venerdì 29 febbraio 2008

I neocatecumenali e il "mangiare la Pasqua"

Così parla un sacerdote neocatecumenale ad un adepto: "Pensa solo questo: quella catechesi [quella sull'Eucaristia ndr] è stata approvata tale e quale come tu, io e tutti quanti l'abbiamo ricevuta, dall'attuale papa quando era cardinale e si occupava di fede, di teologia e di ortossia." [su questo mente sapendo di mentire ndr] Poi aggiunge: "Non ti preoccupare se in piedi o seduti: l'importante è "mangiare la Pasqua".
A parte l'evidente contrasto con le direttive del Papa cerchiamo di capire cosa questo significa.
Per gli ebrei sinonimo di "pasqua" era l'agnello pasquale, da cui il Nuovo Testamento (Mt 26, 17; Mc 14, 12; Gv 18, 28) riprende le espressioni "immolare la pasqua", "mangiare la pasqua", che sottolineano il senso tipologico dell'agnello ponendo l'accento sulla passione del Signore nel suo significato salvifico.
Applicata a Cristo, questa etimologia indicherà il suo "passaggio" da questo mondo al Padre, e quindi la sua passione-risurrezione, con le quali Egli è "passato oltre" i limiti della morte e comunica questo dono ai credenti in lui.
"Cristo - scrive Apollinare di Laodicea - non ha mangiato la pasqua, ma è diventato egli stesso quella Pasqua, il cui compimento è nel Regno di Dio, quando passa oltre definitivamente la morte: ciò infatti indica la parola pasqua, che significa passar oltre" (Commento a Matteo, frammento 130).
Gesù, quando ha celebrato la Pasqua con i suoi discepoli, come codificato nel Vangelo e nella Tradizione cristiana (che il Cammino neocatecumenale nega perché ritiene valido solo tutto quanto parte dal Concilio Vaticano II), poteva fare questo senza dover completamente inventare ogni cosa e poteva utilizzare elementi della stessa tradizione ebraica comprensibili dai suoi discepoli, ma aveva come base il Vero sacrificio, che quel giorno stesso sarebbe stato deposto sull'altare della volontà del Padre: dato che è Lui il vero Agnello, punto di arrivo della tradizione ebraica, punto di partenza della Tradizione cristiana.
Kiko Arguello, nega il Sacrificio riparatore, affermando: “Il memoriale che Egli lascia è il Suo Spirito resuscitato dalla morte, presente con tutto il suo mistero di morte e resurrezione, fatto vita per portare al Padre tutti quelli che celebrano la Pasqua, tutti quelli che celebrano la cena con Lui. La Chiesa primitiva non ha problemi a proposito di questa presenza” (Orientamenti p. 326). In queste espressioni è giustificata la partecipazione all’Eucarestia di tutti i presenti. Ecco perché i NC attendono di essere serviti seduti attorno ad una "mensa" anziché offrire un Sacrificio davanti ad un "altare" (cfr. nel sito: Lettera di Kiko al papa e la pagina dedicata all'Eucaristia)
Kiko Arguello si riferisce dichiaratamente ad una Presenza come "transignificazione", limitata alla celebrazione, dicendo espressamente a questo riguardo: "Lutero aveva ragione", e non come "Transustanziazione" e quindi Presenza Reale come insegna la Chiesa: Gesù non è presente nell’Eucaristia solo col ‘Suo Spirito resuscitato’, ma anche col Suo Corpo. L’Eucarestia non è solo proclamazione della Risurrezione, ma ripresentazione del sacrificio redentore di nostro Signore che ci ha salvati con la sua Morte e Risurrezione.
Abolire il Sacrificio significa abolire il culto e dove non c'è il vero culto non resta che la Cena protestante o l'abominio della desolazione
Questo nell'essenziale. Il discorso resta tutto da approfondire riguardo alla pesante ebraicizzazione del cristianesimo operata dal Cammino NC, di cui si conosce poco o nulla...

Chi ha il gusto dell'orrido?

Nel rapporto tra la Chiesa e gli artisti andrebbe fatto un passo indietro. Sia gli artisti non figurativi, sia quelli capaci di sperimentare il figurativo sulla materia cristiana dovranno essere nuovamente guidati, come in antico, da un committente che sia teologo e biblista.

Come spiega Edgar Wind in "Arte e anarchia", per l'artista è atto di disciplina artistica nonché di valore religioso piegarsi al "sensus fidei" del popolo cristiano e ad un disciplinamento teologico-liturgico.

Ma il teologo, a sua volta, non dovrà coltivare tardive fascinazioni del "Negativo". Questo sarebbe soggiacere a un "moderno" ormai di maniera, quasi che l’artista, nel suo fare anarchico e sregolato, sia portatore di una rivelazione particolare. Cedendo a questa modernità, come temo avvenga spesso, sarebbe il teologo per primo a riattivare quel gusto per la povertà figurativa del sacro da cui un po' tutti siamo presi.
[tratto da un articolo di Pietro de Marco su Modernità ed arte sacra]

Si parlava nella pagina precedente di cose "inquietanti" e dalla "luce sinistra" e continuiamo a chiederci come mai nella Chiesa possano essere accettate certe icone dell'iniziatore del Cammino, a partire dalla sua profanazione dell'Icona Sacra della Trinità di Rublev per soffermarci sul "tremendo" Cristo dagli occhi e dalle vesti nere.

giovedì 28 febbraio 2008

Una mail che ci dà il polso della situazione

Pubblichiamo questa mail ricevuta ieri e la nostra risposta Potremmo riprendere le nostre riflessioni da qui.

