domenica 30 settembre 2007

Nessun indulto per il Cammino. Ecco le prove! Parte II

Andiamo avanti in questo triste approfondimento.

L'altra Norma fondamentale da approfndire, sebbene sia chiarissima, è la Lettera recente del Culto Divino, datata 2005. La linko per comodità: Lettera Arinze

Evidenzio anche in questa i riferimenti citati:

1. Institutio Generalis Missalis Romani (nn. 105 e 128), relativamente alle Monizioni previe le letture.
2. Praenotanda dell’”Ordo Lectionum Missae” (nn. 15, 19, 38, 42), idem.
3. “Ecclesiae de Mysterio” art. 3, §§ 2 e 3 (già esplicitata in lettera), relativamente alle "risonanze" che la Chiesa chiama "testimonianze".
4. Istruzione “Redemptionis Sacramentum”, n. 74 , idem.

Senza tralasciare gli altri aspetti della Lettera, che chiedono chiaramente di seguire la Liturgia Cattolica istituita, senza aggiungere od omettere nulla (hai detto niente!), questi meritano un approfondimento.

venerdì 28 settembre 2007

Nessun indulto per il Cammino. Ecco le prove! Parte I

Vorrei iniziare anche qui, come sul Sito, un percorso di chiarificazione dell'inganno operato dal Cammino, in cui anche il sottoscritto è caduto.

E' bene chiarire una volta di più (e sembrano non bastare mai) PERCHE' noi chiediamo chiarezza e determinazione. Se per nostra mitomania e megalomania o se per aver toccato con mano una situazione gave, critica, nella Chiesa Cattolica.

Rifacendomi alle 3 domande a cui il nostro fratello Luiz non ha mai risposto, inizio ad inserire il primo dei Documenti che il Culto Divino emanò per regolare la vita comunitaria del Cammino. Tale documento, risale al Dicembre del 1988 (quindi in vigore dal 1989) e segue il solco già tracciato da Giovanni Paolo II, le cui direttive sono contenute nel suo discorso di 6 anni prima, che abbiamo già avuto modo di vedere.
Nei documenti ecclesiali, anche quelli più brevi, le istruzioni sono arricchite da riferimenti diretti e rimandi a norme specifiche inerenti il problema in oggetto. Ora noi espliciteremo le norme di riferimento. Questo sarà il nostro fine.
Vediamo:

NOTIFICAZIONE DELLA SACRA CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO SULLE CELEBRAZIONI NEI GRUPPI DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE

La Congregazione per il Culto Divino e per la Disciplina dei Sacramenti ha ricevuto spesso domande, anche da parte di Vescovi, circa le celebrazioni dell'Eucaristia nei gruppi del così detto « Cammino Neocatecumenale ». Riguardo a ciò, e senza pregiudicare ulteriori interventi, questo Dicastero dichiara quanto segue:

1. Le celebrazioni di gruppi particolari riuniti per una specifica formazione loro propria sono previste nelle istituzioni Eucharisticum Mysterium, del 25 maggio 1967, nn. 27 e 30 (AAS 59, 1967, 556.557) e Actio Pastoralis, del 15 maggio 1969 (AAS 61, 1969, 806?811).

2. La Congregazione consente che tra gli adattamenti previsti dall'Istruzione Actio Pastoralis, n. 6$11, i gruppi del menzionato « Cammino » possano ricevere la comunione sotto le due specie, sempre con pane azzimo, e spostare, « ad experimentum », il rito della pace dopo la preghiera universale.

3. L'Ordinario del luogo dovrà essere informato abitualmente, o « ad casum », del posto e del tempo in cui tali celebrazioni si svolgeranno; esse non potranno essere fatte senza la sua autorizzazione. In occasione di questa dichiarazione, la Congregazione ribadisce quanto è detto nelle istruzioni sopra citate, e specialmente la seguente raccomandazione: « Si esortano vivamente i pastori d'anime a voler considerare e approfondire il valore spirituale e formativo di queste celebrazioni. Esse ottengono il loro scopo solo se conducono i partecipanti a una maggiore consapevolezza del mistero cristiano, all'incremento del culto divino, all'inserimento nella compagine della comunità ecclesiale e all'esercizio fecondo dell'apostolato e della carità verso i fratelli » (Actio Pastoralis).

Dalla Sede della Congregazione per il Culto Divino e per la Disciplina dei Sacramenti, 19 dicembre 1988. EDUARDO Card. MARTÍNEZ SOMALO Prefetto VIRGILIO NOÉ Arciv. tit. di Voncaria Segretario

Ora approfondiamo!

martedì 25 settembre 2007

Ancora sulla "Nuova" evangelizzazione

Visti gli ostacoli, messi ad arte, nella pagina precedente, proseguiamo qui. Sperando in qualcosa di costruttivo da parte di coloro che vengono solo a disturbare. Ma ho i miei dubbi...
E questo la dice mooolto lunga

lunedì 24 settembre 2007

"Nuova" Evangelizzazione: nuova ideologia?


