lunedì 29 marzo 2010

Settimana Santa neocatecumenale: comunione ecclesiale zero. Perché?

E' appena iniziata la Settimana Santa e DEVO inserire queste righe: per amore della Verità e, soprattutto per quei fratelli NC che dovessero seguirci per cercare una risposta alle loro perplessità.

Mi rivolgo, in particolare, a quelli che si accingono a vivere le celebrazioni della Settimana Santa, che in molti casi si svolgeranno in luogo non consacrato e senza la presenza di un sacerdote. E' noto che 'pro forma' i responsabili delle comunità invitano tutti a partecipare anche alle celebrazioni in parrocchia, ma nel caso in cui si rendesse necessaria una scelta danno la chiara indicazione di preferire le celebrazioni in comunità. A questo riguardo mi limito ad osservare che chi lavora e/o ha famiglia difficilmente riesce ad essere presente a due celebrazioni nello stesso giorno e poi non si vede il perché si debba essere costretti a scegliere tra due celebrazioni diverse... dov'è la comunione ecclesiale richiamata dal Papa il fatidico 10 gennaio? Perché, soprattutto questi giorni definiti "Santi" devono essere occasione dell'ennesima lacerazione del tessuto ecclesiale?

Una ragione c'è e risiede nel fatto che nel cammino NC si consumano riti che hanno caratteristiche e significati esclusivamente comunitari, senza nessun legame con i riti della Chiesa: giovedì e venerdì santo, mentre ancora i fedeli sono in chiesa e defluiscono lentamente da essa e mentre molti altri sostano per l'adorazione del santissimo sacramento o per l'adorazione della croce, gli aderenti al cammino NC si mobilitano per preparare le loro sale per fare delle celebrazioni parallele della lavanda dei piedi e del venerdì santo. Cose simili accadono anche il giorno delle ceneri: mai partecipano all'imposizione delle ceneri fatta in chiesa, ma nel corso di una penitenziale, inseriscono questo rito. Per non parlare delle comunità che si riuniscono a celebrare per tutto il tempo di pasqua in veste bianca, alla sera, di nascosto...

La lavanda dei piedi neocatecumenale
Essa non è inserita in una celebrazione eucaristica, perciò il sacerdote non c'è, o comunque non è strettamente necessario. Deve essere il capo responsabile a lavare i piedi ai fratelli, proprio per il servizio che svolge in comunità, che lo porta ad essere servo degli altri. E' un segno che in apparenza è simile a quanto fatto da Gesù, in realtà è una scimmiottatura grottesca, a cui viene anche dato il significato di riconciliazione tra i fratelli. Dopo che il responsabile ha lavato i piedi a tutti, i fratelli liberamente lavano i piedi prima al coniuge e poi alle persone con cui c'è stato qualche contrasto. E qui inizia il grottesco: quando qualcuno ti viene a lavare i piedi cominci a chiederti 'ma che cosa gli avrò fatto, o forse avrò detto qualcosa che l'ha offeso'; oppure succedeva che si andava a lavare i piedi e si diceva: 'scusa sai, non ce l'ho con te, ma non so a chi lavare i piedi."

E poi c'è l'aspetto, anche questo tenuto un po' nascosto e quindi pericoloso, della riconciliazione tra le persone che non è solo semplicemente un segno simbolico (come nella messa lo scambio della pace col vicino), ma diventa quasi un sacramentale, perchè il gesto viene ripetuto nella sua completezza ( ci si lava veramente i piedi), e quindi si tende a ritenere che sia quello il gesto che mi riconcilia veramente con il fratello, rendendo quindi la confessione personale, e l'eventuale penitenza, qualcosa di secondario rispetto al 'segno forte' celebrato in comunità.

I NC obietteranno che si legge il vangelo di Giovanni, che è vero, e che ci si attiene a quanto sta scritto lì. Ma in realtà è una autocelebrazione della comunità ( quasi sempre senza sacerdote, e quando possibile nelle case private), per mettere in evidenza il peccato e il fango dell'uomo, e poi autoassolversi l'un l'altro con un gesto di apparente umiltà. Si fa quello che ha fatto Gesù per dire che in fondo non abbiamo più bisogno di Lui, che possiamo perdonarci da soli. Vuoi mettere l'ebbrezza di ripetere, da laici, quello che ha fatto Gesù e che nella Chiesa lo può fare solo il sacerdote durante la celebrazione eucaristica, che oltretutto rievoca l'istituzione dell'Eucaristia?

Che senso ha fare una celebrazione privata del genere, senza il sacerdote, e con significati propri che abbiamo analizzato, proprio mentre tutti gli altri cristiani sono in Chiesa a celebrare l’istituzione dell’Eucaristia e del Sacerdozio? Vogliamo rispolverare per chi non l'avesse ancora letta una nostra riflessione, riportata di seguito.

Dietro la Lavanda dei piedi neocatecumenale, c'è l' interpretazione letterale, ma non ecclesiale, di Giovanni 13. E' con tale interpretazione che si "giustifica" il rito della Lavanda ripetuto in celebrazione assolutamente privata da ogni comunità dopo un paio di anni di cammino.

Ma, a prescindere dalla celebrazione privata (un'altra ritualità anomala dei NC, perché la Chiesa la fa il giovedì Santo, nelle Chiese consacrate, ricordando l'istituzione dell'Eucaristia), è evidente che nel "venne a servirli" citato da kiko anche nella lettera al Papa c'è il senso della "lavanda dei piedi" che lui enfatizza nell'Eucaristia e se ne può intuire il perché: perché è l'unico accenno ad un'azione di Gesù nella Cena del Vangelo di Giovanni, mentre la formula della Consacrazione del Pane e del vino [a cui peraltro Kiko dà una diversa interpretazione: "Nelle comunità portiamo avanti infatti una catechesi basata sulla Pasqua ebrea, con il pane azzimo a significare la schiavitù e l’uscita dall’Egitto e la coppa del vino a significare la Terra promessa" (!?)] è contenuta solo nei sinottici e nella lettera ai corinzi (in Giustino ecc.)... Eccoci dunque ancora una volta al malinteso ritorno alle origini e sempre nell'interpretazione letterale di una parte di un vangelo trascurandone altre nonché altri elementi essenziali della stessa:
  1. Lo stesso Giovanni non fa altro che parlare del "pane vivo disceso dal cielo" e "chi non mangia di questo pane e non beve di questo sangue...", mentre il Signore ci ha consegnato la formula Consacratoria: "questo è il mio corpo...", "questo è il mio sangue...
  2. Il vangelo di Giovanni è stato l'ultimo vangelo redatto, quando nelle comunità la fractio panis era già consolidata e non c'era bisogno di parlarne esplicitamente, tanto più che del Corpo del Signore come pane e del Sangue come bevanda della nuova alleanza (formula della Consacrazione) ne parla a iosa... “Perciò Gesù disse loro: In verità, in verità io vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete la vita in voi.” (Gv 6)
  3. la Chiesa la celebra il Giovedì Santo, giorno del Triduo Pasquale dedicato all'istituzione dell'Eucaristia e, per la Chiesa, la "lavanda dei piedi" oltre ad introdurre al discepolato, simboleggia il 'lavacro' operato dal Sacramento della Riconciliazione, ma soprattutto l’istituzione del Sacerdozio Ministeriale. Cos'è che "giustifica " il rito della Lavanda ripetuto in celebrazione assolutamente privata da ogni comunità neocatecumenale dopo un paio di anni di cammino e per di più celebrato DA LAICI? Soltanto la rivalutazione tutta protestante del sacerdozio battesimale rispetto a quello ordinato, la celebrazione di un rito di “iniziazione” al discepolato, un rito di assoluzione intracomunitaria!
  4. La verità non detta esplicitamente ma da noi più volte ribadita è che Kiko e Carmen si sono fermati alla "lavanda dei piedi", che è appunto un rito di iniziazione, detto "di inversione" che introduce al discepolato. Questo è il vero significato della ritualità anomala operata a due anni d'inizio del cammino ed è anche il vero senso dello "stare seduti" a mensa durante l'Eucaristia - detto anche nella lettera al Papa - mentre Cristo passa a "servirli"!!!! Attualmente, dopo lunghe 'trattative' precedenti l'approvazione degli statuti (come se la liturgia potessse essere oggetto di trattative), si alzano in piedi al momento della comunione; ma non è cambiata l'interpretazione di quelle che per il cattolicesimo sono le Sacre Specie...
L'ultima Cena, della quale nel cammino nc si enfatizza l’orizzontalità del banchetto fraterno, riporta all'istituzione dell'Eucaristia e alla prefigurazione del Calvario e della Resurrezione: per che cosa dunque si chiama Eucaristia, cioè rendimento di grazie, lode, se non per tutti i doni ricevuti, soprattutto per quelli, escatologici, che non scaturiscono se non dal Sacrificio del Signore? È questo il vero significato cattolico, non solo l'iniziazione al discepolato o la cena fraterna o l’attesa dell’”allegria”! E il Signore non viene “a servire i commensali”, ma ri-presenta al Padre il Suo Sacrificio a beneficio di tutti i partecipanti ai quali è strettamente unita tutta la Chiesa terrestre e celeste, di ogni luogo e di ogni tempo. E TUTTA la celebrazione – opera di Cristo: il Sacerdote agisce “in persona Christi” – è un rendimento di grazie (non solo il momento del ringraziamento finale come subdolamente predica Kiko criticando la Chiesa nelle sue catechesi (OR, p. 330). Essa è la riattualizzazione del 'mistero pasquale', ma non per vivere solo il momento della 'Risurrezione', ma il mistero nella sua interezza: 'Passione, Morte e Risurrezione' del Signore Gesù... il suo Sacrificio di espiazione per i nostri peccati ri-presentato al Padre per inserirci nella Sua offerta e riceverne i beni escatologici che è Lui a donarci, non l’Assemblea, la Comunità che celebra... E’ solo per il Sacrificio di Cristo, poi Risorto che la Santa e Divina Liturgia è fonte di riconciliazione e rigenerazione e che ci introduce sempre più, in Gesù Risorto, nel Mondo della Resurrezione, nella Creazione Nuova!
E' solo di una delle molte prassi avulse dal loro significato ecclesiale, prsenti nel cammino neocatecumenale e che hanno valenza esclusiva in esso, strumentale all’edificazione progressiva di una entità comunitaria che non è integrata nella vita della Chiesa, anche se ne fa parte nominalmente e tende piuttosto a sostituirsi ad essa. Dovremo successivamente parlare della veglia...

sabato 27 marzo 2010

B. Gherardini, "Quod et tradidi vobis" - Vita e giovinezza della Chiesa

Ho avuto la gioia e il privilegio di ricevere dalle mani di Mons. Gherardini la sua più recente fatica a difesa della Tradizione cattolica: "Quod et tradidi vobis" - La Tradizione vita e giovinezza della Chiesa e comincio subito ad attingerne, per condividere con voi temi che, dopo il dibattito tridentino, sono stati affrontati solo in termini contestatori "le cui conclusioni ed il cui spirito furon poi come la culla nella quale la dissoluzione modernistica della Tradizione si sarebbe trovata a proprio agio".

