lo stesso stile, la perfetta coerenza con il kikismo-carmenismo fino all'ultima virgola. Oggi nel 2013 così come ieri nel 1981: oltre trent'anni fa mons. Landucci (processo di beatificazione attualmente in corso) elevava le stesse obiezioni che oggi si trova a elevare chi per la prima volta osserva il Cammino in azione.

Qualunque giudizio si abbia del Cammino, non si può negare che questa ostinazione cieca e totale nel seguire Kiko implica che ogni minimo errore di Kiko viene propagato ovunque nel mondo. Propagato con furia ed entusiasmo dai suoi adepti. L'orgoglio e l'arroganza di Kiko e Carmen è infatti automaticamente diventato l'orgoglio e l'arroganza dei cosiddetti "catechisti". Anche il cosiddetto catechista di buon cuore prima o poi è costretto a scegliere tra il metodo kikiano e la carità fraterna. Per caso voi che leggete avete mai avuto notizia di un cosiddetto catechista che tradisce il metodo di Kiko?

Il bislacco Bambinello kikiano ha
due fosse nere al posto degli occhi,
"AM" al posto di Alfa e Omega, e
benedice con la mano sbagliata!
Per un neocatecumenale l'ammettere uno solo degli errori di Kiko implica il non poterlo più idolatrare.
- Implica non doverlo più seguire ciecamente in ogni modo (certuni fino alla foggia del pizzetto della barba).
- Implica il dover dissociarsi quando Kiko dice una qualsiasi balordaggine (come il ridicolo "numero dell'evangelizzazione").
- Implica il dover gridare di sdegno quando Kiko a Porto San Giorgio nel 2010 minacciava uno scisma e nessuno degli astanti ha da ridire.

La maggior parte della nostra fatica è dover smascherare i trucchetti verbali dei neocatecumenali.

Gli stessi Kiko e Carmen danno l'esempio ai loro seguaci utilizzando costrutti del tipo: siamo contentissimi delle norme del Papa ma comunque il modo di ricevere la Comunione resterà lo stesso (cfr. lettera di Kiko, Carmen e Pezzi a Benedetto XVI, 17 gennaio 2006).

L'ineffabile Gennarini, all'uscita della lettera di Arinze, argomentò che era una "lettera privata", che non riguardava i neocatecumenali, anzi, che addirittura "non esisteva"! Fu smentito nientemeno che da papa Benedetto XVI che personalmente disse: sono certo che queste norme, che riprendono quanto è previsto nei libri liturgici approvati dalla Chiesa, saranno da voi attentamente osservate.

In strada con la chitarrella kikiana:
indistinguibili dai protestanti
Ma queste parole, per i neocat, vanno censurate: non sia mai che un neocatecumenale abbia da ascoltare il Papa anche quando non elogia il Cammino... Non sia mai che un neocatecumenale debba essere evangelicamente chiaro ("il vostro parlare sia sì, sì, no, no"): per coerenza, dopo, dovrebbe condannare tutti gli errori dei suoi idoli Kiko e Carmen.

Cari fratelli neocatecumenali, per quanto tempo ancora vorrete far finta di niente? Il problema è che molti di voi neppure sia accorgono degli abusi litugici (sono digiuni del vero cattolicesimo) o della violazione del foro interno: subiscono perché vien loro fatto credere, con sfrontata deformazione della Scrittura che è il "fango messo da Cristo" - che semmai è colui che lo toglie - per farli riconoscere peccatori. E così viene loro instillato il senso di colpa che è altra cosa dal senso del peccato. Tra l'altro la colpa secondo il Cnc, è perdonata senza mettere in campo la responsabilità di migliorare con l'aiuto di Dio: questo è il vero autentico "Cammino", la nostra "trasformazione" secondo Cristo, come insegna S. Paolo. Il senso di colpa blocca e ingabbia in un meccanismo mortifero (ciò che salva è l'appartenenza al cammino a fare tutto quello che dicono i cosiddetti "catechisti"); il senso del peccato, invece, è il riconoscersi peccatori, ma attivare tutte le risorse di cuore intelligenza e volontà per 'vedere' le proprie mancanze con gli occhi del Signore Misericordioso, che dà anche se stesso (Presente nell'eucaristia) e tutte le grazie necessarie per diventare ed essere secondo la sua Giustizia, che non va mai separata dalla Misericordia...

