lunedì 31 gennaio 2011

Kiko contro i social networks

Una recente testimonianza dalla Spagna, dalla quale apprendiamo che -come al solito- Kiko proibisce internet e che anche lì il Cammino inesorabilmente decresce.


Kiko Argüello torna a contraddire il Papa, ordinando ai neocatecumenali di abbandonare i social networks

Di recente, nello scorso annuncio di Avvento al Cammino [30 novembre 2010, ndt], è stato ordinato ai neocatecumenali (e in modo particolare ai giovani) di non avere nessun contatto con i nuovi social network, come Twitter, Facebook, Tuenti, LinkedIn, MySpace, Orkut...

È stato inoltre detto: o il Cammino, o i social network; chi entra nei social network dovrà abbandonare il Cammino.

Questa tecnica ricattatoria è molto utilizzata nel Cammino Neocatecumenale: quando una persona viene catturata dal Cammino si crea una dipendenza che il Cammino conosce, approva ed utilizza per ricattare ("te ne puoi andare solo quando te lo diciamo noi", che è un modo elegante per imporre di rimanere).

Dopo uno sguardo in alcuni di questi network dove erano presenti molti membri del Cammino, abbiamo scoperto che alcuni hanno abbandonato i loro account, altri li hanno disattivati, anche se sulla maggior parte ancora non sapremmo ancora dire come è andata.

Ma questo non ci sorprende troppo: infatti Kiko aveva detto che Internet è figlio del demonio, ordinando ai neocatecumenali di non utilizzarlo [Annuncio di Avvento 2006, ndt].

Il fatto è che Kiko ha paura che i suoi seguaci scoprano la verità sul Cammino, i suoi abusi, le sue eresie, l'atteggiamento di rifiuto da parte della stragrande maggioranza di cattolici rispetto alla sua organizzazione pseudo-settaria.

Quando un adepto del Cammino Neocatecumenale comincia ad avere contatti con ex-adepti, finisce presto per scoprire quanto lo stiano ingannando, quante falsità contengano le "catechesi" neocatecumenali (annunci, passaggi, etc), quanto si vada contro la dottrina della Chiesa nelle questioni dell'interpretazione "libera" della Bibbia, quanto sia grave peccato contro Dio quell'arrogarsi, da parte dei cosiddetti "catechisti", il diritto di parlare a Suo nome.

Ma curiosamente Kiko si prende la libertà di infischiarsene delle parole del Papa, a meno che non gli tornino comode, e comunque si permette di contraddirle quando vuole.

Perché diciamo questo?

Stavolta lo diciamo semplicemente perché nel vietare ai giovani i social networks, Kiko Argüello contraddice ancora una volta ciò che ha detto il Papa, in particolare nel Messaggio per la Giornata Mondiale 2009 delle Comunicazioni Sociali.
Aggiungiamo una nostra chiosa: [vedi anche Messaggio del 2011]. Quest'anno, tra le altre cose così dice papa Benedetto XVI, rivolgendosi ai giovani, che non vengono dissuasi ma incoraggiati proprio all'uso del social network, con preziosissimi consigli e indicazioni, che valgono anche per noi: "...L’impegno per una testimonianza al Vangelo nell’era digitale richiede a tutti di essere particolarmente attenti agli aspetti di questo messaggio che possono sfidare alcune delle logiche tipiche del web. Anzitutto dobbiamo essere consapevoli che la verità che cerchiamo di condividere non trae il suo valore dalla sua "popolarità" o dalla quantità di attenzione che riceve. Dobbiamo farla conoscere nella sua integrità, piuttosto che cercare di renderla accettabile, magari "annacquandola". Deve diventare alimento quotidiano e non attrazione di un momento...

Quel meraviglioso messaggio del Santo Padre è chiaro: incoraggia i giovani a partecipare ed essere presenti nei nuovi social network, nuovi orizzonti dove portare, come indicava anche Giovanni Paolo II, la buona novella, la testimonianza della propria fede.

Ma Kiko Argüello vieta ai suoi giovani seguaci di farlo. E lo vieta perché ha paura che venga a galla la verità sul Cammino. Curiosamente, i leader delle sètte tendono a tagliar fuori i loro membri da ogni contatto con l'esterno, vietando perfino di guardare il telegiornale o leggere i giornali; pretendono che non si abbiano contatti al di fuori del gruppo, in modo da poter manipolare a piacimento i propri membri. Anche in altri gruppi settari osserviamo il divieto per i membri di utilizzare internet... ma dai, sarà una coincidenza, no?

Sempre più spesso accade che degli ex-neocatecumenali si trovano a denunciare pubblicamente ed ai vescovi le atrocità e le aberrazioni contenute nel Cammino.

Tutti sanno ormai che nel Cammino entrano sempre meno adepti; basta vedere come le nuove comunità crescano solo assorbendo i figli dei propri adepti e sempre più raramente membri esterni, e questi ultimi sono generalmente persone che desiderando sposare un membro del Cammino sono costrette ad entrare nel Cammino.

È altrettanto noto che intere famiglie, nonni, genitori, figli sposati con le loro famiglie, cugini, etc, stanno lasciando in massa il Cammino. Ma ai neocatecumenali questo non importa, non vogliono chiedersi come sia possibile che intere famiglie abbandonino il Cammino. Le comunità costituite da più tempo si ritrovano ad aver sempre meno membri.

In sintesi.

Kiko Argüello si è permesso ancora una volta, contrariamente alle raccomandazioni del Santo Padre e dunque della Chiesa, di vietare ai suoi adepti di non accedere ai social networks sotto pena di espulsione (cioè "invito ad abbandonare il Cammino", come i neocatecumenali preferiscono dire), mentre la Chiesa, per bocca di papa Benedetto XVI oggi e Giovanni Paolo II prima di lui, aveva raccomandato e suggerito il contrario. Kiko Argüello ha la temerarietà di contraddire la Chiesa perché teme che i suoi adepti scoprano la verità sul Cammino.

Questa decisione dimostra ancora una volta che il Cammino usa le parole della Chiesa solo quando fanno comodo.

Infine ci chiediamo se il prossimo divieto da parte di Kiko sarà contro le partite di calcio in TV, contro le scuole e i collegi che non sono neocatecumenali, contro gli incontri con persone che non sono del Cammino... lo vedremo al prossimo Annuncio.

Ringrazio Muriel del sito web Granadaenlared.com che mi ha dato l'idea, per ricordarle come sempre che Dio ci ama così come siamo, non come esigono i "catechisti" del Cammino Neocatecumenale.

Buon avvento.

Fonte: La Verdad Sobre los Kikos, articolo del 14 dicembre 2010.

giovedì 27 gennaio 2011

Cosa significa ancora 'Osservatorio sul Cammino Neocatecumenale secondo Verità'

Questo blog si intitola "Osservatorio sul Cammino Neocatecumenale secondo Verità".

Si intitola "secondo Verità" perché le notizie che circolano sul Cammino Neocatecumenale sono quasi tutte provenienti dall'efficace propaganda neocatecumenale che -come abbiamo mille e mille volte già dimostrato- non è molto amica della Verità. Un facile esempio è dato dall'ineffabile Gennarini, all'epoca (1/1/2006) portavoce del Cammino negli USA, che parlò delle decisioni di Papa Benedetto XVI interpretandole esattamente al contrario. Un altro esempio è di quando Kiko-Carmen-Pezzi scrivono al Papa (17/1/2006) «siamo contentissimi delle norme» per poi contraddire completamente tale versione due anni dopo siamo persi! qui finisce tutto!»).

Si intitola poi "osservatorio" perché il nostro scopo è soltanto di osservare e documentare gli aspetti problematici del Cammino Neocatecumenale, anzitutto in ambito liturgico e in ambito dottrinale. Per esempio la cosiddetta lettera di Arinze contenente le «decisioni del Santo Padre» è sempre stata disattesa, anche se nel 2008 è diventata parte dello Statuto neocatecumenale (con la sola piccola precisazione che la Comunione va fatta "in piedi"... mentre purtroppo in pressoché tutte le comunità neocat si continua a consumarla comodamente seduti). Un altro esempio è la pubblicazione del Direttorio Catechetico: prima per decenni i neocat ne hanno negato l'esistenza (anche dopo che negli anni ottanta e novanta trapelarono parecchie parti); quindi Kiko conferma che è volontà del Papa che vengano pubblicati, infine Kiko afferma che «sarebbe un male» pubblicare la versione "emendata" e che lui lo farebbe solo se "obbligato" (ma perché tutta questa segretezza su un testo formalmente "approvato"?).

I riconoscimenti, le approvazioni e gli incoraggiamenti che il Cammino Neocatecumenale è riuscito finora ad ottenere, non solo non attenuano ma addirittura aggravano la responsabilità dei suoi leader e dei suoi cosiddetti "catechisti". Che senso ha gridare "abbiamo lo Statuto" se poi viene vista come punizione la sua normale applicazione? Che senso ha vantare "approvazioni", quando l'atteggiamento verso la gerarchia cattolica è di rivendicazione? Che senso ha vantare migliaia di vocazioni se per esortarle Kiko grida «aspetti che tua madre muoia di cancro?» e spaccia statistiche fasulle? Che senso ha vantarsi "al servizio della Chiesa" se poi si usa «ogni potere» possibile per andare contro i vescovi?

Papa Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno più volte incoraggiato i neocatecumenali (facendo buon viso a cattivo gioco), un po' come l'insegnante concede una sufficienza "per incoraggiamento" allo studente capriccioso e testardo, usando misericordia fino all'inseguire la pecorella recalcitrante lasciando le altre novantanove nel deserto. Domandiamocelo tutti, con onestà: sono forse "frutti dello Spirito" le stravaganze liturgiche e le ambiguità dottrinali? Sono forse un «ravvivare e consolidare le diocesi e le parrocchie» le disobbedienze ai vescovi e persino allo Statuto? Sono forse un «particolare dono dello Spirito» l'orgoglio, l'arroganza, l'ignoranza, il sentimento di superiorità, l'atteggiamento sprezzante e irrispettoso? Può essere mai uno «strumento prezioso» un Cammino che obbedisce a modo suo e che interpreta a proprio comodo insegnamenti e prassi della Chiesa? Perché quella fissazione sulla segretezza come gli gnostici?

Purtroppo non si tratta di episodi isolati, non si tratta di problemi circoscritti a poche zone: il Cammino è sempre stato così, ovunque nel mondo il Cammino ha sempre manifestato quei problemi, chiunque abbia avuto a che fare col Cammino si è sempre trovato di fronte a quelle cose. Per tutti coloro che hanno intrapreso il Cammino Neocatecumenale viene prima o poi un momento in cui ci si domanda: ma devo seguire il Papa o devo seguire Kiko? ma devo seguire quel che venti secoli di santità hanno lasciato alla Chiesa, o devo seguire le novità create da Kiko e Carmen? È un bivio che non lascia alternative, è un bivio in cui si deve scegliere da che parte stare, è un bivio in cui il fingere di non vedere significa prendere la strada sbagliata. Un "Osservatorio" come il nostro tenta, nel suo piccolo, di gettare un po' di luce di fronte a quel bivio, a beneficio di quelle anime che in cuor loro desiderano utilizzare il Cammino per servire il Papa (e non viceversa).