Non è un testo divulgativo, ma denso e completo di fonti e riferimenti, destinato agli studiosi, ai quali spetta il compito di approfondire e formulare orientamenti e possibili soluzioni in ordine ai problemi che il cosiddetto spirito-conciliare ha introdotto nella Chiesa, divenendo una delle principali concause della crisi epocale che la Chiesa sta attraversando e noi in essa. Tuttavia non ci sottraiamo dal coglierne alcune 'perle' che confermano e incoraggiano la nostra riflessione, perché ci rivelano la profonda sintonia delle piste ermeneutiche che abbiamo seguito fin qui con quelle dell'Autore, di cui vi sottopongo una prima articolazione, in base alla quale è possibile rispondere all'interrogativo sulle ragioni che hanno consentito e consentono che una realtà come il cammino neocatecumenale, insieme ad altre discrasie moderniste, abbia potuto e possa avere diritto di cittadinanza nella Chiesa del nostro tempo...

Introduzione del principio di inclusività nella Chiesa cattolica e sue conseguenze (il titolo è mio e si riferisce il punto a) del § 3.6 del Cap. Tradizione e postconcilio, pag. 233-34 riprodotto di seguito)

« Inizio dal famoso "subsistit in" di Lumen Gentium 8/b. Il testo ricorre ad un'inutile ed ingombrante circonlocuzione per non offendere gl'interlocutori del dialogo ecumenico con un semplice "Haec unica Christi Ecclesia est Ecclesia catholica" E' pur vero che, su quest'identificazione, la circonlocuzione non lascia dubbi, ma il rispetto dei detti interlocutori espunse evidentemente la perentoria formulazione della Professio Fidei Tridentina e del Vaticano I: "Sancta catholica apostolica romana Ecclesia". LG 8/b lasciò più di una porta aperta ad un concetto di Chiesa inclusivo anche della loro presenza con la proposizione concessiva "extra eius compaginem elementa plura sanctificationis et unitatem catholicam impellunt" [ancorché al di fuori del suo organismo si trovino parecchi elementi di santificazione e di verità, che, appartenendo propriamente per dono di Dio alla Chiesa di Cristo, spingono verso l'unità cattolica]. Unitatis Redintegratio 3 b-d fece poi il resto: riconobbe che fuori della chiesa cattolica esistono "plurima et eximia bona, quibus simul semptis ipsa Ecclesia edificatur et vivificatur" [Inoltre, tra gli elementi o beni dal complesso dei quali la stessa Chiesa è edificata e vivificata, alcuni, anzi parecchi ed eccellenti, possono trovarsi fuori dei confini visibili della Chiesa cattolica]. Ovvia la conclusione da trarre: la Chiesa di Cristo non è quella cattolica, ma questa concorre con altre - ossia con tutte quelle che dispongono dei "bona plurima et eximia quibus ipsa Ecclesia aedificatur et vivificatur" - alla costituzione della Chiesa di Cristo. In codesta Chiesa di Cristo, dunque, e nell'insieme dei soggetti ecclesiali che concorrono a costituirla, sussiste la Chiesa vera. Non quindi nella Chiesa cattolica romana. Ciò significa che la preposizione in venne scelta ad arte per operar il passaggio da un giudizio di identità (Ecclesia Christi est Ecclesia catholica) ad un giudizio di inclusione (la Chiesa di Cristo include in sé quella cattolica e tutte le altre dotate di beni salutari). »

Questo punto è preceduto dalla seguente affermazione: « Oggi, l'estrema incoerenza o la strana dabbenaggine di chi è "maestro in Israele" propone una tradizione vivente [che significa aperta alla commistione con i fenomeni culturali destinati a snaturarla e quindi a neutralizzarla e non viva, cioè tanto vivente in quanto vera (1)], nella quale il della verità da sempre trasmessa non elide il no dell'opposta dottrina, ma a questa affida i propri contenuti per un'"autoricomprensione" di essi, nell'ambito di un pluralismo incolore e insensibile allo stridore dell'antitesi. Non è un paradosso, è l'assurdo, il logicamente contradditorio, l'antitesi assurta a validità esemplaristica e ideale. » [Ma quale intesa può esserci tra Cristo e Belial (2 Cor 6,15)? - è anche il titolo di un recente testo di Mons. Gherardini sul falso ecumenismo]
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(1) Inserisco in nota cosa deve intendersi per Tradizione viva, estratto da una mia sintesi della relazione dello stesso Mons. Gheradini al Convegno Summorum Pontificum, dono per tutta la Chiesa, tenutosi a Roma dal 16 al 18 ottobre 2009:
La Tradizione è ininterrotta inalterata fedeltà della Chiesa al proprio atto di nascita, ai suoi principi vitali. Con cristallina chiarezza e profondità teologica, mons. Gherardini ha mostrato l’antitesi tra la “tradizione vivente” – di conio modernista, storicista e soggettivistico, che esclude la continuità e sancisce una rottura sempre nuova, perché “vivente” non è la tradizione, ma il principio che la neutralizza – e la “ermeneutica teologica evolutiva”, perché Tradizione e fissità non stanno insieme. Infatti chiunque voglia dare un nome ai criteri interpretativi di cui si avvale deve farlo secundum normas teologicae interpretationis; il che esclude tutti i criteri immanentistici antropocentrici e storicisti post illuministi che si ispirano al sentimentalismo, al romanticismo e forniscono di volta in volta unicamente risposte a domande contingenti, pretendendo di conformare il dogma e la dottrina alle molteplici variazioni del fragile pensiero umano, anziché ancorarli alla Divina Rivelazione. L’ermeneutica teologica definita della “continuità evolutiva”, esclude tutti quei criteri immanentistici che si sono imposti, dall’Illuminismo ad oggi, sia alla filosofia che alla teologia. Gli Apostoli ci hanno lasciato quanto da Cristo avevano ricevuto ratione ecclesiae, non i carismi personali ma le verità riguardanti la Fede e la Chiesa. Successio et Traditio: al successor viene trasmesso un deposito di cui diventa custos et traditor, ossia custode e trasmettitore di quod semper, quod ubique, quod ab omnibus creditum est. Tradizione da tradere: trasmettere, consegnare, comunicare; il che implica l’atto, il contenuto, l’Autorità che trasmette la sapienza metabolizzata dalle più lontane generazioni consegnata alla presente da consegnare alle future. Paolo a Timoteo afferma che la grazia ricevuta con l'imposizione delle mani lo abilita a trasmettere la verità ricevuta a uomini 'sicuri'. Ecco già in atto la catena della successione apostolica. Tertulliano parla di trasmissione della 'semente apostolica'. I Padri la chiamano Traditio Dominica o Traditio Apostolica “lo Spirito Santo vi ricorderà tutte le cose che vi ho insegnato io” (Gv 14, 26). L’insufflatio dello Spirito non ha per oggetto una o più, ma “quaecumque dixero vobis”: tutte le cose, acquisizioni sempre più approfondite, nova et vetera (Gv 16,13).

venerdì 26 marzo 2010

Ancora e sempre prove di forza neocatecumenali. Cui prodest?

Mi scrive un amico, subito dopo la diretta di ieri dell'incontro del Papa con i giovani.

Ho appena guardato il Papa con i giovani, abbiamo avuto ancora una dimostrazione dell'arroganza del cammino, o più esattamente di messer Kiko, che è salito sul palco dell'orchestra e ha intonato uno dei suoi canti con la sua voce stonata, all'arrivo del Papa, i due animatori non riuscivano più a parlare, cominciavano poi si fermavano, palesemente turbati da quella invasione, e poi hanno alzato la voce e hanno cercato di coprire la voce del signor A... idem all'uscita del Papa, Arguello si è impadronito dei microfono e ha intonato un suo canto su Maria.. per fortuna la trasmissione è stata interrotta.

Chi può permettersi di fare una tale cosa? Quale altro capo di movimento lo fa? Nessuno! Ancora una prova di forza del cnc!

Come a l'Aquila quando durante i funerali è salito quell'orribile canto nc, e durante la visita del Papa qualche nc ha cercato di coprire con i loro canti il coro e l'organo!

Hai letto le parole del Papa ai vescovi del nord? E ridai con i movimenti e l'evangelizzazione ad hoc.... e non sfugge a NC!

Non ho nessuna fiducia nel Papa per correggere anche la benchè minima cosa sul cammino nc, anzi si profila uno scenario da incubo, con il Cnc che si vorrà il più grande difensore del Papa e della Chiesa!

Tutto questo deve succedere, solo Dio sa perchè, ma penso sia un passaggio, un fenomeno che solo Dio può iscrivere nel Suo disegno per la Sua Chiesa.
Un abbraccio carissimo,
....

C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi di antico...

In questi ultimi tempi abbiamo assistito - impotenti, perché le grancasse mediatiche della cultura imperante fanno molto rumore e raggiungono capillarmente le masse ignare e spesso già alienate dalla Chiesa - a reiterati e pesanti attacchi a livello globale nei confronti della persona del Papa e, in definitiva nei confronti della credibilità delle fede cattolica. Oltretutto rispolverando fatti riferiti ad un passato lontano, già risolti, e con prove di nessun possibile coinvolgimento del pontefice, accompagnati peraltro da un assordante silenzio degli Organismi Vaticani - ad eccezione di una blanda replica della Sala Stampa al New York Times e della CEI, intervenuta tardivamente e fiaccamente sulle incalzanti accuse tedesche - i quali dovrebbero invece essere sempre in prima linea in una efficace azione di replica chiara ed energica per rintuzzare a dovere le mirate distorsioni e ripristinare la verità, difendendo la figura di Benedetto XVI e, in essa, la Chiesa tutta.

La Santa Sede in un momento di interpretazione erronea e falsata anche dei documenti sulla pedofilia, oltre a non darne, come doveroso, una ufficiale ed energica interpretazione autentica, neppure ha ritenuto di mettere a disposizione sul sito web consultato da operatori di tutto il mondo i relativi testi nelle lingue più diffuse, ma ha pubblicato il solo testo latino, che in molti hanno potuto mal tradurre e interpretare ancor peggio.

E' a noi tutti fin troppo chiaro ed evidente che si tratta di attacchi concertati a sferrati a livello planetario, dalla Germania all'America, nel tentativo di piegare forzosomente i fatti ad una tesi precostituita; altrettanto chiaro purtroppo non sarà, invece, per il laicismo imperante e per la masse amorfe per le quali ogni pecca della Chiesa diventa alibi per allontanarsene sempre di più o per cadere nelle mani di sette a volte persino approvate, come se la Chiesa fosse rappresentata solo da qualche suo membro caduto nella spirale del vizio, peraltro dilagante in ogni ambito della nostra società: la vogliamo chiamare ancora civiltà? Inoltre, se molti attacchi vengono dall'esterno, all'interno della Chiesa è ormai riconoscibile uno scisma non più strisciante e sempre meno mascherato di obbedienza espressa solo a parole e spesso neppure con parole autenticamente Magisteriali...