Prendo spunto da una interessante domanda del nostro fratello "anonimo nc" per procedere con questo argomento scottante.

Sotto questo termine, troppo spesso, si fa passare qualsiasi metodo e azzardo!

Intanto partiamo dal nostro caso, il nostro blog. Vediamo cosa ne pensa la Chiesa e quali siano le sue norme. Poi possiamo spaziare e approfondire.

LA CHIESA E INTERNET

"...Consideriamo... la capacità positiva di Internet di trasmettere informazioni e insegnamenti di carattere religioso oltre le barriere e le frontiere. Quanti hanno predicato il Vangelo prima di noi non avrebbero mai potuto immaginare un pubblico così vasto... i cattolici non dovrebbero aver paura di lasciare aperte le porte delle comunicazioni sociali a Cristo affinché la Sua Buona Novella possa essere udita dai tetti del mondo! »

...Oltre a questi benefici, ve ne sono alcuni più o meno specifici di Internet. Questo sistema permette accesso immediato e diretto a importanti fonti religiose e spirituali, a grandi biblioteche, a musei e luoghi di culto, a documenti magisteriali, a scritti dei Padri e Dottori della Chiesa e alla saggezza religiosa di secoli. Ha la preziosa capacità di superare le distanze e l'isolamento, mettendo le persone in contatto con i loro simili di buona volontà, che fanno parte delle comunità virtuali di fede per incoraggiarsi e aiutarsi reciprocamente. La Chiesa può prestare un importante servizio ai cattolici e ai non cattolici selezionando e trasmettendo dati utili su Internet.

Internet è importante per molte attività e numerosi programmi ecclesiali quali l'evangelizzazione, la ri-evangelizzazione, la nuova evangelizzazione e la tradizionale opera missionaria ad gentes, la catechesi e altri tipi di educazione, notizie e informazioni, l'apologetica, governo, amministrazione e alcune forme di direzione spirituale e pastorale.

Sebbene la realtà virtuale del ciberspazio non possa sostituire una comunità interpersonale autentica o la realtà dei Sacramenti e della Liturgia o l'annuncio diretto e immediato del Vangelo, può completarli, spingere le persone a vivere più pienamente la fede e arricchire la vita religiosa dei fruitori. Essa è per la Chiesa anche uno strumento per comunicare con gruppi particolari come giovani e giovani adulti, anziani e persone costrette a casa, persone che vivono in aree remote, membri di altri organismi religiosi, che altrimenti non sarebbe possibile raggiungere

...6. La Chiesa deve anche comprendere e utilizzare Internet come strumento di comunicazione interna. Per questo bisogna tener presente la sua natura speciale di mezzo diretto, immediato, interattivo e partecipativo

Poiché sempre più persone prendono confidenza con questo aspetto peculiare di Internet in altri settori della loro vita, ci si può aspettare che ricorrano a Internet anche a proposito della religione e della Chiesa.

È nuova la tecnologia, ma non l'idea. Il Concilio Vaticano II ha affermato che i membri della Chiesa dovrebbero manifestare ai loro Pastori « le loro necessità e i loro desideri, con quella libertà e fiducia che si addice ai figli di Dio e ai fratelli in Cristo »; infatti, nella misura della scienza, della competenza e del prestigio di cui godono « essi hanno il diritto, anzi anche il dovere, di far conoscere il loro parere su ciò che riguarda il bene della Chiesa ».25 La Communio et progressio ha osservato che la Chiesa, in quanto « Corpo vivo », « è un corpo vivo che ha bisogno dell'opinione pubblica che è alimentata dal colloquio fra le diverse membra ».26 Sebbene le verità di fede « non possano in nessun caso essere lasciate alla arbitraria interpretazione dei singoli », la Costituzione Pastorale ha osservato che « vastissima è la zona di ricerca, nella quale può attuarsi questo dialogo interno ».27

...« Un flusso bidirezionale di informazione e opinioni fra Pastori e fedeli, la libertà di espressione sensibile al benessere della comunità e al ruolo del Magistero nel promuoverlo, e un'opinione pubblica responsabile sono tutte espressioni importanti del « diritto fondamentale al dialogo e all'informazione in seno alla Chiesa ».31 Internet è un efficace strumento tecnologico per comprendere questo concetto.