Proprio ora che i neocatecumenali hanno tutti i riconoscimenti che volevano (Statuto, Direttorio), è importante, necessario e urgente che venga chiarito che al Cammino compete la liturgia della Chiesa (non le chiassate da osteria), è urgente e necessario che il Cammino insegni ciò che ha sempre insegnato la Chiesa, non le bislacche e ambigue teorie di Kiko e Carmen (che, ricordiamolo, han dovuto essere molto «emendate» e corrette: e ancora non è chiaro se e quando i cosiddetti "catechisti" neocatecumenali mostreranno quelle correzioni stigmatizzando gli errori insegnati per oltre quarant'anni e chiedendo perdono ai tanti ex-neocatecumenali). In sintesi, è necessario che il Cammino segua pubblicamente la strada che la Chiesa ha sempre indicato: senza sotterfugi, senza ambiguità, soprattutto senza segretezza. Quando ciò avverrà, avremo finalmente la gioia di veder diventare inutile questo "Osservatorio". Il quale nel frattempo, ha la sua piena legittimazione nei seguenti Documenti Ecclesiali:

Dalla Costituzione Dogmatica Lumen Gentium:
37. I laici, come tutti i fedeli, hanno il diritto di ricevere abbondantemente dai sacri pastori i beni spirituali della Chiesa, soprattutto gli aiuti della parola di Dio e dei sacramenti; ad essi quindi manifestino le loro necessità e i loro desideri con quella libertà e fiducia che si addice ai figli di Dio e ai fratelli in Cristo. Secondo la scienza, competenza e prestigio di cui godono, hanno la facoltà, anzi talora anche il dovere, di far conoscere il loro parere su cose concernenti il bene della Chiesa. Se occorre, lo facciano attraverso gli organi stabiliti a questo scopo dalla Chiesa, e sempre con verità, fortezza e prudenza, con rispetto e carità verso coloro che, per ragione del loro sacro ufficio, rappresentano Cristo. I laici, come tutti i fedeli, con cristiana obbedienza prontamente abbraccino ciò che i pastori, quali rappresentanti di Cristo, stabiliscono in nome del loro magistero e della loro autorità nella Chiesa... [a condizione che sia rispondente alla fede della Chiesa universale rispetto ad innovazioni e nuove dottrine che rischino di alterare e pregiudicare l'integrità della Fede ricevuta]

CCC. 907. « In rapporto alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l'integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l'utilità comune e la dignità della persona » (CJC canone 212, § 3).


Un'ampia nota a margine. Noi non siamo ostili al Cammino: siamo ostili solo agli errori liturgici e dottrinali, che sono la vera origine di tutti i problemi. Noi condanniamo quegli errori sulla base dell'insegnamento di sempre della Chiesa (al quale tutti possono accedere: Catechismi e libri liturgici non sono segreti per nessuno), contro la confusione che oggi regna.

Come non chiedersi come fa un direttorio catechetico a contare più di 3.000 pagine quando il Catechismo (e non il compendio) ne fa 982 compreso l'indice?

La documentazione che presentiamo vale più delle nostre singole testimonianze. L'impressione che abbiamo del Cammino è fondata su quel che abbiamo vissuto e sulla scoperta che altri (molti altri! in tutto il mondo!) hanno sofferto quanto e più di noi, a causa del Cammino Neocatecumenale. Sarebbe assai disonesto pretendere di giudicare tutto solo dai toni duri che talvolta utilizziamo, durezza che spesso è conseguenza del vedere con che orgoglio e arroganza i neocatecumenali difendono le loro invenzioni.

È un grande gesto di carità consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori, perché solo nella Verità può sussistere vera carità. La nostra piccola opera non curerà i sordi che non vogliono sentire e i ciechi che non vogliono vedere, ma sarà di sostegno a quanti desiderano difendere il dono del Cammino dall'orgoglio e dall'arroganza dei suoi leader.

Per il resto rimaniamo ancora qui a parlare e a mettere in risalto gli insegnamenti e le ricchezze spirituali cattoliche, che abbiamo ricevuto nella Chiesa e dalla Chiesa.

mercoledì 26 gennaio 2011

Travaso di bile di un neocatecumenale

L'amore per la Verità (cioè il motivo per cui esiste questo blog) ogni tanto produce anche situazioni divertenti: in modo particolare, quando qualche nemico della Verità sbotta con furia e livore contro chi non difende i suoi idoli.

Ecco dunque un esempio di come un neocatecumenale ha appreso una (per lui) penosa notizia (questa pagina è dedicata a tutti coloro che pensano che siamo poco diplomatici e poco politically correct).

Primo esempio. Il neocatecumenale mostra di ragionare in questo modo:
  • l'arcivescovo dice che i cosiddetti "catechisti" neocatecumenali sono ignoranti
  • ma il Direttorio sarebbe stato già approvato da tempo
  • per cui l'arcivescovo avrebbe torto e sarebbe pieno di pregiudizi.
Quiz: di quale fallacia si tratta?

Risposta esatta! Ad ignorantiam!

Nella seconda parte del suo sillogismo presume senza essere capace di dimostrarlo (ed esclusivamente a suo vantaggio, e comunque contro ogni ragionevole indizio accumulato fino ad oggi) che i cosiddetti "catechisti" seguano alla lettera il Direttorio che, benché "approvato", non è stato ancora pubblicato. Esilarante!

Vediamo un altro esempio:
  • l'arcivescovo dice che i cosiddetti "catechisti" neocat interpretano la Bibbia in modo fondamentalista
  • ma se lo dice, allora è per pregiudizio e antipatia
  • altrimenti si esige che l'arcivescovo indichi con esattezza quali parole e quali episodi e quali persone gli abbiano dato tale impressione.
Quiz: di quale fallacia si tratta?

Risposta esatta! Ad hominem e ad judicium!

Infatti: dapprima nega che il vescovo possa aver detto quelle cose in base ad un motivo ragionevole, e subito dopo pretende che gli si presenti formalmente (per giudicarla da solo) la montagna di eventi e parole che hanno convinto il vescovo a formulare legittimamente quel giudizio e a trarre legittimamente quelle conclusioni.

Subito dopo il neocatecumenale, nel furore dell'ira, si lascia andare alla solita noiosa invettiva:
  • la Santa Sede ha "approvato"
  • dunque un singolo arcivescovo non può mettersi contro la Santa Sede
  • perciò sarebbe evidente che l'arcivescovo è dispotico e conosce poco il Cammino.
Quiz: di quale fallacia si tratta?

Risposta esatta! Ad hominem e ad auctoritatem!

Non è affatto la prima volta che vediamo qualche neocatecumenale lanciare insulti furiosi e giudizi temerari e forzare il significato dell'approvazione nel divieto di criticare in qualsiasi modo il Cammino.

Ma il momento più spassoso e più veritiero è quando il tipo neocatecumenale di cui sopra afferma che le decisioni dell'arcivescovo vanno nella direzione opposta al Cammino...

Ma questo è proprio ciò che abbiamo sempre detto! Il Cammino, per normalizzarsi, per diventare cattolico, deve procedere in direzione opposta, sostituendo le dottrine kikiane-carmeniane con il Catechismo, sostituendo le risonanze e monizioni con la recita del rosario, sostituendo l'esclusivismo con l'integrazione nella parrocchia, eccetera, eccetera, eccetera e... diventando trasparente nella gestione economica!

Il tipo sopra citato insiste ancora affermando che non sarà il fermare il Cammino a renderlo più disponibile alla comunione ecclesiale!

Questa è davvero interessante. Il nostro caro amico neocatecumenale sta dicendo che il Cammino si apre alla comunione ecclesiale soltanto se nessuno lo ostacola. Sembra proprio una minaccia mafiosa...

Ma più vado avanti e più le invettive di quel neocatecumenale diventano comiche: un attimo dopo dice che il divieto di accogliere nuovi adepti del Cammino (divieto imposto dall'arcivescovo sopra citato) corrisponderebbe nientemeno che al divieto di annunciare Gesù. Divieto contro il quale il 'tipo' osa utilizzare addirittura una citazione di san Paolo.

Sì, sì, avete capito bene: vietare al Cammino di fare nuovi adepti sarebbe contrario alle Sacre Scritture! Che umorismo!

Infine, come pennellata finale, c'è la solita affermazione che i vescovi non devono fare nulla che non abbia il pieno consenso dei fondatori del Cammino.

Lo dice velatamente, affermando che bisogna essere sì uniti ai vescovi ma seguendo le "linee-guida" dei fondatori del Cammino.

In parole povere ci sta dicendo che per i neocatecumenali vale più Kiko che la gerarchia cattolica.

E invocando nientemeno che un "intervento del Papa" contro tale arcivescovo (reo di essere in piena comunione col Papa ma non abbastanza in comunione col Cammino), il neocatecumenabile dimostra che per lui e i suoi pari il Papa sarebbe solo uno strumento per far andare avanti Kiko, Carmen e il Cammino.

Della serie: più chiari di così...!

lunedì 24 gennaio 2011

La Sacra e Divina Liturgia, Azione di Cristo o dell'Assemblea?

Il 4 dicembre del 1963 tra la gioiosa attesa di molti e l'inquietudine di alcuni, Paolo VI unitamente ai Padri conciliari, promulgava la costituzione Sacrosanctum concilium sulla liturgia, approvata al termine della seconda sessione conciliare con una votazione plebiscitaria (2147 voti favorevoli e 4 contrari). Paolo VI, consapevole del valore e del significato di quanto era avvenuto, affermava: «Primo tema Sacra Liturgia... Noi vi ravvisiamo l'ossequio alla scala dei valori e dei doveri: Dio al primo posto, la preghiera prima nostra obbligazione; la liturgia, prima fonte della vita divina a noi comunicata, prima scuola della nostra vita spirituale, primo dono che noi possiamo fare al popolo cristiano».

A questo fine è rivolto il desiderio della chiesa, di cui la costituzione si fa espressione: «È ardente desiderio della madre chiesa che tutti i fedeli siano formati a quella piena, consapevole e attiva partecipazione alle celebrazioni liturgiche» (SC 14). Insistendo sulla finalità della partecipazione alla celebrazione liturgica, la costituzione ribadisce con forza che nella liturgia della nuova alleanza, ogni cristiano è pienamente leiturgos, in quanto l'offerta della sua vita, in comunione con il sacrificio di Cristo compiuto una volta per sempre, è il culto spirituale gradito a Dio.

Pertanto, il credente che celebra la sua fede battesimale deve accordare il primato all'interiorizzazione, partendo dall’Adorazione e quindi all'appropriazione personale di ciò che nell'azione liturgica ha ascoltato e compiuto nella consapevolezza che solo un'autentica interiorizzazione potrà garantire una esteriorizzazione capace di esprimere ciò che è vissuto in profondità.

La Santa e Divina Liturgia è culto umano divino, visibile ma dotato di dimensioni invisibili impegnato nell'azione e dedito alla contemplazione presente nel mondo e nella vita. In modo tale che quanto in esso è umano sia ordinato e subordinato al divino, il visibile all'invisibile, l'azione alla contemplazione.

Stima per i riti riconosciuti

La S.C., 4 considera di pari onore e diritto tutti i riti legittimamente conosciuti e conservati [già il concilio di Trento, decideva di non abolire il riti con una tradizione di almeno 200 anni. Sfatiamo quindi la leggenda che il rito neocatecumenale faccia parte di questo tipo di riti, che sono, ad esempio l'Ambrosiano, il Mozarabico, Siriaco, Copto, Melchita, Maronita... antichi di millenni e non appartenenti alle improvvisazioni ed alla creatività post-conciliare di un laico improvvisato liturgo.]

Ogni Liturgia è opera di Cristo Sacerdote e del Suo Corpo che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza e nessuna azione della Chiesa ne uguaglia l'efficacia allo stesso modo e allo stesso grado. (SC, 7)

Missione altissima del Sacerdote: guidare i fratelli alla piena consapevolezza ed attiva partecipazione interiore ed esteriore come fedele dispensatore dei misteri divini. Nella liturgia Dio parla al suo popolo e Cristo annunzia e realizza ancora il Vangelo.

"Communicatio in sacris"
Siamo nella settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. Il problema di arrivare ad una piena “communicatio in sacris”, non è così semplice come sembra apparire a chi è per il dialogo a tutti i costi, perché il punto focale sono i ‘nodi’ della Liturgia , che non sono facili da sciogliere, dal momento che scaturiscono da una diversa concezione teologica che configura, com’è logico, anche una diversa antropologia… Lex orandi lex credendi, e quindi anche vivendi...

C’è molto da dire, ma mi limito a questo:

Se siamo tutti sacerdoti allo stesso modo (assolutizzando il ’sacerdozio regale’ che tutti riceviamo nel battesimo) e non abbiamo bisogno di un ‘mediatore’ nella celebrazione, siamo noi che celebriamo… e possiamo arrivare a pensare che il Signore si fa Presente in ragione di quella Assemblea che celebra… E’ l’Assemblea al centro e non il Signore...