Suonano quindi con particolare accoramento parole come quelle del Vescovo di Trieste, Mons. Crepaldi, che nei giorni scorsi si sono levate a difesa del Santo Padre e, nelle conclusioni, hanno espresso questa amara constatazione:
"La situazione è grave, perché questa divaricazione tra i fedeli che ascoltano il papa e quelli che non lo ascoltano si diffonde ovunque, fino ai settimanali diocesani e agli Istituti di scienze religiose e anima due pastorali molto diverse tra loro, che non si comprendono ormai quasi più, come se fossero espressione di due Chiese diverse e procurando incertezza e smarrimento in molti fedeli."
Le ho marcate in rosso perché sono davvero drammatiche e corrispondono al grido da noi lanciato in tutti questi anni. E' un segnale, sia pure ancora limitato, al quale peraltro negli ultimi tempi vanno aggiungendosi altre auterovoli voci di consapevolezza della crisi che ha investito la Chiesa e delle sue cause prossime e remote. Rusciremo a risalire la china che sembrerebbe inarrestabile? Mettiamo tutto nelle mani del Signore, a Lui offrendo il nostro desiderio, la nostra volontà, il nostro povero impegno e la nostra preghiera.

giovedì 25 marzo 2010

25 Marzo Festa dell'Annunciazione

ho appena letto sul blog Una Fides questo richiamo bellissimo all'Annunciazione, di cui oggi ricorre la Festa, e voglio riprodurlo qui, a conclusione di un percorso accidentato e inquietante come quello del thread precedente e per invocare dalla nostra Madre Tutta Santa, protezione ed aiuto per la ripresa del nostro cammino sia qui sul web che nella vita di ogni giorno.
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L'angelo scese dalle ineffabili potenze celesti e si rivolse alla santissima Vergine dicendo: Ti saluto, o piena di grazia. Non appena Ella ebbe ascoltato quel saluto, ecco che lo Spirito Santo entrò nel virgineo tempio immacolato, santificandone il corpo e lo spirito. Le leggi della natura e del matrimonio stettero in disparte a guardare con stupore il Signore della natura operare in quel corpo un prodigio al di là della natura, o meglio, sopra la natura.

Con tutt'altre armi da quelle che il diavolo usò per farci la guerra, Cristo ci ha salvati: egli ha assunto il nostro corpo soggetto al patire, per dare una grazia maggiore alla nostra indigenza. (Rm 5,20) Laddove ha abbondato il peccato. ha sovrabbondato la grazia.

La tua lode, o santissima Vergine, senz'altro supera ogni lode, perché in te Dio ha preso carne ed è nato uomo. Te venera ogni creatura nei cieli, sulla terra e negli inferi e a te offre il culto che ti si addice. Tu sei davvero il trono degno dei cherubini e dalla sommità del regno spirituale tu brilli nel fulgore della tua luce. In te è glorificato il Padre che non ha inizio, lui che ha disteso su di te la sua ombra. In te è adorato il Figlio, che tu hai generato secondo la carne. In te è celebrato lo Spirito Santo, che nel tuo seno portò a compimento la nascita del gran Re. Per mezzo di te, o piena di grazia, la santa e consostanziale Trinità è conosciuta nel mondo intero. Degnati di rendere partecipi anche noi della tua perfetta grazia, in Cristo Gesù nostro Signore, insieme col quale sia gloria al Padre e allo Spirito Santo, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

(Dalle Omelie attribuite a Gregorio il Taumaturgo, Homilia II in Annunciatione, PG 10,1156‑1169)
Un grazie di cuore agli amici di Una Fides

lunedì 22 marzo 2010

Testi ebrei anche cabalistici consigliati da Kiko Arguello a chi aderisce alla sua "iniziazione cattolica"

Oltre ad aver messo in luce sul sito di riferimento (alla cui consultazione rinvio chi avesse interesse ad approfondire) i molti aspetti giudaizzanti del Cammino neocatecumenale, l'ossessivo uso di simboli ebraici, le dichiarazioni dello stesso iniziatore all'epoca dell'approvazione dello statuto - che mettono l'accento sulla simbologia ebraica del loro rito -, i numerosi insegnamenti e prassi mutuate dall'ebraismo, pubblichiamo questa notizia segnalata da un nostro lettore.
Risulta evidente come non possono non moltiplicarsi e farsi più pressanti i nostri interrogativi su questa realtà ormai divenuta ecclesiale, che si propone come "iniziazione cattolica"...

TRA I LIBRI CONSIGLIATI DA ARGUELLO KIKO sul sito spagnolo del CN:
http://www.camino-neocatecumenal.org/neo/hebreo/tradicion%20hebrea.htm
El Sepher Yetzirah
Spiegazione neocatecumenale:

La Sefer Yezirah, detta anche Libro della Creazione, è il pù antico testo cabalistico. Oscuro ed enigmatico nel contenuto, un attento studio lo rivela come testo meditativo. La sua origine si perde all’inizio dei tempi, anche se si attribuisce al patriarca Abramo di averlo dato in eredità con insegmanento orale. In seguito è stato messo per iscritto e consultato come testo di sapienza. Opera fondamentale per eccellenza della simbologia della Kabbalah, manifesta il Cosmo con tutti i suoi elementi. E’ il manuale più completo di istruzione di un tipo speciale di meditazione che rafforza la concentrazione e aiuta lo sviluppo di poteri speciali. La presente versione include la meditazione in cinque dimensioni, la astrologia cabbalistica, la transizione di coscienza Binah-Chormah, la visione di Ezechiele e secondo il Sefer Yetzirah e il mistero delle 231 porte

Descargas
. Midis hebreos
. Diccionario Arameo-Español-Hebreo
. Diccionario Español-Hebreo
. Sepher Yetzirah

Documentos
. El Rabino Rosen en relación a Benedicto XVI
. La literatura hebrea
. Tefilá (Oraciones)
. Tefilin
. Bendiciones hebreas
. Lo que nos dice la Menorá
. La Torá versión bilingüe Hebreo-Inglés
. La vocación del cantor por ABRAHAM SOSHUA HESCHEL
. La pascua judía (como se celebra)
. La pascua judía (significado para los judíos)
. Haggadá de Pessag

Abbiamo inserito i titoli nel testo spagnolo originale, che del resto è molto comprensibile, e tradotto soltanto il testo di commento al Sefer Yezirah.

Testimonia un altro nostro lettore: "le sephirot, gli hekalot, il Ma'assè Bereshit, il Ma' assè Merkavà (l'Opera del Carro di fuoco), il Talmud... questa roba è stata più volte oggetto di allusioni accennate da parte del mio catechista all'interno degli Annunci regionali, insegnamenti dati a mezza bocca, come fossero vere perle di sapienza nascosta, da distribuire con parsimonia e per gradi, come se oltre la dottrina cristiana ci fosse qualcosa di molto più in alto, riservato a chi capiva di più, e questo "qualcosa" fosse la cosiddetta "sapienza di Israele".

Una domanda si impone alla nostra intelligenza, prima ancora che alla nostra fede: perché è possibile ad un movimento ritenuto cattolico proporre come fonti di ascetica e formazione cristiana, "contaminazioni" che il cardinal Ratzinger sconsigliava, in riferimento a pratiche appartenenti ad altre fedi, quando era capo della Dottrina della Fede?

sabato 20 marzo 2010

Statuto neocatecumenale: scollamento tra "de iure" e "de facto"

Riprendiamo la nostra analisi sulla violazione dello statuto del cammino NC che, de iure, prevede comportamenti poi, de facto, non rispettati; mentre molti comportamenti non previsti dallo statuto, de facto invece sono divenuti prassi consolidate (primo fra tutti il mancato rispetto del 'foro interno' delle persone, con le gravi conseguenze psichiche e spirituali che ciò comporta dei quali abbiamo molto parlato sia nel sito di riferimento che su queste pagine)
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Bene, continua la scollatura tra il de jure ed il de facto … anzi per le catechesi e la convivenza di inizio, il de jure non esiste proprio!

Art. 9 [Kerigma e celebrazioni]
In questo articolo dello statuto nc si parla di ‘catechesi Kerigmatiche’ e si fa riferimento, oltreché alle misteriose “bozze non corrette”, al punto 62 del “Direttorio generale per la Catechesi” promulgato dalla congregazione per il clero.
Dobbiamo davvero credere che per mezzo di una piccola nota tali catechesi si considerino consone all’insegnamento della Chiesa e approvate?
Oppure, poiché lo stesso Direttorio al comma 4 del punto 271 recita: "Il servizio della Santa Sede - In base al suo compito, essa concede la prescritta approvazione della Santa Sede per i Catechismi e gli altri scritti relativi all'istruzione catechetica, col consenso della Congregazione per la Dottrina della Fede", dobbiamo aspettarci qualche altra approvazione proprio da parte della Dottrina della Fede? Infatti l'approvazione è stata data dal Pontificio Consiglio dei Laici, in presenza di un rilievo della Congregazione per il Culto sull'Eucaristia di fatto disapplicato, tuttavia citato dallo statuto che ha inappropriatamente, a nostro avviso, recepito soltanto un comportamento liturgico scaturito da trattative tra il PCL e l'iniziatore del Cammino (comunione in piedi anziché seduti...)

Andiamo avanti …
la ‘penitenziale’ ossia il Sacramento della riconciliazione.
La grazia sacramentale è indubbiamente presente, visto che ci si confessa davanti ad un sacerdote ed attraverso lui si riceve l’assoluzione ma …
non viene fatto riferimento alcuno al modus; infatti, a chi partecipa verrà subito detto: «Mi raccomando! Visto che siamo in tanti e non possiamo andare troppo oltre, siate brevi, denunciate i vostri peccati chiamandoli per nome –del resto sono soltanto sette i vizi capitali- senza tergiversare o dando la colpa agli altri. La confessione non è direzione spirituale; se qualcuno ha dei dubbi, incertezze o desidera consigli, lo farà in un secondo momento, per adesso dovete soltanto dire il peccato».
Peccato che il ‘secondo momento’ non c’è mai; dopo la penitenziale di solito c’è l’agape e si finisce tardissimo; se si vuole parlare con un catechista verrà detto: «no, io da solo non posso dire niente, sai anch’io sono un peccatore, occorre, se è importante quello che vuoi sapere, che si riunisca tutta l’equipe» e si deve aspettare il tempo in cui si possano riunire tutti i componenti dell’equipe; se si chiede qualcosa al presbitero tutto verrà calzato alle catechesi nc senza ricercare il modo per rispettare il tuo essere.

