giovedì 12 marzo 2009

Lettera del Papa ai Vescovi sull'Unità nella Chiesa

IL TESTO UFFICIALE

Cari Confratelli nel ministero episcopale! La remissione della scomunica ai quattro Vescovi, consacrati nell’anno 1988 dall’Arcivescovo Lefebvre senza mandato della Santa Sede, per molteplici ragioni ha suscitato all’interno e fuori della Chiesa Cattolica una discussione di una tale veemenza quale da molto tempo non si era più sperimentata. Molti Vescovi si sono sentiti perplessi davanti a un avvenimento verificatosi inaspettatamente e difficile da inquadrare positivamente nelle questioni e nei compiti della Chiesa di oggi.

Anche se molti Vescovi e fedeli in linea di principio erano disposti a valutare in modo positivo la disposizione del Papa alla riconciliazione, a ciò tuttavia si contrapponeva la questione circa la convenienza di un simile gesto a fronte delle vere urgenze di una vita di fede nel nostro tempo. Alcuni gruppi, invece, accusavano apertamente il Papa di voler tornare indietro, a prima del Concilio: si scatenava così una valanga di proteste, la cui amarezza rivelava ferite risalenti al di là del momento. Mi sento perciò spinto a rivolgere a voi, cari Confratelli, una parola chiarificatrice, che deve aiutare a comprendere le intenzioni che in questo passo hanno guidato me e gli organi competenti della Santa Sede.
Spero di contribuire in questo modo alla pace nella Chiesa.

Una disavventura per me imprevedibile è stata il fatto che il caso Williamson si è sovrapposto alla remissione della scomunica. Il gesto discreto di misericordia verso quattro Vescovi, ordinati validamente ma non legittimamente, è apparso all’improvviso come una cosa totalmente diversa: come la smentita della riconciliazione tra cristiani ed ebrei, e quindi come la revoca di ciò che in questa materia il Concilio aveva chiarito per il cammino della Chiesa. Un invito alla riconciliazione con un gruppo ecclesiale implicato in un processo di separazione si trasformò così nel suo contrario: un apparente ritorno indietro rispetto a tutti i passi di riconciliazione tra cristiani ed ebrei fatti a partire dal Concilio – passi la cui condivisione e promozione fin dall’inizio era stato un obiettivo del mio personale lavoro teologico.

Che questo sovrapporsi di due processi contrapposti sia successo e per un momento abbia disturbato la pace tra cristiani ed ebrei come pure la pace all’interno della Chiesa, è cosa che posso soltanto deplorare profondamente. Mi è stato detto che seguire con attenzione le notizie raggiungibili mediante l’internet avrebbe dato la possibilità di venir tempestivamente a conoscenza del problema. Ne traggo la lezione che in futuro nella Santa Sede dovremo prestar più attenzione a quella fonte di notizie. Sono rimasto rattristato dal fatto che anche cattolici, che in fondo avrebbero potuto sapere meglio come stanno le cose, abbiano pensato di dovermi colpire con un’ostilità pronta all’attacco. Proprio per questo ringrazio tanto più gli amici ebrei che hanno aiutato a togliere di mezzo prontamente il malinteso e a ristabilire l’atmosfera di amicizia e di fiducia, che – come nel tempo di Papa Giovanni Paolo II – anche durante tutto il periodo del mio pontificato è esistita e, grazie a Dio, continua ad esistere.

Un altro sbaglio, per il quale mi rammarico sinceramente, consiste nel fatto che la portata e i limiti del provvedimento del 21 gennaio 2009 non sono stati illustrati in modo sufficientemente chiaro al momento della sua pubblicazione. La scomunica colpisce persone, non istituzioni. Un’Ordinazione episcopale senza il mandato pontificio significa il pericolo di uno scisma, perché mette in questione l’unità del collegio episcopale con il Papa. Perciò la Chiesa deve reagire con la punizione più dura, la scomunica, al fine di richiamare le persone punite in questo modo al pentimento e al ritorno all’unità. A vent’anni dalle Ordinazioni, questo obiettivo purtroppo non è stato ancora raggiunto. La remissione della scomunica mira allo stesso scopo a cui serve la punizione: invitare i quattro Vescovi ancora una volta al ritorno. Questo gesto era possibile dopo che gli interessati avevano espresso il loro riconoscimento in linea di principio del Papa e della sua potestà di Pastore, anche se con delle riserve in materia di obbedienza alla sua autorità dottrinale e a quella del Concilio.
Con ciò ritorno alla distinzione tra persona ed istituzione. La remissione della scomunica era un provvedimento nell’ambito della disciplina ecclesiastica: le persone venivano liberate dal peso di coscienza costituito dalla punizione ecclesiastica più grave. Occorre distinguere questo livello disciplinare dall’ambito dottrinale. Il fatto che la Fraternità San Pio X non possieda una posizione canonica nella Chiesa, non si basa in fin dei conti su ragioni disciplinari ma dottrinali.
Finché la Fraternità non ha una posizione canonica nella Chiesa, anche i suoi ministri non esercitano ministeri legittimi nella Chiesa. Bisogna quindi distinguere tra il livello disciplinare, che concerne le persone come tali, e il livello dottrinale in cui sono in questione il ministero e l’istituzione. Per precisarlo ancora una volta: finché le questioni concernenti la dottrina non sono chiarite, la Fraternità non ha alcuno stato canonico nella Chiesa, e i suoi ministri – anche se sono stati liberati dalla punizione ecclesiastica – non esercitano in modo legittimo alcun ministero nella Chiesa.

Alla luce di questa situazione è mia intenzione di collegare in futuro la Pontificia Commissione "Ecclesia Dei" – istituzione dal 1988 competente per quelle comunità e persone che, provenendo dalla Fraternità San Pio X o da simili raggruppamenti, vogliono tornare nella piena comunione col Papa – con la Congregazione per la Dottrina della Fede. Con ciò viene chiarito che i problemi che devono ora essere trattati sono di natura essenzialmente dottrinale e riguardano soprattutto l’accettazione del Concilio Vaticano II e del magistero post-conciliare dei Papi.
Gli organismi collegiali con i quali la Congregazione studia le questioni che si presentano (specialmente la consueta adunanza dei Cardinali al mercoledì e la Plenaria annuale o biennale) garantiscono il coinvolgimento dei Prefetti di varie Congregazioni romane e dei rappresentanti dell’Episcopato mondiale nelle decisioni da prendere.

Non si può congelare l’autorità magisteriale della Chiesa all’anno 1962 – ciò deve essere ben chiaro alla Fraternità. Ma ad alcuni di coloro che si segnalano come grandi difensori del Concilio deve essere pure richiamato alla memoria che il Vaticano II porta in sé l’intera storia dottrinale della Chiesa. Chi vuole essere obbediente al Concilio, deve accettare la fede professata nel corso dei secoli e non può tagliare le radici di cui l’albero vive.

Spero, cari Confratelli, che con ciò sia chiarito il significato positivo come anche il limite del provvedimento del 21 gennaio 2009.

Ora però rimane la questione: Era tale provvedimento necessario? Costituiva veramente una priorità? Non ci sono forse cose molto più importanti? Certamente ci sono delle cose più importanti e più urgenti. Penso di aver evidenziato le priorità del mio Pontificato nei discorsi da me pronunciati al suo inizio. Ciò che ho detto allora rimane in modo inalterato la mia linea direttiva. La prima priorità per il Successore di Pietro è stata fissata dal Signore nel Cenacolo in modo inequivocabile: "Tu … conferma i tuoi fratelli" (Lc 22, 32). Pietro stesso ha formulato in modo nuovo questa priorità nella sua prima Lettera: "Siate sempre pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi" (1 Pt 3, 15). Nel nostro tempo in cui in vaste zone della terra la fede è nel pericolo di spegnersi come una fiamma che non trova più nutrimento, la priorità che sta al di sopra di tutte è di rendere Dio presente in questo mondo e di aprire agli uomini l’accesso a Dio. Non ad un qualsiasi dio, ma a quel Dio che ha parlato sul Sinai; a quel Dio il cui volto riconosciamo nell’amore spinto sino alla fine (cfr Gv 13, 1) – in Gesù Cristo crocifisso e risorto.

Il vero problema in questo nostro momento della storia è che Dio sparisce dall’orizzonte degli uomini e che con lo spegnersi della luce proveniente da Dio l’umanità viene colta dalla mancanza di orientamento, i cui effetti distruttivi ci si manifestano sempre di più.Condurre gli uomini verso Dio, verso il Dio che parla nella Bibbia: questa è la priorità suprema e fondamentale della Chiesa e del Successore di Pietro in questo tempo. Da qui deriva come logica conseguenza che dobbiamo avere a cuore l’unità dei credenti. La loro discordia, infatti, la loro contrapposizione interna mette in dubbio la credibilità del loro parlare di Dio. Per questo lo sforzo per la comune testimonianza di fede dei cristiani – per l’ecumenismo – è incluso nella priorità suprema.

A ciò si aggiunge la necessità che tutti coloro che credono in Dio cerchino insieme la pace, tentino di avvicinarsi gli uni agli altri, per andare insieme, pur nella diversità delle loro immagini di Dio, verso la fonte della Luce – è questo il dialogo interreligioso. Chi annuncia Dio come Amore "sino alla fine" deve dare la testimonianza dell’amore: dedicarsi con amore ai sofferenti, respingere l’odio e l’inimicizia – è la dimensione sociale della fede cristiana, di cui ho parlato nell’Enciclica Deus caritas est.

Se dunque l’impegno faticoso per la fede, per la speranza e per l’amore nel mondo costituisce in questo momento (e, in forme diverse, sempre) la vera priorità per la Chiesa, allora ne fanno parte anche le riconciliazioni piccole e medie.

Che il sommesso gesto di una mano tesa abbia dato origine ad un grande chiasso, trasformandosi proprio così nel contrario di una riconciliazione, è un fatto di cui dobbiamo prendere atto. Ma ora domando: Era ed è veramente sbagliato andare anche in questo caso incontro al fratello che "ha qualche cosa contro di te" (cfr Mt 5, 23s) e cercare la riconciliazione? Non deve forse anche la società civile tentare di prevenire le radicalizzazioni e di reintegrare i loro eventuali aderenti – per quanto possibile – nelle grandi forze che plasmano la vita sociale, per evitarne la segregazione con tutte le sue conseguenze? Può essere totalmente errato l’impegnarsi per lo scioglimento di irrigidimenti e di restringimenti, così da far spazio a ciò che vi è di positivo e di ricuperabile per l’insieme?

Io stesso ho visto, negli anni dopo il 1988, come mediante il ritorno di comunità prima separate da Roma sia cambiato il loro clima interno; come il ritorno nella grande ed ampia Chiesa comune abbia fatto superare posizioni unilaterali e sciolto irrigidimenti così che poi ne sono emerse forze positive per l’insieme.

Può lasciarci totalmente indifferenti una comunità nella quale si trovano 491 sacerdoti, 215 seminaristi, 6 seminari, 88 scuole, 2 Istituti universitari, 117 frati, 164 suore e migliaia di fedeli? Dobbiamo davvero tranquillamente lasciarli andare alla deriva lontani dalla Chiesa? Penso ad esempio ai 491 sacerdoti. Non possiamo conoscere l’intreccio delle loro motivazioni. Penso tuttavia che non si sarebbero decisi per il sacerdozio se, accanto a diversi elementi distorti e malati, non ci fosse stato l’amore per Cristo e la volontà di annunciare Lui e con Lui il Dio vivente. Possiamo noi semplicemente escluderli, come rappresentanti di un gruppo marginale radicale, dalla ricerca della riconciliazione e dell’unità? Che ne sarà poi?

Certamente, da molto tempo e poi di nuovo in quest’occasione concreta abbiamo sentito da rappresentanti di quella comunità molte cose stonate – superbia e saccenteria, fissazione su unilateralismi ecc. Per amore della verità devo aggiungere che ho ricevuto anche una serie di testimonianze commoventi di gratitudine, nelle quali si rendeva percepibile un’apertura dei cuori. Ma non dovrebbe la grande Chiesa permettersi di essere anche generosa nella consapevolezza del lungo respiro che possiede; nella consapevolezza della promessa che le è stata data? Non dovremmo come buoni educatori essere capaci anche di non badare a diverse cose non buone e premurarci di condurre fuori dalle strettezze? E non dobbiamo forse ammettere che anche nell’ambiente ecclesiale è emersa qualche stonatura?

A volte si ha l’impressione che la nostra società abbia bisogno di un gruppo almeno, al quale non riservare alcuna tolleranza; contro il quale poter tranquillamente scagliarsi con odio. E se qualcuno osa avvicinarglisi – in questo caso il Papa – perde anche lui il diritto alla tolleranza e può pure lui essere trattato con odio senza timore e riserbo.

Cari Confratelli, nei giorni in cui mi è venuto in mente di scrivere questa lettera, è capitato per caso che nel Seminario Romano ho dovuto interpretare e commentare il brano di Gal 5, 13 – 15. Ho notato con sorpresa l’immediatezza con cui queste frasi ci parlano del momento attuale: "Che la libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri. Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso. Ma se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri!" Sono stato sempre incline a considerare questa frase come una delle esagerazioni retoriche che a volte si trovano in san Paolo. Sotto certi aspetti può essere anche così.

Ma purtroppo questo "mordere e divorare" esiste anche oggi nella Chiesa come espressione di una libertà mal interpretata. È forse motivo di sorpresa che anche noi non siamo migliori dei Galati? Che almeno siamo minacciati dalle stesse tentazioni? Che dobbiamo imparare sempre di nuovo l’uso giusto della libertà? E che sempre di nuovo dobbiamo imparare la priorità suprema: l’amore?

Nel giorno in cui ho parlato di ciò nel Seminario maggiore, a Roma si celebrava la festa della Madonna della Fiducia. Di fatto: Maria ci insegna la fiducia. Ella ci conduce al Figlio, di cui noi tutti possiamo fidarci. Egli ci guiderà – anche in tempi turbolenti. Vorrei così ringraziare di cuore tutti quei numerosi Vescovi, che in questo tempo mi hanno donato segni commoventi di fiducia e di affetto e soprattutto mi hanno assicurato la loro preghiera. Questo ringraziamento vale anche per tutti i fedeli che in questo tempo mi hanno dato testimonianza della loro fedeltà immutata verso il Successore di san Pietro.

Il Signore protegga tutti noi e ci conduca sulla via della pace. È un augurio che mi sgorga spontaneo dal cuore in questo inizio di Quaresima, che è tempo liturgico particolarmente favorevole alla purificazione interiore e che tutti ci invita a guardare con speranza rinnovata al traguardo luminoso della Pasqua.

