venerdì 30 aprile 2010

La Chiesa è e resta Una Santa, immacolata e indefettibile... però?

da Una Fides questa riflessione sulla prova che la Chiesa sta attraversando: l'ottimo articolo di Mons. João Scognamiglio Clá Dias, E.P., che riproduce esattamente il nostro 'sentire'. Un grazie di cuore a Caterina per l'immagine!

"In questi ultimi tempi abbiamo sentito il ruggito del leone che cercava qualcuno da divorare, l'ululato dei lupi che avevano sentito l'odore del sangue, lo squittio di molti topi che cercavano di abbandonare una nave che sembra affondare, i belati di molte pecore spaventate, ora ci pare un sogno riascoltare la voce umana della ragione. Sì, la ragione, l'avanguardia della fede. In retroguardia invece ci sta davvero solo un furore cieco e irrazionale. Anzi cieco perché irrazionale.

Abbiamo sofferto tutti, molti buoni preti e vescovi cattolici hanno sofferto, il Papa ha sofferto, ma tutto questo non può essere avvenuto invano; come ci hanno rammentato le splendide parole dedicate da un Vescovo a delinerare quale sia il cuore della Santa Messa così come è messo in luce dalla Liturgia tradizionale, non c'è Messa né Chiesa né Santità senza sofferenza e sacrificio: «La sofferenza, la vostra, la mia, quella dei Pontefici, è al centro della santità personale, perché è la nostra partecipazione all'obbedienza di Gesù che rivela la sua gloria. È il mezzo attraverso il quale siamo fatti testimoni della sua sofferenza e partecipi della gloria futura. Non vi preoccupate se molti nella Chiesa non hanno ancora afferrato questo punto, e meno ancora che nel mondo non sarà nemmeno preso in considerazione. Voi sapete che questo è vero e dieci uomini che sussurrano la verità sono più eloquenti di cento milioni di persone che mentono» (Omelia di Mons. Edward James Slattery per la Solenne Messa Pontificale in occasione del 5° anniversario dell'insediamento di Papa Benedetto XVI, Basilica dell'Immacolata Concezione, Washington DC, 24 aprile 2010). [da Una Fides 29 aprile 2010]
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Abbiamo assistito recentemente agli attacchi mediatici, feroci e pilotati da forze avverse subìti dal Papa, a fronte dei quali è mancata una pronta piena difesa soprattutto da parte della sua Curia, mentre ora, tardivamente, dopo che alcuni vescovi -anch'essi con deprecabile ritardo e in ordine sparso: nessuna espressione corale salvo rare e anch'esse tardive eccezioni- hanno fatto sentire la loro voce di solidarietà, i movimenti, finora muti, si preparano ad una manifestazione corale per il 16 maggio prossimo in S. Pietro.

Quale credibilità possiamo dare ad una difesa così tardiva e, soprattutto così ostentatamente più 'dimostrativa' di esibizione di 'numeri' che tanto sembrano rassicurare vescovi compiacenti, incuranti della sostanza, piuttosto che di una autentica solidarietà al Papa che sarebbe davvero tale se si manifestasse con l'obbedienza alle sue direttive e fosse intervenuta mentre lui stava vivendo il suo calvario?

Come cristiani, molto ci rassicura e ci inorgoglisce l'atteggiamento di trasparenza e di serena fermezza del Papa; ma siamo davvero stanchi di questo protrarsi dell'attenzione sugli aspetti di degrado morale, che purtroppo non riguarda solo la Chiesa e che non è una causa, ma l'EFFETTO del degrado spirituale determinato dall'oscuramento dei principi fondanti della Fede.

Tuttavia, quanto vorremmo che il Papa e i Vescovi, oltre alla medicina della Misericordia -e per fortuna anche della Giustizia-, applicata nei casi posti all'attenzione del mondo intero, si occupassero, col dovuto fervore, soprattutto della medicina della Verità, in ordine alle verità di fede tradite e oscurate dalla 'nuova Chiesa che avanza'. Purtroppo la nuova ' Chiesa', oltre a quella -più subdola e sempre più oggetto di mimetizzazione- del Cammino neocatecumenale, che mantiene inalterate le sue prassi e i suoi insegnamenti 'segreti', presenta anche la facciata 'modernista' e quella 'neo-protestante'; il che continua a sviare e disorientare molti fedeli e non colma, anzi tende a perpetuare, lo iato generazionale creatosi per effetto del post-concilio!

Non si tratta di mettere in discussione il Concilio, dal quale sembra che davvero la Chiesa sia stata rifondata e di fatto essa mostra un "altro" volto, ma di applicare e non solo proclamare la tanto invocata "ermeneutica della continuità". Non è nostalgia, né fissismo (indebite accuse ricorrenti rivolte a chi ama la Tradizione), ma amore della Verità che è UNA e immutabile, anche se è giusto trovare forme nuove per esprimerla: ma "nove" (in modo nuovo), cioè in modo nuovo e con sempre maggiore ricchezza e pienezza, che nasce da approfondimento della 'conoscenza' del Signore e non "nova" (cose nuove), cioè introducendo nuovi concetti e nuovi principi che deformano la Verità e portano da tutt'altra parte. Del resto, dopo oltre quarant'anni se ne stanno vedendo gli effetti su tutti i fronti... e tuttavia il relativismo, la secolarizzazione, la scristianizzazione, non possono essere vinti con la morale o con una pseudo "iniziazione cristiana", ma con la Verità e la Fede autentica in una Persona, perché è solo da essa che ogni etica può scaturire!

lunedì 26 aprile 2010

Nuova testimonianza, molto rivelativa!

Ricevo e pubblico:

Salve,
non so con chi parlo ma dal momento che non ti fai conoscere già si deve dubitare di te (scrivevi così del cammino neocatecumenale).
Sono un ragazzo di 22 anni giovane forse, pieno di spirito sicuramente. Ho fatto anche io da ragazzo il cammino per qualche anno ma ancora non era tempo per me infatti dopo 2-3 anni forzati sono uscito.
Sono figlio di 2 genitori nonchè persone fantastiche che da più di vent'anni sono nel cammino. ti posso assicurare che aldilà dei metodi che usano nella comunità e le eresie che possono essere dette non ti devi soffermare su ciò.
Se hai fede veramente nel signore gesu' saprai che lui ha un progetto per tutti noi, forse il cammino non era il modo piu' adatto per te di avvicinarti al signore, io l'ho trovato infatti nel rinnovamento carismatico e non escludo assolutamente di andare anche in comunità, il signore si manifesta ovunque, perchè fermarsi dunque ad ascoltare (e solamente ascoltare) la parola illudendo noi stessi, dovremmo essere invece quelli che la mettono in pratica. Esistono molti libri di psicologia sociologia che affermano innumerevoli teorie.........gesu' e' l'unica via non esistono teorie per il cuore. Il signore Attecchisce ovunque non importa come, I risultati della "setta" di cui parli li vedo ogni giorno ringraziando Dio, sui miei genitori essi sono veramente degli strumenti del signore, lascia perdere le dottrine La chiesa cattolica E' quella giusta secondo te?? è fatta di uomini, gli uomini sbagliano DEVI CREDERE IN UN' UNICA DOTTRINA IL SIgnORe GESU' cristo lo puoi sentire ovunque qualunque persone vicina a te può diventare strumento del signore rendendosi testimone Apri le orecchie e ascolta quello che è giusto per la tua vita, infondo sai che a volte è necessario mettere da parte la ragione Il Nc sono servi del signore non di Kiko, quest'ultimo è solo uno strumento del signore hai paura che diventi un duce? anche lui è una persona non vuole voti, non fa una campagna elettorale. Elimina il sito, perchè devi scoraggiare persone che vorrebbero entrare nel cammino ( attraverso internet sono migliaia di persone) l'importante è che gli uomini si convertano a Dio per diventare suoi servi, lascia stare un cristiano che frequenta la chiesa ma molte volte non vi è un passaggio intermedio un ateo può arrivare direttamente in comunita' e convertirsi TU INVECE CHE COSA FAI? MANDI QUESTE PERSONE NELLE MANI DI SATANA E SI PARLA DI MIGLIAIA INFILANDO DUBBI SU DUBBI E INSIEME A LORO RISCHI DI SEGUIRLI ANCHE TU, STAI FACENDO DEL MALE E NON TE NE RENDI CONTO, SPERO CHE SIA UNA TESTIMONIANZA VERA E CHE NE APPREZZI LA SINCERITA' AL DI LA' DELLA FORMA.
PROVA ad ascoltare la parola di Dio con cuore sincero
il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo avere ascoltato, custodiscono la parola e producono un frutto con la loro PERSEVERANZA, pregherò per te affinchè il signore ti possa dare lo spirito di perseveranza, solo grazie a quello potrai continuare a seguirlo con cuore puro e sincero scacciando via tutte le tentazioni che il mondo, i pensieri negativi producono, quando avrai fatto cio' ti sentirai leggero e spensierato come un bambino felice senza pensieri nelle braccia del signore come mi sento io in questo momento.

GUARDA LA SOSTANZA LA FORMA E' SECONDARIA!! GESU' HA FORMA? LO VEDI OGNI GIORNO?? IMPARA A VEDERE CON GLI OCCHI DEL CUORE

Ti lascio con una parola
"E' giunto il momento ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perchè il padre cerca tali adoratori" (Giovanni 4,23)
e ancora questa sono per te scelte a caso dalla mia mano:
"il signore è lo spirito e dove c'è lo spirito c'è liberta'" (II corinzi 3,17)
Davide.
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Che dire all'appassionata testimonianza di Davide? Come fa a sostenere che qui da noi si veda la forma e non la SOSTANZA, se è proprio alla sostanza, cioè alla Verità che rimandiamo continuamente?
Inoltre nel suo discorso senza filo conduttore, ricco di flash slegati fra loro secondo il più puro stile kicarmeniano, ad un certo punto afferma: "lascia perdere le dottrine. La Chiesa cattolica è quella giusta secondo te? E' fatta di uomini e gli uomini sbagliano".