‘le chiavi ermeneutiche’!!!
Bello leggere gli articoli dello statuto nc, anche perché lascia intendere che nella prassi c’è una ricca e costante attenzione nella crescita spirituale dei fratelli …
Non so altrove ma nella chiesa dove frequentavo [tutte le testimonianze lo confermano], la preparazione della ‘parola’ era fatta in gruppetti, tratti a sorte tra i fratelli della comunità, senza la presenza del presbitero o di un catechista anche la momento del riporto al resto dei fratelli.
Le uniche ‘chiavi’ che venivano date erano quelle per entrare nel salone dove ci si riuniva altrimenti, visto che non c’era nessuno ad aprire, si tornava a casa. 

Voglio far notare che molte volte viene fatto riferimento al Vescovo, che dovrebbe presenziare ai ‘riti’, ma in tanti anni non ne ho visto l’ombra.

Art. 10 [Nascita della comunità neocatecumenale]
«Nell’ultimo giorno della convivenza si proclama il Sermone della Montagna, disegno dell’uomo nuovo, e si presenta l’itinerario neocatecumenale come un cammino di rinascita e di riscoperta del Battesimo»

ma non si dice che quest’itinerario ti porta ad esprimere il tuo Battesimo a partire dalla tua comunità per finire sempre alle comunità NC. Infatti, quello che succederà più avanti, quando si arriverà alla redditio è volto alla neocatecumenizzazione della pastorale parrocchiale: cioè i fratelli ormai ‘adulti’ nella fede iniziano a ‘servire’ in parrocchia al modus cammini, lasciando poco spazio per altre realtà (a meno che non esistano da prima).
Non ti si dice nemmeno che ‘ci si salva a grappoli’ non da soli; che si fa parte di una ‘carovana’ e si va insieme, puoi scendere se vuoi ma la carovana continua ad andare e tu rimani solo. 

Saluti in Cristo.
Larus

Un altro blog parallelo...

Questa immagine dell'Arcangelo Michele vuol essere l'antitesi -anche attraverso la sua protezione, che invochiamo- contro le menzogne e le calunnie, corredate di orride immagini diaboliche, con le quali il neocatecumenale che si fregia come "la verità ..." + l'innumerevole legione di nick che ha usato finora pretende di svelare la mia identità, con riferimenti del tutto arbitrari, sul blog da lui costruito.

Gli ingiungo, anzi, di togliere dalla rete il nome che mi associa comprese tutte le sue illazioni, se non vuole che faccia intervenire la polizia postale a tutela della privacy di persone che scorrettamente e inopinatamente egli coinvolge loro malgrado.

Quanto ai suoi iniziatori e all'"entità Cammino" alla quale hanno dato vita, che egli intende difendere e pretenderebbe farlo con tanta scorrettezza, gli ricordo che Kiko Arguello e Carmen Hernandez sono persone pubbliche, che su queste pagine non vengono insultate e che non sono chiamate in causa come persone, ma per loro atti, fatti, immagini (vedi icone blasfeme), parole (insegnamenti eretici di cui si sono addotti i documenti), prassi anomale (confermate da innumerevoli testimonianze convergenti), con violazione degli statuti che de iure prevedono comportamenti de facto non rispettati, mentre non ne prevedono altri, de facto invece divenuti prassi consolidate (primo fra tutti il mancato rispetto del 'foro interno' delle persone, con le gravi conseguenze psichiche e spirituali che ciò comporta). Se ne è parlato a lungo sia sul sito di riferimento che in queste pagine. E non si tratta né di gossip né di illazioni -come i nostri interlocutori frustrati e senza argomenti per confutarci affermano senza contradditorio nella nuova Agorà su cui si esprimono- ma di fatti documentati e sempre supportati dal Magistero ecclesiale, mai da nostre opinioni personali...

Emma, come già aveva anticipato Freedom, me ne informa con le notazioni, che pubblico di seguito, aggiungendo le mie.
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E così dunque il neocatecumenale che accusa gli altri di essere in permanenza davanti al loro computer, di non avere niente altro da fare, ha aperto un blog!
E finalmente sappiamo, anche se già avevamo intuito, chi si nasconde dietro innumervoli nick, qui e altrove - anche lui presente su tutti i blog cattolici -, spero dunque che da oggi si firmerà almeno con il suo nome, vero Pasquale?
Non mi spingerò fino a mettere il cognome, non lo imiterò, e nemmeno metterò due diavoli per illustrare e accompagnare il suo nome come ha fatto sul suo blog, denunciando quella che lui crede essere l'identità di Mic.
Comportamento ammirevole, molto cristiano, senza dubbio uno dei frutti dei suoi 25 anni nel cammino nc.
E così dunque Pasquale, come già nel passato altri suoi fratelli hanno fatto, si servirà di ciò che è scritto su questo blog, per seminare il verbo kikiano, distorcere la verità, alimentare l`inganno e la menzogna.
Grazie a Dio, chi è libero, chi ha una coscienza non deformata, ha occhi per vedere, una mente per riflettere, non si lascerà ingannare, saprà facilmente leggere e discernere, anche fra le righe della logorroica prosa del nostro amico nc, le vere motivazioni e sopratutto capirà là dove la verità finisce e là dove comincia la propaganda, lo spot pubblicitario, lo slogan.
Esempio di ciò che chiamo propaganda è il post pubblicato da Pasquale sul Direttorio catechetico del cammino nc.
Alcuni dettagli sono tralasciati, come ad esempio che Kiko Arguello ha rifiutato le correzioni della Commissione nell'ufficio dell'allora card. Ratzinger, non riconosceva più le SUE catechesi!
Ci sono tanti post che lo documentano, citando le stesse parole di Kiko a Madrid.


Altro dettaglio, il direttorio NON È ANCORA PUBBLICATO! Perchè? Eppure il Papa vuole questa pubblicazione.
Ah sì, mi ricordo di aver letto, mi sembra da Colafemmina, che, sempre secondo Pasquale, siccome il cammino nc è un cammino iniziatico dove vige l'arcano, i testi non devono essere pubblicati perché la verità(!) si svela poco a poco, tappa, dopo tappa!
È cattolico tutto ciò ? NO. Ha piuttosto connotati settari...
NON esiste il segreto nella formazione cattolica, non esistono cammini iniziatici, esoterici, in cui vige il segreto, almeno non esistevano fino a quando il Pontificio Consiglio dei Laici ha approvato il cammino neocatecumenale.
Emma
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Ringrazio Emma per questo contributo e aggiungo che ho notato che pubblicheranno tutto ciò che dicono venga 'censurato' qui. E' ovvio che, oltre ai numerosi insulti, quelli che non pubblichiamo più sono testi-spot del cammino nc, che spesso sviano dal filo conduttore delle discussioni proposte, testi peraltro già confutati mille e mille volte (il blog ne è strapieno) in raffronto al Magistero della Chiesa, purtroppo senza alcun risultato perché gli insegnamenti riportati dai catechisti-megafono degli iniziatori sono più autorevoli del Magistero del Papa, tant'è che ora hanno la libertà di riproporli, facendo da ripetitori, peraltro autoreferenziali...

Quelle che non pubblichiamo più, inoltre, sono le logorroiche affermazioni come quella sugli statuti già confutata in innumerevoli thread, o ancora le sempre più numerose mimetizzazioni pseudo-cattoliche che salvano le apparenze e vengono presto smascherate da chi ha già una formazione ecclesiale, ma che purtroppo hanno presa sui cosiddetti 'lontani' o anche su molti 'piccoli'. E' così infatti che le persone vengono introdotte attraverso 'mezze verità' commestibili a prima vista, ma poi stravolte strada facendo da prassi e da ulteriori rivelazioni decisamente eretiche o sincretistiche, che assumono sempre più l'aspetto giudaico e giudaizzante man mano che si va avanti nella cosiddetta "iniziazione".

Stupisce che troppi vescovi la accolgono come un "pacchetto chiavi in mano" senza conoscerne -si spera, ma è difficile da giustificare- i contenuti, che stanno sviando la terza generazione di credenti. Ed il -mysterium iniquitatis- è più in atto che mai...
Sursum corda, Habemus ad Dominum!

venerdì 19 marzo 2010

Come pilotare la Chiesa nella tempesta. Una lezione di Benedetto XVI

Così scrive Sandro Magister su www.chiesa il 18 marzo:

La lezione l'ha impartita Benedetto XVI in un'udienza generale ai fedeli, contro chi invoca un nuovo inizio del cristianesimo, senza gerarchia né dogmi. Il segreto del buon governo, ha detto, "è soprattutto pensare e pregare" [dice bene Magister, è la stessa osservazione che mi era venuta spontanea: si tratta di una "lezione" molto nutriente ed edificante; ma il Papa continua a comportarsi da professore - ed anche da Pastore, s'intende -, ma sembra venga meno la sua "attività di governo" propria del pontefice e, senza la quale, il timone della barca non viene saldamente impugnato per impedirle di ondeggiare e lasciarsi condurre in tratti infidi dai venti di tempesta...]

Nella sua lezione del 10 marzo scorso, Benedetto XVI ha descritto e attualizzato con rara chiarezza la contrapposizione tra Gioacchino e Bonaventura. Ha mostrato come l'utopia di Gioacchino ha trovato nel Concilio Vaticano II un terreno fertile per riprodursi di nuovo, vittoriosamente contrastata, però, dai "timonieri saggi della barca di Pietro", dai papi che seppero difendere la novità del Concilio e nello stesso tempo la continuità della Chiesa.

Dallo spiritualismo all'anarchia il passo è breve, ha ammonito Benedetto XVI. Era così nel secolo di san Bonaventura ed è così oggi. Per essere governata la Chiesa necessita di strutture gerarchiche, ma a queste deve essere dato un fondamento teologico evidente. È ciò che fece san Bonaventura nel governare l'ordine francescano. Per lui "governare non era semplicemente un fare, ma era soprattutto pensare e pregare. Alla base del suo governo troviamo sempre la preghiera e il pensiero; tutte le sue decisioni risultano dalla riflessione, dal pensiero illuminato dalla preghiera".

Lo stesso – ha detto il papa – deve avvenire oggi nel governo della Chiesa universale: "governare, cioè, non solo mediante comandi e strutture, ma guidando e illuminando le anime, orientando a Cristo".

È questo il secondo, decisivo, tratto autobiografico della lezione del 10 marzo. In essa Benedetto XVI ha detto come lui intende governare la Chiesa. L'ha detto con la mite umiltà che gli è propria, ponendosi all'ombra di un santo.

Come per san Bonaventura gli scritti teologici e mistici erano "l'anima del governo", così è per l'attuale papa. L'anima del suo governare sono le omelie liturgiche, l'insegnamento ai fedeli e al mondo, il libro su Gesù, insomma, il "pensiero illuminato dalla preghiera". È lì che la struttura gerarchica della Chiesa romana e i suoi atti di governo trovano fondamento e nutrimento. È lì che la Chiesa di papa Benedetto attinge la guarigione dei peccati dei suoi figli e la risposta agli attacchi – non innocenti – che le arrivano da fuori e da dentro.
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La lezione mi sembra illuminante per ridimensionare e collocare al giusto posto e senza giustificazioni al loro protagonismo - sapientemente confutato da parte di Benedetto XVI nei termini chiaramente sottolineati da Magister - i 'carismatismi' enfatizzati dal vaticanosecondismo i quali, come nel caso del cammino NC,  si pongono in contrapposizione alla Chiesa Istituzione, come se la Chiesa non fosse, da sempre, tutta carismatica...
Non c'è molto da aggiungere, credo, a questa chiosa. Non si fa altro che confermare quanto già evidenziato più volte e ormai consolidato nel comportamento ecclesiale.