mercoledì 13 febbraio 2013

Esigono un Papa ubbidiente al Cammino

Citiamo anzitutto un intervento a firma M.B.:
Non ci sono analisi da fare, al di là di un costernato silenzio. La crisi della Chiesa e l’abbandono della fede sono fatti evidenti. «È il popolo che ha abbandonato la Chiesa o è la Chiesa che ha abbandonato il popolo?»: questa frase di don Giussani attende ancora una risposta. Il residuo «popolo» è fratturato in gruppi incomunicanti, ciascuno coi suoi riti, linguaggio e sistema di credenze, alcuni dei quali hanno metodi di reclutamento «americani», da born again christians o da «alcoholics anonimous», e liturgie di loro invenzione. Neocatecumenali, pentecostali, ciellini, lefebvriani... che esista ancora un’unità dottrinale, poniamo, che colleghi l’Opus Dei e i seguaci di Kiko Arguello, è estremamente dubbio.
Kiko in atteggiamento di sfida:
Comunione "a braccia conserte",
espressione di fastidio e noia
nei confronti di Benedetto XVI
(a scapito del Santissimo!)
Sì, proviamo a rifletterci: come mai nella Chiesa sussiste ancora questa "disunità" di fatto? E come si permette il signor Argüello, dalle pagine del quotidiano spagnolo La Razòn, di sfruttare la figura del Papa per autodichiararsi "approvato", alla luce degli strafalcioni liturgici e delle bizzarrie dottrinali del Cammino? E addirittura di dire menzogne gigantesche (“Kiko, non aver paura, sono qui per aiutarti”) come un avvoltoio che si avventa sulla preda inerme?

Lo fa certamente confidando nel fatto che non tutti nella Chiesa conoscono le decisioni di papa Benedetto XVI contro il Cammino Neocatecumenale.

Si introduca qui il gentile commento del fratello Giona delle comunità neocatecumenali:
Mi dispiace che il S Padre lasci ,ma nella chiesa ci sarà un altro Papa che seguendo le orme degli ultimi quattro,saprà valorizzare i carismi del Cn cercando di prenderne spunto per una nuova evangelizzazione :So che state pregando peché sia eletto qualcuno che bacchetti il CN ma questo non avverrà perché quello che viene da Dio non si può combattere.Preghiamo tutti insieme per un Pastore che riesca a guidare la Chiesa in Unità.
I "carismi del CN":
una religiosità tetra e funerea
Vi prego di rileggere bene la sequenza arrogante di menzogne che utilizza per difendere il Cammino (chissà da chi ha preso esempio):

1) si dice «dispiaciuto» che il Santo Padre... «Dispiaciuto?» Ma come? Cos'è che ti dispiace veramente? Ti dispiace che non ti sia giunta un'altra "lettera di Arinze con le «decisioni del Santo Padre»"?

2) secondo il caro fratello neocatecumenale, addirittura "quattro" Pontefici avrebbero valorizzato i carismi del Cammino (ma davvero? quali? quando? come? rileggiamoci un po' gli interventi di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI di condanna delle liturgie neocatecumenali, dal 1983 ad oggi).

3) lo scopo del Papa, secondo il caro fratello che si firma Giona, dovrebbe essere non quello di "guidare la Chiesa" (correggendo laddove c'è da correggere) ma quello di... «valorizzare i carismi del Cammino» (cioè il carisma della disubbidienza e il carisma degli strafalcioni) e addirittura quello di... «prendere spunto per una nuova evangelizzazione». Capite cosa pensano i neocatecumenali? Che il Papa debba andare alla scuola di Kiko e Carmen e kikizzare il mondo. Deve prendere spunto, deve imparare da quei due spagnoli, quelli sì che sono maestri perfetti. Come se Nostro Signore avesse detto: tu sei Pietro, ed andrai alla scuola di due laici che si sono autonominati iniziatori e nuovi evangelizzatori...
I "carismi del Cammino":
ballare attorno al vitello d'oro
(notate poi l'espressione mistica

del suonatore di bongo)

4) il caro fratello ci accusa nientemeno di pregare per favorire «qualcuno che bacchetti il Cammino». Questo sì che dev'essere scandaloso e peccaminoso, ai suoi occhi. Un vero scandalo. Intollerabile! Proprio come nell'Unione Sovietica, dove si finiva nei Gulag per qualche sospetta (e mai dimostrata) "preghiera per far morire Stalin", così nel Cammino si viene disprezzati, additati e condannati per sospettata preghiera per un qualsiasi argomento sfavorevole all'opera di Kiko e Carmen.