Sono un aderente del Cammino da circa 15 anni e vengo da Malta.
Ho sempre avuto delle riserve sul Cammino e la cosa che mi turba di piu è che la Santa Sede non ha mai fatto una dichiarazione pubblica sul Cammino.
In mancanza di tale dichiarazione non mi sento di tagliare i legami con i miei fratelli. Ho letto tutto quello che si puo trovare sui diversi siti e sono nella totale consapevolezza delle divergenze che possono esistere fra la nostra Chiesa comune e il Cammino. Il rischio che siamo parlando di due organi paralleli esiste.
Quello che chiedo è semplicemente una chiarifica ufficiale dalla Santa Sede. Perché è cosi difficile averla. Mi sentirei l'anima più a posto con me stesso e con Dio.
Ricentemente durante l'annuncio dell'avvento ci è stato detto che gli Statuti sono stati approvati con delle modifiche circa il modo con il quale si celebra la Santa Messa, cioè che l'Eucaristia non la riceveremo piu seduti ma in piedi. Ci è stato detto anche che ci sono altri piccoli modifiche però non sono stati forniti altri particolari.
Cosa ne pensate ?
Di E.C. 27/02/2008 10.3
______________
Pensiamo che il problema non è tanto nella modalità di ricevere la comunione quanto nella teologia che c'è dietro e c'è anche tutto il resto della celebrazione che è anomalo; comunque non è la Messa: è un altro rito che, per parlare francamente, da un lato scimmiotta la Messa e dall'altro la stravolge.
Anche noi siamo molto addolorati del silenzio della Santa Sede che in realtà non è silenzio pieno, perché con la lettera di Arinze si è pronunciata e ha dato un tempo... il silenzio non è sulle direttive ma sul renderle esecutive o esplicitare il fatto di per sé già chiaro che il Cammino si pone da sé fuori dalla Chiesa, pur asserendo di essere Chiesa, ma solo per servirsene come "lasciapassare" e, alla fine, sostituirla con le proprie strutture, prassi, sacerdoti, insegnamenti, che sta continuando a propagare senza sosta, proprio perché non gli è arrivato alcuno stop.
Ci spiace per le tante persone in buona fede che sono a disagio in questa situazione e non sanno come uscirne, anche perché siamo consapevoli che il Cammino crea molta 'dipendenza'
Il Signore ti benedica e ti custodisca!


Forse la Chiesa ha dimenticato la forza della sua Autorevolezza e non viene più esercitato il "Dono dell'Autorità" e anche i doni non esercitati, come le mancanze commesse generano responsabilità e ricadono su molti...
Anche questo è uno degli effetti deleteri del Concilio: la collegialità che dà voce a tanti autorevoli (sarebbe più esatto "pieni di autoritarismo") e per questo (e non solo per questo) potenti nemici della verità

martedì 26 febbraio 2008

Cosa insegna la Chiesa? Confrontiamolo ancora con il CNC.

E' già capitato che il sottoscritto, insieme a voi tutti, abbia confrontato l'Insegnamento Papale, in specifico, con quello ascoltato direttamente (e scritto negli Orientamenti) dal Cammino. Si trattava del Vangelo di Luca e del Primo Scrutinio. Lo roverete nell'archivio del Blog.

Oggi possiamo (prendo spunto da un consiglio dell'utente Uriel) confrontare la Sacra Scrittura con l'insegnamento del CNC. Ovviamente solo ed esclusivamente alla luce della Chiesa Cattolica e del suo Magistero VIVO.

Il Santo Evangelo della III Domenica di Quaresima è stato Letto Magistralmente dal Santo Padre. Il Tema è quello ripreso tante volte dal CNC, degli "adoratori in Spirito e Verità", per giustificare la sparizione del Luogo Sacro. Sostituito dalle "Sale Liturgiche".

Qui il Link all'Insegnamento del Santo Padre

Riguardo gli "adoratori in Spirito e Verità",
Qui un documento Magisteriale splendido

Riguardo il Santo Evangelo del Cieco Nato (Gv, 9), che il CNC utilizza nella Traditio, rispondendo alla domanda - "Chi è per te Gesù?": "un profeta"!- rimandiamo
all'Esegesi del Padre della Chiesa Sant'Agostino.

Gesù non è SOLO un Profeta e la Santa Chiesa Insegna DA SEMPRE che chi lo dichiara Tale, sebbene stia dischiudendo gli occhi su di Lui, ancora non è alla Pienezza.
Infatti nel Vangelo di San Giovanni, alla fine del Brano del Cieco Nato, il Miracolato chiede chi sia il Figlio Dell'Uomo. Gesù risponde che è Lui! Allora e solo allora il guarito risponde: CREDO!

domenica 24 febbraio 2008

Ecco chi illumina la "chiesa oscura"

Cari amici, non lo faccio spesso, perché non ne ho davvero il tempo: dovrei davvero avere una 'vita virtuale' sulla rete :) Oggi, però, ho spigolato un po' e guardate cos'ho trovato:

Tratto dal Blog “Carboni ardenti” che si autodefinisce: per i cristiani che si infiammano nel testimoniare la fede e illuminare la chiesa oscura (!? - ndR) che vuole anche sottolineare come il Vangelo, l’esortazione all’amore e alla testimonianza cristiana, siano le uniche luci della persona di oggi, anche all’interno della Chiesa Cattolica, spesso in preda di oscuri disegni che vogliono riportarci a prima del Concilio Vaticano II.
http://cristianita.wordpress.com/2007/11/18/messa-in-latino-si-o-no-e-se-ne-facessimo-a-meno/

