lunedì 5 ottobre 2009

Pace, dono da "restituire"

Nel dipanarsi del nostro confronto tra Riforme post-conciliari e nell'aprirsi del dialogo (che spesso diventa, purtroppo, scontro - e non solo sul blog - tra le due diverse visioni di Chiesa che si sono costituite: una nella 'continuità', l'altra nella 'discontinuità' con la Tradizione), il discorso era finito sulle Suore carmelitane. Sull'eco di un pensiero di Jonathan, Chisolm esprime con limpida efficacia cos'è che davvero dobbiamo cercare e perseguire nella nostra vita di Fede e, quindi nella nostra vita tour court e anche in questo nostro impegno.
Ho colto queste parole come un importante messaggio per me, per noi tutti, chiedendo anche al Signore la Grazia di metterlo in pratica. Per questo lo metto nell'evidenza che merita, per iniziare la nuova discussione. Ho inserito l'immagine di S. Bonaventura -uno dei miei autori preferiti, intento al cuore, quanto S. Tommaso lo è all'intelletto-, perché interceda per noi e per il nostro autentico radicamento nella Pace, da accogliere e restituire perennemente, nella consapevolezza che la Pace non è né una virtù né qualcosa di astratto, ma una Persona Vivente: è il Signore!
“Senza parole ci trasmisero quella pace speciale, quella certezza dell'Altro, che solo chi vive di e per Cristo sa restituire...”
Mi riaffaccio un attimo per salutare e per cercare di cogliere la bellezza di questo pensiero. Credo che ognuno di noi persegua questo ideale di pace, appartenga o meno ad una comunità grossa o piccina. I problemi nascono quando non riusciamo a “restituire” questa pace perché essa non ci appartiene ma ci è donata per essere rimessa in circolazione, non per essere trattenuta.
Peggio di “trattenere”, cioè considerare proprietà personale un dono comunitario, è trasmettere questa presunta pace con modi e mezzi inadeguati. La liturgia, ne è un esempio, l’arena nella quale ci si scontra e che lascia tutti insoddisfatti, arroccati nelle rispettive posizioni. Non è tanto il disquisire tra vecchio e nuovo a risultare, alla fine, un nodo gordiano che solo la spada del più forte saprà recidere. Non è la vittoria dialettica o logica che mi interessa in questo momento nel consueto confronto tra moderno e antico, tra vernacolo e latino.
Ciò che ora mi preme è cercare di capire se sono un indegno strumento di pace, quella pace da restituire, o un superbo poliglotta che vorrebbe parlare la lingua degli uomini e degli angeli ma, talvolta, scade nell’insulto facile, quello che vorrebbe mettere a tacere un discorso avviato e, fateci caso, mai concluso.
Più volte, è stato ribadito in questo blog che al bando è messo l’errore, non le persone, quale che sia la loro appartenenza ad un determinato gruppo.
Ora, credo si possa cantare la bellezza dell’antica liturgia come discutere su alcune letture parziali, personalistiche della nuova: ma senza l’intento di quella pace non nostra perché da trasmettere, ciò risulta vano e inutile. Dobbiamo sforzarci di riflettere nel dia-logo la stessa natura dia-logica del Verbo, anche se, (scusatemi se smembro una strofa di Giovanni della Croce) siamo posti in quella dimensione di “solitudine sonora” ben distante dalla trinitaria “musica silenziosa”. Queste due realtà, il mistico spagnolo le lega nella “cena che ricrea ed innamora”, nella dimensione eucaristica che è il luogo preciso nel quale la pace ottenuta col sangue dell’Agnello unisce musica e silenzio, cielo e terra, divino e umano.
Il mio augurio per tutti è semplice e povero: che si possa percepire la pace come dono da restituire, appunto, pur nella saldezza della Verità che è “la certezza dell’Altro” nell’altro, che nessuno si senta escluso dal dono della pace del quale si è amministratori provvisori e del quale renderemo conto al Datore dei doni, che si dialoghi senza l’arroganza della ragione del più forte, ma con la mansuetudine dell’Agnello che passa, si volta, ci guarda e ci chiede: “Che cercate?”...
Chisolm

63 commenti:

  1. Che bello ritrovarti!
    Fermati, Chisolm, ancora un po'.

    Tempo fa ci eravamo lasciati, in questo blog, (non puoi ricordarlo) proprio nei pressi della 'solitudine sonora' di cui parla S. Giovanni della Croce...

    ...ripartiamo da lì, per fare un po' di strada assieme.

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  2. Dal Discorso di Benedetto XVI per il sinodo dell'Africa:

    "è importante che il cristianesimo non sia una somma di idee, una filosofia, una teologia, ma un modo di vivere, il cristianesimo è carità, è amore. Solo così diventiamo cristiani: se la fede si trasforma in carità, se è carità. Possiamo dire che anche lógos e caritas vanno insieme. Il nostro Dio è, da un parte, lógos, ragione eterna. Ma questa ragione è anche amore, non è fredda matematica che costruisce l'universo, non è un demiurgo; questa ragione eterna è fuoco, è carità. In noi stessi dovrebbe realizzarsi questa unità di ragione e carità, di fede e carità. E così trasformati nella carità diventare, come dicono i Padri greci, divinizzati. Direi che nello sviluppo del mondo abbiamo questo percorso in salita, dalle prime realtà create fino alla creatura uomo. Ma questa scala non è ancora finita. L'uomo dovrebbe essere divinizzato e così realizzarsi. L'unità della creatura e del Creatore: questo è il vero sviluppo, arrivare con la grazia di Dio a questa apertura. La nostra essenza viene trasformata nella carità. Se parliamo di questo sviluppo pensiamo sempre anche a questa ultima meta, dove Dio vuole arrivare con noi.
    ...
    Preghiamo affinché possiamo conoscere, conoscere diventi credere e credere diventi amare, azione. Preghiamo il Signore affinché ci doni lo Spirito Santo, susciti una nuova Pentecoste, ci aiuti a essere i suoi servitori in questa ora del mondo. Amen.

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  3. Dagli Scritti di Sant'Agostino:

    "Credo ut intelligam, Intelligo ut credam"

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  4. Il tuo augurio caro Chisolm, non è affato "semplice e povero" in questo momento, dove la "pace" sembra essere in netto contrasto con ciò che viviamo e vediamo attraverso il cuore dell'uomo.
    E' un bellissimo pensiero e un meraviglioso augurio, per chi come me,stà sperimentando la difficoltà a donarsi e a trasmettere quell'autentico radicamento nella pace a coloro che il Signore Dio mi ha posto accanto.
    Dio ti Benedica!

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  5. Caro Chisolm,
    spero che i tuoi impegni di permettano di sostare con più frequenza nel nostro percorso, per continuare a darci un po' di ali e uno sguardo più alto per quanto è fuori di noi, in noi stessi, e nel cuore del Signore e, dalla conoscenza più ampia, ricevere un Amore/Carità più grande e capace di accogliere e "restituire"
    il dono della Pace e dutti gli altri doni che la accompagnano.

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  6. In realtà, Mic, non credo proprio che tu abbia bisogno di cercarle o di chiederle in prestito le 'ali' per volare alto.

    Per chi come te si lascia, con generoso zelo, toccare dal bene e dal male di cui tutti siamo portatori, e si sporca le mani con le macchie di umanità che incrocia, immagino sia una difficile impresa dover sempre modulare il proprio cuore, e mantenerlo in sintonia con sé e con gli altri.

    Quelli come te sono 'armati' soltanto di quella mansueta sapienza del cuore che è la Carità. Che si compiace della Verità.

    Sono lì le tue ali, e ti bastano per volare alto. E restituirci, al ritorno, un po' di te.

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  7. Spero anch’io di sostare un po’, quando potrò farlo…
    Non conosco così a fondo le questioni di cui normalmente si tratta: come modesto cultore, il mio sguardo è di formazione “generalista”, cerco cioè di cogliere il quadro della situazione in maniera ampia, per quanto mi è possibile farlo.

    Ovviamente mi stanno a cuore le evoluzioni e le “involuzioni” del credere moderno, ma non ritengo che la causa sia tutta da attribuire ad un singolo movimento o ad un singolo leader. Il mondo postmoderno è pieno di simili contraddizioni e di queste mi occupo. Cerco di capire perché si è passati da una Chiesa di missione ad una Chiesa di trincea e, più precisamente, perché l’evangelium aeternum non riesca a far breccia nei cuori in attesa.

    Molti pensano che sia un problema teologico, ma esso è solo la punta dell’iceberg. A monte esistono concause che credo valga la pena illuminare con la fioca luce della ragione credente. Ultimamente è uscito un libro del sociologo Ulrich Beck, “Il Dio personale” che cerca spiegare come, ormai, anche lo spazio riservato a Dio vada a collocarsi tra i numerosi impegni dell’uomo moderno: lavoro, figli, palestra, calcetto, cene, incontri, relazioni etc… La mutazione è ovvia: è una forma soft di ateismo-credente, ovvero il collocare Dio nella sfera del tempo riempibile da uno o più giri di lancette.

    Ciò che sfugge all’uomo contemporaneo è che Dio è personale e comunitario: personale per quello che riguarda la relazione unica e irripetibile col credente, comunitario perché nella sua radice trinitaria Egli vuole riflettersi nella gloria che gli è dovuta dalla comunità degli uomini.
    Ora, però, esistono delle “comunità” che possono assumere un carattere “personale”: parlano lingua propria, seguono liturgie proprie, ritmi propri, si fanno spesso autoreferenti ed esclusive.

    Ciò è la morte del rapporto personale e comunitario perché non riflette la figliolanza comune che è soprattutto indice di fraternità che, tutta e non in parte, rimanda alla comune Paternità.
    Un tale frazionamento, inevitabilmente, passa dalla prassi personale al dogma personale, così il Dio Padre di tutti viene privatizzato nella sfera del tempo e dello spazio che gli si dedica.
    Diviene “personale”, appunto come ipotizzato da Beck.

    Cosa fa la Chiesa, viene ovvio chiedersi? Sappiamo bene come sia difficile essere credenti di un certo tipo (non dico di qualità, attenzione) senza essere tacciati alternativamente di modernismo o di tradizionalismo. Lo scontro avviene qui, in questo luogo desacralizzato, in questo lembo di terra nel quale non si è più in grado di cogliere il “sussurro di vento leggero” col quale, sovente, Dio ama presentarsi con umile tono di dialogo.