A questo punto dovrebbe spiegarmi chi e cosa conferisce al Cammino il monopolio dello Spirito Santo: un cammino che non è che sia calato dal cielo come le Gerusalemme Celeste ma, anziché essere stato istituito da Cristo come la Chiesa, è opera di uomini ed è fatto di uomini e ha le sue "dottrine" in base alle quali "il cammino si fa e non si studia": un 'fare', sancito da quelle dottrine ancora segrete in quanto non pubblicate, che incide direttamente sul comportamento e scrive qualcosa nella psiche e nell'anima delle persone...

Come non domandarsi perché si può sostenere che sbaglia la Chiesa dato che è fatta di uomini e non possa sbagliare il cammino che è fatto di chi? Di "chi ha ricevuto la natura divina", come arbitariamente sostiene Kiko, quando invece la natura divina, che è Soprannaturale e non immanente come lui la fa, noi creature la riceviamo per Grazia in Cristo, per 'partecipazione', conservando la nostra natura umana così come il Signore, Vero Uomo e Vero Dio! Ma questo avviene in Cristo, nella sua Chiesa e non per mera appartenenza e adeguamento alle prassi del Cammino NC, come si vuole sostenere.

Emerge nettamente lo slegamento dalla Chiesa e si conferma tutto quanto andiamo ripetendo da anni. Abbiamo a che fare con il solito delirio... Povera Chiesa e povere anime in pasto a certi lupi!!!

Non aggiungo altro, il resto lo lascio alla riflessione comune, per la quale questo scritto ci offre una marea di spunti...


domenica 25 aprile 2010

Preghiera ai Santi Angeli

Es 23,20-23 Mando un angelo davanti a te.

Così dice il Signore: “Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato. Abbi rispetto della sua presenza, ascolta la sua voce e non ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il mio nome è in lui. Se tu ascolti la sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l’avversario dei tuoi avversari. Il mio angelo camminerà alla tua testa e ti farà entrare nella terra promessa”.

Sal 90 Il Signore manda i suoi angeli sul nostro cammino.

Tu che abiti al riparo dell’Altissimo e dimori all’ombra dell’Onnipotente, di’ al Signore: “Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio, in cui confido”. Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, dalla peste che distrugge. Ti coprirà con le sue penne, sotto le sue ali troverai rifugio. La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza; non temerai i terrori della notte né la freccia che vola di giorno, la peste che vaga nelle tenebre, lo sterminio che devasta a mezzogiorno. Non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda. Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi.

mercoledì 21 aprile 2010

Testimonianza da Madrid

Così ci scrive un nostro lettore, da Madrid:

"...ho visitato la Almudena. Avrei voluto pregare un po', ma non ci sono riuscito. Io mi chiedo come è possibile che la città più cattolica del mondo, insieme a Roma e - se vogliamo - a Gerusalemme, abbia quel Kiko gigante al centro della serie di pitture che adornano l'interno della cupola e alla sua sinistra una scena di crocefissione con un simbolo massonico che più sfacciato di così non si può: ai piedi della croce c'è un teschio con delle tibie incrociate, bianchi su sfondo nero. Solamente i massoni e i templari usano questa simbologia che non è mai stata cristiana. E neanche a dire che è piccolino: si vede nettamente. Non sono nemmeno riuscito a pregare, sono tornato indietro ed eccomi qua..."

Per meglio documentarmi su questo input, ho trovato sul web questa scarna documentazione:


"Il fondatore dei Neocatecumenali, Kiko Argüello, fu incaricato di affrescare nell'abside della Cattedrale una "corona misterica": i momenti più importanti della vita di Cristo. Al centro, il Pantocrator o secondo avvento di Cristo, che sostiene nella mano destra le Sacre Scritture e, ai lati, la crocifissione, la risurrezione, la pentecoste, l'ingresso trionfale a Gerusalemme e la dormizione di Maria. Il tutto su uno sfondo dorato e sempre secondo il modello delle icone classiche.

Al di sopra degli affreschi furono installate sette vetrate dedicate alla voce di Dio contenenti il sostantivo "parola" tradotto in varie lingue: latino, greco, ebraico, siriaco, cirillico e spagnolo. La settima vetrata, quella centrale, porta iscritto il nome di "Maria", patrona della Cattedrale. Gli affreschi risentono dell'influenza bizantina (!?), mentre le vetrate presentano uno stile puramente astratto".

Da notare una particolarità: la "corona misterica" è esattamente la stessa riprodotta in molti seminari (Santo Domingo, Varsavia: foto a sinistra, ecc.) e altre Chiese italiane, ad esempio, come S. Bartolomeo in Tuto a Scandicci

Quanto all'affermazione che l'autore si esprima secondo il modello delle icone classiche, c'è molto da dissentire: basta dare un'occhiata ad alcuni esemplari sotto riprodotti per incontrare un mondo spirituale quanto meno inquietante e del tutto estraneo ai sacri canoni cui si ispiravano e ancor oggi si ispirano gli iconografi autentici che con le loro opere non fanno altro che aprire una finestra sul Mistero, mentre in quelle che vediamo qui riprodotte, si aprono orizzonti dai quali ci viene istintivo distogliere lo sguardo, soprattutto quello della mente e del cuore...

Non occorre essere specialisti per capire che certe icone non hanno nulla a che fare con l'iconografia bizantina, alla quale si dichiara esse si ispirino. Inoltre, per apprezzarle, occorrerebbe avere senza mezzi termini il gusto dell'orrido, con un grosso punto di domanda sul tipo di spiritualità che veicolano... vedi anche quelle sotto riprodotte:



Concludiamo questa piccola galleria con la inquietante Madonna di Scandicci e con l'interno di una parrocchia di Madrid, al centro del cui abside appare lo stesso Cristo visibile al centro della "Corona misterica" dell'Almudena: lo stesso che campeggia in tutte le absidi di Chiese necatecumenali, rilevando come manchi di uno dei più importanti canoni dell'iconografia cristiana: la Croce nell'aureola. Riproduciamo, infine, un altro volto di Cristo che molto ricorda le sembianze dell'iniziatore... Può sembrarci strano che il nostro lettore non sia riuscito a pregare? Ci chiediamo come queste performance non dicano nulla a chi dovrebbe preoccuparsi di non mettere i fedeli ignari in mano a cattivi maestri o falsi profeti

martedì 20 aprile 2010

Testimonianza da Taiwan

Trascrivo la testimonianza appena ricevuta da un nostro lettore, che non è anonimo, ma mi dà il consenso di pubblicarla, omettendo tuttavia i dati personali.

Soggiornando alcune volte a Taiwan ho incontrato varie realtà cristiane cattoliche. Salesiani, camilliani e, purtroppo, anche neocatecumenali.
Di questi come persone non ho nulla da dire, ma uno scontro immediato di un sacerdote "loro" con una ragazza cinese, cattolica, mi ha dato l'idea del loro modo decisamente scorretto e presuntuoso di affrontare la comunità cinese con i loro modi gentili ben più dei nostri.
Inoltre mi è stato confermato che al sud di Taiwan è stato creato un loro seminario che, sfornando vari preti, ha permesso al vescovo di poter "brillare" di più e di diventare cardinale. (dato non verificato, ma il risultato del "brillare" non è nuovo ed è plausibile - ndr)
Se queste sono le modalità di presentazione dei neocatecumenali nel mondo, c'è da pregare perchè la Chiesa se ne liberi ben presto o che la Madre Celeste li converta tutti annientando i capi nelle loro eresie e modificando la loro zucca !
Inoltre essendomi informato ed avendo avuto riprova della loro liturgia bislacca, se non eretica, cerco di dissuadere ogni cattolico di là, dal frequentarli.
Maria corredentrice aiutaci tu !

Ho trovato nel web due foto del Seminario cui il nostro lettore si riferisce: la risoluzione è pessima, ma le inserisco, perché rivelative di come lo stile sia il medesimo in ogni ambiente NC: è una delle regole ferree del Cammino, quella della rigorosa uniformità, oltre che di ambienti, anche di suppellettili e oggetti del culto...


Noterete che la prima foto in alto - che ha l'aspetto di un'aula sinagogale con scranni senza inginocchiatoi dai quali l'assemblea è orientata verso se stessa e non verso il tabernacolo - è del cosiddetto "Santuario della Parola", che tiene luogo della "Cappella dell'Adorazione" e presenta l'anomalia di un Tabernacolo "a due piazze" identico a quelli della Domus Galileae (vedi immagine a destra), Scandicci e tutti gli altri centri neocatecumenali, che custodisce la Torah insieme alle Sacre Specie. Sintomatica quindi l'attribuzione di pari dignità alla Presenza del Signore mediata dal testo della Scrittura ed a quella nelle Sacre Specie; il che lascia trasparire il non riconoscimento della Presenza Reale nell'eucaristia , come del resto asserito dall'iniziatore, che così insegna:

Con il Concilio di Trento, nel XVI secolo, si fissa tutto rigidamente imponendo in modo radicale il rito romano.“In quest’epoca nascono tutte le filosofie sull’Eucarestia. “Quando non si capisce quello che è il sacramento, a causa della svalorizzazione enorme dei segni come sacramenti, e quando non si capisce quello che è il memoriale, si comincia a razionalizzare, a voler dare spiegazioni del mistero che c’è dentro. Precisamente perché, il mistero trascende la sua unica spiegazione, c’è il sacramento. Il sacramento parla più dei ragionamenti. Ma a quel tempo, poiché non si capisce,… si cerca di dare spiegazioni filosofiche del mistero. E così incominciano i dibattiti su: ‘Come è presente?’ Lutero non negò mai la presenza reale, negò solo la parolina ‘transustanziazione’ che è una parola filosofica che vuole spiegare il mistero. ...Ma la cosa più importante non sta nella presenza di Gesù Cristo. Egli dice: ‘Per questo sono venuto: per passare da questo mondo al Padre’. Ossia, la presenza fisica nel mondo ha uno scopo che è il resuscitare dalla morte. Questa è la cosa importante. La presenza è un mezzo per il fine che è la Sua opera: il mistero di Pasqua. La presenza è in funzione dell’Eucaristia, della Pasqua”(Orientamenti, p. 325).Il memoriale che Egli lascia è il Suo Spirito resuscitato dalla morte, presente con tutto il suo mistero di morte e resurrezione, fatto vita per portare al Padre tutti quelli che celebrano la Pasqua, tutti quelli che celebrano la cena con Lui. La Chiesa primitiva non ha problemi a proposito di questa presenza”(Orientamenti p. 326).