La proliferazione di siti web che si definiscono cattolici crea un problema di tipo diverso. Come abbiamo detto, i gruppi legati alla Chiesa dovrebbero essere presenti in modo creativo su Internet. Parimenti, hanno diritto di esservi presenti anche individui e gruppi non ufficiali, ben motivati e ben informati, che agiscono di propria iniziativa. Tuttavia è motivo di confusione, come minimo, non distinguere dalle posizioni autentiche della Chiesa interpretazioni dottrinali eccentriche, pratiche devozionali stravaganti e proclami ideologici che recano l'etichetta « cattolico »."

sabato 22 settembre 2007

Basta con gli inganni! VERITA'!VERITA'!VERITA'!


Il nostro fratello Luiz, con altri fratelli NC, seguita a condannarci senza appello e senza MOTIVO! Si tirano in ballo le più basse strategie. Come quella secondo cui ODIAMO qualcuno, il Cammino o la Gerarchia; saremmo dei "ribelli" di non si sa quale scisma; vorremmo, non si sa come, sostituirci a qualcuno.

nessuno risponde a tono alle nostre domande e soprattutto nessuno argomenta una correzione! la domanda del post precedente non e' stata minimamente presa in considerazione! La ribadisco: le Norme date al Cammino non contengono nessun indutlo per la sua prassi e le sue catechesi! perche' mi/ci avete ingannato? perche' noi ciechi dovremmo accettare di farci guidare da altri ciechi?

Riguardo il Catecumenato Post-Battesimale, Luiz ha ingannato ancora (in buona fede?Spero di sì), dicendo che la Chiesa consente un NeoCatecumenato come quello che attua il Cammino. anche questo e' falso! la chiesa non ha mai consentito che si possano ripetere riti battesimali, scrutini, che sono esclusivamente battesimali! il ripeterli equivale a ripetere il battesimo! l'oica (ordinamento iniziazione cristiana adulti) non concede nulla di tutto questo! e se lo concede il direttorio di kiko, qualcuno deve spiegarci come sia possibile questa schizofrenia ancora non riparata. con danno immane per tutti!

Secondo voi sono io a decidere per la Chiesa? LEGGETE QUA!


"46. Si tenga presente che alcuni riti tipici del catecumenato e dell’iniziazione non si possono celebrare per i cristiani già battezzati . In quanto propri del catecumenato, non si devono ripetere l’elezione, gli scrutini, gli esorcismi e le unzioni con l’olio dei catecumeni. Essi sono esclusivamente propedeutici al Battesimo da celebrare. Analogamente, l’unzione con il crisma e la consegna della veste bianca esprimono un riferimento specifico al Battesimo appena ricevuto e, quindi, non trovano ragione d’essere in altre situazioni.
Si può tuttavia pensare a un momento di ammissione all’itinerario o al percorso di ricerca e, al termine di ciascuna tappa, si può inserire la valutazione, in un clima di dialogo, del cammino compiuto, da collegare, eventualmente, a un momento celebrativo."

e per il periodo si pensano al massimo 2-3 anni!

ORA QUALCUNO RISPONDA!

mercoledì 19 settembre 2007

Gli inganni del Cammino sono da sfatare! ECCOLI


Spesso abbiamo trovato grandi difficoltà nel dialogare con i nostri fratelli NC perchè fermi nella convinzione, dettata dai Catechisti E MAI CONSTATATA CONCRETAMENTE, che il Cammino avesse avuto ed abbia tuttora INDULTI per le difformità più evidenti..... ed approvazioni a 360°!
NIENTE DI PIU' FALSO.

Purtorppo il Cammino nasconde la verità agli adepti, che sono le prime vittime di questa setta, riguardo ogni aspetto legato al NeoCatecumenato Kikiano e alle normative ecclesiali! Non solo quelle che lo riguardano direttamente! Ma anche quelle del Magistero Ordinario. Spesso troppo e chiaramente diverso da quello del Cammino!

Si nega tutto. Anche l'evidenza. Si nega l'esistenza di documenti, richiami, catechesi papali! Ma la cosa più preoccupante è l'assenza di personalità degli adepti.... Noi invitiamo chi legge a VERIFICARE CON I PROPRI OCCHI ANDANDO ALLE FONTI, senza accontentarsi di ciò che affermiamo! Superandoci, se veniamo creduti "parziali"!

In sintesi ripeto ciò che abbiamo già avuto modo di esaminare, ma ora cerchiamo di renderlo più chiaro, ordinato e sistematico:

1. Il Cammino non ha mai avuto nesssun Indulto da parte della Chiesa nè sul suo metodo catechetico, nè sulla liturgia praticata (a parte la concessione, comunque già praticata nella Chiesa, di ricevere la COmunione al Corpo e al Sangue e di spostare il Rito della Pace.STOP!).
2. Le norme che si riferiscono al Cammino sono unicamente CORRETTIVE e non concedono nulla di ciò che il Cammino invece pratica bellamente.
3. Tali norme sono principalmente:
- Notificazione sulle celebrazioni nei gruppi del "Cammino neo-catecumenale" -24 dicembre 1988
- Statuto del Cammino NeoCatecumenale - 29/6/2002
- Lettera del Culto Divino al Cammino NC - 1 dicembre 2005
Le suddette norme NON CONCEDONO NULLA di ciò che il Cammino è!