""Pochi giorni fa il segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei sacramenti ha dichiarato che vi è una specie di boicottaggio e obiezione di coscienza contro l’uso del latino durante la liturgia.
L’idea di un “boicottaggio” non è nuova, anzi il polemista Antonio Socci aveva già espresso l’ipotesi che il vero bersaglio di tale azione contraria sia in verità Papa Raztinger. In questo Socci non si smentisce mai e pretende di superare il discernimento e lo Spirito Santo nel prefigurare le intenzioni altrui, ma tant’è.
Riteniamo che l’osservanza letterale delle disposizioni - peraltro opzionali, non necessariamente obbligatorie - sia un’offesa alla libera coscienza del cristiano, anche sacerdote, che voglia invece proporre di vivere il Vangelo nella vita quotidiana e vera.
Spesso si confonde la fede e il desiderio di sacralità con osservanza esteriore di una qualche disposizione, come se il Signore avesse bisogno proprio di questo. Sarà davvero così?
Neanche il Papa (cfr. discorso completo di Benedetto XVI ai neocatecumenali, il 12 gennaio 2006) può imporre il bavaglio allo Spirito e alla coscienza. Cristiani si è anche eventualmente contravvenendo al Papa, cui non si deve obbedienza se palesemente in contrasto con lo Spirito.
""

Avete capito? Siamo a Babilonia, la grande!

sabato 23 febbraio 2008

Si ripropongono gli stessi problemi, ma cos'abbiamo imparato?

Riprendiamo di nuovo questo post di un nostro lettore

Quoto da un Forum cattolico (parla dell'articolo di "Transustanziazione: se le certezze si annebbiano i segni si sfaldano", Inos Biffi, su L'Osservatore Romano 20 febbraio 2008
Non giochiamo sui termini
E' Mistero della fede


"mi dichiaro pienamente e totalmente d’accordo con questo scritto del teologo Inos Biffi, che illustra con esemplare chiarezza le verità di fede sulla natura dell’Eucarestia. Se ne sentiva proprio il bisogno.
Interessante il riferimento alla Mysterium Fidei; però resta davvero un mistero perché il Suo Augusto Autore – che presumo avesse dei poteri e delle responsabilità ben diversi da quelli di un semplice teologo – non sia riuscito ad evitare le derive verso concezioni più nebulose, se non vere e proprie eresie."

In fondo la storia si ripete: le applicazioni distorte postconciliari molti fedeli le hanno subite, alcuni di loro più attenti - sia sacerdoti che fedeli - le hanno sofferte e i sacerdoti addirittura pagate... Ora il Santo Padre sta cercando di correre ai ripari e di quelle applicazioni anomale si prende sempre più consapevolezza e se ne parla più apertamente... E ci si chiede dov'erano coloro che oggi parlano così bene e giustamente... e dove sono oggi quelli che dovrebbero vigilare e salvaguardare la nostra Fede

Ed ora ci si chiede ancora: per quanto ancora la Chiesa continuerà a subire e pagare le storture del camino NC? E, riguardo all'approvazione degli Statuti, siamo all'ennesima "bufala" o davvero non abbiamo fatto altro che gridare nel deserto?

giovedì 21 febbraio 2008

La storia torna a ripetersi

21 febbraio 2008.

Chi dice che i neocatecumenali non sono approvati?
Quello che ci risulta ufficialmente e direttamente è la loro disobbedienza e il fatto che ancora (almeno ufficialmente) la Santa Sede non si è definitivamente pronunciata sulle loro anomale Liturgie e strutture e prassi "diverse" da quelle cattoliche...
Ebbene, apprendiamo con sorpresa pari allo sgomento che in Slovacchia, in pieno ambiente ortodosso, opereranno un vescovo e sacerdoti tutti e solo neocatecumenali. Alla grande festa d'insediamento erano presenti il card Jozef Tomko, già prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, Mons Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, il vescovo di Cracovia Stanislaw Dziwisz...
Per quanto è a nostra conoscenza, le Congregazioni stanno ancora esaminando i loro "Orientamenti", il Santo Padre ancora non si pronuncia sui loro Statuti sui quali, ha dichiarato, esistono problemi. Tra l'altro è scaduto il 1° dicembre 2007, senza aver sortito alcun effetto, il termine concesso dal Papa attraverso una lettera del card Arinze, per adeguare la Liturgia a quella cattolica. E loro vanno avanti come bulldozer e ora chi, in Slovacchia, si appresta a ricevere la "nuova evangelizzazione" crede di entrare nella Chiesa cattolica, ma in realtà entra a far parte del Cammino Neocatecumenale e - com'è ormai dolorosamente noto - non si integrerà mai nelle strutture della Chiesa, a meno che non sia questa che si sta trasformando nel Cammino... e sempre con la garanzia di sacerdoti e di Vescovi e cardinali di Santa Romana(!?) Chiesa!... Tra un po' saremo noi gli eretici! Sarà il caso di preoccuparsene o la Chiesa può continuare a dormire sonni tranquilli?

martedì 19 febbraio 2008

Formazione seminaristi anche al Vetus Ordo

Parole scritte il 9 febbraio scorso da Mons. Perl, segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei

""1) I candidati al Sacerdozio nel Rito Romano della Chiesa Cattolica hanno il diritto ad essere istruiti in entrambe le forme del Rito Romano.
2) Coloro che sono responsabili della formazione dei candidati al Sacerdozio nel Rito Romano della Chiesa Cattolica dovrebbero provvedere all'istruzione dei loro candidati in entrambe le forma del rito.

Queste indicazioni saranno trattate in un'istruzione sull'applicazione del Motu proprio Summorum Pontificum.""