Commento: Se non c’è cambiamento di sostanza (‘transustanziazione’) ma solo di significato in vista della celebrazione (‘transfinalizzazione’), allora nei frammenti eucaristici avanzati non ci sarebbe più la presenza del Cristo, perché questi cesserebbero di conservare la sua presenza, luteranamente solo simbolica. Nelle celebrazioni NC, infatti, non ci si preoccupa per i frammenti, e tanto meno di conservare le ostie dopo la celebrazione. Kiko e Carmen non capiscono, e perciò rifiutano la transustanziazione che non spiega, ma descrive il mistero che noi cattolici accettiamo con atto di fede, e cioè: “La conversione di tutta la sostanza del pane nel corpo di Cristo e di tutta la sostanza del vino nel suo sangue; conversione singolare e mirabile che la Chiesa Cattolica chiama giustamente e propriamente transustanziazione” .

E' falso quello che afferma l'iniziatore del Cammino, che prende un pezzo di verità assolutizzato, tralasciando tutto il resto e determinando, perciò stesso un'eresia. Infatti la Chiesa insegna: Gesù non è presente nell’Eucarestia solo col ‘Suo Spirito resuscitato’, ma anche col Suo Corpo. L’Eucarestia non è solo proclamazione della Risurrezione, ma ripresentazione del sacrificio redentore di nostro Signore che ci ha salvati con la sua Morte e Risurrezione.


Le parole dell'Arguello spiegano perché i NC attendono di essere serviti seduti attorno ad una "mensa" - su cui troneggia un candelabro ebraico invece della Croce, come ben visibile nella foto a lato - in attesa del "carro di fuoco": la merckavà, anziché offrire "il" Sacrificio davanti ad un "altare"; atteggiamento di conio cabalistico più che cattolico... e che restino tuttora 'seduti', nonostante lo statuto dica diversamente, ci è stato testimoniato da quanto accaduto durante l'ultima veglia pasquale nella Basilica di S. Petronio di Bologna. Il 'seduti' o 'in piedi' (o, meglio, in ginocchio, come indica il Santo Padre) non è tanto una questione formale, ma c'è dietro una teologia diversa da quella cattolica. Ma nessun Pastore sembra preoccuparsene, se nella nostra Chiesa qualcosa di cattolico c'è ancora rimasto!

Insegnamenti non cattolici di Kiko Arguello: VI - "Siamo tutti sacerdoti"

Siamo giunti al VI capitolo del testo «Eresie del Movimento neocatecumenale» - Ultimo grido d'allarme, scritto da p. Enrico Zoffoli nel 1991. I suoi contenuti sono sempre attuali, dal momento che nel Cammino Neocatecumenale nulla è cambiato negli anni né sotto l'aspetto dottrinale né sotto quello pragmatico.

VI
«SIAMO TUTTI SACERDOTI»

La Chiesa, società visibile e gerarchica, fonda la propria struttura giuridica sul sacramento dell’Ordine, che distingue essenzialmente il «sacerdozio ministeriale» da quello comune di tutti i fedeli semplicemente battezzati (LG 10). Ma, secondo Kiko, tale distinzione non si dà, essendo tutti partecipi dell’unico sacerdozio di Cristo. Dunque, nella Chiesa non si dà una Gerarchia che distingue il clero dal popolo; clero che, rappresentando il Capo, parla e agisce «in nomine et persona Christi»; E popolo che, rappresentato dal clero, si eleva a Dio in virtù della sua mediazione che rende sensibile quella assolutamente primaria del Verbo Incarnato.

Come al solito, il fondatore carismatico del movimento neocatecumenale si pronunzia con stupefacente disinvoltura: «Non abbiamo nemmeno sacerdoti nel senso di persone che separiamo da tutti gli altri perché in nostro nome si pongano in contato con la divinità. Perché il nostro sacerdote, colui che intercede per noi, è Cristo. E siccome siamo il suo Corpo, siamo tutti sacerdoti. Tutta la Chiesa è sacerdotale nel senso che intercede per il mondo. È vero che questo sacerdozio si visibilizza in un servizio, e ci sono alcuni fratelli che sono servitori di questo sacerdozio, ministri del sacerdozio. Nel Nuovo Testamento non si usa la parola “sacerdote” altro che riferita a Cristo; invece si parla di ministri e presbiteri…» (p. 56s).

Forse siamo al più micidiale «colpo basso» vibrato da Kiko al cuore della Chiesa: Lutero ne avrebbe esultato. In realtà:
  1. Il Concilio di Trento contro la pseudoriforma protestante parla di «sacerdozio della nuova legge» (D-S 1764), del sacramento dell’Ordine (D-S 1765-6), della Gerarchia ecclesiastica fondata su tale Ordine (D-S 1767-1770).
  2. Dunque, nella Chiesa non tutti sono sacerdoti, ma soltanto alcuni; e questi sono «ministri» di Cristo, non ministri-deputati dalla comunità dei fedeli. I «presbiteri» non sono «fratelli» ma «padri» perché, rappresentando Cristo, hanno da Lui ricevuto il potere e la missione di intercedere per essi presso il Padre: la loro dignità viene dall’alto, non dal basso…; da un «carattere sacro» non da una designazione umana di tipo democratico. Pio XII aveva smascherato il ricorrente errore luterano: «Alcuni (…) insegnano che nel Nuovo testamento si conosce soltanto un sacerdozio che spetta a tutti i battezzati (…) e soltanto in seguito è sottentrato il sacerdozio gerarchico. Sostengono perciò che solo il popolo gode di una vera potestà sacerdotale, mentre il sacerdote agisce unicamente per ufficio commessogli dalla comunità…» (MD 68).
  3. Ma insegnamenti così categorici non sono mai stati capiti e accettati da Kiko e seguaci perché, nelle comunità neocatecumenali, chi presiede non è il «sacerdote» ma il «catechista», ciò che l’attuale pontefice, bene informato, ha biasimato con vigore «… In questo cammino l’opera dei sacerdoti rimane fondamentale». Essi sono le «guide della comunità» per cui «la prima esigenza che vi si impone – aggiunge rivolgendosi a loro - è di saper mantener fede alla vostra identità sacerdotale».
    «In virtù della sacra ordinazione, voi siete stati segnati con uno speciale carattere che vi configura a Cristo Sacerdote, in modo da poter agire in suo nome. Il ministro sacro quindi dovrà essere accolto non solo come fratello che condivide il cammino della comunità stessa, la soprattutto come colui che agendo “in persona Christi”, porta in sé la responsabilità insostituibile di Maestro, Santificatore e Guida delle anime, responsabilità a cui non può in nessun modo rinunciare (…). Sarebbe illusione credere di servire il vangelo diluendo il vostro carisma in un falso senso di umiltà o in una malintesa manifestazione di fraternità (…) Non lasciatevi ingannare! La chiesa vi vuole sacerdoti e i laici che incontrate vi vogliono sacerdoti e niente altro che sacerdoti. La confusione dei carismi impoverisce la Chiesa, non l’arricchisce» (Giovanni Paolo II, Disc. Del 9.12.1985, L’Osser. Rom. 12.12.1985).
  4. Il richiamo è inequivocabile. Ma risulta che ad esso, nelle comunità neocatecumenali, si è rimasti sordi. Non si riflette che, negato l’Ordine Sacro, soppressa la distinzione essenziale tra sacerdozio ministeriale e sacerdozio comune, la Gerarchia cattolica resta annullata, seguendone la demolizione della Chiesa come società visibile, tornando indietro nei secoli alle aberrazioni ereticali da essa ripetutamente condannate…

Insegnamenti non cattolici di Kiko Arguello: V - "Cristo non è modello di santità per nessuno"

Siamo giunti al V capitolo del testo «Eresie del Movimento neocatecumenale» - Ultimo grido d'allarme, scritto da p. Enrico Zoffoli nel 1991. I suoi contenuti sono sempre attuali, dal momento che nel Cammino Neocatecumenale nulla è cambiato negli anni né sotto l'aspetto dottrinale né sotto quello pragmatico.

V
CRISTO NON È MODELLO DI SANTITÀ PER NESSUNO


La Chiesa è il Corpo Mistico di Cristo, il quale, appunto perché suo Capo e Mediatore, è anche supremo Modello di santità per i credenti. Modello sublime, ma – con la sua grazia – realmente imitabile da tutti secondo la particolare vocazione di ciascuno. Kiko lo nega…; ma, se avesse ragione, la Chiesa quale tipo ideale di perfezione dovrebbe proporre ai fedeli, se questi possono piacere al Padre soltanto se si configurano al suo divin Figlio?... Cosa può insegnare al mondo, come può educare le anime e osare di dichiararne la santità prescindendo dal Cristo, unica Via che conduce alla Vita? Unico Maestro di verità ed anzi la Verità in Persona? Egli ci ha comandato di restare inseriti in Lui come i tralci nella vite per trarne la linfa vitale della grazia che ci rende simili a Dio stesso nella partecipazione alla sua beatitudine.

Tutto questo non sarebbe vero, secondo Kiko che, al riguardo, presume di capovolgere duemila anni di Cristianesimo predicato e vissuto: «Gesù Cristo non è affatto un ideale di vita. Gesù Cristo non è venuto a darci l’esempio e ad insegnarci a compiere la legge» (p. 125) «La gente – incalza – pensa che Gesù Cristo è venuto a darci una legge più perfetta della precedente
(l‘ebraica) e che, con la sua vita e la sua morte, la sua sofferenza soprattutto, ci ha dato l’esempio perché noi si faccia lo stesso. Per queste persone (ossia per tutti i santi) Gesù è un ideale, un modello di vita… » (p. 126)

Non basta; «… Molta gente pensa (…): ci ha dato l’esempio con la sua vita, dicendoci: Vedete come faccio io? Così fate anche voi”. Se poi chiedi alla gente: “Tu lo fai?”, ti rispondono: “Via, io non sono Gesù Cristo, non sono mica un santo…”. Il Cristianesimo non è per nulla un moralismo. Perché, se Gesù Cristo fosse venuto a darci un ideale di vita, come avrebbe potuto darci un ideale talmente alto, talmente elevato, che nessuno lo può raggiungere?» (p. 126)
Qui la mistificazione è palese, irritante, anche per il credente più superficiale e distratto.
  1. In tutto il N.T. l’invito a seguire e imitare Cristo, di partecipare alla sua Passione, condividere i suoi sentimenti, ecc, è così frequente ed insistente che se ne potrebbe ricavare un florilegio del più alto interesse. Ricordo qualche espressione presa a caso:

    • «chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me…» (Mt, 10,38; 16, 24s; Mc 8,34s; Lc 9,23s; 17,23; Gv 12,25);

    • «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre…» (Gv 8,12);

    • «Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore…» (Mt 11,29);

    • «Rimanete nel mio amore…» (Gv 15,9). «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati» (Gv 15,12). «Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità nel modo che anche Cristo vi ha amati e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore» (Ef 5, 1-2);«Fatevi miei imitatori, come io sono di Cristo» (1 Cor 11,1).