Quanto al Cammino neocatecumenale ed alla sua pretesa, neo-gioachimita, di monopolio sullo Spirito Santo, mi pare pertinente inserire lo stralcio di una riflessione di Don Gino Conti:

"Anche se Kiko ripete spesso nelle sue catechesi di essere autorizzato a spiegare la Parola di Dio perché lui è un "illuminato"; di avere cioè le capacità che non sono proprie dell'uomo, ma della divinità, con la sua affermazione rispolvera la tentazione del demonio che ai nostri progenitori nell'Eden prometteva che, se avessero fatto quello che lui loro suggeriva, sarebbero diventati come Dio. E Kiko spesso ripete di parlare a nome di Dio. Oltre a questo peccato diabolico, nelle parole di Kiko c'è una contraddizione ad un insegnamento che lui ripete continuamente ai neocatecumenali: "non giudicate, perché nessuno può giudicare". Ma lui e i suoi catechisti questo giudizio lo possono fare e giudicheranno anche le realtà spirituali, come la presenza della grazia e dello Spirito Santo, che rientrano esclusivamente nei poteri di Dio.

Kiko con le sue affermazioni ritorna a proporre un panteismo di vecchia data, che la filosofia ha superato da secoli. Ma egli non disarma: per lui la presenza dello Spirito Santo nell'interiorità dell'uomo è dimostrabile da un fatto: quello dell'amore al nemico (I Scrutinio pag. 96-97). Questo amore nell'uomo è impossibile senza la presenza dello Spirito Santo che agisce in lui, dice Kiko. Questa presenza, pur appartenendo al campo soprannaturale, Kiko può giudicarla e come lui tutti i suoi catechisti, che hanno il diritto di dire ai loro discepoli se possono o no continuare ad essere membri del Cammino (Shemà pag. 23-34; OR pag. 30 e 188).
A pagina 30 di Orientamenti dice: "Gesù Cristo è presente dove si manifesta lo spirito di Cristo. Questo chi lo sa? L'Apostolo (= il catechista). Non sei tu che sai se sei Cristiano e ti trovi ancora nel Cammino neocatecumenale, è l'apostolo, il catechista.. è certo lui, il fratello, che lo sa". E OR, pag.188: "Tu puoi crederti cristiano di prima fila. E se il tuo catechista non vede che tu dai segni del cristiano, tu non passi, perché è lui che ha in nome del Vescovo il carìsma di discernere gli spiriti".(!?)"

19 marzo. San Giuseppe, potente protettore della Chiesa

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua Santissima Sposa. Per quel sacro vincolo di carità che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, guarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido Custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo; allontana da noi, o Padre amantissimo, la peste di errori e di vizi che ammorba il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta contro il potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità: e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché sul tuo esempio, e mediante il tuo soccorso, possiamo vivere virtuosamente, piamente morire, e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. Così sia.

mercoledì 17 marzo 2010

Continuano le testimonianze... Dove sta andando la Chiesa?

""Oggetto: informazioni sul cammino neocatecumenale
16/03/2010 12.20
Salve,
mi chiamo ...... ......, ho 35 anni e sto per iniziare il cammino catecumenale.
Nelle catechesi iniziali ho avuto molte sensazioni negative, ampliate nella convivenza finale.
Leggendo queste pagine ho sentito condiviso il mio stato d’animo, che mi ha portato perfino a pensare che l’anticristo entrerà nella chiesa attraverso questo cammino.
Dopo aver letto che il vaticano ha approvato lo statuto del cammino , volevo chiedervi come questa cosa fosse possibile, cioè come è possibile che nessuno veda quello che facilmente è notabile, compreso il Santo Papa?
Distinti saluti (Firma)
""

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Tra le ultime mail sul cammino, pubblico questa, togliendo per la privacy i riferimenti personali, ma prendendola in considerazione in quanto emblematica della situazione attuale Cammino-Chiesa, soprattutto riguardo alla domanda finale che è il punctum dolens fortemente anomalo della situazione, che rende in qualche modo 'scomoda' la nostra posizione, in quanto il nostro immutato impegno - commisurato all'immutata situazione che permane in tutta la sua gravità e alta lesività dell'integrità della Chiesa - si dispiega in presenza e nonostante l'approvazione degli statuti da parte del Pontificio consiglio dei laici...

Un'approvazione che, per quanto anomala - mancando della contestuale o anzi preventiva approvazione dei testi ai quali fa riferimento e che costituiscono i contenuti della cosiddetta evangelizzazione NC - ha conferito alla entità-Cammino un ruolo nella Chiesa, vissuto con molta aggressività ed influenti appoggi, che sta continuando l'opera di penetrazione e trasformazione nei gangli vitali della stessa (dalle Parrocchie, alle Gerarchie, ad Organismi curiali e di stampa, ad Organizzazioni culturali, senza sottovalutare l'indotto ragguardevole della produzione di arredi sacri, simboli, icone, oggettistica para-religiosa: tutti uguali per tutte le comunità del mondo di produzione esclusivamente in proprio; il che dà lavoro e incentiva la partecipazione di molti...) cui va aggiunto l'indotto parallelo -sempre gestito in termini di consorteria- delle costruzioni di Chiese, Centri, Seminari ed altro tutti rigorosamente recanti l'impronta della "Nueva estetica" kikiana che ha introdotto e continua ad introdurre una nuova teologia, nuovi simbolismi sincretistici, nella totale indifferenza dei 'custodi' della fede cattolica.

Torniamo al punctum dolens della conclusione della mail: è indubbio che l'approvazione e il successivo atteggiamento del Papa (nonostante le correzioni) ha consentito e consente che molte persone fortemente dubbiose, compreso colui che ci ha scritto, siano rimaste, rimangano o addirittura entrino a far parte del cammino NC.

Visto che è stato chiamato in causa il Papa, mi limito a dire che, quando egli non proclama dogmi di fede, non è impegnata la sua infallibilità; il che ci permette di dissentire, con motivazioni fondate sul Magistero Perenne e nel massimo rispetto, senza per questo essere in discomunione con lui né tanto meno con il Signore. Senza peraltro poter escludere una sua non precisa informazione da parte di chi ha tutto l'interesse a fargli credere che nel Cammino le cose siano cambiate: cosa che, mi risulta, continua a ripetere il suo Vicario, Mons. Vallini, a chiunque, nella diocesi di Roma, gli opponga critiche e rimostranze sulla pastorale diocesana, molto incentrata sul Cammino NC... salvo a tuonare con riprovazione massima nei confronti di gruppi e sacerdoti che chiedono di celebrare secondo le direttive papali del Motu proprio Summorm Pontificum, di fatto quindi disattendendole e rendendo la Diocesi del Papa sempre più configurata alla "Nuova chiesa" che avanza e sempre meno aperta alle istanze di re-staurazione promosse dallo stesso Pontefice e sentite da molti fedeli.

Nella situazione attuale molti cristiani si ritrovano prigionieri in casa propria (o in quella che dovrebbe esserlo e non lo è più, mentre il Papa dice che "la Chiesa è la casa di tutti": ma tutti chi, anche gli eretici?), e quindi sono costretti ad una diaspora senza fine per trovare Parrocchie non inquinate dal nuovo verbo kikiano più o meno ben mimetizzato come 'Chiesa cattolica', se non da quello modernista della cultura egemone spirito-del-concilio-dipendente... Le oasi di sana dottrina e spiritualità sono rare, non tutte facilmente raggiungibili e direi che rischiano l'estinzione, se non avessi fiducia nella Grazia e nell'Opera del Signore... Questa è la Chiesa cattolica, oggi.

Assodato e dimostrato che nulla è cambiato e che nulla può cambiare nel Cammino NC, è proprio qui e nell'autorevolezza di certe 'scelte pastorali', che dovrebbe tappare la bocca a fedeli più sprovveduti, che si delinea, forte e chiara la nostra responsabilità, sulla quale mi limito a inserire la citazione che segue, senza commenti:

«Nel tesoro della Rivelazione vi sono dei punti essenziali, di cui ogni cristiano, per il fatto stesso di chiamarsi cristiano, ha la conoscenza necessaria e l’obbligo della difesa… I veri fedeli sono gli uomini che attingono dal loro battesimo (in tempi d’eresia) l’ispirazione per una linea di condotta; non i pusillanimi che, col pretesto specioso della sottomissione ai poteri stabiliti, per correre incontro al nemico o opporsi alle sue imprese, aspettano un programma che non è necessario e che non si deve loro dare». (Dom Gueranger, ai suoi monaci)

martedì 16 marzo 2010

La "VIA" e un "Cammino", che si definisce "IL Cammino"...

"Franz" torna alla carica, rivolgendosi a Caterina. Intanto mi permetto di rispondergli io con alcune chiose essenziali, estraendo il messaggio dal thread per dargli maggiore visibilità. A Caterina ed a tutti voi il seguito degli approfondimenti

CATERINA63: ottimo esempio, cara sorella, del vostro sport preferito: estrapolare le 2-3 parole o frasi che credete opportuno, per farne discendere le solite sciocchezze, tipiche, lasciamelo dire, di menti offuscate da paraocchi, rigidi perlomeno quanto quelli che vorreste appioppare ai NC....

quello che fa Caterina e che facciamo tutti non è estrapolare due o tre frasi, ma enucleare e cioè 'quotare', come è d'uso con uno strumento come il blog e come del resto fai anche tu, la parte più significativa di un discorso per ragionarci su in maniera cattolica

IO SCHIAVO del Cammino..? e idolatra di Kiko? Ma fammi il piacere.... se aprissi il cuore veramente, capiresti che il senso della mia frase era "essere debitore al NC come forma di esperienza all'interno della Chiesa, attraverso la quale ho ritrovato la fede", a differenza, lasciamelo dire, di quanto mi stava accadendo "fuori" del Cammino, per svariati motivi. E non è questione di farsi del NC un idolo: è che il NC è un'esperienza GLOBALE, certo non paragonabile al tuo culto per S.Domenico.