5) subito dopo aver vietato di pregare per un Papa sgradito al Cammino, il caro fratello neocatecumenale chiede di pregare per un Pastore che "riesca a guidare la Chiesa in Unità". Dove unità significa evidentemente "evitare qualsiasi osservazione critiche al Cammino", giacché i neocatecumenali dicono che chi critica gli strafalcioni del Cammino, "divide" la Chiesa...

E poi, quale "unità"? Che unità c'è nella Chiesa, oggi, tanto per fare l'esempio di cui sopra - tra neocatecumenali e Opus Dei? Ma scherziamo?

E poi, proprio voi neocatecumenali parlate di unità, voi che dividete le parrocchie e vi isolate nel chiuso delle vostre comunità e delle vostre salette?

Il commento del caro fratello Giona non è quello di un esaltato isolato. Chiunque conosca il Cammino sa bene che quella è la tipica mentalità neocatecumenale, specialmente nelle alte sfere: chi conosce i seguaci di Kiko e Carmen sa bene quale considerazione abbiano del Papa.

Il Cammino Neocarnevale
inscena parodie dell'ebraismo
Per esempio, dal commento firmato La verità vi farà liberi veniamo a sapere che:
a) stasera passo in Parrocchia e trovo il Parroco in compagnia di un NC (in Parrocchia da me fanno come quelli di Scientology: non lo lasciano quasi mai solo). Si inizia a parlare delle dimissioni del Papa ed il "falco" se ne esce con un: "certo che pure Benedetto si era messo contro il Cammino!"

b) alle 21 mi chiamano degli amici che frequentano una Parrocchia della mia città: la I° e III° Comunità NC (hanno gli stessi catechisti) stanno organizzando una veglia di preghiera affinchè il nuovo Papa sia illuminato dallo Spirito Santo e "accetti i movimenti nati dal CVII".

Vogliono -esigono!- un Papa al servizio del Cammino (quando fa loro comodo, si autoincludono nei "movimenti nati dal Concilio Vaticano II). Un Papa che «prenda spunto» dal Cammino, impari dal Cammino, che si consideri inferiore al Cammino e ai suoi due "iniziatori" spagnoli.

Per loro è più importante il Cammino che il Papa. Per loro la "nuova evangelizzazione" è il Cammino stesso. Infatti Kiko in persona pubblicamente gridava che «il Papa dice che i vescovi devono ubbidire a un laico e una donna», ed il Papa è vescovo di Roma, quindi...

I "carismi del Cammino":
la "comunione seduti"
Per loro Benedetto XVI sarebbe già da dimenticare (benché sia ancora lui il Papa fino al 28 febbraio). Dimenticare specialmente le sue «decisioni» contro il Cammino.

Infatti tutti sappiamo bene che quelle sue «decisioni» non sono qualcosa di veramente annullabile, perché semplicemente ricalcano i libri liturgici validi per tutta la Chiesa. Vi augurate forse che la liturgia fabbricata da Carmen e Kiko venga messa sullo stesso piano di quella valida per tutta la Chiesa?

lunedì 11 febbraio 2013

L'eredità di Benedetto XVI ai neocatecumenali

1° dicembre 2005: lettera del cardinale Arinze, prefetto della Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum:
Egregi Signor Kiko Argüello,
Sig.na Carmen Hernandez
e Rev.do Padre Mario Pezzi,

...sono a comunicarVi le decisioni del Santo Padre.

...Nella celebrazione della Santa Messa, il Cammino Neocatecumenale accetterà e seguirà i libri liturgici approvati dalla Chiesa, senza omettere né aggiungere nulla.

...In breve, il Cammino Neocatecumenale, nella celebrazione della Santa Messa, segua i libri liturgici approvati.

12 gennaio 2006: discorso di Benedetto XVI ai seguaci del Cammino Neocatecumenale:
...la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti vi ha impartito a mio nome alcune norme concernenti la Celebrazione eucaristica, dopo il periodo di esperienza che aveva concesso il Servo di Dio Giovanni Paolo II. Sono certo che queste norme, che riprendono quanto è previsto nei libri liturgici approvati dalla Chiesa, saranno da voi attentamente osservate.