Se anche il Cammino fosse la quintessenza della Cattolicità, il solo fatto di aver ingannato per 40 anni chi vi partecipa lo rende, ahinoi, illecito e grandemente dannoso. Il resto aggrava la sua situazione...

IO SUPPLICO I NOSTRI FRATELLI NC DI NON CHIUDERE SUBITO GLI OCCHI MA DI TOCCARE CON MANO QUANTO DICIAMO!

lunedì 17 settembre 2007

Sacerdozio nel cammino Redemptoris Mater et alii

Partiamo da questi dati iniziali:
  1. Secondo Kiko i seminari RM nascono grazie al decreto ‘‘Presbyterorum Ordinis’’ n.10: « Ricordino dunque i presbiteri che deve stare loro a cuore la sollecitudine per tutte le chiese... Dove lo richiedono motivi di apostolato (la mancanza di sacerdoti) si faciliti non solo una funzionale distribuzione dei presbiteri, ma anche l'attuazione di specifiche iniziative pastorali... A questo scopo potrà esser utile la creazione di seminari internazionali... per il bene di tutta la chiesa, secondo norme da stabilirsi per ognuna di queste istituzioni e rispettando sempre i diritti degli ordinari del luogo ».

  2. I Seminari R.M., secondo Lo Statuto, " sono eretti dai Vescovi diocesani, in accordo con l'Equipe Responsabile internazionale del Cammino, e si reggono secondo le norme vigenti per la formazione e l'incardinazione dei chierici diocesani e secondo statuti propri, in attuazione della Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis. In essi i candidati al sacerdozio trovano nella partecipazione al Cammino Neocatecumenale un elemento specifico e basilare dell'iter formativo."

  3. sarebbe opportuno conoscere gli "statuti propri"

    Queste le prime evidenze che si possono notare:
    1. Come è possibile che i Fondatori del cammino abbiano sia nel ruolo formativo che fondativo dei seminari la stessa dignità dei Vescovi?

    2. operano nel cammino due tipologie di sacerdoti:

      2.1. coloro che non solo si sono formati nei RM e che devono seguire non gli insegnamenti della Chiesa (pur se prevedibilmente frequentano corsi di teologia nelle facoltà teologiche) ma vengono sottoposti a tutto l'iter formativo neocatecumenale (tappe, passaggi, scrutini, obbedienza ai catechisti)

      2.2. ma anche coloro che, pur avendo studiato in un normale seminario diocesano, hanno trovato la loro vocazione e hanno esercitato il loro ministero sempre, o quasi, nel cammino, o comunque legati alla loro comunità e ne assorbono e si adegauno perfettamente a contenuti e metodi, anziché porsi come guide, reggitori della comunità, come indica il Papa e com'è prerogativa dei sacerdoti cattolici...
Fermo restando che l'ordinazione dei Redemptoris Mater è valida perché operata dai vescovi, ci si chiede tuttavia se la loro azione sacerdotale non possa essere inficiata dal credere e professare cose diverse da quelle insegnate dalla Chiesa sia nella celebrazione eucaristica (Cena protestante e non sacrificio, Presenza simbolica e non reale) che nella somministrazione dei sacramenti, sopratutto quello della riconciliazione ed inoltre nel credere nella perfetta identificazione del Cammino con la Chiesa, della quale sono totalmente cancellati 2000 anni di storia e di insegnamenti (da Costantino al Vaticano II, preso come fondante del Cammino, senza applicarne la continuità come affermato e ribadito dal Papa)... ergo si agisce e si opera nel nome del cammino ritenendo che sia la vera Chiesa...

Proseguiamo ora la nostra riflessione

sabato 15 settembre 2007

Il Sacerdozio nel Cammino e i seminari RM


Cari amici,
nel desiderio di raccogliere il suggerimento di Anonimo NC e di portare avanti la discussione sui Redemptoris Mater, vi ripropongo questo vecchio articolo che analizza solo parte del problema. Lo svilupperemo insieme, col realismo e l'obiettività che il nostro interlocutore ci sta trasmettendo, cogliendone tutti gli aspetti, per tirar fuori un documento che aggiorni quello già presente nel sito

Il Sacerdote viene identificato nello Statuto NC, obbedendo al Magistero della Chiesa ma prima di tutto a CRISTO che ha istituito l'Ordine, come la Guida e il "Governatore" della Comunità in Comunione col Parroco e col Vescovo!