Come si concilia questo con la formazione che ricevono i seminaristi kikiani? Riuscirebbero a celebrare col "sensus ecclesiae" l'Offertorio integro e il Canone Romano, che fanno a pugni con gli insegnamenti kikarmenki (l'offertorio è pagano e si celebra la Cena e non il Sacrificio)? Queste affermazioni sono ampiamente documentate e c'è anche molto di più!

lunedì 18 febbraio 2008

Card Ratzinger sulla Liturgia, 23 Giugno 2003

Pubblichiamo una lettera dell'allora card. Ratzinger
Caro dottor Barth,
la ringrazio cordialmente per la sua lettera del 6 aprile cui trovo il tempo di rispondere solo ora. Lei mi chiede di attivarmi per una più ampia disponibilità del rito romano antico. In effetti, lei sa da sé che non sono sordo a tale richiesta. Nel contempo, il mio lavoro a favore di questa causa è ben noto.
Al quesito se la Santa Sede «riammetterà l’antico rito ovunque e senza restrizioni», come lei desidera e ha udito mormorare, non si può rispondere semplicemente o fornire conferma senza qualche fatica. È ancora troppo grande l’avversione di molti cattolici, insinuata in essi per molti anni, contro la liturgia tradizionale che con sdegno chiamano «preconciliare». E si dovrebbe fare i conti con la considerevole resistenza da parte di molti vescovi contro una riammissione generale.
Diverso è tuttavia pensare a una riammissione limitata. La stessa domanda verso l’antica liturgia è limitata.
So che il suo valore, naturalmente, non dipende dalla domanda nei suoi confronti, ma la questione del numero di sacerdoti e laici interessati, ciononostante, gioca un certo ruolo. Oltre a ciò, una tale misura, a soli 30 anni dalla riforma liturgica di Paolo VI, può essere attuata solo per gradi. Qualunque ulteriore fretta non sarebbe di sicuro buona cosa.
Credo tuttavia, che a lungo termine la Chiesa romana deve avere di nuovo un solo rito romano. L’esistenza di due riti ufficiali per I vescovi e per i preti è difficile da «gestire» in pratica. Il rito romano del futuro dovrebbe essere uno solo, celebrato in latino o in vernacolo, ma completamente nella tradizione del rito che è stato tramandato. Esso potrebbe assumere qualche elemento nuovo che si è sperimentato valido, come le nuove feste, alcuni nuovi prefazi della Messa, un lezionario esteso – più scelta di prima, ma non troppa –, una «oratio fidelium», cioè una litania fissa di intercessioni che segue gli Oremus prima dell’offertorio dove aveva prima la sua collocazione.
Caro dott. Barth, se lei si impegnerà a lavorare per la causa della liturgia in questa maniera», sicuramente non si troverà solo, e preparerà «l’opinione pubblica ecclesiale» a eventuali misure in favore di un uso esteso dei libri liturgici di prima. Tuttavia bisogna essere attenti a non risvegliare aspettative troppo alte o massimali tra i fedeli tradizionali.
Colgo l’occasione per ringraziarla del suo apprezzabile impegno per la liturgia della Chiesa romana nei suoi libri e nelle sue lezioni, anche se qua e là desidererei ancora più carità e comprensione verso il magistero del papa e dei vescovi. Possa il seme da lei seminato germinare e portare molto frutto per la rinnovata vita della Chiesa la cui «sorgente e culmine», davvero il suo vero cuore, è e deve rimanere la liturgia.
Con piacere le impartisco la benedizione che lei ha domandato. Saluti sinceri.
+ Joseph Cardinal Ratzinger

domenica 17 febbraio 2008

Grazie alla Madre Chiesa, che CONFERMA la nostra Testimonianza!

Il Signore ha detto al nostro Primo Papa di "confermarci" nella Fede!

Nonostante la bufera relativista che investe la nostra Madre Chiesa da troppo tempo ormai, viene in nostro aiuto il "Soffio Vitale", l' "Ossigeno" per noi, che è il Paraclito! Qualche tempo fa inserii un articolo del Segretario del Culto Divino, che sembrava felicemente una fotocopia delle nostre riflessioni di sempre. Oggi, a conforto di tutti noi, inserisco un articolo SPLENDIDO preso dall'Agenzia Fides, che spero chiarisca UNA VOLTA PER SEMPRE la questione del "Giudizio" e del "Discernimento" che troppo spesso tanti fratelli NC hanno usato per accusarci. Leggiamo con ATTENZIONE, anche se il brano non è breve.

"VATICANO
- LE PAROLE DELLA DOTTRINA a cura di don Nicola Bux e don Salvatore Vitiello
- La ricezione del Magistero


Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Gli Atti degli Apostoli nel descrivere la bellezza straordinaria della comunità cristiana delle origini, al capitolo 2 versetto 42, affermano: “Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere”. La descrizione presenta quattro elementi caratterizzanti che non possono essere stati posti nel testo senza una precisa ragione. Lo stesso ordine dei dati non è casuale: l’essere assidui nell’«ascoltare l’insegnamento degli apostoli» è la condizione dell’«unione fraterna», della autentica “Fractio panis” e della fedeltà orante.
Purtroppo, anche in tanta ermeneutica postconciliare della discontinuità, quella secondo la quale il Concilio Ecumenico Vaticano II sarebbe stato un «nuovo inizio» della Chiesa, l’idealizzazione della primitiva comunità cristiana ha spesso dimenticato questa fondamentale premessa: l’essere «assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli Apostoli». Il Santo Padre Benedetto XVI, negli ormai storici auguri di Natale 2005 alla Curia Romana, ha definito una tale posizione come portatrice di pericolosi fraintendimenti, di fatto, perciò, erronea, sostituendovi la giusta ermeneutica della riforma, secondo il bimillenario adagio “Ecclesia semper reformanda”.
L’assiduità «nell’ascoltare l’insegnamento degli Apostoli» pone il delicato problema della ricezione del Magistero. Se da un lato è doveroso riconoscere una grande crescita dell’attenzione, anche di tanti laici cristiani e non credenti, ai pronunciamenti del Magistero, nei differenti livelli in cui esso interviene, dall’altro sarebbe realistico domandarsi qual è il suo reale grado di ricezione, fino a che punto l’«insegnamento degli Apostoli» diviene il vero criterio di giudizio con cui confrontare ogni cosa, ogni realtà personale e comunitaria, ogni giudizio autenticamente ecclesiale.
Non a caso il testo degli Atti parla di «insegnamento» al singolare, proprio per sottolineare l’unità dottrinale fondamentale della Chiesa, contro ogni forma di relativismo teologico, di democraticismo decisionista, di riduzione della verità trasmessa dalla Chiesa ad opinione tra le altre. Non è un mistero come, nel generale appiattimento della comunicazione, che è direttamente proporzionale all’aumento del numero delle informazioni, il Magistero ecclesiale sia ridotto, talvolta persino dai cattolici (e soprattutto da quelli che si dicono «adulti»), ad una delle opinioni possibili, nel lago stagnante del relativismo, senza nessun supplemento di autorevolezza e senza nessuna differenza di considerazione.
Analogo fenomeno è possibile riscontrare nella ricezione del Magistero Pontificio: l’«insegnamento degli Apostoli», ben lo sappiamo, è autorevole nella misura in cui è in piena comunione con quello dell’Apostolo Pietro e dei suoi successori. Fatte salve tutte le note distinzioni canoniche sui gradi del magistero e sul relativo assenso dovuto, rimane il fatto che, anche secondo il comune “sensus fidei” del popolo di Dio, il Magistero del Papa non è qualificabile in nessun caso come una delle opinioni nella Chiesa né è paragonabile all’insegnamento di qualunque altro Vescovo o cardinale, fosse anche anziano od autorevole. Il Magistero del Papa è l’autentica posizione della Chiesa e con essa siamo tutti chiamati a confrontarci, per essere «assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli Apostoli».
Di fronte a questa verità, in coloro che pensano (come si dice in alcuni ambienti teologici) di poter andare «non contro ma oltre» il Magistero Pontificio, scatta un meccanismo dagli effetti devastanti per la vita e la crescita spirituale della Chiesa: la censura. Esso non investe solo gli ambienti extra-ecclesiali, ma talvolta perfino quelli intra-ecclesiali. Invece di affidarsi in maniera adulta ad un sano e franco dibattito teologico, si estrapolano alcune parti dei discorsi o si pone il «silenziatore» agli interventi Pontifici, nella speranza che il tempo e la generale distrazione possano far cadere quegli insegnamenti che non sono conformi al proprio limitato punto di vista. Sorvolando sulla responsabilità morale personale di un tale atteggiamento, viene da chiedersi quale tipo di comunione si abbia in mente, che idea di Chiesa, quale di sequela e di disciplina.Tra tutti coloro che «immaginano una Chiesa» diversa da quella attuale e reale, sarebbe così strano «immaginare» che gli interventi del Magistero pontificio divenissero il normale oggetto di studio e catechesi di tutti i cristiani, in tutte le comunità del mondo, a sostegno dell’«unione fraterna» che nasce dal comune giudizio? Sarebbe così strano desiderare che tutti gli organi di informazione ecclesiale obbedissero all’unica logica della diffusione della Buona Novella, nella radicale fedeltà al Magistero di Pietro, senza mai lasciarsi condurre da logiche politiche estranee alla vita della Chiesa ed alla verità cattolica ?
Ben sappiamo che solo l’amore conduce all’ascolto cordiale, umile ed obbediente del magistero.
Questo fatto porta con sé una duplice conseguenza: da un lato l’obbedienza al Magistero ed il lavoro indefesso per la sua piena e corretta ricezione a tutti i livelli della comunità ecclesiale, è indice inequivocabile dell’amore per il Signore, per la Chiesa e per i fratelli, oltre che per se stessi, dall’altro è assolutamente indispensabile tornare a rendere ragione (fare apo-logia) della fede, per far emergere la piena ragionevolezza anche dei pronunciamenti magisteriali e, perché no, la «convenienza umana» dell’obbedienza cordiale alla Chiesa «madre e maestra» dei cristiani e dell’umanità. (Agenzia Fides 9/11/2006; righe 61, parole 807)

venerdì 15 febbraio 2008

Come scoprire nell'edificio sacro il Volto dell'Eterno


L'articolo di oggi di Sandro Magister su www.chiesa ci dona molte suggestioni sulla Bellezza nell'Arte Sacra.

Parole di Enrico Maria Radaelli pubblicate dall'Osservatore Romano 5 febbraio scorso

"L'ispirazione di dare agli edifici sacri la forma di croce nasce direttamente dalla sacralità dell'Eucaristia, sicché ai fedeli pare quasi di introdursi direttamente nel legno della croce e nel corpo stesso di Cristo — al quale davvero accederanno — quasi potesse verosimilmente avvenire quel mistico inserimento nel sacramento ecclesiale, anticipo d'eternità.
Nel Quattrocento Filippo Brunelleschi aggiunge ai muri che con la loro disposizione cruciforme rimandano fisicamente al mistero dell'incarnazione, la figurazione architettonica dell'altro e più alto mistero, la Trinità, e reinventa nella cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze la cupola quale "luogo cosmico" per incrociare adeguatamente i bracci longitudinale e trasversale della basilica cristiana proprio lì dove batte il cuore di Cristo, lì dove si compie il Sacrificio, dando così modo alla chiesa di trasfondere nei suoi fedeli altri necessari ed eccelsi pensieri: lì dove l'Alto discende sull'altare, "alzate gli occhi", o fedeli, e "vedrete" tutto ciò che attraverso l'altare vi è entrato nel cuore."