Con una speciale Benedizione Apostolica mi confermoVostro nel Signore

BENEDICTUS PP. XVI

Dal Vaticano, 10 Marzo 2009

www.vatican.va

48 commenti:

  1. Faccio subito "mio" un commento di mic che mi ha inviato perchè oggi sarà un pò assente ^__^

    per la serie: siamo in un blog ergo, meglio PREVENIRE che curare^__^

    ***************************

    Così si esprime il Papa nella sua Lettera odierna ai Vescovi in seguito alla rimozione della scomunica ai Lefebvriani:

    "Purtroppo ancora oggi nella Chiesa c’è il mordersi e il divorarsi a vicenda come espressione di una libertà male intesa. A volte si ha l’impressione che la nostra società abbia bisogno di un gruppo almeno, al quale non riservare alcuna tolleranza; contro il quale poter tranquillamente scagliarsi con odio.
    E se qualcuno osa avvicinarglisi - in questo caso il Papa - perde anche lui il diritto alla tolleranza e può pure lui essere trattato con odio senza timore e riserbo."



    Deve essere chiaro che il Papa si sta riferendo ai Lefebvriani ed all'animosità per non dire odio nei loro confronti manifestati da tanti vescovi, teologi nonché appartenenti a gruppi progressisti tipo il Cnc (ne abbiamo tutti i giorni traccia nelle nostre mail, e abbiamo pubblicato post del genere nei recenti thread).

    Possiamo immaginare come queste parole del Papa, sia pure solo per analogia, possano venire strumentalizzate dai nostri interlocutori, che più volte ci hanno accusati di esprimere odio, livore (termini da loro usati) e di essere mossi da questi sentimenti nei loro confronti. Abbiamo ripetutamente espresso - e ribadiamo fermamente - che non non siamo 'anti' né 'contro' nessuno: il nostro impegno non è mai stato e non è quello di contrastare né tanto meno di fronteggiare o combattere i Neocatecumenali, ma di informare correttamente e denunciare le difformità dagli insegnamenti e prassi cattolici da anni diffuse e praticate dagli iniziatori attraverso la rigida filiera di potere interno esercitato dai vari ruoli in cui è strutturato il cammino, primo fra tutti quello dei "catechisti", cui si aggiungono metodi molto discutibili avuto riguardo al rispetto della persona.

    Ragione per cui emerge appunto chiaramente la denuncia e la contestazione - mai in riferimento a nostre opinioni personali ma con riscontro al Magistero ecclesiale e alla VERA rivelazione e Tradizione Cattolica Apostolica - di idee e prassi, senza nessuna animosità né contrapposizione nei confronti delle persone, alla cui libertà e conseguente responsabilità di fronte a Dio è demandata ogni ulteriore considerazione, che riguarda loro e non noi.

    Tuttavia, quello che dicono fanno e diffondono e come lo fanno ci riguarda perché avviene nella Chiesa e di Chiesa Cattolica si fregia, provocandone senza mezzi termini la protestantizzazione e la giudaizzazione con punte di elitarismo esoterico-gnostico.
    Il discorso sui venti di protestantizzazione presenti nella Chiesa si allarga, se allarghiamo lo sguardo al falso ecumenismo (denunciato dal Papa in altra occasione) e alle disinvolte e disattente ritualità nonché ad alcune posizioni dottrinali dei progressisti che invocano a gran voce lo "spirito del Concilio" che, come per il Cammino, è divenuto un assoluto e addirittura il fondamento per una "nuova Chiesa", nella quale non possiamo riconoscerci, ignorando completamente i ripetuti insegnamenti del Santo Padre, anche nella recente lettera bene evidenziati:

    "Non si può congelare l’autorità magisteriale della Chiesa all’anno 1962 - ciò deve essere ben chiaro alla Fraternità.
    Ma ad alcuni di coloro che si segnalano come grandi difensori del Concilio deve essere pure richiamato alla memoria che il Vaticano II porta in sé l’intera storia dottrinale della Chiesa".


    Ne traiamo l'ovvia conclusione da noi sostenuta e portata avanti con fermezza che tutto ciò che - da chiunque ed a qualunque titolo -, con il pretesto del Concilio, ha tralasciato ed espunto dalla spiritualità trasmessa e vissuta fondamenti dogmatici della nostra Fede non può e non deve da noi essere accolto né passato sotto silenzio.

    Dice infatti ancora il Papa:

    "Chi vuole essere obbediente al Concilio, deve accettare la fede professata nel corso dei secoli e non può tagliare le radici di cui l’albero vive."

    Nel corso dei secoli, chiaro? La Chiesa non ha conosciuto parentesi come nel noto grafico nc, non ha vissuto eclissi, ma solo una crescita nella continuità ! Ed è a QUESTA Chiesa che noi apparteniamo e dalla quale attingiamo la Grazia le la Luce per il nostro cammino di uomini e donne del nostro tempo
    "Condurre gli uomini verso Dio, verso il Dio che parla nella Bibbia: questa è la priorità suprema e fondamentale della Chiesa e del Successore di Pietro in questo tempo.

    Da qui deriva come logica conseguenza che dobbiamo avere a cuore l’unità dei credenti" attorno al successore di Pietro e non al seguito dei 'falsi profeti' né dei 'cattivi maestri' del nostro tempo.

    RispondiElimina
  2. Il commento dalla Stampa di Tosatti:

    La Commissione Ecclesia Dei, che finora si è occupata dei lefebvriani, verrà affiancata dalla Congregazione per la dottrina della fede, nelle trattative. E a proposito del Concilio dice: «Non si può congelare l'autorità magisteriale della Chiesa all'anno 1962 - ciò deve essere ben chiaro alla Fraternità».

    *************************
    PUNTO!

    Noto con "piacere" (detto ironicamente) che ora si sta estrapolando la frase del Papa sull'accettazione del Concilio, ignorando IL FINALE DELLA FRASE che richiama anche I DIFENSORI DEL CONCILIO e dice:

    " Non si può congelare l’autorità magisteriale della Chiesa all’anno 1962 - ciò deve essere ben chiaro alla Fraternità. Ma ad alcuni di coloro che si segnalano come grandi difensori del Concilio deve essere pure richiamato alla memoria che il Vaticano II porta in sé l’intera storia dottrinale della Chiesa. Chi vuole essere obbediente al Concilio, deve accettare la fede professata nel corso dei secoli e non può tagliare le radici di cui l’albero vive."

    quanto ci scommettiamo che questa frase del Papa verrà taciuta da molti commentatori e strumentalizzata per accusare coloro che difendono la SANA DOTTRINA?? ^__^

    RispondiElimina
  3. Dice il Papa nella Lettera:

    " Ma ora domando: Era ed è veramente sbagliato andare anche in questo caso incontro al fratello che "ha qualche cosa contro di te" (cfr Mt 5, 23s) e cercare la riconciliazione? Non deve forse anche la società civile tentare di prevenire le radicalizzazioni e di reintegrare i loro eventuali aderenti – per quanto possibile – nelle grandi forze che plasmano la vita sociale, per evitarne la segregazione con tutte le sue conseguenze? Può essere totalmente errato l’impegnarsi per lo scioglimento di irrigidimenti e di restringimenti, così da far spazio a ciò che vi è di positivo e di ricuperabile per l’insieme?

    Io stesso ho visto, negli anni dopo il 1988, come mediante il ritorno di comunità prima separate da Roma sia cambiato il loro clima interno; come il ritorno nella grande ed ampia Chiesa comune abbia fatto superare posizioni unilaterali e sciolto irrigidimenti così che poi ne sono emerse forze positive per l’insieme.

    Può lasciarci totalmente indifferenti una comunità nella quale si trovano 491 sacerdoti, 215 seminaristi, 6 seminari, 88 scuole, 2 Istituti universitari, 117 frati, 164 suore e migliaia di fedeli? Dobbiamo davvero tranquillamente lasciarli andare alla deriva lontani dalla Chiesa? Penso ad esempio ai 491 sacerdoti. Non possiamo conoscere l’intreccio delle loro motivazioni. Penso tuttavia che non si sarebbero decisi per il sacerdozio se, accanto a diversi elementi distorti e malati, non ci fosse stato l’amore per Cristo e la volontà di annunciare Lui e con Lui il Dio vivente. Possiamo noi semplicemente escluderli, come rappresentanti di un gruppo marginale radicale, dalla ricerca della riconciliazione e dell’unità? Che ne sarà poi?

    ************************

    Il passo va tenuto integralmente....
    Il Papa spiega chiaramente la sua missione atta AD UNIRE e mai a dividere e dunque di vedere in questi "altri" ciò che c'è di buono, EDUCARLO ALLA SANA DOTTRINA e convogliarlo nell'Ovile...

    Va tenuto conto che seppur il Papa parla della FSSPX (mai dei lefebvriani, termine di disprezzo) il suo ragionamento vale per tutti i gruppi associati in qualche modo alla Chiesa...

    Ossia il Papa sta dando l'opportunità a tutti di RIVEDERE I NOSTRI APPROCCI CON GURPPI E PERSONE CHE VIVONO AI MARGINI DELLA CHIESA...senza escludere l'approfondimento dottrinale, ma parlando di APPROCCIO ^__^
    dopo, ovviamente, il Papa spiega la questione anche dottrinale....

    "Non si può congelare l’autorità magisteriale della Chiesa all’anno 1962 - ciò deve essere ben chiaro alla Fraternità.
    Ma ad alcuni di coloro che si segnalano come grandi difensori del Concilio deve essere pure richiamato alla memoria che il Vaticano II porta in sé l’intera storia dottrinale della Chiesa".

    RispondiElimina
  4. Allora caterina il Papa è stato molto chiaro non trovi?E' vero ci si morde ma perchè?Chi ha aperto questa controversia all'interno della Chiesa?Chi dobbiamo ringraziare?Mons.Lefebrve.Si mi dispiace ma è lui il maggiore responsabile.Se non si fosse ribellato e se avesse ubbidito alla Chiesa tutto quello che vediamo non sarebbe successo.

    Cara caterina63 vorrei ricordarti che qualche tempo fa affermasti che il problema della fraternità Pio X°era solo disciplinare e non dottrinale.Questa è l'ennesima perla del tuo ricco campionario di cretinate.Se hai letto bene la lettera del Papa lo dice chiaramente,il problema dell fraternità Pio X° non è semplicemente disciplinare ma dottrinale quindi sono eretici.SEI UNA POVERA IGNORANTE E IN MALAFEDE LEGGI CRETINA!!:

    la Fraternità San Pio X non possieda una posizione canonica nella Chiesa, non si basa in fin dei conti SU RAGIONI DISCIPLINARI MA DOTTRINALI. Finché la Fraternità non ha una posizione canonica nella Chiesa,ANCHE I SUOI MINISTRI NON ESERCITANO MINISTERI LEGITTIMI NELLA CHIESA.

    CRETINA HAI LETTO BENE!!non possono venire nelle parocchie!Anzi :Non vogliono!!Perchè sono eretici e lo saranno fino a che non riconosceranno il Concilio Vaticano II°:IGNORANTE!!!

    Leggi bene cosa dice il Papa:


    Bisogna quindi distinguere tra il livello disciplinare, che concerne le persone come tali, e il livello dottrinale in cui sono in questio
    ne il ministero e l’istituzione. Per precisarlo ancora una volta: FINCHE' LE QUESTIONI CONCERNENTI LA DOTTRINA NON SONO CHIARITE,LA FRATENITA' NON HA ALCUNO STATO CANONICO NELLA CHIESA E I SUI MINISTRI -ANCHE SE SONO STATI LIBERATI DALLA PUNIZIONE ECCLESIASTICA-NON ESERCITANO IN MODO LEGITTIMO ALCUN MINISTERO DELLA CHIESA.

    HAI LETTO BENE IDIOTA!!NON FANNO PARTE ANCORA DELLA CHIESA CATTOLICA!!E TU LI VORRETSI PARAGONARE AL CAMMINO NEOCATECUMENALE?SEI UNA POVERA IMBECILLE!!!TU,MIC,STEFANOS E GLI ALTRI!


    leggi bene ignorante!!:

    Con ciò viene chiarito che i problemi che devono ora essere trattati sono di natura essenzialmente dottrinale e riguardano soprattutto l’accettazione del Concilio Vaticano II e del magistero post-conciliare dei Papi... . Non si può congelare l’autorità magiste
    riale della Chiesa all’anno 1962 – ciò deve essere ben chiaro alla Fraternità!!

    CRETINA HAI LETTO BENE!!e QUESTI SAREBBERO I VERI CATTOLICI?IL PAPA SAREBBE ANCHE LUI MODERNISTA?

    SIETE DEI POVERI MENTECATTI!!

    Seguite il consiglio del Papa:Pace nella Chiesa!Chiudete questo blog!!

    RispondiElimina
  5. Comunicato del Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X

    Fonte: PapaRatzingerBlog

    Il Papa Benedetto XVI ha indirizzato una lettera ai vescovi della Chiesa Cattolica, in data 10 marzo 2009, nella quale porta alla loro conoscenza le intenzioni che lo hanno guidato in questo passo importante che costituisce il Decreto del 21 gennaio 2009.

    Dopo il recente «scatenarsi di una valanga di proteste», noi ringraziamo vivamente il Santo Padre di aver riportato il dibattito ai livelli ai quali si deve svolgere, e cioè quello della fede.
    Noi condividiamo la sua preoccupazione prioritaria della predicazione "al nostro tempo nel quale in vaste regioni della terra la fede rischia di spegnersi come una fiamma che non trova più alimento"

    La Chiesa attraversa effettivamente una crisi grave che non potrà essere risolta che con un ritorno integrale alla purezza della fede.
    Con Sant'Atanasio, noi affermiamo che «Chiunque voglia essere salvato, deve prima di tutto mantenere la fede cattolica: colui che non la conserva integra ed inviolata andrà, senza dubbio, verso la sua rovina eterna» (Symbole Quicumque).

    Lungi dal voler fermare la Tradizione al 1962, vogliamo considerare il Concilio vaticano II e l'insegnamento post-conciliare alla luce di questa Tradizione che san Vincenzo di Lerins ha definito come «ciò che è stato sempre creduto, dappertutto e da parte di tutti» (Commonitorium), senza rotture e in uno sviluppo perfettamente omogeneo. E' così che potremo contribuite all'evangelizzazione che ci è chiesta dal Salvatore (Matteo, 28,19-20).