Egli viene insignito del Compito particolare di REGGERE la Comunità e di essere dispensatore del Magistero Ecclesiale, curatore e Maestro dei Sacri Riti, che a Lui solo spetta di officiare (SENZA DELEGHE) secondo le disposizioni di Santa Madre Chiesa, Guida degli "Scrutini", conoscitore degli stessi.

Invece la Prassi NC è praticamente OPPOSTA! Il Sacerdote, da come si evince anche dalle correzioni dei Vescovi e del Papa, oltre che dalle nostre esperienze, è un mero strumento "cultuale". Un "Funzionario". Un "fratello" che ha le funzioni di PRESIEDERE le liturgie! Infatti egli stesso deve obbedienza ai suoi catechisti, se è in Cammino anche lui o comunque ai catechisti della Comunità. Che sono i veri vescovi del CNC.

Ma la domanda che si pone e ci pone Anonimo NC è ben precisa: l'ordinazione dei seminaristi RM da parte della Chiesa Romana legittima il Cn?

giovedì 13 settembre 2007

Divisione ribadita a Loreto

Stralcio dall'articolo di Korazym.org sul megaraduno NC di Montorso:
"Riferendosi alle provocazioni forti lanciate sabato davanti a Benedetto XVI durante la veglia dell'Agorà, uno degli iniziatori del Cammino dice: “Avete sentito sabato nella veglia del papa le testimonianze dei giovani delle parrocchie: quanto sconcerto! Quanto disorientamento! E questi sono i giovani delle parrocchie… Immaginatevi gli altri! Quanta disperazione! Voi avete un dono immenso, di poter vivere in comunità in cui il Signore vi dà delle certezze e non dei dubbi Perseverate!”.
[Prosegue l'articolista] Persevereranno, certo, i giovani neocatecumenali. Come in verità perseverano, fidandosi di Dio, anche “i giovani delle parrocchie”, e la speranza è che lo sappiano e ne siano ben consapevoli, i ragazzi che affollano Montorso anche il lunedì. Vista la realtà di molte parrocchie, vista la troppa distanza fra i ragazzi "delle parrocchie" e quelli "delle comunità", andrebbero forse enfatizzati i motivi che uniscono, più che le differenze, vere o presunte."

lunedì 10 settembre 2007

“Sine dominico non possumus!” . L' "Odio" della "sola Scriptura" di Kiko...E la retta fede Predicata dal Papa!


Il Santo Padre mette la parola fine alle deformazioni operate dal Cammino sui passi biblici. Uno in particolare è oggetto di uno Scrutinio (il Primo) e di un passaggio, lo Shemà. Quello di Domenica scorsa.

Ma invece di Kiko, ascoltiamo il Santo Padre. Siamo illuminati dalla sua Parola, quella del Vicario, quella della Chiesa millenaria. L'Amore di Cristo traspare e brilla in Lui.

Cosa pensano i nostri fratelli NC, quando sentono queste Omelie Papali sul Giorno del Signore? E cosa pensano quando osservano la chiara diversità di ciò che insegna Kiko da ciò che insegna il Papa? APRITE GLI OCCHI!