    • «Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù…» /Fil 2,5). «Quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte…». «Siamo stati completamente uniti a lui con una morte simile alla sua…». «Il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui…»; «siamo morti con Cristo…»; «morti al peccato, ma viventi per Dio in Cristo Gesù» (Rm 6,1-11);

    • «Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme…» (1 Pt 2,21).
    Kiko, perciò, fa supporre che non abbia mai letto il N.T., o abbia creduto che nessuno dei suoi «catechisti» avrebbe verificato la fondatezza delle sue affermazioni;



  2. se Cristo non è il Tipo esemplare di santità per tutti i fedeli, la Chiesa li inganna quando stimola a seguire l’esempio dei santi e venerarne la memoria: la loro santità è tutta e solo quella di Cristo e certamente non altro li rende venerabili…;




  3. Se non siamo tenuti ad imitare Cristo, la Chiesa erra gravemente quando impone ai suoi figli il dovere di santificarsi secondo la loro condizione, lottare contro se stessi, far trionfare in sé l’amore che li trasforma in Lui. Kiko forse ignora quanto al riguardo insegna il Vaticano II; secondo il quale «il Signore Gesù Maestro e Modello divino di ogni perfezione, a tutti e ai singoli suoi discepoli di qualsiasi condizione ha predicato la santità della vita, di cui egli stesso è Autore e perfezionatore…». «Tutti i fedeli, di qualsiasi stato o grado sono chiamati alla pienezza delle vita cristiana e alla perfezione della carità (…) seguendo l’esempio di Lui (Cristo) e fattisi conformi alla sua immagine…» (LG 40).

lunedì 19 aprile 2010

Insegnamenti non cattolici di Kiko Arguello: IV - "Peccato impossibile"

Siamo al IV capitolo del testo «Eresie del Movimento neocatecumenale» - Ultimo grido d'allarme, scritto da p. Enrico Zoffoli nel 1991. Lo riproponiamo così com'è, perché i contenuti sono sempre attuali, dal momento che nel Cammino Neocatecumenale nulla è cambiato negli anni né sotto l'aspetto dottrinale né sotto quello pragmatico.

IV
PECCATO IMPOSSIBILE

La Chiesa, impegnata a distribuire alle anime i tesori della Redenzione, di fatto non farebbe né otterrebbe nulla, se è certo che la Redenzione suppone il peccato, es e il peccato non è stato né sarà possibile all'uomo in quanto questi non può evitarlo, come sostiene Kiko.
Infatti: secondo lui -fedelissimo discepolo di Lutero - «l'uomo non può fare il bene perché si è separato da Dio, perché ha peccato ed è rimasto radicalmente impotente e incapace, in balia dei demoni. E' rimasto schiavo del Maligno. il Maligno è il suo signore. Per questo non valgono né consigli né sermoni esigenti. L'uomo non può fare il bene (...). Non puoi compiere la legge: la legge ti dice di amare, di non resistere al male, ma tu non puoi; tu fai quello che vuole il Maligno» (p. 130 Cf. p. 135)-
L'uomo «è profondamente tarato. E' carnale. Non può fare a meno di rubare, di litigare, d'essere geloso, di invidiare, ecc. non può fare altrimenti. E non ne ha colpa...» (p.138).
Per questo, appunto «non servono discorsi. Non serve dire: "Sacrificatevi, vogliatevi bene, amatevi"! E se qualcuno ci prova, si convertirà nel più gran fariseo... » (p. 136)
- Kiko è in perfetta linea con Lutero, che ha lasciato scritto: «Acconsenti dunque a ciò che tu sei, angelo mancato, creatura abortita. Il tuo compito è di mal fare, perché il tuo essere è malvagio!» (da J. Maritain, Tre Riformatori, Morcelliana, 1964, p.48).
Dunque:
  1. se non posso evitare il male che mi tiranneggia, neppure posso compiere il bene. Ciò significa che non sono libero; e se non posso disporre di me, non si può dare né bene né male morale, mancando la responsabilità. Ed ecco l'uomo ridotto alla condizione della marionetta, per la quale non ha senso la «conversione», non dice nulla il dovere di corrispondere alla grazia della penitenza; grazia che deve far sempre leva su di una volontà sostanzialmente normale, sana, che ponga l'uomo nella possibilità di rispondere di sé, di acquistarsi dei meriti, di piacere a Dio...;
  2. contro il protestantesimo, il Concilio di Trento aveva rivendicato energicamente il libero arbitrio, ossia la facoltà di assecondare o di rifiutare la grazia (D-S 1554-1555). Fin dal 413, i Capitula pseudo-clementina avevano sottolineato che noi siamo cooperatori della grazia di Dio, la cui bontà agisce in modo che il suoi «doni» si trasformano in altrettanti nostri «meriti» (iv. 248). Kiko però - come vedremo - respinge il Concilio di Trento, mentre tesse ampi panegirici del Vaticano II, che anche a questo riguardo continua ed anzi approfondisce il grande solco della Tradizione (cf. GE 10; DH 1,2,5,7,; GS 4,6,9,13,17,31,37,39,68,74,75, ecc.).
  3. Stando alle perentorie dichiarazioni del fondatore del movimento neocatecumenale, i Santi, che si sono sforzati di correggere la propria natura, dominarne gli istinti, accogliere e assecondare la Grazia, raggiungere un notevole grado di maturità interiore, realizzare un invidiabile livello di intimità con Dio..., sarebbero stati dei presuntuosi illusi.... Ma, nell'ipotesi, la prima ad illudersi sarebbe stata la Chiesa, loro Madre e Maestra, che poi li ha proposti al culto e all'imitazione dei fedeli...
  4. Se l'uomo non può fare il bene né evitare il male, quale beneficio avrebbe tratto dalla redenzione di Cristo, buon Pastore che cerca e ritrova la pecora smarrita (Lc 15,6). Medico venuto per guarire i malati (Mt 9,12), Buon Samaritano che salva il viandante aggredito dai ladroni (Lc 10, 29-35), ecc.? A che scopo avrebbe sacrificato se stesso per lasciare poi gli uomini ladri, assassini, adulteri, ecc.? Se egli non ha vinto il peccato, meritando la grazia che rigenera, trasformando le pietre in figli di Abramo, il Vangelo è tutto un'utopia, il Cristianesimo un'impostura, la Chiesa una società inutile.

domenica 18 aprile 2010

Insegnamenti non cattolici di Kiko Arguello: III "Basta con i sacrifici di espiazione"

Prosegue la pubblicazione del testo «Eresie del Movimento neocatecumenale» - Ultimo grido d'allarme, scritto da p. Enrico Zoffoli nel 1991. Lo riproponiamo così com'è, perché i contenuti sono sempre attuali, dal momento che nel Cammino Neocatecumenale nulla è cambiato negli anni né sotto l'aspetto dottrinale né sotto quello pragmatico.

III

BASTA CON I SACRIFICI DI ESPIAZIONE


Gesù ha redento l'uomo sacrificando se stesso sulla croce per espiare i peccati. Ora, appunto i meriti della sua offerta cruenta costituiscono l'unica ricchezza che la Chiesa deve procurare alle anime con l'esercizio dei suoi poteri.
Dunque, negato il sacrificio di Cristo, la Chiesa non ha nulla da offrire all'uomo peccatore e destinato a redimersi, e non si comprende perché sia stata fondata. Kiko, appunto perché nega alla Morte di Cristo il significato, il valore e il merito di un autentico s a c r i f i c i o, non sa spiegare la finalità della Chiesa, né quindi la sua esistenza.

Infatti, secondo lui, «le idee sacrificali e sacerdotali» sarebbero proprie del paganesimo (p.322); «l'idea del sacrificio» sarebbe «retrocedere all'Antico Testamento» (iv.). «Anche Israele, per un certo periodo, ebbe questo tipo di culto sacrificale, dal quale poi - secondo il nostro esegeta - sarebbe passato «ad una liturgia di lode, di glorificazione» (p.320). Per cui i neoconvertiti della Chiesa primitiva avrebbero trovato «nella liturgia cristiana i riti religiosi pagani (....) che già il popolo di Israele aveva superato» (iv.).
Carmen è convinta che «le idee sacrificali, che Israele aveva avuto e aveva sublimato, si introdussero di nuovo nell'Eucaristia cristiana» (p. 333).

- Ma quali «ragioni del tutto contingenti» può aver avuto la Chiesa nel «permettere», non solo, ma per imporre come fondamentale dogma di fede il carattere sacrificale della celebrazione eucaristica? A questo riguardo Kiko e Carmen sembra che delirino. Noi li seguiremo tornando sul concetto di «sacrificio» in generale.
Essi lo rifiutano perché privo di uno scopo: «Offrire cose a Dio per p l a c a r l o» -secondo loro- era proprio delle «religioni naturali», pagane (p. 320). Ora, ciò suppone che Dio possa «offendersi», adirarsi, esigere una riparazione che in qualche modo restituisca a lui ciò che l'uomo, peccando, gli ha sottratto: «Forse che Dio ha bisogno del sangue del suo Figlio, del suo sacrificio, per placarsi? Ma che razza di Dio abbiamo fatto? Siamo arrivati a pensare che Dio placava la sua ira nel sacrificio del suo Figlio alla maniera degli dei pagani. Per questo gli atei dicevano: "che tipo di Dio sarà quello che riversa la sua ira contro suo Figlio nella Croce?"» (p. 333).