Invece la Chiesa insegna e noi professiamo che il celebrante è il Signore, la Liturgia è “Opus Dei”, non opera dell’uomo… a noi infatti è chiesto di farci presenti all’evento che si compie (non al ‘memoriale’ che si racconta) con atteggiamento di fiducia di accoglienza e di consapevolezza di CIO’ CHE ACCADE: il Signore ri-presenta al Padre il Suo Sacrificio e ci introduce nel mondo della Risurrezione…

Vorrei entrare maggiormente nel senso profondo e nelle meraviglie che scaturiscono dal VIVERE la Messa in questo modo; ma un po’ per pudore, un po’ per non esser troppo lunga, mi limito a dire l’essenziale, perché tutti possiamo continuare a far tesoro di questi insegnamenti che la Tradizione viva della Chiesa non ha mai ripudiato... e il nostro Papa mi pare che sta andando proprio in questa direzione...

Ovviamente non mi riferisco soltanto alla riabilitazione del Vetus Ordo con il Motu proprio, che è già una cosa grandissima, anche se purtroppo non capita nemmeno da molti vescovi (!?), ma al fatto che con gesti e parole il nostro Papa sta facendoci riscoprire la dignità e la solennità che merita anche il Novus Ordo, oggetto purtroppo di tante, troppe, banalizzazioni abusi ed arbitrii, che non si confanno ad una cosa così SERIA come la Liturgia…

Oltre che espressione della fede, la Liturgia è anche difesa della fede in quanto teologia pregata o teologia in ginocchio. La lex orandi è una via molto facile per introdurre nel sentire comune della fede del popolo di Dio elementi non corrispondenti alla Rivelazione e alla Tradizione.

Da una preghiera fatta male e con contenuti impropri, deriverà inevitabilmente anche un modo di credere distorto e non in sintonia con la fede cattolica.

Partiamo da queste essenziali premesse per poi approfondire, nel prossimo articolo, la "partecipazione attiva"...

venerdì 21 gennaio 2011

Giappone: vescovo sospende il Cammino

mons. Osamu Mizobe
Il vescovo parla dei Neo-cat

Il vescovo di Takamatsu, mons. Osamu Mizobe, ha pubblicato oggi la lettera pastorale per il Nuovo Anno intitolata "Il Cammino Neocatecumenale" nella quale descrive la visita dei vescovi giapponesi a Roma per discutere i problemi che sono sorti con quel movimento in Giappone.

Il vescovo ha annunciato che «finché non avremo ricevuto la visita dell'inviato del Santo Padre, tutte le attività del Cammino Neocatecumenale in questa diocesi sono sospese».

Il vescovo Mizobe ha detto che finora ha tentato di trattare i problemi del Cammino Neocatecumenale nella Chiesa in Giappone "nel modo più discreto possibile", sperando nella "autodisciplina".

Il 13 dicembre il vescovo Mizobe era tra i quattro vescovi giapponesi che hanno discusso con papa Benedetto XVI in Vaticano le loro preoccupazioni sul Cammino Neocatecumenale. Nel suo messaggio il vescovo dice che, contrariamente a quanto si aspettavano, i vescovi giapponesi hanno scoperto che al tavolo col Papa si erano aggiunti il Segretario di Stato card. Tarcisio Bertone, cinque altri cardinali, ed un arcivescovo.

La diocesi di Takamatsu è stata al centro dei problemi col Cammino Neocatecumenale dei vescovi giapponesi per decenni, specialmente da quando fu aperto nel 1990 un seminario diocesano Redemptoris Mater, affiliato col Cammino.

Il salesiano vescovo Mizobe (in precedenza vescovo di Sendai) è vescovo di Takamatsu dal luglio 2004.

La diocesi di Takamatsu conta circa 5000 cattolici.

Qui sotto il testo della lettera pastorale del vescovo Mizobe.

Lettera pastorale per il nuovo anno, dal vescovo Osamu Mizobe
Al clero, ai religiosi e ai fedeli della diocesi di Takamatsu

All'inizio di questo nuovo anno vi porgo i miei saluti, pregando che quest'anno camminiate insieme a me, vostro Vescovo, per portare "Rinascita e Unità" nella nostra diocesi.

L'anno scorso, il 13 dicembre 2010, dopo aver ricevuto un messaggio dalla Segreteria di Stato Vaticana in cui si chiedeva una discussione sul Cammino Neocatecumenale, mi sono recato a Roma con altri tre vescovi giapponesi. Ci aspettavamo di avere un incontro col Santo Padre, col Segretario di Stato card. Bertone, e col Prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei Popoli, card. Dias.

Invece, quando siamo arrivati al nostro alloggio, siamo stati avvisati che l'incontro si sarebbe tenuto in un diverso orario e un diverso posto e che eravamo attesi dal Santo Padre, da cinque cardinali e da un Arcivescovo (sottosegretario della Segreteria di Stato). Siamo stati sorpresi di vedere all'incontro anche il vescovo Hirayama, che è stato di aiuto per la traduzione simultanea. Non scenderò nei dettagli di ciò di cui si è parlato durante l'incontro.

Nelle edizioni del 2 e del 16 gennaio 2011 del Settimanale Cattolico giapponese c'è un articolo riguardante quell'incontro con informazioni concrete sulle fonti cattoliche nell'internet da cui si può sapere del contenuto di quell'incontro.

Alla fine dell'anno scorso e all'inizio di quello corrente molti sacerdoti e laici della diocesi hanno chiesto un resoconto dell'incontro a Roma. Mi è stato chiesto quale sarebbe stata la posizione della diocesi di Takamatsu a proposito del Cammino Neocatecumenale.

Mi è anche dispiaciuto l'aver ricevuto un appunto sul fatto che sarebbe stato inammissibile sostenere la posizione del "non sapere, non essere informato". Nell'internet, sia in Giappone che in altri paesi, è stata ampiamente diffusa la notizia che i vescovi giapponesi erano stati convocati a Roma. Nell'internet si può leggere di come la diocesi inglese di Clifton vietò tutte le attività del "Cammino", e della conferenza dei vescovi della Palestina che ha pubblicato un documento chiedendo al Cammino Neocatecumenale di autodisciplinarsi nella propria attività.

Recentemente l'arcivescovo di Lingayen-Dagupan nelle Filippine ha annunciato che sarebbe stata condotta un'inchiesta sul Cammino Neocatecumenale nella sua arcidiocesi. Nell'internet si trovano ovunque articoli sul "Cammino", in italiano, spagnolo e inglese. Ciò che tali articoli ci fanno capire chiaramente è che i problemi col Cammino Neocatecumenale non sono esclusivi della diocesi di Takamatsu e della Chiesa in Giappone. Il mondo intero attende con attenzione notizie dalla Chiesa in Giappone. Data la serietà di questa questione, ho deciso di dare un chiaro resoconto di ciò che sta avvenendo e di spiegarvi la posizione della nostra diocesi.

Dopo essere rientrati da Roma, il Nunzio Apostolico ha chiesto di avere un incontro con noi il 23 dicembre. A tale incontro hanno presenziato l'arcivescovo di Tokyo, mons. Okada, e tre vescovi. Ci è stato riferito che c'era una forte possibilità che sarebbe venuto in Giappone un inviato speciale del Santo Padre. Fino a quel momento, tuttavia, in relazione alle attività del "Cammino", si decise che ogni vescovo sarebbe stato libero di procedere liberamente per la sua diocesi.

All'incontro a Roma i quattro vescovi giapponesi fecero presente che la questione riguarda le leggi disciplinari della diocesi e come tale è sotto la giurisdizione dell'ordinario locale. Facemmo presente anche il fatto che l'approvazione del Cammino Neocatecumenale da parte di Roma non implica automaticamente che una diocesi debba accettarli.

Abbiamo anche ricordato il fatto che chi meglio può comprendere la situazione di una diocesi è il suo stesso vescovo e che perciò qualsiasi decisione presa a Roma deve anzitutto cominciare con una discussione con gli ordinari locali. Le opinioni dei cardinali presenti all'incontro sono state tuttavia diverse, e quell'incontro fu più semplicemente l'espressione dell'opinione di ognuno dei presenti piuttosto che una discussione. Era chiaro che la decisione della Conferenza episcopale del Giappone di sospendere le attività del Cammino Neocatecumenale era un grosso problema per il Vaticano, per cui è stato necessario riflettere su un piano d'azione. In tal senso il Santo Padre ha detto che era favorevole a mandare un suo inviato speciale in Giappone.

L'inviato del Vaticano sicuramente verrà nella nostra diocesi. Se consideriamo l'altro aspetto di tale decisione (di un inviato speciale), capiamo quanto sia ampia la spaccatura nella nostra diocesi. Peraltro questa è la seconda volta che arriva un inviato. Nel 2003 alla nostra diocesi fu inviato dalla Corea il card. Kim che, dopo la sua visita, compilò un rapporto dettagliato.

In quel rapporto analizzò la situazione della diocesi e propose dei metodi per rimediare. Il card. Dias, Prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, ha detto che l'inviato verrà ad ascoltare le opinioni dei cristiani della nostra diocesi. Fino ad oggi ho sempre tentato di affrontare il problema del Cammino Neocatecumenale nel modo più discreto possibile e senza pubbliche prese di posizione, aspettandomi che i membri del Cammino decidessero da soli per l'autodisciplina delle loro attività. Ma ora che il problema è conosciuto in tutto il mondo, non posso più attendere.

Ritornato da Roma ho capito di avere il dovere di parlare ai fedeli della diocesi. Se i fedeli infatti non fossero informati sulla situazione prima dell'arrivo dell'inviato, c'è la possibilità che si rifiuterebbero di parlargli o lo ignorerebbero per non essere stati informati in tempo, per cui l'inviato lascerebbe la diocesi senza avere una chiara visione della situazione.

Come vescovo della diocesi di Takamatsu sono giunto alla seguente conclusione a proposito del problema del Cammino Neocatecumenale. Questo problema riguarda una chiesa locale, cioè la diocesi di Takamatsu. Si tratta di un problema che può essere risolto solo qui in diocesi. Il Santo Padre e i Prefetti delle Congregazioni sono d'accordo che questo è un problema della chiesa locale e che è il vescovo a dover risolverlo.

Non si può permettere ad alcuna organizzazione o movimento di utilizzare tutto il suo potere per fermare il Vescovo nel governo della sua diocesi. Per tutti noi è importante considerare con serietà e gravità gli eventi che sono avvenuti nella nostra diocesi in questi ultimi vent'anni e che stanno tuttora avvenendo. Questo non è il momento di dedicarsi solo all'interesse di un gruppo, ma è piuttosto l'ora di riflettere in quali modi si può essere di servizio alla diocesi. Nella nostra diocesi, raccolta attorno al Vescovo, siamo ad un importante punto di svolta nella via verso "rinascita ed unità".

La conclusione a cui sono giunto è che finché non avremo ricevuto i risultati della visita dell'inviato speciale del Santo Padre, vi chiedo di sospendere tutte le attività del Cammino Neocatecumenale in diocesi. Questa decisione non significa che il dialogo è finito: è un'opportunità di riflessione per tutti noi.

Quando durante un percorso si perde l'orientamento, si dice sempre che c'è bisogno di ricominciare dal punto di partenza. Credo che "ADESSO" sia un ottimo momento per noi per ricominciare dal punto di partenza. Questa decisione non significa che i membri del Cammino Neocatecumenale siano esclusi dalla diocesi. Il mio desiderio è che si utilizzi questo tempo di riflessione per rendere possibile un vero dialogo. Rispetto i membri del Cammino Neocatecumenale e spero che prendano parte attiva nelle attività della diocesi. Spero anche che tutti i fedeli della diocesi abbiano un ruolo attivo nel percorso triennale che abbiamo cominciato, allo scopo di rivitalizzare la nostra diocesi. Non c'è nessuno, in questa diocesi, che sia esentato dall'avere una parte in questo processo.
20 gennaio 2011

Osamu Mizobe
vescovo della diocesi di Takamatsu

Fonte: UCA News 2011/01/20: "Bishop speaks out on neo-cats"

Note del traduttore:

1) il vescovo giapponese mons. Hirayama, ritiratosi nel giugno 2000 per sopraggiunti limiti di età, è rettore di un seminario Redemptoris Mater a Roma.

2) il Settimanale Cattolico (Katorikku Shinbun) è la rivista ufficiale delle diocesi cattoliche giapponesi.