    Mi capita spesso di incontrare persone le quali mi chiedono, dopo un dolore personale: “dov’era Dio in quel momento?” Spesso non so rispondere, altre volte ci provo. Spesso, queste persone o sfociano nell’ateismo del dolore (che è una forma d’amore come rimprovero e che ha i suoi tempi per la riconciliazione) o si immettono in qualche gruppo, non importa se cattolico o meno, nel quale trovano dei cirenei disposti ad aiutarli col peso della croce.
    Qualcuno rimane su una o sull’altra sponda, qualche altro, dopo un po’ lascia che il tempo faccia il suo lavoro e, se riprende un po’ fiato, è anche disposto ad accogliere nuovamente Dio, purché ci sia un’ora stabilita per il loro incontro, che la giornata è piena...

    PS: ha ragione Jonathan riguardo al tuo “brevetto di volo”…

    Chisolm

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  8. Sono lì le tue ali, e ti bastano per volare alto. E restituirci, al ritorno, un po' di te.

    grazie di queste bellissime parole, che non merito. Di vero c'è che ci provo sempre a volare e a fissare lo sguardo - con tremore ma anche con fiducia- nella Verità e nella Bellezza. E sarei felice, se, più che "restituirci, al ritorno, un po' di te" riuscissi a restituire un po' di me-con-Lui...

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  9. Caro Chisolm,
    credo centratissimo il tuo parallelo tra l'individualismo estremo frutto del modernismo e il confinamento di Dio nel privato (come se fosse solo uno dei tanti ambiti della nostra esperienza quotidiana e non il Fondamento di TUTTO) trasposto dal livello personale ai gruppi che diventano altrettanto autoreferenziali e monadi chiuse incapaci di relazioni di conio Trinitario.

    In misura più o meno grande questa caratteristica è presente in tutti i gruppi, ma il Cammino ha un'identità così peculiare che ne è il prototipo... Non è fissazione, è consapevolezza ;)

    Permettetemi una considerazione, che spero mi sia conmfermata: il nostro gruppo non mi sembra autoreferenziale, mi sembra aperto innanzitutto alla Verità, cioè al Signore, e ognuno porta quel po' di sé-con-Lui, che ogni volta la situazione o l'argomento risvegliano o provocano.

    Inoltre, solo la lontananza fisica rende questo gruppo virtuale, perché io sperimento ogni giorno con ognuno di voi, anche quando passa tanto tempo dalla frequentazione sul blog o dal sentirsi al telefono, una comunanza, una 'sintonia' nel Signore o meglio proprio una vera e propria unione in Lui, una fratellanza spirituale che può venire solo da Lui, profonda e bellissima, che mi da' tanta consolazione e tanta gioia, pur nella condivisione di molte sofferenze esplicite o nascoste, che rappresentano la nostra "offerta" che il Signore trasforma in "materiale da costruzione per il Regno". Anche perché, al di là del nostro incontro quotidiano o più raro qui o al telefono, sento che davvero Qualcuno ci ha snidati dalla landa degli ululati solitari o dei gruppi dei figli della dispersione -che ha tante facce oggi-, fatti incontrare, e resi capaci di interagire, aprendo il cuore e la mente con schiettezza, proprio perché uniti in Lui

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  10. Bentrovato Chisolm, l'eterno studente giovincello ^__^

    Visto che Mic ha citato san Bonaventura e san Tommaso e visto che si parla di Pace: "CHE CERCATE? " conclude Chisolm le sue azzeccate riflessioni ^__^
    voglio invitarvi a leggere e a meditare l'Enciclica di Leone XIII
    Aeterni Patris direi molto opportuna.... ^__^

    http://www.vatican.va/holy_father/leo_xiii/encyclicals/documents/hf_l-xiii_enc_04081879_aeterni-patris_it.html

    scrive qui papa Leone:

    Se qualcuno medita sull’acerbità dei nostri tempi e comprende bene la ragione di ciò che in pubblico e in privato si va operando, scoprirà certamente che la vera causa dei mali che ci affliggono e di quelli che ci sovrastano è riposta nelle prave dottrine, che intorno alle cose divine ed umane uscirono dapprima dalle scuole dei filosofi, e si insinuarono poi in tutti gli ordini della società, accolte con il generale consenso di moltissimi. Infatti, essendo insito da natura nell’uomo che egli nell’operare segua la ragione, se l’intelletto pecca in qualche cosa, facilmente fallisce anche la volontà; così accade che le erronee opinioni, le quali hanno sede nell’intelletto, influiscano nelle azioni umane e le pervertano. Al contrario, se la mente degli uomini sarà sana e poggerà sopra solidi e veri principi, allora frutterà sicuramente larga copia di benefici a vantaggio pubblico e privato.
    (...)
    Per contro, i primi Padri e Dottori della Chiesa, i quali avevano ben compreso che per divino consiglio il vero restauratore anche della scienza umana è Cristo, il quale è virtù e sapienza di Dio (1Cor 1,24), e "nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza" (Col 2,3), si diedero a studiare profondamente i libri degli antichi filosofi ed a paragonare le loro tesi con le dottrine rivelate, e, sceverandole prudentemente, accettarono quelle che erano dette secondo verità e pensate saggiamente, correggendo o rifiutando tutte le altre.

    ***************

    ^__^

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  11. Dice Chisolm:

    Ciò che sfugge all’uomo contemporaneo è che Dio è personale e comunitario: personale per quello che riguarda la relazione unica e irripetibile col credente, comunitario perché nella sua radice trinitaria Egli vuole riflettersi nella gloria che gli è dovuta dalla comunità degli uomini.
    Ora, però, esistono delle “comunità” che possono assumere un carattere “personale”: parlano lingua propria, seguono liturgie proprie, ritmi propri, si fanno spesso autoreferenti ed esclusive.

    Ciò è la morte del rapporto personale e comunitario perché non riflette la figliolanza comune che è soprattutto indice di fraternità che, tutta e non in parte, rimanda alla comune Paternità.

    *********************

    Parlando di musica Sacra...così spiegava l'allora card. Ratzinger i problemi da te delineati^__^

    Gruppo o Chiesa?

    Cerchiamo brevemente di conoscere questa concezione nelle sue li­nee maestre. Il punto di partenza della liturgia — così ci viene detto —è il riunirsi di due o tre che stanno insieme nel nome di Cristo (199 a). Questo riferimento alla parola del Signore (Mt 18, 20) di primo acchito sembra innocuo e tradizionale. Ma tale parola acquista una portata ri­voluzionaria per il fatto che la citazione biblica è tolta dal suo contesto e viene fatta risaltare per contrasto sullo sfondo di tutta la tradizione liturgica. Perché i «due o tre» sono messi ora in opposizione nei con­fronti di un’istituzione con ruoli istituzionalizzati e nei confronti di ogni «programma codificato ».

    Così tale definizione significa quanto segue: non è la Chiesa che precede il gruppo, bensì il gruppo precede la Chiesa.
    Non la Chiesa nel suo insieme fa da supporto alla liturgia dei singoli gruppi e comunità, bensì il gruppo stesso è il luogo dove di volta in volta nasce la liturgia
    . (..)

    In tale linguaggio sociologico il sacramento del sacerdozio viene considerato un ruolo istituzionalizzato che si è procu­rato un monopolio (206 w) e, grazie all’istituzione (cioè alla Chiesa) ha dissolto l’unità primitiva e la comunitarietà dei gruppi. In tale contesto la musica, così ci viene detto, come pure il latino, sono divenuti un lin­guaggio da iniziati, «la lingua di un’altra Chiesa, cioè dell’istituzione e del suo clero».


    Due Chiese?

    L’aver isolato il passo di Mt 18, 20 dall’intera tradizione biblica ed ecclesiale della preghiera comune della Chiesa, come si vede, mostra ora gravi conseguenze: a partire dalla promessa che il Signore ha fatto a quanti pregano in ogni luogo, si è fatta una dogmatizzazione dei gruppi autonomi.

    La comunanza della preghiera è stata esasperata sino a divenire un appiattimento che considera lo sviluppo del ministero sacerdo­tale il sorgere di un’altra Chiesa. Da questo punto di vista ogni propo­sta che viene dalla Chiesa universale è giudicata una catena contro cui bisogna insorgere per amore della novità e libertà della celebrazione li­turgica. Non l’ubbidienza di fronte a un tutto, bensì la creatività del mo­mento diviene la forma determinante.

    ;-)
    qui i testi integrali
    http://difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8806012

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  12. Grazie Cate, ottimo approfondimento. Ne deriva la percezione di grande consapevolezza e molta impotenza, perché ormai il male è davvero dilagato oltre ogni dire.
    Ma TUTTO E' e SARA' RESTAURATO IN CRISTO!

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  13. Dice Chisolm
    Egli vuole riflettersi nella gloria che gli è dovuta dalla comunità degli uomini.

    E' questo, credo, che la Chiesa dovrebbe mediare, diciamo, rendere possibile, catalizzare. La mia appartenenza alla Chiesa ha questo obiettivo, sostanzialmente. O no?

    Cosa fa la Chiesa? A me sembra che aspiri a divenire (o è già divenuta) specchio del mondo. Ha messo in cantina il suo antico porsi in supplichevole, umile ricerca davanti a Dio, per assumere l'ansia inquieta del mondo. Adotta lo stile, il look, la lingua del mondo. L'estetica piatta, rotonda, del tutto 'costruito attorno' a me. Come un centro commerciale, appunto. Senza gradini da salire, senza balaustre, facilmente fruibile, in un tempo che neppure più la Chiesa sa aprire all'eternità.

    Salvo poi apporre i suoi sussulti di sapienza etica, che rischiano di apparire improbabili stampelle di una zoppicante santità.

    E allora, quelli come me, gli apprendisti cristiani, cosa devono fare? Cercare in cantina? O magari 'fuggire' nel deserto del proprio privato? E tira oggi ché vien domani, come si dice dalle mie parti.

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  14. Una delle cose che apprezzo di più - è anche il metodo del nostro blog - è proprio il concentrarsi sull’”oggetto” degli argomenti e tralasciare, per quanto si può il “soggetto”.
    Quindi concordo con Chisolm, circa l’errore da mettere al bando.
    Non solo allo scopo di evitare le polemiche, ma proprio per contrastare l’andazzo culturale del nostro tempo, che fonda tutto sull’opinione soggettiva. Con la conseguente e ben conosciuta eclissi della verità.