    La Fraternita' Sacerdotale San Pio X assicura a Benedetto XVI la sua volontà di affrontare i colloqui dottrinali riconosciuti come «necessari» dal Decreto del 21 gennaio, con il desiderio di servire la Verità rivelata che è prima carità a manifestare lo sguardo di tutti gli uomini, cristiani o meno.
    Essa assicura la sua preghiera affinché la sua fede non vacilli ed egli possa confermare tutti i suoi fratelli. (Luca 22,32)

    Noi mettiamo questi colloqui dottrinali sotto la protezione di Nostra Signora della Fiducia, con la certezza che Ella ci concederà la grazia di trasmettere fedelmente ciò che abbiamo ricevuto, «tradidi quod et accepi» (Corinzi 15,3)

    Menzingen, le 12 mars 2009

    + Bernard Fellay

    RispondiElimina
  6. Ossia il Papa sta dando l'opportunità a tutti di RIVEDERE I NOSTRI APPROCCI CON GURPPI E PERSONE CHE VIVONO AI MARGINI DELLA CHIESA...senza escludere l'approfondimento dottrinale, ma parlando di APPROCCIO ^__^
    dopo, ovviamente, il Papa spiega la questione anche dottrinale....


    più che giusto che noi rivediamo, come dice il Papa, i nostri approcci nei confronti di tutte le realtà che sono (FSSPX) o si definiscono (CNC) 'ecclesiali' e, quindi, si passi alla "questione dottrinale", non per mero "giuridismo" - è bene sempre ripeterlo - ma per amore della Verità, perché solo l'insegnamento della Rivelazione Apostolica accende e sviluppa nelle persone una 'retta fede', che significa un autentico rapporto personale e comunitario con Dio.
    Non dimentichiamoci che diventiamo ciò che crediamo e su cui fondiamo la nostra vita!

    Qui si gioca la trasformazione 'ontologica' del nostro essere prodotta dalla nostra vita in Cristo nella Sua Chiesa - la 'Configurazione' a Cristo insegnata e annunciata da Paolo - che non può avvenire, se nel mondo spirituale del credente vengono introdotti molti e 'altri' (nel senso di diversi, alieni) elementi spuri rispetto alla Tradizione cattolica...

    Trasformazione 'ontologica', frutto della Redenzione - operata in noi da Cristo sin dal momento in cui siamo inseriti in Lui col nostro Battesimo e alimentata dalla nostra fedeltà ai suoi insegnamenti ed alla vita Sacramentale nella quale Egli si fa Presente fino alla fine dei tempi - e che nel Cammino, formato da inesorabilmente peccatori salvati luteranamente dalla Misericordia senza alcuna personale responsabilità, non ha alcun diritto di cittadinanza...

    RispondiElimina
  7. Decisamente, il fatto che una persona Equilibrata come Mons Fellay sia il Superiore della Fraternità San Pio X è un Dono di Dio

    RispondiElimina
  8. Ieri abbiamo avuto tra noi un confronto, dono della Provvidenza, che ha mostrato chiaramente e drammaticamente l'inesorabilità e la gravità di questo dato per gli effetti che esso produce su tante persone.

    Capiamo e condividiamo la premura del Papa e l'attenzione alle persone alle quali ha offerto anche recentemente (il 10 genneaio) tutte le indicazioni necessarie al loro recupero, ma purtroppo non possiamo non continuare realisticamente a diffidare - anche in ragione della comprovata mancanza di segnali di cambiamento - della strutturale e rigida e ferrea organizzazione del Cammino nc che ne costituisce l'identità specifica e non modificabile se non interverranno energiche spinte esterne, al momento estremamente improbabili...

    RispondiElimina
  9. Caro Steph,
    io ho apprezzato molto negli ultimi eventi il comportamento e le parole di Mons. Fellay:
    - ha preso prontamente tutti i provvedimenti che la situazione imponeva;
    - ha diramato tempestivamente (e direttamente al vaticano) comunicati sereni ma fermamente assertivi della posizione della Fraternità;
    - durante il periodo di grande confusione generato dalla riprovevole gogna mediatica artatamente costruita da nemici di varia provenienza, non ha taciuto in più riprese - rivolgendosi però ad interlocutori seri - esprimendo il suo pensiero in termini di grande prudenza, ma anche e soprattutto di luminosa chiarezza

    RispondiElimina
  10. non interverranno energiche spinte esterne,

    Come ripeto, il problema più grave del CnC potrà INIZIARE a risolversi quando FINIRA' la forma PRIVATA-INIZIATICA.

    Il Santo Padre ha dato GLI STRUMENTI ai Vescovi per rendere INOPERANTE la Forma Privata! La Lettera del 2005 è un esempio, e l'ulteriore discorso del 10 gennaio una potente conferma.

    Sarebbe a dire: prima non vi era la Norma, e si era in una situazione totalmente ETEREA. Oggi, permane una situazione ambigua ma si hanno Norme alle quali, come dice la Redemptionis Sacramentum TUTTI SIAMO CHIAMATI A RICORRERE.(RS: [183.] In modo assolutamente particolare tutti, secondo le possibilità, facciano sì che il Santissimo Sacramento dell’Eucaristia sia custodito da ogni forma di irriverenza e aberrazione e tutti gli abusi vengano completamente corretti. Questo è compito della massima importanza per tutti e per ciascuno, e tutti sono tenuti a compiere tale opera, senza alcun favoritismo. [184.] Ogni cattolico, sia Sacerdote sia Diacono sia fedele laico, ha il diritto di sporgere querela su un abuso liturgico presso il Vescovo diocesano o l’Ordinario competente a quegli equiparato dal diritto o alla Sede Apostolica in virtù del primato del Romano Pontefice.[290] È bene, tuttavia, che la segnalazione o la querela sia, per quanto possibile, presentata dapprima al Vescovo diocesano. Ciò avvenga sempre con spirito di verità e carità)


    Si dirà che Vescovi e Fedeli che vogliano farlo saranno bistrattati, quando non cacciati.

    Esatto... Non a questo che sono chiamati i Cattolici?

    RispondiElimina
  11. ho trovato un intervento del 'falso paolo vi' che sono stato in dubbio se pubblicare o meno; ma poi l'ho fatto, perché emerga ancora una volta la posizione di ostilità e chiusura e anch l'ignoranza preconcetta nei confronti della FSSPX, nella certezza che Caterina (indegnamente e di certo non cristianamente apostrofata in modo scorretto) non mancherà di dare i suoi chiarimenti netti e pre4cisi che valgono solo per chi ha orecchie per intendere ed è per quelle che tutti noi continuiamo a scrivere

    ... e sappiamo sono più di quanto non appaia dagli interventi. Vi invito a pregare per noi e per la nostra Cheisa!

    RispondiElimina
  12. avviso per il falso paolo vi & C. dello stesso stampo:

    NON PASSERO' altri post (è la sorte toccata al suo penultimo) anche se interessanti nel contenuto, dello stile del suo ultimo pubblicato!

    RispondiElimina
  13. HAI LETTO BENE IDIOTA

    Tu invece, in preda alla tua esaltazione e al tuo invasamento, chiudi gli occhi davanti al Comunicato del Superiore della San Pio X, alla POSIZIONE CHIARA espressa dalla San Pio X, alle questioni dove il Papa ha RICONOSCIUTO che la San Pio X HA RAGIONE. Ma chi apre gli occhi è il Signore. A noi LA PREGHIERA E IL SERVIZIO NELLA PREGHIERA.

    Ma la giustezza della posizione della San Pio X e del Papa sta nella VEEMENZA che vedo come reazione.

    Un' altra conferma.

    RispondiElimina
  14. Il Santo Padre ha dato GLI STRUMENTI ai Vescovi per rendere INOPERANTE la Forma Privata! La Lettera del 2005 è un esempio, e l'ulteriore discorso del 10 gennaio una potente conferma.

    Sarebbe a dire: prima non vi era la Norma, e si era in una situazione totalmente ETEREA.


    hai ben inquadrato la situazione Steph: qualcosa di muovo è intervenuto, gli strumenti e le norme ci sono; il problema è solo chi le applica o le fa applicare?
    Dal grande 'coro dissonante' evidenziato anche dal Papa, sembra che le norme valgano solo per la FSSPX!

    RispondiElimina
  15. Non sono un canonista, ma nell'attacco a Caterina, l'autore ha più volte sottolineato l'"illeggittimità" della Congregazione in causa nella Chiesa.

    Inviterei a riflettere che "illeggittimo" o "illecito" non sono sinonimo di "validità" sacramentale...

    Un sacramento può esser amministrato in stato giuridico di illeggitimità ma non perde nella validità, tanto per richiamarmi a quel valore "ontologico" citato da Mic.
    Correggetemi se sbaglio...
    Chisolm

    RispondiElimina
  16. Piccola domanda: perchè continuate a lasciare passare i post, che preferisco non definire, di Montini?
    Se è per mostrare l`esaltazione di certi nc, la loro maleducazione e anche la loro ignoranza ok, se è per indicare che cosa diffonde come insegnamento un catechista nc anche, ma a me sembra che questi "commenti" non fanno che inquinare l`aria che si respira qui.

    È così che questo individuo accoglie la lettera del Santo Padre, ha proprio capito tutto, ne ha percepito il senso profondo.
    Complimenti, è senza dubbio in questo modo che sono letti TUTTI i documenti, del Magistero petrino, i rari che sono letti.

    RispondiElimina
  17. il problema è solo chi le applica o le fa applicare?
    .................

    Proprio così, Mic.
    Se vogliamo essere realisti, diremo come Dante:
    "Leggi sonvi, ma chi pon mano ad elle?"

    Quando osserviamo la compattezza
    degli schieramenti di vescovi, sacerdoti e operatori parrocchiali
    tutti pronti a defilarsi in parole e opere dall'eseguire la volontà del Papa,
    opponendo ad essa un muro granitico inattaccabile
    sia da preghiere che da comandi,
    dopo aver assistito a minacce,
    derisioni, emarginazioni, rimozioni, intimidazioni rivolte a preti e fedeli che chiedevano l'attuazione del MP,
    chi sarà oggi quell'eroe solitario pronto ad assumersi la responsabilità di rendere esecutive
    le disposizioni disciplinari e pastorali del papa,
    dopo che – sono ormai 3 anni – egli ha chiesto con umiltà
    il sostegno di vescovi e cardinali, appena salito al soglio,
    (e qual è stata la risposta?),
    ed è giunto oggi
    quasi a SUPPLICARLI di condividere la sua visione paterna e la volontà
    di riunificazione
    della Chiesa di Cristo smembrata
    e in preda all'anarchia?

    Quando ormai da decenni si è predicato e praticato che
    “l’obbedienza non è più una virtù”,
    chi ricomincerà ad obbedire, dando il buon esempio al gregge?
    Dobbiamo forse pretendere che
    dall'inerzia e dalla confusione
    generale sorga un povero piccolo fedele a fare il Balilla della situazione attuale?

    RispondiElimina
  18. G.B.Montini in arte Paolo VI° ha detto...


    Cara caterina63 vorrei ricordarti che qualche tempo fa affermasti che il problema della fraternità Pio X°era solo disciplinare e non dottrinale.Questa è l'ennesima perla del tuo ricco campionario di cretinate.Se hai letto bene la lettera del Papa lo dice chiaramente,il problema dell fraternità Pio X° non è semplicemente disciplinare ma dottrinale quindi sono eretici.SEI UNA POVERA IGNORANTE E IN MALAFEDE LEGGI CRETINA!!:

    ******************************

    Gentile e superbo falso montini...se lei andasse a rileggere quelle parole leggerà che il Papa ha specificato che PERIMA DELLA REVOCA SI TRATTAVA DI UN PROBLEMA DISCIPLINARE ora, DOPO la revoca non è più un problema disciplinare ma dottrinale in che senso?
    CHE RIGUARDERA' LE DOTTRINE SCATURITE DALLA INTERPRETAZIONE DEI TESTI CONCILIARI....

    ^__^

    ergo, legga meglio la prossima volta......perchè io ho scritto proprio questo: che LA SCOMUNICA RIGUARDAVA LE PERSONE E NON L'ISTITUZIONE NON LA DOTTRINA e guarda il caso il Papa nella lettera ha usato la stessa espressione...togliendo la scomunica ORA SI PARLA DI DOTTRINE...
    si parlava di scomunica amico mio....


    la ringrazio per avermi dimostrato gli effetti devastanti della superbia
    ^__^

    RispondiElimina
  19. A me la lettera del Papa ha messo tristezza. Se un Papa deve quasi giustificarsi perchè prova a riportare all'ovile la pecorella smarrita (è sempre il Pastore che va a cercarla, o il Padre misericordioso che corre incontro al figlio peccatore), penso che deve vivere (insieme alla Chiesa) un momento difficile.
    Il suo coraggio nel denunciare la sporcizia nella Chiesa anni fa continua oggi nell'ammonirci riguardo il divorarci a vicenda.
    E le conferenze di Vescovi pronti a denunciare la San Pio X dove sono nelle sofferenze di chi denuncia gli abusi NC, dei fedeli che si lamentano che nelle loro parrocchie non c'è altro che NC. Perchè non vigilano su quanto avviene quotidianamente?

    Perciò sosteniamo Benedetto XVI con la nostra preghiera, perchè possa sostenere il peso delle difficoltà. Abbiamo bisogno di lui ora!

    Per il neocatecumenale, voglio dirti alcune cose: primo sarebbe opportuno che cambi nick, se proprio ne vuoi uno autorevole prendi quello della persona che ti ha talmente plagiato da impedirti di pensare col tuo cervello. So per certo che hai paura a farlo, per te sarebbe un sacrilegio. Allora mostra un poco di rispetto per un Papa.
    Secondo, i tuoi insulti puoi risparmiarteli. Se pensi di avere ragione puoi dimostrarlomente, come fanno tutti qui. Se devi urlare o insultare vuol dire che sei nel torto. Devi solo accorgertene pure te. Con un pò di sforzo ce la puoi fare. Cate ti ha anticipato. Ha scritto prima di te come avresti "tagliato" il messaggio del Papa per portarlo al tuo comodo. Potevi essere più accorto.

    RispondiElimina
  20. chisolm ha detto...
    Non sono un canonista, ma nell'attacco a Caterina, l'autore ha più volte sottolineato l'"illeggittimità" della Congregazione in causa nella Chiesa.

    Inviterei a riflettere che "illeggittimo" o "illecito" non sono sinonimo di "validità" sacramentale...

    Un sacramento può esser amministrato in stato giuridico di illeggitimità ma non perde nella validità, tanto per richiamarmi a quel valore "ontologico" citato da Mic.
    Correggetemi se sbaglio...
    Chisolm

    *********************

    esatto ^__^
    non che io sia canonista, ma seguo un blog nel quale scrivono persone competenti...(Rinascimento Sacro) e si parlò di questo particolare circa i canoni fra l'illegittimità l'illecito...
    Infatti l'ordinazione stessa de 4 vescovi è illegittima MA VALIDA, i Sacramenti che essi amministrano sono illegittimi MA VALIDI...per questo il Papa ha revocato la scomunica...per aprire la strada ad una piena comunione citando proprio i NUMERI della FFSPX che non sono solo tali, ma sono PERSONE che ricevono dei Sacramenti VALIDI ma illegittimi...