Sono molti i rilievi critici che espressioni del genere obbligano a fare.
  1. resta confermato che Kiko, non volendo saperne di «sacrificio», non solo rinnega la Chiesa Cattolica, ma rifiuta lo stesso Cristianesimo che, anche nelle « confessioni-cristiane-non-cattoliche», riconosce nel Sacrificio del Calvario l'unica fonte della salvezza per l'umanità peccatrice...
  2. La Bibbia, dalla Genesi all'Apocalisse, è piena, stracolma del peccato, che Dio condanna perché «iniquità», «empietà»,«infedeltà», «ribellione», «apostasia», «adulterio», «tradimento», disprezzo di Lui, rifiuto del suo amore, ingratitudine... e pertanto o f f e s a, detestabile fatto morale implicante la deliberata avversione a Dio. E allora, il peccato è tale, cioè colpa, o nulla, riducendosi ad una «disgrazia» dovuta ad un «errore». Dunque male involontario, moralmente non imputabile; per cui non sottrae nulla all'uomo come persona, non turba i suoi rapporti con Dio: quelli possibili - in bene e in male - per l'atteggiamento della volontà libera, unico soggetto di moralità come lo è del diritto.
  3. Se dunque il peccato non è una pura «disgrazia» (Ossia incidente involontario, incolpevole, degno solo di compassione), ma atteggiamento di protervia, Dio non può non essere adirato contro il peccatore. Qui però Kiko torna ad equivocare, non avendo mai capito in qual senso debba intendersi lo «sdegno» di Dio, la sua «collera», la terribilità della sua «vendetta». Eppure numerose pagine dell'Antico Testamento sono eloquentissime al riguardo (cf: Es 32,12; Nm 26,22,46; Gs 22,18,20: Dt 29,24; Sal 2,13; 29,6; 75,8; 77. 21, 31; Ger 4,8; Bar 2,13; Dan 9,16, ecc.). Di «ira» si parla anche nel N.T.: (Rm 1,18; 2,5; 9,22; Ef 2,3; Col 3,6; Ap 6,16; a4,10,19; 18,15, ecc.). E sarà soltanto con grande i r a che alla fine dei tempi il Cristo Giudice griderà ai malvagi: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno!...» (Mt 25,41).
Certamente metaforica l'espressione «ira di Dio». Ma l'evidente figura retorica non annulla il reale contenuto del suo atteggiamento di fronte al male: Egli, se giusto, non può non riprovarlo, punirlo, fare sperimentare al peccatore la follia della sua scelta nella privazione del bene a cui egli stesso si condanna preferendo il male... (cf. S. Tommaso, S. Th., 1 q.1, a.2, 2um; q.19, a. 11, c; q. 59, a. 4, 1um; II-II, q. 162, a 3,c; Suppl., q.99, a3; S.c.G., I, cc. 89-91; II, c. 28).
Forse Kiko non ha mai letto la Miserentissimus Redemptor di Pio XI intorno al culto dovuto al S. Cuore, dove all'ossequio della consacrazione aggiunge quello della riparazione, a cui «siamo stretti da un più potente motivo di giustizia e di amore: di giustizia, per espiare l'offesa recata a Dio con le nostre colpe e ristabilire con la penitenza, l'ordine violato; di amore, per patire insieme con Cristo paziente e saturato di obbrobri... Questo dovere di espiazione incombe a tutto il genere umano... E per verità, già dal principio del mondo gli uomini riconobbero in qualche modo il debito di tale comune espiazione, mentre per un certo istinto naturale si diedero, anche con pubblici sacrifizi, a placare la divinità...»

Riepilogando: il peccato, offesa di Dio esige la soddisfazione della sua giustizia; soddisfazione che redime l'uomo dai mali che ha meritato peccando; soddisfazione redentrice operata dal Cristo solo col sacrificio della Croce; sacrificio ch'è il fondo inesauribile della ricchezza della Chiesa, («del sangue incorruttibile dispensatrice eterna»); Chiesa che Kiko demolisce rifiutando il Sacrificio di Cristo; Sacrificio che egli - se fosse realmente cattolico - dovrebbe accettare dal Magistero di tutti i secoli, e particolarmente da quello del grande Concilio di Trento (D-S 1530-1531) e dall'ultimo, il Vaticano II, da cui Kiko si attendeva il rinnovamento della teologia, ma che di fatto - a proposito del Sacrificio - è rimasto fedele alla Tradizione Apostolica (cf. SC 12, 47, 48 55; LG 11,25,28,34; PO 2, 5, 13, 14).

sabato 17 aprile 2010

Insegnamenti di K. Arguello difformi da quelli della Chiesa: II - L'uomo non può offendere Dio


Proseguiamo la pubblicazione del testo «Eresie del Movimento neocatecumenale» - Ultimo grido d'allarme, scritto da p. Enrico Zoffoli nel 1991. Lo riproponiamo così com'è, perché i contenuti sono sempre attuali, dal momento che nel Cammino Neocatecumenale nulla è cambiato negli anni né sotto l'aspetto dottrinale né sotto quello pragmatico.

II
L'UOMO NON PUO' OFFENDERE DIO

Gesù ha operato la Redenzione del mondo espiando il peccato quale offesa di Dio; ora, se l'uomo, peccando, non può offendere Dio, è certo che non ha alcun dovere di espiare; ma senza espiazione non si dà Redenzione; dunque neppure questa avrebbe avuto luogo, e la Chiesa, istituita appunto per completare l'opera redentrice di Cristo, non avrebbe uno scopo: l'umanità può farne a meno.

- Kiko non riesce a concepire il peccato come offesa di Dio; pensa soltanto - ed è ovvio come nella Chiesa tutti i teologi hanno sempre insegnato molti secoli prima di lui - che l'uomo non può «rubare a Dio la sua gloria...»; non «può recare danno a Dio (...) perché allora Dio sarebbe vulnerabile e non sarebbe Dio...». (p. 182). Chi ha mai potuto supporlo?... Dunque è ben altro il senso che la Chiesa ha sempre attribuito al peccato come offesa di Dio: appunto il senso che Kiko ignora, spiegando - lo vedremo subito - come egli non possa concepire il dovere dell'espiazione.

Egli sappia - e con lui quanti lo seguono - che l'uomo col suo peccato, pur danneggiando realmente solo se stesso, o f f e n d e Dio in quanto commette l'ingiustizia di negarGli quel che gli è dovuto: il cordiale riconoscimento del suo sovrano dominio, e quindi la sua dignità di Valore assoluto, Fine ultimo, Legge suprema... L'uomo, peccando, Lo rifiuta, per cui presume di sé, talmente che, se dipendesse da lui, arriverebbe a sopprimerlo...: egli non sopporta la propria radicale subordinazione all'«ALTRO»; ed è appunto in questo tentativo che consiste tutta l'intrinseca perversione della volontà umana, e in questo senso dobbiamo parlare di «offesa di Dio», anche se Dio, in sé, resta inalterato. Non è forse Gesù che parla dei «nostri d e b i t i » con Lui? (Mt 6,12). Non è forse la giustizia che comanda di soddisfarli?

- Anche il Concilio, a proposito del perdono ottenuto dalla misericordia di Dio, parla «delle offese fatte a Lui...» (LG 11): e S. Tommaso, più autorevole interprete delle dottrina della Chiesa, riassumento e anticipando il pensiero di un vero esercito di Padri e Teologi, ritiene il peccato vera offesa di Dio (S. th., I-II. q.47, a.1, 1um; q.71. a.6, 5um; q.73, a.8, 2um; q.21, a.4, 1um; Suppl, q.13, a.1, 1um).
Tutto ciò può riassumersi richiamando il supremo dei doveri: quello dell'a m o r e di Dio. Ora, rifiutarsi di amarlo, non significa offenderlo?
Kiko, negando tale possibilità, nega la necessità della riparazione e il conseguente beneficio della redenzione, come ricupero di tutti i beni derivanti dall'amore del Sommo Bene. La Chiesa è stata fondata da Gesù perché, con la grazia dei sacramenti da lei amministrati, l'uomo possa partecipare alla Passione espiatrice e redentrice... Se, in tal senso, non continua l'opera di Cristo, a che si riduce la sua azione?... come può affermare di «servire» al mondo?... come più giutificare la nuova esistenza di società superiore a tutte le altre?
__________________
Nota: Come teologi, davvero carenti, Kiko e Carmen non sanno che si distingue la gloria intrinseca di Dio - invulnerabile, infinita e immutabile - dalla gloria estrinseca di Dio, gloria che può essere maggiore o minore, e che risulta diminuita a causa dei peccati degli uomini. Per questo S. Ignazio ha scelto per la Compagnia di Gesù il motto "Ad maiorem gloriam Dei", affermando che essa avrebbe dovuto lottare per la "Maggior gloria di Dio".

Mentre la chiesa cattolica insegna che il peccato dell’uomo è un’offesa fatta a Dio, disobbedendo alla sua legge, Kiko afferma che il peccato non ha la dimensione verticale di cui parla la chiesa, ma che esso ha soltanto una dimensione orizzontale: quella cioè di un danno recato alla comunità nella quale è inserito l’uomo che pecca.

Negato il peccato come offesa di Dio, Kiko afferma che il sacramento della penitenza, che la chiesa ritiene essere il mezzo voluto da Gesù per cancellarlo, non è più necessaria. Per cui anche se egli ne conserva “ancora” il rito esteriore afferma che l’assoluzione del sacerdote non è un elemento costitutivo dello stesso, perché per ottenere il perdono dei peccati è sufficiente il rito dell’abbraccio di pace che i membri del cammino si scambiano alla fine del rito penitenziale.

Kiko distrugge così non solo la dottrina della Chiesa circa i sacramenti ma anche quella della grazia santificante che sta alla base di tutta la fede cristiana e dell’opera redentrice di Cristo, di cui parla il C.C.C. ai numeri 1996 – 2005. Kiko non riconosce che la grazia santificante è un dono sovrannaturale, dato gratuitamente da Dio all’uomo per renderlo santo, cioè giusto, amico e figlio adottivo di Dio, fratello di Gesù Cristo ed erede del paradiso. Per i cattolici la grazia santificante proprio perché appartiene al piano sovrannaturale è una realtà di cui non comprenderemo mai appieno sia la natura che gli effetti che produce (cfr C.C.C. 2005, e I Gv 3, 1ss).