Altro che la visione Antropomorfa (testa bocca stomaco utero) della "Nuova estetica" kikiana... dove l'Alto non scende sull' 'Altare' ma lo si trova per effetto dell'Assemblea attorno ad una 'Mensa'. Siamo consapevoli di parlare a sordi, ma continuiamo a dire queste cose per chi ancora sordo non è o non lo è del tutto, nella speranza che non debba assordarsi anche lui...

mercoledì 13 febbraio 2008

Gli abusi sono tanti. Che fare?


Tempo fa avevo trovato qualcosa del genere sul Web: è il nostro discorso, riprendiamolo

Dove nascono gli abusi di cui ci lamentiamo? leggiamo Atti degli apostoli cap. 15 dai versi 22 in poi...gli apostoli At 15, 24 “Abbiamo saputo che alcuni da parte nostra, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con i loro discorsi sconvolgendo i vostri animi.”

sta a noi comprenderlo e non siamo chiamati a muovere guerra a queste persone, ma a denunciarne le prassi e gli insegnamenti distorti e a difendere a partire da noi la fedeltà agli apostoli oggi uniti nel Successore di Pietro....
Se nostro compito è restare uniti agli apostoli, giustissimo, nel caso del concilio i cosiddetti nemici non hanno dichiarato di essere contro gli apostoli, anzi tutt'altro. A quanto pare anche dalle parole del motu proprio, i nemici stavano dentro alla cerchia degli apostoli. Allora, citando il Paolo VI che sente puzza di satana dentro i palazzi romani, se ne deduce che allora una parte (Maggioranza? Minoranza? questo è secondario) dei vari Cardinali e Vescovi che dovevano sorvegliare e proteggere il popolo di Dio, non lo hanno fatto o addirittura facevano parte di quella schiera che diceva cose diverse, educando a tali cose i loro sottoposti, i presbiteri, e ingannando il popolo?
Ma se così fosse, il Papa e la parte per così dire buona, perchè non hanno preso contromisure? Anche loro erano perlomeno inconsapevolemente complici dei primi?
Ma allora la chiesa ha subito una congiura bella e buona attraverso gerarchie vendute al nemico!
Che ne pensate?

martedì 12 febbraio 2008

Ci si mettono anche gli ebrei


Ebrei-cattolici, atteso voto rabbini contro preghiera latina


""lunedì, 11 febbraio 2008 11.30
WASHINGTON (Reuters) - I rabbini conservatori potrebbero votare in questi giorni una risoluzione che avvisa il Vaticano dei rischi per le relazioni con il mondo ebraico legati al sostegno del Papa, per una preghiera in latino che invita gli ebrei ad abbracciare Cristo.
"Temiamo che il nuovo testo latino... possa gettare un'ombra sullo spirito di reciproco rispetto e collaborazione che ha marcato questi ultimi quattro decenni, rendendo più difficile per gli ebrei impegnarsi costruttivamente nel dialogo coi cattolici", dice la bozza della risoluzione. Il documento potrebbe essere messo in votazione già oggi, quando 400 membri dell'Assemblea rabbinica, che rappresentano il movimento conservatore del Giudaismo, si riuniranno a Washington per il loro meeting annuale, dicono i rappresentanti dell'associazione. Per molti ebrei, la questione mette a rischio il riavvicinamento cominciato dagli anni 60, quando il Vaticano ha di fatto assolto gli ebrei dall'accusa di aver ucciso Cristo e ha condannato l'antisemitismo.""

Si potrebbero chiedere i buoni uffici dei neocatecumenali per dipanare la matassa e magari concludere tutto a taralluci e vino alla Domus Galileae!

Che momenti ragazzi! Non ci si capisce più niente...

Un campione di "batti e ribatti"

Apro la discussione con questo emblematico post del neocatecumenale Gianluca, inserendo alcune piccole notazioni prima di proseguire su questa nuova pagina:

"Caro Mic, non sono entrato in questo blog per un "batti e ribatti" e per questo che ho accettato l'opinione di Uris. Ho voluto semplicemente portarvi la mia testimonianza e il mio pensiero. Rispondendo a Uris non faccio altro che entrare nella dinamica che tu stesso denunci. Se questo però può aiutarti, lo farò ben volentieri, nonostante nei miei interventi credo che si possano chiaramente leggere le risposte al suo commento (credo tu ti riferisca a quello delle 17,43). Lui parla di una mia inconsapevolezza di cosa accade "realmente" nel cammino, di una visione e percezione condizionata dagli insegnamenti ricevuti e che io aderisco ad un movimento facendomi sfuggire l'essenza reale. Ho già detto che nella mia vita non ho seguito o ascoltato solo i neocatecumenali; ho già detto che ho come amici molti laici appartenenti ad altri movimenti della chiesa cattolica e sacerdoti non del cammino, che contrariamente a quanto asserisci tu Mic, non frequento "saltuariamente" e solo "in grandi occasioni"."

Avevo già obiettato a Gianluca che Uris, come del resto tutti noi, non ha espresso sue personali opinioni, ma una esperienza di difformità tra insegnamenti del Cammino versus quelli della Chiesa. Abbiamo documentato in molti modi queste affermazioni, ma letteralmente scivolano su Gianluca, la cui testimonianza è un 'prototipo'

"Preciso che i catechisti non parlano da soli, ma sempre sono più persone accompagnate da un sacerdote, il quale non sempre è uscito dal redemptoris mater (soprattutto agli inizi quando i seminari del cammino non esistevano)."