    E' come un bambino che vive in una famiglia di divorziati...egli NON è escluso dalla Chiesa, i genitori non possono ricevere certi Sacramenti, ma il figlio si...loro vivono in modo illegittimo la situazione, ma la Grazia dei Sacramenti E' VALIDA ed entra in quella Famiglia grazie al figlio che li riceve....

    ^__^

    RispondiElimina
  21. Mi correggo:
    sono già 4 anni che il Papa è stato eletto, e che ha chiesto di pregare
    per lui e di sostenerlo
    nella sua azione pastorale.
    ---------

    All'esimio catechista che
    scaglia valanghe di
    "cretino" e "idiota" dirette
    contro i dialoganti, mostrando
    la sua bocca piena di frutti
    ben masticati del Concilio, con cui
    ha nutrito la sua bella anima...

    vorrei ricordare la parola di Gesù,
    che forse non ha mai letto:

    "Fu detto agli antichi 'non uccidere'; io vi dico: 'Chiunque dice 'raca' al fratello è degno della geenna."
    (Spero che sappia cos'è la geenna).

    RispondiElimina
  22. Dopo aver dato le dovute spiegazioni anche ai superbi...^__^
    (non certo a Chisolm eh!^__^)

    voglio condividervi questa riflessione di un amico che, un pò deluso dalla Lettera del Papa mi dice:

    "La Ragione non dobbiamo mai perderla.
    E questa lettera non rende pienamente onore alla realta'. E' inutile negarlo.
    Chi ha le travi negli occhi continua a dettar legge come un prepotente. Chi ha la paglia è perseguitato."


    **********************
    la mia risposta:

    Il Papa oggi si trova più che mai fra l'incudine e il martello, il martello serve per battere e fa più chiasso dell'incudine che è li ferma a raccogliere i colpi.....
    Gesù non è solo l'immagine dell'Agnello condotto al macello, è stato condotto al macello e Pietro non è da meno: "Quo vadis Domine?"
    Vado a Roma a farmi ricrocifiggere al posto tuo.....e Pietro capì che doveva restare li, per farsi condurre anche lui al macello...
    ^__^

    Vedi amico mio, l'immagine vera è quella che per il mondo è invece scandalo, la Croce....il paradosso e la contraddizione che noi ci portiamo dietro sta proprio in questo "farci condurre al macello" in primis il Papa che NON ha mai sfoderato la spada se non per difendere la cristianità in momenti storici specifici e per nulla adattabili all'oggi ...

    C'è tradizione e c'è LA TRADIZIONE, non tutta la Tradizione ha il medesimo valore.....stare con Pietro significa essere anche segno di contraddizione in tutti i sensi, non solo riguardo alle ideologie del mondo, ma anche riguardo ai tanti Giuda...agli apostoli che DORMIVANO quando Gesù chiese loro di vegliare....alla solitudine quando tutti i discepoli scomparvero durante il processo e la passione...e sotto la Croce solo uno di loro rimase con Maria sua Madre e le altre Donne....queste Donne coraggiose ma senza "poteri" e senza autorità nella gerarchia, ma che davanti alla Croce e davanti al Sepolcro vuoto sono le vere ed autentiche testimone di questa contraddizione....
    ^__^

    Tutto ciò che NON è conforme ai nostri parametri di pensiero e di valutazione, CI DELUDE, ci rammarica.... ci fa sentire inermi, delle volte ci umilia....io immagino sempre la scena di san Tommaso quando le Donne gli vanno a dire che Gesù è risorto...e vedo un Tommaso che prima di dire la famosa frase, si rammarica in cuor suo che Gesù invece di apparirgli direttamente, sia andato ad appirire a delle DONNE ^__^

    ... quale affronto deve essere stato per quell'epoca in cui il valore della donna era nullo ed ancora la Chiesa non aveva sviluppato una chiara pedagogia ed una chiara catechesi sul loro ruolo nella Chiesa...

    La lettera del Papa dunque può lasciarci indubbiamente un pò perplessi...ci sono aspetti che mi è difficile comprendere e che mi sembrano una contraddizione diversa da ciò che dovremo essere per contraddizione....non è dunque, caro amico, la pura intelligenza che potrà farci comprendere come stiamo andando avanti....anzi in questi casi l'intelligenza potrebbe produrre un effetto devastante, la superbia...

    ... se vediamo la Chiesa quale è: MADRE, ESSERE dunque CHE E' VITA E VIVE, palpita, inciampa, dice "NO" come anche "SI" e che è quel Corpo martoriato condotto al macello...allora si potranno comprendere non soltanto le parole del Papa, ma leggerle soprattutto alla luce di una suplica continua: Signore, salva noi, salva la Tua Chiesa....

    In tal modo non perdiamo la ragione, anzi, la rafforziamo verso ciò che c'è di più vero: l'insegnamento del Cristo che dice: ciò che ho fatto io così voglio facciate anche voi!

    Fraternamente CaterinaLD

    RispondiElimina
  23. Dice Mic:
    il problema è solo chi le applica o le fa applicare?


    Dice Sofia:

    Proprio così, Mic

    Voglio soffermarmi di nuovo su un fatto epocale di cui abbiamo già discusso a suo tempo.

    Un Venerando Sacerdote di recente mi ha fatto riflettere sulla UNICITA' e assoluta GRAVITA' dei tempi che vive la Chiesa nel suo INTERNO!

    Riflessioni che avevo già fatto e sulle quali è venuta una autorevole conferma.

    Nella Redemptionis Sacramentum, che vi ho citato, c'è il passo finale che forse non è stato sufficientemente preso in considerazione sia nel suo valore che nelle sue implicazioni. Ma anche nel suo significato.

    Il passo che vi ho citato è una chiara, limpida, RICHIESTA DI AIUTO!

    Forse per la prima volta in due millenni, la Sacra Gerarchia sta chiedendo AIUTO ai fedeli affinchè COLLABORINO in spirito di LEALTA' perchè la Essa possa Governare rettamente!

    Credo non sia mai avvenuto (magari qualcuno può aiutarmi a ricordare) un fatto così dramamtico ed epocale al tempo stesso! Si è in una situazione talmente SOVVERTITA, che è come se la Gerarchia SANA proclamasse una sorta di "impotenza" ad agire d' "imperio". Come se CERCASSE SUPPORTO! Cosa ASSURDA!

    Ma del resto è quello che anche il Santo Padre scrisse nella sua lettera al Dott. Barth (credo si scriva così) in merito al Culto Tradizionale.

    Ha scritto chiaramente che avrebbe avuto bisogno di SOSTEGNO, certo nella preghiera, ma anche nell'IMPEGNO DEI FEDELI che serve a tenere DESTO un tema fondante!

    E' come se si stesse davanti ad una tragica dichiarazione di "impotenza", non tanto per la mancata volontà della parte SANA della Gerarchia, ma perchè tale volontà NON VIENE MINIMAMENTE CONSIDERATA!

    Per cui, la Redemptionis ha dato uno STRUMENTO IN PIU' che attende di essere usato da noi FEDELI.

    Consapevoli di questo strumento, non è DETTO che si debba attendere interventi DIRETTI da parte di Vescovi!

    La Redemptionis specifica BENE in cosa e COME il fedele può essere d'aiuto!

    Se non c'è chi interviene, ci si deve SBRACCIARE!

    Quali sono i costi? LO SAPETE BENISSIMO!

    E, come dice la Redemptionis, "tutto sia fatto in Spirito di Verità e Carità"

    RispondiElimina
  24. Dice Cate:

    Il Papa oggi si trova più che mai fra l'incudine e il martello

    Già.

    Si trova, anzi, in una situazione di una gravità e di un pericolo INIMMAGINABILI!

    Pericoli CONCRETI! Per lui e per i fedeli.

    Certamente, è INDUBBIO che nella lettera "manchi" una parola "chiara" a coloro che hanno provocato e fomentato la rivolta che è stata solo "evidenziata" da questo fatto, ma che è presente da tempo.

    Sembra quasi che ci sia uno "squilibrio".

    Mentre, infatti, gli altri strillavano fomentando rivolte e stracciandosi vesti, la Fraternità San Pio X ribadiva la propria FEDELTA' al Papa attuale e ai PAPI!

    In questo vedo il silenzioso e composto apostolato della Verità.

    La Lettera, come i pronunciamenti precedenti, può e deve essere letta alla luce di ciò che il Concilio Vaticano II è!

    I "problemi del Concilio e del Magistero dei Papi" NON ESISTONO!

    Le "condizioni" NON SONO MESSE IN DISCUSSIONE dalla Fraternità, basta leggerne la posizione!

    Basta leggere il Comunicato delal Fraternità.

    Guardate che forse, proprio questo "ufficializzare" (da un lato e dall'altro) ha velocizzato la sistemazione Canonica della Fraternità... Speriamo..

    RispondiElimina
  25. email di Manuele giunta dieci minuti fa...

    Gentile Caterina,
    in qualità di Neocatecumenale le chiedo perdono per le parole usate dal sedicente e presuntuoso "fratello" che firmandosi con il nome di un pontefice, lo offende usando tale linguaggio!
    Vorrei proprio conoscerlo questo catechista, ma io sono solo un aggregato e ciò varrebbe per me motivo di scandalo e di ulteriori umiliazioni se lo denunciassi ai superiori, ma ho salvato questa pagina e la manderò a chi di dovere spiegando chi si nasconderebbe dietro questo fantomatico nik.
    Ti pregherei pertanto, Caterina, di pubblicare il mio intervento, così dopo salverò nuovamente tutta la pagina perchè le date confermeranno l'autenticità del dibattito in corso.
    Confesso e confermo che non ho mai udito tanta cattiveria come questa fra le persone con le quali si parla di errori, di confusioni dottrinali, etc...!
    Dico solo che mi vergogno per lui e chiedo scusa a tutti coloro che lo hanno letto traendo magari inganno che tutti quelli del CNC siano così, anche se so che voi qui non lo credete questo e la stessa tua pazienza, e il contributo stuzzicante di Chisolm (è un sacerdote?), leggendo anche le profonde espressioni di Stephanos, ci dicono che dialogare è sempre possibile.

    La lettera del papa mi è piaciuta molto, le sue mani sono aperte come il suo cuore e tese a mendicare un pò di fiducia in lui, io spero solo che ora i vescovi si accordino per non intralciare più il suo cammino.

    Tutti i gruppi i movimenti come il nostro CNC, tutti dovrebbero leggere questa lettera per capire i danni che sono stati fatti per aver insegnato cose diverse utilizzando come cambiamenti non buoni, il concilio del Vaticano II.
    Tutti e chi più e chi meno si è preso il potere di modificare cose che non andavano modificate come la messa, non dico quella che si attribuisce a Paolo VI, ma parlo di modifiche dentro le parrocchie compresi i nostri incontri del sabato sera per la messa che continua ad essere diversa da quella che il parroco fa la domenica e dove noi non andiamo mai come gruppo, ma solo come singoli e per chi vuole.

    Io penso che siamo ad un giro di cambiamenti che prima o poi si verificheranno, penso che questa lettera animerà di buon spirito molti vescovi e tanti giovani sacerdoti.
    Pregherò più assiduamente affinchè gli appartenenti del gruppo di san Pio X ce la facciano a superare ciò che ancora li divide dalla Chiesa e penso che quando questo avverrà, anche da noi cambieranno molte cose, forse per questo certi saccenti fratelli del CNC che si dicono pure catechisti, hanno il dente così avvelenato contro questi fratelli che ci stanno aiutando invece a riscoprire certi aspetti della tradizione che nessuno di noi conosceva perchè nessuno gliene ha parlato.
    Sarebbe interessante seguire gli sviluppi di questa lettera e gli incontri che avverranno con il gruppo di san Pio X.

    Nella pace di Gesù, Manuele


    ****************************

    ho risposto privatamente a Manuele e non pubblicherò la mia risposta...^__^

    qui gli confermo solo che Chisolm non è un sacerdote....ma penso che se leggerà lo spiegherà lui ^__^

    RispondiElimina
  26. Ripetere giova....scusate se mi ripeto ma è necessrio per chiarir anche il contesto dell'illecità che ho slatato ^__^


    chisolm ha detto...
    Non sono un canonista, ma nell'attacco a Caterina, l'autore ha più volte sottolineato l'"illeggittimità" della Congregazione in causa nella Chiesa.

    Inviterei a riflettere che "illeggittimo" o "illecito" non sono sinonimo di "validità" sacramentale...

    Un sacramento può esser amministrato in stato giuridico di illeggitimità ma non perde nella validità, tanto per richiamarmi a quel valore "ontologico" citato da Mic.
    Correggetemi se sbaglio...
    Chisolm

    *********************

    esatto ^__^
    non che io sia canonista, ma seguo un blog nel quale scrivono persone competenti...(Rinascimento Sacro) e si parlò di questo particolare circa i canoni fra l'illegittimità l'illecito...
    Infatti l'ordinazione stessa de 4 vescovi è illegittima MA VALIDA, i Sacramenti che essi amministrano sono illegittimi MA VALIDI...per questo il Papa ha revocato la scomunica...per aprire la strada ad una piena comunione citando proprio i NUMERI della FFSPX che non sono solo tali, ma sono PERSONE che ricevono dei Sacramenti VALIDI ma illegittimi...

    E' come un bambino che vive in una famiglia di divorziati...egli NON è escluso dalla Chiesa, i genitori non possono ricevere certi Sacramenti, ma il figlio si...loro vivono in modo illegittimo la situazione, ma la Grazia dei Sacramenti E' VALIDA ed entra in quella Famiglia grazie al figlio che li riceve....

    ^__^

    Riguardo così all'ILLECITA' infatti è incorso invece, perfare un esempio l'ex vescovo Milingo...(resta sacerdote in eterno, ma non ha più la qualifica di vescovo, al contrario per i 4 vescovi dela FSSPX seppur illegittimi e senza uno status canonico nella Chiesa, domani potrebbeo riceverla dal Papa^__^)

    Milingo è incorso nel'illecità perchè ordinando sacerdoti sposati ha contravvenuto ad una DOTTRINA ECCLESIALE che prevede il celibato per l'Ordinazione sacra per la Chiesa Romana....
    l'ordinazione non rientra più nell'illegittimità ma nell'illecito le messe che celebrano SONO INVALIDATE... al contrrio le Messe celebrate dalla FSSPX sono illegittime perchè NON hanno un posto dentro la Chiesa, ma restano valide...

    spero si sia compresa la differenza^__^

    RispondiElimina
  27. Manuele, DIO TI BENEDICA! Prega per me.