Ma Kiko sulla grazia santificante segue l’insegnamento di Lutero. Per il fondatore del protestantesimo la grazia non è un dono che trasforma l’anima nella sua realtà ontologica. Per Lutero la grazia è un mantello “con il quale Dio copre i peccati dell’uomo”, per cui pur rimanendo ancora peccatore egli diventa capace di raggiungere la salvezza. Per questo nella dottrina luterana vige il proverbio : “pecca fortiter et crede firmiter” la salvezza per Lutero è frutto solo della fede fiduciale. Nel Cammino NC la salvezza è frutto dell'adesione al Cammino stesso. I sacramenti della Chiesa non sono più mezzi della grazia ma sono segni che aiutano l’uomo a crescere nella fede.

La teoria di Kiko circa la natura della grazia santificante è perciò peggiore di quella di Lutero. Per Kiko infatti la grazia non è un dono di Dio, ma è “una convinzione personale” del soggetto che crede nell’amore perdonante di Dio e si fida di questo amore. Quindi mentre per Lutero si annullava la capacità di Dio di conoscere e scrutare i segreti del cuore umano, abbassandolo così al di sotto dell’uomo che spesso non si contenta delle sole apparenze; Kiko arriva a rendere Dio addirittura complice del peccato dell’uomo, perché alla fine egli non lo punirà dei peccati che ha commesso a condizione che abbia il convincimento della sua bontà e misericordia infinita; per cui in questo caso si dovrebbe chiamare questo dio con un nome che non vogliamo neppure accennare.

venerdì 16 aprile 2010

Eresie del movimento neocatecumenale. Ultimo grido d'allarme.

Da oggi, iniziamo la pubblicazione del testo «Eresie del Movimento neocatecumenale» - Ultimo grido d'allarme, scritto da p. Enrico Zoffoli nel 1991. Lo riproponiamo così com'è, perché i contenuti sono sempre attuali, dal momento che nel Cammino Neocatecumenale nulla è cambiato negli anni né sotto l'aspetto dottrinale né sotto quello pragmatico.

Lo spirito dichiara apertamente
che negli ultimi tempi
alcuni si allontaneranno dalla fede,
dando retta a spiriti menzogneri
e a dottrine diaboliche,
sedotti dall'ipocrisia di impostori
già bollati a fuoco
nella loro coscienza...
(1 Tim 4,1s)
Introduzione
Da molti anni il movimento neocatecumenale gode la stima, il favore e gli elogi di alcuni membri della gerarchia cattolica; sarebbe piuttosto laborioso redigere una raccolta completa di tutte le espressioni di compiacimento e benevolenza degli stessi Papi, Paolo VI, Giovanni Paolo II [ed ora Benedetto XVI].
Il suo «Cammino» è stato presentato ed encomiato come metodo esemplare per un ritorno al più autentico Cristianesimo, nella decisa eliminazione di tutte le scorie che attraverso i secoli ne hanno deturpato il volto, tradito il messaggio.
Il successo ottenuto sembra sia evidente dal moltiplicarsi delle «comunità» sorte in migliaia di parrocchie... dall'erezione di nuovi seminari, dall'attività missionaria svolta da nuclei familiari in terre lontane di prima evangelizzazione.
Tutto ciò ha fatto pensare ad uno straordinario intervento dello Spirito, particolarmente provvidenziale in un'epoca di apostasia dalla fede come la nostra.
Fonte ispiratrice del vasto fenomeno è un testo inedito che raccoglie un corso di istruzioni per «catechisti» tenuto nel febbraio 1972 da Kiko Arguello e da Carmen Hernandez a Madrid. Forma un volume dattiloscritto di 373 pagine. Esso, fotocopiato, circola come testo formativo dei nuovi Apostoli. Non può dirsi ufficiale solo perché riservato, non perché non esprima idee e convinzioni degli autori. Finora non è stato mai modificato o ritrattato; e nessuno, dal giugno 1990 ad oggi, ha protestato per obbligarmi a rettificare in tutto o in parte il mio giudizio critico.
Ripetutamente esaminato dagli anni '80 in poi, risulta che, tra alcuni elementi positivi, il testo ne contiene numerosi gravemente negativi, perché inconciliabili con fondamentali verità del Cristianesimo proproste dal solenne Magistero della Chiesa, come credo di aver dimostrato nelle precedenti edizioni del saggio. Il quale, essendo stato mandato ovunque, dovrebbe avere informato moltissimi della pubblica accusa di e r e s i e da me sostenuta.
Non mi sono state chieste spiegazioni né sono stato invitato ad una verifica critica ad un dibattito... Finora indifferenza e silenzio hanno accolto il mio lavoro. Singolare e preoccupante un atteggiamento del genere, soprattutto da parte di certi responsabili dell'ortodossia cattolica. Come spiegarlo? Rimetto tutto al giudizio di Dio e della storia. Ma appunto questo giudizio mi stimola a riprendere la tesi di fondo: le premesse del movimento neocatecumenale sono eretiche; e ciò sottolineo specialmente per quanti hanno ritenuto esagerato o addirittura calunnioso il titolo del «saggio».
* * *
I Neocatecumenali ci tengono ad esibirsi come membri zelanti della Chiesa cattolica. Fedelissimi del Papa, i loro incontri con Lui - specialmente in certe udienze pubbliche - sono clamorosi, spettacolari per quanto reclamizzati. Tutti devono sapere che essi compongono la Chiesa più vera, superiore a quella dei comuni credenti, che non seguono il "cammino» indicato da Kiko. Ambiscono talmente ad essere ritenuti docili alle direttive del Papa - e potersi quindi affermare ed anzi imporre - che hanno osato far credere di aver ottenuto dalla Santa Sede la solenne approvazione del movimento quando, il 30 agosto del '90, il Pontefice si limitò a scrivere a Mons. Cordes, loro assistente, una parterna - ma privata - lettera di compiacimento della loro opera...
In Italia, alcuni vescovi e parroci si ritennero obbligati ad accettare e favorire il cammino neocatecumenale, avendo letto nel documento pontificio: «Auspico, pertanto, che i frtaelli nellepiscopato valorizzino e aiutino - insieme con i loro presbiteri - quest'opera per la nuova evangelizzazione, perché essa si realizzi secondo le linee proposte dagli iniziatori...»
Ovviamente si eccedette, perché dopo qualche tempo, su AAS (Acta Apostolicae Sedis) 1990 p. 1513 chiunque poteva leggere e meditare la seguente precisazione: «La Mente del Santo Padre, nel riconoscere il Cammino Neocatecumenale come valido itinerario di formazione cattolica, non è di dare indicazioni vincolanti agli Ordinari del luogo, ma soltanto ad incoraggiarli a considerare con attenzione le Comunità Neocatecumenali, lasciando tuttavia al giudizio degli stessi ordinari, di agire secondo le esigenze pastorali delle singole diocesi».
Il problema che torno a sollevare è questo: i presupposti del cammino neocatecumenale si conciliano con la dottrina cattolica? Quali e rapporti Neocatecumenali con la Chiesa?
Per saperlo, unica fonte di una ricerca oggettiva ed esauriente resta il documento citato: il solo realmente completo... il solo ritenuto autorevole perché fedele al pensiero di Kiko e Carmen... il solo ancora inalterato e sicuro criterio di un giudizio criticamente valido (insieme con le numerose testimonianze raccolte in Appendice).
Segue che:
  1. riferendomi ad esso, nessuno potrà rimproverarmi di aver «inventato», attribuendo agli autori quel testo che essi non hanno mai pensato...;
  2. Kiko e Carmen possono respingere l'accusa di «eresia» soltanto se disposti a fare una pubblica professione di fede contraria agli errori che sono stati loro attribuiti.
In conclusione, penso di poter sostenere ancora l'accusa di eresia contro i Neocatecumenali che hanno capito e accettato il contenuto dottrinale del documento; per cui la loro influenza nella Chiesa costituisce una seria minaccia per l'ortodossia cattolica. La buona fede, se può salvarli, non dispensa però nessuno dal dovere di smascherare i loro errori. Linguaggio, questo, che potrà sembrare ingenuo, superato, soltanto da chi non crede più nella verità ed è ormai estraneo alla Chiesa che continua ad insegnarla e difenderla.
I

NIENTE REDENZIONE


Gesù Cristo ha fondato la Chiesa perché questa, attraverso i secoli, applicasse alle anime i frutti della Sua Redenzione; negata la quale, la Chiesa non ha alcuna ragione sufficiente per essere davanti a Dio né davanti alla Società umana e alla storia. Ora, il Movimento Neocatecumenale, nella dottrina di Kiko respinge la "Redenzione"; dunque è fuori e contro la Chiesa cattolica

In realtà, secondo Kiko, all'attuale "processo di desacralizzazione e di crisi di fede, lo Spirito Santo (....) ha risposto con il Concilio" in che modo? "Il Concilio ha risposto rinnovando la teologia. E non si è parlato più di dogma della Redenzione ...." pag. 97.

Il concilio Vaticano II però insegna tutto l'opposto, perché Gesù, "con la sua obbedienza ha operato la Redenzione" (LG 3).
  • Egli "ha compiuto la Redenzione attraverso la povertà e le persecuzioni..." (iv., 8);
  • "Il popolo messianico (...) è pure da Lui assunto ad essere strumento della Redenzione..." (iv., 9):
  • "Lo stato religioso (...) testimonia la vota nuova ed eterna acquistata dalla Redenzione di Cristo..." (iv., 44);
  • Volendo Dio misericordioso e sapientissimo compiere la Redenzione del mondo (...) mandò il suo Figliolo..." (iv., 52);
  • "Questa unione della Madre col Figlio nell'opera della Redenzione si manifesta dal momento della concezione verginale di Cristo..." (iv., 57);
  • Nella celebrazione della Messa "si attua l'opera della nostra Redenzione..." (SC 2; cf. UR 12; PC 5; AA 2,5; DH 11; PO 13; GS 67, ecc.)
_______________________________
Nota: Kiko insegna che dopo il Concilio "non si è parlato più di dogma della Redenzione" ed in effetti anche la predicazione successiva, allontana molto sia dalla Redenzione che dal Redentore.
Bisogna notare che nel cammino nc non si parla mai di "peccato originale". Ed in effetti la nuova pastorale (neocatecumenale) delle diocesi (vedi in alto a sinistra il link al thread "la nuova Chiesa che avanza") quando nel documento diocesano parla degli effetti del Battesimo omette "la cancellazione del peccato originale"
  1. il peccato non offende Dio
  2. Basta con i sacrifici di espiazione: Dio non aveva bisogno di espiazione...
  3. Cristo non è modello di santità per nessuno. Quindi la nostra 'configurazione' a Lui (vedi S. Paolo), che è il progetto dell'uomo nuovo in Lui voluto dal Padre, non avviene
  4. questo e molto altro e ciò che vedremo di seguito

Buon compleanno Santo Padre!