Infatti, Caterina sottolineava come il suo culto a S. Domenico, qualifica in qualche modo il suo essere nella Chiesa, ma non è una esperienza totalizzante -appunto globale- come dici tu, che alla Chiesa si sostituisce. Dici che non sei idolatra di Kiko. E allora come mai obbedisci a lui anziché al Papa, non avendo aderito e non aderendo a nessuna delle 'correzioni' da lui fatte al cammino? Quello che ci si chiede - e drammaticamente - è QUALE fede trovino coloro che ritengono il cammino una forma di esperienza ecclesiale: all'interno della Chiesa esso ora è collocato, ma quanto poco ecclesiale sia, lo abbiamo dimostrato e continua a rivelarsi attraverso la assoluta non integrazione con la pastorale parrocchiale, che è arrivato a fagocitare e sostituire con le sue prassi e i suoi insegnamenti, stravolgendo la Rivelazione Apostolica...

E quanto al tuo auspicio di rendermi un individuo "capace di fare un ragionamento CATTOLICO E DOTTRINALE libero dai condizionamenti",a parte la considerazione che questo lo dici TU, vorrei sapere quante persone, nella Chiesa, sono capaci di fare "ragionamenti cattolico-dottrinali", liberi o meno da condizionamenti: non certo alcune sante vecchiette che stanno nelle comunità, o certi ragazzetti presi quasi dalla strada, o tante persone fino a ieri lontane dalla Chiesa, che adesso si stanno avvicinando a Dio concretamente, attraverso lo "strumento" (che tale E' e RESTA, cara Caterina, nonostante le tue drammatizzazioni fuor di luogo) del NC.

Tu credi che, quando Caterina o qualcuno di noi fa il catechista, parli solo di dottrina o non parli del Signore così come lo ha conosciuto nella Chiesa e Lo faccia conoscere e 'incontrare' come realmente E', perché così si è rivelato agli Apostoli e alla Chiesa, rendendosi Presente in essa e attraverso essa fino alla fine dei tempi?

Avendo 'sposato' una causa totalizzante, non riesci neppure a concepire la nostra preoccupazione a difesa del 'depositum fidei' cattolico, che non è importante in quanto corpus giuridico, ma lo è in quanto l'UNICO in cui Sussiste la Chiesa di Cristo e, dato che lex orandi è lex credendi, esso garantisce la maturazione di una fede autentica e retta e di una conseguente spiritualità Cristocentrica e non giudeo-luterano-gnostica e quindi antropocentrica e sviante, come nel vostro caso, o neo-protestante e ugualmente antropocentrica, come nei modernisti. E' normale quindi preoccuparsi di cosa poi, dopo il primo annuncio coinvolgente, incamerino del cammino le sante vecchiette e i ragazzi di strada che si avvicinano alla Chiesa grazie ad esso nonché tutti gli altri che aderiscono al Cammino credendo di approfondire la fede e preoccuparsi anche di COSA poi diventano nel cammino, conoscendone le strutture e le prassi settarie...

Ma ti sei letta qui? "...è contestabile l'idolatria che fai della tua comunità senza la quale, tu stesso ammetti, di NON AVERE LA FEDE" scusa, dov'è che l'avrei ammesso? Lo vedi, come distorcete volutamente le parole..? Secondo te, dire che ATTRAVERSO IL CAMMINO HO RITROVATO LA FEDE, significa dire che, se uscissi domani dal Cammino, PERDEREI LA FEDE..? Allora, scusami, sei tu che non hai capito proprio niente.

l'affermazione parte dal conoscere che della innumerevole schiera dei fuoriusciti del cammino, la maggior parte di loro si è allontanata dalla Chiesa perché, purtroppo con esso la identificano, ed oggi a maggior ragione... Il fatto è che non sono stati 'introdotti' a vivere una fede personale, ma una fede 'mediata' dallo strumento, che invece di essere strumento diventa il fine e fuori da esso si perdono le coordinate autoreferenziali che esso fa incamerare, come tutti i contesti 'chiusi' e settari

E comunque, continuate a non voler accettare un fatto molto semplice: che del NC, molto probabilmente, la Chiesa aveva bisogno, per recuperare alla fede i tanti, tantissimi lontani. Che non sono soltanto gli atei, ma anche tante persone "apparentemente" vicine alla Chiesa, ma ormai morte dentro, per la perdita di senso di tante formule religiose, dottrinali o teologiche che nessuno ha mai pensato di spiegare loro, tantomeno di fargliele vivere.

certo, la chiesa aveva proprio bisogno delle immaginifiche ed eretiche catechesi kikarmeniane e delle abominevoli prassi da loro introdotte per irreggimentare e manipolare le persone! E quale senso esse hanno dato alle formule religiose dottrinali e teologiche che, tu dici, è stato perso? Credi che gli amanti della Tradizione lo abbiano perso? E, dato che tu stesso non lo conosci quel senso non ti accorgi che il cammino, nelle persone dei suoi iniziatori, ha dato alle formule cattoliche (che non sono sterili affermazioni, ma contengono i fondamenti Perenni delle Verità di Fede) un significato completamente diverso, comprovatamente tale e quale lo abbiamo qualificato sopra!

Voi, forse non ve ne rendete conto, appartenete ad un'élite, forse privilegiata, di persone che non solo "conoscono" dottrina e teologia, ma anche ne traggono frutto e la mettono in pratica (almeno lo spero per voi). Ma quante persone così credete che ci siano, tra i battezzati? E dunque, perché non accettare che un Cammino, sia pur scarrucolato e guidato da due neuropatici, possa alla fine "servire" la Chiesa, riportando, con i mezzi ad esso possibili, tante persone alla fede..? SE volete affossare il Cammino, bene.

e allora perché mai non riportate alla fede le persone con la dottrina e teologia che conosciamo e mettiamo a frutto noi (che è quella della Chiesa cattolica) e le introducete invece alla dottrina e teologia sovversive e 'fai da te' di un 'falso profeta'? Nessuno di noi vuole 'affossare' il cammino: vorremmo la stessa cosa del Papa: 'purificarlo'; ma non appare possibile perché equivarrebbe a farne un'altra cosa e a snaturarne l'identità coriacea a irreformabile.

Puoi definirci élite privilegiata solo perché fa più rumore ed ha la vostra stessa aggressività la cultura egemone spirito-del-concilio-dipendente. Ribadisco per l'ennesima volta che non intendiamo rinnegare il concilio, ma rivederne (Mons. Gherardini e molti altri docent) molte arbitrarie applicazioni rese possibili da formulazioni ambigue e viziate dal substrato modernista...

Ma ricordate che il monito di Gesù: "quando il Figlio dell'Uomo tornerà, troverà la fede sulla terra...?" Non si risolve certo attraverso le vostre formule dogmatico/dottrinal/teologiche, che in sé, forse non l'avete capito, NON DANNO LA FEDE A NESSUNO, ma solo una erudizione teorica e fredda, se non viene poi attualizzata nella vita con un incontro vero e vivo con la persona di Gesù Cristo. Che è lo scopo del Cammino. Insomma, vogliamo la stessa cosa attraverso strade diverse. Perché imporci la vostra, dato che Dio, come avete sottolineato voi, lascia all'uomo la sua libertà? Vi rendete conto che, così facendo e dicendo, siete i primi a negare la libertà al Popolo di Dio e ad accorciare la Sua mano potente..?

Sappiamo bene che i richiami dottrinali di per sé sono incapaci di dare la fede; ma davvero dalle nostre parole ricavi solo dottrina e non la fede viva da essa nutrita e, ancor più che dalla dottrina, resa Viva e alimentata continuamente dal Signore Risorto Vivo e Vero (termini che stranamente non sento più nominare da 40 anni a questa parte) nella Sua Chiesa? Erudizione teorica e fredda il nostro appassionato richiamo alla spiritualità autentica ed all'Adorazione? Noi non vogliamo imporre niente a nessuno; semplicemente testimoniamo la nostra fede esprimendone le ragioni, come diceva S. Pietro, e non coartiamo la libertà di nessuno, dato che ci limitiamo a 'mostrare': sta a chi ha "orecchie per intendere" accogliere o meno, proprio nella sua libertà, queste ragioni raffrontate agli 'abusi' che esse smascherano.

Inoltre non ti accorgi che contrapponendo al cammino NC quella che chiami la "vostra" strada, cioè la nostra che - ricorda bene - è la VIA - perché la VIA, oltre che VERITA' e VITA è solo Cristo e non un altro - implicitamente riconosci che le vostre "strade" sono diverse e quindi non possono che portare da tutt'altra parte?

Non ti accorgi che con la tua ultima affermazione, mutuandone una nostra e ritorcendola contro di noi, lo hai fatto in modo del tutto improprio? Noi nella Chiesa non abbiamo nessun potere decisionale. Semplicemente e drammaticamente in questo momento di crisi epocale ci troviamo coinvolti nella
mission di poveramente diffondere e difendere la vera fede, non altro... Il potere (e la conseguente tremenda responsabilità) di 'dimidiare' (accorciare) la mano di Dio, ce l'hanno coloro che hanno il compito, il ruolo di custodi e garanti della Fede: i Pastori, stranamente indifferenti o distratti o lontani o collusi o chissà...

domenica 14 marzo 2010

CHI HA PAURA DI BENEDETTO XVI?


Le accuse infamanti che anche in questi giorni (specialmente dopo l'udienza generale di mercoledi scorso, durante la quale Benedetto XVI ha stigmatizzato certo "utopismo asnarchico" postconciliare) si stanno scaraventando addosso alla Chiesa Cattolica e addirittura al Papa , con ogni evidenza fanno ormai parte di un disegno precostituito e volgarmente determinato.

Ci sembra degna di attenzione, e sotto vari aspetti condivisibile e preoccupante, l'analisi che stamane Francesco Colafemmina posta sul suo blog ( http://fidesetforma.blogspot.com/ ) .

Recepiamola attentamente come contributo non casuale e nemmeno superficiale all'andamento della nostra discussione.
_________

"...gli attuali accusatori, diffamatori et cetera non hanno come obbiettivo Benedetto XVI che è palesemente inattaccabile. Il loro vero obbiettivo è ciò che Benedetto XVI incarna: l'amore per una Chiesa in continuità con il suo passato, il rispetto per una liturgia che introduca l'uomo al Mistero, il distacco proprio delle cose spirituali dal commercio quotidiano, la restituzione della dignità sacerdotale ai tanti preti iperattivi e metamorfici ormai ridotti ad assistenti sociali di una fede un po' troppo dimessa.

E' evidente che Benedetto XVI sta toccando tutti quei temi, quegli argomenti, quegli elementi dello sviluppo e della vita della Chiesa che è opportuno recuperare per garantire stabilità e continuità nel Corpo Mistico di Cristo. Benedetto ci sta riuscendo, sta raddrizzando la barca nonostante molti marinai aprano falle nascoste e remino contro. Se quindi l'operato del Papa fosse proseguito con la stessa tenacia e pazienza dal suo successore in un futuro futuribile, sarebbe la fine per i tanti gruppi, gruppetti e gruppusculi nati all'ombra del Concilio stranamente alleati delle potenti organizzazioni mondialiste con l'intento di creare una nuova Chiesa aggiornata e al passo coi tempi.