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  15. il Papa parla di rinascita attraverso "piccole comunità creative": ma la dispersione è talmente vasta che non è così facile metterle insieme; anche perché hanno bisogno di guide sicure... Ma penso che diverse già ce ne siano. La difficoltà sta nell'assenza di promozione, sostituita da conati di soffocamento, nella maggior parte ormai di coloro che dovrebbero annunciare e guidare

    Il distributore automatico e l'agenzia etica sono molto attive; ma la sacralità, la metafisica e la teologia sapienziale sono le illustri sconosciute, perfino nei seminari!
    E il Signore è difficile incontrarlo sia nel distributore automatico - che soffoca le libertà parlando molto di Amore, ma scindendolo sia dalla Verità che dalla Giustizia - che nell'agenzia etica, che mette in contatto solo con la Giustizia e non contemporaneamente con l'Amore...
    E noi siamo qui a barcamenarci, bevendo sorsate di acqua di Fonte appena possibile; ma, come vedi, per il solo fatto che siamo qui, ci rifiutiamo di rinchiuderci nel nostro privato...

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  16. Cara Jonathan...la tua descrizione però deve partire da un punto sostanziale e fondamentale...
    quanto descrivi non inizia e non nasce da dentro la Chiesa, ma da una società che avendo conosciuto un periodo florido e prospero (gli anni '50) cominciò una corsa sfrenata al volere di più(=capitalismo) per esempio, nascono i SUPERMERCATI...a cosa ci serve come esempio qui dentro?
    Bè...i supermercati OFFRONO AL CLIENTE ciò che vuole...e per dare al cliente ciò che vuole SI SPRECANO MIGLIAIA DI CIBARIE e mentre poi scendiamo nelle piazze contro la fame nel mondo, NON rinunciamo al supermercato...

    Con tale logica, negli anni '60/70 si affermò la Teologia della Liberazione che voleva combattere la questione elevando nella ragione la lotta comunista...

    Come possiamo vedere, dal "problema del supermercato e del capitalismo, si sviluppa NELLA CHIESA una corrente che esce fuori dai canoni e getta confusione e scompiglio...
    La stessa cosa (detto in pochissime parole) è accaduto con la LITURGIA, ecc... le parole dell'allora Ratzinger che ho riportate sono chiarissime, dice:

    Non la Chiesa nel suo insieme fa da supporto alla liturgia dei singoli gruppi e comunità, bensì il gruppo stesso è il luogo dove di volta in volta nasce la liturgia.

    Non si abbia a dimenticare che molto (non tutto) ma molto di tutto ciò E' STATO VOLUTO DA DIO...^__^
    non ci scandalizzi questo perchè l'applicazione del Progetto di Dio è spesso IMPOSSIBILE da capire sul momento...tuttavia attenzione, serve a noi per FARE DISCERNIMENTO...e capire da che parte stare..

    Ma il comprendere da che parte stare NON può privarci della PACE alla quale abbiamo diritto non solo noi, ma anche gli altri ^__^ in tal senso dice a ragione Chisolm:


    Ciò che ora mi preme è cercare di capire se sono un indegno strumento di pace, quella pace da restituire, o un superbo poliglotta che vorrebbe parlare la lingua degli uomini e degli angeli ma, talvolta, scade nell’insulto facile, quello che vorrebbe mettere a tacere un discorso avviato e, fateci caso, mai concluso.

    E IL NOSTRO CUORE E' INQUIETO FINO A QUANDO NON RIPOSA IN TE (sant'Agostino)

    Attenzione che non attribuiamo alla Chiesa ed alle sue mancanze nella Gerarchia, la nostra inquietudine ^__^ la verità, dice san Paolo, è posta in come come dentro DEI VASI DI CRETA...

    Cosa fa la Chiesa?
    ci chiede Jionathan...

    la Chiesa CI FA SANTI....la Chiesa NON ha mai portato nessuno alla perdizione ^__^
    sta poi AL SINGOLO decidere da che parte stare se accogliere o rifiutare la Verità...

    Se è vero che quando parliamo di Chiesa parliamo di PERSONA, MADRE E MAESTRA attenzione perchè non è una persona qualunque, è il Corpo di Cristo, ma è anche la SPOSA DI CRISTO, è Madre e Maestra, è l'immagine viva di MARIA la quale ha partorito la PACE: "Io vi do la MIA pace, non come quella che il mondo vi da"...

    La Battaglia che siamo chiamati a combattere NON è contro "la Chiesa" o una parte di essa che si assoggetta al mondo...contro quella parte che si PROSTITUISCE...la nostra battaglia è contro le nostre scelte sbagliate...
    se facciamo scelte giuste allora viviamo in Pace denunciando certamente i problemi che affliggono la Chiesa, ma restando sempre PORTATORI DI PACE, OSSIA DI CRISTO....

    Cosa devono fare i cristiani come te o come noi?
    PAZIENTARE...VIVERE SERENAMENTE IL PROPRIO GETZEMANI ^__^ anche andando a dire, come Gesù: "ma che fate, dormite?" ^__^
    vivere certamente anche il proprio DESERTO...si, anche il deserto e la solitudine tornano utili per imparare AD ASCOLTARE...

    Internet non è solo un ottimo strumento, ma è anche un pericolo: ci abitua al FARCI ASCOLTARE, e ad ascoltare solo ciò che cerchiamo, per esempio, con il tasto ricerca...si individuano solo le cose che VOGLIAMO ascoltare e questo porta inquietudine e ci fa perdere di vista il Getzemani...

    ^__^ un abbraccio, Caterina

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  17. Internet non è solo un ottimo strumento, ma è anche un pericolo: ci abitua al FARCI ASCOLTARE, e ad ascoltare solo ciò che cerchiamo, per esempio, con il tasto ricerca...si individuano solo le cose che VOGLIAMO ascoltare e questo porta inquietudine e ci fa perdere di vista il Getzemani...

    a questo dobbiamo stare molto attenti non solo su internet!

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  18. ...esatto mic ^__^
    pensa parlavamo tempo fa con uno del RnS sulla musica sacra...il quale, all'idea che si possa chiedere da parte della Chiesa un incremento di musica sacra, risponde: NOI CONTINUEREMO A SUONARE LA NOSTRA MUSICA...

    questo fa comprendere a quale grado e a quale livello di ISOLAMENTO e di settarismo siamo giunti (eppure trattasi di una persona stupendamente cattolica ma appunto legata al gruppo)...non più comunione ECCLESIALE (richiesta dal Papa il 10.1.2009 ad un altro noto gruppo ^__^) ma individualismo con l'appannaggio di sentirsi chiesa...
    perchè la necessità di esservi dentro è inderogabile ^__^

    Io credo che la Chiesa abbia al momento le mani legate...in 40 anni la corrosione è oggi in stato troppo avanzato e se si vuole salvare il salvabile, occorre agire con cautela e DOLCEZZA sul metallo intaccato ^__^

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  19. @ Caterina63: sì concordo. Quanto alle cose volute da Dio, direi che le cose (i fatti, gli eventi) non avvengono “fatalmente”, ma “provvidenzialmente”. Nel senso che vi è sempre una sintesi divina tra la libertà umana e quella di Dio.

    @ Jonathan: ultimamente ho realizzato che, purtroppo, non c’è che un rimedio alla “zoppicante santità” di cui parli. Dico “purtroppo”, perché vedo ogni giorno più chiaro che non verrà nessun Padre Pio a salvarmi. Insomma… mi devo muovere per forza io, a prescindere che ne sia capace o meno. Mio fratello mi ha appena comunicato che il mio caro nipote Marco ha un’appendicite e dev’essere operato… questione di ore. Si, d’accordo: sto pregando Dio, i Santi, la Santissima Vergine. Ma mio fratello (ateo) vede me, non Dio. Mio nipote (10 anni) vede me e se non m’invento qualcosa per questa sera - non domani, stasera - i miei cari parenti manderanno al diavolo Dio, Padre Pio e tutti i Santi del Paradiso, per dirla con una certa durezza. Perdonami, hai detto cose giustissime. Sono un po’ sconvolto. Concludo che forse sto capendo una cosa, in questa sofferenza: a Padre Pio faceva schifo dover’essere Padre Pio. Lo divenne solo quando constatò che doveva comunque esserlo, nonostante lo schifo, anche perché non c’era nessun’altro Padre Pio a cui appellarsi.

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  20. Grazie per queste riflessioni.

    Sono le stesse che faccio inquesto periodo, perchè io setsso mi sono messo allo specchio e mi sono chiesto: sono portatore di pace?
    La risposta mi ha addolorato, perchè con onesta ho guardato ai miei comportamenti passati e ho visto che spesso non lo sono stato.
    Ho agito da "esclusivista". Ho agito come uno che "ha autorità", nel senso decisionale e disciplinare del termine.
    Con ciò vedo i normali chiaro-scuri che mi hanno accompagnato fin qui.
    I miei fratelli di comunità sono convinti che io "parlo male del Cammino" . Soprattutto uno a cui sono molto legato da profonda amicizia.
    E' un fatto che questo continuo fraintendimento sul "criticare un'idea" o "parlar male, odiando" ci si sia parato davanti spesso anche qui.
    Ma è un altro fatto che, tolte le altre possibilità, questa generalizzazione abbia avuto, almeno per me, qualche fondamento. Non certo nell' Odio, che qui nessuno prova per grazia di Dio. Ma per l'intento esclusivista che è emerso . Almeno da parte mia.

    Io ammetto di aver pensato che un "aut-aut" da parte delle autorità sarebbe stato la soluzione. Di aver pensato tante altre cose.

    In realtà la Virtù sta nel mezzo. Come dice Caterina, si tratta di accettare me stesso come sono e col ruolo che ho nel Corpo Mistico. Di accettare i miei limiti, accettare quelli degli altri, accettare le situazioni a cui il mio contributo non ha portato giovamento (e domandarmi se vi sia anche una qualche mia responsabilità)

    Portare una Testimonianza, diffondere la dottrina, viverla nella carne. Ma sapermi fermare davanti alla volontà degli altri. Fermarmi davanti al rifiuto, anche violento, degli altri. Fermarmi davanti alle decisioni, anche se incomprensibili, dell'autorità. Ma soprattutto Pregare e offrire.

    Questo perchè Gesù ci ha chiesto di non smettere mai di Proclamarlo con la Parola e la Vita, ma non ci ha mai, MAI, chiesto di INSISTERE PERCHE' DOBBIAMO OTTENERE UN RISULTATO.

    Così, ed era quello che pensavo, credendo di Testimoniare una Verità vissuta e una sofferenza incompresa, stavo in realtà perorando la causa di Stefano, sofferente.

    Invece, ho capito che c'è Uno che perora la Mia Causa davanti al Padre: Gesù! La mia afflizione è nelle Sue Mani e in quelle di Maria. Se avessi avuto certezza di questo, avrei vissuto con meno sofferenza "aggiunta" le mie peripezie, e mi sarei "fermato" davanti alle chiusure, ai rifiuti.