Vogliamo ricordare che oggi, 16 aprile, ricorre il compleanno del Santo Padre, mentre tra qualche giorno, il 19 aprile, ricorre il quinto anniversario della sua elezione al soglio pontificio. Per noi diventa occasione per stringerci intorno al lui, in questo momento così pieno di contraddizioni ma anche di speranza cristiana, nella consapevolezza che -pur nelle pastoie del tempo presente- il suo ministero è e resta significativo e di notevole portata storica.

E sottolineiamo anche il colpo d'ala del Papa, nel clima avvelenato di questi tempi: poche parole, pronunciate a braccio, nell’omelia della messa celebrata ieri nella Cappella Paolina per la Commissione biblica, in riferimento agli scandali degli abusi sui minori, che tuttavia non ha espicitamente citato.
«Noi cristiani, anche negli ultimi tempi, abbiamo spesso evitato la parola penitenza, che ci appariva troppo dura. Adesso sotto gli attacchi del mondo che ci parlano dei nostri peccati, vediamo che poter far penitenza è grazia e vediamo come sia necessario fare penitenza, riconoscere cioè ciò che è sbagliato nella nostra vita». «Aprirsi al perdono - ha continuato Ratzinger - prepararsi al perdono, lasciarsi trasformare. Il dolore della penitenza, cioè della purificazione e della trasformazione, questo dolore è grazia, perché è rinnovamento, è opera della misericordia divina».
Queste parole concludono una riflessione sul primato dell’obbedienza a Dio, a partire dalla frase pronunciata da Pietro di fronte al Sinedrio: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini». Questa obbedienza dà dunque a Pietro la libertà di opporsi alla suprema istituzione religiosa.
Per i cristiani, obbedire più a Dio che agli uomini, suppone però conoscere veramente Dio e volergli veramente obbedire fino al martirio. «Noi oggi abbiamo spesso un po’ paura di parlare della vita eterna. Parliamo delle cose che sono utili per il mondo, mostriamo che il cristianesimo aiuta anche a migliorare il mondo, ma che la sua meta sia la vita eterna e che dalla meta vengano poi i criteri della vita, non osiamo dirlo». Conclude quindi Benedetto XVI: dobbiamo avere il coraggio, la gioia, la grande speranza che «la vita eterna c’è, e che da questa vera vita viene la luce che illumina anche questo mondo».

martedì 13 aprile 2010

Testimonianza di una suora sugli abusi liturgici neocatecumenali

Con questo articolo riprendiamo un aspetto inquietante e tuttora ricorrente della celebrazione neocatecumenale, anomala anche per altri versi, già più volte evidenziati e discussi che non la rendono una Santa e Divina Liturgia nel senso cristiano e più propriamente cattolico.
Peccato, e non si capisce perché, la sorella che ha dato la testimonianza - che pubblichiamo in due stralci postati da nostri collaboratori nel thread precedente - non nomini il CN, perché li descrive:
"Poco tempo addietro ho partecipato a una Santa Messa dove è stato consacrato pane azzimo: era a forma di disco, di dimensione media, circa 14-15 centimetri. Sebbene è stato diviso in cinque parti, siamo stati costretti a prendercele con la mano, per poterle mangiare. E’ lì che ho capito meglio perché delle persone che erano inserite in un Movimento religioso cattolico che consacra sempre il pane azzimo sotto forma di pagnotte, le quali sono fatte dalle appartenenti al Movimento, sono poi uscite disgustate dal Cammino che effettuavano, nonché dalla Chiesa.
Ho faticato non poco, per aiutare queste persone a riavvicinarsi a Santa Romana Chiesa. Erano contrariate, e anche talora profondamente sofferenti, per quello che avevano visto e udito alle S. Messe a cui avevano partecipato (dove ovviamente il pane azzimo casereccio viene consumato dagli astanti): alcuni non avevano apprezzato che la Mensa eucaristica fosse ridotta a una cena comunitaria, a una agape gioiosa, altri erano rimasti sconvolti dai commenti di cui era oggetto il Corpo Santo di Cristo, dopo che il pane era stato consacrato: "Ma quanto è bruciato, ma quanto è salato…". I loro compagni di merenda non parevano avere coscienza che parlavano del corpo di Gesù. Quel giorno di poco tempo fa ho capito meglio i racconti che mi avevano fatto quelle persone. Ho capito meglio le profanazioni. Non da parte dei satanisti, ma da parte dei cosiddetti "nostri". Quando ti trovi di fronte a del pane che non ha la perfezione di purezza della Sacra Particola, quando sei di fronte a del pane comune, in tutti i sensi, con una crosta o una bruciatura, è difficile ancora di più Credere....
...Ma come è possibile non capire che si perde la coscienza, la sacralità della sostanza fisica che si sta per prendere in bocca? L’Ostia aiuta ad avere la fede [perché è il Signore Vivo e Vero che si consegna in quell'Ostia!], la focaccia aiuta a perderla: tra noi, ci può essere il senso devozionale, anche in presenza del pane casereccio consacrato, ci può essere anche in questo Movimento che ne ha fatto uno dei suoi portabandiera: ma non è come prenderlo in bocca, c’è poco da fare. Non è come prenderlo in bocca da un prete. E poi: il pane si sbriciola con le mani, per poterlo mangiare, o si addenta. In entrambi i casi le briciole finiscono da qualche parte. Un anziano, accanto a me nella Santa Messa a cui stavo partecipando, teneva in mano il pane consacrato con la destra e lo mangiava. La sinistra era lungo il corpo. L’ho pregato di metterla sotto il pane a mo’ di trono, onde evitare che le briciole finissero per terra e poi calpestate.
Le briciole, cioè la cosa più sacra in Cielo e sulla terra. Perché in ogni briciola c’è il corpo Santo di Gesù. Meminisse iuvabit. Non è difficile, nella situazione suddetta, che delle briciole cadano. O rimangano in mano. Al sacerdote, sull’altare, erano avanzate nella patena delle briciole, che poi ha riversato nel calice. Però quando invece di un pane a forma di disco si consacra una pagnotta di pane casereccio, lo sbriciolamento è consistente, e il pane rimane nella tovaglia, non sulla patena. E’ malizioso credere che delle briciole cadano per terra, nel lavoro di pulizia? Temo che sia solamente realistico. Provare per credere, se è facile o difficile toglierle tutte. E’ un trauma, per chi ama Gesù, vederlo trattato in certi modi. Anche a Gerusalemme la folla lo acclamava, ma il giorno dopo lo ha tradito: occorre vigilare, per non trovarci anche noi nella stessa situazione di quella folla....
Sorella Angela Musolesi "

Ed ecco l'ennesima testimonianza delle profanazioni Eucaristiche portata avanti dalla setta CN, le firme date al Cardinale Canizaares - richieste dal sito tutelaeucaristia.org - si spera non facciano la fine di tutte le testimonianze contro il CN che sono state insabbiate in tuttti questi anni.

venerdì 9 aprile 2010

Neocatecumenali, Gnosi e uso del denaro per accrescere il consenso

Dopo il mio articolo “ I Neocatecumenali di Kiko: movimento ecclesiale o setta all’interno del Cattolicesimo?”, diversi lettori di Petrus mi hanno chiesto ulteriori dettagli sul Cammino Neocatecumenale e sulla mia storia personale. Premetto che non sono un teologo di professione ma un normale parroco di Campagna, per cui mi rifaccio alla mia esperienza con il Cammino Neocatecumenale durata diversi anni per spiegare perché decisi di chiudere con tale gruppo. A lungo andare la frequenza neocatecumenale mi puzzava sempre più di gnosticismo. Mi spiego meglio: le eresie gnostiche sono state, dall’epoca patristica, tra i più pericolosi nemici della Chiesa Cristiana, ma, malgrado i ripetuti attacchi, non hanno mai potuto abbattere l’edificio costruito da Cristo. Esse si basano sulla “conoscenza” (gnosi, appunto) che è riservato ad un ristretto numero di persone (gli “iniziati” o “illuminati” a seconda della varie sétte), mentre gli altri (gli “affiliati”) devono essere all’oscuro di tutto e non avere la minima idea di dove li porterà il loro cammino iniziatico. Molte persone, anche oggi si affiliano alla Massoneria Operativa senza avere la benché minima idea di dove questa affiliazione possa portarle, magari per l’impronta vagamente filantropica di alcune logge, o magari per accrescere il loro status sociale nella società e aumentare così il proprio potere, non immaginando certo di diventare veri e propri schiavi di satana, cosa che solo alcuni arriveranno a capire, salendo la lunga scala dell’iniziazione massonica. Riguardo al Cammino, poi, quando uno entra nel movimento Neocatecumenale deve dimenticare le domande. Per lungo tempo non è permesso di porne e, anche quando arriva il momento di chiedere qualcosa, le risposte sono evasive, e più che mai quelle che riguardano le tappe future del Cammino perché allora è tutto top secret.

Il sapere è tutto nelle mani dei responsabili, o dei “catechisti”, che non sono persone che hanno fatto studi particolari di teologia, liturgia, patristica od altro, ma solo persone che hanno fatto almeno cinque o sei anni di cammino e che sono state indottrinate imparando a memoria o quasi le catechesi di Kiko. Catechesi che sono piene di eresie dottrinali e che sono state fatte nel contesto socio-culturale degli anni 70 e vengono ancora propinate nel ventunesimo secolo! Loro stessi non hanno idea di quello che verrà loro insegnato nei prossimi anni. Il miglior allievo per i Neocatecumenali è colui che è al digiuno di nozioni di catechismo, di teologia e di Bibbia, in modo da potergli insegnare tutto quello che pare a Kiko. Ma ci chiediamo: perché tanta gente, all’inizio, si fida dei Neocatecumenali?