    Permettimi di citare un passo di questa Tua, perchè è la fotografia reale della situazione e CONFERMA ciò che ho dichiarato qualche tempo fa:

    Pregherò più assiduamente affinchè gli appartenenti del gruppo di san Pio X ce la facciano a superare ciò che ancora li divide dalla Chiesa e penso che quando questo avverrà, anche da noi cambieranno molte cose, forse per questo certi saccenti fratelli del CNC che si dicono pure catechisti, hanno il dente così avvelenato contro questi fratelli che ci stanno aiutando invece a riscoprire certi aspetti della tradizione che nessuno di noi conosceva perchè nessuno gliene ha parlato.

    RispondiElimina
  28. Manuele ha detto:

    «Tutti i gruppi i movimenti come il nostro CNC, tutti dovrebbero leggere questa lettera per capire i danni che sono stati fatti per aver insegnato cose diverse utilizzando come cambiamenti non buoni, il concilio del Vaticano II…»

    Gentile Manuele,
    trovo pacificante leggerti. Non sono un sacerdote e, generalmente, non sono stuzzicante, a meno che mi trovi dinanzi ad un’ignoranza tanto crassa da mettermi il dubbio se usare “carità” o “verità” In quel caso, risolvo il dubbio così: se uno è cretino, la carità mi impone di dirgli la verità…

    Tu dici, giustamente, di leggere la lettera per capire. Già, ma come si legge un testo?
    Ad esempio, il critico letterario Harold Bloom ha scritto un volumetto “Come si legge un libro” che aiuta a penetrare il testo senza depistaggi interpretativi. Infatti, il grande Gadamer nella sua monumentale “Ermeneutica” amplia ancora di più il concetto di interpretazione: interpretare non è mai facile, soprattutto in “teologia”.

    Una volta, tenni un seminario dove dovevo spiegare agli studenti in che modo il dogma, anche se antico di secoli, sia sempre fresco e attuale. In genere, non affronto mai una questione con testi potenti e con linguaggio incomprensibile: cerco di sfruttare l’analogia al massimo, prima di arrivare ad una modesta conclusione.

    Mi sono servito, in quella circostanza, degli “Esercizi di stile” di Raymond Queneau: in questo libro, un banale episodio di vita quotidiana (un litigio su un autobus) è raccontato con 99 varianti stilistiche, con diversi espedienti della retorica.
    Ti cito l’episodio originale e un assaggio di due varianti, la filosofica e la volgare.

    1) originale
    Sulla S, in un'ora di traffico. Un tipo di circa ventisei anni, cappello floscio con una cordicella al posto del nastro, collo troppo lungo, come se glielo avessero tirato. La gente scende. Il tizio in questione si arrabbia con un vicino. Gli rimprovera di spingerlo ogni volta che passa qualcuno. Tono lamentoso, con pretese di cattiveria. Non appena vede un posto libero, vi si butta. Due ore più tardi lo incontro alla Cour de Rome, davanti alla Gare Saint-Lazare. È con un amico che gli dice: “Dovresti far mettere un bottone in più al soprabito.” Gli fa vedere dove (alla sciancratura) e perché.

    2) filosofica
    Solo le grandi città possono esibire alla epoché fenomenologica l'essenzialità delle coincidenze temporali a basso tasso di entropia. Il filosofo, che talora ascende alla inessenzialità nomade e derisoria di un autobus della linea S, ...

    3) volgare
    Aho! Annavo a magnà e te monto su quer bidone de la Esse - e 'an vedi? - nun me vado a incoccià con 'no stronzo con un collo cche pareva un cacciavite, e 'na trippa sur cappello? ...

    Con questi esempi, ho preso un brano della Scrittura e, dopo averlo letto in “originale”, l’ho modificato con diverse varianti stilistiche. Questo, per far capire agli studenti come la freschezza del Dogma si conservi solo alla giusta temperatura del Depositum Fidei, secondo la Tradizione, come insegnato dal Magistero.
    Prova a pensare, amico mio, se ogni documento ecclesiale, quale sia la sua portata dogmatica, venisse letto e interpretato secondo le varianti di Queineau! Pensa che confusione, che relativismo interpretativo, quali conseguenze su frasi da interpretare “liberamente”. Pensa solo all’ “ama e fa ciò che vuoi” di agostiniano sapore.
    Ciò per dirti che, senza nulla togliere al caos che sta vivendo la Chiesa, bisogna avere l’umiltà dinanzi ad un testo “magisteriale” o “papale” di dire allo Spirito Santo: «che mi aiuteresti a fare i compiti e a capire la lezione?»

    Ora, dinanzi al recente testo papale, vedrai che ressa ermeneutica! Un abbraccio ai tradizionalisti, un’ammiccatina a Israele, un consiglio alle eminenze di navigare un po’ più in Internet (hai visto mai leggano questo blog?), un ringraziamento finale a chi nel Papa ha sempre creduto…
    Insomma, una quantità di cose da mettersi comodi e leggere per capire. Capire vuol dire dialogare, dialogare vuol dire comprendersi, comprendersi vuol dire guardarsi negli occhi (virtuali) e trovare in quelli un altro “tu” senza il quale “io” non sono. Tutto qui, o almeno così pare. Scusa la lungaggine
    Chisolm

    PS: la traduzione di Queneau è del "solito" Umberto Eco.

    RispondiElimina
  29. Ecco il comunicato di Fellay nella traduzione italiana di Raffaella, curatrice dell'ottimo PapaRatzingerBlog:

    Comunicato del Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X

    Il Papa Benedetto XVI ha indirizzato una lettera ai vescovi della Chiesa Cattolica, in data 10 marzo 2009, nella quale porta alla loro conoscenza le intenzioni che lo hanno guidato in questo passo importante che costituisce il Decreto del 21 gennaio 2009.

    Dopo il recente «scatenarsi di una valanga di proteste», noi ringraziamo vivamente il Santo Padre di aver riportato il dibattito ai livelli ai quali si deve svolgere, e cioè quello della fede.
    Noi condividiamo la sua preoccupazione prioritaria della predicazione "al nostro tempo nel quale in vaste regioni della terra la fede rischia di spegnersi come una fiamma che non trova più alimento"

    La Chiesa attraversa effettivamente una crisi grave che non potrà essere risolta che con un ritorno integrale alla purezza della fede.
    Con Sant'Atanasio, noi affermiamo che «Chiunque voglia essere salvato, deve prima di tutto mantenere la fede cattolica: colui che non la conserva integra ed inviolata andrà, senza dubbio, verso la sua rovina eterna» (Symbole Quicumque).

    Lungi dal voler fermare la Tradizione al 1962, vogliamo considerare il Concilio vaticano II e l'insegnamento post-conciliare alla luce di questa Tradizione che san Vincenzo di Lerins ha definito come «ciò che è stato sempre creduto, dappertutto e da parte di tutti» (Commonitorium), senza rotture e in uno sviluppo perfettamente omogeneo. E' così che potremo contribuite all'evangelizzazione che ci è chiesta dal Salvatore (Matteo, 28,19-20).

    La Fraternita' Sacerdotale San Pio X assicura a Benedetto XVI la sua volontà di affrontare i colloqui dottrinali riconosciuti come «necessari» dal Decreto del 21 gennaio, con il desiderio di servire la Verità rivelata che è prima carità a manifestare lo sguardo di tutti gli uomini, cristiani o meno.
    Essa assicura la sua preghiera affinché la sua fede non vacilli ed egli possa confermare tutti i suoi fratelli. (Luca 22,32)

    Noi mettiamo questi colloqui dottrinali sotto la protezione di Nostra Signora della Fiducia, con la certezza che Ella ci concederà la grazia di trasmettere fedelmente ciò che abbiamo ricevuto, «tradidi quod et accepi» (Corinzi 15,3)

    Menzingen, le 12 mars 2009

    + Bernard Fellay



    *********************************

    ringrazio personalmente mons. Fellay per aver chiarito quanto già sapevamo, ma rpetere giova, la superbia di non pochi cattolici che portano odio e divisione nella Chiesa perchè gelosi e invidiosi dell'amore che il Pontefice nutre di fatto alla FSSPX, fanno deviare dalla sana dottrina....

    ci si rimbocchi ora le maniche e si cominci a lavorare sul serio ^__^

    RispondiElimina
  30. Il testo del Papa di oggi 13.3.2009 alla Congregazione per il CULTO DIVINO
    ^__^

    I Padri sinodali non avevano mancato di manifestare preoccupazione per una certa confusione ingeneratasi, dopo il Concilio Vaticano II, circa la relazione tra Messa e adorazione del Santissimo Sacramento (cfr Sacramentum caritatis, n. 66). In questo, trovava eco quanto il mio Predecessore, Papa Giovanni Paolo II, aveva già espresso circa le devianze che hanno talvolta inquinato il rinnovamento liturgico post-conciliare, rivelando «una comprensione assai riduttiva del mistero eucaristico» (Ecclesia de Eucharistia, n. 10).

    e ancora dice il Papa:

    Il mio Predecessore, Papa Giovanni Paolo II, nella Lettera Apostolica «Spiritus et Sponsa», in occasione del 40° anniversario della Costituzione Sacrosanctum Concilium sulla Sacra Liturgia, esortava ad intraprendere i passi necessari per approfondire l’esperienza del rinnovamento. Ciò è importante anche rispetto al tema dell’adorazione eucaristica. Tale approfondimento sarà possibile soltanto attraverso una maggiore conoscenza del mistero in piena fedeltà alla sacra Tradizione ed incrementando la vita liturgica all’interno delle nostre comunità (cfr Spiritus et Sponsa, nn. 6-7). A questo riguardo, apprezzo in particolare che la Plenaria si sia soffermata anche sul discorso della formazione di tutto il Popolo di Dio nella fede, con una speciale attenzione ai seminaristi, per favorirne la crescita in uno spirito di autentica adorazione eucaristica. Spiega, infatti, S. Tommaso: «Che in questo sacramento sia presente il vero Corpo e il vero Sangue di Cristo non si può apprendere coi sensi, ma con la sola fede, la quale si appoggia all’autorità di Dio» (Summa theologiae, III, 75, 1; cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1381).


    ***********************

    Chisolm...tranquillizzati...c'è un "Altro" che cita ancora san Tommaso d'Aquino...ergo sei a posto...siamo in OTTIMA compagnia...
    ^__^

    RispondiElimina
  31. sono costretto a censurare il post del falso paolo vi che si ripropine a Caterina nei soliti modi per nulla cristiani oltre che umanamente poco educati, ripetendo fino alla nausea le cose precedentemente espresse sulla FSSP senza tenere in alcun conto quello che gli è stato detto in maniera documentata e 'sapiente' in proposito

    Ne 'quoto' solo la parte finale con la seguente risposta:

    Non possono venire (i Lefebvriani) nelle nostre parrocchie perchè non ne hanno diritto.Non sono riconosciuti dalla Chiesa Cattolica.Sono eretici perchè si rifiutano di riconoscere il Concilio.Ti è chiaro questo concetto?I suoi ministri non possono esercitare alcun ministero.E' chiaro?

    Intanto non è vero che rifiutano il Concilio, già a suo tempo sottoscritto da Mons. Lefebvre, ma si limitato a criticarne, appoggiati alla Tradizione di sempre, alcune applicazioni e interpretazioni, che dovranno formare oggetto di discussione.

    E comunque definire eretico chi eventualmente rifiutasse in toto (ma non è il caso della Fraternità) un concilio che si è autodefinito pastorale e non vincolante (che non dovrebbe aver apportato alcuna modifica dogmatica) è una grossa castroneria....

    Nel vostro blog si dicono le cose alla rovescia!! Il Cammino Neocatecumenale che è riconosciuto dalla Chiesa Cattolica viene chiamato da voi eretico.

    I fratacchioni della setta Pio X°,eretici,non riconosciuti dalla Chiesa,con presbiteri che non possono esercitare alcun ministero.Per voi sono:I VERI CATTOLICI!!
    questo e' pazzesco!!!


    lasciamo stare la qualificazione di eretico al Cammino neocatecumenale: noi ne abbiamo denunciato le storture e le difformità con gli insegnamenti Apostolici, che tali restano a prescindere dal monco riconoscimento (manca quello dei contenuti dottrinali)... Don Gino Conti è solito dire: "l'approvazione degli statuti senza gli Orientamenti è come se avessero approvato il progetto della costruzione del Ponte di Messina senza aver contestuamente approvato la parte relativa ai calcoli necessari per realizzarlo"!

    La FSSPX non ha alcun bisogno di "essere riconosciuta" dalla Chiesa, perché già ha sempre fatto e fa tuttora parte di essa, anche se l'atto di Mons. Lefebvre l'ha collocata in una posizione canonica non regolare per la quale la Madonna della Fiducia otterrà la pronta soluzione per il bene di tutta la Chiesa!

    RispondiElimina
  32. mic ha detto...

    dice il falso montiniano...

    Non possono venire (i Lefebvriani) nelle nostre parrocchie perchè non ne hanno diritto.Non sono riconosciuti dalla Chiesa Cattolica.Sono eretici perchè si rifiutano di riconoscere il Concilio.Ti è chiaro questo concetto?I suoi ministri non possono esercitare alcun ministero.E' chiaro?

    **************************

    ma questo c'è o ci fa?
    ^__^

    non solo la FSSPX (neppure il Papa HA MAI USATO IL TERMINE LEFEBVRIANI che è dispregiativo)NON ha mai preteso di venire nella sua parrocchia, caro falso montiniano...ma lo hanno appena ribadito nella Lettera ufficiale in risposta a qulla del Papa...

    Allora ha ragione Manuele quando dice che "qualcuno di voi" ha PAURA E TEME LA FSSPX perchè con l'approfondimento dottrinale vi metteranno in regola...^__^
    ergo scatt tanto livore e tanto odio...
    riguardo al termine retico, non commento neppure, perchè solo chi NON conosce la Chiesa scrive queste cose....ergo è comprensibile che un falso montini scrva cose false sulla disciplina della Chiesa in materia di scomuniche, anatemi e forme eretiche...

    in sostanza l'amico qui ci conferma la spiegazione di Chisolm sulla ermeneutica di come verrà letta ora questa lettera ^__^
    il nostro superbo montiniano credo che legga la Lettera del Papa come da punto 3) in VOLGARE...

    ^__^

    Mic...passiamo il tempo analizzando per innamorarci, delle dottrine, per esempio anche il testo di stamani (riportato anche qui) del Papa dove dice:

    A questo riguardo, apprezzo in particolare che la Plenaria si sia soffermata anche sul discorso della formazione di tutto il Popolo di Dio nella fede, con una speciale attenzione ai seminaristi, per favorirne la crescita in uno spirito di autentica adorazione eucaristica.