Statuto del Cammino Neocatecumenale: articolo 13:
Art. 13: "Eucarestia":
§ 3. Nella celebrazione dell’Eucaristia nelle piccole comunità si seguono i libri liturgici approvati del Rito Romano... [49]

[Nota 49] Cfr. BENEDETTO XVI, Discorso alle Comunità del Cammino Neocatecumenale del 12 gennaio 2006: Notitiae 41 (2005) 554-556; CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO, Lettera del 1° dicembre 2005: Notitiae 41 (2005) 563-565; Notificazione della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti sulle celebrazioni nei gruppi del Cammino Neocatecumenale, in L’Osservatore Romano, 24 dicembre 1988: «la Congregazione consente che tra gli adattamenti previsti dall’Istruzione Actio pastoralis, nn. 6-11, i gruppi del menzionato “Cammino” possano ricevere la comunione sotto le due specie, sempre con pane azzimo, e spostare, “ad experimentum”, il rito della pace dopo la Preghiera universale».

20 gennaio 2012: discorso del Santo Padre Benedetto XVI alle Comunità del Cammino Neocatecumenale:
La celebrazione nelle piccole comunità, regolata dai Libri liturgici, che vanno seguiti fedelmente, e con le particolarità approvate negli Statuti del Cammino...


La notizia delle dimissioni del Papa avrà fatto gioire molti neocatecumenali, specialmente dei "piani alti", vista l'instancabile coerenza di Benedetto XVI nel condannare gli abusi liturgici neocatecumenali insieme ad un atteggiamento paterno e sempre pronto ad accogliere il figliuol prodigo. Ma il figliuol prodigo neocatecumenale si è guardato bene dal tornare e -servendosi di menzogne e astuzie- ha fino ad oggi fatto finta di credere che le concessioni al Cammino vadano infinitamente oltre quanto stabilito nella sopra citata "nota 49" dello Statuto.

Dal 2005 ad oggi il Cammino Neocatecumenale, infatti, si è distinto soprattutto per la sua ossessiva e ostinata disubbidienza a Benedetto XVI (ricordate Kiko nel 2008 quando diceva «ora è il Papa a dover combattere con Arinze»?). Addirittura con la faccia tosta di esibire la domenica mattina in piazza lo striscione Tu Es Petrus proprio poche ore dopo le disubbidienze del sabato sera.

Lungo tutto il suo pontificato, papa Benedetto XVI ha comandato al Cammino Neocatecumenale di seguire fedelmente i libri liturgici: cari fratelli neocatecumenali, quale parte del «fedelmente» non vi è chiara?

venerdì 8 febbraio 2013

Un'altra testimonianza di chi ha creduto nel Cammino

C'è solo una cosa che mi sento di suggerire a Lei e a quanti collaborano col vostro prezioso sito.
 «Per i neocatecumeni si tratta di
non poche cose: la Bibbia
con la fodera di Kiko...»
Tale bruttura è in vendita nei kiko-shop
È una cosa che mi sta particolarmente a cuore perchè avrebbe potuto diventare parte della mia vita.
Lasci che le spieghi.

Quando sono entrato nel Cammino ero un ragazzino di 15 anni.

A differenza di tanti ragazzi che entrano in comunità perchè figli di neocat (e quindi obbligati dai genitori), io invece ero entrato da solo, di mia iniziativa.

E qualche volta da ragazzo ho dovuto litigare con i miei genitori per poter partecipare alle riunioni e alle convivenze.

Per me allora i "catechisti" erano dei "Superman". E io mi bevevo tutto quello che dicevano. Ero un ragazzino! E quindi non mi rendevo conto degli errori del Cammino.

Da adolescente ero così entusiasta del Cammino da pensare addirittura di diventare prete "Redeptoris Mater". Una delle tante cose che mi hanno fatto cambiare idea è stato proprio quando ho avuto la possibilità di conoscerne alcuni. (Premetto che sto parlando di cose accadute 20 anni fa, perchè io a 23 anni sono uscito dal Cammino. Non ho mantenuto nessuna amicizia tra gli ex fratelli perchè ho capito che era impossibile: secondo loro, se te ne vai, vuol dire che non vuoi convertirti).

Le spiego. Io frequentavo il Cammino nella parrocchia di [...]. In questa parrocchia 2 giovani sono entrati nel "Redeptoris Mater" di [...]

Il primo era un invasato, assetato di potere, che poi è stato mandato via da Kiko (il quale gli ha detto chiaramente "tu non hai la vocazione"). Si è sposato (e spero per lui che negli anni sia
diventato più  sereno).

Il secondo, invece, don Tonello, è diventato prete (io ho assistito alla sua prima messa) e poi subito dopo è anche diventato Rettore del "Redemptoris Mater" di [...]. Successivamente non so che fine abbia fatto (e a questo punto nemmeno mi interessa).