    Significativo, rileggendomi, come reagivo davanti alle continue negazioni dell'evidenza. Ripetevo all'infinito, diecimila volte, entrando sempre più nel litigio. Perchè? In fondo era perchè PRETENDEVO che queste evidenze risultassero a tutti, e non accettavo l'ostinata negazione!

    Ma non è questa la via per testimoniare la dottrina ricevuta, e per fare la mia sola ed esclusiva parte.

    Soprattutto, una volta manifestato il mio problema ai Vescovi, protestare continuamente la poca "attenzione" da parte loro, non è il modo di averla.

    Anche perchè, il pericolo di credermi in una Istituzione umana, dove il "responsabile" ha il DOVERE di ascoltare i diritti del sottoposto, è concreto!

    Questo è il ragionamento che ho fatto, anche senza volerlo.
    E quindi, la mia diventava una questione di "giustizia". Anche qui cercavo avvocati terreni, dimenticando che ho un'Avvocata che si chiama Maria. E dimenticandomi di mettere nel suo Cuore queste tribolazioni. Perchè il CUORE con cui pregavo, era il Cuore di uno che si sentiva sotto l'ingiustizia.

    Eppure il Santo Evangelo mi insegna che proprio questo è il "crisma" nostro! Quello di Offrire, pregare, Unirci (quanto è difficile Gesù!) a Lui, subendo ingiustizie e pregando per coloro che ce le infliggono!!!

    Per questo il "metodo" e la parte che posso fare è "inserita" nel "carattere sacramentale" che ho ricevuto per grazia nel Battesimo e nella Cresima. Quello di "gridare al pastore del Gregge", con ogni pietà e compassione per tutti.

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  21. La mia nuova parrocchia ha provocato subito, manco a farlo apposta, scandalo in me.

    Perchè, ve lo ricordate? Il Parroco, con problemi di vista, ha eletto una specie di Diacona, che legge il Vangelo e amministra il Sacramento dell'Altare, con tanto di "veste sacra".

    Quel giorno, ricordo bene, dissi a mia moglie: "non ci metto più piede"!

    E se invece il Signore mi avesse piazzato là apposta? E se volesse che chiedessi al Parroco di inserire la Santa Messa Gregoriana? E se volesse che mi beccassi un bell'insulto e lo offrissi per il bene di quel parroco? E se volesse che io, soffrendo davanti a questi abusi, offrissi la mia sofferenza, chiedendo che finiscano?

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  22. Sivan, ce la fai, per favore, a cestinare il mio post? T'assicuro, è solo lo sfogo di una persona inquieta quale sono ( ha ragione Caterina). Non ho detto cose 'giustissime', ho solo inopportunamente generalizzato un punto di vista molto opinabile.

    La preghiera è un'arma invincibile, e questa non è una mia opinione. Mentre offri il tuo confidare da 'bambino appena svezzato', lo ottieni rafforzato dall'ascolto di Chi sempre si prende cura di te. Di Chi cammina davanti a te. Ed è proprio questa confidenza in Dio che i tuoi congiunti e amici cercheranno e vedranno in te.

    Come dice Caterina, la Chiesa è pur sempre un grembo nel quale si rigenera la santità.

    Tanti auguri al tuo nipotino, tranquillo, è in ottime mani!

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  23. Io ammetto di aver pensato che un "aut-aut" da parte delle autorità sarebbe stato la soluzione. Di aver pensato tante altre cose.

    non è un male pensarlo: significa adoperare l'uso di ragione. Sarebbe un male continuare a incaponircisi di fronte alla realtà dei fatti

    In realtà la Virtù sta nel mezzo. Come dice Caterina, si tratta di accettare me stesso come sono e col ruolo che ho nel Corpo Mistico. Di accettare i miei limiti, accettare quelli degli altri, accettare le situazioni a cui il mio contributo non ha portato giovamento (e domandarmi se vi sia anche una qualche mia responsabilità)

    questo è il processo che deve accompagnarci sempre

    Portare una Testimonianza, diffondere la dottrina, viverla nella carne. Ma sapermi fermare davanti alla volontà degli altri. Fermarmi davanti al rifiuto, anche violento, degli altri. Fermarmi davanti alle decisioni, anche se incomprensibili, dell'autorità. Ma soprattutto Pregare e offrire.

    è cosa buona e giusta; ma insieme al pregare e all'offrire, non è detto che non si debba continuare a parlare, a chiedersi tanti perché (trovando anche delle risposte), ad allargare lo sguardo all'intera realtà della Chiesa del tempo nella quale ci troviamo a vivere, a confessare la nostra Fede che è già un evangelizzare, come ha detto il Papa nella stupenda meditazione per il Sinodo Africano.

    Del resto non ci fermiamo davanti alla volontà dei nostri interlocutori? Cerchiamo forse di imporre loro qualcosa? Non credo sia violare la loro volontà replicare agli errori, ma senza arroganza e senza nessuna velleità di convincerli.
    Del resto farlo in teoria, sciorinando documenti o in pratica nel vivo di un dibattito, non ha certo la stessa efficacia!

    Concordo con Chisolm, ripreso da Sivan che ringrazio, sulla necessità di rifuggire dalle opinioni personali, parleremmo e agiremmo per noi stessi, non per la Verità. Ma, pur fondati come siamo sul Magistero e parlando alla luce di esso e non del nostro soggettivo sentire, arriva il momento che DOBBIAMO metterci del 'nostro', se vogliamo mostrare la Verità che abbiamo conosciuto e che amiamo e che qualcuno sta tentando di strappare non solo a noi ma anche alle generazioni future.

    Io credo che, pur con tutti i nostri limiti e facendo degli errori -forse inevitabili e che preghiamo di vedere e dai quali emendarci-, se il Signore ci ha dato di fare delle esperienze e trarne consapevolezza utile per gli altri, non dobbiamo tirarci indietro e il "prendere parte" non è detto debba limitarsi al pregare ed offrire, che pure sono ineliminabili, ma possa anche esprimersi in quello che stiamo facendo.

    L'importante è non ergerci a giudici... ma chiamare le cose col loro nome quando se ne è sicuri -dopo un discernimento guidato- non è ergersi a giudici, o essere in qualche modo "giustizialisti", è piuttosto affermare il primato della Verità sull'errore e farlo - mi sembra- sempre alla luce della Scrittura e della Tradizione assimilati e vissuti nella Fede e non attraverso opinioni personali, che hanno diritto di cittadinanza in altri contesti e qui sarebbero fuori posto, a meno di non aver chiaro e avvertirne gli altri che si sta esprimendo un'opinione, perché a volte il confronto e la ricerca lo esigono.

    Giustamente Jonathan ci ricorda, risuonando alle bellissime cose che ha detto Caterina, che Come dice Caterina: la Chiesa è pur sempre un grembo nel quale si rigenera la santità; ma Chiesa siamo anche noi e a me sembra che facciamo parte di quella porzione di Chiesa tradita, violata, de-formata dai falsi profeti e dalle mode del tempo, che sta cercando faticosamente, dolorosamente, ma con determinazione non velleitaria ma secondo parresìa, di rialzare il capo dal fango in cui è immersa per poi uscirne interamente purificata dal Suo Signore!

    Perché oggi non è in gioco solo il Logos, ma anche la capacità di esprimerlo perché altri lo riconoscano!

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  24. ce la fai, per favore, a cestinare il mio post? T'assicuro, è solo lo sfogo di una persona inquieta quale sono ( ha ragione Caterina). Non ho detto cose 'giustissime', ho solo inopportunamente generalizzato un punto di vista molto opinabile.

    cara Jonathan, qui non c'è mai nulla da cestinare e c'è posto per ogni sfogo di persona inquieta, come c'è posto per i miei sproloqui ;)

    non c'è mai nulla da cestinare, ci sono solo persone che si incontrano, si guardano nelle parole cercate sulla tastiera (non potendosi guardare negli occhi) e dicono quello che pensano e 'sentono' con schiettezza; perché, credimi, a volte serve ed è più efficace lo sfogo autentico di una persona inquieta (mettiamoci anche Steph), perché di sana inquietudine si tratta, che tanti bellissimi discorsi teorici... ma qui non ce ne sono molti, normalmente è il Magistero che viene citato -e molto a proposito- da Caterina, ad esempio... e anche lei, quando tira fuori del suo, tira fuori quel che ha assimilato e vive, come cerchiamo di fare un po' tutti

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  25. "Dobbiamo sforzarci di riflettere nel dia-logo la stessa natura dia-logica del Verbo, anche se, (scusatemi se smembro una strofa di Giovanni della Croce) siamo posti in quella dimensione di “solitudine sonora” ben distante dalla trinitaria “musica silenziosa”. Queste due realtà, il mistico spagnolo le lega nella “cena che ricrea ed innamora”, nella dimensione eucaristica che è il luogo preciso nel quale la pace ottenuta col sangue dell’Agnello unisce musica e silenzio, cielo e terra, divino e umano."

    è il luogo preciso che nessuno poteva e doveva profanare
    le vostre riflessioni mi fanno sentire a casa grazie

    RispondiElimina
  26. Carissimi, Marco è stato operato e sta dormendo.
    Tutte le vostre parole mi hanno aiutato non poco. Sono state come l’ossigeno, insomma.
    Comprese le tue Jonathan: sono solo un commentatore; la padrona di casa è Mic. Ma concordo pienamente con lei. Non solo i tuoi commenti non vanno cancellati ma, ti assicuro, sono molto efficaci spiritualmente. Ho seguito il tuo consiglio circa la preghiera. In realtà le cose che dicevo le stavo dicendo a me stesso, per farmi coraggio.
    Bellissime anche le testimonianze degli altri. Grazie ancora.

    RispondiElimina
  27. Stefano78 dice:

    Portare una Testimonianza, diffondere la dottrina, viverla nella carne. Ma sapermi fermare davanti alla volontà degli altri. Fermarmi davanti al rifiuto, anche violento, degli altri. Fermarmi davanti alle decisioni, anche se incomprensibili, dell'autorità. Ma soprattutto Pregare e offrire.

    ***********************

    ^__^ questo è un sunto magnifico non solo del Getzemani, ma di quel CONSEGNARSI di Cristo alla volontà omicida dell'uomo....
    Cristo SI CONSEGNO' e dice a noi: QUELLO CHE HO FATTO IO, COSI' VOGLIO FACCIATE ANCHE VOI....