    TUTTO IL POPOLO DI DIO...TUTTO...ergo significa che in 40 anni questi NC tutto sommato non hanno salvato nè la Chiesa nè hanno convertito chissà chi...TUTTO DA RIFARE dice in sostanza il Papa TUTTO DA RINNOVARE A RIPARTIRE DALL'ADORAZIONE EUCARISTICA, ma questo il falso montiniano non l'ha letto...sai che colate di bile?
    ^__^

    RispondiElimina
  33. Caro Mic,
    a proposito della discussione che sarà intrapresa con la FSSPX sugli esiti del Concilio,
    un giornalista ha parlato di “costituzioni dogmatiche", che sarebbero vincolanti per la reintegrazione dei tradizionalisti:

    "Se si intraprenderà un dialogo con la fraternità di San Pio X dovrà essere stato stabilito con maggiore chiarezza quali documenti conciliari, come per esempio le costituzioni dogmatiche, hanno alta cogenza e richiedono una fedele adesione, e quali sezioni di singoli testi, come le dichiarazioni del concilio, erano invece semplicemente risposte alle domande dell’epoca, risposte, che come le domande, sono sempre soggette a ulteriori evoluzioni e che pertanto non possono pretendere per sé la stessa cogenza delle dichiarazioni dogmatiche".

    www.paparatzinger2-blograffaella.blogspot.com/2009/03/adesso-si-tratta-della-dottrina-il.html

    Di che cosa si tratta?

    RispondiElimina
  34. Cara Sofia, ho letto tutto l'articolo e mi permetto di rispondere...^__^

    Tutti coloro che vogliono definirsi Cattolico devono, gioco forza, accettare TUTTE LE FORMULAZIONI DOGMATICHE E DOTTRINALI della Chiesa nella continuità della Sacra Tradizione...
    quindi sarà inevitabile per la futura Commissione che con l'Ecclesia Dei e la CDF e l FSSPX si dovrà giungere ad un accordo, non si scappa...

    Ora di cosa si tratta?


    partiamo dalle parole di apertura del Concilio di Giovanni XXIII

    « Lo scopo principale di questo Concilio non è la discussione di questo o quel tema della dottrina fondamentale della Chiesa ... Per questo non occorreva un Concilio ... È necessario che questa dottrina certa e immutabile, che deve essere fedelmente rispettata, sia approfondita e presentata in modo che risponda alle esigenze del nostro tempo ... Si dovrà ricorrere a un modo di presentare le cose che piú corrisponda al magistero, il cui carattere è preminentemente pastorale » (Giovanni XIII, Discorso di apertura del Concilio, 11 ottobre 1962).

    dunque....

    Lo scopo principale di questo Concilio non è la discussione di questo o quel tema della dottrina fondamentale della Chiesa ... Per questo non occorreva un Concilio ...

    lo dice Giovanni XXIII ^__^ e su queste parole insiste la FSSPX da decenni...^__^
    se dunque non era necessario un Concilio per discutere di dottrine, perchè dopo il Concilio sono state permesse nelle diocesi modifiche dottrinali?
    ^__^

    a questo la Chiesa dovrà rispondere...Benedetto XVI che si occupa della FSSPX da 20 anni, lo sa benissimo quali sono i punti scottanti e come vediao NON ha obbligato affatto la FSSPX ad accettare il Concilio etutti zitti come qualche imbecille va dicendo...il Papa al contrario, ben sapendo che su ALCUNE questioni la FSSPX ha ragione, HA ISTITUITO ED ISTITUIRA' UNA COMMISSIONE CON LA CDF ergo ha sottolineato così l'importanza del problema senza affatto sottovalutarlo, altrimenti avrebbe imposto una accettazione DEL CONCILIO SENZA COMMISSIONI...^__^

    altro aspetto:

    Dunque, il problema non era definire la dottrina (in quanto già definita), ma trovare un modo nuovo di presentarla.... Obiettivo piú che legittimo per la Chiesa, che ha non solo il compito di definire e custodire la verità, ma anche quello di diffonderla.
    ^__^

    scaturisce in tal senso il così detto CONCILIO PASTORALE...dunque il Concilio fu pastorale e NON dogmatico....
    è ovvio poi che nella Pastorale sia confluita LA DOTTRINA DELLA CHIESA per l quale però si sono compiuti non pochi abusi che ora si dovranno CATALOGARE e già Benedetto XVI ne ha evidenziati molti a cominciare dalla Liturgia ^__^

    Opportuno o inopportuno che fosse, il Concilio c’è stato. È un dato di fatto....e questo LO AMMETTE ANCHE LA FSSPX nonchè qualcuno vada dicendo il contrario ^__^

    Ora...non resta che interpretarlo correttamente. È questa infatti... la posizione assunta dal Papa Benedetto XVI nel discorso alla Curia Romana del 22 dicembre 2005, a pochi mesi dalla sua elezione, in occasione del 40° anniversario della conclusione del Vaticano II....

    La posizione del Papa è chiara: una “ermeneutica della riforma” in contrapposizione a una “ermeneutica della discontinuità e della rottura”. Il Concilio va interpretato alla luce della ininterrotta tradizione della Chiesa.


    di conseguenza in tal senso si parla di:

    di “costituzioni dogmatiche", che sarebbero vincolanti per la reintegrazione dei tradizionalisti... certamente cara Sofia, perchè legate anche al Magistero PONTIFICIO (e non a quello di qualche laico che mangiando pesante vede la Madonna e fonda un cammino inventandosi una nuova dogmatica liturgica^__^) successivo al Concilio...per esempio valutare cosa dicono le Encicliche di Paolo VI e di Giovanni Paolo II e oggi il Magistero di Benedetto XVI IN TEMA DOTTRINALE E DOGMATICO...

    ciò sarà utile anche per noi perchè ci saranno dei cambiamenti altrimenti il Papa NON avrebbe anticipato nella Lettera che è in arrivo una Commissione per discutere proprio QUESTI TEMI...ciò che ne scaturirà riguarderà le scelte future della FSSPX MA ANCHE NOI...^__^

    Paolo VI il 12.1. 1966, citando la Humani geneis di Pio XII diceva all'udienza:

    Bisogna fare attenzione: gli insegnamenti del Concilio non costituiscono un sistema organico e completo della dottrina cattolica; questa è assai più ampia, come tutti sanno, e non è messa in dubbio dal Concilio o sostanzialmente modificata; ché anzi il Concilio la conferma, la illustra, la difende e la sviluppa con autorevolissima apologia, piena di sapienza, di vigore e di fiducia. Ed è questo aspetto dottrinale del Concilio, che dobbiamo in primo luogo notare per l’onore della Parola di Dio, che rimane univoca e perenne, come luce che non si spegne, e per il conforto delle nostre anime, che dalla voce franca e solenne del Concilio sperimentano quale provvidenziale ufficio sia stato affidato da Cristo al magistero vivo della Chiesa per custodire, per difendere, per interpretare il «deposito della fede»

    spero di averti aiutata alla comprensione^__^

    RispondiElimina
  35. Cara Sofia,
    mi stavo astenendo di proposito dal parlarne, nella convinzione che quanto a "dottrina" non si debba insegnare nulla alla Fraternità, a parte alcuni suoi irrigidimenti...

    Inoltre l'uso della parola dottrina mi ha destato tanta più perplessità quanto più sappiamo che il Concilio Vaticano II non poteva e non doveva modificare NULLA in ambito dottrinale... se mai procedere a riformulazioni in un linguaggio adatto ai tempi.

    E' stato dichiarato espressamente in una notificazione che nella Lumen gentium precede la "Nota praevia":
    È stato chiesto quale debba essere la qualificazione teologica della dottrina esposta nello schema sulla Chiesa e sottoposto alla votazione. La commissione dottrinale ha dato al quesito questa risposta: « Come è di per sé evidente, il testo del Concilio deve sempre essere interpretato secondo le regole generali da tutti conosciute ». In pari tempo la commissione dottrinale rimanda alla sua dichiarazione del 6 marzo 1964, di cui trascriviamo il testo:

    «Tenuto conto dell'uso conciliare e del fine pastorale del presente Concilio, questo definisce come obbliganti per tutta la Chiesa i soli punti concernenti la fede o i costumi, che esso stesso abbia apertamente dichiarato come tali.

    «Le altre cose che il Concilio propone, in quanto dottrina del magistero supremo della Chiesa, tutti e singoli i fedeli devono accettarle e tenerle secondo lo spirito dello stesso Concilio, il quale risulta sia dalla materia trattata, sia dalla maniera in cui si esprime, conforme alle norme d'interpretazione teologica».
    ....


    Naturalmente qui si tratta solo dello schema riguardante la Chiesa, ma è significativo ed emblematico...
    Noto comunque l'ambiguità nonché la "fumosità" del secondo periodo del testo da me messo in grassetto...

    Che io sappia, i discorsi di portata "dottrinale" riguardanti le "divergenze" con la Fraternità investono la collegialità, l'ecumenismo e la libertà religiosa; ma non ci dovrebbero essere difficoltà nel trovare una interpretazione conforme alla dottrina di sempre... il problema è che forse molti nella Chiesa sono già andati troppo in là e troppo a ruota libera e hanno avuto ben 40 anni di tempo per farlo: si tratta di un tempo biblico, un'intera generazione di credenti.

    Io credo che la frattura - ed è tra la Tradizione (non tradizionalismo) e la nuova Chiesa liberal - ci sia ed è inutile tapparsi gli occhi; ma speriamo possa essere sanata per il bene della Chiesa, perché le 'derive' di "chi è andato troppo in là" la stanno davvero sfigurando!
    E se il Papa non ne fosse più che consapevole non starebbe facendo di tutto per salvare il salvabile...

    Mi prendo tuttavia, un altro margine di tempo per rifletterci ancor meglio...

    RispondiElimina
  36. "Se si intraprenderà un dialogo con la fraternità di San Pio X dovrà essere stato stabilito con maggiore chiarezza quali documenti conciliari, come per esempio le costituzioni dogmatiche, hanno alta cogenza e richiedono una fedele adesione, e quali sezioni di singoli testi, come le dichiarazioni del concilio, erano invece semplicemente risposte alle domande dell’epoca, risposte, che come le domande, sono sempre soggette a ulteriori evoluzioni e che pertanto non possono pretendere per sé la stessa cogenza delle dichiarazioni dogmatiche".


    Di che cosa si tratta?

    *************************

    a questo cara Sofia rispondo a parte con l parole di Benedetto XVI, allora cardinale Prefetto quando risponde della FSSPX ai vescovi cileni nel 1988, dice:

    Così pure costoro sostengono che il Vaticano ha concesso il diritto di dissentire a Lefebvre, diritto che è stato rifiutato ostinatamente ai fautori di una tendenza progressista. In realtà, l'unico punto che è affermato nell'accordo, secondo Lumen Gentium 25, è il fatto limpido che non tutti i documenti del Concilio hanno la stessa autorità. Per il resto, è stato indicato esplicitamente, nel testo che è stato firmato, che le polemiche pubbliche devono essere evitate e che è richiesto un atteggiamento di rispetto positivo per le decisioni ufficiali e le dichiarazioni.

    È stato concesso, in più, che la Fraternità San Pio X possa presentare alla Santa Sede - la quale si riserva l'esclusivo diritto di decisione - le sue difficoltà particolari rispetto alle interpretazioni delle riforme giuridiche e liturgiche.


    ****************

    Dunque, dice Ratzinger:

    1) il Vaticano ha concesso il diritto di dissentire a Lefebvre, diritto che è stato rifiutato ostinatamente ai fautori di una tendenza progressista.

    2) In realtà, l'unico punto che è affermato nell'accordo, secondo Lumen Gentium 25, è il fatto limpido che non tutti i documenti del Concilio hanno la stessa autorità.

    3) È stato concesso, in più, che la Fraternità San Pio X possa presentare alla Santa Sede - la quale si riserva l'esclusivo diritto di decisione - le sue difficoltà particolari rispetto alle interpretazioni delle riforme giuridiche e liturgiche

    ergo....concessione questa che fu OSTINATAMENTE RESPINTA DAI PROGRESSITI come dice Ratzinger al punto 1) e che oggi, in qualità di Pontefice ha RISPRISTINATO^__^


    Ora, quali sono i Documenti del Concilio VINCOLANTI?

    Intanto i Documenti del Concilio sono:

    Quattro costituzioni, nove decreti, tre dichiarazioni.

    In sostanza si tratta di un cane che si morde la coda perchè per comprendere quali siano i Document di minor autorità...bisogna intendere bene cosa voglia questo significare che NON è mai il RIFIUTO quanto la possibilità e l'opportunità di DISCUTERNE all'interno ella Chiesa ^__^ questo dice in sostanza il punto 25 della LG citato da Ratzinger nel dire:
    " l'unico punto che è affermato nell'accordo, secondo Lumen Gentium 25, è il fatto limpido che non tutti i documenti del Concilio hanno la stessa autorità."

    il chè non vuol dire rifiutarli, ma DISCUTERLI..^__^

    Ti faccio un esempio concreto:
    il Documento ecumenico del Concilio "Unitatis redintegratio"
    teologicamente parlando E' VINCOLANTE per un cattolico, ma nella modalità della sua applicazione se ne può discutere...^__^

    questo linguaggio è estraneo a chi dice che la teologia NON è fondamentle comeinsegna Kiko e i suoi catechisti vanno ripetendo ed insegnando...prchè senza questo NUTRIMENTO è ovvio che non comprenderanno MAI la differenza che passa tra un testo teologico vincolante e la sua stessa modalità applicativa modificabile...
    e di conseguenza leggono certi testi ala maniera "volgare" ben decritta da Chisolm al punto 3) del suo intervento ^__^

    per comprendere comunque sia il caratere VINCOLANTE occorre rifarsi alle encicliche SUCCESSIVE scaturite sui vari temi dottrinali da parte degli ultimi 3 Pontefici (escludo G.Paolo I perchè non lasciò encicliche)

    spero di averti aiutato..

    Fraternamente CaterinaLD

    RispondiElimina
  37. Permettetemi di ripetere ed INCORNICIARE le parole di un fratello che si mette alla sequela della Verità. Il quale mi ricorda un po' me stesso:

    "Pregherò più assiduamente affinchè gli appartenenti del gruppo di san Pio X ce la facciano a superare ciò che ancora li divide dalla Chiesa e penso che quando questo avverrà, anche da noi cambieranno molte cose, forse per questo certi saccenti fratelli del CNC che si dicono pure catechisti, hanno il dente così avvelenato contro questi fratelli che ci stanno aiutando invece a riscoprire certi aspetti della tradizione che nessuno di noi conosceva perchè nessuno gliene ha parlato."

    RispondiElimina
  38. in Oriente e in Occidente, ha posto sempre al centro l'altare con l'artoforio o ciborio o tabernacolo del SS. Sacramento.