Ma mi è sempre rimasto impresso il suo comportamento poco prima dell'ordinazione sacerdotale: tutti lo avvicinavamo a turno per fargli le congratulazioni per l'imminente ordinazione. Lui salutava tutti in modo duro, freddo, anaffettivo, senza sorridere mai. Sembrava di baciare una statua di marmo!!!!!!! Era come se sorridere (o mostrare gioia o altri sentimenti) fosse peccato! Questo atteggiamento duro l'ho visto anche nei suoi confratelli poco tempo dopo.

Un anno il seminario "Redemptoris Mater" fece un pellegrinaggio proprio qui a [...]. I seminaristi hanno anche partecipato a una messa dentro la Basilica di [...]. Una sera sono venuti in parrocchia con le comunità. Più che seminaristi in attesa dell'ordinazione, sembravano un plotone di marines in partenza per l'Iraq!!!!!!!!!

Perciò mi chiedo:
1) se io da ragazzo fossi entrato in un RM, sarei diventato anch'io così?
2) Che razza di preti diventano? Che cosa aspettarci quando invaderanno le parrocchie?
3) Come vengono formati nei seminari del Cammino? Cosa succede esattamente lì dentro?

E concludo dicendo: grazie a varie testimonianze, oggi conosciamo le traversie di ex catechisti (che hanno lasciato magari dopo più di 20 anni).

Grazie a Daniel Lifschitz oggi si è squarciato un velo sull'esperienza delle famiglie itineranti.

Ma non sappiamo nulla di cosa succede nei quasi 100 "Redeptoris Mater" sparsi per il mondo!
È mai possibile che non ci sia un ex seminarista che sia pronto a raccontare la propria esperienza sul web?

Giovanni

martedì 5 febbraio 2013

Un giretto al "Kiko-shop"

Oggi ce ne andiamo in giro per i "Kiko-shop", negozi specializzatissimi nel vendere tutti gli accessori indispensabili per la religione neocatecumenale, per rendere presente Kiko nella propria casa oltre che nelle salette della parrocchia.

Infatti non tutti sanno che per andare avanti nel Cammino occorre dotarsi di tutta la costosa attrezzatura designed by Kiko, di cui qui sotto presentiamo un brevissimo assaggio.

Vorrete mica la domenica mattina recitare le Lodi a Kiko senza la Croce Gloriosa di Kiko e senza accendere il cero di Kiko?
Vorrete mica celebrare il banchetto festoso e ballerino del sabato sera senza il copri-leggio progettato da Kiko?
Vorrete mica privare le chiavi della vostra macchina del "crocifisso appiattito" ideato da Kiko?
Vorrete mica cantare un canto non composto da Kiko?

Cominciamo con questo pregevole porta-libro-dei-canti. Sapete, il libro dei canti è l'accessorio indispensabile della liturgia (più indispensabile dell'orazione silenziosa, del digiuno eucaristico e dell'anima monda dai peccati mortali). Ecco dunque che il kiko-shop ci propone questa prestigiosa fodera con caratteri ebraici: come ben sapete, tutti i neocatecumenali leggono e parlano l'ebraico antico e l'aramaico, e si vede dal fatto che seguendo l'esempio di Kiko e Carmen parlano sempre di Talid, Mezuzà, Yeshivà, Shekinà, Merkavà, Torà, Menorà, Trallallero Trallallà...

Un altro indispensabile strumento liturgico è questo copri-breviario con l'orripilante riproduzione di un disegno di Kiko, disegno che evidentemente dev'essere di grande aiuto ai credenti nella religione neocatecumenale, quella dove si cantano esclusivamente i canti composti da Kiko. Non vorrete mica mostrare ai fratelli di comunità segni di una "religione naturale" come i "cristiani della domenica"!



Non tutti sanno che i neocatecumenali, per recitare le Lodi a Kiko la domenica mattina, hanno bisogno di tutto un bizzarro armamentario da tavolo, tra cui questa parodia del crocifisso da tavolo (notare i piedi separati: insomma, la "sesta piaga" è Kiko) ed un cero "per le lodi" sempre con uno sgorbio di Kiko (i ceri normali non vanno bene?).
La "croce gloriosa" di Kiko consiste nel fatto che Kiko crocifigge il Redentore.



Il "crocifisso appiattito" di Kiko è infatti una specialità di Kiko chiamata "croce itinerante". Oltre a mancare di forza di gravità (il soggetto è perfettamente orizzontale), vediamo che i piedi sono separati, ognuno con un suo chiodo, e che gli occhi praticamente non esistono. Non si capisce lo strano hula-hoop attorno alla pancia, e l'assenza della corona di spine. Mysterium kikianum!