    Parole TREMENDE che indubbiamente il nostro limite umano ha difficoltà ad accettare..^__^

    Cristo ha portato la Verità, ossia se stesso al mondo, ma al tempo stesso, in quanto vero Uomo, si è anche CONSEGNATO agli uomini pur senza rinnegare la Verità, ossia senza rinnegare se stesso, anzi, è il paradosso della CROCE, perchè solo attraverso di essa la Verità ha potuto trionfare...

    Oggi è la Festa della Madonna del Rosario, diciamo la SUPPLICA...ho saputo con tristezza che NON tutte le comunità NC la dicono prima perchè loro dicono la messa sabato sera e NON è prevista questa Preghiera, secondo perchè per loro la Domenica NON si va in Chiesa mentre in tutto il mondo, la prima domenica di Ottobre, ci si ritrova anche per dire la Supplica a Maria....
    inoltre la si fa anche oggi...7 ottobre...

    dice la Supplica:

    Un'ultima grazia noi ti chiediamo, o Regina, che non puoi negarci in questo giorno solennissimo. Concedi a tutti noi l'amore tuo costante e in modo speciale la materna benedizione.
    Non ci staccheremo da te finché non ci avrai benedetti. Benedici, o Maria, in questo momento il Sommo Pontefice. Agli antichi splendori della tua Corona, ai trionfi del tuo Rosario, onde sei chiamata Regina delle Vittorie, aggiungi ancor questo, o Madre: concedi il trionfo alla Religione e la pace alla umana Società. Benedici i nostri Vescovi, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l'onore del tuo Santuario. Benedici infine tutti gli associati al tuo Tempio di Pompei e quanti coltivano e promuovono la devozione al Santo Rosario.
    O Rosario benedetto di Maria, Catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo di amore che ci unisci agli Angeli.
    Torre di salvezza, negli assalti dell'inferno. Porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più.
    Tu ci sarai conforto nell'ora di agonia, a te l'ultimo bacio della vita che si spegne.
    E l'ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo soave, o Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti.
    Sii ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo.

    ***********

    nel CN il Rosario NON si dice tutti i giorni, anzi va a categorie...NON tutti possono dirlo quando si sentono di dirlo...
    se pensiamo a questo genere di SCHIAVITU' verso la quale sono indottrinati molti NC che obbedendo ai propri catechisti dicono il Rosario QUANDO LO DECIDE KIKO, ci renderemo conto di quanta PIETA' VERA dobbiamo nutrire nei confronti di queste persone quando la Vergine a Fatima e a Lourdes raccomanda: DITE IL ROSARIO TUTTI I GIORNO, FATE DIRE IL ROSARIO...e lo diceva soprattutto AI BAMBINI...

    Padre Perdonali, non sanno quello che fanno, non sanno ciò che insegnano....

    RispondiElimina
  28. jonathan ha detto...
    Sivan, ce la fai, per favore, a cestinare il mio post? T'assicuro, è solo lo sfogo di una persona inquieta quale sono ( ha ragione Caterina). Non ho detto cose 'giustissime', ho solo inopportunamente generalizzato un punto di vista molto opinabile.

    *********************

    è lo sfogo di un anima che SOFFRE... anche questa è CONDIVISIONE, non la cestinare...^__^
    non è generalizzare il tuo, ma l'offrirci il problema da un altro punto di vista che deve aiutarci tutti SOPRATTUTTO A SOSTENERCI...
    sostenerci nella grazia;
    sostenerci nella preghiera;
    sostenerci nella Verità;
    sostenerci nella CROCE;
    sostenenrci nella CARITA'....
    sostenerci nella CORREZIONE FRATERNA...
    ecc....^__^

    Sursum corda!
    Buona Festa della Madonna del Rosario!

    alle 11,30 sarò in parrocchia dove diremo il Rosario e seguirà poi la Supplica, ci ritroviamo li, con il cuore ai piedi di Maria...
    ;-)

    RispondiElimina
  29. Carissimi, Marco è stato operato e sta dormendo.
    Tutte le vostre parole mi hanno aiutato non poco


    Grazie, Sivan, per la tua condivisione e per averci dato notizie, che aspettavamo.
    Coraggio, continuiamo a pregare per Marco e la sua famiglia!

    RispondiElimina
  30. Carissimi, Marco è stato operato e sta dormendo.
    Tutte le vostre parole mi hanno aiutato non poco


    Grazie, Sivan, per la tua condivisione e per averci dato notizie, che aspettavamo.
    Coraggio, continuiamo a pregare per Marco e la sua famiglia!

    RispondiElimina
  31. Stefano78 ha detto...
    La mia nuova parrocchia ha provocato subito, manco a farlo apposta, scandalo in me.

    Perchè, ve lo ricordate? Il Parroco, con problemi di vista, ha eletto una specie di Diacona, che legge il Vangelo e amministra il Sacramento dell'Altare, con tanto di "veste sacra".

    **************************

    denuncia immediatamente il fatto al Vescovo....spiega al parroco che è ASSOLUTAMENTE VIETATO che un laico legga il Vangelo....ed è assolutamente vietato questo genere di diaconato semplicemente perchè questo mandato del diaconato VIENE IMPARTITO DAL VESCOVO E NON DAL SACERDOTE....e mi rifiuto di credere che un vescovo abbia IMPOSTO LE MANI SU DI UNA DONNA conferendole il primo gradino del presbiteriato....

    Si tratta di certo di una diconia data dal parroco all'acqua di rose...lo si faccia presente perchè ciò è gravissimo....

    se vuoi scrivimi in privato le coordinate della tua parrocchia e provvederemo attraverso altre persone ad informare il Vescovo e l'Ecclesia Dei che seppur incorporata nella CdF non ha perduto il suo ufficio...e attraverso loro informare anche la Congregazione per il Culto...

    pergamena1@gmail.com

    Queste sono le denuncie che vanno perseguite, gridate dai tetti e combattute...
    ^__^

    RispondiElimina
  32. Carissimi, Marco è stato operato e sta dormendo.
    Tutte le vostre parole mi hanno aiutato non poco


    Grazie, Sivan, per la tua condivisione e per averci dato notizie, che aspettavamo.
    Coraggio, continuiamo a pregare per Marco e la sua famiglia!

    RispondiElimina
  33. Dice Mic:

    Del resto non ci fermiamo davanti alla volontà dei nostri interlocutori? Cerchiamo forse di imporre loro qualcosa?

    Personalmente, no. Non mi sono fermato. E devo, onestamente, ammetterlo.

    Non mi sono fermato, perchè sono stato ostinato nel voler per forza far accettare quello che ho visto come evidenza dei fatti.

    L'ho visto nel modo insistente in cui mi intrattenevo in diatribe che diventavano inevitabilmente scontri, dove alla fin fine cercavo una specie di "vittoria", data dall'eventuale "cedimento" dell'altro.

    Questo ragionamento che sto facendo, esula dalle ragioni di questo come di altri imepgni. Esse sono Buone, perchè mirano alla Coerenza e alla Verità. Come non rinnego nulla della mia vita passata, dove iL Signore ha scritto dritto anche su righe storte (meno male), non rinnego una virgola e non ho ripensamenti sulla vita fin qui vissuta.

    Come ha detto Chisolm, il modo migliore di sollevarsi da responsabilità dirette e personali, in negativo, è quello di non parlare da noi stessi.
    Io credo, come mia opinione, che meno si mette del nostro, per quanto positivo possa essere mettercelo, è meglio è.

    Perchè metterci del nostro, che non sia la nostra stretta espereinza diretta (ma "asciutta"), procede a quello che poi si rischia di far diventare uno scontro. E' una mania, la mia? Mah. Forse. Sarà che in questo periodo di sofferenza fisica e morale, andando a chiedere aiuto ai santi, mi sono soffermato sul loro "metodo".

    E' inevitabile che avvengano scandali. Ma è EVITABILISSIMO che essi possano spaccare o disperdere le pecore. E' Evitabile, certo. Non è un assioma , ma è evitabile. La nostra parte, però è quella di RADUNARE e non disperdere. Per la nostra parte.

    Quando io mi sono incaponito nel pretendere giustizia, avevo in animo la "separazione". La Giustizia assume varie forme, una è quella che tende a far diventare (in qualche modo) "giusti". Proporre la giustizia, perchè in ultima analisi il diventare "giusto" è un processo infinito a cui tendere, conla Grazia di Dio.

    C'è, senz'altro, un "poco" e un "molto" in cui essere obbedienti. Questi fatti legati al cammino (e non solo) se volgiamo sono il "poco" che non costituisce una grande fatica. Ci vorrebbe davvero "poco", un piccolo sforzo, per essere tutti integrati nell'Unica Fede.
    Ed è quello che speriamo che avvenga. Ma se non avviene, c'è un Mistero che ci precede. Il Mistero che permette questa prova. Permette che ci sia confusione e che ci sia incoerenza.
    più efficace lo sfogo autentico di una persona inquieta (mettiamoci anche Steph),

    Più che uno sfogo, è un "consuntivo", una analisi.
    Un guardarmi. Un cercare di crescere, insieme.

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  34. Dalla Messa di Oggi:

    Dal libro del profeta Giona

    Giona provò grande dispiacere e fu sdegnato. Pregò il Signore: «Signore, non era forse questo che dicevo quand’ero nel mio paese? Per questo motivo mi affrettai a fuggire a Tarsis; perché so che tu sei un Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore e che ti ravvedi riguardo al male minacciato. Or dunque, Signore, toglimi la vita, perché meglio è per me morire che vivere!». Ma il Signore gli rispose: «Ti sembra giusto essere sdegnato così?».
    Giona allora uscì dalla città e sostò a oriente di essa. Si fece lì una capanna e vi si sedette dentro, all’ombra, in attesa di vedere ciò che sarebbe avvenuto nella città. Allora il Signore Dio fece crescere una pianta di ricino al di sopra di Giona, per fare ombra sulla sua testa e liberarlo dal suo male. Giona provò una grande gioia per quel ricino.
    Ma il giorno dopo, allo spuntare dell’alba, Dio mandò un verme a rodere la pianta e questa si seccò. Quando il sole si fu alzato, Dio fece soffiare un vento d’oriente, afoso. Il sole colpì la testa di Giona, che si sentì venire meno e chiese di morire, dicendo: «Meglio per me morire che vivere».
    Dio disse a Giona: «Ti sembra giusto essere così sdegnato per questa pianta di ricino?». Egli rispose: «Sì, è giusto; ne sono sdegnato da morire!». Ma il Signore gli rispose: «Tu hai pietà per quella pianta di ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non hai fatto spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è perita! E io non dovrei avere pietà di Nìnive, quella grande città, nella quale vi sono più di centoventimila persone, che non sanno distinguere fra la mano destra e la sinistra, e una grande quantità di animali?».