3) Union of Catholic Asian News ha precisato che la traduzione dal giapponese all'inglese è stata fornita ad UCA-news dallo stesso vescovo Mizobe.


Tutti noi esprimiamo solidarietà e vicinanza spirituale ai vescovi del Giappone e uniamo alle loro le nostre preghiere per il Santo Padre e perché la "nuova evangelizzazione" sia portatrice di Cristo e di autentica "Rinascita e Unità" nel Signore.

giovedì 20 gennaio 2011

"Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete appreso sia dalla nostra parola sia dalla nostra lettera" (2Ts 2,15).

Vorrei condividere con voi una riflessione.

Già nel Vangelo, il Divino Maestro dice chiaramente che nulla di "segreto" e "arcano" è presente nella sua dottrina, che non è come quelle di "questo mondo". Non vi sono elementi "inconoscibili" immediatamente, o la cui conoscenza immediata "costi un male" a coloro che apprendono.

Devo dire che leggere queste assurdità mi fa ogni volta un certo effetto. Come se il Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo e la Tradizione della Chiesa fossero elementi "venefici" da somministrare "Piano" per fare in modo che l'organismo ci si abitui. In realtà questa continua (e ormai pubblica) affermazione da parte del CNC effettivamente ne mostra subito le grandi problematiche e le paurose difformità.

Leggendo la Sacra Scrittura, si incorre oltre che nella frase che titola questo articolo, di per sè molto esplicita, in un altro fatto che è complementare (Atti 2, 36-42):

>"Sappia dunque con certezza tutta la casa d'Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso.
All'udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: "Che cosa dobbiamo fare, fratelli?". E Pietro disse loro: "Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro". Con molte altre parole rendeva testimonianza e li esortava: "Salvatevi da questa generazione perversa!". Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno furono aggiunte circa tremila persone.
Erano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere"

Sull'Arcano e sul neocatecumenato abbiamo già dibattuto [vedi] - [vedi] - [vedi]

Salta agli occhi un fatto particolare, in ulteriore smentita, se ce ne fosse ancora bisogno, degli "arcani" e dei "percorsi programmati" validi per tutti senza differenze. Quello di cui sopra è il Catecumenato Battesimale per adulti (e bambini) PIU' BREVE CHE SIA ESISTITO! E' DURATO NEMMENO UN GIORNO, E IN QUEL GIORNO MIGLIAIA DI UDITORI HANNO ABBRACCIATO LA CHIESA CATTOLICA!

Una bestemmia per il CnC! Come avranno mai potuto essere "veri Cristiani" quelli che si sono battezzati in un giorno? Come avranno mai potuto conoscere la dottrina di Cristo in modo "autentico" coloro che l'hanno appresa in così poco tempo e senza le tappe e gli scrutini di Kiko? Come avranno potuto vivere santamente la Vocazione ecclesiale coloro che non hanno fatto accesso al neocatecumenato per gli adulti dopo aver ricevuto il Battesimo?

Si dirà che il CnC afferma anche che non vuole definirsi "l'unico" ad applicare la riscoperta della Fede.
Ma questo asserto si scontra con l'indiscutibilità della sua identità pratica, che sarebbe quella della "Chiesa antica". Quindi la "Chiesa antica" avrebbe agito ORDINARIAMENTE così! Invece, come dimostrato dalle analisi sul Catecumenato antico e sull'Arcano, come anche da questo che è il Catecumenato più breve della Storia, così non è!

mercoledì 19 gennaio 2011

17 gennaio 2011. Approvati i "Direttori" neocatecumenali, se ne attende la pubblicazione

Lo scorso 17 gennaio ha segnato un nigro notanda lapillo nella Chiesa e nel nostro percorso, che rappresenta una storia lunga e sofferta nella nostra Chiesa e che non si conclude certo qui, per effetto di un riconoscimento 'formale'.
Durante la conferenza stampa seguìta all'evento (© Copyright TMNews) : "Spero che non ci obblighino a pubblicarlo, per noi sarebbe un male", ha detto Kiko Arguello. "C'è una progressione nel percorso, come un arcano, chi intraprende il cammino apprende i contenuti gradualmente. Ma se ci obbligassero, obbediremmo".

Questo evento ci dice due cose: innanzitutto, se ci sono stati emendamenti, si riconosce che per oltre 40 anni due generazioni sono state formate (o de-formate) in modo "diversamente-credente"; in secondo luogo, avremo un autentico risanamento non solo 'formale' solo se i testi saranno resi pubblici, con l'effettiva sparizione del 'segreto', che si addice più ad una setta o ad una logica massonica ma non ha nessuna ragion d'essere in una realtà ecclesiale e, quindi, nella Chiesa cattolica. Infatti "cattolico" significa "universale" cioè, non solo diffuso ma aperto, nel senso di destinato a tutti, senza confini né barriere, che appartengono solo alla libertà di chi accoglie o non accoglie l'Annuncio della Salvezza operata dal Signore Gesù. Ebbene, tutto ciò che non è "universale" e quindi "per tutti" e non solo per alcuni eletti, ha delle connotazioni settarie o quanto meno ambigue.

Intanto i nostri testi sia del blog che del sito restano come 'documenti storici', che saranno superati -ma comunque fanno parte della Storia della Chiesa- solo a PUBBLICAZIONE avvenuta delle catechesi nc, quando l'"arcano", sarà finalmente eliminato e anche quando il risanamento del cammino per effetto degli emendamenti apportati diverrà realtà effettiva e non solo proclamata... del resto noi rimaniamo in "osservazione" su tutta la realtà ecclesiale del nostro tempo, che sta assumendo i toni sempre più variegati di un ambiguo arcobaleno...

Ricordiamo il salmo 2: «Insorgono i re della terra e i principi congiurano insieme contro il Signore e contro il suo Messia», mentre pensiamo a certi principi della Chiesa, cioè certi vescovi e cardinali che hanno reso possibile questo traguardo lavorando dalle origini del Cammino fino ad oggi, spinti da motivi che non sempre sono stati di ingenuità e ignoranza. Ma quale può essere il destino di coloro che si autoapprovano usurpando il nome della santa Chiesa?

È stato un nigro notanda lapillo, è stato un vero autogoal di tutta la Chiesa. Ce lo saremmo forse aspettati da un "papa Tettamanzi", non da un "papa Ratzinger" (quest'ultimo aveva domandato preghiera affinché non cedesse davanti ai lupi rapaci che lo circondano sempre più feroci). Ma anche Simon Pietro, primo Papa, aveva timori e riguardi nei confronti dei notabili dell'epoca, incassando poi una sonora ramanzina dall'apostolo Paolo. Un rimprovero, sì, ma non perse mica il diritto a detenere le chiavi del regno dei Cieli.

Per inseguire amorosamente quella recalcitrante e arrogante, il Papa rischia le altre novantanove pecore nel deserto. Il cuore del Papa è con i neocatecumenali dello strato più basso, quelli ingannati dal Cammino, quelli che ancora non hanno dovuto decidere che Kiko merita più onore del Papa. Proprio le stesse anime che anche a noi stanno a cuore. Per questi "neocatecumenali in buona fede", che si rallegreranno dicendo "viva il Papa", verrà più presto e più facilmente il momento in cui si chiederanno come mai il Cammino impone di dire e fare qualcosa di drasticamente diverso da ciò che dice e fa il Papa "che è con noi" (quanta fatica e quanta misericordia in quelle ultime parole, destinate solo alle anime dei semplici, solo a quelle che ancora non hanno in cuore lo scisma). Ci parrà un autogoal pazzesco, ma solo perché questo Papa è assai più paziente di noi.

Tonti non siamo: sappiamo bene che il demonio è infuriato contro quel benedetto motu proprio e che in un modo o nell'altro vuol fargliela pagare, a questo Papa. Pertanto mobilita il suo sedicente "pittore" che, prima di autocelebrarsi davanti al Vicario di Cristo, inonda i presenti di un concerto a dir poco lugubre e dedicato (udite, udite) alla spada-che-uccide (Ezechiele 21). Non poteva scegliere un riferimento più bislacco e fuori luogo per un incontro col Papa e neppure in tema con la profezia del Santo Simeone alla Santa Vergine. Ma d'altronde, viste le sue "icone"....

Chissà cosa avranno pensato i vescovi giapponesi. Mettiamoci un attimo nei loro panni: ogni volta che decidono qualcosa... capita sempre quando c'è un'improrogabile festa neocatecumenale che non bisogna rovinare. Nel 2008 volevano chiudere il seminario di Takamatsu, e per non rovinare la festa dello Statuto gli emissari di Kiko hanno fatto fuoco e fiamme. A fine 2010 volevano sospendere il Cammino per cinque anni, e per non rovinare la festa del Direttorio gli emissari di Kiko hanno fatto fiamme e fuoco.

Ma feste o non feste, Statuti Pubblici o Direttori Segreti, il nostro impegno non cambia. Non cambia, perché le "approvazioni" non fanno diventare verità l'errore. Non cambia, perché neppure i complimenti del Papa possono trasformare in santità quelli che sono «l'orgoglio e l'arroganza dei leader» del Cammino Neocatecumenale.

lunedì 17 gennaio 2011

Chi è padre Enrico Zoffoli

Non abbiamo dimenticato il p. Enrico Zoffoli, incontrato come una delle più grandi grazie di Dio, quindici anni orsono il 15 gennaio 1994, nel monastero delle monache Passioniste di Costigliole d'Asti, in occasione del terzo centenario della nascita di S. Paolo della Croce, loro fondatore. Nel parlatorio delle monache lo vidi venirmi incontro con i suoi capelli bianchissimi e i modi gentili: sembrava l'immagine di un cherubino anziano. Sul suo petto spiccava il distintivo della sua Congregazione: il Cuore di Gesù, sormontato dalla croce, con la scritta Jesu Christi Passio.
Dietro la sua cortesia e dolcezza, compresi che si celava la fermezza e la ferrea logica di un apologeta cattolico della "vecchia scuola", ma più che mai attuale e indispensabile oggi, capace di affermare con autorevolezza la Verità e confutare errori e eliminarli, affinché l'errante possa ritornare alla Luce: ciò che è la vera e più grande misericordia.
Dopo una conversazione di circa due ore, in cui mi parve di essere alla presenza di Gesù stesso, mi offrì la sua ultima opera, fresca di stampa, il "Catechismo della fede cattolica", una sintesi del Cattolicesimo, condotta a domande e risposte. "Leggilo - mi disse - poi mi dirai qualcosa. Approfondisci e radicati sempre più nella Verità".
Da quel giorno a oggi, credo di aver letto l'Opera omnia di P. Zoffoli, dalla monumentale biografia di S. Paolo della Croce in tre volumi, elogiata anche da Papa Paolo VI, ai suoi testi formidabili e grandiosi sull'Eucaristia, come La Messa è tutto, a quelli in cui denuncia eresie di uomini e movimenti penetrati oggi dentro la Chiesa.
[...] È l'autore di imponenti opere agiografiche e di numerosi saggi di indole filosofica e dogmatica. Missionario passionista ardente, filosofo e teologo tomista di singolare chiarezza, difensore dell'autentico Magistero della Chiesa quale è sintetizzato le Credo Cattolico di sempre, apostolo appassionato e irrefrenabile di Gesù Crocifisso e Eucaristico: non finiremmo più di dire riguardo a lui. È andato incontro a Dio, carico di meriti, il 16 giugno 1996.
Dal suo insegnamento molteplice straordinariamente unitario, ora vorremmo cogliere le "vie" che egli indica per giungere alla fede in Gesù Cristo, per diventare cioè cristiani-cattolici: perché questo è il primo passo che deve compiere oggi chi, di tra le tenebre del mondo, si è posto alla ricerca della Verità ed ha il diritto-dovere di trovarla, mentre nessun diritto ha l'errore!
(Queste citazioni sono tratte dal volume "Fiaccole nella notte", di Paolo Risso, edizioni l'Amore Misericordioso, che contiene un'ampia antologia di vite di sacerdoti, apologeti e martiri).