Ecco perché si scatenano oggi, ecco perché si danno da fare! Sappiamo bene che non praevalebunt, quindi non ci fanno paura. Però è giusto conoscere anche il piano che si cela nelle menti di coloro che intendono cambiare volto alla Chiesa Cattolica Romana. Dicevo che essi prendono le mosse dalla morale sessuale. E' l'elemento più semplice dal quale cominciare l'attacco: sia perché sono pochi oggi a rispettare la morale sessuale della Chiesa, sia perché ci sono alcuni ecclesiastici farabutti che quella morale infangano assieme al loro abito." (Francesco Colafemmina)
.

venerdì 12 marzo 2010

Benedetto XVI sulla crisi della penitenza

La “crisi” del sacramento della Penitenza “interpella anzitutto i sacerdoti” che nell’Anno sacerdotale Benedetto XVI esorta a “tornare al confessionale”, anche come luogo in cui "abitare" più spesso, “perché il fedele possa trovare misericordia, consiglio e conforto, sentirsi amato e compreso da Dio e sperimentare la presenza della Misericordia Divina”.

(notate l'emblematico fascio di luce che abbraccia il confessionale nella suggestiva immagine scelta per il thread)

E’ l’esortazione che il Papa ha rivolto oggi, a tutti i preti nel discorso rivolto ai partecipanti al corso sul Foro Interno, promosso dalla Penitenzieria Apostolica.
La società attuale, segnata dal relativismo e dall’edonismo, somiglia per certi versi a quella in cui visse san Giovanni Maria Vianney, il Curato di Ars, portato ad esempio della vita del sacerdote. Ma se anche oggi non ci sono più i tentativi di impedire lo stesso svolgimento del ministero che c’erano dopo la Rivoluzione francese, “viviamo - ha detto il Papa - in un contesto culturale segnato dalla mentalità edonistica e relativistica, che tende a cancellare Dio dall’orizzonte della vita, non favorisce l’acquisizione di un quadro chiaro di valori di riferimento e non aiuta a discernere il bene dal male e a maturare un giusto senso del peccato. Questa situazione - ha aggiunto - rende ancora più urgente il servizio di amministratori della Misericordia Divina. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che c’è una sorta di circolo vizioso tra l’offuscamento dell’esperienza di Dio e la perdita del senso del peccato”.
Ai suoi tempi, il Curato d’Ars “fece ‘della chiesa la sua casa’, per condurre gli uomini a Dio. Egli visse con radicalità lo spirito di orazione, il rapporto personale ed intimo con Cristo, la celebrazione della S. Messa, l’Adorazione eucaristica e la povertà evangelica, apparendo ai suoi contemporanei un segno così evidente della presenza di Dio, da spingere tanti penitenti ad accostarsi al suo confessionale. Nelle condizioni di libertà in cui oggi è possibile esercitare il ministero sacerdotale, è necessario che i presbiteri vivano in ‘modo alto’ la propria risposta alla vocazione, perché soltanto chi diventa ogni giorno presenza viva e chiara del Signore può suscitare nei fedeli il senso del peccato, dare coraggio e far nascere il desiderio del perdono di Dio”.
Per questo, esorta Benedetto XVI, “è necessario tornare al confessionale, come luogo nel quale celebrare il Sacramento della Riconciliazione, ma anche come luogo in cui ‘abitare’ più spesso, perché il fedele possa trovare misericordia, consiglio e conforto, sentirsi amato e compreso da Dio e sperimentare la presenza della Misericordia Divina, accanto alla Presenza reale nell’Eucaristia. La ‘crisi’ del Sacramento della Penitenza, di cui spesso si parla, interpella anzitutto i sacerdoti e la loro grande responsabilità di educare il Popolo di Dio alle radicali esigenze del Vangelo. In particolare, chiede loro di dedicarsi generosamente all’ascolto delle confessioni sacramentali; di guidare con coraggio il gregge, perché non si conformi alla mentalità di questo mondo (cfr. Rm 12,2), ma sappia compiere scelte anche controcorrente, evitando accomodamenti o compromessi”.
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La perdita del senso del peccato, o -per contro la sua distorsione- dipendono l'una dal secolarismo e dall'edonismo presenti nella nostra società, l'altra invece dagli insegnamenti neoprotestanti o anche in qualche modo introducenti una visione di 'predestinazione' giansenista presenti nella Chiesa ed anche nel cammino NC.
Sia sul sito che su questo blog abbiamo dedicato documenti e riflessioni su questo inquietante fenomeno. Uno specifico link ad un thread dedicato potete trovarlo tra quelli della colonna di sinistra in altro.
Ho notato che il convegno verteva sul 'foro interno', che non è altro che il nucleo della coscienza individuale, il sacrario del cuore dove avviene l'incontro tra la nostra verità e la Misericordia del Signore, suggellata dall'Atto sacramentale che ne esprime atti e tendenze davanti al sacerdote che rappresenta Cristo... già sapere questo, induce ad aprirsi e mettere nel Suo cuore le nostre debolezze, chiusure, asperità e soprattutto le azioni che ne sono scaturite, per riceverne il perdono ed essere anche aiutati -per effetto della Grazia Santificante- a sradicarne le cause.
Cosa ha fatto il Cammino NC di questo luogo inviolabile di ogni persona, degno di rispetto e da custodire col massimo pudore? Ne ha fatto 'luogo' di violazione e di ignominia, perché è ben noto ormai che le discutibili prassi di questo movimento prevedono 'scrutini' durante i quali l'adepto è indotto e alla fine costretto a rivelare i più riposti segreti della sua anima, le sue debolezze più turpi e nascoste...
Non possiamo ignorare che questa prassi ha nell'immediato l'effetto di umiliare (ed in maniera intollerabilmente abietta) la persona, con l'aggravante che il fatto avviene pubblicamente -anche davanti ai familiari- e turba di sicuro i rapporti interpersonali che poi vengono gestiti in maniera del tutto decentrata e anomala rispetto alla famiglia nell'ambito della comunità, che in realtà diventa nel suo orizzonte allargato intorno al fulcro degli onnipotenti catechisti, la vera nuova famiglia dei cosiddetti "salvatori della famiglia" come si vanno proponendo oggi, cavalcando la purtroppo reale crisi della famiglie. Nessuno però raccoglie le gravi conseguenze di questi loro comportamenti a vari livelli, sociale e spirituale:
  1. se la famiglia sposta il suo fulcro e i suoi equilibri e dinamiche nella comunità, viene meno l'autorità e il ruolo genitoriale paterno e materno, ma anche tutto quanto di vitale e continuamente generante viene dal rapporto intimo e fecondo nell'ambito di una famiglia che non lo vede diluito in altri rapporti e dinamiche più complesse e guidate da altri in maniera uguale per tutti piuttosto che secondo i singoli bisogni ed esigenze di ognuno
  2. dal punto di vista spirituale, se il peccato non offende Dio e si focalizza l'attenzione sul danno che esso provoca alla comunità e alla fine è la comunità che perdona, che fine fa la responsabilità individuale e il rapporto personale col Signore favorito anche dal Sacramento della Penitenza, così come lo richiama anche il Papa? Che poi questa responsabilità individuale abbia anche valenze comunitarie e sociali (e anche oltre, perché influisce sul Corpo mistico di Cristo e le sue conseguenze contribuiscono anche al degrado del mondo) è innegabile e non se ne può prescindere.
    Infatti è da ogni singolo individuo e dalla sua responsabilità=risposta a Dio che si deve partire perché la persona umana si responsabilizzi e cresca nella sua relazione col Signore, la sola davvero vitalizzante e ri-generante e pienamente umanizzante, dalla quale provengono tutte le ricadute sul contesto prossimo e remoto e vengono scritti nel cuore i tanto decantati valori, richiamati in continuazione, ma senza legame con l'unico Fondamento che li rende davvero autentici e vivi e non involucri vuoti di una adesione fatta di sensi di dovere e non di connaturalità ricevuta dal Signore...
  3. ultima ma non ultima è la conseguenza pratica di questa pubblica gogna alla quale sono sottoposti i camminanti: quando qualcuno conosce le tue più intime debolezze, ha in mano un'arma potente sia per dominarti che per farti sentire sotto accusa e spregevole in ogni momento (e in questo i catechisti sono insuperabili). E' facilmente intuibile come ogni volta che apri bocca per dire qualcosa, c'è sempre quella 'macchia d'origine' mai cancellata se non dal perdono del Signore ma non nella memoria della comunità.... è intuibile anche come ciò rafforzi la dipendenza degli uni dagli altri, in termini poco 'sani 'anche dal punto di vista psicologico, mi sembra, creando degli equilibri perversi...
  4. saranno questi i motivi (a parte le esplicite irrisioni del sacramento da parte degli iniziatori nelle catechesi) per cui, non subito perché anzi essa viene fatta sia pure in condizioni di fretta e di pressapochismo, ma più avanti, dopo diversi anni di cammino, la pratica della Confessione personale viene via via abbandonata?

mercoledì 10 marzo 2010

" UTOPISMO ANARCHICO " POSTCONCILIARE E TEOLOGIA FAI DA TE...


Le parole del Papa nell'odierna udienza generale sono chiarissime e inequivocabili:
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" A questo punto forse è utile dire che anche oggi esistono visioni secondo le quali tutta la storia della Chiesa nel secondo millennio sarebbe stata un declino permanente; alcuni vedono il declino già subito dopo il Nuovo Testamento.

In realtà, "Opera Christi non deficiunt, sed proficiunt", le opere di Cristo non vanno indietro, ma progrediscono. Che cosa sarebbe la Chiesa senza la nuova spiritualità dei Cistercensi, dei Francescani e Domenicani, della spiritualità di santa Teresa d’Avila e di san Giovanni della Croce, e così via?

Anche oggi vale questa affermazione: "Opera Christi non deficiunt, sed proficiunt", vanno avanti. San Bonaventura ci insegna l’insieme del necessario discernimento, anche severo, del realismo sobrio e dell’apertura a nuovi carismi donati da Cristo, nello Spirito Santo, alla sua Chiesa. E mentre si ripete questa idea del declino, c’è anche l’altra idea, questo "utopismo spiritualistico", che si ripete.