Dall'Omelia del Santo Padre al Duomo di Santo Stefano

“Sine dominico non possumus!” Senza il dono del Signore, senza il Giorno del Signore non possiamo vivere: così risposero nell’anno 304 alcuni cristiani di Abitene nell’attuale Tunisia quando, sorpresi nella Celebrazione eucaristica domenicale, che era proibita, furono portati davanti al giudice e fu loro chiesto perché avevano tenuto di Domenica la funzione religiosa cristiana, pur sapendo che questo era punito con la morte. “Sine dominico non possumus”.
(...)
Se, tuttavia, prestiamo ora ascolto all’odierno brano evangelico, al Signore che in esso ci parla, ci spaventiamo. “Chi non rinuncia ad ogni sua proprietà e non lascia anche tutti i legami familiari, non può essere mio discepolo.” Vorremmo obiettare: ma cosa stai dicendo, Signore? Non ha forse il mondo bisogno proprio della famiglia? Non ha forse bisogno dell’amore paterno e materno, dell’amore tra genitori e figli, tra uomo e donna? Non abbiamo noi bisogno dell’amore della vita, bisogno della gioia di vivere? E non occorrono forse anche persone che investano nei beni di questo mondo ed edifichino la terra che ci è stata data, cosicché tutti possano aver parte dei suoi doni? Non ci è stato affidato forse anche il compito di provvedere allo sviluppo della terra e dei suoi beni? Se ascoltiamo meglio il Signore e soprattutto lo ascoltiamo nell’insieme di tutto ciò che Egli ci dice, allora comprendiamo che Gesù non esige da tutti la stessa cosa. Ognuno ha il suo compito personale e il tipo di sequela progettato per lui. Nel Vangelo di oggi Gesù parla direttamente di ciò che non è compito dei molti che gli si erano associati nel pellegrinaggio verso Gerusalemme, ma che è chiamata particolare dei Dodici. Questi devono innanzitutto superare lo scandalo della Croce e devono poi essere pronti a lasciare veramente tutto ed accettare la missione apparentemente assurda di andare sino ai confini della terra e, con la loro scarsa cultura, annunciare ad un mondo pieno di presunta erudizione e di formazione fittizia o vera – come certamente in particolare anche ai poveri e ai semplici – il Vangelo di Gesù Cristo. Devono essere pronti, sul loro cammino nella vastità del mondo, a subire in prima persona il martirio, per testimoniare così il Vangelo del Signore crocifisso e risorto. Se la parola di Gesù in questo pellegrinaggio verso Gerusalemme, in cui una gran folla lo accompagna, è rivolta anzitutto ai Dodici, la sua chiamata naturalmente raggiunge, al di là del momento storico, tutti i secoli. In tutti i tempi Egli chiama delle persone a contare esclusivamente su di Lui, a lasciare tutto il resto e ad essere totalmente a sua disposizione e così a disposizione degli altri: a creare delle oasi di amore disinteressato in un mondo, in cui tanto spesso sembrano contare solo il potere ed il denaro. Ringraziamo il Signore, perché in tutti i secoli ci ha donato uomini e donne che per amor suo hanno lasciato tutto il resto, rendendosi segni luminosi del suo amore! Basti pensare a persone come Benedetto e Scolastica, come Francesco e Chiara di Assisi, Elisabetta di Turingia e Edvige di Slesia, come Ignazio di Loyola, Teresa di Avila fino a Madre Teresa di Calcutta e Padre Pio! Queste persone, con l’intera loro vita, sono diventate un’interpretazione della parola di Gesù, che in loro si rende vicina e comprensiva per noi. E preghiamo il Signore, affinché anche nel nostro tempo doni a tante persone il coraggio di lasciare tutto, per essere così a disposizione di tutti.

Se, però, ci dedichiamo ora di nuovo al Vangelo, possiamo accorgerci che il Signore non vi parla solo di alcuni pochi e del loro compito particolare; il nocciolo di ciò che Egli intende vale per tutti. Di che cosa si tratti in ultima istanza, lo esprime un’altra volta così: “Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà. Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?” (Lc 9, 24s). Chi vuol soltanto possedere la propria vita, prenderla solo per se stesso, la perderà. Solo chi si dona riceve la sua vita. Con altre parole: solo colui che ama trova la vita.
AMEN!

sabato 8 settembre 2007

Movimenti, scuole di libertà...oppure?

Sono parole del Papa:

"Il tema della libertà è vitale. Nella partenza del figliol prodigo si collegano appunto i temi della vita e della libertà. Egli vuole la vita, e per questo vuol essere totalmente libero. Essere libero significa, in questa visione, poter fare tutto quello che si vuole; non dover accettare alcun criterio al di fuori e al di sopra di me stesso. Seguire soltanto il mio desiderio e la mia volontà. Chi vive così, ben presto si scontrerà con l'altro che vuole vivere nella stessa maniera. La conseguenza necessaria di questo concetto egoistico di libertà è la violenza, la distruzione vicendevole della libertà e della vita.

La Sacra Scrittura invece collega il concetto di libertà con quello di figliolanza, dice san Paolo: "E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: «Abbà, Padre!»" (Rm 8,15). Che cosa significa ciò? San Paolo vi presuppone il sistema sociale del mondo antico, nel quale esistevano gli schiavi, ai quali non apparteneva nulla e che perciò non potevano essere interessati ad un retto svolgimento delle cose. Corrispettivamente c'erano i figli i quali erano anche gli eredi e che per questo si preoccupavano della conservazione e della buona amministrazione della loro proprietà o della conservazione dello Stato.

Poiché erano liberi, avevano anche una responsabilità. Prescindendo dal sottofondo sociologico di quel tempo, vale sempre il principio: libertà e responsabilità vanno insieme. La vera libertà si dimostra nella responsabilità, in un modo di agire che assume su di sé la corresponsabilità per il mondo, per se stessi e per gli altri. Libero è il figlio, cui appartiene la cosa e che perciò non permette che sia distrutta. Tutte le responsabilità mondane, delle quali abbiamo parlato, sono però responsabilità parziali, per un ambito determinato, uno Stato determinato, ecc. Lo Spirito Santo invece ci rende figli e figlie di Dio. Egli ci coinvolge nella stessa responsabilità di Dio per il suo mondo, per l'umanità intera. Ci insegna a guardare il mondo, l'altro e noi stessi con gli occhi di Dio. Noi facciamo il bene non come schiavi che non sono liberi di fare diversamente, ma lo facciamo perché portiamo personalmente la responsabilità per il mondo; perché amiamo la verità e il bene, perché amiamo Dio stesso e quindi anche le sue creature. È questa la libertà vera, alla quale lo Spirito Santo vuole condurci.