    RispondiElimina
  35. Quando io mi sono incaponito nel pretendere giustizia, avevo in animo la "separazione". La Giustizia assume varie forme, una è quella che tende a far diventare (in qualche modo) "giusti".

    Se ci pensi bene il tuo non è mai stato un "pretendere" la giustizia, nel senso di imporla, ma un affermare con vigore le verità nei confronti dell'errore. Se già siamo costretti dalla realtà delle cose a parlare di "verità" ed "errore", la divisione non la stai creando o fomentando tu, la stai solo constatando o evidenziando, perché purtroppo c'é: è l'errore che genera separazione

    Proporre la giustizia, perchè in ultima analisi il diventare "giusto" è un processo infinito a cui tendere, con la Grazia di Dio.

    ecco, in effetti è questo che hai sempre fatto; magari col vigore insito nel tuo modo di essere; ma in realtà era questo: non è quindi "giustizialismo" perché si tratta di chiamare le cose col moro nome, né "imposizione", perché hai potuto sperare ardentemente che il tuo interlocutore di ravvedesse, ma non glielo hai mai imposto.

    Hai dato una stupenda e vera definizione della "giustizia", che non è giustizia vera se non è indissolubilmente legata alla verità e alla carità. La nostra carità è imperfetta, ma siamo continuamente aperti verso il Signore che viene... c'è una tensione continua, un accogliere continuo l'Amore e il Perdono che, operando in noi la Redenzione, generano anche la carità

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  36. Più che uno sfogo, è un "consuntivo", una analisi.
    Un guardarmi. Un cercare di crescere, insieme.


    appunto :) Grazie per la condivisione così aperta e schietta

    RispondiElimina
  37. “Quando sei stanca e i sentimenti fuggono,
    Quando lacrime sono nei tuoi occhi,
    Io le asciugherò tutte;
    Io sono sulla tua sponda.
    Quando passi un brutto momento
    E amici non hai accanto,
    Io sarò per te
    Come un ponte sopra acque agitate…”

    Non è un Salmo: è una strofa della bellissima canzone Bridge over trouble water di Simon & Garfunkel, un pezzo del 1970.
    Chissà perché, con occhi attenti, anche una canzone pop riesce a parlarci di Lui.
    Se Caterina da Siena l’avesse conosciuta, penso l’avrebbe cantata al suo Cristo-ponte.

    Fa bene (la nostra) Caterina a ricordarci sempre il Getsemani, che non è il jet-set (scusate il gioco di parole) del protagonismo ecclesial-eclatante, ma il luogo ove il Signore va a donare al Padre tutta la sua obbedienza.
    Ci va la sera, varca il torrente Cedron e entra nel luogo del “sì” totale e privo di ripensamenti. Forse lo fa attraversando un piccolo ponte, piccolo e stretto come è il torrente nel periodo di secca.

    Forse qualcuno di noi sta attraversando il suo piccolo Cedron e teme l’orto degli ulivi come è giusto che sia… Anche mettere a nudo la propria anima, esternare i dubbi, le angosce, la rabbia (perché no?) equivale ad attraversare il nostro piccolo Cedron. Ma Lui è diventato ponte, solido e indistruttibile: è lì, sia all’inizio che alla fine del ponte, perché il ponte è Lui e nessun altro.

    E’ lì, a farsi compassionevole passaggio di esistenze piccole e grandi: non ha importanza quanto. E’ lì con solide balaustre che ci impediscono di cadere nelle acque turbinose e a dire ad ognuno di noi: “Io sarò per te come un ponte sopra acque agitate…”

    Felice festa per la Vergine del Rosario a tutti.

    Chisolm

    RispondiElimina
  38. Molto bello e pertinente il richiamo alla lettura, Steph.
    Mi fa pensare alla nostra reiterata dichiarazione che non accettare l'errore non significasse non accettare l'errante.
    In effetti, io sono consapevole di aver provato una, ritengo sana, indignazione nel sentirmi dire certe cose in momenti di polemica furiosa, quando gli attacchi erano diretti alla persona; polemica più che altro subìta, perché non è nella nostra volontà, ma è insita nella realtà di una entità rigida e indiscutibile, intoccabile, coriacea

    Sapessi quanti di quegli attacchi sono stati cestinati proprio per evitare che la polemica raggiungesse livelli intollerabili; ma anche lo scontro è inevitabile quando ci si trova su due fronti contrapposti: perché è questo che abbiamo sperimentato, e questa è la realtà anche oggi se non interverranno provvidenziali cambiamenti.
    Aggiungo comunque che non ho mai coltivato sentimenti di avversione nei confronti delle persone, e non ho mai smesso di pregare per loro.
    Se riusciamo sempre a distinguere la condanna per l'errore e la misericordia per l'errante, non si dà il caso dello zelo amaro di Giona!
    Ci sono certi erranti che ti tirano anche battute pungenti; ma non hai idea di quante volte le ho scritte e poi cancellate perché ho immediatamente riconosciuto che venivano da me e non dal mio io-con-Lui... Qualche volta
    possono essere 'scappate', ma fa parte del limite: poi si va avanti.

    Comunque la moderazione ha eliminato i meccanismi perversi che si creavano prima e in ogni caso l'"approvazione" in qualche modo ha determinato una "zona sicurezza" nella quale non si sentono più minacciati e ha smussato non tutte ma la maggior parte delle aggressività.

    Tuttavia sappiamo bene che l'Osservatorio resta perché nulla è cambiato!
    Non sta a noi cambiare nulla, ma almeno dire le cose come stanno e non tacere, sì...

    RispondiElimina
  39. Io sono sulla tua sponda.

    quant'è bello essere su quella sponda, o meglio, sapere che su qualunque sponda sei, c'è Chi proprio lì ti raggiunge!

    RispondiElimina
  40. ... e si fa 'ponte' saldo e sicuro per raggiungere la Sua!

    RispondiElimina
  41. Permettetemi di inserire un brano di uno scirtto del Grande Santo di Ippona, che sembra cadere davvero come il cacio sui maccheroni, rispetto ai Versi sacri che ho citato:

    Dal libro La vera religione, di sant'Agostino Vescovo:

    La Chiesa cattolica e le sue sètte
    ...
    Le innumerevoli eresie, che si sono allontanate dalla disciplina cristiana, attestano che sono esclusi dalla partecipazione ai sacramenti coloro che, intorno a Dio Padre, alla sua Sapienza e al Dono divino, pensano in modo diverso da come la verità richiede e cercano di convincerne gli altri. Così appunto si crede e si insegna - e questo è il principio della salvezza umana - che la filosofia, cioè l'amore della sapienza, e la religione sono la stessa cosa, dal momento che non partecipano con noi ai sacramenti coloro di cui non condividiamo la dottrina.

    5. 9. Ciò desterà poca meraviglia in riferimento a coloro che vollero differenziarsi anche nella liturgia sacramentale, come lo è dei cosidetti Serpentini, dei Manichei e di alcuni altri. Ma questo fatto va tenuto in maggiore considerazione e va fortemente sottolineato in rapporto a coloro che, pur celebrando sacramenti identici ai nostri, tuttavia si differenziano da noi nella dottrina, preferendo difendere i loro errori con zelo piuttosto che correggerli con la dovuta prudenza. Pertanto, esclusi dalla comunione cattolica e dalla partecipazione ai suoi sacramenti, benché fossero identici ai loro, hanno meritato denominazioni e assemblee proprie, non solo per il loro linguaggio ma anche per i loro culti: così i Fotiniani, gli Ariani e molti altri. Diversa è la questione relativamente a coloro che si fecero promotori di scismi. Infatti avrebbero potuto restare, come paglie, nell'aia del Signore fino al momento del vaglio finale, se non avessero ceduto, per eccessiva leggerezza, al vento della superbia e non si fossero, di propria iniziativa, separati da noi. I Giudei poi, sebbene rivolgano le loro preghiere all'unico onnipotente Dio, tuttavia, poiché si attendevano da Lui soltanto beni temporali e visibili, per eccessiva presunzione non hanno voluto riconoscere nelle loro stesse Scritture gli esordi del nuovo popolo che sorgeva dall'umiltà e così sono rimasti nella condizione dell'uomo vecchio. Di conseguenza, la vera religione [..] va cercata [...] solo tra quelli che si chiamano cristiani cattolici, o ortodossi, ossia che ne custodiscono l'integrità e seguono la retta via.

    (continua)

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  42. (segue)

    Anche gli erranti rientrano nel piano di salvezza previsto dalla divina Provvidenza e realizzato dalla Chiesa.

    6. 10. La Chiesa cattolica, diffusa saldamente ed ampiamente per tutta la terra, si serve di tutti gli erranti per i propri fini e per farli redimere, se vorranno svegliarsi. Si serve infatti dei gentili come terreno di proselitismo, degli eretici a riprova della propria dottrina, degli scismatici a dimostrazione della propria stabilità, dei Giudei come termine di confronto per la propria eccellenza. Pertanto invita i primi ed esclude i secondi, abbandona gli altri ed oltrepassa gli ultimi; a tutti comunque dà la possibilità di partecipare alla grazia di Dio, sia che si tratti ancora di formare o di correggere, sia che si tratti di recuperare o di accogliere. Nei confronti poi dei suoi membri carnali, cioè di coloro che vivono e giudicano secondo la carne, li tollera come la pula protegge il frumento nell'aia fino a che esso non venga liberato di tale protezione 12. Ma, siccome in quest'aia ciascuno è pula o frumento a seconda della sua volontà, il peccato o l'errore di ciascuno viene tollerato fino a che egli non trovi un accusatore o non difenda la sua perversa opinione con tenace animosità. Gli esclusi, infine, o ritornano perché pentiti oppure, facendo cattivo uso della libertà, si perdono nella dissolutezza per ammonirci ad essere vigili; oppure suscitano scismi per mettere a prova la nostra pazienza; oppure escogitano qualche eresia per offrirci l'opportunità di saggiare la nostra intelligenza. Questa è la sorte dei cristiani carnali, che non fu possibile né correggere né tollerare.