Sappiamo, infatti, come dopo il Concilio Vaticano II alcuni erano convinti che tutto fosse nuovo, che ci fosse un’altra Chiesa, che la Chiesa pre-conciliare fosse finita e ne avremmo avuta un’altra, totalmente "altra". Un utopismo anarchico! E grazie a Dio i timonieri saggi della barca di Pietro, Papa Paolo VI e Papa Giovanni Paolo II, da una parte hanno difeso la novità del Concilio e dall’altra, nello stesso tempo, hanno difeso l’unicità e la continuità della Chiesa, che è sempre Chiesa di peccatori e sempre luogo di Grazia. "
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Fino a che punto però è finito l"utopismo spiritualistico" e anarcoide di cui parla Benedetto XVI, se ancora oggi qualche " movimento" ecclesiale, e i Neocatecumenali in primis, vanno avanti con teologie fai da te ?


martedì 9 marzo 2010

Un neoat continua e ci va giù pesante.. e allora è necessario puntalizzare

Scrive Franz:
Non so chi mi tenti dal continuare a scrivere su queste pagine: forse soltanto l’incapacità di veder maltrattare, calunniare, distruggere l’esperienza che ha il merito di avermi ridonato la fede, e a cui sono debitore di quel poco di amore a Gesù Cristo che mi porto dentro.
Scrive Manilo: "Basterebbe poco per fare del Cammino una bella realtà. Un seme dal grande frutto." Basterebbe ancora meno per accettare che nella Chiesa, assieme a tante altre realtà, tutte ugualmente buone e accettate, esiste anche il Cammino. Con tutte le sue particolarità, forse con tutti i suoi aspetti ancora da mettere a punto, ma pur sempre una realtà importante e di tutto rispetto. E’ inutile e ridicolo paragonare ogni azione dei catecumeni ad ogni azione dei non-catecumeni. Se assistete ad una celebrazione di preghiera del Rinnovamento, dovreste stupirvi del loro modo di alzare la voce nel pregare, di ringraziare lo Spirito Santo, di intonare canti di gioia, di levare le mani al Cielo. Nessuno invece trova ‘stravaganti’ questi comportamenti.

Il Rinnovamento carismatico ha in comune col cammino questi momenti di esaltazione collettiva che, attraverso canti coinvolgenti, svegliano l'emozione e provocano stati emotivi che, anziché "elevazione" dell'anima a Dio, risultano -con maggiore o minore incidenza a seconda delle persone- veri e propri stati di autoipnosi che inducono a stati di "esaltazione" emotiva, che riguardano l'IO rivolto a un Dio che si incontra solo nell'eccezionalità e nella esternazione, spesso scomposta di stati d'animo indotti appunto, piuttosto che nella sobrietà e nel raccoglimento e nel Sacro Silenzio che aiutano la persona, anziché ad 'uscire da sè, a 'rientrare in se stessa', perché: in interiore homine stat Veritas. In ogni caso ci può anche stare una preghiera collettiva, cioè comuntaria, di lode anche un po' accesa, ma essa è solo uno dei momenti dell'esperienza spirituale e deve essere semmai il frutto, l'espressione di quel che l'anima ha 'accolto' e vissuto nel raccoglimento e nel personale rapporto col Signore e non ne può essere il fondamento... Il Rinnovamento non è stato mai chiamato in causa perché non ci risulta eretico né dispone di catechesi sue proprie, ma almeno i suoi insegnamenti non sono difformi da quelli della Chiesa

Ma quelli del NC, sì. Per esempio, vorreste decidere, aprioristicamente, in che posizione del corpo e in quale luogo e con quante persone è giusto pregare, e anche cosa chiedere e con quali parole. Stabilite voi che il Signore si incontra meglio nella meditazione profonda e solitaria, mentre la ‘giaculatoria’ consigliata nel NC (Signore Gesù Figlio di Davide abbi pietà di me che sono un peccatore), magari ‘fatta in circolo’, evidentemente ‘non funziona’. Povero Signore Gesù, a che misero essere, schiavo di due o tre leggine codificate, lo volete ridurre.

Non ci siamo mai espressi nei termini e con i contenuti che ci attribuisce Franz, che mal comprende il nostro concetto di Adorazione (rapporto intimo e profondo, personale, con il TU Divino) che nulla ha a che vedere con quanto egli dice: né con la preghiera profonda né con le giaculatorie solitarie o in circolo che siano...
L'unica posizione del corpo che abbiamo stigmatizzato, posso dire più che a ragione, è il fatto che i NC "non si inginocchiano mai", quando nell'Adorazione, l'inginocchiarsi è il minimo di fronte ad una Presenza Soprannaturale alla quale prostrarsi con tutto il nostro essere, mentre la posizione eretta di 'risorti' ha senso solo in momento liturgico comunitario. Durante la Santa e Divina Litugia ci sono diversi momenti in cui è previsto dalla 'sapienza' di generazioni che ci hanno consegnato la nostra Fede che l'Assemblea stia "in piedi", ma questo mai al momento della Consacrazione -ad esempio- quello più grande Sacro e solenne, da vivere nel più profondo silenzio raccoglimento e Adorazione appunto e anche di prosternazione del proprio essere (linguaggio del corpo che esprime l'interiorità)
Che "il Signore si incontra meglio nella meditazione profonda e solitaria" non lo stabiliamo noi ma lo dicono tutti i Padri della Chiesa, le cui esperienze e insegnamenti non possono ovviamente aver valore per dei laici che si improvvisano guide spirituali tagliando i ponti con la Tradizione.
Il discorso della preghiera personale e quello della "preghiera profonda" non possono essere liquidati con queste essenziali parole e li svilupperemo.

E a questo punto rivolgo un nuovo monito, anche se già immagino con quali conseguenze, a chi scrive in questo blog.
Ap
purato che le Autorità ecclesiastiche hanno accettato la presenza del NC all'interno della Chiesa; appurato che gli Statuti sono stati in larga parte approvati;

abbiamo già detto e ripetuto cosa pensarne di quell'approvazione che noto tu stesso definisci "monca" -dato che parli di "larga parte approvati"- poiché gli orientamenti effettivamente non lo sono e forse c'è ancora dell'altro sub iudice, ma ciononostante andate avanti come dei rompighiaccio e nessuno vi argina... salvo poi a dire che "non è detto che essi abbiano bisogno di correzioni è modifiche" (la solita solfa: il Cammino non si tocca perché altrimenti diventerebbe "un'altra cosa" e non potrebbe più ottenere gli effetti che si propone)... ed ecco infatti:

ammesso che essi possano ricevere ancora ulteriori correzioni o modifiche; considerato che la gran parte dei membri del NC è costituita da gente 'povera', spesso con un passato di totale 'lontananza' dagli insegnamenti e dalle pratiche cristiane; considerata la buona fede con cui costoro si affidano alle direttive dei catechisti e indirettamente di Kiko; considerate le tante storie di conversione, i tanti miracoli nella vita personale, le vocazioni, le famiglie in missione e, più generalmente, la ricostruzione di tante situazioni di umana distruzione morale e materiale; tutto ciò, e altro che non posso qui elencare, costituisce una realtà del NC, almeno tanto quanto i fatti negativi citati da tanti di voi (le evidenti menzogne ovviamente non fanno testo, e non mi curo neanche di citarle). Di fronte a queste evidenze, mi domando come possiate, con tanta leggerezza d'animo, condannare il NC apertamente, pubblicamente, scientemente, studiatamente.

Di affermazioni dette apertamente scientemente e studiatamente è pieno il nostro blog, ma tutte secondo il Magistero della Chiesa e non secondo opinioni personali, e non per 'affossare' il cammino, ma per affermare la Verità cattolica, che è quella Apostolica, da esso misconosciuta... Tutti i miracoli, le conversioni, le vocazioni, sappiamo di cosa sono frutto: il cammino coinvolge e sveglia le coscienze e certamente le apre ad accogliere, ma con cosa poi le nutre, se non con insegnamenti giudeo-luterano-gnostici, che non sono quelli cattolici? E' in questi che c'è la Verità, cioè il Signore così come è Presente nella Chiesa e da essa conosciuto e fatto conoscere, nel trasmettere il Suo Spirito, di cui parlate tanto, ma che si traduce in realtà in psicologismi da quattro soldi (per chi li sa riconoscere) e confonde piani psicologici con quelli teologici e, soprattutto, taglia fuori il Soprannaturale!

Critiche così accese potrei capirle se provenienti dai nemici della Chiesa, non da persone che affermano con tanta forza di portare lo stendardo della "vera" fede. Perché il problema è questo: se, attraverso i vostri articoli e testimonianze di condanna, anche un solo "piccolo" di Gesù Cristo rimanesse scandalizzato e fuggisse via dal NC, o fosse dissuaso dall'avvicinarsi a questa esperienza di fede, ed a causa vostra gli fosse impedito di incontrare Cristo nella sua vita, ciò costituirebbe un fatto gravissimo. Potete voi affermare, in tutta coscienza, di non correre questo rischio..? Attenzione: il rischio c’è, e forte anche. Anzi, direi che è lo scopo stesso della costituzione di questo sito: rubare più "anime" possibile al neocatecumenato. Con ciò, contravvenendo apertamente alle direttive della Santa Sede, che ha approvato e riconosciuto la validità di questa esperienza all’interno della Chiesa.

storia vecchia e fasulla, perché nemico della Chiesa è chi cerca di cambiarne i connotati, cioè l'"essenza" dall'interno, al tuo livello forse inconsapevolmente, se non conosci la vera Chiesa. Nemici della Chiesa sono anche coloro che non fermano l'errore, diventandone complici e mopltiplicando gli erranti...
Quanto ai piccoli sviati e coartati, credi che sia il loro bene proseguire in questo contesto in cui possono anche aver trovato un equilibrio, che però è solo apparente e non sano sotto l'aspetto sia psicologico che spirituale?

Ciò significa che un giorno, davanti a Dio, dovrete senz’altro munirvi di argomentazioni assai valide, per spiegare i motivi della vostra opera di "dissuasione" verso le persone deboli, poco ferrate in materia dottrinale, o facili a cadere nell’inganno delle tante menzogne scritte in queste pagine. E dico tutto questo, si badi bene, indipendentemente dal futuro del Cammino: quello non ci appartiene, forse un giorno sarà chiuso. Ma OGGI fa parte della Chiesa, che lo vogliate o no. E un sacro timor di Dio, dovrebbe consigliarvi di mantenere la massima prudenza e umiltà nell’avanzare le vostre critiche e obiezioni a chi di dovere. Senza fare pubblicità negativa. La Chiesa ha i suoi validi Pastori che guidano le loro pecore: non arrogatevi il diritto di fare gli "aiutanti-pastori" senza alcuna autorizzazione. Perché, FINO A PROVA CONTRARIA, potreste essere, vostro malgrado, e contrariamente a quanto vi suggerisce l’evidenza della ragione, molto accecati e molto ingannati: l’ho già detto e lo ripeto. Pensateci bene.

Ognuno di noi dovrà rispondere davanti a Dio. E, fin da ora, con Lui non abbiamo bisogno di argomentazioni, abbiamo solo bisogno di ri-conoscerLo e adorarLo per quello che davvero E' e FA per noi. Non siamo "aiutanti-pastori", siamo solo Battezzati, credenti consapevoli, che hanno esperienza sia del cammino che della Chiesa (per Grazia di Dio) e quindi sono stati in grado di riconoscere le storture dottrinali e anche di rifiutare le aberrazioni pragmatiche del Cnc. Che siamo accecati e ingannati è un'ipotesi più che remota inattendibile, perché il nostro riferimento è il Magistero pre e post conciliare. Che abbiamo scritto menzogne, invece di limitarti ad affermarlo, lo devi dimostrare.
Che il cammino faccia parte della Chiesa è il mysteriun iniquitatis del nostro tempo.