Sono più di trent'anni che i Redemptoris Mater sfornano sacerdoti neocatecumenali e non ho mai sentito né sentito dire di un sacerdote che parli al posto dei catechisti o li contraddica se dicono boiate (quando se ne accorge) senza essere poi messo a tacere in ogni modo possibile: ricattandolo, calunniandolo rendengogli la vita difficile o impossibile (a seconda degli atteggiamenti del vescovo) o allontanandolo. E poi, ormai, fer fortuna tutti sanno che non è vero che i catechisti parlano "per ispirazione dello Spirito Santo" e non fanno altro che veicolare acriticamente le catechesi kikarmenke

"Sono testimone che il nostro primo presbitero, un libanese maronita, una volta che ha conosciuto il cammino senza mai sottoporsi alla guida dei catechisti, bensì accompagnandoci nelle celebrazioni, una volta finiti gli studi è tornato in Patria, ha chiamato catechisti per aprire il cammino nella sua parrocchia avendono constatato i benefici."

povera Chiesa! anche in Libano... ( e non solo, purtroppo!) :((

"Sono testimone che il nostro attuale presbitero, un cappuccino slovacco, che aveva grossi dubbi sulle comunità (infatti inizialmente era venuto per la celebrazione del Sabato), si è completamente ricreduto, celebrando con noi anche la Parola, venendo alle convivenze e facendoci gli scrutini senza che a lui gli fossero mai stati fatti, ma basandosi sulla luce del suo essere sacerdote."

un sacerdote che VI FA gli scrutini??? Suvvia!!!

"Tutto questo per rispondere all'accusa (scusa uris se uso una parola un po' forte) di "non consapevolezza" di quello che sto facendo e sul Cristo diverso dal vostro che sto seguendo."

chiede scusa di usare una parola un po' forte come "accusa"? ma da dove viene fuori questa inconsueta urbanità??? Dopo tutti gli "impazzamenti" dei giorni scorsi devono averli ammoniti a fare i bravi... Perdonate l'ironia, che forse mi potevo risparmiare, ma chi ci legge sa di cosa parlo!!!

"Su questo perenne tema della disobbiedienza dovete essere un po' elastici e ammettere che certe scelte su grande scala comportano anche una non rigidità sulle date dei giorni precise! D'altronde scusate i termini degli statuti approvati ad experimentum che scadevano lo scorso Giugno, dovevano essere oggetto d'interesse da parte della Chiesa stessa, non del cammino! Il tot giorno la Chiesa doveva pronunciarsi dicendo se li ammetteva, se no o altrimenti! Il fatto che si è voluto aspettare ancora qualche mese probabilmente l'ha voluto la Chiesa stessa per pronunciarsi su tutta la questione, celebrazione compresa! Ragazzi siamo stati passati al vaglio di tutte le congregazioni, non solo del Papa, non sono cose da poco. Io non mi sento disubbidiente perchè la Chiesa mai ha fatto uscire un documento ufficiale in questi mesi e secondo me lo avrebbe dovuto fare per definirci disubbidienti! Se la Chiesa pensasse veramente che le stiamo andando contro, lo avrebbe detto ufficialmente. Evidentemente siamo nella fase di chiusura di tutto il discorso, quindi niente ammonizione vaticana, niente disobbiedienza."

Ecco, qui chiamerei davvero in causa la chiesa nelle persone di chi deve decidere, perché davvero sarebbe anche ora... e notate che tutta la"colpa" della situazione è della Chiesa... in un certo senso però ha una sua logica...

"Ora si può passare oltre e non rischiare di fare il solito "batti e ribatti" di cose "fritte e rifritte".!

Mi chiedo quelle appena scritte che cosa erano se non un vecchio copione, un "deja vu"... Chi ci legge non da ora lo sa bene!

sabato 9 febbraio 2008

In dirittura di arrivo. Di cosa?

Ci scrive Montmirail:
"Vorrei seguire quell'astensione dalle parole e dalle immagini che ha raccomandato Benedetto XVI per la quaresima. Tuttavia la sensazione che si ha da questa ed altre vicende è che ci sia qualcosa di non detto e forse non dicibile ancora per molto, di cui il fenomeno NC con o senza statuto rappresenta una parte forse persino marginale. Ci si chiede cioè se davvero il cristianesimo sia ormai da considerare «una trascendente fioritura messianica dell’ebraismo del primo secolo» in accordo con una certa teologia."

Anche noi vorremmo seguire la stessa astensione dalle parole e dalle immagini e lo faremo per quanto è possibile. Tuttavia, nel rimanere di vedetta, ci limitiamo a raccogliere la provocazione senza richiamarci all'articolo citato, in quanto non ne condividiamo le conclusioni che disegnano scenari prodotti da una visione unilateralmente estremizzata della realtà, ma ricordiamo come ci siamo trovati a riconoscere nel Cammino Neocatecumenale un messianismo con connotazioni talmente vicine all'ebraismo da dovervi rilevare anche l'aspetto, molto marcato, di vera e propria "ebraicizzazione" del cristianesimo. Aspetto, finora trascurato - forse troppo - anche di chi ha da svariati anni denunciato le storture teologiche e dottrinali alla base degli insegnamenti kikarmenki... e non sappiamo quanto conosciuto da chi del Cammino raccoglie unicamente le suggestioni e le acrobazie apologetiche con enfasi su 'frutti' eclatanti che, a ben vedere, risultano 'avvelenati' e non si rivelano più tali se si conosce cosa c'è dietro...
Nel sito lo abbiamo evidenziato in molte parti e presto dovremmo meglio approfondire

Ci dicono che sarebbe in dirittura d'arrivo l'approvazione degli Statuti... sono mesi che tra annunci e smentite andiamo avanti con questo tormentone e siamo qui, in attesa di quello che succederà, per cogliere l'evoluzione degli eventi che in un modo o nell'altro influiranno sul futuro della Chiesa...
Affidiamoci, come sempre al Signore e alla preghiera gli uni per gli altri, per la Chiesa e per Papa Benedetto.

venerdì 8 febbraio 2008

La decisione è in mano al Santo Padre

Fonti attendibili dicono che il S. Padre ha avocato a sé ogni decisione...
Ero incerto se divulgarlo o meno, ma i loro big certamente lo sanno, e tuttavia continuano a dare tutto come già approvato.
E' evidente che se non ci fosse qualche, chiamiamolo problemino, i cardinali avrebbero già concluso il tiro alla fune e il Papa non sarebbe stato costretto a prendere in mano direttamente la situazione.
Tutti i grandi proclami degli scorsi giorni che già ci lasciavano perplessi dato il silenzio dalla Santa Sede, non avevano proprio senso...
Continuiamo ad aspettare e a pregare.