    6. 11. Spesso la divina Provvidenza permette anche che, a causa di alcune rivolte troppo turbolente dei carnali, gli uomini buoni siano espulsi dalla comunità cristiana. Ora essi, se sopporteranno pazientemente l'ingiusto affronto per la pace della Chiesa, senza cercare di dar vita a qualche nuovo scisma o eresia, con ciò insegneranno a tutti con quanta autentica disponibilità e con quanta sincera carità si deve servire Dio. È loro intenzione infatti ritornare, una volta cessata la tempesta; oppure - se ciò non è loro concesso sia per il perdurare della tempesta sia per il timore che, con il loro ritorno, ne sorga una simile o più furiosa - non abbandonano la volontà di aiutare coloro che, con i loro fermenti e disordini, ne provocarono l'allontanamento, difendendo fino alla morte, senza ricorrere a segrete conventicole e mediante la loro testimonianza, quella fede che sanno proclamata dalla Chiesa cattolica. Il Padre, che vede nel segreto, nel segreto li premia

    13. Questo caso sembra raro; gli esempi però non mancano, anzi sono più numerosi di quanto si possa credere [ce n'è uno prorpio in questi tempi, giusto?]. Così la divina Provvidenza si serve di ogni genere di uomini e di esempi per guarire le anime e formare spiritualmente il popolo.

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  43. Dice Caterina:

    denuncia immediatamente il fatto al Vescovo....spiega al parroco che è ASSOLUTAMENTE VIETATO....

    Già fatto...

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  44. Dice l'amico Chisolm:

    Se Caterina da Siena l’avesse conosciuta, penso l’avrebbe cantata al suo Cristo-ponte.

    Fa bene (la nostra) Caterina a ricordarci sempre il Getsemani, che non è il jet-set (scusate il gioco di parole) del protagonismo ecclesial-eclatante, ma il luogo ove il Signore va a donare al Padre tutta la sua obbedienza.
    Ci va la sera, varca il torrente Cedron e entra nel luogo del “sì” totale e privo di ripensamenti. Forse lo fa attraversando un piccolo ponte, piccolo e stretto come è il torrente nel periodo di secca.

    Forse qualcuno di noi sta attraversando il suo piccolo Cedron e teme l’orto degli ulivi come è giusto che sia…

    *******************

    ^__^ rispondo con una email ricevuta dal mio padre spirituale che a delle mie rimostranze su alcune situazioni ecclesiali, mi dice:

    "....ma tu te le vai proprio a cercare tutte! SEI MASOCHISTA...Sforzati di vedere il buono che c'è e non ti curare del resto..."

    la mia risposta:
    " tu dici bene, sei il mio confessore, ergo, obbedisco, ma prima lascia che ti dica che non si tratta di masochismo, non me le trovo io, al contrario è ben ALTRO CHE MI CI FICCA DENTRO queste situazioni...^__^
    Dopo aver subito un infarto ti pare che me le andrei a cercare le sofferenze? ^__^
    Non sarà piuttosto che il Signore in qualche modo a me sconosciuto, mi ha dato di innamorarmi della Chiesa più che amare i figli e il marito? ^__^
    Si, lo sai bene...è una passione che non so spiegarti, ma che tu conosci...ma in questa passione il fuoco che arde è puro Getsemani...in ogni momento, anche quando rifaccio i letti o lavo il bagno, i piatti o esco per andare al catechismo, ho un solo pensiero: Gesù è per la TUA CHIESA MIA MADRE è per i TUOI Sacerdoti...vivo e respiro, ardo e amo, piango e rido, mangio ed opero SOLO IN FUNZIONE DI LORO...non ho altro interesse nella vita che unirmi al coro dei Santi...si voglio vedere eternamente i Santi, anche se da uno scalino più basso delle beatitudini....voglio godere eternamente con i Pontefici, l'Amore di Dio che tanti Cuori ha fatto ardere di PASSIONE...voglio eternamente godere il Getsemani così illuminato eternamente dall'Amore di Dio...
    Come vedi non si tratta di masochismo, non è opera mia, non sarei mai in grado di spiccicare pensieri così profondi...^__^ "

    la sua risposta:
    " Mi metti a disagio e fai bene, troppo spesso dimentico io stesso il Getsemani, ne ho quasi paura....
    Mi inchino davanti a questi pensieri, continua così, ti benedico...."

    Ecco, con gioia vi condivido la mia inquietudine ^__^
    un abbraccio Tea, CaterinaLD

    RispondiElimina
  45. Non sarà piuttosto che il Signore in qualche modo a me sconosciuto, mi ha dato di innamorarmi della Chiesa più che amare i figli e il marito? ^__^Si, lo sai bene...è una passione che non so spiegarti, ma che tu conosci...ma in questa passione il fuoco che arde è puro Getsemani...in ogni momento, anche quando rifaccio i letti o lavo il bagno, i piatti o esco per andare al catechismo, ho un solo pensiero: Gesù è per la TUA CHIESA MIA MADRE è per i TUOI Sacerdoti...vivo e respiro, ardo e amo, piango e rido, mangio ed opero SOLO IN FUNZIONE DI LORO...non ho altro interesse nella vita che unirmi al coro dei Santi...si voglio vedere eternamente i Santi, anche se da uno scalino più basso delle beatitudini....voglio godere eternamente con i Pontefici, l'Amore di Dio che tanti Cuori ha fatto ardere di PASSIONE...voglio eternamente godere il Getsemani così illuminato eternamente dall'Amore di Dio...
    Come vedi non si tratta di masochismo, non è opera mia, non sarei mai in grado di spiccicare pensieri così profondi...^__^


    la verita'

    Trovo queste parole stucchevoli e prive di sincerita'.Una persona che ama veramente la Chiesa non si mette su un blog ,in modo anonimo, a criticare altri fratelli di fede.
    Non mistifica i fatti spacciandoli per verita',non sparla,non pretende di parlare di argomenti sui quali non ha alcuna competenza ne' conoscenza spacciandosi per esperta.Non spreca il propio tempo facendo discorsi oziosi,senza verita' ne' onesta' intellettuale.
    Non si unisce ad un gruppo di fanatici che attacca il Concilio Vaticano II°,la riforma liturgica,osa disprezzare il Servo di Dio Paolo VI°.Non tenta di infangare la memoria di Mons.
    Annibale Bugnini,mi fermo ma potrei continuare.Spero che tu riferisca o meglio confessi, al tuo direttore spirituale,anche tutto questo perche',sia ben chiaro, si tratta di peccati gravi anxzi gravisimi dei quali sarai chiamata a rispondere a Dio se non te ne accuserai.Peccati contro la carita',la verita'.Se lo desideri ti faccio un breve elenco di tutte le asinerie e bugie che hai detto in questi anni.Non credo affatto al tuo amore per la Chiesa.Tu ami te stessa,ami ricevere gli elogi da queste povere persone per alimentare il tuo io.Ami te stessa e ti piace sentirti al centro dell'attenzione di chi scrive su questo blog.Tu contribuisci a far sprofondare e sclerotizzare sempre piu' Mic e tutti gli altri invece di indurli a ragionare.Le tue parole allora sono tutta ipocrisia!

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  46. Ciao, Sivan, grazie. Auguri per il tuo nipotino, che cresce anche così, accompagnato dalle tue preghiere.

    In questi giorni dovrò andare a parlare con alcuni fratelli della comunità, non so bene, qualche catechista, vogliono capire i miei perché. Andrò, mio malgrado.

    Che mi diranno? Lo immagino.
    Che dirò, che farò? Mi arrabbierò, denuncerò, metterò in bella vista abusi e cose varie, esporrò il mio j'accuse a fronte della mai piccola tempesta personale? No, proprio no. Non è questo che ho nel cuore e non può essere questo quel che farò.

    Magari potrà scapparmi un 'porca miseria' ( eh, le decime!), chissà.

    Mi porterò invece proprio quella certezza dell'Altro da cui siamo partiti in questo nostro splendido incontro. Perché questo ho. Che poi è credere e vivere credendo.

    La certezza dell'Altro non è una valvola che si apre o si chiude su richiesta. E non è neppure, tanto meno, un'ideologia, come talvolta appare, da professare con strumenti dialettici, col sostegno di prove e documenti, con la forza delle argomentazioni.

    Essa informa tutta intera la vita, anche le briciole del quotidiano. La coltivi con ogni cura e la ritrovi a ogni risveglio, la ritrovi anche quando temi di averla persa. E' la certezza, del Dio Vivo e Vero, del Dio Padre e anche Figlio e anche Spirito e tu in Lui.

    Questo credere fa parte di me. Non posso isolarlo da me, dal condimento emotivo che sempre più o meno accompagna il mio pensare e agire. A mio avviso, se credo che 'non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me', allora non solo non posso, ma neppure devo 'asciugare', come dice Stefano, il mio sentire, oscurare la mia esperienza di Dio, depurarla da me. Perché è attraverso di me che Egli vuole raggiungere te. Non so se mi spiego.

    Se vivo in Cristo, saprò vedere o cercare o tentare di scorgere nell'altro quella bellezza speciale che certamente c'è. Certamente perché da Lui deriva, da quell'Altrove così vicino, ma mai raggiunto pienamente. E' la traccia di Dio, che mi fa innamorare di un uomo brutto, calvo e e con la pancia, o che mi fa amare il mio nemico. La certezza dell'Altro nell'altro, diceva Chisolm. La Pace che esclude l'arroganza di chi ne sa di più.

    L'errore, inevitabile ai vivi, è pula che il vento disperde. Quel che resta è il dono che sei, che sboccia, fiorisce e dà frutto.

    Scusate l'esubero di parole.

    RispondiElimina
  47. Tea carissima,
    grazie, perché ci hai introdotto in questo tuo specialissimo angolo di "pietra vivente", ardente e trasparentissima.

    Capisco quello che intendi, perché lo condivido non sai quanto anche nella mia quotidianità, sia pure con i miei "spigoli"... è un continuo vivere davanti al Suo sguardo, riferirsi, dialogare, dire: "guarda come sono, che sto facendo (o che stavo per fare)", aiutami , soccorrimi o, a un ricordo improvviso che si affaccia alla mente anche mentre stiri le camicie dirGli: "ti ricordi, Signore"? quel dolore, quella difficoltà, quella gioia e quell'attesa e quella Speranza... in offerta totale continua, portando perennemente nel cuore persone e situazioni (che aumentano sempre più), che si affacciano e si presentano agli occhi della mente a volte del tutto inaspettate e viste nella Sua Luce, invocando la Sua Grazia... quando ti fermi e apri il cuore e fluiscono agili i pensieri e le dita volano sulla tastiera o la penna danza veloce sulla pagina bianca o anche lavando i piatti, spesso gioendo dell'allegria spumeggiante della schiuma che tutto netta e lustra, per la freschezza dell'acqua che porta via ogni traccia di impurità,
    della bellezza e armonia ad esempio presenti -diverse- nelle verdure, che finiranno sulla mensa e il tutto col cuore e la mente nella Comunione dei Santi e nel cuore di questa agonia (che, alla fine, è lotta di ogni tempo) della nostra Chiesa per la quale spuntano anche le lacrime e il cuore si stringe all'improvviso, come per le preoccupazioni e i dolori che ti investono per le persone più care... e molto molto altro che non è facile a dirsi...