Invitiamo tutti i neocatecumenali di buona volontà a confrontarsi onestamente con questi scritti di padre Zoffoli (link a documenti in formato PDF):
  1. Eresie del Cammino Neocatecumenale
  2. Potere e obbedienza nella Chiesa
  3. Eucarestia - Difesa contro la miscredenza e il tradimento
NB. Questi testi restano a disposizione come documenti storici e soprattutto come verifica, finché non verranno pubblicati i nuovi testi emendati dalla Dottrina della Fede, dell'effettivo cambiamento di rotta delle catechesi nc.

sabato 15 gennaio 2011

Balli, danze, trenini e girotondi 'liturgici' neocatecumenali



«La liturgia non è uno show. È del tutto contraddittorio introdurvi pantomime in forma di danza, che spesso finiscono poi negli applausi» (Joseph Ratzinger, Introduzione allo spirito della liturgia - link1 link2 link3).



«E tuttavia è una caduta nell’idolatria (…), si fa scendere Dio al proprio livello riducendolo a categorie di visibilità e comprensibilità» (Joseph Ratzinger, Introduzione allo spirito della liturgia link4)




«In questo modo ogni volta che celebrano l'Eucaristia sperimentano la forza che ha il sacramento per trascinarli nella Pasqua di Cristo, facendoli passare dalla tristezza all'allegria, dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita...» (Kiko Arguello, Carmen Hernandez e don Mario Pezzi, Lettera al Santo Padre del 17 gennaio 2006 - link5) «Si tratta di un culto fatto di propria autorità (…) diventa una festa che la comunità si fa da sé; celebrandola, la comunità non fa che confermare se stessa»... «Dall’adorazione di Dio si passa a un cerchio che gira attorno a se stesso: mangiare, bere, divertirsi» (Joseph Ratzinger, Introduzione allo spirito della liturgia - link4)

venerdì 14 gennaio 2011

I vescovi del Giappone sono gli unici esautorati, nella Chiesa?

Questa notizia è di stamane, pubblicata dall'Agenzia SIR:
"Il presidente della Conferenza episcopale del Giappone mons. Leo Jun Ikenaga, ha chiesto la collaborazione di sacerdoti e laici per affrontare alcuni "problemi" riscontrati con il Cammino Neocatecumenale, che pare abbiano causato “effetti negativi” nel Paese. Lo ha dichiarato ieri sul settimanale cattolico giapponese Katorikku Shimbun. Mons. Ikenaka, arcivescovo di Osaka, parla di “confusione dilagante, conflitti, divisioni e caos". "Come vescovi, alla luce della nostra responsabilità pastorale e apostolica – ha detto - non potevamo ignorare il danno". Quattro vescovi giapponesi, incluso l’arcivescovo Ikenaga – informa l’agenzia Ucanews – hanno incontrato Benedetto XVI il 13 dicembre scorso in Vaticano, che però ha rifiutato la richiesta di sospendere per cinque anni le attività del Cammino Neocatecumenale in Giappone. L’arcivescovo Ikenaga ha annunciato che il Papa ha intenzione di mandare presto un suo inviato in Giappone per indagare la situazione. Perciò auspica che chi è entrato in contatto diretto con il Cammino Neocatecumenale riferisca la propria esperienza all’inviato del Papa. Il Cammino Neocatecumenale è arrivato in Giappone intorno al 1970 nella diocesi di Hiroshima. Nel 1990 è stato costruito nella diocesi di Takamatsu (la diocesi con il più basso numero di cattolici, circa 5.000) il seminario Redemptoris Mater."
non dice che il seminario era stato chiuso d'intesa col Papa; ma poi, per contrordine della Segreteria di Stato arrivato in extremis, è stato trasferito a Roma col nome Roma/Takmatsu per il Giappone...

Dopo che i vescovi, convocati dal Papa per la pertinacia dell'iniziatore del cammino e su sua richiesta, sono stati nell'udienza accerchiati dalla Segreteria di Stato e da 'parecchi' cardinali, non trovate del tutto inconsueto (anzi mai visto) ed anche una diminutio, che il Presidente di una Conferenza episcopale - evidentemente e stranamente non più nel pieno esercizio delle sue funzioni vanificate dall'anomalo e scandaloso evento consumatosi in Vaticano -, sia costretto a rimettere la questione ai laici che se la devono singolarmente vedere con l'inviato del Papa?

E tutto questo, dopo che il problema, che si trascina da anni, era venuto fuori ed era stato una volta tanto recepito in tutta la sua gravità da pastori unanimi?

Osserva Tripudio: La notizia dell'agenzia Sir, più che confermare la versione neocatecumenale della faccenda, conferma i nostri timori da diversi anni a questa parte.

Cioè che il Papa è circondato dai lupi e che deve attraversare una tempesta muovendosi tra goccia e goccia senza bagnarsi.

Già, perché una debolezza del papato, oggi, è che non si può "comandare" laddove non si ha una ragionevole certezza di essere "ubbidito". Dunque, come vedete, non è una debolezza umana, ma una debolezza "ecclesiale", cioè non del pontefice ma di coloro che in teoria dovrebbero proteggerlo (e invece oggi sono lupi), "debolezza" dovuta dunque allo stato in cui versa oggi la Chiesa. "Debolezza" con due grosse vistose eccezioni: la lettera di Arinze ed il motu proprio.

Ma torniamo ai fatti concreti attuali.

Primo: il fatto stesso che il peana autocelebrativo neocatecumenale sia uscito in versione ridotta e in ritardo (nonostante tutto il battage pubblicitario preparatorio), è un innegabile indizio che non è stata una vera vittoria dei Kikos, che comunque cantano vittoria perfino di fronte ad una "lettera di Arinze".

Secondo: i vescovi giapponesi, così attenti alla forma e così ostinati nel cercare una pacificazione (impiegando ben 18 anni per chiudere un seminario neocatecumenale!) manifestano il loro disagio nientemeno che sulla loro rivista ufficiale. Per avere idea di quanto sia pesante la faccenda, immaginate che stamattina il vescovo di Milano, in prima pagina su Avvenire, dica che i neocatecumenali sono sempre stati un serio problema...!

Terzo: era improbabile che il dispiegamento in forze dei cardinali, operato da Kiko, Carmen e dai loro sponsor, producesse un effetto sfavorevole ai neocatecumenali. Ma anche Pirro vinse una battaglia che gli fece perdere la guerra. Mettetevi nei panni di un vescovo a cui sta per arrivare una richiesta di apertura di un seminario neocatecumenale: anche il più progressista dei vescovi, da oggi, ci penserà due volte: "poi neppure il Papa me li schioda più dalla diocesi?"

Infine, ricordiamo sempre che un importante obbiettivo del demonio è quello di farci perdere la speranza (e con essa la fiducia al Papa e la tensione verso la verità). Ci fu l'epoca in cui l'eresia ariana aveva conquistato la maggioranza della Chiesa, al punto da far incarcerare i vescovi che erano ancora cattolici. Nostro Signore provvide, forse proprio nel momento più drammatico, e la Sua Chiesa guarì.

Neoatecumenali: "truppe cammellate" che molti vescovi esibiscono al momento opportuno

Pubblichiamo lo stralcio di un articolo (via Raffaella blog) che evidenzia le stesse nostre riserve sul Cammino nc, con alcune nostre chiose in caratteri verdi. Ovviamente l'articolo non fa accenno alla "Dottrina" che è il nostro cavallo di battaglia di cattolici che difendono e diffondono la propria Fede, ma mette in luce con molta esattezza gli effetti e le conseguenze più rimarchevoli del suo indubbio aspetto settario, aggressivo e strumentale ai propri inderogabili obiettivi, che non coincidono con quelli della Chiesa, ma risultano confacenti ad una politica dell'«apparire» propria di certa parte della Gerarchia. Esso fa da controaltare ai prezzolati - e chiaramente rispondenti a strategie di marketing - altisonanti articoli del "Corriere" e dei giornali spagnoli usciti in concomitanza dell'udienza del Papa ai vescovi giapponesi...
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Il protagonismo dei “cattolici di professione” - Paolo d’Andrea su Il Secolo d’Italia del 13 gennaio 2011-01-14
Kiko Arguello. lo stile del fondatore del Cammino ha spesso messo in imbarazzo per il suo integralismo e per lo spirito settario
Il decennio appena avviato sarà un periodo chiave per chiarire il ruolo, il peso e il destino dei movimenti e delle aggregazioni carismatiche fiorite nella Chiesa durante la lunga stagione woytiliana. Le somme si tireranno alla fine. Ma a giudicare dall'abbrivio, la problematica dei movimenti ecclesiali torna a presentarsi come una quaestio disputata. Le ultime vicende controverse riguardano il cammino neocatecumenale. L'arrembante realtà iniziata dal pittore e musicista Kiko Arguello, da sempre al centro dei sentimenti contrastanti di apologeti e critici, ha ricevuto per la prima volta un avviso di sfratto da parte di un'intera chiesa nazionale, quella giapponese. [non conosce l'analogo provvedimento del vescovo delle Filippine]

Nei mesi scorsi i vescovi cattolici del Sol Levante avevano scritto al Vaticano chiedendo la totale sospensione per almeno cinque anni di tutte le attività pastorali e missionarie animate dai neocatecumenali in terra nipponica. La questione è stata presa in carico direttamente dal Papa che ha messo in atto un tentativo di conciliazione. Lo scorso 13 dicembre, in una riunione ad alti livelli tra i vertici vaticani, si è convenuto di non procedere con la sospensione invitando le parti ad un dialogo che aiuti il Cammino ad adottare uno stile che sia più in consonanza con i pastori.

Le critiche rivolte dai vescovi ai membri del cammino neocatecumenale non sono nuove: isolazionismo e spirito settario che fomenta divisioni all'interno delle parrocchie. Da pare neocatecumenale, la Conferenza episcopale nipponica, cresciuta sotto l'impronta dei gesuiti, viene più o meno vistosamente accusata di avere scarso spirito missionario e di rinunciare all'annuncio in partibus infidelium, esagerando le premure legate agli imprescindibili processi di inculturazione in un ambiente culturalmente e religiosamente complesso come quello giapponesi [mentre i neocat, per contro - ed è solo il minimo - vorrebbero imporre i canoni musicali del flamenco spagnolo degli irrinunciabili canti kikiani che sono una delle componenti del cammino che ne fanno - insieme a funzioni, prassi, simboli, dottrina e addirittura il rito, propri-, quello che esso è e da cui non schioda]. Sta di fatto che la richiesta di bando da un intero paese rappresenta un dato inedito nei pur travagliati rapporti tra gli apparati diocesani e i neocatecumenali. Soltanto l'esigua consistenza della cattolicità giapponese ha tolto risonanza mediatica ad un episodio di contrapposizione ecclesiale tutt'altro che trascurabile per i suoi risvolti ecclesiologici. Ma neanche in Spagna, terra d'origine del movimento neocatecumenale, i metodi dei "kikos" (li hanno soprannominati così ma a loro non piace) vengono risparmiati dalle critiche pubbliche dei detrattori. Josè Manuel Vidal, influente giornalista di questioni religiose, suo sito Religion Digital li ha presi di petto per aver monopolizzato l'annuale family day celebrato dalla Chiesa spagnola lo scorso 2 gennaio. Iniziata qualche anno fa con un chiaro atto "antagonista" nei confronti del governo socialista, la messa delle famiglie nella piazza madrilena di Colòn, ha dato modo a Kiko di accentuare il carattere di antemurale cristiano-familista che il suo movimento intende rappresentare nei confronti della penetrazione islamica in Europa [il fatto è che adesso il cammino cavalca strumentalmente anche questa]. A detta di Vidal, i cardinali spagnoli, pur di riempire la piazza, si sono dovuti affidare alle truppe neocatecumenali, e il cammino ha pagato anche i costi dell'iniziativa. Ma il "pedaggio che si sta pagando è che la messa di Colòn è diventata la "messa kika" delle famiglie". Una deriva che, a detta di Vidal, fa calare di anno in anno i consensi e le adesioni. [vedi nostre osservazioni sulla questione delle famiglie]

I bilanci in chiaroscuro non riguardano solo i neocatecumenali, ma l'intera galassia di movimenti e sigle […] [l'autore parla dei Legionari di Cristo, dell'Opus Dei, dei Focolarini. accenna a CL]. La continuità dei movimenti oltre la scomparsa terrena dei rispettivi fondatori, e le brillanti carriere ecclesiastiche di alcuni loro membri qualificati pongono domande a cui si potrà rispondere solo tra qualche anno: la germinazione carismatica di simili realtà può davvero essere imbrigliata in strutture e formule che ne garantiscano la perduranza? A volte, tale urgenza di sopravvivere oltre i rispettivi iniziatori rischia di realizzarsi come una sorta di imbalsamazione, sostenuta soprattutto dai durevoli interessi di "piccolo" potere delle nomenclature interne, o dalle ambizioni di qualche ecclesiastico in carriera in cerca di "truppe cammellate" da sfoggiare al momento opportuno.