Il Signore solo sa...

giovedì 7 febbraio 2008

Resistere o arrendersi?


Anche questa nuova pagina apre con il commento di un nostro lettore. Questo mi sembra una sintesi chiara ed essenziale dalla quale ripartire per proseguire la discussione, tenendo conto della saturazione della pagina precedente.

"A proposito del resistere o arrendersi all'approvazione degli statuti noecatecumenali. Sembrano esservi due differenti posizioni nella Chiesa:

- quella per la resa, di chi è cioè convinto che la Chiesa stia vivendo i suoi ultimi tempi, che se dovrà essere martirio, martirio sia, per cui la vicenda cammino è del tutto irrilevante in un contesto apocalittico.

- E quella per la resistenza, di chi ritiene che avendo entrambe le guance saturate di ceffoni, occorre reagire, fare quadrato per non darla per vinta al caravanserraglio degli avversari, dei nemici storici, dei detrattori, dei mistificatori e voltagabbana, tra cui i neocatecumenali: tutti interessati a demolire la Chiesa storica per costruirne un'altra a propria immagine e somiglianza.

Se questo è il quadro della situazione, l'approvazione eventuale degli statuti neocatecumenali non risolverà la situazione, essendo indifferente ai primi, con tutte le conseguenze per la Chiesa di un'atteggiamento spento e rassegnato di chi dovrebbe difenderne i valori, ed intollerabile ai secondi, per i quali l'approvazione, lungi dal quietare gli animi, costituirebbe motivo di acuizione degli attriti e delle polemiche, soprattutto se restassero irrisolte tutte le questioni dottrinali e comportamentali che sono all'origine dei contrasti."

A me vien fatto di osservare che le guance "piene di ceffoni" non sono tanto le nostre, quanto quelle della Verità e che chi è deputato a difendere la Retta Fede - che genera rette coscienze e retta vita - dovrebbe guardare innanzitutto ad Essa e non indulgere a trattative (!?), tatticismi, strategie, vari, che sono tutte cose umane che non sappiamo dove ci portano... Della Verità, invece sappiamo, perché ce lo ha detto il Signore che "ci farà liberi" e liberi vuol dire Suoi senza compromessi, infingimenti, sovrastrutture, inganni, capaci di discernere ciò che viene da Lui e ciò che è propinato da "cattivi Maestri" o "falsi profeti"...

martedì 5 febbraio 2008

A proposito dell'approvazione o meno del Cammino NC


Apriamo la nuova pagina con questo post di un nostro lettore che ci sempra un po' forte nei contenuti, da cui ci sentiremmo di prendere le distanze, se non rispecchiasse anche le nostre preoccupazioni. Lo proponiamo per riprendere la discussione e verificarne la portata alla luce degli eventi in corso, specialmente in merito alla conclusione...

"O si dà per veritiero tutto quanto è stato segnalato, denunciato, testimoniato contro il cammino neocatecumenale in questi anni, e allora, non essendovi alcun ragionevole motivo al mondo per accogliere tale pericolosa setta nella Chiesa, bisognerà considerare l'ipotesi che in Vaticano si siano votati al più ottuso autolesionismo.

Oppure tutto quanto è stato detto, riferito e testimoniato sul cammino sono invenzioni e fandonie tese a screditarlo, pertanto le congregazioni avranno compiuto opera giusta e meritoria nell'approvare l'ingresso ufficiale del cammino nella Chiesa.

Ma, se le interpretazioni soggettive delle Scritture, le confusioni dottrinali, gli stravolgimenti liturgici, i rivolgimenti simbolici, i cambiamenti strutturali, la vocazione settaria, la tendenza all'usurpazione dei poteri sacerdotali, l'utilizzo di metodi vessatori sulle coscienze, non sono pure invenzioni ma una realtà di fatto ampiamente documentata, l'eventuale approvazione illogica, irrazionale, contra fidem et ecclesia del cammino neocatecumenale sancirà una frattura profonda tra i credenti tradizionali ed una Curia capace di mettere in pericolo l'integrità stessa della fede e la serenità del pontificato attuale.

Nessuno potrebbe cancellare nei fedeli la sensazione che alcuni in Vaticano stiano lavorando contro il Papa, per distruggere la Chiesa fondata da Cristo e consegnata a Pietro ed ai suoi successori apostolici. Conseguenzialmente, nessuno sarebbe moralmente obbligato a compartecipare ad un tale disegno distruttivo, anzi sarebbe tenuto a dissociarsi e continuare a contrastare il cammino per supplire al tradimento di quei chierici. In certo qual modo, ubi maior cessat, minor supplet"

Si può essere d'accordo con l'analisi ma è difficile accettare la conclusione; perché ritengo sia irrealistico "contrastare il Cammino" qualora la Chiesa lo approvi. E' già difficile se non impossibile non tanto contrastarlo, quanto criticarlo e denunciane le storture ora. Se la Chiesa lo approverà non faremo che tacere, perché abbiamo parlato finché si era in tempo... e, molto umanamente e non cristianamente, mi viene da dire che chi sceglierà il Cammino, alla fine se lo sarà meritato... anche se a ognuno andrà la sua responsabilità... Quanto alla conclusione ultima... beh, quella è nella mani del Signore, che non smette mai di operare e susciterà Lui quel che sarà necessario per la Sua Chiesa.