I Movimenti ecclesiali vogliono e devono essere scuole di libertà, di questa libertà vera. Lì vogliamo imparare questa vera libertà, non quella da schiavi che mira a tagliare per se stessa una fetta della torta di tutti, anche se poi questa manca all'altro. Noi desideriamo la libertà vera e grande, quella degli eredi, la libertà dei figli di Dio. In questo mondo, così pieno di libertà fittizie che distruggono l'ambiente e l'uomo, vogliamo, con la forza dello Spirito Santo, imparare insieme la libertà vera; costruire scuole di libertà; dimostrare agli altri con la vita che siamo liberi e quanto è bello essere veramente liberi nella vera libertà dei figli di Dio."
Dove sono queste "scuole di libertà"? Non venite a dirmi che il cammino NC lo è!!!!

giovedì 6 settembre 2007

Dopo Loreto. Ma dove siamo?

E se questo non è terrorismo psicologico dite cos'è: leggete bene le parole di Kiko.

Tutto l’incontro pomeridiano prepara al momento conclusivo, quello della chiamata. Si prega perché “il Signore della messe mandi operai per la sua messe”, si leggono le letture del giorno, si proclama il Vangelo, si ripete il cuore dell’annuncio cristiano: “Dio ti ama, adesso, così”. Fa quasi tutto Kiko, che insiste, muovendosi avanti e indietro per il palco, tenendo il palcoscenico da oratore esperto per quanto sui generis, ricordando che “è ora il momento favorevole: quando meglio di adesso devi far entrare Cristo nella tua vita? Devi forse aspettare che tua madre muoia di cancro? Ora! Ora è il momento favorevole!”.

L’esempio che serve a rendere concreto (pure troppo) il messaggio, nel contesto globale scivola liscio, quasi non ci si fa caso. Dopo il Vangelo, quando Kiko cede il campo, tocca a mons. Rylko: “La chiamata di Dio non è una storia lontana. È presente. È ora. Ora Cristo passa in mezzo a voi, e dice ‘Ho bisogno della tua bocca per proclamare la buona notizia, per annunciare la luce della verità’. Come ha detto il papa, non siete l’evento di un caso o di una coincidenza. Sei stato voluto da Dio, Dio ti ha pensato personalmente, ha nei tuoi confronti un disegno di vita e di amore. Cerca di scoprirlo e cerca di dire si a ciò che il Signore chiede a te. Se il Signore passa e ti dice ‘Seguimi!’ quale sarà la tua risposta stasera? Maria ha dato il suo sì, Maria insegna a non avere paura di dire sì a Dio, un sì totale e incondizionato, senza se e senza ma. Chi sceglie Cristo non perde nulla, Cristo non toglie niente a dona tutto".

Tutto si muove sull'onda dell'emotività portata all'esasperazione... È sensato tutto questo, o non è da imbonitori del peggiore settarismo purtroppo così diffuso? E se non è coercizione psicologica questa. Si alzano perfino bimbi di sette anni...

La frase "Cosa devi aspettare, che tua madre muoia di cancro?" è da pura cineteca della manipolazione mentale. Badate bene, non è la prima né l'unica di frasi del genere. Se uno cerca di uscire dal Cammino continuerà a vivere nella paura che profezie del genere si avverino, anche dopo aver razionalizzato. QUESTI SONO I MESSAGGI SUBLIMINALI di cui abbiamo numerose testimonianze!! Nero su bianco! Quei messaggi arrivano senza filtro alla psiche dell'adepto, si installano nel subconscio e se mai razionalmente maturerà di voler abbandonare il Cammino le paure e i disturbi psicologici connessi a tale decisione lo paralizzeranno e tormenteranno per molto tempo!

Beh per le singole persone è un imbonitore, falso profeta e manipolatore di anime e di coscienze. Per la Chiesa che ha permesso che tale virus attecchisse al suo interno è un problema ben più serio.

Nel frattempo ferve il totalizzatore degli "alzati" 3200, come ha sparato kiko o molti di meno come fa capire Korazym. Comunque al di là dei numeri che fanno tanto scalpore e tanta pubblicità e fumo negli occhi, chi si cura della 'qualità' della formazione e dell'insegnamento della retta fede invece di lasciarsi abbagliare dalla 'quantità' per di più sospetta?

martedì 4 settembre 2007

Cosa ci insegnano i Santi e cosa insegna Kiko?