    Chi ai nostri giorni lo ha rimosso per mettere al suo posto la sede del sacerdote, e lo ha relegato in ambiente separato dalla chiesa sino a renderlo introvabile, dovrebbe confrontarsi con quanto ha scritto il primo documento esecutivo della riforma liturgica del Vaticano II:
    «La SS Eucaristia si custodisca in un tabernacolo solido e inviolabile posto in mezzo all'altare maggiore o ad uno minore, ma che sia davvero nobile, oppure, secondo le legittime consuetudini e in casi particolari da approvarsi dall'Ordinario del luogo, anche in altra parte della Chiesa davvero molto nobile e debitamente ornata. È lecito celebrare la messa rivolti verso il popolo anche in un altare sul quale ci sia il tabernacolo, di piccole dimensioni, ma conveniente»
    (Istruzione per l'esatta applicazione della Sacra liturgia Inter Oecumenici, 26 settembre 1964 n.95).

    ebbè...le orme ci sono e sono anche chiare eh!

    RispondiElimina
  39. Da Manuele....il quale nella email mi spiega che al momento non può iscrversi dal PC che usa...ovviamente non gli ho chiesto il perchè...saranno affari suoi....pertanto mi chiede di fare ancora da tramite...e visto che non mi costa nulla,eccomi qui... ^__^


    PER CHISOL e per tutti ^__^....

    ****************************

    Gentile Chisolm,
    la ringrazio per aver accolto le mie parole (ringrazio anche Stephanos), dobbiamo infatti aiutarci a capire ma, come chiede anche il papa nella lettera, mai chiuderci agli altri, ecco che parlare così diventa un piacere anche se non sono certo io che potrò risolvere questi problemi che viviamo un pò tutti, chi più chi meno, o per quei fratelli che hanno sofferto e qui si sono raccontati.

    Tornando alla risposta di Chisolm credo che non avrei mai potuto fare il filosofo, simpatico quel punto 3 romanesco che mi somiglia molto e che forse potrebbe essere anche il mio modo di leggere il magistero, almeno in un primo momento, salvo poi ritornarci su e magari si, chiedere quell'aiuto indispensabile che è poi l'unica vera voce della chiesa, lo Spirito Santo.
    Parlando oggi con il parroco, sostiene anche lui che la lettera del papa porterà molti cambiamenti perchè servirà come molla per i vescovi, sono loro che danno le direttive anche se qui da noi l'ausiliare non si è mai visto neppure per le cresime, forse verrà quest'anno a maggio.

    Io credo che dobbiamo, tutti noi, avere più fiducia nel papa e testimoniarlo anche qui quando parliamo di dottrine e delle sue scelte di simpatia anche verso di noi del CNC così come verso la FSSPX, altro non saprei neppure dire perchè la mia conoscenza è assai ristretta, come ho scritto nel messaggio precedente, mi prende il fatto che sto lentamente scoprendo una tradizione di cui ignoravo l'esistenza e quando lessi Caterina che lo confessava pubblicamente sul forum di oriens, cominciai a comprendere che si poteva davvero essere umili nel riconoscere che a noi di tutto ciò che dibatte la fraternità di san Pio X non hanno mai insegnato nulla, parlare di questo è anche darci una buona e salutare tstimonianza.

    Se, dunque, oggi il papa scrive una lettera nella quale ribadisce l'importanza di salvare questo gruppo, concedendo loro di aprire una commissione dottrinale per discutere di questi temi, credo che anche questo blog sia legittimato a fare ciò che sta ritenendo giusto di fare. Credo anzi che ogni cattolico abbia ora il dovere di discutere di dottrina.
    Del resto se io che sono del CNC riconosco il buono che c'è nel Cammino stesso come lo riconosce il santo Padre e non nascondo però i problemi che ci sono dei quali il papa potrebbe non essere a conoscenza se non per grandi linee, di che cosa dovrei aver timore, della verità?
    La verità dovremo ricercarla tutti, io credo che sia anche questo che ci sta dicendo il papa nella lettera, o mi sbaglio Chisolm?

    Oggi un mio amico sul lavoro mi ha chiesto che cosa ci guadagno ad essere un cattolico osservante e per giunta legato al CNC, gli ho risposto che è appunto un Cammino, un cammino che mi permette di cercare la verità forse in parte trovata, magari in parte ancora da cercare, è una avventura affascinante che mi coinvolge nei ragionamenti, mi piace leggere la Scrittura con la comunità, dopo aver ascoltato il catechista (raramente viene il sacerdote a spiegarla, di solito egli viene solo per la messa) io non chiudo li, ma continuo a pensare, a meditare, cioè ci metto del mio e da qualche tempo vado a cercare se magari il papa ne ha parlato da qualche parte, seguo per esempio i suoi angelus che sono una vera fonte di catechesi del vangelo.
    Cosa ci guadagno? Tutto! Certo che vivendo da solo seppur in casa con i miei ho organizzato uno standart di vita che mi consente di non chiedere a terzi come procedere, questo è un bel vantaggio.

    Ho letto poi sulla comunione alla mano nell'altro thread, magari farò alcune considerazioni in un secondo momento.
    Per il momento auguro a tutti la pace di Cristo Gesù,
    Manuele

    RispondiElimina
  40. Riguardo la Comunione sulla mano. Perché, se si vuole ritornare alle origini, non si ripristina anche il digiuno dalla vigilia?
    Comunque segnato un articolo ben fatto che smentisce 'montini'
    http://www.cattolicesimo.eu/index.php?ind=articoli&op=entry_view&iden=330

    RispondiElimina
  41. ...e in casi particolari da approvarsi dall'Ordinario del luogo, anche in altra parte della Chiesa davvero molto nobile e debitamente ornata.

    c'è da chiedersi il perché di questa aggiunta a proposito della collocazione del Tabernacolo, ma soprattutto il perché "in casi particolari" nel post concilio sia in realtà diventato, da un'eccezione, la REGOLA

    e soprattutto per il Cammino, che custodice insieme alle Sacre Specie la Parola, dando allo scritto la stessa dignità della Presenza Reale in realtà non riconosciuta

    RispondiElimina
  42. Del resto se io che sono del CNC riconosco il buono che c'è nel Cammino stesso come lo riconosce il santo Padre e non nascondo però i problemi che ci sono dei quali il papa potrebbe non essere a conoscenza se non per grandi linee, di che cosa dovrei aver timore, della verità?

    Caro Manuele,

    innanzitutto ti ringrazio per la tua attenzione e continuità nella ricerca di comunicare con noi e ti leggo sempre con molto interesse anche perché penso che nel Cammino ci siano tante persone come te, sincere e generose nella ricerca e fedeli all'esperienza attraverso la quale hanno scelto di approfondire la propria fede.

    Questa tua domanda, sommessa per la verità, perché parte da un'affermazione netta del considerare in prevalenza "il buono" che hai trovato nel Cammino, mi risuona forte nel cuore e nella mente: "di cosa dovrei aver timore, della verità"?

    Noto che anche tu ammetti che il Papa molte cose posa conoscerle solo nelle grandi linee e la sua ricerca di recuperare ogni "pecora perduta" lo porti alla scelta della pazienza, nella fiducia e speranza che il buono prevalga e che i suoi correttivi vengano applicati...

    Ebbene, io ti darei una risposta diversa da quella che ti esprimerò, se potessi dare per scontato che nel cammino ti portino alla verità che tu stai cercando o se vi avessi visto segnali o anche possibilità di cambiamento nel senso auspicato dal Santo Padre; dato, quest'ultimo, che tu stesso in prima persona potrai constatare, anche se ho la certezza che molte persone sincere e aperte come te lo auspicherebbero.

    Sai meglio di me che i desiderata tuoi e di queste persone non hanno alcuna presa sui catechisti, depositari sia dei contenuti insegnati che dei comportamenti praticati, pedissequamente e rigidamente riproducenti le direttive degli iniziatori. Infatti, ti risulta che nelle nuove parrocchie in cui parte la missio ad gentes o nelle comunità di nuova formazione, si predichi la pastorale diocesana, come indicato dal Papa? A me persone che hanno lasciato il cammino da non molto, ma anche alcuni che frequentano tuttora il cammino con le tue stesse perplessità hanno dichiarato che le catechesi sono quelle kikarmeniane di sempre...

    vedi, Manuele, non riterrei la cosa così grave, se non conoscessi i contenuti di quelle catechesi e non sapessi che in esse la Rivelazione Apostolica non trova posto alcuno anzi, partendo da alcune verità che non permettono di riconoscere l'inganno, esse (parlo di contenuti e prassi insieme) costruiscono poi - e soprattutto nel tempo man mano che le tappe vengono percorse - una spiritualità 'diversa'. La cosa si potrebbe anche lasciar correre se "spiritualità diversa" non significasse soprattutto rapporto personale diverso col Signore e con gli 'altri' che non sono solo i fratelli di comunità...

    E non posso tacere che in quel "diverso" c'è tutta la drammaticità di una entità che alla fine inscrive nel tuo essere una 'identità' (che mi limito a dire non è quella cattolica) e che, arrivati a un certo punto del cammino, diventa irreversibilmente strutturata nella persona. Certo questo mio drammatico "irreversibilmente" può sempre potenzialmente diventare reversibile per effetto della Grazia del Signore... ma non metterei questa possibilità tra le cose scontate.

    Mi rendo conto che ci sono molte persone fragili psicologicamente che a un certo punto stanno bene nel cammino perché hanno smesso di farsi domande e hanno trovato un 'luogo' in cui si sentono portati per mano e supportati dalla comunità e si nutrono e si accontentano dell'allegria e dell'esaltazione emotiva che ti fanno star bene sì, ma alla lunga creano 'dipendenza' e la dipendenza non è mai una cosa positiva perché il Signore ci ha fatto il dono grande della libertà e le nostre scelte, quelle che ci conducono davvero alla verità, se non partono dalla libertà, ci portano dove vogliono gli altri e non dove il Signore vuole per ognuno di noi singolarmente prima ancora che comunitariamente...

    Concludo dicendo che la capacità che può avere una persona di mantenere la capacità di 'vedere' e l'uso di ragione da non disattivare e soprattutto non delegare mai in nessun contesto, dipende dallo stadio del Cammino a cui è arrivata e dalla conseguente incisività o meno del "marchio" che dallo stesso riceve...

    Considera anche che tu hai anche il vantaggio - direi soprattutto il Dono -, che non è di tutti, di attingere esperienze e nutrimento anche "al di fuori"...

    e considera anche che questo, se noto nell'ambito della tua comunità di appartenenza, non ti darà mai accesso a livelli ulteriori oppure ti porterà a darne conto e a dover recedere dalle tue esperienze volte all'esterno se vuoi proseguire

    RispondiElimina
  43. Mi rendo conto che ci sono molte persone fragili psicologicamente che a un certo punto stanno bene nel cammino perché hanno smesso di farsi domande e hanno trovato un 'luogo' in cui si sentono portati per mano e supportati dalla comunità e si nutrono e si accontentano dell'allegria e dell'esaltazione emotiva che ti fanno star bene sì, ma alla lunga creano 'dipendenza' e la dipendenza non è mai una cosa positiva perché il Signore ci ha fatto il dono grande della libertà e le nostre scelte, quelle che ci conducono davvero alla verità, se non partono dalla libertà, ci portano dove vogliono gli altri e non dove il Signore vuole per ognuno di noi singolarmente prima ancora che comunitariamente...

    mi cito pensando di dover aggiungere che le persone si sentono anche proficuamente inserite in un "impegno" generoso e gravoso anche, ma non comprendono che quello che vien loro detto di "fare" per il Signore in realtà lo fanno per il Cammino...

    infatti viene detto e ripetuto che il Cammino "non si studia si fa": ma è proprio questo fare costruito a tavolino dagli iniziatori e spacciato per ispirazione dello Spirito che alla fine rende "diversi" con l'illusione di essere gli "eletti"...

    e possibile che nessuno nel Cammino si sia mai chiesto o si chieda CON QUALE AUTORITA' e COME si possano imporre allo Spirito Santo (di cui si parla tanto, ma poi alla fine si perde di vista che è lo Spirito di Cristo) tempi e modalità di trasformazione della persona identiche per tutti?

    RispondiElimina
  44. 1) "Beh mi faresti leggere quale dogmantica o in quale occasione Sant Tommaso D'Acquino afferma che le mani dei laici sono indegne?"

    «La distribuzione del Corpo di Cristo appartiene al Sacerdo te per tre motivi: in primo luo go, perché è lui che consacra, tenendo il posto di Cristo. Ora, è Cristo stesso che ha consa crato il suo Corpo nella Cena, ed è Lui stesso che lo ha dato agli altri da mangiare. Dunque, come la consacrazione del Cor po di Cristo appartiene al Sa cerdote, altrettanto appartiene a lui la distribuzione. In secon do luogo, il sacerdote è stabili to intermediario tra Dio e il po polo. Di conseguenza, come a lui spetta l'offrire a Dio i doni del popolo, altrettanto spetta a lui donare al popolo i doni san tificati da Dio. In terzo luogo, per il rispetto dovuto a questo Sacramento, nulla può toccarlo che non sia consacrato. Per questo motivo, il corporale e il calice vengono consacrati, ed altrettanto le mani del Sacer dote vengono consacrate per toccare questo Sacramento, e nessun altro ha il diritto di toccarlo, se non in caso di necessità». (Cfr. Summa Teolo gica, III.a pars, q. 82, a. 3).

    2) "Beh fammi capire per te la Chiesa fino al SETTIMO secolo ha sbagliato?"

    Concilio di Trento, nel 1551, a proposito della Comunione sulla Mano: «... Questo costume deve essere ritenuto di diritto e a giusto titolo come proveniente dalla TRADIZIONE APOSTOLICA» (cfr. Sess. XIII, DE EUCHARISTIA, c. VIII-Denz Sch. Enchridion... ed. 33 a, N. 16-48°).

    S. Sisto I (Papa dal 117-al 136) scrisse: «Solo i ministri del culto sono abilitati a toccare i sacri misteri: hic constituit ut mysteria sacra non tangeren tur nisi a ministris» (cfr. Liber Pontificalis, tomo I, p. 57-Man si I. 653; e cfr. "regesta Pontificum Romanorum", p. 919)

    Tertulliano: «Non la riceviamo dalla mano di altri, nec de aliorum manu su mimus» (Cfr. Liber de Corona, III, 3-RL., tomo li, col. 79)

    Il Concilio di Saragozza, nel 380, lan ciò l'anatema (canone III) con tro coloro che facevano come ai tempi di persecuzione


    3) "I primi cristiani avrebbero sbagliato dal momento che la Comunione veniva distribuita sul palmo della mano e sotto le due specie? [...] Ma sei sicura di conoscere quell oche citi? Beh fammi leggere per favore dove è scritto tutto cio!! Ma come al solito sono le solite scemenze che dici per ignoranza!!"

    Solo in caso di necessità e in tempo di persecuzione, ci assicura san Basilio, si poteva derogare da detta norma, ed era concesso ai laici di comunicarsi con le proprie mani.