Ecco un altro orrido crocifisso kikiano, addirittura antigravitazionale: il corpo è sbalzato verso l'alto, con le braccia che irrealisticamente formano un arco verso l'alto. Inoltre i piedi sono trafitti da un unico chiodo ma... com'è possibile che i chiodi nelle mani siano "verticali" e quello dei piedi sia sull'asse orizzontale? E come mai quest'ultimo chiodo ha la forma di una freccetta che esce dai piedi anziché penetrarvi? Mah! Mysterium kikianum, progettato appositamente per le "famiglie in missione", probabilmente per ricordare loro che devono portare Cristo in maniera distorta e bizzarra.


La menorà a nove fuochi (parodia di quella dell'ebraismo, a sette fuochi), è lo strano aggeggio da porre sui tavoloni ipertrofici neocatecumenali per la celebrazione della liturgia di Carmen e Kiko. In realtà si tratta della chanukkiàh, il candelabro a nove fuochi usato dagli ebrei per la festa di Chanukkà (la festa delle luci) che ricorda il miracolo del fuoco rimasto acceso nonostante la mancanza dell'olio all'epoca dei Maccabei e la loro riconsacrazione del Tempio (nella selva dei simboli neocat-giudaici rappresenta "i ricostruttori della vera Chiesa" e non può mancare sulle 'mense', al posto del Crocifisso, in occasione delle celebrazione!!). Quando un "catechista itinerante" chiese a Kiko il perché di quel nove, Kiko si imbufalì e buttò lì un bizzarro: «nove è il numero dell'evangelizzazione». Chissà dove l'ha scoperto: in venti secoli di storia della Chiesa nessuno aveva mai detto niente del genere. In realtà i bracci del candelabro (quelli con le luci) sono 8 e rappresentano i giorni in cui esso è rimasto miracolosamente acceso. il 9° braccio, quello centrale - detto "servitore" - in realtà contiene la riserva d'olio).



Ogni neocatecumenale che si rispetti deve tentare il più possibile di "giudaizzarsi". Ovviamente gli viene incontro il kiko-shop proponendo l'acquisto della Mezuzà, oggetto rituale ebraico contenente il rotolino coi versetti della Torà, che ai normali cristiani sembrerà piuttosto un amuleto. Riconoscibile, sul coperchio dell'astuccio, la scritta [El] Shaddài (il Nome di Dio Onnipotente) e, sotto, le tavole della Legge mosaica.

Pensate un po': il primo kiko-shop fu costituito nel 1972, quando il Cammino era numericamente del tutto irrilevante (Kiko e Carmen si erano installati in una parrocchia romana nel novembre 1968, neanche quattro anni prima).



Incredibile ma vero: su un kiko-shop spagnolo vedo nientemeno che un "portacero neocatecumenale" arrotolato a torciglione come Kiko comanda. Esatto: i portaceri normali non vanno bene...



La chitarra è obbligatoria in tutte le liturgie neocatecumenali per due precisi motivi: il primo motivo è che il canto liturgico consiste nell'eseguire le canzonette di Kiko con le chitarrelle proprio come la suona Kiko; il secondo motivo è che solo con quelle canzonette e quelle chitarrelle si "ritorna alle origini" dei "primi cristiani" della "chiesa primitiva".

Questo accessorio per chitarra, di cui ci sfugge l'esatto utilizzo, è istoriato con caratteri ebraici (riconoscibilissima la scritta Shemà Israel: i neocatecumenali hanno vere manie di ebraismo, grazie all'iniziatore Kiko e soprattutto all'iniziatrice Carmen). Parrebbe quasi che i neocatecumeni ardano di desiderio di lasciar perdere il cristianesimo e di diventare giudei tout-court.



E per la zuppa di latte neocatecumenale mattutina, non poteva mancare la tazza del Cammino che esibisce la riproduzione del quadro "Maria-Kiko" disegnato da Kiko (sull'icona, in alto, si può leggere distintamente "Maria" e "Kiko").

Ci fermiamo qui, anche se data la vastità dell'argomento saremo costretti a tornarci altre volte.

Ma la parte più divertente sarà quando qualche fratello delle comunità neocatecumenali vedendo questa pagina ci chiederà sincero ed entusiasta: ooh, che bello, ma dai, bellissimo, lo voglio anch'io, sai che figurone faccio coi fratelli di comunità! come sono spirituali! dove si possono comprare?