Perché l’annuncio delle catechesi viene fatto la domenica in parrocchia e i catechisti dicono che sono stati mandati dal vescovo. Ricordo che quando le perplessità sulla bontà del Cammino divennero delle evidenze sconcertanti e iniziai a lamentarmi pubblicamente, ricevetti una telefonata dalla responsabile del Cammino che mi disse che essi avevano deciso di chiudere il Cammino nella mia parrocchia, io replicai allora che se erano stati inviati, come essi dicevano, dal vescovo doveva essere il vescovo che se era vero l’aveva aperto, doveva lui solo dirmi di chiuderlo, e non loro, laici, a dare ordini a un sacerdote.

Il fatto interessante avvenne subito dopo, per anni ero stato il confessore di centinaia di neocatecumenali di altre comunità parrocchiali, i quali non si facevano scrupolo di venirsi a confessare a tutte le ore. Tante volte, stavo per mettermi a tavola e finalmente mangiare, o stavo schiacciando il pisolino pomeridiano, ed ecco i “fratelli” che approfittando della pausa pranzo venivano a confessarsi. Chiuso il Cammino nella mia parrocchia, non ne vidi più nessuno, ma proprio nessuno e la cosa mi sconcertò alquanto, perché con gli anni ti affezioni alle persone. Ci furono ordini di scuderia per cui nessuno doveva più venire da me. Ed io, allora, preticello ingenuo ,pensavo che venivano dal sacerdote cattolico a riconciliarsi con Dio. No venivano dal Presbitero di comunità, e quando questi non lo fu più, ci fu No Kiko No party…

Il catechista neocatecumenale che aveva aperto il cammino nella mia parrocchia quando venne l’ultima volta a trovarmi, stizzato mi disse che tra me e loro non ci poteva essere dialogo perche io- sue testuali parole che non scorderò mai- rappresentavo la Chiesa di Pietro, mentre loro rappresentavano la Chiesa di Giovanni. A queste testuali parole capii finalmente che Dio, nella sua infinita misericordia, mi aveva liberato da una setta che per ingenuità sacerdotale giovanile io stesso avevo aiutato ad impiantarsi nella mia parrocchia! Da varie fonti massoniche sono trapelati vari documenti che attestano come da molti anni siano in corso piani per l’annientamento della Chiesa Cattolica, operando dal suo interno (cfr. “La faccia nascosta della storia” di P. Mantero, Ed. Segno, Udine). Esaminiamo alcuni punti interessanti:
  1. La svalutazione e il deprezzamento della SS. Eucarestia e conseguentemente la desacralizzazione e profanazione del culto cattolico e dei luoghi di culto.
  2. L’eliminazione della Mariologia e dell’angelologia dalla teologia cattolica.
  3. Eliminazione del sacerdozio ministeriale e di tutto ciò che ha a che fare col sacro.
  4. Uso del denaro per accrescere il consenso.
Ora esaminiamo ad uno ad uno questi punti, confrontandoli con la catechesi neocatecumenale tratta da gli orientamenti alla èquipes di catechisti di Kiko Argüello, come riportato da P. Enrico Zoffoli, da essi considerato il loro nemico n. 1, nel suo volumetto “Il neocatecumenato della Chiesa Cattolica”: Per i Neocatecumenali la Messa non è un vero “sacrificio”, il perpetuarsi del sacrificio della Croce, ma soltanto un banchetto comunitario che celebra la potenza salvifica di Cristo risorto che è bene celebrare non in Chiese consacrate, ma in stanze qualsiasi proprio per far risaltare che è una cena, e se si celebra in Chiesa per ragioni di spazio (con più comunità riunite) l’altare (cioè, la tavola) va tolto dal presbiterio e portato al centro della Chiesa. Il Pane Consacrato non si muta nella sostanza del Corpo e del Sangue di Cristo, non avendo altra funzione che quella di simboleggiare la presenza spirituale di Lui che, risorto, tutti trascina sul carro di fuoco...

Negati il Sacrificio eucaristico e la transustanziazione, il “Pane consacrato” (con tutti i suoi resti e frammenti) esclude la reale presenza di Cristo, perciò abbiamo che nelle messe celebrate da sacerdoti Neocatecumenali non viene fatta la purificazione dei vasi in modo corretto, non si fa caso se dei frammenti cadono a terra (una volta si chiamava sacrilegio...) e viene negato ogni culto al SS. Sacramento. (niente Quarant’ore o adorazione eucaristica ). VI - L’Eliminazione della Mariologia dalla teologia cattolica. L’unica effigie Mariana ammessa è un icona di vago sapore bizantino, chiamata “Madonna di Kiko”, Ricordo che una volta durante la liturgia della parola del mercoledì non si trovava il quadro di Kiko, ed io proposi di andare a prendere il quadro del Cuore Immacolato di Maria appeso in sacrestia e metterlo sul trepiedi. Ovviamente non se ne fece niente, perché tutto il materiale liturgico deve essere disegnato da Kiko. Come ho già scritto, c’è un culto della personalità verso l’Arguello, che non è offensivo definirli Kikiani. Ovviamente non si può parlare ai Neocatecumenali di Lourdes, Fatima ecc. a cui viene negata ogni importanza. VII – Eliminazione o almeno marginalizzazione del sacerdozio ministeriale e di tutto ciò che ha a che fare col sacro.

L’eliminazione del sacrificio comporta la soppressione del sacerdozio ministeriale, non dovendosi riconoscere altro sacerdozio se non quello di Cristo: l’Eucarestia è celebrata nella comunità dei credenti, tutti indistintamente partecipi di quell’unico sacerdozio... L’esclusione del sacerdozio ministeriale porta al crollo della gerarchia Ecclesiastica, ossia il rifiuto dell’ordine sacro che la fonda, soppresso il quale, la Chiesa, come società visibile e gerarchica, non ha più alcuna ragione di essere. Infatti, nel neocatecumenato tutta l’autorità e tutto il sapere sono nelle mani di Kiko e dei responsabili da lui nominati a livello zonale e dei catechisti, ai quali, tutti, anche i sacerdoti devono obbedienza! I preti servono solo a celebrare le messe secondo le indicazioni liturgiche di Kiko. Il rispetto verso i sacerdoti è solo formale, i veri pastori sono i Catechisti del Cammino che, laici, non si fanno pudore di chiedere, durante gli scrutini, anche ai sacerdoti se si masturbano…Aspetti privatissimi della vita intima di una persona non li conosce il sacerdote parroco o il sacerdote confessore, che in virtù del suo ministero ne avrebbe tutto il diritto , ma dei semplici laici conoscono i fatti di tutti!

In realtà essi non si fidano dei preti, è questo il motivo per cui Kiko ha voluto i seminari Redemptoris Mater per avere un clero plasmato a sua immagine e somiglianza! Mia mamma, che avevo portato insieme a mia sorella nel cammino mi fece notare che i catechisti Neocatecumenali poi non si inginocchiavano mai, né davanti al Santissimo, né alla consacrazione,e assumevano atteggiamenti irriverenti durante le celebrazioni (la posizione classica in Chiesa è con le gambe accavallate ed i due gomiti appoggiati allo schienale, possibilmente in posizione obbliqua rispetto alla panca). Io stesso devo ammettere che durante la mia permanenza nel Cammino ero come se fossi stato ipnotizzato, tenevo le fette di prosciutto sugli occhi. Ma la cosa che mi fece svegliare dal sonno ipnotico fu durante una convivenza piena di termini e ritualità giudaiche, in cui ad un certo punto mi chiesi: ma dove sono capitato? Sono in un’associazione cristiana o sono finito in una sinagoga ebraica? Mi trovo tra i marrani, ossia gli ebrei spagnoli che fingevano di essersi convertiti a Cristo o in un gruppo cattolico? Non sono assolutamente un antisemita, ma il rinnovamento della chiesa si deve rifare alla Padri della Chiesa non all’ Antica Alleanza che è superata!

I Neocatecumenali dispongono di grosse somme di denaro, che vengono elargite dai loro membri. Con quale “liberalità” ci sarebbe molto da discutere: C’è la storia di una suora alla quale fu tolto l’orologio perché si “liberasse dai beni” non avendo altro da dare a causa del voto di povertà e perciò non possedendo niente. Arrivati ad un certo punto del cammino devono dare le “decime ”non sapendo ovviamente dove vanno a finire: nessuno presenta consuntivi. In gran parte vengono date in elemosina ai vescovi delle Diocesi che li ospitano al fine di accrescere il consenso della Gerarchia nei loro confronti. Un altro aspetto del cammino Neocatecumenale che trova riscontro nello statuto massone è il comportamento verso il prossimo. Come nel giuramento massone è fatto obbligo di aiutare i “fratelli” della stessa loggia, anche per i neocatecumenali c’è l’impegno del mutuo soccorso all’interno della propria comunità ed eventualmente delle altre comunità.

In conclusione a proposito di soldi, sul blog “ Osservatorio sui Neocatecumenali” è stato riportato il mio primo articolo su Petrus e tra i commenti c’è ne uno di un anonimo che scrive le testuali parole:” LA STORIA SI RIPETE… DON MARCELLO COME GINO CONTI… ANCHE LUI COMINCIA A VENDERE LIBRI… INTERESSANTE NO??? PRIMA L’ARTICOLO COPIA-E-INCOLLA CON ZOFFOLI…L’ANNUNCIO DEL NUOVO LIBRO…DAJE MARCE’…SE VOI 50 EURO TE LI REGALO IO…” Al caro anonimo ricordo che sono molti anni che mi dedico alla compilazione di libri, ne ho attualmente scritto 24, alcuni tradotti in diverse lingue, quest’anno 2008 ne pubblicherò altri 10, per cui se segui Petrus dovrai abituarti alla pubblicità frequente dei miei libri! Un’ultima cosa, per quanto riguarda i 50 euro che vuoi regalarmi, parlane prima con il responsabile della tua comunità, lo sai non ti è lecito fare l’elemosina senza il suo permesso, potrebbe essere interpretato come un atto di superbia da parte tua…

di Don Marcello Stanzione