Rispondendo ad una illuminata domanda di Michela e visto l'uso "inflazionato" da parte dei nostri fratelli del Cammino di Santi, Citazioni Bibliche e parallelismi, è bene vedere nel concreto cosa dicano davvero i Santi Riconosciuti dalla Chiesa Cattolica e cosa insegni il suddetto Kiko, partendo da un documento UFFICIALE, PUBBLICO, NON SMENTIBILE DA NESSUNO, quale la "risposta" del fondatore del Cammino al Santo Padre:

Ecco cosa insegna Kiko:

"noi abbiamo sempre mostrato a tanti fratelli che vengono dall'inferno, pieni di ferite e di disprezzo verso se stessi, che nella Santa Eucaristia il Signore fa presente il suo amore, morendo e risuscitando per loro; non solo, ma preparando una mensa, un banchetto escatologico, che fa presente il Cielo e dove Lui stesso, pieno di amore, li fa sedere e passa a servirli: "Li farà mettere a tavola e passerà a servirli" (Le 12,37).

In questo modo ogni volta che celebrano l'Eucaristia sperimentano la forza che ha il sacramento per trascinarli nella Pasqua di Cristo, facendoli passare dalla tristezza all'allegria, dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita ..."

Non dovete sottovalutare l'importanza del termine usato da Kiko "In questo modo". Nel SUO modo, infatti, egli stabilisce che i "fedeli" riescono a "sperimentare la forza della Pasqua" e di passare dalla "tristezza alla gioia", ecc... "In questo modo", secondo lui, l'Eucaristia esegue quello per cui sarebbe nata: portare la gente dalla tristezza all'allegria!!!!

Invece vediamo cosa insegna il Serafico Padre, San Francesco d'Assisi:

Dal Testamento del Serafico Padre. Sul Sacerdozio:

"[111] 4 E il Signore mi dette tale fede nelle chiese che io così semplicemente pregavo e dicevo: 5 Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, anche in tutte le tue chiese che sono nel mondo intero e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
[112] 6 Poi il Signore mi dette e mi dà una così grande fede nei sacerdoti che vivono secondo la forma della santa Chiesa Romana, a motivo del loro ordine, che anche se mi facessero persecuzione, voglio ricorrere proprio a loro. 7 E se io avessi tanta sapienza, quanta ne ebbe Salomone, e mi incontrassi in sacerdoti poverelli di questo mondo, nelle parrocchie in cui dimorano, non voglio predicare contro la loro volontà.
[113] 8 E questi e tutti gli altri voglio temere, amare e onorare come miei signori. 9 E non voglio considerare in loro il peccato, poiché in essi io riconosco il Figlio di Dio e sono miei signori. 10 E faccio questo perché, dello stesso altissimo Figlio di Dio nient’altro vedo corporalmente, in questo mondo, se non il santissimo corpo e il santissimo sangue suo che essi ricevono ed essi soli amministrano agli altri.
[114] 11 E voglio che questi santissimi misteri sopra tutte le altre cose siano onorati, venerati e collocati in luoghi preziosi. 12 E dovunque troverò manoscritti con i nomi santissimi e le parole di lui in luoghi indecenti, voglio raccoglierli, e prego che siano raccolti e collocati in luogo decoroso.

Sul Sacrificio Eucaristico:
"E cosi ora tutti quelli che vedono il sacramento, che viene santificato per mezzo delle parole del Signore sopra l’altare nelle mani del sacerdote, sotto le specie del pane e del vino, e non vedono e non credono, secondo lo spirito e la divinità, che è veramente il santissimo corpo e il sangue del Signore nostro Gesù Cristo, sono condannati, 10 perché è l’Altissimo stesso che ne dà testimonianza, quando dice: “Questo è il mio corpo e il mio sangue della nuova alleanza [che sarà sparso per molti”] (Mc 14, 22.24), 11 e ancora: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna” (Cfr. Gv 6,55)."
"[207/a] 1 Facciamo attenzione, noi tutti chierici, al grande peccato e all’ignoranza che certuni hanno riguardo al santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo e ai santissimi nomi e alle sue parole scritte che santificano il corpo."
"[218] 14 Prego poi nel Signore tutti i miei frati sacerdoti, che sono e saranno e desiderano essere sacerdoti dell’Altissimo, che quando vorranno celebrare la Messa puri, in purità offrano con riverenza il vero sacrificio del santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo, con intenzione santa e monda, non per motivi terreni, né per timore o amore di alcun uomo, come se dovessero piacere agli uomini (Cfr. Ef 6,6; Col 3,22). 15 Ma ogni volontà, per quanto l’aiuta la grazia divina, si orienti a Dio, desiderando con la Messa di piacere soltanto allo stesso sommo Signore, poiché in essa egli solo opera come a lui piace. 16 Poiché è lui stesso che dice: “Fate questo in memoria di me” (Lc 22,19; 1Cor 11,24), se uno farà diversamente, diventa un Giuda traditore e si fa reo del corpo e del sangue del Signore (Cfr. 1Cor 11,27)."