AGGIORNAMENTO
: da parte di "Neocat Pentito":


NON avete ancora parlato di tutto il corredo che ogni comunità deve avere alla fine del cammino:un portabbibbia in argento massiccio con 12 pietre dure incastonate rigorosamente made in Kiko un calice incastonato di pietre dure(decisamente osceno)anche esso made in kiko un turibolo e relativa navicella in argento,una brocca per il lavabo co relativo piatto e dulcis in fundo un calice di vetro per il latte e miele,il tutto rigorosamente made in kiko.Il valore di questi oggetti è molto elevato. In qualche comunità anni addietro erano stati comprati alcuni di questi oggetti da altre parti,ma quando i mega catechisti sono venuti a conoscenza di tali acquisti hanno redarguito i responsabili delle comunità.Questo per dire che se non hai l'arredo giusto il Signore non passa,mentre con l'arredo firmato Kiko la comunità ha già ottenuto la salvezza.

sabato 2 febbraio 2013

Buonumore: "credo in Kiko"

ABIURA
Al Supremo Inquisitore delle 17,08.

«Kiko ha il carisma!
chi sei tu per criticarlo?»
Abiuro tutto, la tortura che V.E. mi ha inflitto –ascoltare cento volte una catechesi di Kiko fissando la foto di Carmen- mi porta a rinnegare ogni mia critica. Perciò ecco il mio umilissimo atto di fede, il mio pubblico Credo nella Triade.

* Credo che Kiko abbia svolto un lungo apostolato in favore della degradata umanità di Palomeras Altas anche se i residenti dell’epoca hanno smentito tutto. Bugiardi invidiosi!

* Credo che Kiko abbia avuto le visioni da raccontare al bar anche se nessun santo si sarebbe mai sognato di parlarne senza ordine del proprio direttore spirituale.

* Credo che a Carmen sia apparsa Nostra Signora che l’ha chiamata “benedetta tu fra le donne” esattamente come l’arcangelo Gabriele ha fatto con Lei, anche se a nessuna santa della Chiesa Cattolica è mai capitata una cosa del genere. Del resto, perché a lui sì e a lei no, come fece notare Baccalà?

«Attento, vescovo!...»
* Credo che Kiko dica la verità quando per ogni cosa che dice o fa (soldi, Cina, soldi, Domus, soldi, canti, soldi, missioni popolari, soldi, itineranti, soldi) afferma che è stato Dio ad ordinarglielo espressamente. Viviamo nell’epoca dei social network e delle Tecnologie delle Comunicazioni, perciò è chiaro che l’Altissimo ha stabilito un contatto diretto e riservatissimo con lui.

* Credo che Kiko abbia ragione quando dice che la Chiesa ha fallito, che non sa evangelizzare, che è necessaria una nueva estetica, perché le sue affermazioni sono applaudite da tanti vescovi suoi amici quando generosamente li invita alla Domus, pagando loro viaggio e soggiorno.

* Credo che Carmen abbia fatto benissimo ad interrompere il Papa pubblicamente tante volte; chi credeva di essere Giovanni Paolo II? Come si dice, morto un Papa se ne fa un altro; brava Carmen che lo ha riportato verso l’umiltà.

Nei dipinti di Kiko, il Signore
ha sempre le fattezze di Kiko
* Credo a Kiko quando ha affermato che vescovi e cardinali devono obbedire a un laico; sennò perché avrebbe speso tutti quei soldi?

* Credo a Kiko quando dice che era volontà dell’Altissimo che si aprisse a Roma il primo Redemptoris Mater su richiesta di un laico qualunque e senza nessuna approvazione. La Grazia ha certamente toccato colui che glielo permise: “l’illuminato” cardinal Poletti. Tra fratelli ci si aiuta sempre.

* Credo a Kiko quando afferma che nei suoi richiami il Papa le cose le dice tanto per dire, perché deve. In realtà, si può fare tutto, risonanze, balletti, comunione in piedi e manducazione seduti, cambiare la liturgia, risuonare, raccogliere la decima. È la nueva estetica che si accompagna alla nuova evangelizzazione, solo i non illuminati non lo capiscono.

Kiko: «i cefali si pescano così:
si prende una cefala, e
tutti i maschi cefali la seguono...»
* Credo a Kiko quando ordina che in occidente ragazzi e ragazze neocatecumenali si sposino solo fra di loro, e vieta fidanzamenti con chi pur essendo cattolico praticante non va in comunità. Ma credo in Kiko anche quando manda in Cina ragazze perché sposino atei. Non importano le singole persone, è importante che nascano comunità, altrimenti come si fanno le decime?