Benedetto XVI, nel suo libro-intervista Luce del mondo, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana, si mostra confortato dai nuovi germogli di vita cristiana anche lo Spirito fa spuntare ovunque, nella Chiesa, anche dove non sembrava esserci stata una semina "ad hoc". Ma racconta pure la sua amarezza per quelli che definisce i "cattolici per così dire di professione", che appaiono come funzionari d'apparato, con l'aggravante di porsi sempre con un complesso di supponente superiorità nei confronti dei cattolici generici, quelli da messa domenicale. […]

mercoledì 12 gennaio 2011

Anno Nuovo, pressanti interrogativi antichi…

"Ogni vero riformatore – scrive il Papa – è un obbediente della fede: non si muove in maniera arbitraria, né si arroga alcuna discrezionalità sul rito; non è il padrone, ma il custode del tesoro istituito dal Signore e a noi affidato.

La Chiesa intera è presente in ogni liturgia: aderire alla sua forma è condizione di autenticità di ciò che si celebra".
(Dal messaggio di Benedetto XVI ai vescovi alla vigilia dell'assemblea del novembre scorso ad Assisi per la presentazione del nuovo messale) .

Ricordiamo anche la magistrale Catechesi di Benedetto XVI in S. Giovanni Laterano il 15 giugno 2010: «La Santa Messa, celebrata nel rispetto delle norme liturgiche e con un’adeguata valorizzazione della ricchezza dei segni e dei gesti, favorisce e promuove la crescita della fede eucaristica. Nella celebrazione eucaristica noi non inventiamo qualcosa, ma entriamo in una realtà che ci precede, anzi che abbraccia cielo e terra e quindi anche passato, futuro e presente. Questa apertura universale, questo incontro con tutti i figli e le figlie di Dio è la grandezza dell’Eucaristia: andiamo incontro alla realtà di Dio presente nel corpo e sangue del Risorto tra di noi. Quindi, le prescrizioni liturgiche dettate dalla Chiesa non sono cose esteriori, ma esprimono concretamente questa realtà della rivelazione del corpo e sangue di Cristo e così la preghiera rivela la fede secondo l’antico principio lex orandi – lex credendi. E per questo possiamo dire che “la migliore catechesi sull’Eucaristia è la stessa Eucaristia ben celebrata” (BENEDETTO XVI, Esort. ap. post-sinod. Sacramentum caritatis, 64). È necessario che nella liturgia emerga con chiarezza la dimensione trascendente, quella del Mistero, dell’incontro con il Divino, che illumina ed eleva anche quella “orizzontale”, ossia il legame di comunione e di solidarietà che esiste fra quanti appartengono alla Chiesa. Infatti, quando prevale quest’ultima non si comprende pienamente la bellezza, la profondità e l’importanza del mistero celebrato.»

Non v'è molto da aggiungere... salvo i nostri ormai antichi dubbi (condivisi da un numero sempre più elevato di persone e di lettori di questo blog) :
  1. E' Arguello, come spesso egli vanta di essere, un "vero riformatore" della catechesi e della missione evangelizzatrice, alle luce di queste lapidarie indicazioni del Sommo Pontefice, o non piuttosto l'arbitrario interprete di una "originale sintesi del cristianesimo" (!?), come nella quarta di copertina di un testo sul cammino presente nelle librerie cattoliche?

  2. Il rito neocatecumenale (e tutta la pseudoteologia da cui esso scaturisce) è intriso o no di " discrezionalità", cioè di arbitrio, che diviene un vero e proprio "abuso liturgico" purtroppo avallato anche dai vescovi che vi partecipano ?

  3. Il rito neocatecumenale che oggettivamente "non aderisce alla forma della liturgia" , ma scaturisce da compromessi, indulti e "mediazioni" (di cui è un vero e proprio campionario lo statuto neocatecumenale) [vedi] possiede veramente tutti i connotati dell' autenticità" (ferma restando la “supplentia ecclesiae”; ma occorrerebbero teologi ben più ferrati di noi per stabilirlo...)?
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Approfittiamo per inserire una conclusione al nostro precedente thread, estraendola dai commenti, che riguarda anche la Liturgia, come pure la dottrina e le prassi anomale, nella misura in cui il cammino comincia a venir messo in discussione da alcuni vescovi successivamente all'approvazione dello Statuto e proprio riferendosi a questo. La nostra posizione critica diventa un po' meno 'scomoda', perché se possono dirlo pretestuosamente a noi in virtù dell'approvazione-grimaldello, non possono certo dire ai Vescovi che "sono fuori dalla Chiesa", dimenticando che l'approvazione di uno Statuto non è un Dogma di fede e pertanto non è necessario dare ad esso l'ossequio della volontà.

La soluzione scelta per le Filippine avrebbe potuto andar bene anche in Giappone, dove i problemi, come ovunque, sono analoghi, verosimilmente. Anche quella, mi sembra, è una soluzione ‘mediata’: ‘salva’ il cammino dalla sospensione, ma lo corregge anche, imponendo delle direttive necessarie se si vuole questa benedetta integrazione. Perché no? Perché tanta prudenza in Giappone? Si rimanda a un ulteriore dialogo tra le parti che certamente porterà ancora sofferenza e travagli d’ogni genere. Chi ci guadagna? Forse la fede dei semplici, che tanto spesso viene chiamata in causa a giustificare mollezze incredibili? O la buona fede dei camminanti? Ma quando mai: è proprio quella invece che ne resta disorientata, finiranno per credere che l’autorità del Vescovo incontra un vistoso limite in quella di Kiko e company. Il solo a guadagnarci è proprio il cn che adesso avrà un pretesto in più alla propria disobbedienza. E useranno il Papa dicendo che è sceso in campo per loro, cosa terribilmente ripugnante oltre che inesatta.

E intanto passa e si rafforza l’idea che il cn è una realtà perfettamente in linea con la chiesa post-conciliare, che è un’idea zeppa di insidie oltre che sbagliata. Cosa sia poi questa chiesa non si sa, la sola cosa chiara è il ‘post’ . Una chiesa biforcuta che si sdoppia e dice e smentisce nello stesso tempo.

Ma per favore, voi che siete lì in prima linea, con l’autorevolezza della vostra fede onesta e coraggiosa, vi prego ditelo e ripetetelo con forza che la Chiesa di Gesù Cristo Signore è una, che il suo 'tripode' è Tradizione-Scrittura-Magistero e che tutto il resto è gramigna, solo gramigna. E’ pula che prima o poi il Vento disperderà. Nel cn la Tradizione è azzerata, schiacciata, sporcata, tradita. E fuori dalla Tradizione non c’è Chiesa, perché su di essa si fonda, fuori dalla Tradizione non c’è salvezza. E forse è proprio la Tradizione autentica e pura ad esser diventata un'Araba Fenice in questo libertinaggio dottrinale e liturgico che dilaga.

martedì 11 gennaio 2011

Filippine: Arcivescovo corregge il Cammino

IL CAMMINO NEOCATECUMENALE NELL'ARCIDIOCESI DI LINGAYEN-DAGUPAN

Luci ed ombre
I semi del CAMMINO NEOCATECUMENALE furono piantati per la prima volta nell'Arcidiocesi di Lingayen-Dagupan nel 1981, nella Parrocchia di San Gabriele Arcangelo a Bonuan Boquig. Da allora, si è esteso ad altre comunità cattoliche dell'arcidiocesi – Bonuan Gueset, Calasiao, Calmay, Dagupan, Laoac, Lingayen, Mapandan Santa Barbara e San Jacinto. Il Cammino Neocatecumenale ha portato innumerevoli benedizioni ai fedeli cristiani nella nostra arcidiocesi. Ha profondamente cambiato molte vite tiepide. Ha ricostruito molte famiglie ferite ed ha portato molte vocazioni religiose e sacerdotali nella vigna del Signore.

Purtroppo, nonostante gli effetti positivi come quelli sopra menzionati, ci sono alcune preoccupazioni su dove stia portando il Neocatecumenato. Già ai tempi del mio stimato predecessore Arcivescovo Oscar Cruz, e fino ai mesi più recenti, sono sorte alcune questioni da parte di rispettabili membri del laicato ed un buon numero di parroci a proposito dell'integrazione dei membri delle comunità Neocatecumenali nella vita di questa chiesa locale, sulla loro cooperazione con i parroci e sulle loro relazioni col vescovo.

Communio
Gli Statuti del Cammino Neocatecumenale affermano che: "Il Cammino Neocatecumenale mirerà a promuovere nei suoi destinatari un maturo senso di appartenenza alla parrocchia e a suscitare rapporti di profonda comunione e collaborazione con tutti i fedeli e con le altre componenti della comunità parrocchiale" (art. 6, n. 3)

Per di più gli Statuti stabiliscono che "la realizzazione del Cammino Neocatecumenale va coordinata con la funzione propria che ha il Parroco in ciascuna comunità parrocchiale (cfr. can. 519 CJC) esercitando, anche con la collaborazione di altri presbiteri, la cura pastorale di coloro che lo percorrono" (art. 6, n. 2). Similmente, gli Statuti riconoscono che "il Neocatecumenato è realizzato, in comunione con il Parroco e sotto la sua responsabilità pastorale, da un'equipe di catechisti" (art. 8, n. 4).

Inoltre gli Statuti dichiarano che "il Cammino Neocatecumenale è al servizio del vescovo come una delle modalità di attuazione diocesana dell'iniziazione cristiana e dell'educazione permanente alla fede" (art. 1, n. 2).

Catechesi
Nella celebrazione settimanale della Parola richiesta dall'articolo 11 degli Statuti, la mia attenzione è stata richiamata dalla mancanza di formazione e preparazione da parte degli incaricati di insegnarla secondo i principi della Chiesa Cattolica così come indicati nel Catechismo, nonché del significato delle letture bibliche proclamate nella celebrazione. Sembra esserci una tendenza verso l'interpretazione fondamentalista delle Sacre Scritture, staccata e talvolta addirittura contraria ai documenti del Magistero e al Catechismo della Chiesa.

Stanti le precedenti osservazioni, gli Statuti richiedono che "al Vescovo diocesano, quale responsabile dell'iniziazione, della formazione e della vita cristiana nella Chiesa particolare, compete... vigilare che l'attuazione del Cammino Neocatecumenale si svolga in conformità a quanto stabilito negli articoli 1 e 2, e nel rispetto della dottrina e della disciplina della Chiesa (art. 26).

Rispetto per i ministri ordinati
Tra i membri delle comunità c'è un prevalente sentimento di superiorità sulla base del solo far parte dei Neocatecumenali, sentimento che risulta in un atteggiamento sprezzante verso coloro che non stanno frequentando il Cammino o hanno smesso di partecipare agli incontri. Inoltre i catechisti delle comunità neocatecumenali sono stati sentiti ripetutamente criticare in modo sprezzante e irrispettoso il mio predecessore, diversi sacerdoti e perfino me, in maniera contraria alle buone maniere, alla buona condotta, al rispetto filiale e alla carità cristiana.

Il Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici aveva offerto tre linee guida per le comunità Neocatecumenali nel presentare l'approvazione del movimento da parte della Santa Sede: obbedienza ai vescovi, riconoscimento del ruolo dei sacerdoti e fedeltà ai libri liturgici della Chiesa. Nella stessa occasione Carmen Hernandez, co-fondatrice del movimento, disse: "ciò che è importante NON è il Cammino Neocatecumenale, ma la CHIESA", continuando con l'invito ai membri del movimento di praticare l'umiltà.