    Il Concilio di Saragozza, nel 380, aveva lanciato la scomunica contro coloro che si fossero permessi di trattare la santissima Eucarestia come se si fosse in tempo di persecuzione, tempo nel quale anche i laici potevano trovarsi nella necessità di toccarla con le proprie mani (SAENZ DE AGUIRRE, Notitia Conciliorum Hispaniæ, Salamanca, 1686, pag. 495).

    Ecco perché i primi cristiani potevano anche portare a casa le Sacre Specie ecc.

    Ora è chiaro 'Montini', quante falsità ti insegnano nel Cammino per farti credere allo loro sciocchezze?

    RispondiElimina
  45. la Chiesa ha sempre bisogno di una continua riforma, ma nel senso di purificazione da elementi estranei che vi si insinuano; nel senso di un rimettere in forma ciò che si sta deformando.
    Ma negli ultimi 40 anni riformare ha sempre fatto rima con cambiare e trasformare.

    Questo hanno fatto e fanno i progressisti, quasto ha fatto e sta facendo il Cnc

    RispondiElimina
  46. Caro Manuele.

    Permetti anche a me di risponderti.

    Le tue considerazioni così aperte e così elevate (proprio così!) mi lasciano sempre ammirato.

    Sai, ti considero un "cercatore" del Volto del Signore, leggendo le tue parole così sincere. Certo, uno strumento di comunicazione come questo può dire tutto e il suo contrario rispetto ad uno scrivente.

    Ma la "rivelazione" che fai di te stesso, attraverso le tue parole, è definita secondo le conseguenze che esse portano.

    Permettimi di proseguire con la mia esperienza, che ho iniziato a raccontarti già nei messaggi precedenti, per sommi capi. Che mi piacerebbe anche approfondire insieme e "de visu". Ma questo avverrà se Dio vorrà.

    Vorrei che tu considerassi con attenzione che ciò che noi testimoniamo, secondo la nostra Esperienza ma soprattutto secondo la Tradizione della Chiesa che abbiamo RICEVUTO, è una DIVERSITA' DI FEDE TRAMANDATA dal CnC. Una CONTRADDIZIONE nella Fede professata, quasi fosse un "parallelo" rispetto a ciò che la Chiesa Santa e Cattolica insegna a credere.
    Questa DIVERSITA' ha una peculiarità che la rende poco "evidente". Sebbene vi siano delle "evidenze" anche nel CnC, che sappiamo fa della "forma privata" un fondamento.

    E' "poco evidente" soprattutto perchè il Cammino ha un "uditorio privilegiato". L' "uditorio dei lontani". Il Cammino ha la sua "bandiera" nella "nuova evangelizzazione" di coloro che sono "senza Dio".

    Questo fondamento - negato peraltro dagli Statuti, che definiscono il Cammino anche come EDUCAZIONE PERMANENTE ALLA FEDE e strumento di approfondimento per chi la Fede l'ha già ricevuta e magari ha bisogno di ravvivarla - è un po' il motivo fondante i problemi che sono incorsi con la moltitudine dei "fuoriusciti" o dei "cacciati".

    Non è un caso che la "nuova evangelizzazione" per il CnC sia PARTITA dai Battezzati!

    Per un certo verso è anche comprensibile, poichè vi è una moltitudine che da Battezzata ha perduto la fede, ed è regredita (per così dire) al "rinnegamento di Dio".

    Però è un fatto che il CnC NON FACCIA DIFFERENZE nei confronti di chi da Battezzato ha "rinnegato", chi invece non ha ricevuto il Battesimo e Nega, chi invece ha Ricevuto i Sacramenti e vuole Approfondire e ravvivare..

    Questa differenza la fa lo Statuto, come tu sai. Ma non il Cammino.

    Per questo esiste la parte "iniziale", che provvede a SGOMBERARE il campo di chi anche si trova in una situazione di Tiepidezza e di INSICUREZZA dell'Insegnamento ricevuto, per cui si stigmatizza "un certo tipo di Chiesa" definendola "pagana". Sai bene di cosa parlo e non è necessario ripeterlo. Con l'aggettivo "pagana" si inseriscono una serie di "stereotipi", spesso usati dall' anticlericalismo più acceso (un caso?), inserendoli in un constesto meno "drastico", ovvero di "opportunità". E' stato "inevitabile" che la Chiesa si "paganizzasse" (inserendo in questo termine ciò che è funzionale alla catechesi "riformatrice" della personalità!), ma ora dopo il famoso "Vaticano II" (ovvero l'immagine IDEOLOGICA di questo!), il corso della storia della Chiesa delle "origini" può riprendere con la ricetta del Cammino..

    In questo esiste una autentica TRADiZIONE ALTERNATIVA del CnC e un insegnamento pressante che non affronta con evidenza e in modo DIRETTO i Dogmi che contesta. LI DEFORMA. Ovvero, nel senso etimologico, TOGLIE LA FORMA che avevano e mette la Forma propria. SENZA CONTESTARLI APERTAMENTE. O, almeno, facendo attenzione durante la contestazione di evitare di pronunciare NEGAZIONI DIRETTE ai dogmi creduti.

    Questo modus operandi determina due risultati principali:

    1- i piccoli e i lontani, vivendo letteralmente della Comunità e NELLA Comunità CONOSCONO UNICAMENTE LA TRADIZIONE DELLA COMUNITA'. Questo genere inevitabilmente un RADICAMENTO in questa TRADIZIONE che il Cammino NON A CASO IDENTIFICA CON LA CHIESA;
    2- la Rivelazione, così come Tramandata dagli Apostoli nella Chiesa Cattolica di Sempre, NON E' tramandata e per questo NON E' conosciuta nel suo ESSERE.

    Ottenendo questi due punti, si COSTITUISCE INEVITABILMENTE UN ' ALTRA CHIESA.

    Il discorso è diverso per coloro che entrano nella condizione di chi cerca "approfondimento" o di "ravvivare".

    Molti di noi si inserivano in questa "fascia".
    In questo caso si riceve già una formazione. Dico "una" perchè nel relativismo ecclesiale in cui viviamo, si ricevono "N" formazioni! E questo ha permesso anche (sottolineo ANCHE) al CnC di prosperare! La messa in discussione di Dogmi sempre creduti, non è certo una NOVITA'.

    Viene da sè che se questa formazione è stata "completa" o per lo meno "assimilata", genera ciò che ha generato in molti di noi: il distacco.

    In me, per esempio, a parte la formazione ricevuta, sono state le continue CONTRADDIZIONI con il Magistero dei Papi e la continua MENZOGNA del "non è per noi" che mi hanno fatto decidere.

    In persone con SINCERA volontà, ma legate alla Comunità, la situazione è più difficile. Perchè la FORZA per agire è SPENTA dalla veemenza della difesa del CnC...

    Il "buono" del CnC è sì presente. Per esempio la frequentazione della Sacra Bibbia, la solidarietà, la "radicalità" nelle scelte, la "generosità" degli associati.

    Ma vorrei che tu, nel tuo discernimento, tenessi a mente un caposaldo del Catechismo Cattolico: NON E' MAI (DICO MAI!) POSSIBILE OTTENERE UN BENE CON UN MALE!

    Il "male", carissimo, non è necessariamente male "fisico"! Anzi, per noi Cristiani il "primo" Male è il Peccato! Che si attua in più modi! Il "male Morale" genera MALI FISICI senza nemmeno rendercene conto! Il "male" del Cammino è generato dalla "altra fede" che annuncia (definendola Cattolica!) e dal METODO che utilizza.

    Per cui, il CnC potrà mettere senz'altro a FRUTTO il "bene" che ho ricordato in quel breve elenco, solo se si INSERISCE nel grande Fiume della Chiesa di Sempre! Allora sarà BENE VERO.

    Ma finchè non lo farà, le "intenzioni" non fanno un Bene! E il Bene lo è in "assoluto", non perchè si ritiene come "male minore"...

    In ultima analisi, la soluzione dei Problemi l'aveva data il Santo Padre Benedetto, proseguendo l'Opera di Giovanni Paolo II.

    La Lettera del 2005, che tu sai IGNORATA nella sua sostanza, faceva FINIRE la forma "privata" del CnC!

    Questo perchè il Papa sapeva benissimo che IL PRIMO PASSO, enorme, per ottenere la Cattolicizzazione del CnC è FAR FINIRE LA SUA FORMA PRIVATA.

    Ma ciò che è stato "recepito" è l'opposto...

    Finchè vi sarà in atto la "Forma Privata", il vero fondamento necessario al CnC per perpetuare il proprio SISTEMA, la soluzione NON CI SARA'.

    Spero di non mostrarmi "pessimista". Credo di essere realistico, anche dall'esperienza fatta.

    Per cui auguro a te e al tuo Parroco ogni bene e di riuscire nel vostro intento.

    Ma il Parroco dovrebbe "provare" a de-privatizzare il CnC per iniziare ad ottenere risultati sia in materia liturgica che di fede...

    Ma da quello che riporti, la "forza" che riesce ad esprimere si frantuma sul muro del CnC...

    Dio ti benedica e ti protegga la sua SAnta Madre

    RispondiElimina
  47. la Fraternità non ha alcuno stato canonico nella Chiesa, e i suoi ministri – anche se sono stati liberati dalla punizione ecclesiastica – non esercitano in modo legittimo alcun ministero nella Chiesa.
    ------------------------------------------

    Parole fin troppo chiare. Sacerdoti illeggittimi, relegati in un recinto.
    Cosi ci si fa male per davvero.

    Il riferimento al CVII e' fin troppo chiaro: margini non ce ne sono. Cosi anche la FSPIOX rischia di essere relegata in un cantuccio.

    E' grave che il Santo Padre, ponga come condizione essenziale il riconoscimento pieno del CVII per giungere alla Comunione.

    Speriamo bene, ma qui e' come la vicenda della lettera di Arinze: la sacerdoti legittimi che celebrano in modo illeggittimo, qua il contrario.

    Alla fine come sono andate le cose si sa. Ecco quella vicenda dovrebbe far aprire gli occhi sulle posizioni del Vaticano.

    La storia si ripete.

    RispondiElimina
  48. Mauro ha detto...
    Riguardo la Comunione sulla mano. Perché, se si vuole ritornare alle origini, non si ripristina anche il digiuno dalla vigilia?


    ************************

    tra l'altro lo fanno anche gli Ortodossi...e proprio ieri il Papa, al testo che ho segnalato qualche messagio in alto, alla Congr per il Culto Divino ha specificato IL RITONO AL DIGIUNO almeno un ora prima come era stabilito già dalle Norme di IERI e di OGGI...
    ^__^

    *************************

    mic ha detto...
    ...e in casi particolari da approvarsi dall'Ordinario del luogo, anche in altra parte della Chiesa davvero molto nobile e debitamente ornata.

    c'è da chiedersi il perché di questa aggiunta a proposito della collocazione del Tabernacolo, ma soprattutto il perché "in casi particolari" nel post concilio sia in realtà diventato, da un'eccezione, la REGOLA

    ***

    l'aggiunta si rese necessaria a causa del cambiamento della dislocazione degli altari per celebrare "verso il popolo"....
    Ad ogni modo non è una novità del Concilo ^__^
    basti vedere l'Altare centrale nelle grandi Basiliche come san Pietro, il Tabernacolo sopra NON c'è mai stato ^__^ tuttavia appunto si metteva in mezzo IL CROCEFISSO perch Gesù Eucarestia si rendeva visibile nella Cnsacrazione ergo non era necessario, nel punto centrale della Chiesa avere un Altare anche con il Tabernacolo...

    Il Concilio e la Riforma ha solo SVILUPPATO ulteriormente I MODI DIVERSI in cui Cristo è presente VIVO E VERO: durante la Messa, e dunque non vi è obbligatorietà di porre il Tabernacolo sull'Altare a meno che questo, non SIA già disposto A MURO, e per l'Adorazione Eucaristica NEL TABERNACOLO e allora questo può essere posto A LATO DEL PRESBITERIO in una Cappellina apposita MA DENTRO LA CHIESA....e possibilmente, dice il Papa, su di un altare in un posto ben visibile a CHIUNQUE ENTRA IN CHIESA....e il perchè lo ha spiegato il Papa ieri al Culto Divino, perchè si possa diversificare l'adorazione durante la Messa, dall'Adorazione Eucaristica vera e propria...


    ******************************

    Observer ha detto...

    la Chiesa ha sempre bisogno di una continua riforma, ma nel senso di purificazione da elementi estranei che vi si insinuano; nel senso di un rimettere in forma ciò che si sta deformando.
    Ma negli ultimi 40 anni riformare ha sempre fatto rima con cambiare e trasformare.

    ****

    esatto!!
    ^__^

    RIFORMARE significa appunto RIDARE FORMA A CIO' CHE E' STATO
    DE-FORMATO...

    Noi stiamo vivendo in un tempo in cui la sana dottrina è stata DE-FORMATA a tal punto che la gente non comprendee NON conosce più la VERITA' tanto meno saprebb spiegare quale sia la nostra IDENTITA' CATTOLICA...

    Sempre ieri il Papa parlando al Culto Divino, ha appunto detto:

    Il mio Predecessore, Papa Giovanni Paolo II, nella Lettera Apostolica «Spiritus et Sponsa», in occasione del 40° anniversario della Costituzione Sacrosanctum Concilium sulla Sacra Liturgia, esortava ad intraprendere i passi necessari per approfondire l’esperienza del rinnovamento. Ciò è importante anche rispetto al tema dell’adorazione eucaristica. Tale approfondimento sarà possibile soltanto attraverso una maggiore conoscenza del mistero in piena fedeltà alla sacra Tradizione ed incrementando la vita liturgica all’interno delle nostre comunità (cfr Spiritus et Sponsa, nn. 6-7). A questo riguardo, apprezzo in particolare che la Plenaria si sia soffermata anche sul discorso della formazione di tutto il Popolo di Dio nella fede, con una speciale attenzione ai seminaristi, per favorirne la crescita in uno spirito di autentica adorazione eucaristica.
    Spiega, infatti, S. Tommaso: «Che in questo sacramento sia presente il vero Corpo e il vero Sangue di Cristo non si può apprendere coi sensi, ma con la sola fede, la quale si appoggia all’autorità di Dio» (Summa theologiae, III, 75, 1; cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1381).


    **************

    ... chiaro ciò che dice il Papa, UNA RIFORMA, un ritorno ALLA NOSTRA CULTURA TEOLOGICA CATTOLICA per la quale siano coinvolte TUTTE LE COMUNITA'...E TUTTI I FEDELI E TUTTI I SEMINARISTI...

    il CN si ritiene al di sopra di queste richieste del Pontefice?
    ^__^

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo essere stati approvati da uno dei moderatori.

È necessario firmarsi (nome o pseudonimo; non indicare mai il cognome).

I commenti totalmente anonimi verranno cestinati.