    Credo che sia una continua altalena tra Tabor e Getzemani, perché forse non risusciremmo a "vegliare col Signore" nel Getzemani, se ogni tanto non ci portasse sul Tabor, ma soprattutto con Lui, sul Calvario e oltre la Sua tomba vuota...

    RispondiElimina
  48. non avevo ancora letto Jonathan.
    Grazie :)

    e sursum corda quando andrai a parlare!

    RispondiElimina
  49. Cara jonathan.

    Il mio termine, "asciutto", non vuol certo dire "impersonale".

    Intendo dire, senza "pesantezza" nella testimonianza. Senza ri-sentimento. Così, asciutta da questi elementi.

    Se vuoi un consiglio, se parlerai con i catechisti, armati del rosario e della mitezza attraverso il quale si può ottenere.

    Non prepararti nulla e non farti domande. Prega. E sii testimone di te stessa. Del tuo "sentire" e del tuo soffrire.

    Poi, sarà quello che sarà. Se vorrai.

    Dio ti benedica.

    RispondiElimina
  50. Che dirò, che farò? Mi arrabbierò, denuncerò, metterò in bella vista abusi e cose varie, esporrò il mio j'accuse a fronte della mai piccola tempesta personale? No, proprio no. Non è questo che ho nel cuore e non può essere questo quel che farò.


    Ne gioisco con te!

    RispondiElimina
  51. La certezza dell'Altro non è una valvola che si apre o si chiude su richiesta. E non è neppure, tanto meno, un'ideologia, come talvolta appare, da professare con strumenti dialettici, col sostegno di prove e documenti, con la forza delle argomentazioni.

    Essa informa tutta intera la vita, anche le briciole del quotidiano. La coltivi con ogni cura e la ritrovi a ogni risveglio, la ritrovi anche quando temi di averla persa. E' la certezza, del Dio Vivo e Vero, del Dio Padre e anche Figlio e anche Spirito e tu in Lui.


    è TUTTO qui!

    RispondiElimina
  52. ho appena letto un messaggio di Lvvfl, che è l'esempio evidente e drammatico (mi spiace davvero per lui) di come non si riesca a vedere l'Altro negli altri (in tutti gli altri, non solo coloro che "fanno" il Cammino nc)

    pensavo di non pubblicarla perché è così "tremenda" nella sua totale 'cecità' e turba -e non poco- l'atmosfera del sentire personale e del 'sentire cum ecclesia' che ha reso speciale questa pagina come 'luogo' del nostro incontro di cui ringrazio davvero il Signore ...

    ho deciso tuttavia di farla passare e la troverete inserita in ordine di arrivo tra i messaggi che precedono, perché parli a tutti con la sua orrida eloquenza...

    chi si esprime in quei termini dopo aver letto le parole di Caterina -che non ne sarà neppure scalfita- non merita alcuna risposta. So bene che non meritava neppure di essere pubblicato, ma qualcuno ancora dubbioso dovrà pur rendersi conto anche di QUESTI frutti del Cammino, che purtroppo sono molti e ne rappresentano l'ALTRA faccia, quella che di solito non mostrano e vien fuori solo negli scrutini, durante i quali è ben peggio per qualche malcapitato di quanto non si colga qui...

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  53. Mi porto avanti col lavoro...: porca miseria!
    Scherzo, ovviamente. Ma perché, verità vfl, sei sempre così arrabbiato? Proprio non lo capisco e mi spiace.

    RispondiElimina
  54. Scusate se irrompo con un bollettino medico: Marco si è svegliato e sta bene. Grazie ancora per le preghiere.

    Mi permetto un consiglio per Jonathan. Chiedo scusa.
    Ho fatto parte della comunità CN per due anni e mi sembra di capire che ti riferisci al fatto di parlare davanti ai catechisti davanti alla comunità.
    Propenderei per seguire la proposta di Padre Livio Fanzaga di Radio Maria. È noto il suo giudizio positivo sul CN. Però, sul fatto della mortificazione psicologica, che spesso i fedeli subiscono, è sempre stato chiaro: Padre Livio consiglia di non usare alcun riguardo e di dire papale papale le cose come stanno. Anche in modo duro, se necessario.
    Ho citato l’esempio di Padre Livio solo per dire che, a prescindere dal discorso sull’ortodossia del movimento, anche chi lo approva considera un gran male la questione del - chiamiamolo così - fanatismo personale di qualche adepto.
    Quindi, a mio parere, niente soggezioni: qualunque cosa tu voglia esporre, non è certo cosa di poco conto e, sicuramente, non meno importante di quello che dicono i catechisti o chiunque altro. Non lo dico io, lo dice lo stesso Padre Livio Fanzaga.

    RispondiElimina
  55. Prometto che chiuderò qui questa mia logorroica giornata; volevo solo, a proposito dell'arma del Rosario, e della festa di oggi, suggerirvi di far visita al blog di Antonio Socci, che prega e spera per la sua Caterina, per la quale anche noi abbiamo pregato. Offre una gran bella testimonianza di come si possa essere forti nella debolezza del dolore.
    Sono OT? Pazienza.

    RispondiElimina
  56. che lo dica Padre Livio di dire papale papale le cose come stanno mi fa piacere, ma vallo un po' a dire ai Catechisti e al loro iniziatore?
    Se, per definizione, i catechisti "sono quelli che hanno il discernimento" e hanno persino il monopolio sullo Spirito Santo, come si può solo immaginare che quel che tu dici possa avere efficacia?
    Normalmente hanno una 'pezza a colore' come dicono a Napoli, già prefabbricata per ogni tipo di critica... il resto è storia quotidiana di superpotere sulle persone, compresi i sacerdoti, purtroppo

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  57. Jonathan, questa pagina non fa pagare le tariffe per la lunghezza o la quantità dei post ;)

    Grazie della segnalazione.
    E' davvero una testimonianza struggente, ma anche molto bella e profonda! La stiamo vivendo tutti con partecipazione e anche vedendo i molti frutti che sgorgano dalla quella prova così grande...

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  58. Grazie per le belle notizie Sivan, un abbraccio per Marco :)

    RispondiElimina
  59. La verità vi farà liberi ha detto...



    la verita'

    Trovo queste parole stucchevoli e prive di sincerita'.Una persona che ama veramente la Chiesa non si mette su un blog ,in modo anonimo, a criticare altri fratelli di fede.

    **************

    Non ho scritto che devi credere a me, ma ho detto: condivido...il chè è ben diverso perchè ciò di cui mi accusi è evidentemente il tuo problema non mio ^__^
    Tu vivi il tuo problema in modo da scaricarlo addosso agli altri, al contrario io non ti ho scaricato addosso i miei problemi, ma una condivisione di uno stato delle cose che non sei obbligato nè a credere, nè ad altro...

    Innanzi tutto NON sono anonima...alcune persone qui mi conoscono anche di persona ^__^al contrario tu potresti essere anche pincopallino qualunque...ergo quanto a sincerità tu stesso testimoni a tutti che ne sei carente...
    Non sono in un blog in modo anonimo, ho già speigato tante volte che il mio nik, Caterina non è un nome nascosto che nasconde una identità, è il mio nome di Professa e tutti conoscono anche il mio nome di Battesimo, Dorotea...

    Piuttosto mi sento ridicola a doverti dare delle spiegazioni ^__^
    perchè quando si condivide un pò di se stessi, si fa già molta fatica a raccontarsi ben consci di incontrare sulla propria strada persone inquiete come te che scaricano sugli altri le personali indigestioni ^__^

    Ma sopportare le persone moleste, è anche questa una forma di Carità...

    Quanto a ciò che ho scritto nei confronti del noto CN dimostrami piuttosto che ciò non è vero, ma portami i fatti non le parole...
    ^__^
    Io mi assumo di fronte a Dio ciò che scrivo, inizia a fare altrettanto anche tu e vedrai che ci penserai dieci volte prima di dare del bugiardo ad un altra persona che seppur non conosci, essa NON si nasconde dietro un nik...

    ^__^

    RispondiElimina
  60. Sivan ha detto...
    Scusate se irrompo con un bollettino medico: Marco si è svegliato e sta bene. Grazie ancora per le preghiere.

    *******************

    Dopo il Catechismo alle ore 17,00 abbiamo detto il Rosario e nel mistero centrale, la Discesa dello Spirito Santo, abbiamo fatto dire un pensiero per Marco...

    Sursum corda!
    ^__^

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  61. Diciamo… efficacia per sé stessi. Per avere una “protezione” psicologica.
    Mi spiego. Se il contenuto del messaggio che si vuol dare è del tipo “cambiate le posizioni eterodosse” non c’è speranza. Bisogna invece pretendere rispetto, nel senso letterale del termine, specie se si intende rimanere nel NC. Alle volte funziona.
    L’alternativa è, in molti casi, la depressione acuta, per usare un eufemismo. Insomma, tutto dipende anche dal tipo di discorso che si intende proporre.
    Un saluto

    RispondiElimina
  62. X l'ammirabile jonathan.

    "Se, per definizione, i catechisti "sono quelli che hanno il discernimento" e hanno persino il monopolio sullo Spirito Santo, come si può solo immaginare che quel che tu dici possa avere efficacia?
    Normalmente hanno una 'pezza a colore' come dicono a Napoli, già prefabbricata per ogni tipo di critica... il resto è storia quotidiana di superpotere sulle persone, compresi i sacerdoti, purtroppo"

    Il segreto è, dopo tanti anni in cui più o meno sono stati mitizzati, vedere nei catechisti dei poveri uomini inseriti più o meno coscientemente in una macchina che li sta stritolando...
    pensare alle tante "profezie" che si sono dimostrate cavolate e quindi smitizzarne il discernimento.
    E a questo punto parlare serenamente da uomo a uomo, senza rancori ma anzi avendo carità per chi è nella cecità e sta seguendo non Cristo ma il grande idolo Kiko.

    RispondiElimina
  63. X la vvfl: nel precedente post ti avevo chiesto di scendere nel concreto ma sono ancora in attesa...
    e vedo che anche altre persone ti invitano a fare altrettanto.
    "Quanto a ciò che ho scritto nei confronti del noto CN dimostrami piuttosto che ciò non è vero, ma portami i fatti non le parole..."

    RispondiElimina

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