Nel gennaio 2009, quando il Cammino Neocatecumenale ha celebrato il suo quarantesimo anno da associazione di laici cattolici, il Santo Padre ringraziò Dio per i frutti degli sforzi evangelici del Cammino ma ricordò ai suoi membri che la piena realizzazione di tale lavoro giunge con la docile adesione alle direttive dei vescovi e nella comunione con tutte le altre componenti del popolo di Dio. Ha incoraggiato i neocatecumenali a lavorare per l'unità, per fare di ogni comunità un punto vivente e ben integrato nel corpo mistico di Cristo.


In verità possiamo far nostra l'osservazione di Augusto Faustini che scrisse al Papa per lamentare che il fondatore del movimento, Kiko Arguello, "ha stabilito come devi essere, come devi sederti, come devi pregare, come devi cantare, come e cosa devi suonare, come devi confessarti, come devi fare la Comunione, come devi leggere le Sacre Scritture, stabilendo chiaramente che chiunque non faccia tutto questo è totalmente in errore" (Urquhart, Le armate del Papa, pag. 250).

Direttive
PERTANTO, considerando i fatti sopra menzionati e i principi dello Statuto, in virtù della mia autorità quale Arcivescovo di Lingayen-Dagupan, allo scopo di guidare e riorientare il Cammino Neocatecumenale in questa diocesi, io impongo una moratoria su tutte le catechesi iniziali del Cammino in questa arcidiocesi fino a quando il Delegato Episcopale, menzionato qui sotto, raccomanderà di togliere tale moratoria.

Non dovranno essere aperte nuove comunità e non dovranno essere accolti nuovi membri nel Cammino Neocatecumenale durante il periodo di moratoria che comincia dalla solennità della Pentecoste di quest'anno [2010] fino alla solennità della Pentecoste del 2011.

Allo stesso modo ordino che durante l'intero anno, a partire dalla solennità della Pentecoste di quest'anno [2010] fino alla solennità della Pentecoste del 2011, vengano letti i paragrafi dal 748 al 945 del Catechismo della Chiesa Cattolica riguardanti l'ecclesiologia, lettura da effettuarsi durante le celebrazioni settimanali della Parola di ogni comunità Neocatecumenale.

Inoltre ingiungo la recita dei cinque misteri del Santo Rosario prima della celebrazione settimanale della Parola, a partire dalla domenica di Pentecoste, in adesione a quanto richiesto dall'articolo 14, numero 4, degli Statuti.

In più, a far data da oggi, revoco il mandato canonico precedentemente accordato dall'Arcivescovo di Lingayen-Dagupan all'attuale "catechista itinerante" [neocatecumenale] di insegnare la fede cattolica entro i confini di questa giurisdizione ecclesiastica.

Delegato episcopale
Per dare corso alle sopramenzionate direttive, nomino PADRE MARIO DOMINIC SANCHEZ come mio delegato episcopale per le comunità Neocatecumenali nell'Arcidiocesi di Lingayen-Dagupan.

Il delegato episcopale è incaricato delle seguenti particolari funzioni: 1) implementazione della stretta osservanza delle direttive contenute in questo comunicato con la facoltà di imporre punizioni canoniche in nome dell'Arcivescovo quando pastoralmente necessarie; 2) supervisione di tutte le "convivenze" del Cammino Neocatecumenale tenute in questa giurisdizione ecclesiastica e verifica della regolarità delle confessioni tra i suoi membri, in conformità all'articolo 14 n. 1 degli Statuti; 3) estensione della cura pastorale e della carità a coloro che hanno smesso di partecipare agli incontri del Cammino a causa della scandalosa condotta dei leader locali in passato e stabilire attenzione pastorale ai membri malati e anziani che sono stati ritenuti non meritevoli di "fare il Cammino".

Il delegato episcopale è anche incaricato di verificare che la maniera di interrogare durante gli scrutini dei membri sia in accordo con la disciplina approvata dalla Chiesa, rispettando il diritto alla privacy e fatta entro i limiti della carità cristiana. Infine, gli chiedo di ispezionare la contabilità e l'amministrazione delle donazioni economiche fatte dai fedeli cattolici alle comunità e di farmene rapporto ogni tre mesi.

Ammonizione finale ed appello
Colgo l'occasione per riaffermare la mia convinzione che il Cammino Neocatecumenale, con il suo obiettivo di portare la gente alla comunione fraterna e alla maturità della fede attraverso il tripode di "Parola-Liturgia-Comunità", è un dono dello Spirito Santo alla Chiesa e alla società del nostro tempo.

Come tutti i doni, si deve aver cura del Cammino Neocatecumenale e proteggerlo dagli effetti del peccato originale che è in noi. Va difeso contro l'orgoglio e l'arroganza dei suoi leader. Coloro che seguono il Cammino non devono mai mancare di carità o deviare dalla via della verità.

La carità pastorale per i fedeli cattolici membri di tali comunità mi ha costretto a prendere queste decisioni per garantire la stabilità della nostra fede e la purezza dell'insegnamento che i fedeli hanno diritto di ricevere.

Mi sia consentito di concludere con queste parole della Sacra Scrittura: "Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri secondo Dio; non per vile interesse, ma di buon animo; non spadroneggiando sulle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce" (1 Pietro 5:1-4).

La pace sia con tutti voi! Amen!

Dalla Cattedrale di San Giovanni Evangelista, Dagupan City, 3 maggio 2010.

+ SOCRATES B. VILLEGAS, DD
Arcivescovo di Lingayen-Dagupan

(nostra traduzione dal sito web ufficiale dell'arcidiocesi di Lingayen-Dagupan, alcune evidenziazioni nostre)

(aggiornamento giugno 2011: Filippine: il Cammino è ancora da correggere)

(aggiornamento gennaio 2012: Filippine: Arcivescovo proibisce nuove iniziative del Cammino)


original English statements:
* May 2010
* June 2011
* December 2011

lunedì 10 gennaio 2011

Cosa faranno i vescovi giapponesi, dopo essere stati messi sotto torchio in Vaticano?

Partiamo da questa recente comunicazione di un'agenzia di stampa cattolica, già nota per presenze che la qualificano come sostenitrice del cammino nc
http://www.zenit.org/article-25122?l=italian

Il Cammino Neocatecumenale non sarà sospeso in Giappone
Se la notizia è esatta, i vescovi sono costretti a rimangiarsi un provvedimento preso all'unanimità dall'intera Conferenza Episcopale, così come è stato vanificato due anni fa il loro provvedimento, concordato col Papa, della chiusura del seminario di Takamatsu, che in realtà non più chiuso, ma trasferito a Roma un giorno prima della chiusura, col nome Roma/Takamatsu per il Giappone. Ergo, tutto ciò che riguarda il cammino non si tocca, anche se sono dei vescovi a dirlo... Figuriamoci quanto possono contare le nostre povere parole, che non 'toccano' i potenti che non oso definire pastori, ma raggiungono molte anime che vogliono rimanere fedeli al Signore e non al suo simulacro veicolato dal cammino, che con questo si identifica... Comunque anticipo qui quel che sarà poi sviluppato nella conclusione: attenzione a non cascare nel tranello di considerare "notizie" quella che invece è pura propaganda neocatecumenale riversata nelle agenzie di stampa.

Premessa

Ci chiediamo sempre perchè nonostante tutte le cose che sappiamo, il popolo dei fuoriusciti è così silenzioso, tanto che la prossima settimana il Papa invia le famiglie in missione ed è prossima l'apertura di un altro seminario in Italia, a Trieste.

Perchè le proteste non arrivano oltre una certa soglia? Perchè anche i sacerdoti che conoscono i danni del cammino, tacciono? Infatti il problema non riguarda solo i fuoriusciti, ma la Chiesa tutta, che sta subendo, nell'apparente indifferenza se non connivenza di molti, una invasione di dottrine a prassi "altre" senza precedenti.

E' una domanda che ci andiamo ponendo da oltre 4 anni. O meglio ci si domanda talvolta perchè i fuoriusciti non fanno sentire maggiormente la loro voce. Molte persone che conosciamo hanno subito durante gli scrutini delle violazioni inammissibili della loro intimità, sono in terapia e cercano di ricostruirsi. Potrebbero sporgere denuncia, ma non se la sentono, non per il momento.

Non ci si dica che la Congregazione per il Clero, quella per il Culto Divino, la Dottrina della Fede non conoscono gli abusi delle prassi e dei metodi neocat, non ci si venga a dire che le testimonianze non sono arrivate fino a loro. Sappiamo che così non è, le autorità religiose SANNO, eppure TACCIONO.

Non ci poniamo invece la domanda sul perchè le notizie e le testimonianze non arrivano fino al Papa che conosce bene il cnc, che ha voluto, come cardinale, aiutare e tentare di raddrizzare, invano, ma forse oggi come Papa, paradossalmente, è meno informato di prima e crede a ciò che gli viene detto.

CHI ha il potere di annullare tutte le testimonianze?
CHI ha il potere di zittire le coscienze di chi avrebbe qualche scrupolo con questa realtà ecclesiale?
Chi ha il potere di filtrare ciò che arriva al Papa, di cestinare ciò che non deve giungergli?
CHI ha il potere di vanificare e bypassare la volontà del Papa?

Chi è il potente amico e protettore del cammino neocatecumenale in Curia?
C`è bisogno di fare il suo nome? In ogni caso dovremmo parlare di nomi, perché oltre a quello più potente, ce ne sono molti altri...

Quanto al Giappone. Nostre riflessioni...

Ciò che sta succedendo in Giappone con la Conferenza episcopale in corpore sconfessata dal Vaticano mostra solo il potere scandaloso e scioccante di cui gode il cammino neocatecumenale nella Chiesa cattolica.

Le Conferenze episcopali godono ovunque di una grande autonomia, hanno poteri e competenze ben precisi di cui usano in abbondanza e senza che la Santa Sede intervenga; ma attenzione non bisogna toccare il cnc, se si tocca il cnc il loro potere e la loro competenza vengono annullati. STOP!

Leggere l'articolo di Zenit, ci mostra solo chi oggi ha il potere nella Chiesa, se non "ami" il cnc sei condannato al silenzio, o quasi.

Noi di certo non taceremo, ma noi siamo solo dei piccoli senza nessun potere, ciò che è sconcertante è il silenzio, scelto o imposto dall`alto, di chi dovrebbe guidarci.
Povera la nostra Chiesa. Ma, questa, è ancora la nostra Chiesa?
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Le ultime notizie sul cn in Giappone mi hanno lasciata più che sconcertata. Forse per voi, meno ingenui di me, era prevedibile se non scontata, mentre per me questa cosa ha rotto tutti gli argini, da qualunque parte la guardi. Era un’occasione preziosa, quella della vicenda giapponese, per cominciare almeno a portare alla luce ambiguità e inganni del cn, e far chiarezza e pulizia. E invece nulla di fatto, rispediti al mittente. E li manderanno ancora a predicare il loro messia con la barbetta da profeta maledetto…

Cercherò come sempre di sospendere il giudizio, che sarebbe severissimo e senza scampo, ma non farò più i salti mortali con me stessa per tenere al riparo dalla valanga di sgomento quel che fino a ieri mi sembrava intangibile. Sono costretta a prendere le distanze da questa chiesa di palazzo, di congregazioni e uffici, di gemelli ai polsi e chiacchiere in quantità, che però troppo ma troppo spesso dimentica se stessa, quel che è nel cuore del Padrone della Vigna. Madre e Maestra. Un tempo, oggi non più.

La mia fede, piccola ma antica fede, mi fa essere mendicante delle mani di quegli uomini che Dio ha messo da parte per Sé. Perché quelle mani mi danno l’amore di Dio che si fa carne, perdono, sollievo, guarigione, libertà, vita, verità. Senso, infine, di me e del mio esserci hic et nunc. E’ santa la chiesa, dicevo tempo fa, perché mi dà il Santo, e questo continuo a credere. Ma la roccia vera cui approdare è ormai solo nella fede dei maestri di santità di un tempo, quando la Chiesa era maestra e madre e per questo generava testimoni fedeli e santi che ancora oggi seminano la luce di Dio: Teresa d’Avila e Giovanni della Croce, Teresa di Lisieux, Francesco e Chiara d’Assisi, Agostino e Tommaso d’Aquino, Teresa Benedetta della Croce. E un’anziana donna malata che vive a due passi da me e che aspetta il suo incontro col Signore col rosario nelle mani e un sorriso sempre pronto sulle labbra…E prima e sopra tutti la Madre vera, vittoriosa di tutte le eresie. Ecco la maternità della chiesa per me, specchio terso della Verità.