* Credo a Kiko quando dichiara che la “Sofferenza degli innocenti” gli è stata ordinata da Dio: ascoltarla è una vera sofferenza.

* Credo a Kiko quando dichiarò che non esistevano testi scritti delle catechesi, perciò credo a Kiko quando rifiutò di accettare le correzioni dei testi scritti, perciò credo a Kiko quando disse di essere contentissimo dell’approvazione, perciò credo a Kiko quando disse che era volontà del Papa che fossero pubblicate, perciò credo a Kiko quando disse che pubblicarle sarebbe stata una catastrofe.

Il santino di san Kiko!
* Credo a Kiko quando dice che i catechisti hanno il discernimento: solo gli stupidi cretinetti non se ne accorgono quando detti catechisti sentenziano su lavoro, famiglia, figli, rapporti tra coniugi, amicizie, soldi, interessi, hobby, affari, parenti. È chiaro che solo agli illuminati potrebbero venire in mente certe cose tipo lascia il lavoro, caccia di casa tuo figlio, vendi la casa e dai i soldi al cammino. Altrimenti, se non vi fosse l’illuminazione come potrebbe fare certe cose gente che non ha mai studiato alcunché di catechismo, fatto corsi, che spesso ha notevoli problemi caratteriali?

* Credo a Kiko quando dice che le sue catechesi sono ispirate dallo Spirito. La vecchia e superata Chiesa non aveva capito nulla su cose tipo la parabola delle dieci vergini, del fango, del fico sterile; per fortuna c’è “l’illuminato” che ha capito tutto.

* Credo a Kiko quando parla di pietre e tabernacoli, si cercherà di cronometrare la Presenza Reale nella pagnotta, così da manducarla nel breve tempo in cui vi si trova. Dopodiché gli avanzi della pagnotta potranno essere utilizzati per farci la zuppa con il calice del latte e miele (solo per le comunità che hanno finito il cammino).

Nueva Estetica: ecco l'Uomo-Patata:
occhi neri, buco sulla guancia...
* Credo a Kiko quando dice che l’uomo resta schiavo del demonio per tutta la vita e non può non peccare. Logico, se lo sei pecchi senza colpa perché uno schiavo non ha volontà, perciò si fanno le penitenziali, per confessare i propri peccati che non si sono commessi volontariamente, quindi è la comunità che ti assolve. Chiaro, no? E la vecchia Chiesa che insiste ancora con il libero arbitrio e la responsabilità personale…

* Credo a Kiko quando dice che la rinuncia ai beni è un dovere non solo per i religiosi che hanno fatto voto di povertà ma per tutti. Grazie alla decima e alle collette per la comunità, per i seminari, per i seminaristi, per i parenti dei seminaristi, per le famiglie in missione, per la Domus, per la tournée della Sinfonia, per l’evangelizzazione eccetera, evangelicamente porta tutti verso la povertà. Bene fanno perciò i catechisti a chiedere negli scrutini quanto e cosa abbiano dato i fratelli. Il precetto evangelico secondo il quale la destra non sappia cosa fa la sinistra si applica, come giustamente vuole Kiko, solo per il bilancio della Fondazione Famiglia di Nazareth. È segretissimo e non rendicontato, ed è un bene perché altrimenti qualcuno potrebbe essere indotto in tentazione, e questo sarebbe un male. Solo l’illuminato ha il discernimento necessario per gestire certi capitali senza macchiarsi di cupidigia.

Così nacque il Cammino nel 1964:
Kiko chiese soldi a Carmen
* Credo a Kiko quando dice che ogni volta che va in una città la esorcizza. Solo gli ignoranti in malafede obiettano che non è un sacerdote incaricato dal vescovo e quindi oltre a commettere un abuso entra in relazione con il demonio. Kiko può tutto perché ogni cosa gli viene sempre ordinata dall’Altissimo. Lo prova la mistica apparizione di un uccello ogni volta che esorcizza: colombe bianche, canarini, pettirossi, merli, beccafichi, galline, capponi, oche e a volte anche pappagalli. Altro che san Francesco che predicava a semplici passerotti.

kicArMEN.


Ringrazio "L'Apostata" (apòstata dal kikismo-carmenismo) per il testo sopra riportato. Mi scuso per la quantità di "link", irrisoria rispetto a quanto già pubblicato e ben noto.

I soliti attivisti neocatecumenali s'infurieranno ancor prima di leggere il solo titolo di questa pagina, tanto più che l'ironia coglie continuamente nel segno.