Altro che le chiacchiere e i giochetti di palazzo, che rendono ragione solo di una fede che non hanno più.

Chiedo scusa per questo commento ribelle. Ma proprio non se ne può più.
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Non scusarti jonathan, siamo in molti a condividere i tuoi pensieri e sentimenti. Mi sorprendo più di una volta a dire: questa non è la mia Chiesa, tanto è lo sgomento nel vedere il tradimento di chi dovrebbe guidarci, proteggerci, di chi dovrebbe mostrarci l`esempio di una testimonianza senza falle, luminosa, trasparente, e invece vediamo menzogne, inganni, alleanze di potere, ipocrisia, viltà.
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...Che fare? Di fronte a questa situazione della Chiesa noi dobbiamo mattina e sera, giorno e notte pregare la Santissima Vergine Maria di soccorrere la sua Chiesa. Perché è uno scandalo notevole e nel vero senso del termine, scandalo vuol dire spingere al peccato come lo scandalo dell’ecumenismo e la partecipazione ai culti delle false religioni. I cattolici perdono la Fede. Non hanno più la Fede nella Chiesa cattolica. Non credono più che ci sia una sola vera religione, che ci sia un solo e vero Dio, la Santissima Trinità. La Fede scompare quando l’esempio e lo scandalo vengono da così in alto, da colui che siede sul Trono di Pietro e da quasi tutti i vescovi.

Allora, poveri cristiani abbandonati a se stessi, che non hanno sufficiente formazione cristiana per conservare la loro Fede cattolica nonostante tutto, o che non hanno vicino a loro dei sacerdoti che li aiutino a conservare questa Fede! Sono smarriti. O perdono la Fede, non praticano più, non pregano più, o si uniscono a delle sette qualunque. Allora dobbiamo pregare molto, riflettere, domandare al Buon Dio di conservarci la Fede cattolica qualunque cosa accada. Gli eventi non dipendono da noi. E’ come un film del cinema proiettato davanti ai nostri occhi. Dal Concilio vediamo la situazione deteriorarsi di anno in anno. ...Marcel Lefebvre... Mons. Gheradini...
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Forse che la Santa Sede ha convocato tutte le Conferenze Episcopali, tutti i vescovi che boicottano il Summorum Pontificum?

No.

Forse che la Santa Sede ha nominato un mediatore che ama (riprendo i termini dell'articolo di Zenit, secondo il quale il mediatore deve amare il cnc!) i fedeli cattolici legati al Rito Antico per difenderli contro i vescovi che impediscono loro di usufruire del diritto concesso loro dal Papa?

No.

Perchè il cnc gode di privilegi che altri non hanno?
La Santa Sede non si rende conto dello sconcerto che provoca con certe sue decisioni?
O se ne rende conto ma lo sconcerto dei fedeli pesa poco o niente di fronte ad altri interessi?
Povera la mia Chiesa.
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Il cnc gode di privilegi che altri non hanno perchè l'aggressività del CnC e le pressioni di Kiko, con il suo nascondersi dietro alle moltitudini di suoi associati, non accettando nella maniera più assoluta un rifiuto, impone di cercare una mediazione che cerchi di ricomporre la crisi in modo che possa rientrare...

Questo spesso però provoca non una soluzione di equilibrio, come in questo caso, ma una oppressione di chi già soffre...

Ma questo è quello che accade ai Discepoli del Divino Maestro... Sulle loro spalle è la sorte della Chiesa Cattolica.. Sulle loro spalle sofferenti, piagate, frustate, flagellate, caricate della pesante Croce...

Su queste spalle, e sulla perseveranza di queste spalle, rette dalle mani di Cristo Signore e di Maria Santissima, che si regge il futuro della Chiesa.

Se queste spalle "cedono", il disastro sarà grande... Grandissimo.

Per questo bisogna moltiplicare la Preghiera, sperare che la SPX venga canonicamente incorporata quanto prima, AIUTARE IN TUTTI I MODI il Santo Padre nel far rinascere la Tradizione cattolica, nonostante il poco, pochissimo, che per ora è stato fatto...

Ma quello che è impossibile agli Uomini è possibile a Dio.

PREGHIAMO! Perchè i giorni sono cattivi...

Bisognerà anche leggere per completezza il resoconto dei Vescovi Giapponesi, che almeno evidenzieranno le altre parti della riunione...

Conclusione

Attenzione a non cascare nel tranello di considerare "notizie" quella che invece è pura propaganda neocatecumenale riversata nelle agenzie di stampa.

Potremo disporre di dati più obiettivi quando vedremo il comunicato dei vescovi giapponesi (che essendo la parte debole, non ha né interesse né vantaggio a mentire). Per adesso abbiamo soltanto dei fatti precisi:
  1. l'incontro, annunciato in sordina sul sito web della Santa Sede, durò invece due ore (insolitamente lungo)
  2. al termine non ci fu nessun peana di vittoria dei neocatecumenali (anche questo è insolito) e qualcosa significa. Del resto risulta che i vescovi si sono rifiutati di avere come interlocutore Kiko Arguello
  3. il sito web della CBCJ (conferenza episcopale giapponese) non è stato aggiornato da novembre ad oggi (guarda caso dal momento in cui quei vescovi presero la decisione di sospendere tutte le attività del Cammino per 5 anni); addirittura, ulteriore elemento insolito, evita di parlare del viaggio dei vescovi giapponesi a Roma (che non è una questione da poco!)
  4. se il Papa avesse proferito anche un solo monosillabo vagamente interpretabile come favorevole al Cammino, ce lo avrebbero già ripetuto fino alla nausea.
In poche parole, la faccenda Giappone durerà ancora a lungo e la propaganda del Cammino, fondata solidamente sulla menzogna, ha tutto l'interesse a spacciare quell'incontro come una "sconfitta" dei vescovi giapponesi.

I quali, sarà bene ricordarlo, saranno anche molto lenti, saranno anche allergici alle manovre clamorose, ma dopo decnni di sofferenze inflitte loro dai neocatecumenali, non avranno alcuna intenzione di arrendersi.

Tanto più che sanno bene che un loro eventuale gesto di debolezza (come ad esempio le dimissioni) verrebbe immediatamente descritto dalla propaganda neocat come una "punizione data dal Papa ai nemici del Cammino"...

La strada è lunga e ancora in salita.

Tuttavia, ai vertici del Cammino c'è davvero il terrore che si crei il precedente di vescovi che bloccano il Cammino.

Evidentemente hanno paura che altri vescovi, qua e là per il mondo, aspettino il "precedente" sul quale poggiare una decisione dello stesso genere.

Certamente bisognerà anche leggere per completezza il resoconto dei Vescovi Giapponesi, che almeno evidenzieranno le altre parti della riunione... ma il sito della Conferenza Episcopale Giapponese, non appare sollecito negli aggiornamenti; e comunque c'è da supporre che i vescovi stiano ben pesando le parole, dopo quel che di inaudito è accaduto.

Una osservazione: di grave e insolito, oltre all'inaudita convocazione dei vescovi da parte del Papa alla presenza della crema della Curia come conseguenza dell'udienza del mese precedente al 'tripode' e di chi sa quante altre pressioni, c'è la circostanza che in fondo si trattava di una questione di pastorale 'ordinaria' nei confronti della quale la Santa Sede, che non interviene neanche in caso di eclatanti abusi liturgici e altri comportamenti lesivi della retta dottrina da parte di molti vescovi, in questa circostanza è intevenuta e anche pesantemente.

Tuttavia il dato più sconcertante non è solo questo, ma che la versione dei fatti ora ci giunga a distanza di tempo da una "agenzia" cattolica, modificata a favore del cammino, rispetto a quella del day after data dell'agenzia americana. Il che sta a significare che la pressione e le "trattative", che possiamo immaginare quanto snervanti e colme di aggressività, sono proseguite al di fuori della Santa Sede e con l'avallo dei potenti sponsor del cammino. Intanto è eloquente la reazione dei nostri interlocutori neocat, che rispecchia l'interpretazione data alla vicenda all'interno del cammino.

Molto inquietante, c'è da dire...

L'attenzione ora è a cosa diranno i vescovi giapponesi, sempre se diranno qualcosa, a questo punto.

Abbiamo anche altre notizie, apprese quasi in concomitanza dalla comunicazione di Zenit; ma che non abbiamo pubblicato e non pubblicheremo, perché si tratta della versione interna al cammino, che grida vendetta sia per lo stile che per i contenuti schifosamente (consentiteci di dirlo!) trionfalistici, ai quali non intendiamo dare pubblicità da queste pagine...

Viene inoltre spontaneo aggiungere che chi si lascia guidare dallo Spirito Santo, non è solito mettere in atto strategie e smuovere mari e monti pur di raggiungere i propri scopi...

In ogni caso il dato che si ricava dal comunicato che stiamo commentando, anche se è di parte, è che:
  • il cammino crea problemi
  • il cammino ha bisogno di mediazioni umane ( e di appoggi in Curia) per nascondere questi problemi
  • lo statuto è carta straccia ( per quanto riguarda il fatto che il cammino è al servizio dei vescovo)
A questo punto, Kiko e Carmen potrebbero fare grande festa per dire che il Papa manda centinaia di famiglie neocat in missione... magari chissà in Giappone. Intanto quante feste per missioni eclatanti hanno suscitato un enorme battage mediatico, che però non ha poi riportato i pesanti e dolorosi fallimenti di intere famiglie mandate allo sbaraglio? Tanto per far vedere a chi è gradito ubbidire (cioè al demonio). Infatti lo scopo (non troppo nascosto) è quello di disorientare e frastornare i cattolici convinti di seguire un buon Papa e convinti che il Cammino non possa sempre avanzare a suo comodo.

Ma è proprio qui il primo punto debole, è proprio per questo che temono un pugno di vescovi dall'altra parte della Terra, vescovi che non hanno da temere per la loro "carriera" e non sono ricattabili né comprabili.

Ricordiamoci sempre che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Anche se Kiko e Carmen hanno il potere di far sembrare "notizia" la loro propaganda, anche se possono agitare come cani rabbiosi uno squadrone di trecento vescovi e cardinali, anche se possono costringere qualche struttura vaticana a "legalizzare" le loro eresie e il loro scempio liturgico... ricordiamoci sempre che è Nostro Signore stesso a garantire che non praevalebunt.

Il Golia neocatecumenale cadrà per mano del più piccolo e sconosciuto dei Davide.

Ma ora, di fatto, abbiamo UNICAMENTE la VERSIONE neocatecumenale. Nessun comunicato ufficiale ma solo le parole di un portavoce neocat, riportate da un sito che sappiamo pronto a farsi la vetrina del cnc. Peccato che chi ha riportato la notizia in Italia e nel resto del mondo lo abbia fatto come se il fatto fosse assodato e non abbia aggiunto che si trattava della versione neocat.

Comunque resta una realtà innegabile che quel movimento gode di privilegi e corsie preferenziali che altri non hanno. Resta drammaticamente vero che i vescovi sono liberi di contestare un documento del Papa ed impedire a dei fedeli cattolici la Santa Messa Tridentina, sono liberi di diffondere magisteri ai margini della Dottrina se non lesivi della Dottrina, agiscono in modo autonomo EPPURE non vediamo convocazioni ufficiali, non vediamo la Santa Sede prendere provvedimenti, non ci sono mediatori che intervengono in difesa delle vittime della ribellione dei vescovi.

Sembra che oggi nella Chiesa cattolica ci sia un solo gruppo che deve essere protetto e difeso, un solo movimento che ha tutti i diritti, ivi compreso quello di calpestere dottrina e liturgia, che nessuno, nemmeno un vescovo, nemmeno una Conferenza episcopale ha il diritto e potere di intervenire per mettere un termine ai loro abusi.

È questo il messaggio che si vorrebbe far passare?
Che già abbiamo letto su questo blog?
Che niente e nessuno può opporsi a cammino nc?

Sarebbe un ben triste messaggio che firmerebbe l'abdicazione dell'autorità di chi è responsabile della conservazione e trasmissione del Sacro Deposito del tesoro della nostra Fede, di chi è responsabile della salute delle anime, della sicurezza del gregge di Cristo.